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Francesco Colonna, Hypnerotomachia Poliphili

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Academic year: 2021

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IL NETTUNO

ARCHITETTO DELLE ACQUE

Bologna. L’acqua per la città tra Medioevo e Rinascimento

a cura di

Francesco Ceccarelli e Emanuela Ferretti

Bononia University Press

(2)

Ufficio Tecnico Federica Franchini ( responsabile ) Riccardo Covezzi Claudio Fiorini Marketing e Comunicazione Silvia Quici ( ufficio stampa ) Silvia Di Vincenzo ( marketing/eventi corporate ) Manuela Marino ( bookshop ) Chiara Fassio ( fundraising ) Amministrazione Daniela Vignoli ( responsabile ) Nargis Guerrouj Responsabile Segreteria Elena Turrini

Modelli presenti in mostra

Il modello della fontana per la incoronazio -ne di Carlo V a Bologna esposto in mostra è stato realizzato nel laboratorio SiLab del Dipartimento di Architettura della Uni -versità di Bologna da Giacomo Gresleri e Giovanni Bacci su disegno CAD di Giaco -mo Gresleri, Luca Fabbri, Teresa Cancel

-lari, Federico Cucchi, Giulia Corazzi.

Il modello delle Cisterne di Valverde trat -to dalla incisione di Marcantonio Chiarini (1763) è stato realizzato da Carolina Al -legrini, Lisa Baldi, Noemi Covili, Lavinia Femia, Leonardo Gerboni, Giulia Nalbani, Marco Santos Mariotti Rondoni, Marghe -rita Pelluso, Grejsa Vokopola, Marianna Vorotilov nel laboratorio LaMo del Dipar -timento di Architettura della Università di

Bologna (sede di Cesena).

Il modello della Fonte Remonda tratto dal -la incisione di Marcantonio Chiarini (1763) è stato realizzato da Giulia Birarelli, Jenni Brasini, Filippo Fiorentini, Valentina Gia -niculi, Lorenzo Indio nel laboratorio LaMo del Dipartimento di Architettura della Uni

-versità di Bologna (sede di Cesena).

Ringraziamenti I cu ra to ri d es id er an o rin g ra zia re B ru no A d or ni, N ad ja A ks am ija , Sil via B at tis tin i, F ra nc es ca B o ris , A nt on io B uit on i, M ar tin a C ar oli , D o ra C at ala no , V itt o rio C av an i, G ot ta rd o C en d ro n, G ia nc ar lo D e A ng eli s, L eo na rd o D in g i, M an ue la F au sti ni F us tin i, St ef an ia F ilip p i, L ou is F ra nk , M ar co G aia ni, P ao la G io ve tti, A ch im G na nn , G ia co m o G re sle ri, A le ss an d ro H er co la ni, C la ud ia Hercolani, Klaudia Kreslehner, Antonel -la Im ole si, C la ra M ald in i, A nn a M an fro n, F ab io M ar ch i, R oc co M az ze o, M as sim o Medica, Francesco Moschini, Aurelio Muz -za re lli, G io va nn i N ald i, G ia co m o N er oz zi, St ef an o P ez zo li, F ra nc es ca P ic cin in i, Sil via R os si, M ar ia T er es a S am b in , M ar ia C ec ilia U g oli ni, A ng elo Z an ot ti, i c oll ab o ra to ri d el C on so rz io d ei C an ali d i R en o e S av en a, l’Associazione Amici delle Acque, il Grup -po Speleologico Bolognese /Unione Spe -leologica Bolognese, il personale della Ve -ne ra nd a B ib lio te ca A m b ro sia na , lo st af f d ei la b o ra to ri SiL ab (G io va nn i B ac ci) e L aM o (F ra nc es co G uli ne llo , D av id e G ia ffr id a, Marika Mangano) del dipartimento di Ar -ch ite ttu ra d ell a U niv er sit à d i B olo g na e tu tti g li stu d en ti d el co rso d i S to ria d ell a C itt à e d el T er rit o rio (c o rso d i la ur ea m ag ist ra le in A rc hit et tu ra , C am p us d i C es en a) d eg li A.A. 2015-2016 e 2016-2017. Un ringraziamento particolare al Vice -sin d ac o d i M o d en a, G ia np ie ro C av az za e all ’a ss es so ra d el C o m un e d i M o d en a, L ud o vic a C ar la F er ra ri, p er l’im p eg no p ro fu so ne lla co nc es sio ne d el p re sti to d ell a c o p ia d ell a “ S ec ch ia R ap ita ” e sp o sta in mostra. Bononia Univ ersit y P ress

Via Foscolo 7, 40123 Bologna

tel. (+39) 051 232 882

fax (+39) 051 221 019

©

2018 Bononia University Press

ISBN 978-88-6923-299-2

www.buponline.com

info@buponline.com

I diritti di traduzione, di memorizzazione

elettronica, di riproduzione e di

adattamento totale o parziale, con

qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le

copie fotostatiche) sono riservati per tutti

i Paesi.

