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Una storia operaia

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Academic year: 2021

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Diritto alla differenza. L’immigrazione nella provincia di Asti a cura di Donatella Muro

A questi uomini che vengono strappati alla loro terra, alla loro famiglia, alla loro cultura, viene richiesta soltanto forza lavoro. Il resto, non lo si vuol sapere. Il resto, è molto. Provate a valutare in un uomo il bisogno di essere accettato, amato, riconosciuto; il bisogno di vivere nella dignità, il bisogno d’essere con i propri cari, nell’amore della terra, nell’amicizia del sole7.

INTRODUZIONE

La presente ricerca effettuata sul territorio astigiano è stata promossa dal DI-SVI8 e rientra fra le attività di un progetto Educazione allo Sviluppo «Diritto alla Differenza»; l’obiettivo di tale progetto consiste nel fornire strumenti per favorire l’incontro fra le diverse culture, un dialogo costruttivo attraverso la reciproca conoscenza che passa attraverso anche l’acquisizione di informazioni sulle condizioni degli immigrati.

Camminando per le strade del centro di Asti sempre più spesso ci imbattiamo in volti nuovi di altre etnie provenienti dalle più lontane terre del nostro pianeta, ma chi è Mohammed? Un venditore ambulante di accendini e di rose che sfugge alla povertà; chi è Vladimir? Un contadino; chi è Teouta? Una prostituta albanese; chi è Soho? Una prostituta nigeriana; chi è Chen? Un ristoratore cinese. Chi è l’immigrato? Un delinquente?

E’ sempre vero tutto questo? O sono soltanto comode categorie mentali per catalogare l’altro, lo sconosciuto? Cosa sappiamo di quello che pensano Mohammed, Vladimir, Chen, dei loro ricordi, dei loro figli, del paese che hanno lasciato?

L’indagine presenta l’elaborazione statistica dei dati raccolti per mezzo di un questionario che ha avuto lo scopo di analizzare le caratteristiche socioculturali del campione di stranieri ed extracomunitari e di rilevare dati significativi del fenomeno migratorio: motivazione, loro percezione della realtà, la loro volontà di integrazione e di differenziazione…

Inoltre, ci è parso utile approfondire le interviste con colloqui informali e con la nostra partecipazione a momenti della vita quotidiana dei gruppi più organizzati e più attivi di stranieri. A questi si aggiungono i dati provenienti da fonti ufficiali. I dati raccolti possono costituire un supporto per chi si voglia avvicinare agli stranieri che forse, per la frequenza con cui si incontrano nelle strade, cominciano ad esserci familiari.

7 T. Ben Jeulloun, L’estrema solitudine, Milano, Bompiani, 1999

8

Il DI-SVI, fondato nell’ottobre del 1982, è un’associazione senza fini di lucro ed è riconosciuto dalla Comunità Economica Europea e dalle Nazioni Unite; nel gennaio del 1986 ha ottenuto l'idoneità dal Ministero degli Esteri a gestire progetti di cooperazione. Il DI-SVI non interviene sulle problematiche politiche o religiose delle nazioni con cui collabora, nella profonda convinzione che ogni processo debba essere in ogni paese autonomamente determinato.

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1 - LA METODOLOGIA

La presente indagine (survey) svolta sul territorio di Asti e provincia ha utilizzato una metodologia statistica di raccolta dati attraverso la ricerca sul campo e l’osservazione partecipante, in aggiunta ad un questionario semi-strutturato (con domande chiuse e aperte). Si è scelto di non avvalersi esclusivamente del questionario per non perdere quelle informazioni che non possono trasparire se non in un colloquio con i diretti interessati e in quanto, comunque, data la delicatezza del tema affrontato e le evidenti difficoltà linguistiche, è stato opportuno approfondire la conoscenza con i rappresentanti delle comunità straniere per meglio comprendere le differenze fra le culture.

Il questionario (appendice B), tradotto in varie lingue (francese, inglese, arabo, serbo-croato e albanese) è stato preparato pensando a varie sezioni informative, con l’intenzione di ottenere i seguenti dati: dati sociodemografici, processo migratorio e intenzioni per il futuro, condizione lavorativa (passato, presente, futuro), problemi vari (ricerca della casa, del lavoro, del luogo dove pregare, rispetto delle feste), grado di integrazione e di differenziazione. Inoltre una sezione del questionario è stata riservata esclusivamente alle donne in quanto doppiamente differenti e sempre più numericamente presenti.

I dati che seguono sono il risultato dell’elaborazione statistica con il programma statistico SPSS (Statistical Package for Social Sciences).

Gli intervistati sono stati contattati per strada, telefonicamente, nelle loro case, nelle scuole, in Questura, in Caritas e al Centro Territoriale Permanente (l’elenco dettagliato dei centri che si occupano di accoglienza, istruzione e servizi per gli immigrati si trova nell’appendice A) e avvalendosi spesso della preziosa collaborazione di mediatori culturali.

1. b - Il campione

Il campione consta di 322 soggetti stranieri che vivono sul territorio astigiano. Hanno risposto alle domande 131 maschi e 191 femmine (tab. 1)

Tabella.1 sesso 131 40,7 maschio Validi Frequenza Percentuale

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Tabella 2. Statistiche descrittive

n. soggetti Minimo Massimo Media

età 322 13 59 31,74

Ci troviamo, pertanto, di fronte ad una popolazione essenzialmente giovane.

Per quanto riguarda la composizione etnica del campione (grafico 1.), essa ha rispettato le proporzioni rispetto al totale reale delle presenze sul territorio: infatti, la maggioranza del campione è composta da albanesi la cui comunità risulta essere più numerosa, seguita da quella marocchina , senegalese, nigeriana, macedone, peruviana (tab. 3)

Grafico A.

AREE GEOGRAFICHE DI PROVENIENZA

58,39 13,66 6,21 0,31 0,31 1,86 19,26 0 20 40 60 80 est Europa nord Africa sud America Oceania Europa Asia centro Africa percentuali

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Tabella 3. paese di origine 130 40,4 1 ,3 2 ,6 1 ,3 1 ,3 15 4,7 1 ,3 2 ,6 1 ,3 4 1,2 1 ,3 1 ,3 1 ,3 6 1,9 5 1,6 1 ,3 1 ,3 1 ,3 1 ,3 2 ,6 12 3,7 39 12,1 1 ,3 20 6,2 10 3,1 11 3,4 2 ,6 7 2,2 6 1,9 3 ,9 1 ,3 22 6,8 3 ,9 2 ,6 1 ,3 3 ,9 1 ,3 322 100,0 albania algeria argentina australia belgio bosnia brasile bulgaria cecenia cina colombia congo corea sud costa avorio ecuador ethiopia ex-jugos georgia kenia kosovo macedonia marocco moldavia nigeria perù polonia rep.ceca romania ruanda russia salvador senegal siria tailandia tunisia ucraina venezuela Totale Frequenza Percentuale

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Tabella 4.

