• Non ci sono risultati.

"A Sua Eccellenza la Signora Cicchetta Durazzo Durazzo": Anton von Maron e l'omaggio di un ritratto

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi ""A Sua Eccellenza la Signora Cicchetta Durazzo Durazzo": Anton von Maron e l'omaggio di un ritratto"

Copied!
34
0
0

Testo completo

(1)

anton von maron e

angelica kauffmann

ritrattisti europei per i genovesi alla moda

a cura di Gianluca Zanelli testi di Clario Di Fabio Luca Leoncini Daniele Sanguineti Gianluca Zanelli scalpendi editore

(2)

In copertina

Anton von Maron, Ritratto di Maria Francesca (Cicchetta) Durazzo, partico-lare, 1792, Genova, Galleria Nazionale della Liguria a Palazzo Spinola. Anton von Maron e Angelica Kauffmann. Ritrattisti europei per i genovesi alla moda © 2018, Scalpendi editore, Milano ISBN: 9788899473907 Progetto grafico

© Solchi graphic design, Milano Montaggio Roberta Russo Caporedattore Simone Amerigo Redazione Manuela Beretta

Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccani-co o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell’editore. Tutti i diritti riservati. L’editore è a disposizione per eventuali diritti non riconosciuti. Prima edizione: dicembre 2018 Scalpendi Editore S.r.l. Sede legale:

Piazza Antonio Gramsci, 8 20154 Milano

Sede operativa: Grafiche Milani S.p.a. Via Guglielmo Marconi, 17/19 20090 Segrate www.scalpendieditore.eu info@scalpendieditore.eu a cura di Gianluca Zanelli Direzione organizzativa Farida Simonetti Realizzazione dell’allestimento Sciutto srl, Genova Illuminazione

Nuova CO.EL. sas, Genova Grafica

Paola Marelli, Genova Apparati didattici Matteo Moretti Segreteria

Flavia Rocca, Emanuela Travo Attività di promozione e comunicazione Anna Manzitti

Attività didattica e percorsi di approfon-dimento

a cura di Matteo Moretti e Paola Cuneo I saggi contenuti nel volume sono stati sottoposti a doppia revisione anonima (Double-Blind Peer Review).

Referenze fotografiche © Archivi degli autori

© Bruxelles, Musées Royaux des Beaux-Arts © Genova, Galleria Nazionale della Liguria a Palazzo Spinola e Galleria Nazionale di Palazzo Spinola

© Genova, Museo di Palazzo Reale © Genova, Musei di Strada Nuova © Genova, Palazzo Ducale (Giampaolo Cavalieri)

© Madrid, Museo Nacional del Prado © Milano, Il Ponte Casa d’Aste © Torino, Galleria Giamblanco © Torino, Musei Reali, Galleria Sabauda Le fotografie relative ai ritratti di pertinen-za delle collezioni della Galleria Nazionale della Liguria a Palazzo Spinola e della Galle-ria Nazionale di Palazzo Spinola sono state realizzate da Daria Vinco (Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Genova e le province di Imperia, La Spezia e Savona). Ringraziamenti

La pubblicazione di questo volume è sta-ta sostenusta-ta da Arthemisia Arte e Cultura srl nell’ambito della collaborazione in-staurata in occasione dell’esposizione del Ritratto di Giovan Carlo Doria di Pieter Paul Rubens nella sede della mostra Van

Dyck, pittore di corte (Torino, Galleria Sabauda-Sale Palatine, 16 novembre-17 marzo 2019). Si ringraziano a riguardo: Iole Siena, Alessandra Caldarelli, Enrica Pagella, Anna Maria Bava.

Un sentito ringraziamento a quanti, nell’ambito del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, hanno seguito la pratica relativa all’acquisto coattivo all’esportazione del dipinto di Anton von Maron sino alla felice conclusione e in particolare il Comitato Tecnico Scientifico per le Belle Arti (Michela Di Macco, Annamaria Visser, Rosanna Cioffi, Maria Vittoria Marini Clarelli), il Servizio IV-Circolazione (Caterina Bon Valsassina, Maria Vittoria Marini Clarelli, Rosa Borrelli, Vilma Vitale), la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Genova e le province di Imperia, La Spezia e Savona (Vincenzo Tinè, Massimo Bartoletti, Franco Boggero, Nadia Campana, Paola Traversone). Si ringrazia la Direzione Generale Musei del Ministero per i Beni e le Attività Cul-turali, in particolare Antonio Lampis e An-tonio Tarasco, e il Comitato Scientifico di Palazzo Reale di Genova (Clario Di Fabio, Maria Clelia Galassi, Lauro Magnani e Antonio Pinelli).

Si desidera ringraziare inoltre il perso-nale della Galleria Nazioperso-nale di Palazzo Spinola.

Un sentito ringraziamento a: Raffaella Besta, Piero Boccardo, Marco Casamura-ta, Marcello e Sandra Cattaneo Adorno, Laura Cattoni, Lodovico Caumont Cai-mi, Giampaolo Cavalieri, Francesca De Cupis, Gerolamo e Roberta Etro, Simone Frangioni, Salvatore Giamblanco, Roberta Guidi, Deborah Lentini, Sara Lombardo, Alessandro Morandotti, Rossella Novarini, Luigi Pesce, Margherita Priarone, Marie Luce Repetto, Giovanna Sainaghi, Giulio Sommariva, Carla Stella, Aldo Zerbone, Clemente Zerbone.

© Museo Palazzo Reale Genova – Galle-ria Nazionale di Palazzo Spinola (coper-tina e testi)

MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI PALAZZO REALE - GENOVA

(3)

Presentazione

Serena Bertolucci 5

Prima della tempesta.

Anton von Maron, i ritratti Cambiaso e le altre opere genovesi

Clario Di Fabio 15

Ritratti, politiche dinastiche e passioni culturali

degli ultimi Durazzo di Palazzo Reale

Luca Leoncini 45

«A Sua Eccellenza la Signora Cicchetta Durazzo Durazzo»:

Anton von Maron e l’omaggio di un ritratto

Daniele Sanguineti 65

Roma 1793. Angelica Kauffmann e Paolo Francesco Spinola

Gianluca Zanelli 81

Bibliografia

101

(4)
(5)

ria Francesca (1752-1812), che, per essere

andata in sposa al cugino Giuseppe

Ma-ria Durazzo (1743-1816), figlio di

Mar-cello II di Gabiano (MarMar-cellone), aveva

acquisito il ridondante cognome Durazzo

Durazzo, ingentilito dal diminutivo

ono-mastico di Cicchetta

4

. Un matrimonio

endogamico che per un po’ servì a

raffor-zare il patrimonio e che si rivelò, a lunga

distanza, non poco utile, poiché Girolamo

Luigi – che a sua volta fu doge nel 1802

per volere di Bonaparte –, morì senza

ere-di

5

. Ma la possibilità di dar corso a

un’u-nica linea dinastica sotto l’egida del ramo

di Gabiano e a beneficio del figlio della

coppia (ancora un Marcello), assicurò

solo per pochi anni l’unitarietà del

pa-trimonio – il grandioso palazzo di strada

Balbi (civico 10), le collezioni e la villa di

Albissola – dato che le sorgenti

economi-che andavano esaurendosi e la magnifica

quadreria progressivamente sguarnendosi

fino alla ben nota vendita dell’intero

pa-lazzo, nel 1824, ai Savoia

6

.

[...] Cicchetta, quella mattina di giugno,

avvertì un inaspettato buon umore,

no-nostante i suoi risvegli dovessero

anco-ra confrontarsi con l’indomabile

ricor-do della notte in cui l’anziano padre – a

palazzo «contra S. Carlo» poco prima

Durante il soggiorno genovese, svolto tra

febbraio 1792 e maggio dell’anno

succes-sivo, Anton von Maron poté godere di

una rete di frequentazioni tessuta, più o

meno consapevolmente, da

Michelange-lo Cambiaso

1

. Il doge in carica, attratto

dalle arti per il suo finissimo intelletto, fu

infatti l’artefice di uno specifico invito che

il pittore, considerate le difficoltà per i

ri-verberi in tutta Europa degli accadimenti

francesi e la penuria a Roma del

consue-to flusso di nobili avvenconsue-tori, accettò con

entusiasmo. L’ambiente genovese,

total-mente allineato – grazie a Carlo Giuseppe

Ratti e alle relazioni con Anton Raphael

Mengs (che di Maron era cognato) – al

classicismo di impronta accademica, era

certo al corrente del «grido delle [sue]

opere» che ne anticiparono la venuta

2

.

Tra i più diretti sostenitori del doge si

annoveravano i Durazzo: Girolamo Luigi

(1739-1809), figlio di Marcello Giuseppe

(Marcellino), si era occupato, «per senno

proprio o per iscelta di buoni artisti», di

finanziare e dirigere l’allestimento di uno

dei trionfi per il banchetto

dell’incorona-zione nel salone del Maggior Consiglio,

mescolando «in leggiadro componimento

di imagini i meriti della famiglia ducale

agli onorevoli esempj di Roma antica»

3

.