L’Editore si dichiara disponibile a regolare

eventuali spettanze per l’utilizzo delle

immagini contenute nel volume nei

confronti degli aventi diritto.

In copertina: Giovanni Boldini,

Fontana del Nettuno

, 1910

In quarta: Marcantonio Chiarini,

Se

zio

ne

delle Cisterne di Valverde

, particolare, 1763

Progetto grafico e impaginazione:

Gianluca Bollina - DoppioClickArt

Redazione: Milena Aguzzoli

Stampa: MIG - Moderna Industrie

Grafiche (Bologna)

Prima edizione: marzo 2018

IL N E T T U N O AR C H IT E T T O D E L L E A C Q UE Bologna.

L’acqua per la città tra

Medioevo e Rinascimento

16 marzo – 10 giugno 2018

Bologna, Museo ed Oratorio di Santa

Maria della Vita

Mostra organizzata da

In collaborazione con

Comune di Bologna

Università degli Studi di Bologna –

Dipartimento di Architettura Con il patrocinio di CIT TÀ METROPOLIT ANA DI BOL OGNA

Si ringrazia per il sostegno

Consorzio della Chiusa di Casalecchio

e del Canale di Reno

Consorzio della Chiusa di San Ruffillo

e del Canale di Savena

Consorzio degli Interessati nelle

Acque del Canale di Savena

Comitato scientifico Fabio Roversi-Monaco Francesco Ceccarelli Emanuela Ferretti Nadja Aksamija Nicola Aricò Jadranka Bentini Danilo Demaria Marco Gaiani Robert Gaston Giuseppina Muzzarelli Prestatori

Archivio di Stato, Bologna

Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio,

Bologna

Biblioteca Universitaria, Bologna

Biblioteca Gian Paolo Dore, Bologna

Biblioteca Panizzi, Reggio Emilia

Collezione Cendron, Bologna

Comitato per Bologna Storico Artistica,

Bologna

Comune di Modena

Dingi, Bologna

Raccolte Piancastelli, Forlì

Gruppo Speleologico Bolognese, Bologna

Musei Civici d’Arte Antica, Bologna

Museo Civico Archeologico, Bologna

ASP Città di Bologna

Mostra e catalogo a cura di

Francesco Ceccarelli, Emanuela Ferretti

Testi di

Francesco Ceccarelli

Danilo Demaria

Emanuela Ferretti

Daniele Pascale Guidotti Magnani

Davide Righini

Rossella Rinaldi

Richard J. Tuttle

Schede delle opere

Benedetta Basevi

Eleonora Caggiati

Eliana Carrara

Francesco Ceccarelli

Mark Gregory D’Apuzzo

Danilo Demaria Marco Di Salvo Emanuela Ferretti Antonella Mampieri Marinella Marchesi Mirko Nottoli

Daniele Pascale Guidotti Magnani

Francesca Piccinini

Davide Righini

Rossella Rinaldi

Giovanni Sassu

Maria Pia Torricelli

Maria Cecilia Ugolini

Veronica Vestri

Angelo Zanotti

Assicurazione

XL Catlin, Milano

Lenzi Paolo Broker, Bologna

Cornici e manutenzione opere

Lamma Otello e figlio, Bologna

Laboratorio degli Angeli, Bologna

Trasporti e allestimento

Artifigurative di Alberto Rodella,

Crespellano (BO)

con Franco Oddi

Progetto d’allestimento

Cavina Terra Architetti, Bologna,

con Claudia Vullo

Immagine coordinata e progetto grafico

Mauro Luccarini

Realizzazione grafica in mostra

Quadricroma, Bologna

in-novo, Bologna

Progetto educativo

Servizi educativi di Genus Bononiae, con

Simona Pinelli

Audioguide

Gestione Multiservizi srl, Firenze

Servizi Accoglienza

Auser Volontariato, Bologna

Cooperativa Servizi Museali, Bologna

Genus Bononiae. Musei nella Città

Presidente e Amministratore delegato

Fabio Roversi-Monaco

Responsabile Coordinamento

Annalisa Bellocchi

Responsabile Museo ed Oratorio di Santa

Maria della Vita

Graziano Campanini

Ufficio Mostre

Maria Elena Barbieri (

responsabile

)