TABELLA . Paese di origine - sesso Conteggio 57 73 130 1 1 1 1 2 1 1 1 1 7 8 15 1 1 2 2 1 1 2 2 4 1 1 1 1 1 1 1 5 6 5 5 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 7 5 12 19 20 39 1 1 20 20 2 8 10 4 7 11 2 2 4 3 7 1 5 6 3 3 1 1 15 7 22 2 1 3 2 2 1 1 1 2 3 1 1 131 191 322 albania algeria argentin australi belgio bosnia brasile bulgaria cecenia cina colombia congo corea s costa av ecuador ethiopia ex-jugos georgia kenia kosovo macedoni marocco moldavia nigeria perù polonia rep.ceca romania ruanda russia salvador senegal siria tailandi tunisia ucraina venezuel paese di origine Totale maschio femmina sesso Totale

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Per quanto riguarda la composizione familiare, il 39,1% del campione non ha figli, segue il 25,5% con due figli, il 16,8% con un figlio (tabella 5).

Tabella 5.

La media statistica è di 1,41 figli a testa (tabella 6).

Tabella 6. statistiche descrittive

N. minimo massimo media deviazione std. numero figli 455 0 10 1,41 1,59 campione 322 numero di figli 126 39,1 54 16,8 82 25,5 31 9,6 17 5,3 7 2,2 3 ,9 2 ,6 322 100,0 0 1 2 3 4 5 7 10 Totale Validi Frequenza Percentuale

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2 - PERMESSI

Occorre sottolineare che la maggioranza del campione è costituita da persone essenzialmente con documenti in regola (87,3%) e il 12,4% ha dichiarato di essere irregolare (tabella 7).

Questo costituisce un dato importante per la spiegazione delle informazioni che seguiranno.

Tabella 7.

Nella categoria degli irregolari abbiamo deciso di includere anche i cosiddetti clandestini, sebbene tali condizioni siano molto differenti tra loro. Ci preme evidenziare che l’indagine non fornisce informazioni circa l’intera realtà immigratoria proprio per le evidenti difficoltà di raggiungere le persone e a maggior ragione quelle clandestine.

Forniamo qui di seguito una tabella (8) che mostra queste informazioni distinte per sesso.

Tabella 8. situazione permessi 281 87,3 40 12,4 1 ,3 322 100,0 regolare irregolare non risponde Totale Validi Frequenza Percentuale

TABELLA. sesso --- situazione permessi % entro s es so 90,8% 9,2% 100,0% 84,8% 14,7% ,5% 100,0% 87,3% 12,4% ,3% 100,0% maschio femmina s es so Totale

regolare irregolare non risponde s ituazione permess i

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3 - ISTRUZIONE

Un altro dato sociodemografico importante è quello che riguarda il grado di istruzione degli immigrati, si veda la tabella 9.

Tabella 9.

La maggioranza del campione dichiara di possedere un diploma di scuola superiore, ma è necessario ricordare che non tutte le scuole hanno la stessa durata e per avere un’idea più approfondita si è chiesto di indicare il totale degli anni di scuola: la media è risultata di 10 anni circa.

Complessivamente il grado di istruzione è medio-alto in quanto abbiamo considerato anche coloro che hanno frequentato solo qualche anno di scuola superiore (grafico B).

Grafico B. 50 40 30 20 10 grado di istruzione 14 4,3 31 9,6 111 34,5 132 41,0 34 10,6 322 100,0 nessuno elementari medie scuole superiori laurea Totale Validi Frequenza Percentuale

(9)

Sono interessanti, al fine di raccogliere informazioni aggiuntive, anche i dati dell’istruzione incrociati con il paese di origine (tabella 10) e con il sesso (tabella 11).

Tabella 10.

TABELLA . Paese di origine ---- grado di istruzione Conteggio 13 48 49 20 130 1 1 2 2 1 1 1 1 11 1 3 15 1 1 1 1 2 1 1 1 3 4 1 1 1 1 1 1 1 5 6 1 4 5 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 3 8 1 12 7 18 12 2 39 1 1 4 9 6 1 20 4 6 10 3 8 11 2 2 2 5 7 4 2 6 3 3 1 1 8 7 5 2 22 3 3 1 1 2 1 1 1 1 1 3 1 1 45 111 132 34 322 albania algeria argentina aus tralia belgio bos nia bras ile bulgaria cecenia cina colombia congo corea s ud costa avorio ecuador ethiopia ex-jugos georgia kenia kosovo macedonia marocco moldavia nigeria perù polonia rep.ceca romania ruanda rus sia s alvador s enegal s iria tailandia tunisia ucraina venezuela paese di origine Totale ness uno-elementari medie s cuole s uperiori laurea grado di is truzione Totale

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avere, per la maggior parte, la licenza media. Fra i bosniaci che hanno dichiarato di non possedere alcun titolo di istruzione troviamo prevalentemente individui appartenenti al gruppo “rom”.

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Tabella 11.

Dai dati risulta che le donne sono più istruite.

TABELLA. sesso----grado di istruzione Conteggio 20 46 48 17 131 25 65 84 17 191 45 111 132 34 322 maschio femmina sesso Totale nessuno-elementari medie scuole superiori laurea grado di istruzione Totale

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4 - PROCESSO MIGRATORIO E PROGETTO MIGRATORIO

Il questionario ha voluto indagare anche sul percorso migratorio chiedendo loro dove sono stati prima di arrivare in Italia, da quanto tempo sono in Italia, da quanto tempo sono ad Asti, il motivo che ha spinto ad emigrare e se vedono il loro futuro qui in Italia o se pensano di ritornare al proprio paese (tabella 12).

Tabella 12 – Vedi allegato

Alla domanda: “dove sei stato prima di arrivare in Italia?” 286 persone sul totale di 322 hanno risposto di essere arrivate direttamente dal proprio paese senza transitare in altri. Il gruppo bosniaco ha transitato in Croazia e in Turchia, alcuni albanesi sono passati dalla Grecia e dal Kosovo. Mentre gli africani come le nigeriane e i senegalesi emigrano prima presso altri paesi europei, soprattutto Francia, Inghilterra e Germania.

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5 - FUTURO

La risposta al futuro è stata sintetizzata secondo la seguente tabella 15.

Tabella 15

Ti piacerebbe rimanere in Italia?