Girolamo Luigi aveva, tra le sorelle,

Ma-«

a sua eccellenza la signora cicchetta durazzo durazzo

»

:

anton von maron e l

omaggio di un ritratto

(6)

1. Anton von Maron, Maria Francesca (Cicchetta) Durazzo, particolare, 1792, Genova, Galleria Nazionale della Liguria a Palazzo Spinola.

(7)

vità in campo artistico, delle teorizzazioni

formulate da Mengs e di quanto fosse un

privilegio potersi confrontare con i rutilanti

risultati raggiunti da Pompeo Batoni.

La stima si andava trasformando in

amicizia e l’amicizia in ammirazione per

un lavoro frenetico che, di commessa in

commessa, lo teneva costantemente

impe-gnato nella realizzazione di svariati

ritrat-ti. Maron, come un nuovo Van Dyck, stava

lanciando, in un periodo di forte crisi del

patriziato, l’immagine dei genovesi su una

ribalta internazionale. Per questo lei gli era

profondamente grata nonostante

dubitas-se che potesdubitas-se bastare per scongiurare la

fine di un’epoca. Il ritratto del doge

Cam-biaso, così moderno ma nel contempo

do-minato da un allure di regalità, era stato

il protagonista, attraverso le derivazioni a

mezzo busto

8

, di una fitta divulgazione e

delle chiacchere salottiere. Ancor più

quel-lo, da lasciar senza fiato, della moglie Lilla

e della figlia Caterina, allacciate in un

ab-braccio sui sedili del giardino

9

.

Proprio pochi anni prima Cicchetta, tra

le dame che accompagnarono alcuni

sele-zionati genovesi a Parma per

complimen-tarsi con i reali arciduchi di Milano, in

transito verso Antibes, aveva potuto

scam-biare opinioni con il futuro doge, anch’egli

presente, sulle sorti delle arti e in

partico-lare della ritrattistica, così importante sia

sul versante pubblico che privato, ma così

stagnante a Genova dopo i celebri modelli

francesi della prima metà del secolo

10

.

Ri-cordava i racconti saporiti della zia Clelia

su quanto fosse difficile, già negli anni

qua-ranta, trovare a Parigi una valida

alternati-va a Hycinthe Rigaud e sul consiglio

elar-dell’ultimo Natale – spirò dopo

un’ago-nia infinita. Considerando il piacevole

tepore della giornata, aveva indicato alla

cameriera personale di preparare l’abito

leggero di lucente seta blu, quello con il

grande fiocco di raso a righe d’argento

da indossare con il fisciù di garza e pizzo,

incrociato à la Marie Antoinette, appena

giunto da Parigi. In fondo era stupita di

compiacersi per l’effetto di quel colore sul

suo incarnato, dato che da tempo era

con-sapevole della totale scomparsa del roseo

turgore che risiede solo sulle guance delle

giovinette. Ma la cipria, per ora, riusciva

a compensare, insieme alla gradazione dei

colori del cappello, attentamente scelto

per le ricadute cromatiche sul suo volto

maturo: quello selezionato sull’ultimo

numero del “Journal de la Mode et du

Goût” era magnifico, con la calotta

coni-ca di gusto inglese decorata da due lucenti

coccarde di nastro color melanzana,

per-fetto per la sua alta acconciatura (fig. 1).

Ma la solita cura riservata

all’abbiglia-mento era accentuata, quel giorno, per

l’attesa di un ospite, annunciato dalla sera

precedente: «A Sua Eccellenza la Signora

Cicchetta Durazzo Durazzo». La missiva,

che stava rileggendo, rispondeva, con i toni

più garbati e con la più amabile professione

di stima, a un invito da tempo formulato, e

fissava al primo pomeriggio, finalmente, la

visita di un amico di vecchia data.

Si trattava del cavalier Anton von Maron,

conteso dai salotti della città, con il quale,

negli ultimi mesi, aveva potuto intrattenere

brillanti conversazioni. Il pittore

vienne-se, che già l’aveva ritratta in gioventù

7

, le

(8)

no-2. Anton von Maron, Maria Francesca (Cicchetta) Durazzo, particolare, 1792, Genova, Galleria Nazionale della Liguria a Palazzo Spinola.

(9)

3. Anton von Maron, Maria Francesca (Cicchetta) Durazzo, 1792, Genova, Galleria Nazionale della Liguria a Palazzo Spinola.

(10)

4. Giovanni David, Ritratto di dama (Maria Francesca Durazzo di Marcello Giuseppe?), da un dipinto di Anton van Maron (?), album di Casa Durazzo, foto 43, f. 63.

(11)

5. Anton Raphael Mengs, Maria Luisa di Borbone, granduchessa di Toscana, 1770, Madrid, Museo Nacional del Prado.

(12)

Quando il maggiordomo annunciò che

l’ospite aveva varcato la soglia della

grandiosa dimora «contra S. Carlo»

13

,

Cicchetta si trovava nel suo salotto

pre-diletto, dove era solita ricamare, leggere o

scrivere, accanto ai fiori di stagione, come

consuetudine. Aveva fatto predisporre un

vassoio di frutta fresca: succose

albicoc-che, ciliegie e amarene, provenienti dai

frutteti di Albissola (fig. 2).

Quando la dama – dopo aver posato

il lino da ricamo e afferrato i guanti – si

alzò per accogliere il pittore, fece cadere a

terra la lettera di annuncio. Indirizzò uno

sguardo sincero verso di lui, invitandolo a

raggiungerla. Ignorava ancora la sorpresa

riservata dal cavaliere, il quale già aveva in

animo di annunciare all’amica, nel corso

del pomeriggio, l’omaggio di un ritratto.

Ma solo mentre avanzava verso di lei

Maron, che aveva portato con sé il

taccui-no per tracciare il volto della dama

duran-te la conversazione, capì che la

spontanei-tà di quel momento poteva suggerire

l’i-dea per un grande ritratto a figura intera,

il solo adeguato a ricambiare un’amicizia

antica e genuina come la frutta di

stagio-ne [...] (fig. 3).

Non sappiamo se le cose andarono

davve-ro così, ma gli elementi della

composizio-ne, tutti rivolti a esaltare l’ospitalità della

dama e il suo contesto domestico –

proiet-tato sullo sfondo repertoriale della

Lanter-na – farebbero pensare che il destiLanter-natario

fuori campo di quel gesto d’accoglienza

fosse stato proprio il pittore e che

dun-que la tela con l’effigie di Maria

France-sca Durazzo Durazzo

14

, caratterizzata da

gito ad Agostino Lomellini, suo cicisbeo,

di sperimentare l’accademico Jean Louis

Tocqué

11

. Certo Carlo Giuseppe Ratti

ave-va dimostrato ottime doti

12

, ma di fatto era

chiaro che il suo interesse lo conduceva

al-trove, tra gli impegni in Accademia e quelli

di scrittura. Ora Maron, per quella stessa

élite di cui lei faceva parte, stava

compo-nendo ritratti magnifici, colmi di brani

squisiti che arricchivano l’insieme di una

rassicurante nota feriale.

Cicchetta, che da tempo non pensava alla

commissione di un ritratto – a suo giudizio

adatto a un pubblico femminile inferiore ai

trent’anni –, era oltremodo interessata alle

conversazioni sulle arti: di ciò si sarebbe

sostanziato il pomeriggio in compagnia del

pittore con l’addizione di una sorpresa che

lui aveva anticipato nella missiva.

6. Anton von Maron, Fanciulla di casa Rospigliosi, 1791, Roma, collezione privata.

(13)

una complessità assente negli altri ritratti

femminili dipinti in città durante quella

permanenza, potesse celare, a sua volta, la

natura di omaggio rivolto da Maron alla

dama, per altro dichiarato allusivamente

dall’intestazione della missiva

15

. Inoltre è

possibile ritenere che i due già si

conosces-sero e che non fosse la prima volta che il

viennese la effigiasse. Un nucleo di ritratti

a sovrapporta, taciuto da Ratti nella guida

del 1780 per essere stato allestito

successi-vamente, fu descritto dall’autore della

De-scription del 1788 nella sala di Rubens del

Palazzo Durazzo «contra S. Carlo», dove la

dama, con ogni probabilità, già abitava

16

:

oltre al ritratto dogale di Marcellino, padre

di Cicchetta, dipinto da Francesco Narici

17

– che Ratti vide nella sala degli Arazzi –,

furono segnalati, in quella stessa

circostan-za, «deux portraits» del «Chevalier

Antoi-ne Maron», ossia due dipinti raffiguranti

«Mad. Françoise Durazzo, & de ses

en-fants, Marcellin, & Cleliete»

18

. Si trattava

verosimilmente di due dipinti distinti e dal

formato adatto a sormontare un varco: se

così fosse, sarebbe lecito individuare

l’im-magine del ritratto di lei in uno dei fogli che

costituiscono l’album di Casa Durazzo

19

,

in particolare in quello che presenta una

dama seduta, di tre quarti, su una

poltro-na à la reine con un cagnolino in grembo

20

(fig. 4). L’abbigliamento e la capigliatura

rinviano senza dubbio agli anni settanta

del Settecento, mentre la composizione

pre-scelta dichiara un rutilante modello di

rife-rimento, ossia il ritratto che Mengs realizzò

a Maria Luisa di Borbone, granduchessa

di Toscana, nel 1770

21

(fig. 5), ben noto a

Maron per averne cavato una copia

22

. Del

ritratto effigiante i figli non si ha invece

nes-suna memoria grafica: tuttavia le ricerche

effettuate da Luca Leoncini in questa

oc-casione favoriscono l’ipotesi che davvero

sussistesse, poiché da Cicchetta nacque non

solo Marcello, nel 1777, ma anche Clelia

(finora sfuggita alle genealogia), nel 1782

23

.

