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Synlab Med verso un modello Sustainable Company: Percorsi e proposte per la transizione ecologica dell’azienda

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Academic year: 2021

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311ModFTPW00

Synlab Med verso un modello Sustainable

Company:

P

ercorsi e proposte per la transizione ecologica

dell’azienda

Autore

Dott. Samuele Becattini

Tutor Scientifico

Prof. Francesco Testa

Tutor Aziendale –

Synlab Med srl

Dott. Francesco Epifani

Anno Accademico

2018/19

Master Universitario di II livello in Gestione e controllo dell’Ambiente: Economia Circolare e Management efficiente delle risorse (GECA)

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Abstract

La tesi tratta il tema della sostenibilità per come può essere declinata in termini economici, sociali e ambientali, indagando azioni e strategie volte al perseguimento di un miglioramento su ciascuno o più di tali livelli. Partendo da un'analisi dello stato dell'arte dei valori ambientali su scala globale, passando dall'impegno profuso da attori pubblici e privati, guarderemo agli interessi in gioco e alle opportunità che un'azienda può cogliere nella sfida della sostenibilità. Il lavoro è frutto di un'applicazione concreta del framework SDGs e del modello di Hart e Milstein (Sustainable Value) all'azienda sanitaria Synlab Med srl.

Prefazione

Il seguente lavoro, conclusivo del percorso di studi su Sostenibilità e Management dell’Ambiente, ha l’obiettivo di proporre delle possibili soluzioni innovative alle aziende, in particolare all’azienda sanitaria Synlab Med, sul versante della sostenibilità.

La sfida ambientale dei nostri tempi si fa sempre più impellente e la risposta degli attori pubblici e privati non può più tardare.

La chiave di lettura del seguente lavoro è quella di focalizzarsi sulla gravità della situazione ambientale attuale, fornendo degli incentivi non solo in ottica di necessità di un cambiamento nel modello di produzione e consumo, ma anche nell’opportunità di cogliere le sfide che la situazione ambientale conferirà a quegli attori economici in grado di ripensare il proprio ruolo su questo terreno di gioco, sia in termini di contributo ambientale, sia in termini di branding, posizionamento, comunicazione e marketing.

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3 Lista delle figure

Figura 1 - Rappresentazione grafica modello a risorse infinite ... 10

Figura 2 - Stato delle variabili ambientali ... 12

Figura 3 - Andamento della CO2 (ppp) negli ultimi 400.000 anni ... 13

Figura 4 - Analisi comparata dell’andamento della temperatura globale, 5 enti di ricerca ... 14

Figura 5 - Gli obiettivi di Sviluppo Sostenibile ... 19

Figura 6 - I dieci principi del Global Compact ... 20

Figura 7- Nessi tra principi del Global Compact e SDGs ... 21

Figura 8 - Disponibilità a pagare un sovrapprezzo per motivi di sostenibilità ... 23

Figura 9 - Importanza della sostenibilità per il successo del proprio business ... 24

Figura 10 - Logo ufficiale Synlab ... 35

Figura 11 - Logo rivisto 1 ... 35

Figura 12 - Logo rivisto 2 ... 35

Figura 13 - Sustainable Value Framework ... 37

Figura 14 - Sustainable Value Framework per Synlab Med Sustainability Company ... 38