Frequenza %

sì 127 39,45

non proprio 132 40,99

no 63 19,56

Totale 322 100

Ma vediamo nel dettaglio le varie spiegazioni di chi vorrebbe restare nel nostro paese (tabella 15 a) (risposta “sì”) e di chi sostiene che preferirebbe ritornare al proprio paese se là migliorassero la situazione politica e quella economica (risposta “non proprio”).

Tabella 15 a.

Perché vorresti rimanere in Italia? Frequenza %

sì, perché mi piace, mi trovo bene 113 35,09 sì, perché si sta meglio 10 3,1 sì, mi sento a casa 4 1,24 sì, perché ho trovato lavoro 67 20,81 sì, per il futuro dei miei figli 48 14,9 sì, ma mi manca il mio paese 15 4,65 non ho altra scelta 2 0,62

totale 80,44

Inoltre, desideriamo aggiungere alcune risposte significative:

“desidero rimanere qua perché c’è libertà, lavoro e rispetto” (donna marocchina); “la mia vita ormai è legata a questo paese” (uomo albanese);

“l’Italia riconosce i diritti umani” (ragazzo ruandese).

I dati incrociati con le differenti nazionalità mostrano che la maggioranza del campione risponde affermativamente ma che pensa spesso al proprio paese, ha nostalgia, purtroppo però il rientro in patria viene visto da realizzarsi una volta raggiunta l’età pensionabile e per molti rimane un sogno.

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Il gruppo dei senegalesi si è distinto per aver risposto negativamente alla domanda (tabella 15 b).

Tabella 15 b.

Ti piacerebbe rimanere in Italia?

PAESE DI

ORIGINE sì non proprio no totale

albania 43 64 23 130 algeria 1 1 argentina 2 2 australia 1 1 belgio 1 1 bosnia 10 4 1 15 brasile 1 1 bulgaria 1 1 2 cecenia 1 1 cina 2 1 1 4 colombia 1 1 congo 1 1 corea sud 1 1 costa avorio 3 3 6 ecuador 1 4 5 ethiopia 1 1 ex-jugos 1 1 georgia 1 1 kenia 1 1 kosovo 2 2 macedonia 6 4 2 12 marocco 16 19 4 39 moldavia 1 1 nigeria 13 5 2 20 perù 7 3 10 polonia 6 5 11 rep.ceca 1 1 2 romania 2 4 1 7 ruanda 6 6 russia 2 1 3 salvador 1 1 senegal 2 10 10 22 siria 3 3

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6 - MOTIVO

Il motivo principale dell’emigrazione è la ricerca di un lavoro, segue poi il ricongiungimento familiare, soprattutto per le donne e per i figli. (tabella 16 e grafico E).

Tali dati rispecchiano essenzialmente quelli nazionali. Nel nostro paese esiste una considerevole richiesta di manodopera straniera che incontra quindi una vastissima offerta ma, talvolta, alcune richieste di datori di lavoro rimangono insoddisfatte.

Tabella 16.

Grafico E.

Qual è il motivo che ti ha spinto a venire nel nostro paese? problemi di salute situazione politica

istruzione dei figli ricongiungimento fam lavoro guerra Percentuale 60 50 40 30 20 10 0 7 29 54 8

4) Qual è il motivo che ti ha spinto a venire nel nostro paese?

25 7,8 173 53,7 93 28,9 24 7,5 1 ,3 6 1,9 322 100,0 guerra lavoro ricongiungimento familiare

istruzione dei figli (futuro) situazione politica problemi di salute Totale

Validi

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La ricerca di un lavoro sostanzialmente è la caratteristica che accomuna tutti i gruppi di immigrati, senza distinzione di nazionalità, come si nota dalla tabella 17. V’è da aggiungere che alcune persone hanno anche pensato di emigrare con la famiglia esclusivamente per garantire un futuro migliore ai figli. Tabella 17. MOTIVO aree geografich

e guerra lavoro ricongiungimento istruzione dei figli (futuro) situazione problemi totale familiare politica di salute

est Europa 15 96 60 13 4 188 nord Africa 1 21 15 4 1 2 44 sud America 14 4 2 20 Oceania 1 1 Europa 1 1 Asia 5 1 6 centro Africa 7 42 10 3 62 totale 23 178 90 24 1 6 322 7 - CONDIZIONE LAVORATIVA

Abbiamo ritenuto importante considerare anche il percorso professionale dei nuovi “cittadini” chiedendo loro quale fosse il lavoro svolto nel paese di provenienza (tabella 18), il primo lavoro trovato in Italia (tabella 19) e il lavoro attualmente svolto (tabella 20), al fine di valutare le opportunità che si sono loro offerte .

Tabella 18.

Che lavoro svolgevi nel tuo paese?

86 26,7 12 3,7 69 21,4 studente agricoltore operaio Validi Frequenza Percentuale

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Tabella 19.

Tabella 20.

6) Qual è stato il primo lavoro che hai trovato in Italia?

81 25,2 14 4,3 56 17,4 35 10,9 2 ,6 38 11,8 2 ,6 18 5,6 10 3,1 12 3,7 1 ,3 14 4,3 5 1,6 6 1,9 14 4,3 6 1,9 nessuno agricoltore operaio manovale edile commerciante lavori domestici pulizie uffici assistenza anziani baby-sitter cameriere mediatore culturale prostituzione impiegato altro casalinga artigiano Validi Frequenza Percentuale 7) Hai un lavoro adesso? Se, sì, quale?

125 38,8 4 1,2 7 2,2 2 ,6 42 13,0 10 3,1 3 ,9 1 ,3 3 ,9 45 14,0 28 8,7 4 1,2 26 8,1 5 1,6 10 3,1 4 1,2 3 ,9 322 100,0 no agricoltore mediatore culturale impiegato altro casalinga artigiano ambulante infermiera operaio muratore commerciante lavori domestici pulizie uffici assistenza anziani baby-sitter cameriere Totale Validi Frequenza Percentuale

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Riportiamo di seguito i dati relativi agli iscritti all’ufficio di collocamento (dati riguardanti l’intera provincia): tavola D ed E.

Tavola D . Cittadini extracomunitari al collocamento - anno 2001

maschi femmine totale

ISCRITTI 3065 2571 5636

AVVIATI AL COLLOCAMENTO 1896 562 2458 OCCUPATI A TEMPO DET. 2043 557 2600

Fonte: Provincia di Asti

Tavola E. Dati cittadini extracomunitari iscritti al collocamento - anno 2001

maschi femmine Totale

meno di 18 anni 76 58 134 CLASSI DI ETA' da 18 a 24 anni 392 441 833 da 25 a 29 anni 474 420 894 30 anni ed oltre 2123 1652 3775

totale 3065 2571 5636

agricoltura 89 32 121

SETTORI DI ATTIVITA' industria 983 52 1035

lavoro domestico 16 114 130

pubblico esercizio 55 57 112

altre attività 238 215 453

non classificati 1755 2030 3785

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Nel corso del 1° semestre 2001 sono stati rilasciati complessivamente n. 492 libretti di lavoro a cittadini extracomunitari.

