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Academic year: 2021

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Sergio Angori (a cura di) Formazione continua Strumento di cittadinanza Milano, FrancoAngeli, 2012, pp. 183

Il volume si compone di cinque saggi a sostegno di un’idea di formazione con-tinua considerata entro la prospettiva dell’educazione permanente e quindi orientata, oltre che al costante aggiornamento delle competenze professionali, alla promozione dello sviluppo umano e sociale della persona che lavora. Si tratta, in sostanza, di una formazione che, sotto la spinta integrativa ed emcipatrice dell’educazione permanente, intende sollecitare “indirettamente an-che la responsabilità personale e collettiva, l’autonomia di giudizio, la socialità, il senso di appartenenza, la coscienza civica” (p. 12), requisiti indispensabili per una partecipazione attiva dei lavoratori alla comunità professionale e, più in generale, alla vita civile e democratica. In tal senso, la formazione continua, di cui Angori mette in luce i tratti identitari, le potenzialità educative, i relativi stereotipi culturali e gli attuali limiti applicativi nel panorama italiano, si profila, secondo l’Autore, quale potenziale strumento di cittadinanza. Il Nostro fa par-ticolare riferimento alla promozione dell’apprendimento e dell’esercizio, at-traverso la pratica lavorativa, di saperi attinenti alla cittadinanza cognitiva, a quella organizzativa e a quella digitale, connessi con l’imparare ad apprendere, quale com-petenza indispensabile per gestire il cambiamento lavorativo in atto, evitando di restarne esclusi, e modulati sulle reali istanze formative (di crescita profes-sionale, umana e sociale) di chi lavora. È un tipo di formazione che fa del-l’umano l’oriz zonte di senso dei processi lavorativi, guardando, secondo la dichiarata ottica personalistica, alla crescita professionale in termini di “uma-nizzazione” dell’uomo e al lavoro come luogo in cui – afferma Melacarne – “valorizzare l’insieme di risorse cognitive e l’expertise personale” (p. 127) del lavoratore. Tale intenzionalità pedagogica richiede, sul piano operativo, di av-viare una progettualità formativa di più ampio respiro e in grado di assumere, nella sua riflessione, gli elementi di fragilità presenti nell’attuale situazione for-mativa italiana. Da un lato, come sottolinea D’Aniello, l’in vestimento forma-tivo da parte delle imprese è ancora carente, soprattutto di quelle piccole e medie che presentano inefficienza organizzativa e un “atavico pregiudizio nei riguardi della formazione, percepita perlopiù come un ostacolo produttivo” (p. 55). Dall’altro, si constata un “tasso di partecipazione […] insoddisfacente”

© Pensa MultiMedia Editore srl ISSN 1722-8395 (in press) / ISSN 2035-844X (on line) Studium Educationis • anno XIII - n. 3 - ottobre 2012

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Studium Educationis •anno XIII - n. 3 - ottobre 2012 • recensioni

(p. 24), in particolare da parte dei lavoratori con bassa scolarizzazione in quanto sprovvisti degli strumenti culturali per accedere all’offerta formativa. Si avverte quindi, come dichiara lo stesso Curatore, la necessità di un’azione mirata sia a sensibilizzare tutti gli attori coinvolti, a vario titolo, nel sistema produttivo in merito ai vantaggi che una formazione continua, quale quella proposta, ap-porterebbe sul piano economico e sociale, sia a rivedere le modalità della sua erogazione, rendendola concretamente “accessibile” a tutti, realmente rispon-dente ai bisogni formativi degli utenti e interrogandosi sulla percezione dei soggetti formati circa i suoi effetti sulla loro vita lavorativa, personale e sociale, aspetto puntualmente rilevato dall’indagine presentata nel contributo di Ra-violo.

[di Alessandra Gregianin]

Prima pubblicazione del GRIPSI (Gruppo di Ricerca in Pedagogia Sociale e Interculturale) dell’Università degli Studi di Padova, Una città ben fatta. Il gioco creativo delle differenze si presenta come una collettanea di saggi impe-gnati a rispondere a un quesito di particolare rilevanza: quali sono le carat-teristiche che potrebbero contraddistinguere una città pedagogicamente “ben fatta”? E come può la categoria della differenza risultare un valore da pro-muovere e anche una risorsa da investire nella creazione di luoghi cittadini misurati sulla persona, su ogni persona?

A introdurre la tematica e delimitare il terreno di indagine pedagogica è il contributo del coordinatore del GRIPSI, Giuseppe Milan, che nel saggio di apertura si propone di indicare le “fondamenta” di una città che si dica edu-cativa. Egli giunge a proporre l’architettura interna di una città ben fatta, in-dicando quelle dimensioni “fondanti, che dovrebbero compenetrarsi e sostenersi reciprocamente, in quanto ognuna di esse, pur alludendo a specifici aspetti dell’agire educativo, per attuarsi deve considerare e includere tutte le altre” (p. 21). Tali dimensioni fondanti sono quelle che costituiscono i pilastri strutturali dell’educazione, come l’intezionalità, la reciprocità, la temporalità. Saranno poi i contributi presentati nelle pagine successive a riprendere, se-condo la specificità tematica di ognuno, quelle dimensioni fondanti e a de-clinarle opportunamente in quel particolare intreccio di temi problematici che contraddistinguono l’odierno abitare sociale, ovvero il concetto di citta-dinanza (M. L. Damini), di cittacitta-dinanza consapevole (M. Marson e N. Verza), l’esperienza dei centri comunitari (M. Chiarot), la dimensione dell’intercul-tura (M. Cestaro), dell’adolescenza tra disagio e devianza (L. Agostinetto) e

Giuseppe Milan, Emma Gasperi (a cura di) Una città ben fatta

Il gioco creativo delle differenze Lecce, Pensa MultiMedia, 2012, pp. 151

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Studium Educationis •anno XIII - n. 3 - ottobre 2012 • recensioni della costruzione di una rete sociale per le persone affette da Alzheimer (E. Gasperi e A. Cesaro).

Il testo, nella dinamicità ricorsiva dei temi, risulta interessante, suggestivo per certi aspetti e interrogativo per altri, nel senso che apre spazi di ulteriore ap-profondimento su tematiche particolarmente urgenti nella loro problemati-cità. Esso ben si colloca all’interno di quegli strumenti di lettura del contemporaneo indispensabili per chi lavora in educazione, nei luoghi con-creti delle scuole e dei più disparati servizi educativi, che trovano una loro collocazione storica, temporalmente e localmente determinata, in quanto elementi caratteristici dell’architettura strutturale di una polis capace di ospi-tare e dare cittadinanza a tutte le età, i tempi, le differenze della vita.

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Finito di stampare

nel mese di OTTOBRE 2012

da Pensa MultiMedia Editore s.r.l.

Lecce - Brescia

www.pensamultimedia.it

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