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Marie-Hélène Froeschlé-Chopard, Regards sur les bibliothèques religieuses d’Ancien Régime, Paris, Honoré Champion, 2014

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Bibliothecae.it, V (2016) 1, 271-272 DOI <10.6092/Issn.2283-9364/6120> Marie-Hélène FrOeschlé-chOparD, Regards sur les bibliothèques reli-gieuses d’Ancien Régime, Paris, Honoré Champion, 2014 (Histoire du

livre et des bibliothèques, 11), 351 p., ill., ISBN 978-2-7453-2652-2, € 75.

Questo volume tutto francese edito dalla casa parigina Honoré Champion ospita tredici saggi già pubblicati dall’autrice negli anni passati. Il leitmotiv di questa silloge è rappresentato dall’idea che le biblioteche religiose nella Francia prerivoluzionaria fossero non più legate univocamente al mondo della realtà ecclesiastica, ma che anzi fossero testimonianze attive della circolazione delle nuove idee. L’o-pera è divisa in tre sezioni; i saggi che compongono le prime due si basano essenzialmente sull’analisi degli antichi cataloghi librari del-le biblioteche religiose francesi e degli inventari patrimoniali stila-ti all’indomani degli evenstila-ti rivoluzionari del 1791. L’ulstila-tima sezione del libro si concentra sul concetto di biblioteche ideali. Protagoniste dell’analisi condotta dall’autrice sono le raccolte dei più importanti ordini monastici e regolari, da quelle dei cappuccini, adusi a costituire collezioni anche minime nei piccoli borghi periferici, fino a quelle più ampie degli oratoriani e dei maurini, spesso tacciati anche apertamen-te di filo giansenismo. I saggi si atapertamen-testano su un buon livello analitico, dimostrando soprattutto le capacità che l’autrice ha di analizzare il materiale archivistico settecentesco e le grandi conoscenze storiche della stessa in relazione alla vita sociale e culturale dell’epoca. Que-sto elemento di positività, d’altro canto, risulta però anche il fattore più limitativo di questo volume. La silloge infatti, sebbene rappre-senti un’ottima disamina numerica sulla situazione bibliotecaria della

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Francia del XVIII secolo, tuttavia non risponde alle attese culturali contenute nel titolo, che richiederebbero una ricerca di più ampio respiro non solo sul piano della casistica ma anche sotto il profilo cro-nologico, dato che ovviamente l’Ancién Regime non può essere ricon-dotto al solo Settecento. Sebbene, infatti, esso rappresenti un periodo ricchissimo di documentazione archivistica, tuttavia da solo non basta per ottenere una decifrazione delle dinamiche storiche e culturali per-tinenti all’intero percorso vitale di quella che si definisce una raccolta libraria di Antico Regime. A maggior ragione questo assunto dovreb-be essere considerato quando l’oggetto di uno studio diviene non il singolo caso ma una più vasta entità semantica delimitata da precisi puntelli istituzionali e territoriali. Cionondimeno, l’opera presenta nu-merosi pregi, non da ultimo quello di fornire un ottimo metodo circa la ricerca e l’analisi di alcune impervie fonti documentarie d’archivio quali gli inventari post soppressione. Nota tutta negativa invece quella riguardante i numerosi grafici presenti nel testo, la cui mancanza di chiarezza visiva li rende a volte completamente illeggibili.

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