Dal 1° gennaio 2001 alla data del 31 luglio 2001 a seguito dell’emissione del Decreto di Programmazione flussi anno 2001 (D.M 17.5.2001), la Direzione Provinciale del Lavoro di Asti ha rilasciato n. 302 autorizzazioni al lavoro, di cui a tempo determinato n. 17 suddivise così: n. 5 Albania, n. 3 Marocco e n. 9 altre nazionalità; n. 133 autorizzazioni rilasciate per lavoro stagionale in agricoltura ai sensi della legge 230/68 (gli stranieri entrati per lavoro stagionale, terminato il periodo di lavoro devono obbligatoriamente lasciare il territorio nazionale) e n. 152 a tempo indeterminato così suddivise: n. 48 Albania, n. 40 Marocco e n. 64 altre nazionalità.

Rimangono insoddisfatte per mancanza di quote n. 236 istanze di datori di lavoro soprattutto richiedenti cittadini extracomunitari da adibire a lavori nel settore edilizio.

Il decreto flussi 2001 dispone l’ingresso in Italia di 50.000 unità per lavoro a tempo determinato e indeterminato e di 33.000 stagionali, con un riparto che avvantaggia alcune regioni del Nord. Non sono state, invece, ripartite regionalmente la quota di 15.000 ingressi che prevedono un garante per la ricerca di lavoro; quella di 3.000 ingressi per lavoro autonomo; i 2.000 riservati a coloro che sono in possesso della qualifica di infermiere; i 3.000 in possesso di professionalità nel settore delle alte tecnologie, dell’informazione e delle comunicazioni.

Il decreto prevede delle quote riservate a nazionalità privilegiate, in base ad accordi di riammissione e collaborazione tra Stati: riguardano albanesi (6.000), tunisini (3.000), marocchini (1.500), somali (500): in questo caso sono state ripartite regionalmente solo le quote per lavoro subordinato del totale previsto dei cittadini albanesi, nella misura del 90%, e delle altre nazionalità, nella misura del 70%.

7.1 – LAVORO ATTUALE

La maggior parte dichiara di essere senza lavoro (41,9% di disoccupati, casalinghe e studenti).

Tabella 21. lavoro attuale/settori 4 1,2 76 23,6 5 1,6 40 12,4 11 3,4 51 15,8 135 41,9 322 100,0 agricoltura indus tria commercio lavori domes tici s ervizi

altre attività nulla (dis occupato, casalinga, studente) Totale

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Operando un’opportuna sintesi delle professionalità attuali si può notare come gli immigrati, sebbene culturalmente e professionalmente preparati, vadano a svolgere lavori in cui è richiesta una bassa professionalità costituendo l’81% dell’intero campione (tabella 22).

Tabella 22. PROFESSIONALITA' Frequenza % BASSA 261 81,1 MEDIA 54 16,7 ALTA 7 2,2 Totale 322 100 Grafico F.

(21)
(22)

I settori in cui si hanno più opportunità sono quello industriale, quello dell’edilizia per gli uomini e il settore dei servizi alla persona e delle collaborazioni domestiche per il sesso femminile. (tabelle 25a. e 25 b.).

Abbiamo tenuto conto della voce casalinga anche se non è considerato un lavoro in quanto per le intervistate si tratta di una scelta che non può rientrare nella categoria delle disoccupate.

Tabella 25 a.

TABELLA. Qual è stato il primo lavoro che hai trovato in Italia? ---sesso Conteggio 30 51 81 12 2 14 35 21 56 34 1 35 1 1 2 38 38 1 1 2 18 18 1 9 10 5 7 12 1 1 14 14 2 3 5 2 4 6 14 14 3 3 6 4 4 2 2 2 2 131 191 322 nes suno agricoltore operaio manovale edile commerciante lavori domes tici pulizie uffici as sistenza anziani baby-sitter cameriere mediatore culturale prostituzione impiegato altro casalinga artigiano venditore ambulante infermiera s tudente QUAL E' STATO IL PRIMO LAVORO CHE HAI TROVATO IN ITALIA? Totale maschio femmina s es so Totale

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8 - ISTRUZIONE E LAVORO

E’ interessante osservare i dati riguardanti i laureati i quali, quasi tutti tranne 7, hanno trovato inizialmente lavoro nel settore agricolo, in fabbrica in qualità di operai, di manovali edili e come collaboratrici domestiche. Anche se i valori assoluti sono piuttosto bassi, essi comunque, rappresentano uno specchio della realtà per cui il bisogno impellente di lavorare va oltre la coerenza con gli studi. (tabella 26).

Tabella 26. ISTRUZIONE E LAVORO TROVATO IN ITALIA

grado di istruzione Totale

nessuno elementari medie scuole superiori laurea

Il primo nulla 1 9 35 29 7 81 lavoro agricoltore 1 5 5 3 14 in Italia operaio 2 4 15 28 7 56 manovale edile 2 8 14 7 4 35 commerciante 1 1 2 lavori domestici 2 15 18 3 38 pulizie uffici 1 1 2 assistenza anziani 4 11 3 18 baby-sitter 2 3 4 1 10 cameriere 1 10 1 12

TABELLA. Hai un lavoro adesso? Se, sì, quale? - sesso Conteggio 38 87 125 2 2 4 3 4 7 1 1 2 20 22 42 10 10 1 2 3 1 1 1 2 3 31 14 45 28 28 2 2 4 1 25 26 1 4 5 10 10 4 4 1 2 3 131 191 322 no agricoltore mediatore culturale impiegato altro casalinga artigiano ambulante infermiera operaio muratore commerciante lavori domestici pulizie uffici assistenza anziani baby-sitter cameriere 7) Hai un lavoro adesso? Se, sì, quale? Totale maschio femmina sesso Totale

(24)

artigiano 1 1 4 6

venditore ambulante 1 1 1 1 4

infermiera 2 2

studente 2 2

Totale 14 31 111 132 34 322

Notiamo che, chi possiede una laurea, nel tempo è riuscito a cambiare la propria posizione professionale passando dal settore dell’agricoltura al livello impiegatizio ad esempio in qualità di mediatore culturale (tabella 27).

Tabella 27.