Benedetta Basevi

Mirko Nottoli

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SOMMARIO

P

resentazione

Fabio Roversi-Monaco, Leone Sibani

s aggi L a fonte di piazza e L ’ architettura de LL e acque a B o L ogna ne L r inascimento Francesco Ceccarelli L’ acqua come “ materia L e de LL a costruzione ”: L e fontane e L o spazio ur B ano ne LL ’i ta L ia de L c inquecento Emanuela Ferretti i L sistema de LL e acque a B o L ogna ne L r inascimento Richard J. Tuttle L’ acquedotto romano e L e a L tre opere idrau L iche sotterranee di B o L ogna Danilo Demaria a cque , pozzi e fango , notai e cittadini . B o L ogna ne L d ue e t recento Rossella Rinaldi i disegni de LL a fontana de L n ettuno : una questione aperta Davide Righini u na piazza per iL n ettuno . n uove scoperte e pro BL emi aperti

Daniele Pascale Guidotti Magnani

i mmagini L a fontana de L n ettuno e L e cisterne di v a L verde ( 2018 )

Fotografie di Lucio Rossi

s chede B iB liografia generale Crediti fotografici Giovanni Bacci: pp. 176, 181 Marco Baldassari: pp. 44, 112-113, 114-115, 116, 117, 118, 119, 133, 165, 167, 183, 185, 186 Bologna, Archivio Comitato per Bologna

Storica e Artistica: p. 141 a destra

Bologna, Biblioteca Comunale dell’Archi -g in na sio : p p . 2 2-23 , 4 6, 49 in a lto , 7 2, 7 7 in basso, 127, 128-129, 131, 160-164, 169, 170 Bologna, Biblioteca Universitaria: pp. 25, 173, 174, 175, 177-178

Bologna, Cineteca: p. 81 in alto

Bologna, Collezioni d'Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bolo -gna: pp. 45, 64, 187, 188, 189, 191 Bologna, Fototeca del Polo museale dell’E -milia-Romagna: pp. 77 in alto, 79, 80 Bologna, Museo Civico Archeologico: pp. 16 in basso, 108, 109, 110, 144 E. Casagrande: p. 57 a sinistra Francesco Ceccarelli: pp. 21, 26, 49 in bas -so, 60, 61 a destra, 62, 120, 121, 134, 135, 146, 148-149, 150, 153, 156, 171 Darmstadt, Hessisches Landesmuseum: p. 71

Danilo Demaria: p. 56 in alto

Factum Arte, Madrid, © Musei Vaticani: pp. 42, 43 Emanuela Ferretti (archivio privato): 30, 36, 37, 38 a sinistra Firenze, Uffizi, Gabinetto Disegni e Stam -pe: p. 69 Forlì, Biblioteca Comunale “Aurelio Saffi”, Collezione Piancastelli: pp. 14 in basso, 140 Valentina Gabusi, Archivio di Stato di Bo -logna: pp. 14 in alto, 81 in basso, 136-137, 138-139, 145, 158

Haarlem, Teylers Museum: p. 18

L in z, G ra p his ch e S am m lu ng d es S ta d tm us eu m s L in z-N o rd ic o : p . 70 a sinistra Londra, British Museum: pp. 15, 16 in bas -so a destra, 19, 32, 124, 155 Milano, Veneranda Biblioteca Ambrosia -na: pp. 16 in alto, 142 Modena, Archivio fotografico del Museo Civico d’Arte (Paolo Pugnaghi): pp. 13, 63, 122 Napoli, Biblioteca Nazionale, Laboratorio fotografico digitale, Giorgio Di Dato: p. 34 New York, Cooper Hewitt, Smithsonian Design Museum: p. 38 a destra, 141 a sinistra Parigi, Cabinet des dessins, Louvre, Pho -to © RMN-Grand Palais / Thierry Ol -livier: pp. 33, 68 Reggio Emilia, Biblioteca Civica Antonio Panizzi: p. 179 Roma, Accademia Nazionale di San Luca: p. 17 Roma, Biblioteca  di Archeologia e Storia dell’arte: p. 70 a destra Lucio Rossi (RCR Studio Parma): pp. 10, 12, 20, 24, 40, 47, 50, 66, 86-106 Scala Archives: pp. 28, 35, 125 R. Simonetti: p. 57 a destra Vienna, Albertina: pp. 48, 157

