• Non ci sono risultati.

La Cyberpolitica nelle Relazioni Internazionali

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "La Cyberpolitica nelle Relazioni Internazionali"

Copied!
167
0
0

Testo completo

(1)

INDICE

1 INTRODUZIONE. ... 4

1.1 IL CYBERSPAZIO. ... 7

1.2 LA CYBERPOLITICA. ... 13

1.3 NUOVE SFIDE PER LA TEORIA. ... 18

2 CARATTERIZZAZIONE DEL CYBERSPAZIO. ... 26

2.1 MAPPARE LO SPAZIO VIRTUALE ... 27

2.2 DIFFERENZE REGIONALI NELL’ACCESSO ... 31

2.3 UNA PROSPETTIVA GLOBALE ... 39

2.4 NETWORK E CONOSCENZA ... 41

2.4.1 Le dinamiche del Knowledge Networking. ... 45

3 CORNICE TEORICA. ... 48

3.1 LA TEORIA DELLA PRESSIONE LATERALE. ... 48

3.2 LA CYBERPOLITICA A LIVELLO DELL’INDIVIDUO. ... 51

3.2.1 La prima immagine della Cyberpolitica. ... 52

3.3 LA CYBERPOLITICA DEL SISTEMA STATO. ... 55

3.3.1 Le variabili fondamentali. ... 56

3.3.2 I profili statali. ... 57

3.3.3 Governance e sicurezza ... 59

3.3.4 e-Governance. ... 60

3.3.5 Cybersecurity. ... 61

3.4 LA CYBERPOLITICA DEL SISTEMA INTERNAZIONALE. ... 63

3.5 LA CYBERPOLITICA DEL SISTEMA GLOBALE. ... 64

(2)

4.1 CONTESE SULL’ARCHITETTURA E LA GESTIONE DEL SISTEMA ... 70

4.1.1 End-to-End Argument ... 71

4.1.2 Il Principio degli strati. ... 72

4.1.3 La Neutralità della Rete. ... 72

4.1.4 “Code is Law” ... 73

4.2 CYBER CONFLITTI PER VANTAGGIO POLITICO E PROFITTO ... 73

4.2.1 Potere dello Stato e Controllo. ... 74

4.2.2 Sfide virtuali allo Stato ... 80

4.2.3 Politiche Competitive tramite l’Arena Virtuale ... 83

4.2.4 Cyber Crimini e Cyber Spionaggio ... 84

4.3 CYBER MINACCE ALLA SICUREZZA NAZIONALE. ... 86

4.3.1 La Militarizzazione del Cyberspazio. ... 88

4.3.2 Cyber Warfare ... 89

4.3.3 Cyber Minacce alle Infrastrutture. ... 92

4.3.4 Cyber Terrorismo ... 94

5 CYBERPOLITICA DELLA COOPERAZIONE E COLLABORAZIONE. ... 96

5.1 CYBER GOVERNANCE ... 100

5.1.1 e-Governance ... 100

5.1.2 Istituzioni per il Cyber Management ... 101

5.1.3 Istituzioni per la Cyber Security ... 102

5.1.4 Cyber trattati internazionali ... 109

5.2 NORME GLOBALI E BENI PUBBLICI ... 110

5.2.1 Politicizzazione dei Diritti Virtuali ... 111

5.2.2 Agevolazione della fornitura di conoscenza ... 112

5.2.3 Consolidamento di Norme Globali ... 113

5.3 VERSO UN’AGENDA GLOBALE ... 114

(3)

5.3.2 Sviluppo di nuove norme e comportamenti. ... 115

5.3.3 Esplorazione dei precedenti ... 116

5.3.4 Supporto della Sostenibilità ... 116

6 CYBERSPAZIO E SOSTENIBILITÀ. ... 118

6.1 LA LOGICA DELLA SINERGIA. ... 119

6.2 CONVERGENZA NELL’AGENDA GLOBALE ... 122

6.2.1 World Summit on the Information Society ... 122

6.2.2 Millennium Development Goals ... 127

6.2.3 Allineamento Istituzionale per il Cyber Management. ... 129

6.3 GLI IMPERATIVI DELLA CONOSCENZA PER LA CYBERPOLITICA. ... 135

6.3.1 Dominio Ontologico. ... 136

6.3.2 Knowledge Networking. ... 138

6.3.3 Risorse Multilingua. ... 138

7 LA CYBERPOLITICA NELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI: CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE. ... 140

BIBLIOGRAFIA ... 160

(4)

1 Introduzione.

Il cyberspazio è parte della nostra vita quotidiana. Grazie alla sua grandissima diffusione, lo spazio virtuale, che comprende Internet, i milioni di computer connessi alla rete, le istituzioni e le entità che esistono grazie ad essa, è diventato un elemento di fondamentale importanza all’interno del mondo in cui viviamo. Il cyberspazio ha creato una vera e propria realtà parallela per le popolazioni dei paesi tecnologicamente avanzati e per un crescente numero di persone dei paesi in via di sviluppo.

Fino a tempi relativamente recenti, il cyberspazio è stato considerato una materia appartenente alla “low politics”, termine usato per denotare attributi di contorno e processi e decisioni di routine. D’altra parte, nelle materie riguardanti la “high politics”, rientravano la sicurezza nazionale, i pilastri istituzionali, e sistemi decisionali critici per lo stato, per i suoi interessi e per i suoi valori costitutivi.

(5)

La “low politics” non sempre rimane confinata sotto il suo strato di apparente superficialità. Se l’effetto cumulativo di attività ordinarie, cambia le dinamiche d’interazione in precedenza consolidate, accade che, quello che era considerato di routine, diventa elemento centrale dell’attenzione politica.

Ai giorni nostri, questioni connesse con il cyberspazio sono diventate materiale di “high politics” di fondamentale importanza. Ci si rende sempre più spesso conto, che le possibilità del cyberspazio costituiscono anche la causa di diversi fattori di vulnerabilità, i quali creano potenziali minacce

alla sicurezza nazionale alterando di conseguenza l’armonia

internazionale.

Molte caratteristiche del cyberspazio stanno riconfigurando la teoria, la pratica e le politiche connesse alle relazioni internazionali.

In tabella 1.1 sono riportate le più importanti e influenti peculiarità dello spazio cibernetico. Prese singolarmente, ognuna delle caratteristiche descritte in tabella, è contraria alla nostra ordinaria comprensione della realtà sociale e alla comprensione contemporanea delle relazioni internazionali. Prese congiuntamente danno luogo a una potente disconnessione.

(6)

La cyberpolitica, termine coniato recentemente, si riferisce alla congiunzione di due realtà differenti, quella pertinente al campo delle interazioni umane (politica), che abbraccia la determinazione di chi fa cosa, quando e come, e quella attivata dall’uso dello spazio virtuale (cyber) come una nuova arena di contesa, con le sue regole e consistenza peculiari.

Tabella 2-1 Caratteristiche del Cyberspazio

Nonostante differenti prospettive globali, esiste un significato univocamente accettato in ambito accademico del termine “politica”. È la

Temporalità Sostituisce il concento convenzionale di

temporalità con quello dell’istantaneità.

Fisicità Trascende i limiti geografici e le localizzazioni

fisiche.

Penetrazione Penetra in confini e giurisdizioni.

Fluidità Manifesta cambiamenti duraturi e riconfigurazioni.

Partecipazione Riduce le barriere di accesso all’attivismo e alla partecipazione politica.

Attribuzione Nasconde le identità degli attori e le connessioni.

Responsabilità Bypassa i meccanismi di attribuzione delle

(7)

complessità derivante dal prefisso cyber che distingue questo nuovo campo semantico.