Hai un lavoro adesso? Se, sì, quale? ~ Grado di istruzione Conteggio 3 13 52 45 12 125 2 2 4 2 2 3 7 1 1 2 3 3 10 20 6 42 1 1 5 3 10 3 3 1 1 3 3 1 3 13 20 8 45 no agricoltore mediatore culturale impiegato altro casalinga artigiano ambulante infermiera operaio 7) Hai un lavoro adesso? Se, sì, quale?

nessuno elementari medie

scuole

superiori laurea

grado di istruzione

(25)

Chi è in possesso di un diploma di scuola secondaria è impegnato nell’industria come operaio e nell’edilizia come manovale.

Il problema più volte dichiarato da parte degli intervistati è quello del mancato riconoscimento dei titoli di studio o della non equipollenza, per cui anche una persona culturalmente preparata si trova a svolgere lavori che non corrispondono agli studi compiuti.

9 - PROBLEMI: RICERCA DI UNA CASA

Trovare una sistemazione è una delle preoccupazioni principali per uno straniero ma non conosciamo quali siano le difficoltà reali che si incontrano: abbiamo , quindi, esaminato tale problema (tabella 42) ma sono necessari approfondimenti e ricerche esclusivamente improntate su questo tema.

Tabella 42. Ad Asti hai avuto problemi a trovare casa? Frequenza % no 204 63,34 sì 117 36,33 non risponde 1 0,31 Totale 322 100

Vediamo le risposte nel dettaglio: tabelle 42a e 42b.

Tabella 42a. Quali problemi? Frequenza % a causa della diffidenza 89 27,64 nei confronti degli stranieri

pochi soldi 18 5,59

perché sono irregolare 10 3,1

totale 117 36,33

Il principale scoglio che si incontra nella ricerca di una casa in affitto, a quanto viene dichiarato dagli intervistati, è la diffidenza da parte degli astigiani dovuta al timore di non percepire l’affitto e alla paura di favorire traffici illeciti: molto spesso, infatti, viene richiesta la garanzia da parte di un altro astigiano. Vorremmo riportare, per rispettare tutte le risposte date, anche ciò che non era possibile catalogare nelle categorie di risposte e ciò che è emerso dai colloqui informali:

“ho 4 figli: sono troppi per la concessione di una casa in affitto” (uomo argentino) “c’è diffidenza per il colore della pelle” (ragazza ivoriana)

(26)

“l’immagine negativa di qualcuno è ricaduta su tutti gli stranieri” (uomo albanese)

“abbiamo vissuto con un bimbo piccolo un anno nella cantina di una casa pericolante” (donna marocchina)

“da un anno e mezzo sono in giro da amici perché non trovo casa in affitto, sono troppo alti” (ragazza peruviana).

Tabella 42b. Se, no, perché?

Frequenza %

no 191 59,31

no, mi sono appoggiato alla

Caritas 6 1,86

no, perché sono rifugiato politico 7 2,17

Totale 204 63,34

Il 59,31% del campione ha risposto negativamente senza specificare il motivo: occorre sottolineare, ancora una volta, le difficoltà linguistiche nell’esporre il proprio pensiero scritto da una parte, e, dall’altra, la spiegazione di tale risposta deriva dal fatto che la maggioranza di immigrati vive presso parenti o conoscenti o si accontenta di vivere con 5 o 6 connazionali in un appartamento di 3 stanze.

Enti come la Caritas, il Gruppo Abele e le associazioni che fanno parte del Progetto Nazionale Asilanti sono molto attive in questo senso laddove le condizioni sono veramente precarie.

Osserviamo, inoltre, come i problemi siano avvertiti dagli uomini e dalle donne (tabella 43).

TABELLA 43. problemi a trovare casa - sesso

sesso

risposte maschio femmina

no 34,5 65,4

sì, a causa della diffidenza

nei confronti degli stranieri 57,3 42,6 sì, pochi soldi 27,7 72,2 sì, perché sono irregolare 20 80 no, mi sono appoggiato alla Caritas 50 50 no, perché sono rifugiato politico 42,8 57,1

(27)

10 - PROBLEMI: RICERCA DI UN LAVORO

Tabella 44. Problemi a trovare lavoro?

Frequenza %

no 147 45,65

sì 159 49,37

non l'ho cercato 16 4,98

Totale 322 100

Vediamo nel dettaglio quali sono i problemi denunciati dagli intervistati nella tabella che segue n. 45: la maggioranza sostiene che il problema principale sia la diffidenza degli astigiani nei confronti degli stranieri, segue il fatto che occorrono le conoscenze: è necessario essere inseriti in reti sociali con gli italiani, il che non si dimostra sempre facile.

Tabella 45. Quali problemi?

risposte Frequenza %

a causa della diffidenza 45 13,98 offrono lavoro solo a tempo determinato 8 2,48

solo in nero 17 5,27

non ho l'auto 2 0,63

il titolo di studio

non viene riconosciuto 19 5,9 perché sono irregolare 15 4,66 perché occorrono le conoscenze 36 11,18 cercano soprattutto giovani 4 1,24 non sono qualificato 5 1,55

c'è crisi 8 2,48

Totale 159 49,37

Un bracciante agricolo macedone lamenta che lo pagano poco; un laureato che faceva l’insegnante di inglese in Albania dichiara di aver sempre incontrato problemi nella ricerca di un lavoro in quanto non corrispondevano alle proprie competenze e alla fine ha dovuto accontentarsi di fare lavori umili come le pulizie di uffici; un laureato albanese (insegnante di biologia) non ha ancora trovato nulla di adatto ai suoi studi e dopo aver lavorato come muratore è carpentiere da tre anni; un ragazzo ruandese di 17 anni dichiara che non trova lavoro perché straniero.

Osserviamo ancora come i problemi siano avvertiti dagli uomini e dalle donne (tabella 46): per quanto riguarda le donne un ostacolo nella ricerca di un lavoro è dato dal fatto che hanno una famiglia e una casa a cui badare, pertanto, risulta difficile instaurare rapporti con l’esterno avendo solo il tempo di uscire per recarsi al supermercato.

(28)

Tabella 46. Problemi trovare lavoro - sesso

sesso

risposte maschio % femmina %

no 51 48,9

sì a causa della diffidenza 35,5 64,4 sì, solo a tempo determinato 25 75

sì, solo in nero 41,1 58,8

sì, non ho l'auto 50 50

sì, non viene riconosciuto il titolo di studio 52,6 47,3 sì, perché sono irregolare 33,3 66,6 sì, perché occorrono le conoscenze 25 75 sì, cercano soprattutto giovani 100

sì, non sono qualificata 100

sì, c'è crisi 12,5 87,5

non l'ho cercato 31,25 68,75

Notiamo come il lavoro a tempo determinato sia quello prevalentemente offerto alle donne perché madri di famiglia e non più tanto giovani.