Dunque la tela con i bimbi, che ci

immagi-niamo non distante dallo schema

compo-sitivo impiegato più tardi dal pittore per il

Ritratto di fanciulla di casa Rospigliosi

24

(fig. 6), potrebbe aver visto la luce in un

momento successivo al ritratto di lei

sedu-ta, probabilmente negli anni 1785-1788

circa. Quindi è necessario considerare

l’e-sistenza di altri interessanti episodi di

com-mittenza al pittore viennese antecedenti al

soggiorno del 1792-1793, che andrebbero

però distribuiti in momenti diversi. Infatti

l’immagine che evoca il ritratto perduto di

Cicchetta, giovane, seduta e con il tipico

simbolo di fedeltà (il cane), si presterebbe a

essere ricondotta in prossimità delle nozze

con Giuseppe Maria, celebrate nel 1770

25

.

In tal modo non si potrebbe escludere che

Maron avesse scortato Mengs nella

brevis-sima sosta genovese avvenuta proprio in

quell’anno (ma neppure un soggiorno della

coppia di sposi a Roma)

26

.

Tutto ciò avvalla ancor più l’ipotesi che

nel 1792 Maron volle omaggiare, dopo

anni di conoscenza, l’amica genovese,

or-mai matura.

Le qualità luministiche della grande tela

permettono di comprendere l’indice di

gra-dimento, espresso dai genovesi, verso

mo-dalità rappresentative di livello

internazio-nale, nel segno dell’ideale promulgato da

Mengs e dalla classica lezione batoniana.

(14)

7. Anton von Maron, Maria Francesca (Cicchetta) Durazzo, particolare, 1792, Genova, Galleria Nazionale della Liguria a Palazzo Spinola.

(15)
(16)
(17)

so la Santa Sede

29

(fig. 8). E di repertorio è

anche il riferimento alla Lanterna, simbolo

della città, tracciata nell’apertura marina di

destra in analogia, per atmosfera

cromati-ca e inquadratura, con lo stesso brano già

introdotto nel ritratto dogale riservato al

Cambiaso e in quelli effigianti Francesco

Maria Berio e Giorgio Gustavo Wrangler

30

.

La lastronatura marmorea del pavimento,

con le screziature digradanti e la

luminosi-tà diffusa, offre un risalto al calpestio della

dama, dato che dalla parte inferiore della

veste, con le marezzature annegate

nell’om-bra, emerge, in piena luce, la punta di una

scarpetta color avorio, tocco finale di una

mise impostata sui toni freddi, dove i chiari

– dai bordi plissettati della cuffia alla garza

del fisciù – sono posti in risalto da una

pa-sta cromatica lucente come l’argento.

Della tela, taciuta dalla letteratura

pe-riegetica, non conosciamo i passaggi

ere-ditari. Si persero ben presto le tracce, fino

a quando comparve presso Matthiesen a

Londra (1987)

31

. Prima di allora si

trova-va, come documenta la fotografia

d’am-biente scattata per un volume stampato

nel 1969 sulle case e le ville genovesi (fig.

9), in una camera della villa Saluzzo

Mon-giardino a Genova Albaro

32

.

Il dipinto è stato acquisito dal

Ministe-ro per i Beni e le Attività Culturali tramite

l’esercizio dell’acquisto coattivo

all’espor-tazione nel 2018 e destinato alle

collezio-ni della Galleria Nazionale della Liguria a

Palazzo Spinola

33

.

Ma senza dimenticare la tradizione. La

vi-sione diretta e approfondita dei capolavori

d’età barocca servirono al pittore, in quei

mesi trascorsi freneticamente tra

commis-sioni e visite alle quadrerie

27

, per cogliere

spunti da offrire ai genovesi in chiave

evo-cativa: nei ritratti realizzati nel corso del

1792 si nota, non a caso, l’accentuazione

dell’eleganza e la saturazione della

tavo-lozza, mentre in quelli di grande formato

la scena è enfatizzata da colonne, loggiati

e rubensiani drappi scostati

28

. Se il campo

visivo risponde a un’ambientazione aulica,

l’oggettistica sparsa sul tavolo in studiato

disordine evoca la dimensione domestica e

feriale della dama (fig. 3). Una pennellata

magistrale, che raggiunge esiti di un

reali-smo otticamente incisivo nella restituzione

della veste serica indossata da Cicchetta,

analizza tattilmente tutti i punti in cui la

luce, derivante da sinistra, riflette sulle

su-perfici o viene da esse assorbita, come nel

contrasto tra la doratura riflettente della

poltrona e le sfumature che suggeriscono

la compatta campitura di velluto in

pros-simità della seduta e dello schienale (fig. 7).

Una poltrona rispondente a una foggia in

vigore nella prima metà del Settecento e,

probabilmente, di repertorio dato che si

ritrova identica, anche nella tipologia dei

decori, a quella che compare nel grande

Ri-tratto del duca Paolo Gerolamo Grimaldi,

che Maron realizzò a Roma, tra il 1777 e

il 1779, quando il genovese svolgeva

l’inca-rico di ambasciatore del re di Spagna

(18)

pres-1 Cfr. il saggio di Clario Di Fabio in questo volume. Per il pittore: Petrucci 2010, I, pp. 279-282 (con bi-bliografia precedente); Schmittmann 2013; Cesareo 2014. Per una sintesi dell’attività genovese: Ciliberto 2000, p. 435; Sanguineti 2013, pp. 145-150; Di Fa-bio 2016, pp. 113-119.

2 Alizeri 1865, pp. 114-115. Per la cultura figurati-va genovese nell’ultimo quarto del secolo cfr. Sborgi 1990, pp. 25-58; Baccheschi 2000, pp. 349-360. 3 Alizeri 1865, p. 199. Al trionfo Durazzo per il doge, composto dalla struttura architettonica di Lorenzo Fontana e da sculture di Nicolò Traverso, Francesco Ravaschio e Andrea Casaregi, ne vennero accostati altri (cfr. i saggi di Clario Di Fabio e Gian-luca Zanelli in questo volume).

4 Puncuh 1995, p. 15; Valenti Durazzo 2004, p. 208. Cfr. inoltre Leoncini 1997, pp. 55, 64 nota 45; Leon-cini 2012, p. 15.

5 Puncuh 1995, p. 15. Cfr. il saggio di Luca Leon-cini in questo volume. Per Girolamo Luigi Durazzo cfr. Assereto 1993, pp. 163-168; Assereto 2004, pp. 35-39.

6 Cfr. Leoncini 2004, pp. 65-67. 7 Vedi oltre nel testo.

8 Cfr. il saggio di Clario Di Fabio in questo volume. 9 Il ritratto dogale è conservato presso i Musei di Strada Nuova, Palazzo Tursi (inv. PB 2912): C. Di Fabio, in El Siglo 1997, p. 241, n. VI.69; Schmitt-mann 2013, pp. 114-117, n. 12; Cesareo 2014, pp. 86-87. Non è nota l’ubicazione del doppio ritrat-to femminile di Maria Geronima (Lilla) Pellegrina Cambiaso con la figlia Caterina: Torriti 1982, p. 36; C. Di Fabio, in El Siglo 1999, p. 241; Cesareo 2009, p. 72; Sanguineti 2013, p. 152 nota 33.

10 Per la notizia degli “omaggi” parmensi: “Gaz-zetta” 1783, pp. 183-184. I patrizi e le dame della delegazione genovese «deputati a complimentarsi e a servire» l’arciduca Ferdinando d’Asburgo e Ma-ria Beatrice Ricciarda d’Este erano Giacomo Filippo Durazzo, Carlo Lomellino, Michelangelo Cambiaso, Vincenzo Spinola, Matteo Franzone, Carlo Federigo Doria, Maria Saoli Spinola, Marina Cattaneo Ve-nerosa, Cicchetta Durazzo Durazzo, Orietta Doria Marana, Clelia Durazzo Grimaldi.