1.1 Il Cyberspazio.

La teoria tradizionale delle relazioni internazionali è ancorata e si riferisce a interazioni in ambienti fisici. Tutte le forme di spazio nelle relazioni internazionali, forniscono opportunità per espandere potere e influenza nel mondo politico. In quest’ambito, il termine spazio è riferito a domini d’interazione che creano una potenziale fonte di potere e d’influenza, permettono l’accesso a nuovi servizi, risorse, conoscenze o mercati e creano ulteriori potenzialità quando sostenuti da nuovi progressi tecnologici. Quando le attività di un attore minacciano la sovranità, la stabilità o la sicurezza di altri, lo spazio diventa una variabile critica in seno alle relazioni internazionali. Tradizionalmente, la nozione di spazio era intimamente connessa con quella di territorialità ma questa connessione si va oggi dissolvendo rapidamente.

I fondamenti dello spazio gravitano intorno alle caratteristiche peculiari dell’arena in cui si svolgono le interazioni. Nei tempi moderni sono noti differenti tipi di spazio manipolati dall’uomo, tra i più conosciuti sono quelli creati dalle forme tradizionali di colonialismo e imperialismo, sistemi di espansione e controllo di territori stranieri causati da

(8)

motivazioni economiche, strategiche e politiche. La colonizzazione implica lo spostamento fisico di persone, l’estensione del potere dello Stato al di fuori dell’ordinaria giurisdizione, il controllo politico e militare di altri territori, e l’imposizione di leggi nazionali su territori stranieri. In tempi recenti, sono stati fondati nuovi spazi dall’impiego della pura forza fisica combinata con il potere della competizione, dall’innovazione e dallo spirito di avventura. Storicamente, solo gli attori più influenti e militarmente potenti, potevano effettivamente competere nella colonizzazione di nuovi territori e nell’esplorazione dello spazio. Il prestigio nazionale, la disposizione nel panorama internazionale, l’innalzamento del livello di benessere e il vantaggio strategico nella competizione militare sono tutti stati perseguiti attraverso l’espansione fisica in altri territori o nell’atmosfera.

Più recentemente, gli sviluppi tecnologici sostenuti dalle innovazioni scientifiche, hanno permesso l’accesso a nuove forme di spazio. Notevole tra queste è il nanospazio, nel quale la micro-miniaturizzazione permette di compiere operazioni in precedenza impossibili. Il nanospazio offre sviluppi e promesse considerevoli sia nel campo medico sia in quello militare. Le innovazioni tecnologiche hanno anche potenziato le nostre possibilità di tracciare una conoscenza delle proprietà dei geni e hanno generato un settore di attività in un altro territorio prima inaccessibile. Il

(9)

potere dello spazio genetico, fortemente in espansione a seguito della mappatura del genoma umano, è anch’esso se pur in un primo stadio, in ingresso nel campo delle relazioni internazionali. Questo tipo di tecnologie possono essere potenzialmente oggetto di abusi per produrre destabilizzanti armi di distruzione di massa, specialmente se tali tecnologie fossero perseguibili ad un cosso più basso e si espandesse la capacità di manipolarle.

Il Cyberspazio è un’altra di queste arene. Creatosi grazie alle innovazioni tecnologiche, rappresenta un luogo che permette agli utenti di prendere parte ad attività che si svolgono su campi elettronici, il cui dominio spaziale trascende le tradizionali restrizioni territoriali, sociali ed economiche. Inizialmente l’accesso e la partecipazione nell’arena virtuale erano limitati solo ai più potenti; la natura dell’attività e la sua complessità organizzativa restringevano di molto il numero di giocatori. Invece, l’accesso al cyberspazio è oggi disponibile a sempre più persone in tutto il mondo. Nel 2014 oltre tre miliardi di persone avevano accesso a Internet. Questo spazio offre nuove opportunità di competizione, di contesa e conflitto, tutti elementi base della politica e della ricerca di potere e influenza.

(10)

Le radici storiche e filosofiche del termine cyber sono spesso ricondotte all’allegoria della caverna di Platone, contenuta nella sua opera la Repubblica. La sua identità semantica deriva invece dal termine cibernetico, lo studio del controllo e della comunicazione, reso famoso da Norbert Weiner nella sua opera Cybernetics: Or control and

Communication in Animal and the Machine (1948). Il lavoro di Weiner

influenzò l’opera The Nerves of Government di Karl W. Deutsch (1963), che costituisce uno dei più importanti entry point nell’ambito della ricerca e della scienza politica. A collegare le nozioni di cibernetica e spazio è stato per la prima volta William Gibson nel (1984), che ha anche fornito la prima definizione formale della nuova arena d’interazioni, oggi nota come cyberspazio.

Mentre la definizione di cyberspazio segna un cambiamento a livello conoscitivo, ancor più importanti sono le caratteristiche del cyberspazio, le quali consentono interazioni tra gli uomini in precedenza impossibili. Particolarmente interessanti risultano essere le modalità attraverso cui, le arene cibernetiche, sono usate per modellare idee, scambiare informazioni e aumentare le possibilità di accesso alla cultura e a mezzi alternativi di apprendimento.

(11)

Con l’aumentare delle possibilità di accesso e partecipazione, il termine “cyber” si arricchisce di connotazioni sempre nuove. A esso si associa un ampio panorama di ambientazioni, la possibilità di interagire con entità sintetiche e una varietà di esperienze di “gioco”, la maggior parte delle quali riflettenti i modi di espansione delle frontiere dello spazio virtuale e dell’immaginazione umana. Con il passare del tempo, il termine cyberspazio ha acquisito molteplici significati, connessi con le sue caratteristiche di base, quelle correlate alla realtà artificiale e multidimensionale generata e sostenuta dai calcolatori e connessa a una rete. Questi due modi di definire il cyberspazio non sono paritetici, è necessario infatti distinguere la connettività elettronica e il suo sistema di circuiti fisici dalle arene di interazione costituite da attori, azioni e risultati.

Complessivamente, l’infrastruttura dell’informazione globale è costituita da reti di comunicazione, da hardware e software, da applicazioni e dalle persone che creano contenuto, usano contenuto, e rendono possibile la creazione di valore aggiunto e nuove attività. Questa descrizione generale indica una complessa disposizione che chiama in causa un’ampia scala di ruoli e funzioni. David D. Clark, informatico americano che ha guidato lo sviluppo di Internet dalla metà degli anni 70, porta avanti questa caratterizzazione, organizzando il dominio cibernetico in maniera sistematica e proponendo un modello stratificato di

(12)

cyberspazio (Clark, 2010). In accordo con la visione di Clark, il Cyberspazio è considerato in questo elaborato, come un sistema contingente e gerarchico costituito (1) dai fondamenti fisici e dalle infrastrutture che abilitano il campo da gioco cibernetico, (2) dal blocco logico che supporta la piattaforma fisica e abilita i servizi, (3) dal contenuto informativo immagazzinato, trasmesso o trasformato, (4) dagli attori, entità o utenti con differenti interessi che rivestono diversi ruoli all’interno dell’arena. Ognuno di questi strati, funzioni ed entità, assumono rilevanza per la cyberpolitica nell’ambito delle relazioni internazionali, con differenti modalità e gradazioni.

In quanto coesione di reti interoperabili, Internet è diventata un pezzo fondamentale dell’emergente infrastruttura globale di comunicazione. Lo strato del contenuto informativo si sta espandendo a un tasso esponenziale. Più informazione si genera e più meccanismi si creano per facilitare l’uso e il riuso dei contenuti.

In un periodo relativamente breve, quello che inizialmente era stato concepito come un dominio neutrale d’interazione creato dalle innovazioni tecnologiche di derivazione principalmente statunitense, sta diventando un terreno fortemente influenzato e a volte dominato, da contese politiche sia negli Stati Uniti che altrove. La sfera cibernetica è adesso un’arena di

(13)

competizione tra interessi e gruppi d’interesse, così come un teatro di conflitti e contese che circonda la mano sempre più visibile dei governi. Non è più possibile nei giorni nostri ignorare l’importanza politica del cyberspazio.

1.2 La Cyberpolitica.

Tutte le relazioni internazionali coinvolgono la politica in qualche modo, implicitamente o esplicitamente. La combinazione di due definizioni di politica, quella di Harold Lasswell (1958) che la definisce come la disposizione autoritaria di valori all’interno della società, e quella di David Easton (1953), che la mette in relazione a chi fa cosa, quando e come, ci permette di arrivare ad una visione d’insieme, appropriata e rilevante in ogni contesto, tempo e luogo.

