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Per la storia del declino dell'Impero genovese nel Levante nel secolo XV

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G I A N G I A C O M O M U S S O

PER LA STORIA DEL DECLINO

DELL'IMPERO GENOVESE NEL LEVANTE

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!\el congedare questi som m arii prelim inari a un vasto lavoro di ricogni­ zione bibliografica e documentaria ohe è in via di com pim ento, l ’autore rin ­ grazia innanzi tutto il prof. Geo Pistarino p er le sue in telligen ti osservazioni ed esortazioni ; quindi la direzione e il personale d ell'A rchivio di Stato di Ge- nov a, della B ib lioteca U niversitaria e delle altre b iblio tech e della città, che con com prensione e amicizia Io hannò in tutti i modi agevolato. I n particolare poi ringrazia il padre E nrico di Rovasenda O. P.

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I

P E R LA STORIA D E L P R O B L E M A

L a storia degli studi sul declino dell’impero dei Genovesi nel L e v a n te in tutto il corso del secolo XV presenta u n a bibliografia ricc a e v a r ia . R icercarla ed esaminarla dovutamente costituisce la p re m e s sa , difficile, ma indispensabile, del lavoro ch e ci p ro ­ p o n ia m o . Infatti, accingendoci a raccogliere e a descrivere il m a ­ teria le docu m en tario, ancora inedito e sconosciuto, e com u n q u e da u tilizzarsi, su questo argomento, ai fini di una ricostruzione storica p iù nuova e più esauriente, noi non possiamo lim itarci a r i c h ia m i fra m m e n ta ri e sporadici su quello che a tu tt’oggi è stato detto e p ro do tto , tanto più trattandosi di un ca m p o in cui gli studi sono stati copiosi e spesso eccellenti, e che p e ra ltro offre a n c o r a alla ricerca di prima mano una documentazione, ch e è poco definire affascinante, mediante la quale si possono intravve-dere sviluppi sempre più nuovi delle nostre conoscenze e in ter­ p retazio n i in m ateria. È quindi evidente la necessità, in sede pre­ l im in a re , di una vera e propria considerazione, o rgan ica e arti­ co la ta n ella sua tematica e nella sua cronologia, di quanto finora è stato p r o d o tto : il punto di partenza più opportuno d ovrà ov­ v ia m e n te essere quello in cui l’argomento stesso h a co m in cia to a porsi co m e un problema per l’osservatore e il r ice rc a to re , tenen ­ do a n ch e presente la eventualità di reperire ciò ch e p otre b b e sfuggire in un primo momento. Dicendo questo ci rife ria m o alla esigenza di una indagine supplementare, volta a ritro v a re e u ti­ lizzare le tr a cc e , in qualche modo ancora rinvenibili, del lavoro p r e p a r a t o r i o compiuto dagli studiosi, soprattutto, è ovvio, da quelli degli ultimi due secoli, in particolare le loro co rrisp o n

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(lenze, p e r fa re così a n c o r p iù risu lta re la v ita lità d el n ostro a r­ gom ento q u ale p ro b le m a di g ra n d e interesse p e r la s c ie n z a storica. Un analisi, co m e quella di cui stia m o p a r l a n d o , p u ò e deve essere innanzi tutto una r i c e r c a di storia della s to rio g r a fia . C om e tale, essa d ovreb b e p re n d e r e l'avvio d alla s e c o n d a m e t à del se­ colo X V I I I , cioè da q u an do la storia dei G enovesi n e lle t e r r e e sui m a ri del vicino O riente co m in ciò a essere o ggetto di u n a vera e p r o p r ia eu ristica e di un effettivo in q u a d r a m e n t o e r a g io n a ­ m ento sto ric o . T u tta v ia u na storia degli studi, d ella q u a le in que­ sta sede v og lia m o d a re u na idea s o m m a r i a , p r o p o n e n d o n e uno sc h e m a di m a ssim a , deve essere c o llo ca ta in una p ro s p e ttiv a più a m p ia .

In fatti le vicende, ch e p o r ta r o n o alla fine del d o m in io co lo ­ niale dei Genovesi, furono già, a loro te m p o , oggetto di riflessione da p a rte di c o n te m p o r a n e i. Questo p e rc h è fu subito a v v e rtito il p ro b le m a di una possibile sopravvivenza di questo d o m in io , dei lim iti più o m en o la rg h i di una sua d u ra ta , dei m o t i v i d e te r m i­ nanti della sua cad u ta e, finalm ente, di quanto a n c o r a p ote v a re ­ starn e co m e retaggio nei paesi ch e n e e ran o stati la sede.

Si tra tta dunque di p a rtire dallo stesso secolo X V ; p a r la n d o di esso, a n c o r più ch e alla storiografia, co n v e rrà r ife r ir s i ai reso­ conti dei viaggiatori ch e, p e r tutto il suo corso, p e r c o rs e ro in en ­ tra m b i i sensi l ’itin erario tra l ’Occidente latino e l ’O rie n te bizan ­ tin o e m u su lm a n o , dai B a l c a n i al Caspio, dalle isole del Medi- te rra n e o su d o rien tale al M a r Rosso. Questo p e r c h è la m a g g io r p a rte dei cronisti e degli annalisti trop p o spesso si rip e to n o con notizie di seconda m an o e presentano fatti ch e si p e rd o n o nel com plesso di quadri generici e sbiaditi oppure, a n ch e , sono infir­ m a ti da p re o ccu p a z io n i apologetiche. T a le è il caso degli annalisti genovesi e di coloro ch e scrivevano seguendo il m ito d e ll’idea- forza di c r o c ia ta , n o to riam en te in ripresa in quell’e p o c a e d e te r­ m in a n te nel c o n c o rr e re alla creazione del co rrisp o n den te m ito di una b a r b a rie tu rch e sca , di fronte alla quale l’O ccidente cristiano si sentiva in dovere di inorrid ire !

I v iaggiatori, invece, offrono spesso elementi di p r i m a m ano, osservazioni d irette e acute, fatte sotto l’impressione viva della im m e d ia te z z a della situazione. Come tutti sanno, le relazioni di questi v iaggiatori, sem pre più ricche, dettagliate e interessanti

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nelle loro descrizioni, si moltiplicano progressivamente per tutto il Q uattrocen to . Ora, assai più dei loro predecessori, i viaggiatori q u a ttro ce n te sch i che, per intelligenza e acume, sentivano il biso­ gno di rife r ir e organicamente quanto avevano visto e saputo e, di co nseguenza, ragionarci sopra, non potevano, innanzi tutto, non fare i conti con le situazioni politico-civili, diplom atiche e m ili­ tari ch e , in graduale e articolato sviluppo, via via diversifìcantesi nello svolgersi di' un secolo, erano quelle della fine di Bisanzio e, dopo la m e te o ra dì Tamerlano, delle affermazioni della potenza espansionistica del Turco verso l’E uropa, nella duplice direttiva dei B a l c a n i e del Mediterraneo orientale.

11 solo menzionare queste cose vuol dire riferirsi a un q ua­ dro im m e n so , che si' pone per noi in una gigantesca prospettiva sto ric a , n e ll’essere e nel divenire. P e r i contem poranei doveva c e r to tra tta rs i di una impressionante attualità, che sconvolgeva e faceva m e d ita re . Ê ovvio che a una osservazione a cu ta e interes­ sata del fenomeno non poteva sfuggire, per la sua rilevanza, il d r a m m a del dominio dei Genovesi, prossimo a ca d e re e tuttavia a n co ra vigoroso, tutt’altro che in agonia o in fase di liquidazione fa llim e n ta r e .