11 Si trattava di Clelia Durazzo, sorella del con-te Giacomo. Cfr. Leoncini 2012, p. 15; Sanguineti 2013, p. 117.

12 Si può ricordare, ad esempio, il Ritratto di

Gior-gio Spinola, di collezione privata, firmato e

data-to 1775 (A. Orlando, in El Siglo 1999, p. 434, n. XV.22).

13 Cfr. il saggio di Luca Leoncini in questo volu-me per la docuvolu-mentazione che attesta la presenza di Maria Francesca e di Giuseppe Maria nell’ap-partamento nobile al primo piano di Levante (dal 1796): non è escluso che il trasferimento dal civico 1 di strada Balbi (palazzo degli avi di lui) al civico 10 fosse avvenuto da tempo, anche sulla base di una

delineazione dell’assetto ereditario che venne pro-gressivamente a configurarsi.

14 Olio su tela, cm 200,6 x 147,3. Iscrizioni: sul foglio accanto al vaso: «Antonius De Maron / fa-ciebat Genua 1792»; sulla busta della missiva col-locata a terra: «A Sua Eccellenza / la Sig.a Cicchetta Durazzo / Durazzo / Genova». Per l’opera: Doria 1969, p. 88; The Settecento 1987, pp. 120-122, n. 127; González-Palacios 1996, pp. 225, 232; Leon-cini 1997, p. 54, fig. 20; Sanguineti 2000, pp. 330, 412 nota 42; D. Sanguineti, in Da Tintoretto a

Ru-bens 2004, pp. 356-357, n. 81; Cesareo 2009, p.

72; Sanguineti 2011, p. 146; Schmittmann 2013, pp. 261-263, n. 13; Cesareo 2014, pp. 86, 112; Di Fabio 2016, p. 114.

15 Come ha suggerito per primo Clario di Fabio (2016, p. 114).

16 Cfr. nota 13.

17 Sanguineti 2001, p. 163.

18 Description 1788, p. 159. Cfr. inoltre Sanguineti 2004, p. 88. Si era ipotizzato, ingannati dalla sintesi adottata dall’anonimo autore della Description nel riferire il soggetto, che potesse trattarsi di un’uni-ca tela, reun’uni-cante un triplo ritratto (Sanguineti 2011, p. 150). Infatti, tra i fogli del cosiddetto album di Casa Durazzo – costituito dai disegni delle tele di quel palazzo tracciati da Giovanni David (Leonci-ni 2009, pp. 55-63, 233-251) –, è compresa l’effigie di una dama seduta e scortata da una fanciulla e da un bimbo che si pensava potesse riferirsi a quel dipinto. Tuttavia si deve ora ritenere che lo schizzo citato fosse relativo a un ritratto di un’altra dama Durazzo, risalente a una generazione precedente, come del resto certifica anche l’abbigliamento e lo schema (elaborato da Domenico Parodi o dal Mu-linaretto): in particolare potrebbe trattarsi di Maria Francesca Durazzo (di Cesare), sposa di Gerolamo Ignazio, con i suoi figli (cfr. il saggio di Luca Leonci-ni in questo stesso volume).

19 Sull’album cfr. nota precedente. Com’è noto la conoscenza dell’album non è diretta ma è mediata da una serie di fotografie, tra le quali risulta man-cante l’immagine dell’ipotetico ritratto con i due figli di Cicchetta.

20 Leoncini 2009, p. 246, foto 43, f. 63 (ipotetica-mente identificato con Maria Durazzo ritratta da Giovanni Bernardo Carbone).

21 Madrid, Museo Nacional del Prado, inv. P002199: Roettgen 1999, p. 246, n. 174.

22 Collezione Manfredi della Gherardesca: Schmitt-mann 2013, pp. 389-390, n. 131.

23 Cfr. il saggio di Luca Leoncini in questo volume. 24 Petrucci 2010, I, p. 283 (datato e firmato 1791). 25 Cfr. il saggio di Luca Leoncini in questo volume. 26 Cfr. da ultimo Di Fabio 2017, pp. 55-67. Per Mengs: Roettgen 1999; Petrucci 2010, I, pp. 298-301 (con bibliografia precedente). Durante questa sosta, pur brevissima, Mengs ritrasse Tommasina

(19)

31 The Settecento 1987, pp. 120-122, n. 127. 32 Doria 1969, p. 88. Si trascrive di seguito la didascalia: «La camera da letto della padrona di casa è anch’essa decorata a stucchi, qui su fondo azzurro. Azzurri anche l’abito della marchesa Cic-chetta Durazzo nel quadro alla destra del letto, di scuola francese, e i tessuti che ricoprono i mobili […]».

33 Inventariato con GNL 104/2018. Balbi Cambiaso (Di Fabio 2017, oltre al saggio dello

stesso autore in questo volume).

27 Di Fabio 2016, p. 117 (e nel saggio in questo stesso volume).

28 Cesareo 2014, p. 86.

29 Per la tela, di collezione privata, cfr. M. Cataldi Gallo, in Il Palazzo 1995, pp. 205-207, n. 89; Sch-mittmann 2013, pp. 149-154, n. 28.

(20)
(21)
(22)
(23)

lenza la signora Lilla Cambiaso q. serenissimo Giambattista patrizj genovesi, Finale,

Giaco-mo Rossi, 1779.

C.G. Ratti, Epilogo della vita del fu cavalier

Antonio Raffaello Mengs, primo pittor di Ca-mera de Sua Maestà Cattolica, Genova 1779.

1780

G.L. Bianconi, Elogio storico del Cavaliere

Anton Raffaele Mengs: con un Catalogo delle Opere da esso fatte, Milano 1780.

C.G. Ratti, Instruzione di quanto può vedersi

di più bello in Genova in Pittura, Scultura, e Architettura, Genova 1780.

1783

“Gazzetta di Parma”, 6 giugno 1783, pp. 183-184.

1785

Nelle faustissime nozze de’ nobili Signori Ales-sandro Otttolini Conti e Luisa Santini, patrizi lucchesi, Lucca, Francesco Bonsignori, 1785.

1788

Description des beautés de Génes et de ses en-virons, Genova 1788.

1791

S. Pessi, Alla nobilissima fanciulletta Caterina

Cambiaso, figlia del Ser.mo Michelangelo nella di lui esaltazione al Trono. Sonetto, Genova,

Stamperia Gesiniana, 1791. 1797

G.L. Bianconi, Elogio storico del Cavaliere

Anton Raffaele Mengs: con un Catalogo delle Opere da esso fatte, Roma 17972.

1593

C. Ripa, Iconologia overo Descrittione

Dell’i-magini Universali cavate dall’Antichità et da altri luoghi, Roma, Heredi di Giovanni

Gi-gliotti, 1593. 1766

C.G. Ratti, Istruzione di quanto può vedersi

di più bello in Genova in Pittura, Scultura, e Architettura, Genova 1766.

1768

C.G. Ratti, Vite dei pittori, scultori ed

archi-tetti genovesi di Raffaello Soprani Patrizio Ge-novese in questa seconda Edizione rivedute, accresciute, ed arricchite di note da Carlo Giu-seppe Ratti Pittore, e Socio delle Accademie Ligustica e Parmense, I, Genova 1768.

1769

C.G. Ratti, Delle vite de’pittori, scultori ed

architetti genovesi. Tomo secondo scritto da Carlo Giuseppe Ratti Pittore, e Socio delle Accademie Ligustica e Parmense in continua-zione dell’opera di Raffaello Soprani, Genova

1769. 1776

“Gazette de France”, XXVIII, 5 aprile 1776, p. 134.

1779

Per le fauste nozze de’ nobilissimi sposi la si-gnora Lilla Cambiaso e il signor Michel’An-gelo Cambiaso patrizj genovesi, Genova,

Ge-siniana, 1779.

Per le faustissime nozze di sua eccellenza il signor Michelangelo Cambiaso con sua

(24)

1933

P. Nurra, La coalizione europea contro la

Re-pubblica di Genova (1793-1796). Saggio stori-co stori-con Documenti inediti, in “Atti della Società

Ligure di Storia Patria”, LXII, 1933, pp. 6-293. 1944

O. Grosso, Anna Pieri Brignole Sale, in “Geno-va”, XXIV, 1944, 2, pp. 7-14.

1954

Mostra del ritratto storico napoletano,

catalo-go della mostra (Napoli, Palazzo Reale, otto-bre-novembre 1954), a cura di G. Doria e F. Bologna, Napoli 1954.

1963

M. Weingartner, Ein Kunstlerwettbewerb in

Genua im Jahre 1783, in “Der Schlern”, 37,

1963, p. 241. 1967

Catalogo delle Ville Genovesi, Genova 1967.