Con la creazione di un cyberspazio, sta prendendo forma un’arena nella quale condurre politica. Tutta la politica, in arene reali o virtuali, implica conflitto, negoziazione e contrattazione, attraverso meccanismi istituzionali o modi di contendere autoritari. Quando ci si riferisce alla politica, il potere è un corollario necessario. La politica per definizione, implica una qualche forma di lotta, anche nella situazione più collaborativa, le risorse e le capacità dei partecipanti, diventano fondamentali determinanti per il risultato finale.

(14)

La congiunzione tra cyberspazio e politica ha rafforzato alcune caratteristiche peculiari di quest’ultima, espandendo le sue manifestazioni, aumentando la potenziale partecipazione e creando nuove possibilità per esprimere punti di vista, dare voce a nuove posizioni e unirsi alla dialettica. È difficile identificare un’area della politica che è priva di manifestazioni correlate al mondo virtuale. Anche se non è possibile delineare in maniera esaustiva le implicazioni del cyberspazio sulla politica e il comportamento politico, gli osservatori e gli analisti stanno gradualmente convergendo su alcune considerazioni generali.

Le dinamiche politiche del cyberspazio si possono ritrovare all’interno dell’opera The Rise of the Virtual State di Richard N. Rosecrance del 1999. L’essenza dello stato virtuale sta nella sua abilità di guadagnare il potere finanziario e concettuale, trasformando questo in strumenti per ottenere influenza globale. Anche se apparentemente semplice nella sua concezione, l’idea dello stato virtuale di Rosecrance, ha implicazioni molto profonde. Essa, infatti, mette in discussione gli elementi fondamentali della politica tradizionale tra stati, basata sulla competizione territoriale, commerciale e militare, sostituendoli con nuovi parametri come l’educazione, le abilità, la gestione della conoscenza e differenti manifestazioni del cosiddetto “brain power”.

(15)

Rosecrance ritiene che tutte le nazioni si stiano gradualmente muovendo verso lo stato virtuale, ma alcune più velocemente e in modo più decisivo. Quest’ultime costituiranno il “global brain”, mentre le rimanenti finiranno per appartenere ai “global bodies”. Dopo questa rimarchevole metafora, segue il suggerimento a investire nella conoscenza, in quanto risorsa fondamentale per il potere di una nazione e della sua efficacia sociale (Rosecrance, 1999).

Altri esempi sono stati esposti nel numero speciale dell’International

Political Science Rewiew del Luglio 2000, chiamato Cyberpolitics in International Relations. Gli articoli in esso contenuti, evidenziano il

domino virtuale, descrivendolo come un’importante area di ricerca nel campo della politica internazionale e delle relazioni interstatali.

Il passaggio della cyberpolitica attraverso un ampio spettro di aree d’interesse, contestualmente a cambiamenti nella dialettica politica e nelle sue interazioni, ha generato effetti su scala globale, e ha portato all’articolazione e accorpamento di nuovi interessi, nuovi modelli di relazioni internazionali e diverse forme di risposta istituzionale e accordo globale.

Alla fine del ventesimo secolo s’iniziò a mettere in discussione la crescita economica e le sue basi, i suoi supporti filosofici iniziarono a

(16)

essere oggetto d’inchiesta e profonda rielaborazione. La prospettiva antagonista, quella che la sostenibilità è ugualmente importante, è cresciuta gradualmente sul panorama mondiale, ma i suoi confini e le sue basi conoscitive devono essere ancora definite con chiarezza.

Questo dibattito ci porta a considerare la potenziale sinergia tra il cyberspazio (una nuova arena d’interazione) e la sostenibilità (un nuovo imperativo per la teoria e la politica). Formata da alcune tendenze

condivise come la dematerializzazione, il decentramento, la

denazionalizzazione e la mancanza di territorialità, questa convergenza crea nuove opportunità per controbilanciare le pressioni e le nuove fonti di soddisfazione e insoddisfazione.

A questo punto, il proverbiale vaso di Pandora, pieno d’interessi antagonisti e potenti forme di contesa, minaccia di aprirsi improvvisamente, minando fortemente la possibilità di comprensione delle strutture e dei processi delle relazioni internazionali del ventesimo secolo. Queste problematiche sono proprie di nuove politiche, che si fanno così pervasive da costituire una caratteristica fondamentale del cambiamento nel panorama internazionale degli equilibri di potere e influenza.

La figura 1.1 sintetizza due differenti processi. Uno è l’utilizzo del cyberspazio per modellare le politiche del dominio tradizionale, l’altro si

(17)

riferisce all’uso di strumenti tradizionali per modellare la configurazione dello stesso cyberspazio.

Figura 2-1-1 Le Traiettorie della cyberpolitica.

Non è ancora chiaro se la dissertazione politica nell’arena virtuale costituisca una fattispecie parallela a quella tradizionale, o al contrario, questa si assembli in prima battuta nel dominio reale e quindi successivamente esportata o condotta in quello cibernetico. Un'altra ipotesi sostiene che il discorso sia interattivo attraverso il dominio reale e quello virtuale e che i suoi effetti cumulativi, qualora ce ne fossero, saranno visibili solo laddove riusciranno a condizionare il comportamento

(18)

politico in reali contesti istituzionali. In ogni caso l’articolazione e aggregazione di interessi è fondamentale per ogni forma di politica. Nel momento in cui l’arena virtuale è usata per questi scopi, questa non deve essere considerata solo come un fattore abilitante, ma anche un importante moltiplicatore.

1.3 Nuove sfide per la teoria.

Nell’ambito delle relazioni internazionali, lo stato sovrano rappresenta il principio organizzativo chiave del mondo politico. Tuttavia, gli scenari globali già dagli inizi del ventunesimo secolo, hanno fortemente limitato l’impiego dei precetti relativi a uno stato sovrano e, questioni legali a parte, la sovranità è considerata più un concetto teorico che una realtà empirica.

I testi classici di relazioni internazionali continuano a concentrarsi sulle interazioni tra stati-nazione e considerare lo stato quale attore centrale del sistema internazionale. Il numero di stati, le distribuzioni relative di potere, e le relazioni strategiche che li collegano definiscono i confini dell’oggetto di studio. Il riconoscimento graduale di nuovi attori sulla scena mondiale è spesso accompagnato dall’accento della loro subordinazione allo stato, nonostante la crescente influenza delle corporazioni multinazionali, la progressiva affermazione di robuste

(19)

organizzazioni internazionali e le testimonianze della crescita di una società civile di portata globale.

Il cyberspazio ha creato nuove condizioni per le quali non esistono precedenti chiari. Ancora non esiste un’idea condivisa su quale possa essere il “prossimo passo” affinché si possa incorporare l’arena virtuale nelle trattazioni contemporanee sulla sovranità, stabilità e sicurezza, tuttavia alcune differenti posizioni sull’argomento sono tuttora identificabili. Una di queste sostiene che la realtà cyber, indebolisca la sovranità statale in modo rilevante. Secondo questo punto di vista, il cyberspazio sta distruggendo i collegamenti tra la localizzazione geografica e:

− Il potere dei governi locali di imporre il proprio controllo su ciò che avviene in rete.

− Gli effetti della rete su cose e individui.

− La legittimità dei tentativi di una sovranità locale di imporre leggi applicabili a fenomeni globali.

− La capacità della localizzazione fisica di stabilire che tipo di leggi

(20)

Un’altra linea di pensiero sostiene che nonostante il potere emergente della realtà virtuale, i fondamenti della sovranità statale rimangono robusti, come dimostrato da tutti i tentativi, andati a buon fine, sia in stati democratici, sia in stati con regime autoritario, di controllare la trasmissione di contenuti online. Al limite, la nuova arena, potrebbe avere un impatto neutrale rispetto al concetto di sovranità. Internet non è priva di delimitazioni geografiche, infatti, norme tecniche specifiche operano per far si che vengano rispettati quelli che consideriamo confini di sovranità statale (Goldsmith and Wu, 2006). Questi includono per esempio, gli obblighi derivanti dal cliccare su “scegli un paese” o “scegli un server”. Tali elementi, sensibili rispetto ad una localizzazione geografica, suggeriscono che il cyberspazio non trascende totalmente il concetto di territorialità.