11 - SERVIZI SOCIALI

Quanti immigrati si sono rivolti ai servizi sociali e, fra coloro che non lo hanno fatto, perché?

Tabella 47. Il comune ti ha aiutato? Frequenza %

no 231 71,74

sì 62 19,25

manca risposta 29 9,01

Totale 322 100

Tabella 47 a. In che modo? Frequenza % sì, mi ha dato casa 30 9,31 sì, con sussidi 8 2,48 non specificato 24 7,46

(29)

cosa sono? 2 0,62 non ne ho avuto bisogno 1 0,33 perché sono irregolare 1 0,31

Totale 231 71,74

Alcuni intervistati lamentano la scarsa efficienza e l’insufficienza dei servizi rispetto agli altri paesi europei, altri richiedono un lavoro e documenti in regola.

12 - PERCEZIONE DEL PAESE OSPITE

Ci siamo chiesti se il problema del lavoro possa aver in qualche modo influito sulla percezione della realtà portando a valutarla in modo negativo: abbiamo incrociato le risposte alle domande “Ad asti, hai avuto problemi a trovare un lavoro?” e “Come sono stati i primi mesi nel nostro paese?” (tabella 48).

E’ risultata una certa corrispondenza fra le due variabili: chi ha risposto di non aver incontrato difficoltà nel lavoro ha anche risposto che si è trovato bene, viceversa si concentrano i valori più alti nelle risposte “i primi tempi sono stati difficili” e “duri non avevo nessuno” fra coloro che hanno dichiarato di aver incontrato problemi a causa della diffidenza o della scarsa rete di conoscenze.

Tabella 48.

TABELLA. Ad Asti hai avuto problemi a trovare lavoro? Se, sì, quali? - Come sono stati i primi mesi in Italia?

Conteggio 10 37 36 64 147 1 16 20 8 45 2 2 4 8 2 5 6 4 17 1 1 2 12 2 5 19 5 7 3 15 2 11 11 12 36 3 1 4 4 1 5 2 6 8 no

sì a causa della diffidenza sì, solo a tempo

determinato sì, solo in nero sì, non ho l'auto

sì, non viene riconosciuto il titolo di studio

sì, perchè sono irregolare sì, perchè occorrono le conoscenze

sì, cercano soprattutto giovani

sì, non sono qualificato sì, c'è crisi 18) Ad Asti hai avuto problemi a trovare lavoro? Se, sì, quali? come negli altri paesi difficili, ma ho cercato parenti, amici duri, non avevo nessuno mi sono trovato bene 12) Come sono stati i primi mesi in Italia?

(30)

Abbiamo utilizzato lo stesso metodo anche per la domanda riguardante la casa (tabella 48 a) e i risultati sono pressappoco identici: chi avuto problemi di soldi, chi ha avvertito la diffidenza nei propri confronti ha anche risposto di essersi trovato male i primi tempi.

Tabella 48 a.

Inoltre ci è parso opportuno chiederci quanto il fattore integrazione possa influire sulla permanenza o per lo meno sull’intenzione di restare (tabella 48 b):

Tabella 48 b. Futuro

TI piacerebbe rimanere in

TABELLA. Ad Asti hai avuto problemi a trovare casa? Se, sì, quali? - Come sono stati i primi mesi in Italia?

Conteggio 17 56 34 84 191 1 28 31 29 89 7 7 4 18 5 5 10 2 3 1 6 5 2 7 1 1 20 97 85 120 322 no sì, a causa della diffidenza nei confronti degli stranieri

sì, pochi soldi

sì, perchè sono irregolare no, mi sono appoggiato alla Caritas

no, perchè sono rifugiato politico non risponde 17) Ad Asti hai avuto problemi a trovare casa? Se, sì, quali? Totale come negli altri paesi difficili, ma ho cercato parenti, amici duri, non avevo nessuno mi sono trovato bene 12) Come sono stati i primi mesi in Italia?

(31)

Notiamo che, sebbene ci sia un alto grado di integrazione, questo non costituisce un fattore decisivo per la permanenza nel nostro paese, infatti i valori più alti si registrano alla risposta “non proprio” che significa: rimango qua perché se tornassi al mio paese sarei disoccupato.

(32)

13 - CULTO

Professare la propria religione costituisce un diritto importante al quale i nuovi “cittadini” non possono rinunciare e garantire loro la possibilità di culto è doveroso. In base alle risposte raccolte nella tabella 49 pare che gli immigrati, per la maggioranza, si siano organizzati per soddisfare tale bisogno. Una piccola percentuale ha fatto presente che si deve spostare a Torino (grafico I) dove si celebrano messe anche in lingua originale (albanese, rumena, portoghese) e dove è possibile partecipare ad eventi religiosi più importanti.

Tabella 49. Hai un posto dove pregare? Frequenza %

no 86 26,72

sì 179 55,59

non sono praticante 55 17,09

non risponde 2 0,6

Totale 322 100

Grafico I.

Dove vai a pregare?

25,16 27,33 3,1 0 5 10 15 20 25 30

(33)

14 - FESTE

Anche il diritto a celebrare le feste nazionali è importante (tabella 50): e la maggioranza (204 persone su 322) ha risposto di non incontrare particolari difficoltà nel rispettare le feste.

Alcuni hanno espresso il desiderio di voler mantenere vive le proprie tradizioni e allo stesso tempo di voler conoscere quelle italiane.

Tabella 50.

TABELLA. paese di origine - In Italia riesci a rispettare le feste del tuo paese?

Conteggio 49 72 9 130 1 1 2 2 1 1 1 1 3 12 15 1 1 2 2 1 1 2 2 4 1 1 1 1 1 1 2 3 1 6 4 1 5 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 3 8 1 12 4 33 2 39 1 1 2 16 2 20 9 1 10 1 8 2 11 1 1 2 2 2 3 7 4 1 1 6 2 1 3 1 1 1 19 2 22 albania algeria argentina aus tralia belgio bos nia bras ile bulgaria cecenia cina colombia congo corea s ud costa avorio ecuador ethiopia ex-jugos georgia kenia kosovo macedonia marocco moldavia nigeria perù polonia rep.ceca romania ruanda rus sia s alvador s enegal PAESE DI ORIGINE no s ì non mi interes sa In Italia ries ci a ris pettare le fes te del

tuo paes e?