Lista delle tabelle Tabella 1 - SDGs 1: Sconfiggere la povertà ... 30

Tabella 2 - SDGs 3: Buona salute ... 30

Tabella 3 - SDGs 6: Acqua pulita e servizi igienici sanitari ... 30

Tabella 4 - SDGs 7: Energia pulita e accessibile ... 31

Tabella 5 - SDGs 8: Lavoro dignitoso e crescita economica ... 32

Tabella 6 - SDGs 9: Imprese, innovazione e infrastrutture ... 32

Tabella 7 - SDGs 11: Città e comunità sostenibili ... 32

Tabella 8 - SDGs 12: Consumo e produzione responsabili ... 33

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4 Sommario

INTRODUZIONE ... 6

CAPITOLO 1: I PRINCIPALI TEMI AMBIENTALI DEL NOSTRO TEMPO ... 8

Introduzione al Capitolo 1 ... 8

1.1 Fenomeni noti da tempo: Limits to growth ... 8

1.2 Uno studio multidimensionale dei giorni nostri: Planetary Boundaries ... 11

1.3 Il riscaldamento globale ... 13

CAPITOLO 2: COMUNITÀ INTERNAZIONALE E ATTORI PRIVATI DI FRONTE ALLE SFIDE AMBIENTALI ... 15

Introduzione al capitolo 2 ... 15

2.1 L’impegno della comunità internazionale ... 15

2.1.1 Un percorso storico ... 15

2.1.2 L’Agenda 2030 e gli SDGs ... 18

2.2 Il settore privato: il caso del Global Compact ... 20

2.3 Green marketing e opportunità di mercato ... 22

CAPITOLO 3: SYNLAB MED E IL PERCORSO ... 26

Introduzione al capitolo 3 ... 26

3.1 Synlab, Synlab Italia e Synlab Med ... 26

3.2 Le iniziative intraprese da Synlab Med sulla sostenibilità ... 27

3.3 Il patto per l’ambiente e la transizione al modello Sustainable Company ... 28

3.4 Sviluppi futuri e Sustainable Company: applicazione del modello del Sustainable Value ... 36

CONCLUSIONI ... 39

BIBLIOGRAFIA ... 40

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5

Solo riconoscendosi parte del problema, potremo essere parte della soluzione.

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INTRODUZIONE

Nelle migliori scuole di Management quando si affrontano tematiche di comunicazione, la prima tecnica che viene proposta per far cogliere un messaggio è quella di sottolineare il “Why”, il perché, la ragion d’essere ad esempio di un brand, prodotto o servizio.

Questa tesina si focalizza sul ruolo che le aziende (e in questo caso particolare l’azienda Synlab Med), possono svolgere nell’affrontare una delle principali sfide del nostro tempo, quella ambientale, interpretando una proattività sempre più richiesta dal mercato e quindi garantendosi al tempo stesso la possibilità di mantenere prima e sviluppare poi i principali business di riferimento, o addirittura di crearne di nuovi.

Il perchè dell’importanza dell’iniziativa privata in questo frangente ha una duplice natura: in primis le aziende al pari delle istituzioni politiche e della cittadinanza, hanno la capacità col proprio operato di generare effetti nocivi o virtuosi sull’ambiente a seconda delle scelte strategiche compiute.

La scienza da decenni ci mette in guardia sulla necessità impellente di una transizione ecologica sul nostro modello di produzione e consumo. Nonostante ciò - e con apparente noncuranza - il mondo oggi sta affrontando la sesta estinzione di massa nell’arco degli ultimi 3 miliardi di anni, e per la prima volta nella storia, le cause di tale sconvolgimento sono riconducibili all’operato di un’unica specie: la nostra.

L’uomo ha avuto ed ha tuttora un impatto talmente importante sugli ecosistemi che è stata proposta l’entrata in una nuova era geologica: dall’Olocene all’Antropocene. In qualche centinaio di anni con lo sfruttamento delle fonti fossili e le ingenti emissioni di gas a effetto serra prodotte siamo stati capaci di varcare soglie di fluttuazione delle temperature medie che erano stabili da migliaia di anni, compromettendo e mettendo a rischio la vita, per come l’abbiamo conosciuta ad oggi nel nostro pianeta. La maggior parte delle specie esistenti, compresa la nostra. Il primo perchè è dunque ben identificabile nella necessità di una

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riconversione in chiave ecologica che interessa tutti i variegati e moltissimi attori della sfera pubblica e privata.

Il secondo perchè di fondo che spinge e spingerà sempre più le aziende a impegnarsi di fronte alle sfide climatiche è di natura prettamente economica. Spesso siamo portati ad avere un pregiudizio, una sorta di vizio di forma che contrappone natura e attività economiche, e taluni studi scientifici sembrano confermare tale caratteristica. Al tempo stesso ciò che emerge dai trend degli ultimi decenni è che l’attenzione all’ambiente è sempre più premiante per le attività economiche che sanno interpretare un ruolo in tale frangente. Non a caso molti dei grandi gruppi al mondo stanno attuando un importante transizione ecologica. E la stessa finanza negli ultimissimi anni si sta muovendo in tal senso (basti ricordare l’invito in tal senso del Chief Executive di Blackrock Laurence D Fink al mondo delle aziende).

In questo modo al primo “perchè” di natura macroscopica e sistemica, che può essere in qualche modo ostacolato da problematiche relative ai fallimenti dell’azione collettiva o della scala percepita come troppo ampia per un solo operatore economico (anche se questo è di dimensioni elevate), si aggiunge una motivazione all’azione legata agli interessi economico-strategici dell’azienda stessa.

Percorsi virtuosi che guardano ai cambiamenti che le aziende si troveranno a compiere non solo come una necessità, ma anche come una possibilità di cogliere nuove opportunità, sono la via più facilitante il cambiamento stesso.

Tale cambiamento di impostazione nella cultura manageriale e produttiva trovano un framework teorico solido nella direzione intrapresa in ambito politico internazionale.