Il nostro esame comincerà dunque col mettere in rilievo le osservazioni più significative di quei viaggiatori, il cui lavoro di resocon tisti cominciava allora a v arcare i limiti di uno spirito p u ra m e n te mercantesco, per aprirsi a grandi interessi geopolitici e sto rico-civ ili. La serie di questi scrittori si apre con uno Schildt- b e rg e r e un Gonzales de C lavijo; prosegue, m atu ran do , con un T a f u r e un Bertrandon de La Broquière, per a rriv a r e sino a un B a r b a r o e a un Contarini. Questo osservare e riflettere sulle vi­ ce n d e c h e ci interessano, in una luce di viva attualità, è il motivo di m a g g i o r risalto che ci è dato rilevare nella pertinente le tte ra ­ t u r a quattrocentesca. Con tutto ciò, non dobbiamo sottovalutare c h e è p r o p r io di questo periodo l’inizio del tentativo di im postare il nostro problem a in una prospettiva storica. Ci r ife ria m o , in questo ca s o , all’opera di quegli storici che scrissero possedendo d irette inform azioni, per conoscenza e per esperienza, quali, ad e se m p io , Benedetto Dei ed Enea Silvio.

V o le n d o però considerare, con la maggiore co m p letezza pos­ sibile, il m o d o di porsi all’attenzione e alla riflessione dei tem p i

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d ell’e stre m o , ma energico, sforzo dei Genovesi nel L e v a n t e e della loro inevitabile caduta di fronte alla grande re a ltà t u r c a , prota­ gonista di u na nuova storia, non possiamo e v id en tem en te limitarci alle testimonianze del mondo latino. Prezioso è in fa tti a n ch e quel ch e d icon o alcuni cronisti bizantini, con rilievi p ie n i di interesse, ch e si ritrov a n o in passi del Ducas e del C a lcon d ila. Così anche non si p o trà prescindere da una ricognizione di q u e llo c h e ci può offrire la storiografia ottomana, cominciando coi suoi p a d ri, gli Asile P a sa e i Nesri, p e r proseguire fino all’età dei suoi grandi co m p ila to r i, quella che va da Hadgi Kalfa e L u fti P a sa fino a Sa d-al-Din. Qui bisognerà, co m ’è doveroso e ovvio, fa r tesoro, con gratitud in e, di quella grande componente della moderna scienza sto rica che comincia colla monumentale o p e r a del B aron e von H a m m e r e arriva oggi alla formidabile attività di F ra n z B a b in g e r.

A l p rin cip io del Cinquecento, l’impero genovese, con la sola, nota, e ccezion e del baluardo di Chio, è ormai cosa c h e a p p a rtie n e al passato. Tuttavia le relazioni dei viaggiatori della p rim a metà di quel secolo riportano vive impressioni della persistenza del ri­ co rd o dei Genovesi in quelle terre che erano state lo r o . L a cosa è com p re n sib ile se pensiamo, per esempio, che, oltre un q u arto di secolo dopo la conquista turca, notai genovesi continuavano reg olar­ m ente a ro g a re in Pera (e di qualcuno di loro, c o m e T e r a m o da Castellazzo, Domenico de Algario, Niccolò e Antonio ria T o rriglia, possediam o ancora numerosi atti). È inoltre appena necessario ri- c o rd a re ch e siamo nel periodo aureo dei viaggi dei Genovesi nell’O- riente, da Giorgio Interiano a Paoletto Centurione C an telli. È quin­ di evidente ch e , nell’epoca in cui le raccolte di un H a k lu y t e di un R am u sio fanno la fortuna europea delle relazioni di viaggio, al­ cune di esse, Roncinotto, Ramberti, Van Ghystele, ecc. . . ., costi­ tuiscano uno dei punti di sviluppo della storia del nostro pro­ blem a.

Dimensioni nuove ci si presentano poi nella seconda m età del secolo, nel complesso di un’ampia discussione pubblicistica e sto­ riografica riguardante il tramonto della potenza dei L a tin i in Orien­ te e l’afferm arsi del Turco, per cui si va alla ricerca delle cause di tutto ciò. Giunti a questo punto bisognerà, infatti, a v e r ben pre­ sente quanto è stato prodotto nell’epoca di un F og lietta, di uno^

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E tien n e, di un Dolio, di un Busbecq, di un Chytreus, di un Cam e­ rarius e di un C arr « of thè Middle Tempie », mentre con il Lowen- klaw nasce la moderna storiografia di cose turchesche.

V a rie tà molteplice di interessi e un nascente spirito di ricerca scientifica possono farci ricevere nuovi lumi dall’opera dei grandi viaggiatori del Seicento, quali il Broniowski, il Fiirer, lo Chardin, il I h e v e n o t ; nè bisogna dimenticare che qualche pagina della storiografia di quel secolo dà pregnanti osservazioni al nostro ri­ guardo, p e r esempio nell’opera di Robert Knolles.

Nel secolo successivo l’interesse per la storia della colonizza­ zione dei Genovesi, ai suoi albori, nel suo apogeo e nel suo declino, passa sul piano di una vera e propria meditazione storiografica, pu r con tin u an do ad arricchirsi di preziosi elementi di cognizione e di giudizio, con l’opera sempre attuale di viaggiatori, che continua con so rp ren d en te copiosità nelle relazioni del De T o tt, del B rya n , del V equesnel, del Boscovich . . . Ma, come dicevamo, è l ’affermarsi dell'a rgo m e n to negli interessi della ricerca scientifica, che da que­ sto m o m e n to comincia per noi ad assumere un p articolare rilievo. T r o v ia m o così che in collezioni di erudizione storica di portata g enerale, quali, ad esempio, quelle del Palili e del C apm any, ap­

paiono documenti, originali e fino ad allora sconosciuti e inediti, dire tta m e n te riguardanti i Genovesi e 1 Oriente. Intanto, proprio attorno agli anni in cui la conquista lussa della C rim ea riporta, p e r più motivi, l’attenzione su quei territori, la storia della dom i­ nazione coloniale genovese si eleva a una vera e p ro p ria dignità di studio scientifico coll’opera dell'abate Oderico. Essa costituisce il p rim o tentativo di una sistemazione organica di un m ateriale di p rim a m a n o con piena coscienza degli sviluppi del nostro proble­ m a : p e r questo si dovrà tenerne gran conto, sia p e r quanto ne è pubblicato sia per gli inediti, che meritano uno studio particolare.

Siam o alla fine del Settecento: con 1 opera dell Oderico, eppoi an ch e del Formaleoni e del Semino, — quest ultima ancora in at­ tesa di u na edizione a stampa. — la storia delle colonie genovesi nel T a u r o , sul M ar Nero e nelle isole del Mediterraneo orientale, è o rm a i un importante capitolo di storia della storiografia, tra gli studi m ed ievali e quelli moderni. È un momento d e cisiv o; studiosi di fo rm azion e diversa cercano con comune intento una docum en­ tazione originale, che faccia passare 1 argomento dalla pubblicistica

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e dalla mem orialistica alla scienza storica. Così p o c h i anni dopo gli a r c h iv i genovesi potevano essere oggetto della p r i m a ricogni- zione sistem aticam ente organizzata per il ritrov am en to di fonti sui r a p p o r ti tra Genova e l’O rien te: quella del De S a cy .