P. Giannantonio, Berio, Francesco Maria, in

Dizionario Biografico degli Italiani, IX, 1967,

pp. 106-108.

P. Rotondi, La Galleria Nazionale di Palazzo

Spinola a Genova, Milano 1967.

1969

L. Doria, Grandi e piccole dimore liguri, Mi-lano 1969.

1971

H. Honour, Boschi, Giuseppe, in Dizionario

Biografico degli Italiani, XIII, Roma 1971, p. 197.

1972

S. Roettgen, «Antonius de Maron faciebat

Romae». Intorno all’opera di Anton von Maron a Roma, in Artisti austriaci a Roma dal Barocco alla Secessione, catalogo della

mos-tra (Roma, Museo di Roma, Palazzo Braschi, marzo-aprile 1972), Roma 1972, pp. 1-17. 1973

P. Dreyer, James Durno. Beiträge zu seiner

Zeichenkunst und zu seinen Entwürfen für

1816

Catalogo de’ libri appartenenti alla successio-ne del q. senatore Michel’Angelo Cambiaso q. Francesco Gaetano, che si venderanno al pub-blico incanto al maggior offerente, nel palazzo Spinola presso la porta dell’ Acquasola N.° 13, li 22 luglio 1816, e giorni successivi, Genova,

Stamperia Bolognesi, 1816. 1827

R. Carrea Bacigalupo, Saggio sulla vita e le

opere di Giuseppe Bacigalupo pittore paesista scritto da sua figlio, Genova 1827.

1845

F. Mazzei, Memorie della vita e delle

pere-grinazioni del Fiorentino Filippo Mazzei con documenti storici sulle sue missioni politiche come agente degli Stati-Uniti d’America e del Re Stanislao di Polonia, I, Lugano 1845.

1846

F. Alizeri, Guida artistica per la città di

Geno-va, I, Genova 1846.

F. Alizeri, Notizie dei professori del disegno

in Liguria dalla fondazione dell’Accademia, I,

Genova 1864.

G. Banchero, Genova e le due Riviere.

Descri-zione, I, Genova 1846.

1865

F. Alizeri, Notizie dei Professori del disegno in

Liguria dalla fondazione dell’Accademia, II,

Genova 1865. 1866

F. Alizeri, Notizie dei professori del disegno in

Liguria dalla fondazione dell’Accademia, III,

Genova 1866. 1875

F. Alizeri, Guida illustrativa del cittadino e del

forastiero per la città di Genova e sue adiacen-ze, Genova 1875.

1916

L. Levati, I dogi di Genova dal 1771 al 1797, IV, Genova 1916, pp. 7-14.

(25)

arti decorative in Italia fra classicismi e baroc-co, II, Milano 1986.

1987

P. Boccardo, Per la storia della quadreria di

Pa-lazzo Spinola, in PaPa-lazzo Spinola a Pellicceria. Due musei in una dimora storica, Quaderni della Galleria Nazionale di Palazzo Spinola,

10, Genova 1987, pp. 62-86.

The Settecento. Italian Rococo and Early Neo-Classical Paintings 1700-1800, catalogo

d’asta (Londra, The Matthiesen Gallery, 4 no-vembre-20 dicembre 1987), London 1987. 1988

A. Petrucciani, Gli incunaboli della Biblioteca

Durazzo, in “Atti della Società ligure di storia

patria”, n.s., XXVIII (CII), 2, 1988.

F. Sborgi, L’Ottocento e il Novecento. Dal

Ne-oclassicismo al Liberty, in La scultura a Geno-va e in Liguria, II, GenoGeno-va 1988, pp. 297-489.

1989

M. Bartoletti, L. Ghio La pittura del

Settecen-to in Liguria, in La Pittura in Italia. Il Sette-cento, I, Milano 1989, pp. 15-32.

1990

Gerolamo Grimaldi e la Società Patria. Aspetti della cultura figurativa ligure nell’età dell’Illu-minismo, catalogo della mostra (Chiavari,

So-cietà Economica), a cura di L. Pessa, Genova 1990.

L. Pessa, Un illuminista in Liguria: Gerolamo

Grimaldi, in Gerolamo Grimaldi e la Società Patria. Aspetti della cultura figurativa ligure nell’età dell’Illuminismo, catalogo della

mo-stra (Chiavari, Società Economica), a cura di L. Pessa, Genova 1990, pp. 11-24.

C. Petrucciani, “Per le fauste, felicissime

noz-ze…”. Frammenti bibliografici del Settecento genovese, in Per le nozze di corallo 1955-1990 di Enzo Esposito e Citty Mauro, Ravenna

1990, pp. 81-90.

F. Sborgi, Alcune note sulla cultura artistica in

Liguria nella seconda metà del Settecento, in Gerolamo Grimaldi e la Società Patria. Aspetti della cultura figurativa ligure nell’età dell’Illu-die Ausmalung der Sala Grande im Palazzo

Ducale in Genua von 1783 , in “Jahrbuch der

Berliner Museen”, 15, 1973, pp. 38-57. 1974

M. Cavanna Ciappina, Cambiaso, Giovanni

Battista, in Dizionario Biografico degli Italia-ni, XVII, Roma 1974, pp. 122-123.

M. Cavanna Ciappina, Cambiaso,

Michelan-gelo, in Dizionario Biografico degli Italiani,

XVII, Roma 1974, pp. 128-131. 1976

P. Venturoli, Cardelli, Lorenzo, in Dizionario

Biografico degli Italiani, XIX, Roma 1976, pp.

769-770. 1978

L. Magnani, Villa Rosazza (lo Scoglietto), Ge-nova 1978 («Guide di GeGe-nova», 69).

1979

I manoscritti della biblioteca Durazzo, a cura

di D. Puncuh, Genova 1979. 1980

M.G. Colmuto Zanella, Cervetto, in

Diziona-rio Biografico degli Italiani, XXIV, 1980, pp.

92-95. 1981

A.M. Clark, Studies in Roman

Eighteenth-Cen-tury Painting, Washington 1981.

L’archivio dei Durazzo Marchesi di Gabiano,

a cura di D. Puncuh, in “Atti della Società ligu-re di storia patria”, n.s., XXI (XCV), 2, 1981. 1982

P. Torriti, Tesori di Strada Nuova. La via

Au-rea dei Genovesi, Genova 1982.

1985

A.M. Clark, E.P. Bowron, Pompeo Batoni. A

Complete Catalogue with an Introductory text, Oxford 1985.

1986

(26)

Palazzo. Dipinti e arazzi nell’Appartamento del Doge, Genova 1995, pp. 34-41.

P. Boccardo, C. Di Fabio, Ritorno a Palazzo.

Dipinti e arazzi nell’Appartamento del Doge,

Genova 1995.

L. Caumont Caimi, L’ebanisteria genovese del

Settecento, Parma 1995.

C. Di Fabio, Quarta sala o “Sala del Doge”;

Il ciclo delle Virtù cardinali, in P. Boccardo, C.

Di Fabio, Ritorno a Palazzo. Dipinti e arazzi

nell’Appartamento del Doge, Genova 1995,

pp. 23-34.

Il Palazzo Durazzo Pallavicini, Bologna 1995.

1996

A. González-Palacios, Il mobile in Liguria, con la collaborazione di E. Baccheschi, Genova 1996.

Libri e letture nella Dimora degli Spinola, con

un contributo di F. Simonetti, a cura di G. Ruf-fini, Genova 1996 («Quaderni della Galleria nazionale di Palazzo Spinola», 16).

1997

S. Frangioni, Appendice Biografica: i Balbi e

i Durazzo, in Palazzo Reale di Genova. Studi e restauri 1993-1994, a cura di L. Leoncini,

Genova 1997, pp. 65-70.

L. Leoncini, Palazzo Balbi Durazzo Reale.

Note per la storia di un museo, in Palazzo Re-ale di Genova. Studi e restauri 1993-1994, a

cura di L. Leoncini, Genova 1997, pp. 43-64.

L’oro di Valadier: un genio nella Roma del Settecento, catalogo della mostra (Roma, Villa

Medici, 29 gennaio-8 aprile 1997), a cura di A. González-Palacios, Roma 1997.

C.G. Ratti, Storia de’ pittori scultori et

archi-tetti liguri e de’ forestieri che in Genova opera-rono, secondo il manoscritto del 1762, a cura

di M. Migliorini, Genova 1997. 1998

M. Bartoletti, Giuseppe Bacigalupo, in

Giusep-pe Bacigalupo e la figlia Rosa due pittori del-la Fontanabuona, a cura di M. Bartoletti e F.

Cervini, Genova 1998, pp. 4-29 («Quaderni del Museo Accademia Ligustica di Belle Arti», 23). F. Cervini, Rosa Bacigalupi Carrea fra

classici-minismo, catalogo della mostra (Chiavari,

So-cietà Economica), a cura di L. Pessa, Genova 1990, pp. 25-58.

