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“Alḥadiẕ de Mūsā cuando fabló con Allah en el Monte Sinaí"

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Academic year: 2021

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Los profetas biblicos

Junta 40. Alhadiz de Musa cuando fablo con Alla en el monte Sinaí.

La vita di Mosè e gli eventi sul Monte Sinai in particolare hanno dato vita a numerose narrazioni e leggende diffuse nella letteratura ebraica, cristiana e musulmana. Mosè è senza dubbio il più illustre personaggio biblico della tradizione islamica: è il precursore, il modello e l’annunciatore del Profeta Muḥammad. Il suo nome ricorre ben 136 volte nel Corano in passaggi che variano di lunghezza e di complessità narrativa. In diverse sure sono narrati varie vicende della sua vita, e in un passo (Cor. 7:142-147) viene descritto l’episodio del dialogo di Dio con Mosè (in ar. munāğat Mūsā)1 avvenuto

sul Sinai dopo la fuga dall’Egitto con gli Israeliti. In questa circostanza, dopo che «il Suo Signore gli parlò (kallamahu rabbahu)» (Cor. 7:143), Mosè manifestò il desiderio di vederLo. Avvertito dell’impossibilità umana a sopportare tale visione, nel vderLo cadde svenuto. In ragione di un altro versetto (Cor. 4:162), in cui si dice che «Dio parlò a Mosè direttamente (kallama Allāhu Mūsā takīlman)», questo incontro fu considerato dai teologi uno speciale atto di favore accordato a Mosè, che lo ha reso diverso da tutti gli altri profeti.

Nella letteratura musulmana, il racconto coranico del dialogo di Dio con Mosè è stato sviluppato ed ampliato con particolari estrapolati da varie tradizioni, leggende e storie, basate in parte su materiali ebraici e cristiani.2 Nelle Storie dei Profeti (Qiṣaṣ al-Anbiyā’) di al-Thaʻalabī, ad esempio, questo

episodio è descritto con dovizia di particolari: ad esso collegate anche altre vicende, ma senza che questa parte costituisca un capitolo a se stante.3

Nel processo di continua rielaborazione del ciclo di leggende di Mosè, nel tempo le munāğāt Mūsā si sono andate delineando come un vero e proprio genere letterario in cui sono sono confluiti materiali compositi. Numerosi manoscritti in arabo, ebraico, giudeo-arabo, etiopico,4 siriaco5 e

aljamiado riportano l’episodio del dialogo tra Dio e Mosè, attestando così la popolarità delle

1 Il termine munāğāt (sing. munāğa) significa riunione segreta o dialogo mormorato e può essere usato per descrivere

un discorso o un colloquio tra un profeta e Dio.

2 Si veda in part. Sadan, Joseph, «Some Notes Concerning Judaism and Jewry in Medieval Arabic Sources», in: Studies

in Honour of Professor David Ayalon, M. Sharon (ed.), Leiden, 1986, pp. 353-398.

3 Può essere interessante notare come le Munāğāt sono trattate nelle Rasāʼil degli Ikhwān al-Ṣafāʼ. Si veda Ali de

Unzaga, Omar, «The Conversation between Moses and God (Munājāt Mūsā) in the Epistles of the Pure Brethren (Rasāʼil Ikhwān al-Ṣafāʼ)», in de Smet, D. et als. (eds.), Acta Orientalia Belgica; Subsidia 3 (2004): Al-Kitāb, pp. 371-387.

4 Faïtlovitch, Jacques, Mota Musē (La mort de Moïse). Texte éthiopien traduit en hébreu et en français annoté et

accompagné d’extraits arabes, Paris, 1906, pp. 36-39, include un episodio in arabo intitolato Munāğāt Mūsā.