Ancora un altro punto di vista è quello di chi sostiene che il cyberspazio rende possibili processi generativi, sia in termini tecnologici che sociali e contribuisce a reinquadrare le concezioni di sovranità e il ruolo dello stato, principalmente nella fornitura di beni pubblici. Secondo tale visione, Internet dà potere ai cittadini, facilita le innovazioni e abilita una vasta gamma di possibilità inesplorate (Zittrain, 2008).

(21)

Il cyberspazio dà potere e rafforza gli individui in modi prima

impensabili. Questo rafforzamento si manifesta attraverso la

comunicazione, le nuove percezioni, l’organizzazione e la preparazione di azioni. Questi fattori possono mettere in discussione i tradizionali concetti di sovranità. Allo stesso tempo il cyberspazio fornisce nuovi strumenti per l’esercizio del potere e del controllo statale. Tuttavia lo stato non è più l’unico attore a esercitare tale potere nell’arena virtuale, probabilmente non risulta neanche più essere l’attore dominante. Il panorama internazionale “cyber” di attori, azioni, tecnologie e relazioni di potere sta cambiando rapidamente.

Le traiettorie principali nella teoria delle Relazioni Internazionali sviluppatesi finora, non possono essere direttamente importate nel mondo virtuale del ventunesimo secolo. Per illustrare le caratteristiche peculiari di tali traiettorie, si richiamano di seguito tre differenti prospettive, ognuna delle quali si focalizza su una particolare problematica nell’ambito delle relazioni internazionali.

La prima è quella relativa al realismo e alle sue varianti, che si focalizza su temi di sicurezza nazionale, politiche di potere, conflitto e guerra tradizionale, argomenti predominanti nell’immediato secondo dopoguerra. Nelle interazioni stato-stato, nelle quali domina la ricerca di

(22)

potere e benessere, la prospettiva teoretica realista non è totalmente coerente con le condizioni che modellano la sicurezza virtuale e le potenziali guerre virtuali. Il realismo inoltre è ancorato alle politiche dei poteri forti, mentre l’arena virtuale è accessibile a chiunque e ovunque. Nel mondo contemporaneo delle relazioni internazionali, non è ancora completamente chiaro cosa la cyber security possa implicare o significare nel dominio virtuale. Per poter impiegare la teoria realista in questo ambito saranno necessari chiarimenti, aggiustamenti e innovazioni teoriche.

Una seconda prospettiva è quella istituzionalista, una tradizione con una testimonianza storicamente lunga e radicata nel primo liberalismo. L’istituzionalismo prende in considerazione la cooperazione, il coordinamento, metodi di collaborazione sia formali che informali e meccanismi che rendono routinario il comportamento degli stati. Anche se è abbastanza condivisibile che un coordinamento sostenuto richieda, nel mondo reale, una forma di istituzionalizzazione basata sulla convergenza di norme, i requisiti per organizzare le interazioni nella sfera virtuale non sono ancora chiaramente assimilati. Le intuizioni della teoria istituzionalista possono comunque avere qualche diretta implicazione sul management dello spazio cyber, un importante nodo da risolvere è rappresentato dal fatto che questa dottrina, applicata alle relazioni

(23)

internazionali, sostiene ancora una logica stato-centrica per regolare le interazioni tra stati. Nel dominio virtuale lo stato è l’ultimo arrivato. Sviluppi di questa teoria potranno risultare sicuramente utili in quanto lo stesso stato sta diventando sempre più vulnerabile alle minacce cyber.

La terza prospettiva da analizzare è quella del costruttivismo, un amalgama d'idee focalizzate su percezioni, cognizioni, credenze, valori, simbologie, e simili variabili che si sono evolute in un approccio teorico che enfatizza il soggetto. Il costruttivismo, uno dei più recenti ampliamenti alla teoria delle relazioni internazionali è ancora in certa misura in costruzione.

Ognuna di queste correnti di pensiero considera solo una porzione specifica all’interno delle relazioni internazionali, conservando solo un angolo nascosto per i collegamenti con le altre prospettive. Tradizionalmente la teoria si concentra su questioni socio-economiche, politiche e strategiche per il sistema statale, con attenzione molto più scarsa nei confronti degli attori non statali. La teoria si concentra, con poche eccezioni, su un’analisi statica piuttosto che sulle dinamiche della trasformazione e del cambiamento, e questo tende a oscurare, se non ignorare, gli effetti di feedback e gli effetti ristagnanti e di lungo termine causati da cambiamenti di breve periodo.

(24)

Per farsi carico delle realtà del ventunesimo secolo, la teoria delle relazioni internazionali deve affrontare almeno a tre sfide principali che potrebbero distorcere la nostra visione del presente e la nostra comprensione del futuro. La prima è quella di riconoscere e rappresentare interconnessioni critiche tra sistemi di interazione, non solo in sistemi sociali e ambientali, ma anche nel sistema virtuale, un sistema distinto dotato di interazione dalle caratteristiche peculiari. Una seconda sfida è quella di indirizzare le dinamiche di trasformazione e cambiamento, e la comprensione del cambiamento richiede un’analisi profonda dei motori nascosti che modellano la natura della trasformazione. La terza sfida è quella di prendere in considerazione attori ed entità nel mondo politico coerenti con condizioni empiriche. I vecchi punti di riferimento devono essere rimpiazzati da una visione del sistema internazionale più aggiornata nel quale il potere dei deboli può essere comunque devastante.

La costruzione del cyberspazio è chiaramente un fenomeno globale, irrispettoso delle visioni del fenomeno stesso della globalizzazione. La sua organizzazione e controllo sono nelle mani di un vasto numero di attori statali e non statali, e le sue proprietà differiscono notevolmente dai classici sistemi di riferimento sociali e ambientali. Le interazioni basate sullo spazio virtuale stanno già influenzando le attività umane ad ogni

(25)

livello di analisi, lo stato sovrano, quindi, si ritrova oggi in un sistema internazionale a complessità crescente, la cui struttura è ben diversa da quella a cui era stato abituato nei due secoli passati.

(26)

2 Caratterizzazione del Cyberspazio.

La nascita del cyberspazio è un avvenimento così recente che solo ultimamente riusciamo a renderci conto delle sue potenzialità. Nella storia del genere umano, l’attraversamento di nuove frontiere ha da sempre aperto la porta a nuove possibilità e spazi innovativi per le attività umane. Anche altre nuove scoperte sono state, dal canto loro, rimarchevoli, e alcune di esse, come l’esplorazione dello spazio, quasi miracolose, ma la costruzione del cyberspazio come realtà virtuale non ha precedenti, così come la sua configurazione su scala globale.

In figura 2.1 è presentata una linea temporale dell’evoluzione del cyberspazio, nella quale sono elencate le istituzioni chiave e i principali traguardi raggiunti dalla rete, dando evidenza della grossa crescita di utenti, a partire dalle poche centinaia nell’Università della California nel 1969, fino ad arrivare a più di un miliardo di utenti nel mondo nel 2007.

(27)

Figura 2-1 Pietre miliari nell'evoluzione del cyberspazio. Fonte: Choucri, 2012.

2.1 Mappare lo spazio virtuale

I tentativi di creare una mappatura del cyberspazio si basano usualmente su una varietà di linguaggi e modelli, come pattern spaziali, reti neurali, sistemi a ragnatela e strutture a livelli.