(34)

15 - I MINORI

Un discorso a parte meriterebbero i minori stranieri ma in un’indagine di vasto raggio come la presente non è stato possibile concentrarsi su questo, ci è parso utile limitarci a domandare se i figli sono inseriti a scuola e se incontrano problemi di lingua, di mancata integrazione…(tabelle 51 a. e 51 b). Tabella 51. Hai figli? Frequenza % no 126 39,14 sì 172 53,41 non sono in Italia

24 7,45 totale 322 100 Grafico L.

(35)

Costituisce un buon dato il fatto che tutti i minori stranieri frequentino la scuola.

Come dalle osservazioni effettuate in alcune classi dell’astigiano e come è risultato dai colloqui informali con alcuni insegnanti, i minori stranieri sono seguiti con particolare attenzione. Inoltre, sono molti gli insegnanti che affrontano il tema dell’intercultura avvalendosi di collaboratori stranieri esterni.

Tabella 51 a. problemi a scuola? frequenza %

no 148 45,96

sì 24 7,45

172 53,41

Tabella 51 b. Quali problemi? Frequenza % non specificati 9 2,79 di integrazione 7 2,18 di inserimento 8 2,48

Totale 24 7,45

In alcune interviste è stato evidenziato il problema del costo della mensa scolastica e l’insufficienza di mezzi di trasporto. Altre interviste, invece, hanno dichiarato che i propri figli sono sottovalutati dagli insegnanti.

(36)

16 – DONNE

Abbiamo destinato una batteria di domande alle donne in quanto si trovano in una condizione di doppia differenza: di genere e di cultura.

Tabella 52. Hai conosciuto donne italiane? Frequenza %

sì 176 92.14 no 15 7.86 Totale 191 100,0

Tabella 53. Se hai amici e amiche italiane, li frequenti per... Frequenza % lavoro 61 31.9 preghiera 11 5.7 scuola 28 14.6 altro 77 40.3 non le frequento 14 7.5 Totale 191 100

Le domande “Vai regolarmente dal dottore?” (tabella 54) e “Vai al consultorio familiare?” (tabella 54 a) hanno lo scopo di indagare se le donne sono a conoscenza dei servizi pubblici dei quali possono usufruire: è risultato che molte donne non sono a conoscenza del consultorio familiare presso il quale possono ricevere aiuti anche psicologici grazie alla presenza di una mediatrice culturale che lavora in loco.

Tabella 54. Vai regolarmente dal dottore? Tabella 54 a. Vai al consultorio familiare? Frequenza % sì 149 78.0 no 42 22.0 Frequenza % sì 84 44 no 107 56

(37)

Abbiamo domandato esclusivamente alle donne se la loro condizione di straniere influisce sul rapporto con le altre donne e se avvertono l’esistenza di differenze (tabella 55). Nel complesso pare che le donne non abbiano problemi ad instaurare rapporti con le donne italiane se sono in ambienti di lavoro o di scuola se, invece, le donne intervistate sono casalinghe le occasioni per imparare la lingua e, di conseguenza, per conoscere gente, si riducono fortemente. Nell’ultima situazione descritta è indiscutibile il fatto che esse vivano una situazione di isolamento e di profonda nostalgia dei legami lasciati al paese di provenienza.

Tabella 55. Ti senti diversa dalle altre donne? Frequenza % sì 34 17,8 no 153 80,1 non so 4 2,1 Totale 191 100

Tabella 56. Perché diversa?

Frequenza % perché sono straniera 12 6,28 per l'educazione, la cultura 22 11,52

Totale 34 17,8

Coloro che hanno risposto affermativamente sostengono di sentirsi differenti o per il colore della pelle, per la lingua ma soprattutto per la cultura.

Osserviamo le risposte alla domanda “Ti senti diversa dalle altre donne?” in base alle diverse nazionalità (tabella 57).

Tabella 57. Ti senti diversa dalle altre donne?

(38)

brasile 1 1 cecenia 1 1 cina 1 1 2 colombia 1 1 congo 1 1 corea sud 1 1 costa avorio 2 2 1 5 ecuador 5 5 ethiopia 1 1 ex-jugos 1 1 kenia 1 1 kosovo 1 1 macedonia 5 5 marocco 3 17 20 moldavia 1 1 nigeria 6 14 20 perù 8 8 polonia 7 7 rep.ceca 2 2 romania 3 3 ruanda 5 5 russia 3 3 salvador 1 1 senegal 8 8 siria 1 1 tailandia 2 2 ucraina 2 2 Totale 34 153 4 191

Per quanto riguarda le risposte alle domande “Vuoi conservare le tradizioni del tuo paese?” (tabella 58) e “Riesci a conservarle?” (tabella 59), la maggioranza ha risposto affermativamente. Tale dato significa che le donne sono il tramite di trasmissione dei valori tradizionali ai propri figli. Anche la lingua viene conservata parlandola in casa.

(39)

Tabella 58.

TABELLA. Paese di origine --- Vuoi conservare le tradizioni del tuo paese?

Conteggio 62 10 72 1 1 1 1 8 8 1 1 1 1 2 2 1 1 1 1 1 1 4 1 5 3 2 5 1 1 1 1 1 1 1 1 4 1 5 19 1 20 1 1 16 4 20 8 8 5 2 7 2 2 1 2 3 4 1 5 3 3 1 1 8 8 1 1 2 2 2 2 164 27 191 albania argentina aus tralia bos nia bras ile cecenia cina colombia congo corea s ud costa avorio ecuador ethiopia ex-jugos kenia kosovo macedonia marocco moldavia nigeria perù polonia rep.ceca romania ruanda rus sia s alvador s enegal s iria tailandia ucraina PAESE DI ORIGINE Totale s ì no Vuoi conservare le tradizioni del tuo

paes e?

(40)

Tabella 59.

TABELLA. Paese di origine --- Riesci a conservare le tradizioni? Conteggio 49 14 9 72 1 1 1 1 7 1 8 1 1 1 1 2 2 1 1 1 1 1 1 3 2 5 2 1 2 5 1 1 1 1 1 1 1 1 4 1 5 17 2 1 20 1 1 15 1 4 20 5 3 8 5 1 1 7 2 2 1 2 3 4 1 5 3 3 1 1 6 2 8 1 1 1 1 2 2 2 137 31 22 1 191 albania argentina aus tralia bos nia bras ile cecenia cina colombia congo corea s ud costa avorio ecuador ethiopia ex-jugos kenia kosovo macedonia marocco moldavia nigeria perù polonia rep.ceca romania ruanda rus sia s alvador s enegal s iria tailandia ucraina paese di origine Totale

s ì no non interes sa non risponde

Riesci a conservare le tradizioni?