(4)

Il Nettuno architetto delle acque Schede

170

171

gli auditori, a prendere possesso della sua carica. Il corteo si formava a porta Maggiore, da dove il magistrato faceva il suo ingresso in città, accompagnato dagli auditori, da un numeroso corteg-gio a cavallo, da trombetti e guardie; il pretore era coperto di una pesante cap-pa «di samice d’oro fiorato con fodera di zendale doppio cremisi, che costava lire 220» (Guidicini 1868-73, vol. II, pp. 409-410, raffigurata in Archiginnasio, ms. B 2329 c. 133), ben differente dal severo abito nero utilizzato in funzione (cfr. ivi, c. 134). Col passare dei secoli, il valore istituzionale della cerimonia si era affievolito, tanto che «questa fun-zione erasi convertita in una specie di mascherata» (Guidicini 1868-73, vol. II, p. 410). Il disegno di Ramponi è di notevole interesse perché mostra, sep-pure con qualche imprecisione, lo stato della piazza e del palazzo della Rota prima dei restauri e delle distruzioni novecentesche. La fontana, rappresen-tata a scala lievemente ridotta, è rac-chiusa dalla cancellata eretta nel 1605 e smontata nel 1888; è ben visibile una delle quattro fontanelle di servizio po-ste agli angoli della cancellata. Risulta ben evidente il particolare ruolo svolto dal Nettuno nello spazio urbano: il mo-numento era stato collocato allo sbocco del voltone del Podestà, una sorta di cannocchiale prospettico in grado di esaltarne i valori estetici, anche grazie al contrasto tra ombra e luce. Inoltre, la lunga facciata del palazzo della Rota costituiva un eccellente fondale, quasi teatrale, sul quale il corpo bronzeo del dio si stagliava in maniera evidentissi-ma: un effetto oggi vanificato dalla ria-pertura del cortile medievale in seguito agli interventi rubbianeschi.

Il palazzo del Podestà mostra i fine-stroni del piano superiore parzialmente murati: saranno riaperti con il restauro del 1887 eseguito da Raffaele Oppi (cfr.

Zucchini 1909, p. 41). Il palazzo della Rota e l’antico palazzo di Re Enzo ri-sultano unificati in un’unica facciata a cinque campate: la prima a sinistra do-vrebbe comprendere l’intera facciata del palazzo di Re Enzo, ma si tratta di una licenza di Ramponi poiché quest’ulti-ma era di ampiezza ben quest’ulti-maggiore del-le campate del palazzo della Rota. A parte ciò, è interessante notare come l’architetto del palazzo della Rota, pro-babilmente Francesco Morandi detto il Terribilia, avesse ricercato un’unità formale tra i tre blocchi: al piano terre-no il ritmo degli archi ripete quello del rinascimentale palazzo del Podestà, e lo stesso avviene con le ammorsature per

le lesene (mai realizzate) del secondo ordine, e per gli oculi del cornicione. Un oculo è mostrato anche nella porzione del palazzo di Re Enzo, ma questo det-taglio non risulta dalle foto di inizio Novecento ed è dunque da interpretarsi come un’altra licenza di Ramponi, che, in un’ottica ancora classicistica, mirava nel disegno a ‘correggere’ le difformi-tà stilistiche del complesso. Da notare anche che, attraverso il portale bugnato del palazzo, si può intravedere nel cor-tile quanto rimaneva del loggiato quat-trocentesco, murato a livello terreno ma ancora aperto al livello superiore.

Daniele Pascale Guidotti Magnani

38.