P oste tali premesse, è ovvio che, nel p eriodo im m e d ia ta m e n te successivo, si potessero finalmente avere opere a m p i e e organiche, volte o rm a i a ricostruire un mondo che appariva s e m p r e più vario ed entusiasm ante. Siamo così al lavoro degli storici genovesi della p rim a m e tà del secolo X I X , quali un Pagano, un S au li e un Canale. M a, a n ch e al di là degli studi regionali, clic pure, in questo caso, sono così pregevoli, l'argom ento entrava di diritto nella moderna cu ltu ra scientifica su di un piano eu ro peo ; in quella geografica e geostorica del Ritter, del K lap roth e del Lelewell, c o m e in quella v e ra m e n te e propriamente storiografica, dal D epp in g a ll'E lie de L a P ri m a u d a i e . È l'avvio a lutto un fervore di ric e r c h e e di studi, ch e prosegue in incessante sviluppo, proprio nel giro di anni in cui il b a ro n e von Hanimer, visitando il Genovesalo, sentiva l’esi­ genza di rich iam are al proprio spirito il ricordo della grandezza dei Genovesi in quel vicino Oriente, la cui storia egli tanto a m a v a ! N é, nello stesso periodo, veniva meno l'interesse di gran di viaggia­ tori, ch e è appena necessario ricordare le relazioni dei Ross, De- m idov, de Iiell . . .

Dalla m età del secolo in poi, gli archivi e le b ib liotech e geno­ vesi co m in cia n o a essere meta di dotli di tutta E u r o p a , ch e vanno ricostruendo la grande vicenda dei latini nell'Oriente, dal De Mas L a tr ie allo Heyd e allo Ilopf. Si viene così creando una m eravi­ gliosa collaborazione tra studiosi genovesi e scienza sto ric a europea, ch e rap p resen ta la fase più alta e più nobile di qu an to la nostra città ha saputo dare agli studi. Non possiamo qui non pensare con quanta com mozione di accenti avrà a parlarne il p a d re Vigna, nel pieno della sua grande e travagliata attività, e a co m e la esalterà lo Ileyd in una bellissima lettera scritta da Stoccarda il 7 agosto 1 8 9 9 , p e r rico rd are il valore dell'opera del compianto De Simoni.

Interesse di studiosi di levatura internazionale, attività inde­ fessa di ricercatori locali, in esemplare comunità di intenti, rie­ scono a conseguire, nel periodo culminante della cu ltu ra storio­ grafica del secolo scorso, un duplice risultato. Da una parte le ri­ ce rch e e le ricostruzioni storiche si susseguono copiose, dando luogo

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a una vera e propria branca specifica degli studi ligustici ; dal-1 altra , le magnifiche vicende dei Genovesi in partibus o rien ta lib u s

e il d r a m m a del loro tramonto, trovano la loro giusta posizione e i loro logici collegamenti nei grandiosi tentativi di generale ri- costruzione dei rapporti tra Oriente e Occidente alla fine del m e­ dioevo e al principio dell’età moderna. Siamo dunque a una p ie­ nezza di relazioni per cui, partendo dalla storia loca le , si costi­ tuisce una componente essenziale del panorama e della genesi degli incon tri e degli scontri di più civiltà: sarà questo il m erito di una serie di generazioni di storici, che comincia coi F a llm e- r a y e r e cogli Zinkeisen e si è venuta poi sempre più ricca m e n te sv iluppando, specie ad opera di bizantinisti e orientalisti tede­ schi. In questo senso la storia dell’impero coloniale genovese h a rivelato implicanze di ogni genere con più civiltà, in m an iera sem pre più sorprendente. Pensiamo, per esempio,, che, con V. L anglois e co ll’Alishan, si pensa finalmente anche ai ra p p o rti co ll’A rm e n ia .

Un ca p ito lo importante è quello del contributo dato, nel corso d i più di un secolo di attività, dal lavoro di studiosi russi. Il loro interesse per la grande avventura dei Genovesi dal T a u ro al Caucaso, com incia per tempo, cioè da quando alcune di quelle te rre divennero dominio russo; ne fanno fede la preziosa testi­ m o nianza del nostro Oderico e, un po’ più tardi, il decreto di Alessandro I , che stabilisce la riedificazione dell’antica Teodosia. In seguito il ricordo dell’epoca genovese di certe te rre , o rm ai russe, c o m p a re sia nell’opera di qualche viaggiatore-geografo. — K o e h n e , Pallas, — sia nelle monumentali storie g enerali della im m ensa realtà territoriale e politica dell’impero russo, quali quelle del Karam zin e del Solovev.

Ma lo sviluppo della scienza russa del secolo scorso, appog­ giata a gran di istituzioni accademiche, conduceva ad affrontare il p ro blem a in sede specifica. Naturalmente, non era dato agli stu­ diosi di quel paese di disporre di una documentazione cosi vasta (piale quella degli archivi genovesi. Viceversa era davanti ai loro occhi la viva realtà di palpitanti testimonianze m o n um entali, a r­ ch eo lo g ich e, numismatiche e sfragistiche, come pu re la possibi­ lità di riesam inare e ricostruire il complesso di quella rete di vie di com u n icazion e che è tra le più interessanti di ogni tem p o. L a

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scienza russa faceva così la rg o posto agli studi sul T a u r o dei Ge­ novesi con la serie delle e cc e z io n a li m o n o g ra fie sto rico-g eog rafi­ ch e di P . B r u u n , m e n tre c o l l ’o p e ra del M u r z a k e v i c a p p a r iv a la p r i m a sintesi storica delle v icen d e di Caffa. P iù s p e c if ic a m e n te ri­ volte a illu stra re m a t e r i a li di p rim a m a n o (in is p e c ie , è logico, a rc h e o lo g ic i e n u m is m a tic i) fu ron o invece i c o n tr ib u t i di altri studiosi, quali un J u r g e v i c e u n A rk a z .

Con p ro n te z z a di iniziativa e sp irito di c o l l a b o r a z i o n e , da p a rte russa si offriva agli studiosi genovesi il p o r t a t o d elle p r o ­ p rie r i c e r c h e , rice v e n d o in c a m b io , co lla solita s o le rz ia e gene­ rosità dei nostri p re d e ce s so ri, n u m erose in d ica z io n i di m a te r ia le d o c u m e n ta ri o . Così, c o m e con studiosi di ogni a l tr a p a r t e , — fran cesi c o m e il De M as L a t r i e e il B e lin , te desch i c o m e lo H eyd e lo H o p f, greci c o m e il P a sp a tis, — a n ch e con i russi il C an ale e, so p ra ttu tto , il B e lg r a n o e il De Sim oni non fe c e ro a tte n d e re le p r o p r ie risposte.