Sono già note alcune delle implicazioni politiche del cyberspazio, e la permeabilità dei confini territoriali dello stato, non è l’unico fattore caratterizzante l’era virtuale. Ulteriori fattori sono costituiti dall’ambiguità

(28)

derivante dalla possibilità di controllare chi trasmette, cosa è trasmesso, dove, come e con quali effetti. Paragonando le scoperte nello spazio cosmico alla costituzione del cyberspazio sono evidenti alcune sostanziali differenze. Avventurarsi oltre l’atmosfera terrestre è un’esperienza riservata a poche nazioni tecnologicamente avanzate, l’accesso al cyberspazio come dominio d’interazione virtuale è per principio accessibile a tutti e nonostante specifiche restrizioni, le barriere sono trascurabili rispetto a quanto accade per lo spazio cosmico.

Un sistema creato originariamente dal Department of Defense degli Stati Uniti per garantire l’operatività delle sue reti di computer in caso di attacco nucleare si è evoluto gradualmente in una rete governativa e universitaria, ma le implicazioni dell’esplosione commerciale su scala mondiale divennero note non prima della fine dello scorso secolo. Da allora la connettività su larga scala ha fatto si che Internet decollasse.

Una semplice descrizione di come si sia sviluppata l’arena virtuale, sarebbe inefficace, poiché non permetterebbe di visualizzare tutte le caratteristiche di questo nuova branca. Ogni sforzo di mappare il cyberspazio si scontra con problemi di proporzioni immense. I tentativi di determinarne la scala, la portata, le configurazioni, portano nel migliore dei casi a una grossolana approssimazione. Inoltre, ogni riferimento a

(29)

statistiche o a stime risulterebbe essere non più aggiornato in tempi brevissimi. Alla fine del ventesimo secolo si suppone ci fossero più di 150 milioni di utenti di Internet nel mondo, e ci si aspettava questo numero fosse destinato a salire fino a 700 milioni. Già dagli albori si sosteneva che la forza di Internet fosse il suo grande numero di utenti, l’anonimato, e il libero accesso. Facendo un paragone con le moderne innovazioni, la radio, la televisione, il personal computer, Internet è il meccanismo d’informazione con la crescita più rapida. Il pattern di utilizzo di Internet alla fine della prima decade del secolo è mostrato in figura 2.2.

Figura 2-2 Gli utenti di Internet nel mondo, 2009.

Fonte: Newspix – Internet users by country – www.newspix.com.au -

(30)

Ad oggi gli andamenti della pratica virtuale su scala mondiale non mostrano modelli economici o mezzi di valutazione condivisi, ci sono inoltre determinanti ostacoli nella valutazione del traffico e dei contenuti virtuali, così come ancora esistono problemi irrisolti in tema di proprietà intellettuale, protezione della privacy e sviluppo di future infrastrutture. Un ulteriore interessante fenomeno è che Internet riduce la marginalizzazione e permette agli utenti di rafforzarsi in termini sociali, politici e commerciali.

Figura 2-3 Richieste di rimozione di contenuti da parte degli stati, 2011.

Fonte: Bergstein, B., “Going Offline: Google reveals how often governments ask it to banish thing from its services and how often it complies,” Technology Review, 114, n.6: 30-31.

(31)

Laddove i governi hanno seguito strategie a favore di Internet, poi hanno spesso ritenuto necessario fare marcia indietro ed esercitare nuove forme di controllo. In figura 2.3 sono riportate le richieste di rimozione di contenuti pervenute a Google nel 2011.

2.2 Differenze regionali nell’accesso

Figura 2-4 Utenti Internet divisi per regione geografica, dicembre 2014.

Fonte: Internet World Stats, www.internetworldstats.com

La figura 2.4 mostra la distribuzione geografica degli utenti di Internet relativa a dicembre 2014, e la figura 2.5 mostra il tasso di penetrazione di Internet relativo al medesimo periodo.

(32)

Le differenze sono ampiamente indicative delle possibilità future e suggeriscono due diversi scenari per i paesi meno sviluppati. Il primo scenario è quello del technology leapfrogging, in cui gli stati con tecnologie meno avanzate, possono beneficiare direttamente delle innovazioni e applicazioni dell’information technology dai paesi industrializzati. Nel secondo scenario, i progressi accumulati nei paesi industrializzati producono effetti benefici analoghi nei paesi in via di sviluppo grazie all’accesso al cyberspazio e alle sue applicazioni,.

Figura 2-5 Penetrazione di Internet per regione geografica, 2014.

(33)

Nel 2003 l’Organization for Economic Co-operation and Development, (OECD), ha pubblicato il suo primo report sulle tecnologie

dell’informazione e della comunicazione e sulla crescita economica, definendo questi concetti in maniera minuziosa. La conclusione fondamentale fu che “information and communications technologies (ICT)

are important, with the potential to contribute to more rapid growth and productivity gains in the year to come” (OECD 2003).

Figura 2-6 Primi dieci paesi per utenti Internet in Asia, 2014. Fonte: Internet World Stats, www.internetworldstats.com

(34)

Le abilità dell’uomo e i fattori organizzativi sembrano essere comunque più importanti dei fattori tecnici ed economici. Ridurre il costo dell’accesso è condizione necessaria ma non sufficiente a promuovere l’impiego dello spazio virtuale.

In Asia, la crescita delle infrastrutture di accesso ad Internet è più palpabile che altrove grazie all’evidenza dei dati. La figura mostra i primi dieci paesi per utenti internet della regione nel 2014.

In termini numerici, e non solo, la popolazione cinese mostra una presenza nello spazio virtuale molto elevata. Numeri di tal guisa suggeriscono che la Cina otterrà presto il primato concernente gli utenti Internet, seguita dall’India, superando di gran lunga gli Stati Uniti. È interessante notare che entrambi i paesi asiatici hanno mostrato nel corso degli ultimi anni, sensibili tendenze a seguire il noto modello Giapponese, caratterizzato dalla ricerca del progresso tecnologico nello sviluppo di prodotti informatici. Insieme alla crescita dell’esportazione di Information

Technology, c’è stata anche una crescita della produzione di materiale

informatico riservata al mercato interno. Tuttavia il tasso di utenze Internet è molto polarizzato e gli altri paesi asiatici seguono Cina e India ad ancora grandi distanze. Le principali barriere sono costituite dall’assenza di credibili modelli commerciali, dalla scarsa affidabilità della rete e dei

(35)

protocolli di sicurezza e dalla scomodità dei processi per finalizzare transazioni online.

Figura 2-7 Utenti Internet nei paesi sudamericani, 2013. Fonte: Internet World Stats, www.internetworldstats.com

(36)

Alcuni anni fa, si sosteneva che in America Latina, il reddito potesse essere un buon pronostico di valutazione dell’accesso al Cyberspazio. È interessante notare, in quest’area, come piccole e medie imprese mostrino lo stesso tasso di accesso delle grandi imprese. Inoltre, gli stati sudamericani occupano i posti più alti a livello globale in merito a attività di e-governance. La figura 2.7 mostra il numero di utenti Internet in America meridionale alla fine del 2013.

La figura 2.8 ci da un’idea della partecipazione della popolazione africana nell’arena virtuale. Il pattern mostrato è coerente con il livello generale del continente a proposito d’industrializzazione e sviluppo complessivo.

La situazione mostrata in figura appare più interessante alla luce degli eventi rivoluzionari del 2011, nel Medio Oriente e nei paesi Arabi. Nel 2003 il rapporto delle Nazioni Unite sullo sviluppo dei paesi Arabi (U.N. Arab Human Development Report), scosse profondamente la regione con le sue profonde critiche allo sviluppo e soprattutto, all’applicazione dell’Information Technology. Il rapporto si focalizzava su tre problemi specifici:

(37)

- Gli ostacoli alla diffusione di conoscenza, includendo i fattori culturali, sociali, economici e politici.

- Le necessità di riforme sociali come requisito di una società culturalmente avanzata.

Figura 2-8 Utenti Internet nei paesi africani

Fonte: Internet World Stats, www.internetworldstats.com

L’aspetto più importante del report era comunque l’enfasi data alla libertà di espressione, di parola e di assemblea.

(38)

In sintesi, nonostante le disparità regionali, i dati statistici mostrano uno stimolo a livello mondiale per una crescita di utenze Internet. Previsioni specifiche sono difficili, soprattutto perché le osservazioni empiriche sui fattori che possono facilitare o ostacolare l’accesso al mondo cyber risultano essere vetuste appena dopo la loro esecuzione.