Francesco Colonna

Hypnerotomachia Poliphili

1499, Venezia, Aldo Manuzio Bologna, Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio, Ms.16. M.II*

La fortuna contemporanea

dell’Hypne-rotomachia Poliphili si lega alla

partico-lare ricchezza dei contenuti e all’ar-ticolazione compositiva e tematica del l’ap parato iconografico a corredo del testo, facendo dell’opera uno dei testi rinascimentali più frequentati dalla storiografia artistica e architetto-nica del secondo Novecento (Colon-na 2009). Fra le numerose questioni che ruotano intorno

all’Hypnerotoma-chia, l’identificazione del suo autore è

un tema che ha animato un dibattito lungo e complesso, polarizzato in

pri-mis sulla figura di Francesco Colonna

frate veneziano, o Francesco Colonna appartenente all’aerea romano-laziale (Colonna 2009; Id. 2012). Tale ro-manzo allegorico, che «per questo prevalente interesse per l’arte, e so-prattutto per l’architettura […] può a buon diritto rientrare nella trattati-stica Quattrocento» (Bruschi 1978, p. 149), contiene una cospicua serie di riferimenti al giardino rinascimentale, al suo allestimento, ai valori iconolo-gici e alle varietà vegetali ospitate, oc-cupando così un ruolo fondamentale nelle ricerche sullo sviluppo di que-sto tema nel cruciale passaggio fra il Quattrocento e il Cinquecento (Ven-turi 1982, p. 712; Péricard-Méa 1998; Hunt 1998; Polizzi 1998). In questa prospettiva, anche le acque, i condotti e le fontane hanno una specifica ri-levanza e sono temi trattati in chiave estetico-formale, materica, antiquaria e letteraria, con una specifica

sensibili-tà per gli aspetti percettivi e sensoriali a trecentosessanta gradi. L’acqua nel-l’Hypnerotomachia, infatti, crea suoni,

diffonde profumi, esibisce meravigliosi effetti visivi in rapporto all’architettura e al paesaggio, e come liquido – caldo Pdf concesso da Bononia University Press all'autore per l'espletamento delle procedure concorsuali

(5)

Il Nettuno architetto delle acque Schede

172

173

o freddo, immobile o spumeggiante – intesse specifiche relazioni tattili con i protagonisti. Fra le fitte trame della narrazione si trovano, inoltre, puntuali riferimenti anche agli aspetti funzio-nali e infrastrutturali dell’acqua, resti-tuiti ora attraverso l’evocazione della grandezza degli antichi acquedotti (HP, 23), ora mediante un riferimento puntuale al sistema di condotti mar-morei che assicurano il rifornimento e anche il contenimento delle acque nell’isola di Citèra (HP, 312), ora grazie al disvelamento della funzio-ne pratica (di regolaziofunzio-ne dell’impeto dell’acqua) che svolge il stupefacente serpente d’oro nella complessa fontana di Venere (HP, 373).

Al pari di sculture, manufatti ar-tistici, edifici monumentali e antiche rovine che popolano il racconto, le fontane sono in molti casi delineate nelle celebri illustrazioni incise su le-gno. È nell’ekphrasis, tuttavia, che si colgono tutti i molteplici aspetti co-agulatisi in questi oggetti che, per il loro precipuo vitalismo, partecipano appieno alla resa dell’atmosfera fan-tastica e misteriosa in cui si snoda il viaggio onirico di Polifilo. Le fontane e le acque, inoltre, divengono prezio-si tasselli di un’antichità evocata se-condo un approccio volto a coglierne, oltre ai caratteri “emozionali”, anche le singole aggettivazioni decorative; allo stesso modo, vengono focalizza-ti gli aspetfocalizza-ti favolisfocalizza-tici e “romanfocalizza-tici”

ante litteram nella dimensione di una

inesauribile varietas che ne caratteriz-za, in termini generali, le articolazioni espressive, pur non mancando – come è stato notato – citazioni precise di monumenti, opere della Roma an-tica e frammenti epigrafici, noti nel Rinascimento (Donati 1975; Calvesi 1987; Del Lungo 2004).

Anche le sorgenti e le fontane divengono, così, i nodi di una fitta trama di citazioni e riferimenti alla tradizione letteraria antica, medioe-vale e umanistica che attraversano l’o-pera e che ne rappresentano uno dei caratteri connotativi, come l’ampio commento a corredo dell’edizione del 1998 ben illustra (Hypnerotomachia

Poliphili 1998).