A questo punto si d o v rà a n ch e g iu d icare il la v o r o di questi ul­ tim i in questo settore. Attenti a ogni cosa del passato genovese che li colpisse, senza avere forse un tem a ch e costituisse un p r o b le m a di fondo, i due studiosi si d ied ero rip e tu ta m e n te a r i c e r c a r e e illu­ s tra r e q u an to potevano tro v a re an ch e in questo c a m p o . Il risul­ tato fu q uello di a p p r o n t a r e testi e indicazioni p re z io se p e r gli studi, da cu i si possono tuttora rica v a re elem enti nu ovi di in ter­ p re ta z io n e , co m e già sep p ero fare coloro che da tutta E u r o p a ri­ co rr e v a n o a una fonte così munifica. Così, p e r o p e ra del B e lg ra n o e del De Sim on i, an ch e in sede genovese si profila, s e m p r e più m a t u r a , 1 istanza di dedicarsi a un lavoro di a m p ia r a c c o lta do­ cu m e n ta ria origin ale, p ien am en te corrisp on den te a lla esigenza di u na e ru d izio n e e u ro p e a dalla quale em erge, da questo p u n to di vista, il lavoro dei M iklosich e Müller, dei S a fa rik , degli Ilu m - b ert, dei Szilâdy, Szilâgyi, T h u r y e K aracso n , dei Satlias, degli A m a r i e dei P red elli . . . , nelle cui collezioni, non d im e n t i c h i a ­ m o lo , sono rip e tu ta m e n te presenti documenti o, a lm e n o , elem en ti utili p e r la storia ch e ci interessa.

Giunti a questo punto, dobbiamo ferm arci un attim o a ri­ c o r d a r e ch e , quando il nostro discorso passerà dallo stato di p ro ­ filo s o m m a r i o a quello di trattazione dettagliatam ente c ritic a e a n a litic a , gli si im p o rrà un attenzione, reverente e co m m o ss a ,

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verso il p a d ie Amedeo Vigna O.P. La sua opera m onum entale, ch e forniva un mezzo di lavoro elaboralo con intelligenza e sapienza, del tutto degno di quelli grandiosi, a cui ci siamo p o c ’anzi rife- riti, e cosa a tutti nota. Meno si sa del dramma u m ano, intellet­ tuale e m o ra le , che essa rappresentò per il grande u o m o , e dei suoi progetti di lavoro. A lui guardava comunque da più p arti la scienza di allora come a una guida indispensabile riconoscendo a m p iam en te i suoi meriti, come fece, per esempio, l ’A cca d e m ia di Odessa, nominandolo socio, su probabile istanza del Murza- kevic, ch e accompagnò la spedizione del diploma con una squi­ sita lettera.

T r a i due secoli la grande tradizione europea di studi, ugual­ mente volta a editare fonli, a produrre monografie specifiche e a fare adeguato posto alle vicende del Quattrocento genovese in Oriente in sede di storia generale, trovò un degno co n tin u ato re nello J o r g a , c h e fu forse, tra gli studiosi stranieri di ieri, colui che meglio conobbe, da questo punto di vista, gli archivi geno­ vesi. O rm ai la esigenza scientifica di tener sempre conto di questa ricchezza documentaria e della problematica che da essa può de­ rivare, con aspetti sempre nuovi, è comunque una base indiscussa di lavoro. Una bibliografia ragionata e sistematica dell’argom en to avrà n atu ralm en te il compito di ragguagliare su tutto quello che può interessare di una letteratura storiografica già divenuta im ­ mensa.

l u t t a v i a . anche facendo uno schizzo generale, non sarà inop ­ portuno rico rd a re alcuni dati-base, proprio per fornire a u na bi­ bliografia, co m e quella sopra auspicata, qualche utile punto di aPP°gg<° e di riflessione, indicandone anche un poco le linee maestre. P r o p r io durante il primo conflitto mondiale, la « Società ligure di storia patria » andava elaborando il progetto di un co­ dice d ip lom atico delle colonie genovesi, che avrebbe dovuto c o ­ stituire un sistematico complemento al Vigna. Con l’appoggio del ministero delle colonie, se ne parlò piuttosto a lungo, co m e r i ­ sulta daH'archivio epistolare della società stessa. Ma il progetto.

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forse p e r le difficoltà dei te m p i, fu la scia to c a d e r e ; va p e r a l tr o detto ch e esso non fu m a i c o r r e d a t o n e m m e n o di u n a p r o g r a m ­ m a z ion e o rg a n ica . Da a llo ra le edizioni di d o c u m e n ti non h an n o più potuto segnare p ro gressi così rile v a n ti, c o m e q u e llo del^ l ’o p e ra del V ign a, e sono state in sostanza lim ita te a lle a p p e n d ic i di inediti a m on ografìe p a r t ic o l a r i . Di qu i l ’e sig e n z a di r ip re n dere la via m a e s tra d e ll’insegn am en to del p a ssa to , sta n te la dispo nibilità, a n c o ra im p o n e n te , di un m a t e r i a le ignoto e in e d ito .

H a n n o , invece, avuto u n a ce rta e m e r i t a ta f o r t u n a le sintes’ espositive sulle v icend e d e ll’i m p e r o co lo n ia le d ei G e n o v e si, d quella gen e ra le , sia to p o g ra fica m e n te sia c r o n o l o g i c a m e n t e , e b r ’ lautissim a, forse tro p p o , del L o p e z , a quelle p iù r e c e n t i del Ma lowist su Caffa, d ell’A rg en ti su C h io e dello H il l, c h e h a d

cato ai d om in i genovesi n ella C ip ro dei L u sig n a n o u n a c o n s ’ revoie p a rte della sua sto ria d ell’isola. T r a esse, p e r la r ic c h e z della d o c u m e n ta z io n e , quella d ell’A rg en ti è c e r to la più *m P nente. Gli studi genovesi di c a r a tt e r e più g e n e r a le h a n n o poi v ^ talvolta u n a ce r ta atten zion e verso il nostro p r o b l e m a , co sa ^ p e r e sem pio h a fatto re c e n te m e n te lo H e e rs nel suo s p a c c a to storia sociale ed e co n o m ic a del Q u a ttro ce n to genovese. N é nuto m e n o l’interesse dei russi p e r la storia del T a u r o genov , c o m e dim ostra l ’o p era a n tiq u a ria della in faticab ile E . S k rzin sk e q u ella storica dello Z ev ak in e del P e n c k o .

M olta gratitudine gli studiosi genovesi d evo n o, t r a i p a r e c c h e qui si dov reb b ero n o m in a re , a F r a n z B a b in g e r, il q u a le , c h e in c a m p o di storia genovese, ci ha dato, via v ia , e s e m p l a

tra ttazion i sulla presenza di Genova nell O riente d e l Q u a ttro c e n t , sia c h e ci p a rli di personaggi singolari e co sp icu i, sia c h e ci lustri la situazione storica o, co m e h a fatto su p e r b a m e n te p e r P e r a ,

top ografica di un d om in io. L ’o p era del B a b in g e r r i c h i e d e , nel suo com p lesso, un ap p ro fo n d ito esam e e, nello stesso t e m p o , rappre^ senta u n a direttiva sicura p e r chi voglia co lleg are le v ic e n d e dei Genovesi al gran de q u adro storico, cui ci siam o r i p e tu ta m e n te rife riti.

F in a l m e n te è da rico rd a re ancora che gli u ltim i decen n i h a n n o a n ch e avvertito l ’utilità di un esame critico e sistem atico

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della storia del nostro problem a: abbiamo così avuto gli ottim i co n trib u ti in m ateria del Vitale, in sede di trattazione gen e ra le , e del L op ez in maniera più specifica. Molto più r e c e n te m e n te il P is t a n n o h a , in modo preciso e sicuro, indicato gli aspetti salienti di quello ch e il problema stesso ancora presenta di più im m e d ia ­ tam en te interessante. È la storia analitica e critica di questo p r o ­ blem a quella che ora ci aspetta: su di essa ab b iam o voluto, in questa sede, fare soltanto un discorso sommario e p re lim in a r e . Sia esso, alm en o, accolto come un impegno p e r il lavoro ch e lo seguirà.