1991

F. Simonetti, La dimora degli Spinola, in

Galle-ria Nazionale Palazzo Spinola Genova, a cura

di F. Simonetti, G. Rosato, G. Rotondi Termi-niello, Roma 1991, pp. 27-105.

1991-1992

A. González-Palacios, Ristudiando i

Righet-ti, in “Antologia di Belle Arti”, 39-42,

1991-1992, pp. 17-46. 1992

C. Di Fabio, Le decorazioni del Salone e del

Salonetto, in Il Palazzo Ducale di Genova dal-le origini al 1992, a cura di G. Spalla e C.

Ar-vigo Spalla, Genova 1992, pp. 82-83.

Kunst in der Republik Genua 1528-1815,

catalogo della mostra (Francoforte, Schirn Kunstahalle, 5 settembre-8 novembre 1992), a cura di M. Newcome Schleier, Frankfurt am Main 1992.

Il palazzo Durazzo Pallavicini, Bologna 1992.

D. Puncuh, Storia delle famiglie Durazzo e

Pallavicini, in Il palazzo Durazzo Pallavicini,

Bologna 1992, pp. 13-30. 1993

G. Assereto, Durazzo, Girolamo Luigi

Fran-cesco, in Dizionario Biografico degli Italiani,

XLII, Roma 1993, pp. 163-168.

M. Cavanna Ciappina, Durazzo, Marcello

(Marcellino), in Dizionario Biografico degli Italiani, XLII, Roma 1993, pp. 170-173.

1994

L. Pessa Montagni, Giacomo Boselli cultura e

genio di un ceramista del Settecento, Genova

1994. 1995

P. Boccardo, Luca Cambiaso. Ietro con Sefora

e i suoi figli incontrano Mosé; Mosé narra a Ietro le peripezie degli israeliti; Mosé stabilisce l’amministrazione della giustizia, in Ritorno a

(27)

stocratica e collezionismo alla fine dell’ancien régime, Venezia 2000.

G. Rotondi Terminiello, La dimora

dell’ari-stocrazia, in E. Gavazza, L. Magnani, Pittura e decorazione a Genova e in Liguria nel Sette-cento, Genova 2000, pp. 207-254.

D. Sanguineti, Genovesi in posa. Artefici del

ritratto e tipologie, in E. Gavazza, L. Magnani, Pittura e decorazione a Genova e in Liguria nel Settecento, Genova 2000, pp. 315-330

C. Olcese Spingardi, Protagonisti e strumenti

di diffusione del nuovo “buon gusto”. Appun-ti sulla nascita del neoclassicismo a Genova, in Arte e lusso della seta, catalogo della mostra

(Genova, Palazzo Ducale, 11 novembre 2000-11 febbraio 2001), a cura di M. Cataldi Gallo, Torino 2000, pp. 136-141.

2001

R. Colle, A. Griseri, R. Valeriani, Bronzi

deco-rativi in Italia. Bronzisti e fonditori dal Seicen-to all’OtSeicen-tocenSeicen-to, Milano 2001.

D. Sanguineti, Pittura ‘napoletana’ del

Sette-cento in Liguria: il caso di Francesco Narici,

in “Prospettiva”, 103-104, 2001, pp. 159-168. 2003

G. Assereto, Dalla fine della repubblica

aristo-cratica all’Unità d’Italia, in Storia di Genova. Mediterraneo, Europa, Atlantico, a cura di D.

Puncuh, Genova 2003, pp. 509-550.

Genova e la Francia. Opere, artisti, commit-tenti e collezionisti, a cura di P. Boccardo e C.

Di Fabio, Cinisello Balsamo 2003.

M. Newcome Schleier, G. Grasso, Giovanni

David. Pittore e incisore della famiglia Duraz-zo, Torino 2003.

C. Olcese Spingardi, Committenti e francofilia

nella Genova del secondo Settecento: Cristo-foro Spinola, Benedetto Serra e il “Palazzo del Sole” in Strada Nuova, in Genova e la Fran-cia. Opere, artisti, committenti e collezionisti,

a cura di P. Boccardo e C. Di Fabio, Cinisello Balsamo 2003, pp. 232-241.

N. Ossanna Cavadini, Simone Cantoni

archi-tetto, Milano 2003.

S. Roettgen, Anton Raphael Mengs

1728-1779, II, München 2003. smo e romanticismo, in Giuseppe Bacigalupo

e la figlia Rosa due pittori della Fontanabuo-na, a cura di M. Bartoletti, F. Cervini, Genova

1998, pp. 30-45 («Quaderni del Museo Acca-demia Ligustica di Belle Arti», 23).

Feste e musica per l’incoronazione del doge di Genova. In margine alla prima esecuzione moderna della “Messa” di Giovanni Lorenzo Mariani, a cura di O. Cartaregia, C. Farinella,

G. Grigoletti, Genova 1998.

La“Memoria delle piture” di Angelica

Kauff-man, a cura di C. Knight, Roma 1998.

1999

P. Boccardo, C. Di Fabio, L’Appartamento dei

dogi in Palazzo Ducale fra pubblico e privato,

in El Siglo de los Genoveses e una lunga storia

di arte e splendori nel Palazzo dei Dogi,

ca-talogo della mostra (Genova, Palazzo Ducale, 4 dicembre 1999-28 maggio 2000), a cura di P. Boccardo e C. Di Fabio, Milano 1999, pp. 308-313.

El Siglo de los Genoveses e una lunga storia di arte e splendori nel Palazzo dei Dogi,

cata-logo della mostra (Genova, Palazzo Ducale, 4 dicembre 1999-28 maggio 2000), a cura di P. Boccardo e C. Di Fabio, Milano 1999. S. Roettgen, Anton Raphael Mengs

1728-1779, I, München 1999.

2000

Arte e lusso della seta a Genova dal ‘500 al ‘700, catalogo della mostra (Genova, Palazzo

Ducale, 11 novembre 2000-11 febbraio 2001), a cura di M. Cataldi Gallo, Torino 2000. E. Baccheschi, L’Accademia Ligustica di Belle

Arti, in E. Gavazza, L. Magnani, Pittura e de-corazione a Genova e in Liguria nel Settecen-to, Genova 2000, pp. 349-360.

P. Ciliberto, Anton von Maron, in E. Gavazza, L. Magnani, Pittura e decorazione a Genova e

in Liguria nel Settecento, Genova 2000, p. 435.

M.D. Lunghi, L. Pessa, Lusso e

Neoclassici-smo, in Arte e lusso della seta, catalogo della

mostra (Genova, Palazzo Ducale, 11 novem-bre 2000-11 febbraio 2001), a cura di M. Ca-taldi Gallo, Torino 2000, pp. 142-153. O. Raggio, Storia di una passione. Cultura

(28)

ari-toretto a Rubens. Capolavori della collezione Durazzo, catalogo della mostra (Genova,

Pa-lazzo Reale, 14 luglio-3 ottobre 2004), a cura di L. Leoncini, Milano 2004, pp. 165-179. G. Ruffini, A. Petrucciani, I Durazzo e il libro, in

Da Tintoretto a Rubens. Capolavori della colle-zione Durazzo, catalogo della mostra (Genova,

Palazzo Reale, 14 luglio-3 ottobre 2004), a cura di L. Leoncini, Milano 2004, pp. 145-163. D. Sanguineti, Ritratti Durazzo già in Palazzo

Reale: problematiche e ipotesi, in Da Tintoret-to a Rubens. Capolavori della collezione Du-razzo, catalogo della mostra (Genova, Palazzo

Reale, 14 luglio-3 ottobre 2004), a cura di L. Leoncini, Milano 2004, pp. 85-89.

G. Sommariva, Marcello Luigi Durazzo di

Ippolito: un committente e collezionista tra pubblico e privato, in Da Tintoretto a Rubens. Capolavori della collezione Durazzo,

catalo-go della mostra (Genova, Palazzo Reale, 14 luglio-3 ottobre 2004), a cura di L. Leoncini, Milano 2004, pp. 197-207.

A. Valenti Durazzo, I Durazzo. Da schiavi a

dogi della Repubblica di Genova, Brescia 2004.

2005

E. Colle, Il mobile neoclassico in Italia. Arredi

e decorazione d’interni dal 1775 al 1800,

Mi-lano 2005. 2007

L. Facchin, L’attività per una clientela

cosmo-polita. Angelica Kauffman a Roma, in Svizze-ri a Roma nella stoSvizze-ria dell’arte, nella cultura nell’economia dal Cinquecento ad oggi, in

“Arte&Storia”, 8, 35, 2007, pp. 282-297. 2008

G. Assereto, Lo sguardo di Genova su Venezia:

odio, ammirazione, imitazione, in La diversa visuale. Il fenomeno Venezia osservato dagli altri, a cura di U. Israel, Roma-Venezia 2008,

pp. 89-114 («Venetiana», 6).