Fra le numerose fontane che pun-teggiano il racconto, uno snodo con-cettuale di grande rilievo è rappresen-tato dalla fonte di Venere al centro del teatro dell’isola di Citèra (HP, 358 e sgg.). Si tratta di una struttura archi-tettonica a pianta ettagonale con cu-pola di cristallo su colonne che, per i suoi caratteri materici, è strettamen-te connessa all’edificio strettamen-teatrale di cui materializza, in una epifania di pietre policrome, un simbolico omphalos. Si definisce dunque in questo passaggio un tema importante per la cultura delle acque e delle fontane architetto-niche del Cinquecento e del Seicento, ovvero la connessione acqua-fontana/ ninfeo-teatro che troverà le sue prime

e significative declinazioni nel cor-tile del Belvedere di Bramante e nel primo progetto di Raffaello per villa Medici a Montemario, avendo già avuto – come evidenziato da Ruffini (Id. 1983) – una iniziale cristallizza-zione nelle pagine del Trattato di Fi-larete. Non meno degna di interesse è l’attenzione riservata nel testo alle “fontane intermittenti”, ovvero a que-gli oggetti (di dimensioni relativa-mente modeste, alimentate secondo principi di idrostatica già descritti da Erone di Alessandria) che animavano feste e banchetti e che sono qui de-scritti con estrema accuratezza (HP, 105 e sgg.).

L’Hypnerotomachia si può conside-rare il punto di accumulazione di ver-santi culturali diversificati che hanno nella passione per l’Antico e nel fer-mentante dialogo col suo immenso universo di riferimenti concettuali e materiali, il loro minimo comune denominatore. Aprire confronti fra specifici contenuti dell’opera e l’arte e l’architettura del secolo successivo è un’operazione ermeneutica legittima (Kretzulesco-Quaranta 1986), ma non deve prescindere dalla consapevolezza dell’esistenza di un comune sostrato che, pur con dissimetrie e singolarità, pervade la penisola al passaggio del secolo, segnando percorsi che verran-no pienamente sviluppati nei decenni successivi.

Emanuela Ferretti

39.-40.

Ulisse Aldrovandi

Methodi diversarum

scentiarum et artium. Index

methodorum

Biblioteca Universitaria di Bologna, Ms. Aldrovandi 40

Guillaume Philandrier

M. Vitruvii Pollionis. De

architectura libri decem

1552, Lugduni, Ioan. Tornaesium Biblioteca Universitaria di Bologna, Aula 4.Q.8.16, volume posseduto e postillato da Ulisse Aldrovandi

L’interesse di Ulisse Aldrovandi per l’architettura e in particolare per il trattato di Vitruvio non è stato mai va-gliato con attenzione dalla storiografia fino a tempi recenti (Brizzolara 1983, pp. 121-122, Ceccarelli 2016). Tra le carte del grande naturalista bolognese si trovano infatti numerose testimo-nianze scritte e documenti grafici che attestano di una sua grande attenzione nei confronti della dimensione teorica e linguistica dell’architettura, sviluppata a partire dagli anni giovanili di studio trascorsi tra Bologna, Padova e Roma e poi coltivata saltuariamente nell’arco di una vita. Si tratta di un materiale frammentario ed eterogeneo, costituito da scritture e disegni in larga parte au-tografi, che costituiscono quanto resta di una produzione probabilmente assai più larga ed estesa anche a manufatti, “anticaglie” e modelli solo parzialmente documentati negli inventari della sua collezione museale e oggi perduti. Tra questi documenti vanno segnalati in particolare le adnotationes al De

archi-tectura di Vitruvio, un corpus di

docu-menti non del tutto organico, ma ben strutturati attorno a un preciso nucleo tematico, comprendenti appunti,

me-thodi (tavole schematiche e ordinatrici

le quali permettono di evidenziare e memorizzare una disciplina specifica) ed elaborati grafici.

Un nucleo consistente di questi di-segni architettonici, che si riallacciano a passi del testo vitruviano e che furono probabilmente eseguiti con l’intento di provare a spiegare certi termini tecnici

particolarmente oscuri o di illustrare dei dispositivi funzionali desueti resti-tuendone l’aspetto sconosciuto, si trova rilegato in un codice della Biblioteca Universitaria di Bologna, il Ms. Aldro-vandi n. 40, che qui viene esposto assie-me a due dei testi di Vitruvio posseduti e postillati dallo scienziato e che certa-mente furono alla base delle sue rifles-sioni teorico-pratiche sulla disciplina.

All’interno di questo codice in

fo-lio si trovano 29 tavole architettoniche,

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