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I I

S C H E M A P R E P A R A T O R I O P E R U N F U T U R O L A V O R O

1. - F o n t i d o c u m e n ta rie a n co ra inedite, r i g u a r d a n t i l ’i m p e r o co lon ia le dei Genovesi nel L e v a n te nel secolo X V e, in g e n e r e , tutta la storia della p en etrazio n e di questi u ltim i, q u a le c h e essa sia,

in p a rtib u s o rie n ta lib u s , ab b on d ano n e ll’A rc h iv io di S ta to e nelle

varie b ib liote ch e genovesi ; nella stra g ra n d e m a g g i o r a n z a , è ovvio, esse si t r o v a n o n ell’A rc h iv io di Stato. U sando il t e r m i n e « in ed ite », noi d ic ia m o p erò u na cosa g enerica e ch e , c o m u n q u e , non rende sufficientemente il significato di quale sia lo stato d e lla co n osce n z a ch e in m a t e r i a si h a , e delle possibilità di u tiliz z a z ion e c h e co n ­ c r e ta m e n te ci si presen tan o p e r una nuova rico stru z io n e storica d ell’a rg o m e n to p ro p o sto ci. Questo p e rch è , p u r tra tta n d o s i in ogni caso di cose inedite, una distinzione si im pone su b ito dal punto di vista della conoscenza ch e di esse hanno avuto gli studi sino a noi. In fatti p e r un certo g ru p p o si può p a r la r e di « inedito », ma non ce rto di « ignorato », in quanto alcune di q u e lle fonti alle quali noi c i rife ria m o non sono, a tutt’oggi, mai state p u b b lica te e tuttavia furono ben note a studiosi del passato. C o m e e sem pio p o tre m m o a d d u rre quello di una p arte dei due v olu m i del L ib e r p ro v isio n is o fficii R o m a n ie, il S y n d ica m e n to ru m l i b e r fa c to ru m di

P e r a e, in genere, di tutto ciò c h e an cora resta da p u b b l i c a re delle più note serie di carteggi p olitico-diplom atici del n ostro a rc h iv io , ossia L itte ra ru m e D iv erso ru m , tanto della R e p u b b lica q u an to del

B a n c o di S. Giorgio. F in a lm e n te possiamo dire ch e a n c h e le serie degli atti di alcuni notai, quale, ad esempio, Oberto F o g lie tta j r ., si trov an o in questa condizione.

Seguendo il suddetto punto di vista, co n sid eriam o ora un se­ condo g ru pp o di d o cu m e n ti: cioè quelli che non possono essere del tutto definiti com e ignoti e dei quali tuttavia ben poco finora si è saputo e si è utilizzato. Si tratta, per esem pio e nella

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specie, delle buste dei « primi cancellieri » del B a n c o di S. G io r­ gio, di alcuni testi singoli, quali il M a n u a le... e x p e n s e ... p e r ... am - ba ssato res... in U ngaria et J a d r a ...; il C a rtu la riu m im p o s ic io n is ... e x p e n s a r u m ... p ro ... im p era to re R o m e o r u m ...; i F a m a g u s te sindi- c a m e n li, ecc. ..., e inoltre degli atti di certi notai, ch e eb b ero a

log a re p e r il Levante dei Genovesi. Non si può t a c e re a questo pioposito il caso di Antonio e Domenico P e rcip ia n o e F ra n c e s c o Casanova. Infatti questi notai, p articolarm en te im p o r ta n ti (A n to ­ nio P e rcip ia n o fu scriba dell'Ufficio di F a m a g o s t a ; A n ton io T o rr i- glia, scriba in Calìa e Chio, ci ha lasciato una m eravigliosa te stim o ­ nianza, p robabilm ente unica del genere, della p ro p r ia attività), sono sì n o m in ati talvolta nelle rassegne di fonti che n o r m a lm e n te si p r e ­ m etton o a una trattazione storica, m a in pratica la loro utilizzazione, diretta o indiretta, o anche la loro semplice escussione, risultano inesistenti. In altre parole ci troviam o, in questo caso, di fronte a d ocu m en ti che, p u r non essendo la loro esistenza assolu tam en te e fo rm a lm e n te ignorata, costituiscono in concreto u na novità p e r il ric e r c a to r e e p er lo storico.

A b b iam o infine un terzo gruppo di d o cu m e n ti: quelli to ta l­ m ente ignorati a tutt’oggi, non soltanto nella loro sostanza e i m ­ p o rta n z a , m a altresì nella loro esistenza, perfino t o p i c a . Sono essi, ad esempio, quelli di una filza della can celleria del B a n c o di S. Giorgio (registrata nelle ottocentesche pandette d e lT A rch iv io di Stato com e se si trattasse di atti riguardanti la C orsica della m età del secolo X V I ! ) ; quelli delle serie M anuali e d e c r e t i d e l S e ­ nato d ell’Archivio Segreto ( notulari e a p p o d isia ru m ), O fficii m o ­ n ete , M a rittim a ru m , D ecreto ru m officii S . G e o r g ii; n o n c h é alcuni

d ocu m en ti tratti da una serie di buste non num erate dei P r im i ca n ­ c e llie r i d i S . G iorgio 1 e da raccolte del fondo M a n o scritti d e

ll’Ar-1 A suo tempo C. Desimoni notò a lapis in calce alla pandetta N . 33 l'esi­ stenza di alcune buste non classificate di questa serie. Grazie alla lib e ra lità del direttore dell Archivio, prof G. Costamagna, e alla collaborazione dell'usciere sig. Schiavi, abbiamo potuto rinvenirne quattordici. Ciò che contengono è so­ prattutto importante per la storia dei rapporti di Genova con gli Stati italiani e la relativa situazione per tutto il secolo XV — M ilano, Savoia, Firenze, guerra di Pietrasanta — e con l’O ccidente: Francia, Spagna, Ingh ilterra, G ranata. T u ­ nisi. Tuttavia vi si trovano anche alcuni documenti interessanti per la storia dei Genovesi neH Oriente mediterraneo-europeo e nell'Asia anteriore.

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cliivio di Stato, quali ad e sem pio i L ib r i J u r i u m a n c o r a da p u b b li­

c a r e (ossia la m a g g io r a n z a ), i P e rg a m e n a c e i d i S . G io rg io ( an co ra

u na volta inesau ribile tesoro !), e i m isce lla n e i ( a l t r e t t a n t o ine­ sau rib ili) della serie A ffa ire s é t ra n g è re s . A g g iu n g ia m o q u a lc h e n o ­

taio c o m e , p e r e sem pio , L o r e n z o Calvi.

2. - L a seconda distinzione indispensabile è q u e lla c h e r ig u a rd a la p o r ta ta e 1 im p o rta n z a di questi d o cu m e n ti. V o le n d o ra g g iu n ­ gere lo sc o p o , am bizioso, m a non im possibile d o p o ta n to lav o ro , di avere un co m p le to r e p e rt o r i o di quanto è a n c o r a in e d ito e sco­ n osciuto sulla storia del declino d e ll’im p e r o dei G enovesi nel L e ­ vante, era n a tu ra lm e n te necessario p re n d e r co n o s ce n z a e f a r se­ g n a la z ion e di ciò ch e in m a t e ri a è re p e rib ile , senza f a r e scie n te ­ m e n te a lc u n a omissione 2.