A. Cameirana, B. Barbero, Trionfi da tavola, in Tavole di re, dogi e borghesi. Trionfi e

vasel-lame da tavola a Savona tra Settecento e Ot-tocento, a cura di A. Cameirana, B. Barbero,

C. Chilosi, Cinisello balsamo 2008, pp. 23-43. 2004

G. Assereto, I ‘Durazzo di Palazzo Reale’.

Bre-ve storia di una grande famiglia patrizia, in Da Tintoretto a Rubens. Capolavori della colle-zione Durazzo, catalogo della mostra

(Geno-va, Palazzo Reale, 14 luglio-3 ottobre 2004), a cura di L. Leoncini, Milano 2004, pp. 25-39. P. Boccardo, “Io e Luiggi lavoriamo

indefes-samente a disegnar mobili di nuova moda”. Gaetano Cantoni e altri artisti ticinesi e geno-vesi nelle “Nuove mezzarie” di palazzo Rosso nel 1783, in Genova e l’Europa continenta-le. Opere, artisti, committenti e collezionisti,

a cura di P. Boccardo e C. Di Fabio, Genova 2004, pp. 223-245.

P. Boccardo, C. Di Fabio, Palazzo Doria Tursi, in I Musei di Strada Nuova a Genova. Palazzo

Rosso, Palazzo Bianco e Palazzo Tursi, a cura

di P. Boccardo e C. Di Fabio, Torino 2004, pp. 193-198.

Da Tintoretto a Rubens. Capolavori della col-lezione Durazzo, catalogo della mostra

(Geno-va, Palazzo Reale, 14 luglio-3 ottobre 2004), a cura di L. Leoncini, Milano 2004.

Genova e l’Europa continentale. Opere, arti-sti, committenti e collezionisti. Austria, Ger-mania, Svizzera, a cura di P. Boccardo e C. Di

Fabio, Cinisello Balsamo 2004.

L’Età di Rubens. Dimore, committenti e colle-zionisti genovesi, catalogo della mostra

(Geno-va, Palazzo Ducale, 20 marzo-11 luglio 2004), a cura di P. Boccardo, A. Orlando, Milano 2004. L. Leoncini, Ascesa e caduta della quadreria

dei “Durazzo di Palazzo Reale”, in Da Tin-toretto a Rubens. Capolavori della collezione Durazzo, catalogo della mostra (Genova,

Pa-lazzo Ducale, 14 luglio-3 ottobre 2004), a cura di L. Leoncini, Milano 2004, pp. 41-73. C. Olcese Spingardi, Un mancato intervento di

Cristoforo Unterpeger a Genova: vicende e re-troscena del concorso del 1782 per la decorazio-ne del Salodecorazio-ne del Maggior Consiglio a Palazzo

Reale, in Genova e l’Europa continentale.

Ope-re, artisti, committenti e collezionisti. Austria, Germania, Svizzera, a cura di P. Boccardo e C.

Di Fabio, Cinisello Balsamo 2004, pp. 211-221. A. Petrucciani, L’altra biblioteca Durazzo: i

(29)

Tin-L. Caumont Caimi, Gaetano Renoldi

“eba-nista milanese abitante in Genova Strada Novissima”, in Paolo Francesco Spinola, un aristocratico tra Rivoluzione e Restaurazione,

catalogo della mostra (Genova, Galleria Na-zionale di Palazzo Spinola, 23 aprile-18 luglio 2010), a cura di G. Ruffini, F. Simonetti, G. Zanelli, Genova 2010, pp. 37-39.

Lo zodiaco illuminista. I mesi di Giuseppe Ba-cigalupo a Palazzo Spinola, catalogo della

mo-stra (Genova, Galleria Nazionale di Palazzo Spinola, 17 dicembre 2010-20 marzo 2011), a cura di M. Bartoletti, F. Simonetti, G. Zanelli, Alessandria 2010.

M. Moretti, M.L. Repetto, Regesto dei

docu-menti di Paolo Francesco Spinola (1746-1824),

in Paolo Francesco Spinola, un aristocratico

tra Rivoluzione e Restaurazione, catalogo

della mostra (Genova, Galleria Nazionale di Palazzo Spinola, 23 aprile-18 luglio 2010), a cura di G. Ruffini, F. Simonetti, G. Zanelli, Ge-nova 2010, pp. 75-84.

Paolo Francesco Spinola, un aristocratico tra Rivoluzione e Restaurazione, catalogo della

mostra (Genova, Galleria Nazionale di Palazzo Spinola, 23 aprile-18 luglio 2010), a cura di G. Ruffini, F. Simonetti, G. Zanelli, Genova 2010. F. Petrucci, Pittura di ritratto a Roma. Il

Sette-cento, I-III, Roma 2010.

G. Ruffini, Letture di un gentiluomo cultivé, in

Paolo Francesco Spinola, un aristocratico tra Rivoluzione e Restaurazione, catalogo della

mostra (Genova, Galleria Nazionale di Palazzo Spinola, 23 aprile-18 luglio 2010), a cura di G. Ruffini, F. Simonetti, G. Zanelli, Genova 2010. F. Simonetti, Paolo Francesco Spinola, un

ari-stocratico in crisi, in Paolo Francesco Spinola, un aristocratico tra Rivoluzione e Restaurazio-ne, catalogo della mostra (Genova, Galleria

Nazionale di Palazzo Spinola, 23 aprile-18 luglio 2010), a cura di G. Ruffini, F. Simonetti, G. Zanelli, Genova 2010.

2011

D. Sanguineti, Genovesi in posa. Appunti sulla

ritrattistica tra fine Seicento e Settecento,

Ge-nova 2011 («Fondazione Conservatorio Fie-schi, Collana di studi», 5).

A. González-Palacios, Souvenirs de Rome, in Ricordi dell’Antico. Sculture, porcellane e

arredi all’epoca del Grand Tour, catalogo

del-la mostra (Roma, Musei Capitolini, Padel-lazzo Caffarelli, 7 marzo-8 giugno 2008) a cura di A. d’Agliano e L. Melegati, Cinisello Balsamo 2008, pp. 14-59.

L. Leoncini, Storia della collezione, in I dipinti

del Grande Appartamento Reale. Catalogo ge-nerale, I, Milano 2008, pp. 17-49.

Pompeo Batoni 1708-1787. L’Europa delle Corti e il Grand Tour, catalogo della mostra

(Lucca, Palazzo Ducale, 6 dicembre 2008-29 marzo 2009), a cura di L. Barroero e F. Maz-zocca, Cinisello Balsamo 2008.

2009

A. Avena, Quei preziosi ricami dogali per

Michelangelo Cambiaso, in “La Casana”, 3,

2009, pp. 16-19.

M. Cataldi Gallo, Un ritratto inedito di Pompeo

Batoni e un intrigo tardo settecentesco, in Il più dolce lavorar che sia. Mélanges en l’honneur de Mauro Natale, a cura di F. Elsig, N. Etienne, G.

Extermann, Roma 2009, pp. 169-173. A. Cesareo, Ancora su Anton von Maron

ri-trattista, in “Antologia di Belle Arti”, III, 2009,

pp. 62-93.

Il palazzo Pallavicino e le sue raccolte, a cura

di P. Boccardo e A. Orlando, Torino 2009.

Intorno a Batoni, atti del convegno (Roma, 3-4

marzo 2009), a cura di L. Barroero, Lucca 2009. L. Leoncini, Giovanni David e l’Album di

Casa Durazzo, in I dipinti del Primo Piano Nobile e dei depositi. Catalogo generale, II,

Milano 2009, pp. 47-63.

L. Leoncini, I dipinti del Primo Piano Nobile e

dei depositi. Catalogo generale, II, Milano 2009.

2010

M. Bartoletti, “Un ben ordinato poema”: i

do-dici mesi dell’anno e i segni dello Zodiaco di Giuseppe Bacigalupo, in Lo zodiaco illumini-sta. I mesi di Giuseppe Bacigalupo a Palazzo Spinola, catalogo della mostra (Genova,

Galle-ria Nazionale di Palazzo Spinola, 17 dicembre 2010-20 marzo 2011), a cura di M. Bartoletti e G. Zanelli, Alessandria 2010, pp. 9-42.

(30)

Durazzo. Teatro musicale e collezionismo tra Genova, Parigi, Vienna e Venezia, catalogo

della mostra (Genova, Palazzo Reale, 30 giu-gno-7 ottobre 2012), a cura di L. Leoncini, Ge-nova 2012, pp. 87-117.

R. Santamaria, “Amantissimo di stampe e

in-stacabile a farne raccolta”: nuovi elementi per la collezione di Giacomo Durazzo, in Giaco-mo Durazzo. Teatro musicale e collezionisGiaco-mo tra Genova, Parigi, Vienna e Venezia, catalogo

della mostra (Genova, Palazzo Reale, 30 giu-gno-7 ottobre 2012), a cura di L. Leoncini, Ge-nova 2012, pp. 119-141.