Figura 2-9 Lingue usate dagli utenti Internet nel mondo, 2014. Fonte: Internet World Stats, www.internetworldstats.com

Proseguendo l’analisi con una caratterizzazione linguistica, è subito evidente che, anche se gran parte della popolazione mondiale non parla

(39)

l’Inglese, questo è ancora la presenza dominante nel cyberspazio. La figura 2.9 mostra le principali lingue usate in Internet nel 2013.

Degna di nota è la crescita dell’Arabo, nonostante le maggiori istituzioni internazionali e agenzie abbiano per ora, tra le scelte di lingua sui propri siti, maggiormente lingue occidentali spesso di origine latina.

2.3 Una Prospettiva globale

Da una prospettiva globale la visione è chiara: la partecipazione al cyberspazio sta crescendo a una velocità estremamente sostenuta. La tabella 2.1 fornisce alcune statistiche sull’uso di Internet aggiornate al 2011, e ci mostra potenziali fattori costitutivi nel dominio del cyberspazio. L’ampia partecipazione non implica necessariamente che questa debba essere effettiva e che tutti gli individui che si esprimono nell’arena virtuale debbano essere presi in considerazione.

Non è, infatti molto difficile, prevedere alcuni motivi di contesa che potrebbero verificarsi nel corso degli anni. Ad esempio, se le differenze strutturali presenti in questo momento continuassero a rappresentare un ostacolo per l’acceso e l’utilizzo dell’arena virtuale, renderebbero sempre più profonde le spaccature, e questo, guardando alla storia delle relazioni internazionali, ricalcherebbe quello che è uno degli errori ricorrenti.

(40)

Altre cause di scontro potrebbero derivare dal ruolo dello stato, in particolare dal tentativo di alcuni governi di controllare o limitare i contenuti della rete. Questi tentativi riflettono gli sforzi degli stati per estendere la propria sovranità, sforzi resi leciti dalle leggi internazionali, su una nuova arena d’interazione. Nuove tensioni potrebbero altresì nascere dalle spinte per nuovi modi di gestione e controllo del cyberspazio.

Regione Popolazione Utenti Internet nel 2000 Utenti Internet nel 2011 Penetrazione (% Popol.) Crescita % 2000-2011 % di utenti sul totale Africa 1,037,524,058 4,515,400 118,609,620 11.40 2527.40 5.70 Asia 3,879,740,877 144,304,000 922,329,554 23.80 706.90 44.00 Europa 816,426,346 105,096,093 476,213,935 58.30 353.10 22.70 Medio Oriente 216,258,843 3,284,800 68,553,666 31.70 1987.00 3.30 America Latina 597,283,165 18,068,919 215,939,400 36.20 1037.40 10.30 Oceania 35,426,995 7,620,480 21,293,830 60.10 179.40 1 Mondo 6,930,055,154 360,985,492 2,095,006,005 30.20 480.40 100.00 Tabella 2-1 Impiego mondiale di Internet e statistiche sulla popolazione, 2011. Fonte: Internet World Stats, www.internetworldstats.com

(41)

2.4 Network e Conoscenza

Una delle espressioni che più delle altre caratterizza il mondo politico odierno è “la corsa globale alla conoscenza”. Si reputa che Winston Churchill abbia detto, “The empire of the future are the empire of the

mind”. Modellare o controllare il contenuto della conoscenza costituiscono

modi di esercitare il potere. Come arena di comunicazione e interazione, il cyberspazio evidenzia l’importanza della conoscenza nella politica. In tale contesto, il cyberspazio rappresenta sia una causa che una conseguenza della corsa globale alla conoscenza e indica nuove strade per raggiungere il potere politico e ottenere un vantaggio competitivo nel mondo economico.

Nei primi anni del ventunesimo secolo, era già di comune interpretazione il concetto che l’economia globale diventava sempre più

knowledge-driven. In questo momento, la conoscenza non è più

considerata come semplice residuo o allegato all’effetto tecnologico nella funzione produttiva, ma elemento centrale delle attività economiche. I progressi nell’Information Technology, la crescente densità del cyberspazio e la maggiore efficienza nel management delle informazioni, stanno facendo si che la gestione del sapere, stia diventando rapidamente

(42)

un’amministrazione efficiente in ambito nazionale e un elemento centrale per l’efficacia delle azioni dei singoli individui. La possibilità di un uso strategico della conoscenza ha preso la forma di nuovi modi di management. Tale fenomeno ha sviluppato ciò che è conosciuto come

knowledge networking, un verbo, un sostantivo, un aggettivo e un nuovo

meccanismo per creare un valore aggiunto. Tutto questo rafforza il potere abilitante della conoscenza.

Se sapere è potere, come dice il celebre proverbio, allora l’economia globale agli inizi di questo secolo si sta basando sempre più su strutture virtuali per accelerare la trasformazione del sapere in potere. La fonte di potere è dipendente dal contenuto del sapere e dal suo valore, entrambi i fattori sono potenziati dalle pratiche di knowledge-networking, rese possibili dagli impieghi innovativi della rete e dalle nuove possibilià di accesso ad Internet.

Imprese in cerca di profitti, sia nei paesi industrializzati sia in quelli in via di sviluppo, riconoscono l’importanza di una formazione sulla conoscenza, nuovi tipi di apprendimento per generare sapere di rilievo e portarlo sul mercato. Tuttavia, il sapere in se, non è una merce generalmente riconoscibile. Recensendo uno studio dell’Organisation for

(43)

(2006, 19), scriveva che “the development of the knowledge economy is

dependent on four main ‘pillars’: innovation, new technologies, human capital, and enterprise dynamics”.

Il valore del sapere non è imparziale rispetto al contenuto dello stesso. In termini politici, sfruttare un contenuto e collocarlo in modo che abbia un valore prestabilito, può essere visto come neutrale ma anche come altamente politicizzato. La “knowledge value chain” rispecchia le addizioni di valore crescente ad ogni segmento del processo (o transazione), evidenzia come attività specifiche trasformano informazioni grezze o osservazioni, in elementi a conoscenza intensiva, in modo da accrescere il valore assoluto di conoscenza fornito all’utente finale. In altre parole la catena di calore della conoscenza, mostrata in figura 2.10, descrive i possibili passi da percorrere affinché un potenziamento dei contenuti porti un valore assoluto di conoscenza crescente per l’utente.

Quando i processi di formazione, amplificazione e collocamento della conoscenza hanno luogo nella cyber arena, ciò fa si che il valore assoluto di essa usufruibile dagli attori in gioco aumenti. Al contrario, se la connettività è inefficiente, gli effetti di questo aumento di valore si riveleranno notevolmente attenuati.

(44)

Figura 2-10 Knowledge value chain.

Fonte: Choucri, 2012.

Nella pratica, la conoscenza è sempre più generata da attività di gruppo collaborative piuttosto che dai modelli più tradizionali della ricerca scolastica. Questo cambio sociologico in se, introduce importanti modifiche nelle regole della ricerca. La pratica del knowledge networking, quando combinata con le nuove tecnologie della comunicazione rappresenta essa stessa un meccanismo di creazione di conoscenza. Anche la stessa catena di valore della conoscenza può rappresentare un elemento chiave nei processi di formazione dei mercati globali, sia reali sia virtuali.

(45)

2.4.1 Le dinamiche del Knowledge Networking.

Le dinamiche del Knowledge Networking, comprendono

generalmente elementi chiave dei sistemi di apprendimento e del mercato del sapere. Essi possono essere schematizzati come segue:

- Assetti base. I requisiti basici per il commercio elettronico, ossia, accesso al cyberspazio (capacity), architettura di rete (connectivity), contenuti degni di nota (content).

- Elementi commerciabili di conoscenza. I prodotti e i processi che sono scambiati, in termini di beni e servizi.

- Forme di valore commerciale. La misura e i termini del valore aggiunto.