O v v ia m e n te non tutti i d ocu m e n ti, p ortati alla lu c e , h a n n o la stessa im p o r ta n z a o, m eglio, non l ’hanno p e r l ’im p o s ta z io n e c h e il c u r a t o r e in ten d e dare al p r o p r io lavoro, senza la q u a le il la v o ro stes­ so si r i d u r re b b e a una b an ale elencazione. Questa i m p o s ta z io n e è

2 Om issione cosciente, ma necessaria, è stata soltanto qu ella dei fondi con­ tenenti esclusivam ente dati finanziari-contabili. T ale tipo di docum enti rich ied e, per essere adeguatamente trattato, una preparazione e una inclinazione che il curatore del presente lavoro non possiede. Per questi documenti, per esempio le varie M assarie e C om pere, sarà quindi giocoforza lim itarsi a indicazioni topiche e som mariam ente descrittive, con la speranza che esperti di un tal genere di studi trattino adeguatam ente siffatti argom enti. Altra lim itazione necessaria è quella riguardante lo spoglio d elle filze di atti notarili. È noto che in qualsiasi filza no­ tarile, alm eno sino a tutto il secolo X V I. e cioè fino a quando sussiste 1 im por­ tanza del notariato anche in una generale accezione politico-civile, per esempio colla presenza continua di notai alla cancelleria del governo, del Senato e del Banco di S . G iorgio, è possibile trovare atti di qualunque genere. T u ttav ia è im­ pensabile che un solo ricercatore possa compiere uno spoglio di tutte le filze no­ tarili di un secolo, a meno che non dedichi soltanto ad esse tu tta la propria at­ tività. Un lavoro di tal genere dovrebbe semmai essere l'augurabile, per non dire indispensabile, scopo di un lavoro di gruppo. In questa sede la ricerca sugli atti n otarili era dunque, a giudizio del curatore, eseguibile soltanto in un m odo: spogliare unicam ente, ma in maniera completa, gli atti di quei notai che sicura­ m ente risultassero avere avuto motivo di rogare o per i territori posseduti, o co­ munque occupati, tutti o in parte, dai Genovesi nel L evante; o per Io meno per enti, m agistrature e persone, in qualche modo legati a detti te rrito ri.

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essenzialm ente geopolitica, politico-militare, politico-civile e cu l­ tu ra le . Va da sè dunque che, stando a essa, si im p on g on o p e r im ­ p o rta n z a i documenti a carattere pubblico, sia p u re nel senso più gen e ra le del term ine, o comunque aventi in qu alch e m a n ie ra atti­ nenza con problem i di governo della cosa pubblica e quindi della storia p olitica civile dei tempi e dei luoghi che ci interessano.

A d d u cia m o qualche esempio di ciò a cui qui ci si riferisce. L esposto di un patrono di nave ch e abbia subito un atto di p i r a ­ te ria (o a n c o r più di guerra di corsa), la frequenza di vendite e affran cam en ti di schiavi di origine orientale, il risa rc im e n to di danni a persone, o gruppi di persone, « olim burgenses » di un q u a l­ ch e luogo delle colonie genovesi, com e anche il con sid erevole n u m e ­ ro di ra p p o rti tra genovesi e persone e comunità delle p a r ti, in cui i nostri si trovarono 3, sono di p e r sè fatti rigu ard an ti vicend e p ri­ vate, situazioni di singoli o di gruppi di singoli. T u tta v ia , a p a rte la difficoltà di distinguere, nella storia dei Genovesi, il pu b blico dal p riv a to , — difficoltà che ha ovviamente tutte le sue im p lica n z e sto rich e e storiologiche, — è indiscutibile che cose del genere di cui ab b ia m o fatto cenno, pu r essendo di p e r sè p riv a te , offrono spesso elementi di interesse pubblico e, quindi, attinenti quella storia politico-civile, che costituisce il motivo ce n tra le del nostro assunto.

S e m p re p e r restare ai casi p uram ente esem plificativi, ch e ab ­ biam o addotto, p arlare di p irateria vuol dire collegarsi a tutto il p ro b le m a del controllo del m are e della sicurezza dei traffici tra O ccidente e Oriente in un'epoca che da questo, c o m e da tanti altri punti di vista, è quanto mai critica. P o rta re nuove lu ci, o an ch e sem plicem en te fornire nuove informazioni, su una tale situazione, può dunque voler dire anche offrire nuove possibilità di con sid e­ razioni sulle grandi realtà storiche che a un discorso su tutto ciò

3 Per esempio, gli Armeni e i Greci delle varie parli di cui dobbiam o occu­ parci, per non dire di coloro che, nella generale diaspora che in quei tempi si ebbe dall'O riente all’Occidente, si trasferirono a Genova, com e, ad esempio, un ramo della grande stirpe dei Notaras. famiglia già nota agli studi per l'opera di E . Legrand e che ebbe appunto, oltrecchè quella notissima di V enezia, anche un'appendice genovese, piuttosto considerevole, stando il fatto che arrivò a posse­ dere loca in S. Giorgio.

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possono essere collegate, siano esse in declino c o m e q u e lle d e ll’im ­ p e ro b izan tino o quello di T r e b iso n d a , o p p u r e in p r e p o t e n te ascesa co m e quelle della sublim e P o r t a o d e ll’E g itto , o, a n c o r a , p iù prossi­ m e a l t r a m o n t o ch e a l l ’a u r o r a e, ciò m a l g r a d o , v ig o r o s a m e n te in lizza p e r la p r o p r ia so pravvivenza nel L e v a n te , c o m e è il caso di Ge­ n o v a , di R a g u s a e d e ll’O rd in e g e rosolim itan o. Così p u r e la rilevanza n otev ole di un fen om en o co m e quello della densa presen za di sch iav i di origine o rie n ta le nella vita e c o n o m ic a e so cia le della G enova di a llo r a , c o m e a n ch e delle sue u ltim e co lo n ie , special- m e n te C h io , e così p u re l ’i m p o rta n z a di questo c o m m e r c i o p e r i G enovesi (co sa c h e già n otav a ai p rim i del X V secolo quell acuto osse rva tore ch e fu il ca v a lie re borgognone B e r tr a n d o n de L a B rou - q u iè r e : è u na storia questa sulla quale il lav o ro , a n c o r vicino nel te m p o , del T r i a h a forn ito una ottim a d o c u m e n t a z i o n e 4 e ch e tu tta v ia , c o m e la nostra ricogn izion e d im ostrerà, è a n c o r a suscetti­ bile di tan ti a m p l i a m e n t i 5) ch e co m p ro v a n o ch e i ra p p o r ti coll 0 - rien te e u r o p e o e m e d ite rr a n e o restano di im p o rta n z a d e te r m in a n te p e r la G enova di a llo ra .