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munāğāt sia tra Cristiani che tra Musulmani e la complessità narrativa raggiunta da questa tradizione.6

Per quanto riguarda il contenuto, laddove molte versioni in arabo riportano il titolo generico e complessivo di munāğāt Mūsā per l’intero ciclo di narrazioni, la letteratura aljamiado-morisca presenta una chiara divisione dei materiali narrativi tra gli episodi relativi alle «domande di Mosè» (masāʼil Mūsā), il «dialogo di Mosè» con Dio (munāğāt Mūsā), «la morte di Mosè» (wafāt Mūsā) e la leggenda di Mosè, il falco e la colomba.7 In particolare, il dialogo di Dio con Mosè e le domande

di Mosè risultano essere le vicende di cui si sono conservate il maggior numero di narrazioni.8

Il manoscritto della Biblioteca della Junta 40 presenta un lungo racconto (ff. 6a-27a) che riferisce il dialogo intercorso tra Dio e Mosè sul monte Sinai. Nella prima parte, Mosè domanda a Dio informazioni sulla Sua natura e sulla grandezza della Divinità prima della creazione (ff. 6a-14a). Mosè chiede poi a Dio «di essere puntio» affinché gli siano mostrate «le buone parole»: Dio elenca così sette «castighi» (ff. 14a-16a), ma dà anche a Mosè «sette cose» (ff. 16a-17a), che consentono al profeta di ricordarsi ogni giorno della Sua grandezza. Dopo di che Mosè chiede a Dio di descrivere Paradiso, Inferno e Giorno del Giudizio. Dio spiega allora ogni cosa a Mosè, ammonendolo alla fine per essersi addormentato (ff. 22b-23a). Svegliatosi con una secchiata d’acqua, Mosè chiede a Dio dove si trova la Sua faccia per poterla vedere (f. 23b): Dio ordina allora al profeta di accendere un fuoco e di vedere il Suo volto nella luminosità che esso sprigiona. Ciò consente Dio di far capire a Mosè che in ogni creatura, piccola o grande, c’è un segno della Sua grandezza e della creazione (ff. 24b-25b).9 L’ultima domanda di Mosè verte su cosa avrebbe fatto Dio se i cieli e la terra non gli

avessero ubbidito dopo la creazione. Dio risponde che avrebbe mandato una serie di bestie, sempre più terribili e grandi, in modo da soggiogarli definitivamente (ff. 25b-27a). A questo punto Mosè,

6 Sulla differenza di contenuto tra Munāğāt Mūsā diffuse in ambiente ebraico, cristiano e musulmano rimando a Sadan,

Joseph and Basal, Nasir, «Some fragments of Judaeo-Arabic Poetry (Munājāt Mūsā?)», in JSAI, 32 (2006), pp. 213-246.

7 Su questa leggenda rimando a Bellino, Francesca, «Mosè, il falco e la colomba: origine, trasformazioni e intrecci di

una storia della letteratura islamica», QSA 20-21 (2002-2003), pp. 207-228.

8 Sul dialogo di Dio con Mosè e sulle domande poste da quest’ultimo, si vedano le leggende edite in Kobrin, Nancy,

Moses on the margin : A critical Transcription and Semiotic Analysis of Eight Aljamiado Legends of the Morisco figura of Muuçaa, PhD Thesis, University of Minnesota, 1983; Robles Guillén, Francisco, Leyendas moriscas sacadas de varios manuscritos existentes en las biblioteca Nacional, Real y de P. de Gayangos, Madrid, 1885, vol. 1, pp. 323-371; Corriente, Córdoba Federico, Viguera, M.J., Relatos píos y profanos del manuscrito aljamiado de Urrea de Jalón, Zaragoza, 1900, pp. 63-4; Vespertino Rodríguez, Antonio, Leyendas aljamiads y moriscas sobre personajes bíblicos, Madrid, 1983, pp. 161-223.

9 Si veda su questo tema Sadan, Joseph, «Ants, Miracles and Mythological Monstres: A Literary Study of Ant

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pago della risposta e sconvolto da tale visione, loda il proprio Signore, la Sua creazione e tutte le Sue creature (f. 27b).

Bibliografia Edizioni

Kobrin, Nancy, Moses on the margin : A critical Transcription and Semiotic Analysis of Eight Aljamiado Legends of the Morisco figura of Muuçaa, PhD Thesis, University of Minnesota, 1983.

Studi

Vespertino Rodríguez, Antonio, Leyendas aljamiads y moriscas sobre personajes bíblicos, Madrid, 1983.

Francesca Bellino

Professore a contratto di Lingua e Letteratura araba Università degli Studi di Torino

Dipartimento di Orientalistica Via Giulia di Barolo 3A 10124 Torino (Italia) Tel. 0039-3343019565 f.bellino@fastwebnet.it

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