- Nuova domanda di elementi commerciabili di conoscenza. Nuove richieste derivanti da nuovi partecipanti al mercato o nuove attività, nella ricerca di nuovi scambi di e-knowledge. - Nuova domanda di assetti base. Il volume di commercio e il

traffico di rete creano una spinta di espansione e alimentano la richiesta di nuovi assetti base.

Queste sono le caratteristiche generiche del mercato della conoscenza, a prescindere dello specifico tipo di conoscenza in

(46)

questione, e abbracciano sia il dominio virtuale sia quello cinetico. La figura 2.11 mostra in maniera semplificata le dinamiche circolari di un sistema di knowledge networking.

Figura 2-11 Dinamica circolare in un sistema di knowledge networking.

Fonte: Choucri, 2012.

Dalla figura precedente manca però un elemento fondamentale di un mercato efficiente, l’effetto moltiplicatore che ne rinforza ed espande il valore. La figura 2.12 rappresenta l’operatività dei moltiplicatori attraverso due distinti percorsi, uno che potenzia il valore degli assetti base e uno che potenzia il loro valore commerciale.

(47)

Figura 2-12 Effetti moltiplicativi in un sistema di knowledge networking

Fonte: Choucri, 2012.

I fattori moltiplicativi, generalmente influenzano anche il volume del mercato e i requisiti manageriali e delle infrastrutture. In ogni stadio del processo possono sorgere barriere per il commercio elettronico. La sfida strategica è quella di minimizzare tali impedimenti, rimuovere le barriere e agevolare l’efficienza complessiva.

(48)

3 Cornice teorica.

Nel presente capitolo s’illustra la cornice teorica usata in questo

elaborato nell’esplorazione della cyberpolitica nelle relazioni

internazionali. Essa si basa principalmente sulla teoria della pressione laterale, sviluppata da Nazli Choucri, e Robert North (1989) per lo studio delle relazioni e interazioni tra stati. La teoria nell’ambito di recenti ricerche del Massachusetts Institute of Technology (MIT) è stata allargata con successo all’arena virtuale ed è ancora oggetto di studi sperimentali.

Lo scopo è quello di sviluppare un approccio che integri il dominio cinetico e quello virtuale, concentrandosi sui livelli di analisi delle relazioni internazionali (l’individuo, lo stato, il sistema internazionale, il sistema globale), i loro collegamenti e interazioni.

3.1 La Teoria della Pressione Laterale.

La Pressione Laterale (Lateral Pressure), si riferisce alla propensione degli stati ad espandersi al di fuori dei propri limiti territoriali. La teoria

(49)

cerca di spiegare la relazione tra la crescita interna e le attività internazionali. Essa pone una semplice domanda: perché alcuni comportamenti o attività internazionali sembrano prevalenti più in alcuni paesi che in altri?

Lo sviluppo della teoria della pressione laterale ha inizio negli anni settanta e si sviluppa in tre fasi fino alla prima decade del nuovo secolo. In una prima fase lo studio fu condotto su dati relativi ai due conflitti mondiali, nella seconda fase gli studi di Choucri e North si concentrarono principalmente sul Giappone e nella terza fase, entrarono nello studio e nella costruzione di modelli generali decine di paesi, per testare e verificare la teoria avvalendosi di diversi contributi e sistemi di ricerca all’avanguardia. Tutte le fasi apportarono un valore aggiunto, ognuna di esse fornì importanti intuizioni e prove empiriche dei processi generali di antagonismo che portano a conflitti aperti, violenza e guerra. Per definizione questi processi sono esempi di non sostenibilità e prova delle dinamiche di minaccia a un sistema. Tuttavia, la creazione del cyberspazio e l’espansione delle attività umane in esso, non hanno precedenti e potrebbero avere un impatto imprevisto sul sistema statale internazionale.

(50)

La logica che guida la teoria della pressione laterale è radicata nella quantità e nella natura delle richieste dell’uomo (bisogni, volontà, desideri, diritti e contestazioni), e nei modi in cui la società tenta di andare incontro a tali richieste. La teoria indica le fonti e le radici di queste tendenze, la loro transizione ad azioni effettive e le loro conseguenze.

A livello sociale, i fattori guida sono da ricercare nelle interazioni tra le dinamiche della popolazione, l’approvvigionamento di risorse e i livelli di tecnologia e abilità (le variabili principali). Tali fattori modellano l’articolazione delle richieste e il consolidamento delle capacità. Attraverso una serie d’interventi, gli stati cercano di chiudere il gap tra la situazione attuale e quella desiderata, espandendo la propria azione oltre i propri confini. L’espansione porta a interazioni tra sfere d’influenza, e potenzialmente a competizione e conflitto, incluso un confronto militare. Alternativamente, le propensioni all’espansione possono essere bloccate in modi diversi (attraverso capacità interne o condizioni esterne), generando frustrazione, tensione, conflitto, escalation e possibili guerre.

Ma nessuna di queste conseguenze è inevitabile. Le interazioni tra sfere d’influenza possono favorire il riconoscimento di limiti o avversioni comuni, generando possibilità di cooperazione invece che di conflitto. Le scelte e le decisioni politiche possono definire le diverse traiettorie

(51)

comportamentali. L’intero processo e il risultato comportamentale, possono influenzare il sistema internazionale in modi diversi, a seconda della natura delle attività in gioco, e modellare anche il sistema globale.

3.2 La Cyberpolitica a livello dell’Individuo.

La teoria della pressione laterale si basa sulla visione secondo la quale tutti i sistemi sociali sono modellati dagli individui nei loro sforzi di andare incontro ai loro bisogni e alle loro richieste. I prodotti sociali sono sempre meno frutto di coscienti scelte atte a massimizzarne il valore, ma sempre più d’inerzia, consuetudini e una mescolanza di propositi e adattamenti personali e organizzativi. In ogni caso, i modelli sociali consuetudinari sono di solito il risultato di precedenti scelte discrete individuali (consce o inconsce).

All’interno di una società, stato, o economia, le più importanti richieste individuali sono guidate dal bisogno di sicurezza e sopravvivenza, e le capacità basilari sono impiegate in tale ottica. La necessità, combinata con le capacità porta alle azioni. La qualità del risultato dipende dalle capacità, dalla conoscenza, dalle abilità e dalle risorse.

(52)

In generale, maggiore è il numero d’individui all’interno di una comunità, organizzazione o società, maggiore risulta il volume di bisogni, desideri e richieste. Le richieste costituiscono un insieme di determinazioni che derivano da un bisogno percepito nell’ottica di colmare la distanza tra la percezione di ciò che è, e il desiderio di ciò che dovrebbe essere. Per colmare il gap c’è bisogno di capacità, queste costituiscono i fattori generatori di un rendimento e permettono a individui, gruppi, sistemi politici o intere società di impegnarsi in attività e gestire i propri bisogni.

Di fondamentale importanza, parlando di capacità e potenzialità degli individui è la conoscenza. Con la nascita del cyberspazio, lo sviluppo e l’accesso alla conoscenza sono molto facilitati.

3.2.1 La prima immagine della Cyberpolitica.

Nella sua opera “Man, the State, and War”, Kenneth N. Waltz (1959), colloca l’individuo in un costrutto a tre “immagini” per descriverne il comportamento nelle Relazioni Internazionali. Interpretando rigidamente, l’individuo, che costituisce la prima immagine, è l’unico sistema pensante, agente e senziente in politica. Messo nelle condizioni di agire dallo sviluppo delle infrastrutture, sostenuto dalle istituzioni e orientato dalle direttive politiche, oggi l’individuo è potenziato dall’accesso all’arena

(53)

virtuale e in possesso di un potere impensabile in passato. L’accesso al cyberspazio e la partecipazione alla cyberpolitica facilitano la formazione e articolazione di richieste e migliora lo sviluppo e la distribuzione delle capacità.