F i n a l m e n t e l ’esistenza, ufficialmente ricon osciu ta, di un p ro b le m a e co n o m ic o -so cia le , c h e r ig u a rd a v a co loro che e ra n o re d u ci dalla tra g e d ia di P e r a , di Metelino e di Caffa, sop rattu tto d u ra n te il do­ gato del c a r d in a le P a o lo F re g o so che abilm ente lo co lleg ò ai suoi a m b iziosi p ia n i di c r o c ia la , c o m e dimostrano le freq u en ti p ra tic h e di r is a rc im e n to dei sinistri subiti da privati, rivela q u an ta inci­ denza sul p ia n o politico-civile possano avere avuto fatti di p e r sè rig u a rd a n ti p rivati. R iferim en ti e considerazioni di tal ge n e re non d o v ra n n o quindi essere tra scu ra ti da chi si accinga a p o r r e , a lm e n o , alcu n e p rem esse p e r quella ch e potrà essere la storia «li un dom inio p olitico e m ilita re e di un im p ero econ om ico, i q u a li, fino agli e stre m i delle p ro p r ie possibilità, in p atria com e o lt r e m a r e , lotta­ ro n o p e r non so ccom b e re , e ch e solo cedettero di fro n te allo ine­ lu ttab ile di quella forza ch e, con il B ab in ger, c h i a m e r e m o la gran de p a u r a del m on do alla svolta della sto ria !

4 C fr. L . T r i a , La schiavitù in Liguria, in Atti della S ocietà L igu re di Storia P atria, L X X , 1947.

J Cfr. ora G. Pistari no, T ra liberi e schiave a G enova nel Q uattrocento,

in corso di pubblicazione in Anuario d e estuilios medievales, Barcellona. 1964.

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Il discorso, che, sia pure basato soltanto su rife r im e n ti f r a m ­ m e n ta ri a puro titolo esemplificativo, abbiamo sin qui co n d otto , dovreb b e a nostro avviso mettere in evidenza, d al secon d o punto di vista tra quelli che abbiamo finora enunciato, q u ali siano i d o ­ cu m e n ti, tra tutti quelli che la nostra indagine h a p otu to p o r ta r e alla luce, che meritino una edizione integrale: quelli il cui c o n ­ tenuto e la cui portata abbiano in qualche m odo un rilievo tale da re c a r e al quadro geostorico propostoci una q u a lc h e n ovità di nozioni e di idee.

Oltre a questo tipo di documenti, i più im p o rta n ti p e r noi, la nostra ricerca ha rinvenuto una notevole quantità di atti di c a ­ rattere strettamente privato: rogiti notarili rigu ard an ti p r a tic h e di vario genere (compravendite, p rocu re, testamenti, liti e c o m p r o ­ messi, fideiussioni, ecc.), pratiche finanziarie e fiscali, in v e n ta ri di beni, ra p p o r ti di vario tipo tra com m ercianti singoli o società p r i ­ vate, contratti varii. Qualcuno di essi può talvolta a n ch e costituire una felice e interessante eccezione: portiamo, a questo p ro p o sito, un esem pio solo e quanto mai significativo: a b b ia m o due rogiti del 7 giugno e 21 luglio 1467 in cui app are il v enezian o N icco lò B a r b a r o ch e, per una questione di appalti di navi, d irette in O rie n ­ te, h a a ch e fare con VO fficium G azarie 6. Ora è ovvio ch e un m i­

nim o di avvedutezza del ricercatore non può ch e f a r p e n sa re a una ammissibile identificazione con il relatore d e ll’assedio di Co­ stantinopoli, e, nel caso vi siano probabilità di so sten erla, a una necessaria edizione dell’atto, che, nel caso, rig u a rd e re b b e un p e r ­ sonaggio assai importante.

T u ttav ia la stragrande maggioranza dei d ocu m e n ti, ch e , p r o ­ prio per questo, intendiamo com prendere in questo g r u p p o , h a interesse esclusivamente privato, cioè riguarda i singoli, nei fatti co m e nelle cose e nei beni, senza che si possa in q u a lc h e m od o co lleg are atti di un tal genere a un qualche m o m e n to e p ro b le m a della storia politico-civile, diplomatica e m ilitare di quel m o n d o , alla quale è giocoforza lim itarci. È d’altra p a rte in n eg ab ile ch e an ch e fonti documentarie di questo tipo possono av e re , e h a n n o , il loro interesse, soprattutto per studi di storia so cia le , e co n o m ico

-8 C f r . A r c h i v i o di S t a t o di G e n o v a , A rchivio segreto, n , 739, M anuali e

d ecreti, cc. 24-25 c 27.

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finanziaria e anche ( p e r c h è non rico rd are l ’im p o r t a n z a di questa b ra n ca di studi, im m eritatam en te trascurata, con l a sola eccezione del b e n e m e rito lavoro del com pianto A. M. S c o r z a ? ) p e r even­ tu a li, augurabilissime, rice rch e genealogiche.

V o le n d o dunque risolvere in m aniera co n ve n ie n te ed equili­ b ra ta il p ro b le m a della utilizzazione di questo g ru p p o di d o c u m e n ­ ti, la cosa migliore pare senz’altro quella di ev ita re u n a p u b b lica ­ zione in teg rale, che richiederebbe un impiego di t e m p o e di fondi, p a rz ia lm e n te risparmiabili, e di fornire invece di essi u n a co m p leta serie di regesti, nei quali compaiono tutti quegli e le m e n ti topo­ grafici, onomastici, genealogici e cronologici, ch e p e r m e t ta n o al r i c e r c a to r e interessato il pieno accertamento della u tilità eventuale d ell’atto p e r il suo studio e quindi il ricorso all’o rig in a le .

3. - Puntualizzato il diverso grado di co n oscen za, c h e nella storia degli studi si è avuto degli inediti che ci in te re ssa n o , e in­ dicato il diverso modo nel quale a nostro avviso sa r à u tile presen­ tarli. a seconda della importanza che essi hanno p e r la nostra im­ postazione, resta ora da dire secondo quale criterio d o v rà disporsi la loro edizione, sia integrale sia in regesto, nel suo o rg a n ico suc­ cedersi. Il problema è sostanzialmente di metodo, in q u an to ri­ ch ie d e u na predisposizione tale da evitare squilibri, soprattutto da un punto di vista cronologico e topografico. P r o p r io p e r questo d irem o ch e le due esigenze, ch e sostanzialmente noi d o b b ia m o in questa sede arm onizzare, sono quelle di una distinzione p u ram en te esterna, quale sarebbe appunto quella condotta con cr ite r i esclu­ sivam ente cronologici e topografici, con una intern a, cio è essen­ zialm ente fondata sull’argomento dei singoli atti o dei gru pp i di essi o dei lesti completi o comunque organici. L ’o rg a n icità ed equi­ librio, ch e ci proponiamo di raggiungere nella m i g l i o r m an iera possibile, richiede dunque, a nostro avviso, una disposizione come la seguente.

P a r t ir e anzitutto da un criterio di distinzione intern a e so­ stanziale, ossia riferentesi al contenuto del testo, q u a lu n q u e esso sia ( a t t o isolato, gruppo di atti, testo completo). Già inizialmente distingueremo così due gruppi di documenti: una p a r te generale, co m p re n d e n te gli atti che riguardano la generale p olitica di Ge­

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nova nel Levante, i rapporti politici e diplomatici, sia sul piano suddetto sia su quello dei rapporti con singole rea ltà p olitiche, e 1 attività degli organi genovesi sullo stesso piano di contenuto ge­ n e ra le e spesso anche generico; una parte specifica. A questo p unto si dovrà, proprio .p er la dinamica interna della nostra a r ­ tic o la z io n e , collegarsi subito a un criterio necessariam ente top o ­ grafico, cio è di suddistinzione del materiale a seconda dei luoghi del d om in io genovese che ne sono oggetto.