R. Santamaria, L’eco delle raccolte del conte

Giacomo: un inventario Durazzo del 1826-1827, in Giacomo Durazzo. Teatro musicale e collezionismo tra Genova, Parigi, Vienna e Ve-nezia, catalogo della mostra (Genova, Palazzo

Reale, 30 giugno-7 ottobre 2012), a cura di L. Leoncini, Genova 2012, pp. 77-85.

A. Valenti Durazzo, Il fratello del doge.

Gia-como Durazzo un illuminista alla Corte degli Asburgo tra Mozart, Casanova e Gluck,

Roc-cafranca 2012. 2013

A. Lanzola, Melodramma e spettacolo a

Vien-na: vita e carriera teatrale di Giacomo Duraz-zo (1717-1794), Manziana 2013.

G. Lo Nostro, Gênes et le goût français. Les

journaux de voyage français entre le XVIIe et

le XVIIIe siècle, thèse pour obtenir le grade de Docteur de l’Universitè Paris-Sorbonne, sous la direction de F. Moureau, 2013.

A. Perrin Khelissa, Gênes au XVIIIe siècle. Le

décor d’un palais, Lassay-les-Châteaux 2013. Roma fuori di Roma. L’esportazione dell’ar-te moderna da Pio VI all’Unità 1775-1870, a

cura di G. Capitelli, S. Grandesso, C. Mazza-relli, Roma 2013.

D. Sanguineti, Con gli occhi di Carlo

Giusep-pe Ratti. Sistemi espositivi del ritratto nelle quadrerie genovesi del Settecento, in Colle-zionismo e spazi del colleColle-zionismo. Temi e sperimentazioni, a cura di L. Magnani, Roma

2013, pp. 117-140.

I. Schmittmann, Anton von Maron

(1731-1808). Leben und Werk, München 2013.

2012

S. Canepa, Il conte Durazzo, l’abate Pietro

Zani e le Dissertazioni sulle Belle Arti. Cor-rispondenze per la storia della collezione di stampe Durazzo, in Giacomo Durazzo. Tea-tro musicale e collezionismo tra Genova, Pa-rigi, Vienna e Venezia, catalogo della mostra

(Genova, Palazzo Reale, 30 giugno-7 ottobre 2012), a cura di L. Leoncini, Genova 2012, pp. 161-171.

Giacomo Durazzo. Teatro musicale e collezio-nismo tra Genova, Parigi, Vienna e Venezia,

catalogo della mostra (Genova, Palazzo Reale, 30 giugno-7 ottobre 2012), a cura di L. Leon-cini, Genova 2012.

C. Grasso, Giovanni David, peintre-graveur, in Giacomo Durazzo. Teatro musicale e

colle-zionismo tra Genova, Parigi, Vienna e Venezia,

catalogo della mostra (Genova, Palazzo Reale, 30 giugno-7 ottobre 2012), a cura di L. Leon-cini, Genova 2012, pp. 173-181.

L. Leoncini, Della vita e delle opere del conte

Giacomo Durazzo, in Giacomo Durazzo. Tea-tro musicale e collezionismo tra Genova, Parigi, Vienna e Venezia, catalogo della mostra

(Geno-va, Palazzo Reale, 30 giugno-7 ottobre 2012), a cura di L. Leoncini, Genova 2012, pp. 13-37. L. Leoncini, Il Palazzo e i suoi interni. Gli

af-freschi e gli stucchi. Catalogo generale, III,

Mi-lano 2012.

L. Leoncini, La committenza Durazzo negli

apparati fissi del palazzo di fronte a San Carlo,

in Il Palazzo e i suoi interni. Gli affreschi e gli

stucchi. Catalogo generale, III, Milano 2012,

pp. 41-55.

L. Leoncini, Storia del palazzo di fronte a San

Carlo, in Il Palazzo e i suoi interni. Gli affre-schi e gli stucchi. Catalogo generale, III,

Mila-no 2012, pp. 13-25.

N. Maffioli, Osservazioni sui resti della

raccol-ta di Giacomo Durazzo, ambasciatore cesareo a Venezia, in Giacomo Durazzo. Teatro musi-cale e collezionismo tra Genova, Parigi, Vienna e Venezia, catalogo della mostra (Genova,

Pa-lazzo Reale, 30 giugno-7 ottobre 2012), a cura di L. Leoncini, Genova 2012, pp. 143-151. A. Petrucciani, Le stanze del Conte: per la

(31)

Margherita Ligure. Documenti di storia, arte e architettura. In ricordo di Susanna Canepa, a

cura di S. Bianchi e G. Rossini, Genova 2017, pp. 79-85.

2018

L. Leoncini, Risonanze berniniane a Genova:

i fratelli Schiaffino e il ‘Ratto di Proserpina’ di Palazzo Reale, in “Bollettino d’arte”, s. VII,

33-34, 2018, pp. 181-194.

Mantegna & Bellini, catalogo della mostra

(Londra, National Gallery, 1 ottobre 2018-27 gennaio 2019; Berlino, Gemäldegalerie, Sta-atliche Museen zu Berlin, 1 marzo-30 giugno 2019), a cura di C. Campbell, D. Korbacher, N. Rowley, S. Vowles, London-Berlin 2018.

Van Dyck pittore di corte, catalogo della

mo-stra (Torino, Musei Reali, Sale Palatine della Galleria Sabauda, 16 novembre 2018-17 mar-zo 2019), a cura di A.M. Bava e M.G. Bernar-dini, Milano 2018.

M. Vazzoler, Per una storia delle vicende

con-servative della quadreria di casa Spinola. Dai restauri ottocenteschi alle notifiche di primo Novecento, in I Monumenti Spinola, a cura di F.

Simonetti e G. Zanelli, Genova 2018, pp. 57-67. G. Zanelli, Giacomo Spinola (1780-1858) e

Francesco Gaetano Spinola (1819-1905). Me-cenatismo a Genova nell’Ottocento tra pub-blico e privato, in I Monumenti Spinola, a cura

di F. Simonetti e G. Zanelli, Genova 2018, pp. 19-55.

2014

A. Cesareo, Studi su Anton von Maron

2001-2012, Roma 2014.

Galleria Giamblanco dipinti antichi. Pittura italiana dal Seicento al Settecento, a cura di

D. Giamblanco e S. Giamblanco, Torino 2014. 2016

C. Di Fabio, Von Maron a Genova: il

Ritrat-to di Geronima Gentile Cambiaso, in “Ricche

Minere”, III, 6, 2016, pp. 113-119.

C. Olcese Spingardi, Per un profilo biografico

di Giacomo e Violantina Spinola, in Una cuci-na a Genova nell’Ottocento. Storia e cultura del cibo dai documenti dell’Archivio Spinola di Pellicceria, a cura di F. Simonetti, Genova

2016, pp. 21-32.

D. Sanguineti, Ratti, Carlo Giuseppe, in

Di-zionario Biografico degli Italiani, LXXXVI,

Roma 2016, pp. 566-569.

C. Teolato, Righetti, in Dizionario Biografico

de-gli Italiani, LXXXVII, Roma 2016, pp. 495-500.

2017

C. Di Fabio, Mengs a Genova: il Ritratto di

Tommasina Balbi Cambiaso, “che non dipin-to, ma piuttosto vivi rassembra”, in “Ricche

Minere”, IV, 8, 2017, pp. 55-67.

In assenza. Il carteggio Durazzo-Kaunitz di Brno (1748-1774), a cura di L. Leoncini, Genova 2017.

L. Leoncini, I Durazzo di Palazzo Reale tra

(32)
(33)
(34)

Riferimenti

Documenti correlati

REVEL: a randomized, double-blind, phase III study of docetaxel (DOC) and ramucirumab (RAM; IMC-1121B) versus DOC and placebo (PL) in the second-line treatment of stage IV

Furthermore, we compared the attenuation of longitudinal and flexural waves at fixed fractional bandwidth, and showed that two different domains exist for better attenuation

Rischiesta di Pompeo e risposta della strega Erichto sceglie il corpo di un soldato morto.. Rito per richiamare in vita

Und dies ist unser Verfahren: Es werden alle Menschen in einer Gruppe zusammengefasst, die mehr oder weniger dem gleichen Risiko ausgesetzt sind, also alle Passagiere

Già si è detto di come la guerra di Crimea (1854) avesse segnato il punto di rottura dell’equilibrio dell’età della Restaurazione: la posizione in essa assunta

Considered in this way, Varro’s few uses of frugalitas and related terms can offer a small contribution both to the interpretation of his overall

Non mi sentirei – a questo punto – di escludere che dietro sia al motteggio popolare conservatoci da Pausania, sia alla narrazione su Erisittone così come

The required sample size was estimated with respect to the 1 year variation in height z-score (the primary outcome of the study), based on the paired Student’s t test (comparison of