La teoria della pressione laterale pone l’individuo in un contesto sociale e lo rapporta all’ambiente che lo circonda. Questo punto di vista differisce dal modello convenzionale di Homo economicus, un individuo isolato che entra nel mercato in modo impersonale in un momento determinato. Anche il modello di Homo politicus, non tanto distante dall’economica, differisce sostanzialmente dalla visione della teoria esposta. In termini comportamentali l’individuo è sia un’entità economica sia politica, ma anche molto di più. Nei modelli tradizionali sono altamente sottovalutate le implicazioni correlate ai processi informativi e all’accesso alla conoscenza.

Nel ventunesimo secolo l’individuo è in grado di esprimersi e dare voce a entrambe le visioni attraverso l’arena virtuale, nonostante sussistano sforzi dello stato per controllare l’uso del cyberspazio, nonostante le differenze di possibilità di accesso allo stesso e le differenze culturali e di abilità. Il cyberspazio permette all’individuo di articolare e rendere visibili le proprie preoccupazioni riguardo alla loro

(54)

insicurezza e alle richieste per una maggiore sicurezza. Nelle relazioni internazionali solitamente la sicurezza è un concetto proprio dello stato (la seconda immagine). Se consideriamo che la libertà d’espressione sia un elemento chiave nella ricerca di sicurezza, è anche possibile tracciare un collegamento, proprio grazie all’arena virtuale, sia concettuale sia politico, tra la prima e seconda immagine, o livello di analisi.

Individui e gruppi hanno scoperto differenti modi per bypassare il potere statale e portare avanti e perseguire i propri progetti. In alcune parti del mondo, principalmente in paesi democratici o aspiranti tali, i blog politici sono diventati meccanismo di espressione d’interessi per aggregare individui e gruppi in masse critiche. Questo tipo di attività è possibile laddove i diritti politici individuali sono assimilati e protetti dal contratto sociale e dai principi del sistema politico.

Poiché potenzialmente chiunque può compiere interazioni sul piano virtuale, è spesso difficile riuscire a distinguere il personale dal sociale, il privato dal pubblico, l’espressione politica da affermazioni minacciose. Partecipando all’arena virtuale, gli individui trascendono i confini della sovranità territoriale, e persino quelli dell’identità formale. Abbiamo così definito una nuova tipologia d’individuo, l’Homo Cybericus, in grado di essere, a seconda dei casi, economico o politico.

(55)

Il potere abilitante del cyberspazio fornisce nuovi diversi parametri in differenti contesti. Quando si è inseriti in tradizionali sistemi sociali o naturali, una forte domanda (forti motivazioni), può compensare la scarsità di risorse, così come una sovrabbondanza di risorse può compensare una debole domanda (deboli motivazioni). L’accesso all’arena virtuale facilita l’articolazione di richieste e rivendicazioni, aumentandone la potenziale audience. Questi sviluppi pongono l’accento su quanto stiano diventando sempre più importanti le connessioni virtuali tra individui nella politica mondiale del ventunesimo secolo. L’accesso al cyberspazio porta ad aggregare interessi, formare gruppi e a creare nuove tecnologie per potenziare la comunicazione e accelerare la velocità di trasferimento delle informazioni. Come controparte, comunque, tutto ciò ha anche l’effetto di agevolare gli attacchi alla privacy e ai diritti umani e politici.

3.3 La Cyberpolitica del Sistema Stato.

Il concetto di stato racchiude un’ampia gamma di entità organizzative, che interagiscono tra di loro e con il circostante ambiente naturale, sociale e virtuale. L’unica entità legittimata a parlare nei forum internazionali per i propri cittadini, lo stato, viene definito sovrano nel diritto internazionale. Il suo scopo primario è quello di assicurare la

(56)

propria integrità e sopravvivenza all’interno dei suoi confini, definiti impermeabili e riconosciuti a livello internazionale.

Nella pratica, tuttavia, non riesce sempre a controllare i suoi confini e assicurare la sua sovranità. Non è sempre capace di apparire effettivamente utile agli occhi dei cittadini. Anche se rimane l’unico elemento votante nei forum internazionali, non è più l’unica voce udibile a tale livello. Un vasto panorama di attori non-governativi, sta crescendo e popolando l’ecosistema internazionale.

3.3.1 Le variabili fondamentali.

La teoria della pressione laterale sostiene (e dimostra in maniera sperimentale), che tutti gli stati posso essere contraddistinti da diverse combinazioni di livelli di popolazione, risorse e tecnologia (le variabili master), e che le differenti combinazioni conducono a un differente profilo di stato. Ognuna delle variabili chiaramente non costituisce un fattore singolare, ma un insieme di costrutti altamente interattivi.

La popolazione include cambiamenti in quantità, distribuzione e composizione della stessa. La Tecnologia si riferisce a conoscenza e abilità sia in termini materiali (macchinari, apparati) si in termini organizzativi o istituzionali. Il conduttore principale è la conoscenza. Le Risorse sono convenzionalmente definite come “that which has value.”

(57)

Estendendo questa definizione basica col fine di includere tutti gli elementi critici per l’esistenza umana (acqua, aria, cibo), si fornisce una prospettiva sul concetto di risorsa intimamente connesso con i requisiti per la sopravvivenza.

Gli indicatori di popolazione, risorse e tecnologia, le variabili fondamentali, sono i risultati osservati, di un grande numero di decisioni diffuse, prese dagli individui (investitori, votanti, etc.), coordinati attraverso sistemi istituzionali, sia privati che pubblici. L’efficacia delle istituzioni è contingente con le caratteristiche fondamentali delle variabili master sulle quali si fondano.

3.3.2 I profili statali.

Derivato da quello delle variabili master, il concetto di profilo statale fornisce un modo coerente e semplice di rappresentare differenze tra gli stati e un metodo per misurare tali differenze. Come mostrato in tabella 3.1, le definizioni formali dei profili degli stati sono basate su proporzioni diverse delle tre variabili fondamentali. Ogni cambiamento in esse genera un cambiamento all’interno dello stato. Il profilo così definito, fornisce il primo ordine di propensione comportamentale, ossia, le opzioni di comportamento disponibili. Queste opzioni sono create, date le capacità disponibili, dalla quantità e dal tipo di attività che possono essere

(58)

intraprese. Choucri e North (1993) hanno determinato empiricamente, che i profili statali sono inoltre buoni indici del livello di degrado ambientale.

Definizione formale dei profili statali

Profilo 6 Tecnologia > Popolazione > Risorse

Profilo 5 Tecnologia > Risorse > Popolazione

Profilo 4 Risorse > Tecnologia > Popolazione

Profilo 3 Popolazione > Tecnologia > Risorse

Profilo 2 Popolazione > Risorse > Tecnologia

Profilo 1 Risorse > Risorse > Tecnologia

Tabella 3-1 Stati/Profili Fonte: Choucri e North, 1989.

Generalmente ci si aspetterebbe un alto grado di corrispondenza, tra il livello di attività economica e benessere da un lato e partecipazione all’arena virtuale dall’altro. Se quest’associazione venisse confermata, potremmo sostenere che gli indicatori di potere e influenza sono validi.

Riferimenti

Documenti correlati

En España, don Giovanni Cagliero también inicia la obra salesiana con el Oratorio festivo, tanto en Utrera (1881), como, sobre todo, en Málaga, garanti- zando a Don Bosco y a don

[r]

Mobilità del personale per la formazione (staff Training) International Credit Mobility.. Erasmus+

Mobilità del personale per la formazione (staff Training) International Credit Mobility.. Erasmus+

Il Programma Erasmus+ Mobilità Traineeship prevede la possibilità di poter svolgere il periodo di mobilità per tirocinio entro un anno dal conseguimento del titolo di studio,

Entro un mese dalla data pubblicazione della graduatoria definitiva lo studente “assegnatario” dovrà comunicare via email all’indirizzo relazioni.internazionali@uniroma4.it

Una buona parte della corrispondenza gira sui problemi finanziari della compera di terreni e le costruzioni della chiesa del Sacro Cuore a Battersea e delle altre case in

En primer lugar, la comprobación de la resonancia social que el carisma sale- siano ya tenía en España en los años que abarca el presente trabajo, irradiado no sólo desde las Casas