Citando le parole pronunciate nel 2014 da Rajendra K. Pachauri, chairman dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC):

Nobody on this planet is going to be untouched by the impacts of climate change.1 E in maniera molto più modesta noi aggiungiamo, neanche il mondo del business.

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CAPITOLO 1: I PRINCIPALI TEMI AMBIENTALI

DEL NOSTRO TEMPO

Introduzione al Capitolo 1

In questo capitolo ripercorreremo in estrema sintesi e utilizzando 2 studi di rilievo, la situazione e i trend su svariate direttrici ambientali. Partiremo con una ricerca di circa 50 anni che fa riflettere sul ritardo che scontiamo nell’affrontare le “urgenze” dei nostri giorni; proseguiremo con una pubblicazione che meglio di altre prospetta la complessità della tematica ambientale e la sua articolazione multidimensionale; infine dettaglieremo le più recenti statistiche su quella che forse è la principale sfida ambientale del nostro tempo: quella del riscaldamento globale.

1.1 Fenomeni noti da tempo: Limits to growth

Nel 1972 un gruppo di ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT) fece una pubblicazione promossa dal Club di Roma, purtroppo molto di attualità ancora al giorno d’oggi. La tematica di studio verteva sull’esame dell’interazione di 5 fattori in crescita esponenziale: la popolazione mondiale, la produzione agricola, l’esaurimento di risorse non rinnovabili, la produzione industriale e l’inquinamento.

Con un modello analitico abbastanza semplice, si sosteneva che l’andamento di tali grandezze proponessero scenari non sostenibili di lì al 2100: la crescita della popolazione e della produzione industriale, avrebbero portato all’esaurimento di risorse non rinnovabili, a

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un’eccessiva contaminazione di elementi inquinanti nella biosfera e all’indebolimento dei sistemi alimentari, messi in crisi dalla crescente urbanizzazione e occupazione di suolo. Gli autori perciò invitavano a valutare modelli di policy e sviluppo che costituissero relazioni differenti rispetto alle variabili in gioco e ai loro relativi equilibri, enfatizzando il ruolo da protagonista che, su questi temi, l’uomo aveva nel poter scegliere percorsi virtuosi (in breve il proprio futuro).

Purtroppo, le intuizioni degli autori si sono rivelate giuste e addirittura prudenti rispetto a quanto si è riscontrato nei decenni a seguire, nonostante una crescita tecnologica forse inimmaginabile. Purtroppo a dispetto delle numerose iniziative ambientali a livello internazionale, solo negli ultimissimi anni la tematica inizia ad avere una eco di rilievo (che a nostro parere risulta essere ancora sottodimensionata rispetto all’impatto che i cambiamenti ambientali avranno sulla vita di istituzioni, imprese e individui.

Lo studio applicava una corrente metodologica sviluppata nel corso dei 30 anni precedenti al Massachusetts Institute of Technology per analizzare i sistemi complessi, chiamato System Dynamics. In estrema sintesi questo metodo prevedeva (e prevede) che la relazione tra diverse componenti è importante tanto quanto le componenti stesse nel determinare gli andamenti di ciascuna di esse. Ogni grandezza che cresce esponenzialmente è in qualche modo interessata da un feedback loop positivo, altrimenti detto un circolo vizioso. Per spiegare tale principio si pensi all’innalzamento della temperatura: questa favorirà il rischio di incendi, che a sua volta porterà a incrementare la quantità di CO2 e altri elementi in atmosfera e quindi ad aumentare la temperatura. Insomma, trattasi di una catena di causa ed effetto che rafforza la dinamica originaria.

A titolo esemplificativo si riporta la rappresentazione grafica di uno degli scenari analizzati nella modellizzazione, ovvero quello a risorse infinite. Il grafico simula gli andamenti delle grandezze precedentemente presentate ipotizzando che si potesse utilizzare energia nucleare col doppio delle riserve disponibili al tempo, e che massive iniziative di riciclaggio non ponessero problemi di materie prime.

L’andamento delle curve evidenzia già dagli anni ‘70 una situazione di grave crisi poco prima della metà del secolo successivo, col crollo nei decenni successivi sulla popolazione, cibo pro capite, e anche produzione industriale.