(41)

CONCLUSIONI

La presenza di immigrati in Asti e Provincia sta aumentando di anno in anno. Anche se all’arrivo in Italia la meta è Torino, gli insediamenti successivamente tendono a trasferirsi nei centri minori, dove trovare una occupazione ed una casa sembra essere più probabile.

Gli immigrati costituiscono una popolazione mediamente giovane e con un buon livello culturale. Spesso, pur essendo culturalmente e professionalmente preparati, svolgono lavori per i quali è richiesta una professionalità bassa e questa condizione provoca uno stato di frustrazione, che non era messo in conto al momento della partenza. Alcuni gruppi trascinano nella loro storia la condizione di emarginazione già vissuta nel paese di origine, come nel caso dei profughi di bosniaci.

Per gli uomini, il motivo prevalente della venuta in Italia è la ricerca di migliori condizioni di lavoro, per le donne è il ricongiungimento familiare. Se si trova un lavoro, si trova più facilmente una casa, anche se le difficoltà non sono poche: in generale diffidenza e preconcetti, poco denaro, scarse informazioni circa le possibilità di accedere a servizi utili e reti sociali deboli nel contesto locale.

Le donne sembrano vivere il peso della diffidenza nei loro confronti in maniera più forte: alle donne vengono spesso proposti lavori a tempo determinato, in nero, quasi sempre lavori che prolungano in casa d’altri le mansioni tipiche di cura e gestione della quotidianità familiare. Le donne, nella maggioranza dei casi, sono immigrate per ricongiungimento familiare e la loro condizione di casalinghe crea un ostacolo alla ricerca di un lavoro economicamente produttivo, perché hanno scarse occasioni di instaurare rapporti sociali e dunque di venire a conoscenza di opportunità lavorative. Inoltre le donne manifestano la convinzione di non essere abbastanza qualificate, anche se hanno studiato, e considerano un’età non più giovane come uno dei fattori discriminanti.

La scarsa informazione sui servizi e sui punti di assistenza esistenti costituisce un problema generalizzato. Questa carenza impedisce all’immigrato in difficoltà di ricercare un sostegno che a volte, pur se minimo e temporaneo, potrebbe contrastare la spirale dell’emarginazione. Gli immigrati irregolari si trovano nelle condizioni più sfavorevoli., mentre poco o nulla si sa dei clandestini al di là di quello che ci comunicano i media.

Per quanto riguarda i minori che vivono in famiglia, si è rilevato un totale inserimento scolastico, mentre i minori “non accompagnati” sono seguiti dai servizi sociali.

Le varie comunità etniche presentano livelli di coesione diversi. La comunità senegalese è organizzata attraverso una propria associazione, con forti connotati solidaristici; la comunità magrebina presenta, per un verso, acuti momenti di disgregazione rispetto al contesto sociale e, per l’altro è, in parte, fortemente riunita sul versante religioso; la comunità albanese, che è la più numerosa, è generalmente frammentata e dispersa, anche se recentemente si è costituita una associazione culturale che sta muovendo i primi, importanti passi nella città.

Le donne costituiscono il tramite più forte con le tradizioni del paese di origine.

Rispetto ai valori culturali e religiosi tradizionali, i giovani presentano posizioni divergenti: alcuni praticano la propria religione e rispettano le feste del proprio paese per valorizzare, e forse ancor più per rafforzare, la loro identità, altri rifiutano nettamente la cultura originaria nel tentativo di raggiungere una più facile e rapida integrazione.

(42)

L’indagine ha consentito di contattare e conoscere le diverse associazioni ed istituzioni che operano per e con gli immigrati.

Il settore della scuola si è manifestato il più sensibile ed organizzato. Il 24% degli intervistati ha frequentato i corsi di lingua italiana presso il Centro Territoriale Permanente della Scuola Media Goltieri, l’Istituto di Avviamento al Lavoro offre corsi specifici per gli immigrati, gli insegnati delle scuole dell’obbligo hanno offerto piena collaborazione nella raccolta dei dati. Per quanto riguarda i minori, la qualità ed il livello di inserimento meritano senza dubbio un approfondimento di indagine, per favorire la predisposizione di interventi preventivi nei confronti di possibili future situazioni di disagio e di emarginazione.

Anche la conoscenza della condizione abitativa degli immigrati deve essere approfondita: lo stesso concetto di casa deve essere meglio connotato. La casa ed il lavoro sono stati evidenziati, in tutti i colloqui, e in tutte le interviste come “il problema”: senza lavoro è difficile trovare casa, senza casa è difficile avere la forza, la salute e l’integrità necessarie per ottenere e mantenere un lavoro dignitoso.

L’esito della ricerca conferma, in linea di massima, le tendenze e le caratteristiche del fenomeno note a livello nazionale. Costituiscono situazioni particolari la comunità magrebina di Nizza Monferrato e la comunità macedone di Canelli, che presentano livelli di integrazione nel tessuto sociale e, nello stesso tempo, di conservazione della propria identità più che soddisfacenti. Per quanto riguarda la comunità magrebina ciò sembra dovuto ad un forte controllo sociale esercitato dal gruppo, mentre la comunità macedone, formata per lo più da lavoratori stagionali, ha trasferito la propria professionalità nel settore della viticoltura in un’area più che disponibile ad accoglierla. La fotografia che emerge da questa analisi può apparire per certi versi rassicurante, ma non bisogna dimenticare che le situazioni di marginalità e di disagio grave sono state appena sfiorate. E’ uno scatto su una situazione in movimento, e tutto fa presumere che il movimento non mancherà, poiché i flussi migratori non sembrano destinati ad interrompersi presto.

Figura

Tabella 2.                Statistiche descrittive
Tabella 3.  paese di origine 130 40,4 1 ,3 2 ,6 1 ,3 1 ,3 15 4,7 1 ,3 2 ,6 1 ,3 4 1,2 1 ,3 1 ,3 1 ,3 6 1,9 5 1,6 1 ,3 1 ,3 1 ,3 1 ,3 2 ,6 12 3,7 39 12,1 1 ,3 20 6,2 10 3,1 11 3,4 2 ,6 7 2,2 6 1,9 3 ,9 1 ,3 22 6,8 3 ,9 2 ,6 1 ,3 3 ,9 1 ,3 322 100,0albaniaal
Tabella 8.   situazione permessi281 87,34012,41 ,3322100,0regolareirregolarenon rispondeTotaleValidiFrequenzaPercentuale
Tabella 21.   lavoro attuale/settori 4 1,2 76 23,6 5 1,6 40 12,4 11 3,4 51 15,8 135 41,9 322 100,0agricolturaindus triacommerciolavori domes ticis ervizi
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