A l l ’interno di questa distinzione topografica dovrà quindi su­ b e n tra r n e una ulteriore, basata sull’oggetto degli atti in questione, a secon d a del loro contenuto pubblico e privato. Nel p rim o caso bisognerà poi distinguere tra ciò che, rispettivamente, rigu a rd a il governo e l ’amministrazione, la difesa, le spese e i finanziamenti. N el secondo si impone di precisare se il documento, quantunque s e m p r e a ca rattere privatistico, presenti tuttavia un più ampio in­ teresse p e r sue eventuali attinenze con maggiori p roblem i della cosa p u b b lica e quindi di storia politico-civile, oppure sia invece esclu­ siv am en te relativo agli interessi di privati.

U ltim a distinzione sarà quella cronologica; all interno di ogni singola ripartizione i documenti devono essere tanto inventariati q u an to regestati e pubblicati secondo la loro successione nel tem p o, sia essa ce r ta o sia attendibilmente approssimativa.

Q uanto sopra non costituisce che una indicazione di m a s­ s i m a : la sua portata e i suoi scopi possono com unque venire m e ­ glio c h ia riti dallo schema allegato. P rim a di passare ad esso d iciam o a n co ra soltanto, quale estrema avvertenza, che i c rite ri proposti non possono naturalmente essere osservati ad littera m p e r ogni

v oce o g ruppo di voci, bensì devono essere elasticam ente adattati alla fisionomia e alla concreta dimensione degli arg om e n ti, sui q u ali intendiam o strutturare il nostro lavoro.

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T I T O L O P R I M O : P A R T E G E N E R A L E \

I : P o l i ti c a gene­ rale.

(In d icazion i di do­ cum enti riguardanti i rapporti pubblici e privati tra Genova e il Levante in ge­ nere. sia sul piano dei pu bblici organi e istituzioni sia su quello dei rapporti coi e dei privati).

I I : A m m in is tr a ­ zione g enerale.

(Indicazioni di atli riguardanti gli uffi­ ci di generale com­ petenza sul dominio del Levante).

1 a : Indicazioni di documenti elle, p u r avendo determi­ nate provenienze topiche, investono problem i di po­ litica generale tra gli stali, cristian i e m usulm ani, deirU ccidentc e dell'Oriente.

1 b : Spese di rappresentanze e loro ev en tu ale incidenza nel complesso dei rapporti diplom atici (am bascia­ te, ecc.).

1 e : Rapporti di Genova con i principati dell Oriente cristiano.

] d : Rapporti di Genova Coll’O riente m usulm ano, in guerra e in pace.

2 : Indicazioni riguardanti la generale situazione della navigazione tra Genova e l'O riente e le successive diramazioni di rapporti, con i problem i inerenti la situazione suddetta (arm am enti, assicurazioni, prov­ vigioni. pirateria e guerra di corsa, ecc.).

3 : Atti governativi riguardanti il d om inio dei Geno­ vesi nel Levante in genere.

I : Atti riguardanti colonie e consolati dei Genovesi nel Levante in genere.

5 : Atti riguardanti colonie e consolati dei Genovesi nel Levante in genere, in ispecie per ciò che con­ cerno i rapporti Ira i privali e la pubblica am m ini­ strazione, politica ed economica.

1 : Atti diversi dell 'Officium G azarie, di carattere pre- valenlemcnlc generale e di interesse generalm ente pub­ blico.

2 : Pratiche diverse <ie]\Officium G azarie con privati,

rives, burnente* e forestieri, sia in patria sia nel Le­ vante.

3 : \lti diversi ileU'Officium provisionis R om an ie, di ca­ rattere prevalentemente generalo e di interesse gene­ ralmente pubblico.

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1

4 : Atti dell’Officium provisionis R om anie riguardanti prevalentemente Pera e possedimenti minori e, comun­ que, escluse Caffa, Chio e Cipro (ossia Pera e le lo­ calità minori della Tauride: Cembalo, Sinope, Sa- mastri, ecc.).

5 : Pratiche diverse dell Officium provisionis R om an ie

con privati, cives, burgenses, forestieri, sia in patria sia nel Levante.

1 : Pratiche diverse riguardanti privati genovesi che ri­ siedano (al momento in cui latto è rogato) o abbiano comunque risieduto nel dominio del Levante o co­ munque in partibus orientalibus.

2 : Atti riguardanti la schiavitù di provenienza orientale in Genova e nel dominio ( affrancamenti, manumissio­ ni, disposizioni testamentarie, commerci in genere ri­ guardanti schiavi di provenienza o rie n tale: greci, al­ banesi, slavi in genere, russi, bulgari, valacchi, sar­ mati, circassi o zichi abkazi, tartari, georgiani o men- grelii, goti di Crimea, ecc.).

T I T O L O SECONDO: S E ZIO N I P A R T IC O L A R I

I. C h io. 1 : Governo, amministrazione, difesa, rifornim enti e in ge­ nere cose di pubblico interesse.

2 : Pratiche riguardanti la Maona e i M aonenses in patria, nell’isola e nelle altre parti del dominio.

3 : Alti di carattere prevalentemente privato riguardanti

burgenses di Chio o comunque singoli residenti nell ì- sola o aventi rapporti con essa per qualsivoglia motivo.

I L C ip ro . 1: Rapporti tra i Genovesi e l'isola in genere.

2 : Famagosta: governo, amministrazione, approvvigionameu- ti, difesa e sicurezza, ecc.

3 : Famagosta: situazione finanziaria in genere (spese, tasse, esenzioni fiscali, appalti, crediti, debiti, ecc.).

4 : Famagosta: atti riguardanti persone singole, e comunque aventi interesse prevalentemente privato.

A p p en d ice al T i ­ tolo p rim o .

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I I I . F o c e a v ec­ ch ia e nuova. IV . M etelino. V. P e r a . V I. Il T a u r o dei Genovesi.

Documenti sui rap­ porti tra i Genove­ si e Rodi.

Atti privati (N .B . La documentazione in q u alch e modo inte­ ressante il nostro assunto e cioè quella ignota e comun­ que inedita è su questo punto piuttosto esigua e in ogni caso lim itabile alla presente voce).

1 : Governo, amministrazione, approvvigionamenti, difesa e sicurezza, ecc.

2 : Documenti e pratiche di carattere finanziario e atti delle

Compere.

1 : Governo, amministrazione, approvvigionamenti, difesa e sicurezza, ecc.

2 : Atti privati riguardanti cives, burgenses, habitatores e forestieri, aventi però in qualche modo qualche elem ento di pubblico interesse.

3 : Atti a carattere eminentemente privato, rigu ard anti per­ sone. di cui al comma precedente.

1 : Caffa:

a : Governo, amministrazione, approvvigionam en­ ti, difesa, sicurezza e progetti di C rociata. b : Atti privati riguardanti cives, burgenses, habitatores e forestieri, aventi però in qual­ che modo elementi di pubblico interesse. c : Atti a carattere em inentem ente privato, ri­

guardanti persone di cui al com m a prece­ dente.

2: Atti riguardanti località mi- a :

nori del Tauro dei Genovesi | C fr. i com m a pre- (Cem balo, Samastri, Savasto- ced enti,

poli, Soldaia, ecc.) c :

Appendice al titolo secondo

1 : Genova e l'Ordinc gerosolimitano. 2 : I Genovesi in Rodi.

3 : Genova, i Genovesi e i Rodienses.

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