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Figura 1 - Rappresentazione grafica modello a risorse infinite

Fonte: Meadows et al., 1972

lo studio riportava molteplici ipotesi di scenario cambiando alcune delle variabili in gioco. L’aspetto che accomuna tutte le simulazioni effettuate è la crescita esponenziale della

popolazione e di capitale, seguita da un inevitabile collasso. Nelle simulazioni nelle quali si prevede l’incremento di tecnologia nel corso del tempo, il punto di collasso non si esaurisce, ma semplicemente si trasla in avanti nel tempo. Quindi, con tale ricerca oltre a incoraggiare l’adozione di soluzioni tecniche gli esperti del MIT proponevano anche di promuovere ulteriori misure (pragmatiche quanto impopolari) volte a determinare una limitazione nella crescita di popolazione e del capitale, al fine di arrivare a uno stato di equilibrio.

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1.2 Uno studio multidimensionale dei giorni nostri: Planetary

Boundaries

Uno studio più recente che tratta tematiche di sostenibilità è il famoso “Planetary Boundaries: Exploring the Safe Operating Space for Humanity” (di Rockström J. et al, 2009), dello Stockholm Resilience Centre (la cui versione aggiornata è stata pubblicata nel 2015 “Planetary boundaries: Guiding human development on a changing planet”).

Il contributo di tale pubblicazione a nostro modesto avviso è quello di consentire una lettura a 360 gradi delle tematiche ambientali: esso infatti analizza 9 dimensioni, proponendo per 7 di esse delle soglie all’interno delle quali l’umanità può prosperare in sicurezza. Lo studio sostiene che superare una - o più di una - soglia potrebbe essere nocivo o addirittura catastrofico, a causa di effetti non lineari spesse volte non ancora ben compresi dalla stessa scienza, e che possono avere effetti sull’intero sistema planetario.

Le dimensioni per le quali è stato possibile definire delle soglie sono:

1. i cambiamenti climatici; 2. l’acidificazione degli oceani; 3. l’ozono nella stratosfera;

4. il ciclo biogeochimico del nitrogeno e il ciclo del fosforo; 5. l’uso di acqua dolce nel mondo;

6. le variazioni sul sistema terra;

7. il tasso di perdita di diversità biologica.

Come evidenzia l’infografica che segue 3 erano le soglie superate nel 2009, e riguardavano i cambiamenti climatici, il tasso di perdita di diversità e i cambiamenti sul ciclo del nitrogeno. Un’ultima valutazione che emerge dallo studio concerne l’interdipendenza tra le varie soglie: i ricercatori infatti sostenevano che laddove si verificasse il superamento in una si potessero creare degli scompensi in un’altra.

Nell’immagine che segue, è rappresentata graficamente la situazione per le variabili ambientali (in rosso), rispetto alla rispettiva zona di sostenibilità (in verde) entro la quale è garantito il prosperare della civiltà umana.

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Figura 2 - Stato delle variabili ambientali

Fonte: Rockström J. et al, 2009

Ne emerge un quadro problematico, specie per alcune dimensioni ambientali, in primis il tasso di perdita di biodiversità: purtroppo tale dato è stato confermato quest’anno anche dall’ Intergovernmental Science Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (IPBES, 2019) per il quale il 25% delle specie animali e vegetali sono minacciate dal rischio estinzione, e che approssimativamente 1 Milione di specie sono in via di estinzione; molte potrebbero estinguersi nel giro di pochi decenni e senza provvedimenti ci sarà una ulteriore accelerazione in questo fenomeno ad una velocità dalle 10 alle 100 volte maggiore rispetto alla media degli ultimi 10 milioni di anni, con delle conseguenze molto gravi sulle capacità del sistema ecologico di resistere a eventuali ulteriori pressioni (in altri termini sulla resilienza).

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1.3 Il riscaldamento globale

Sono ormai moltissime le pubblicazioni e gli studi che analizzano il riscaldamento globale, le sue origini e i suoi andamenti. La relazione tra aumento di gas a effetto serra e aumento della temperatura è data come certa dalla stragrande maggioranza degli scienziati di tutto il mondo, che cercano sempre più spesso e con sempre maggiore forza di comunicare tali verità scientifiche al mondo politico e produttivo.

Il grafico che segue illustra l’andamento della CO2 negli ultimi 400.000 anni. Come si evince, la concentrazione (parti per milioni) del gas è rimasta all’interno di range ben stabiliti per un tempo ampissimo, fino ad ad arrivare agli anni della rivoluzione industriale, dai quali l’uomo ha iniziato per la prima volta nella storia ad utilizzare in maniera importante l’energia immagazzinata nei combustibili fossili.

Il risultato di tale shift tecnologico è visibile dell'impennata che ha portato oggi la concentrazione fino alle 412 parti per milione.

Figura 3 - Andamento della CO2 (ppp) negli ultimi 400.000 anni

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Tale crescita si è tradotta in un repentino aumento della temperatura media annuale della terra, che ha valicato un range di fluttuazione che andava dai -0,5 ai + 0,5 gradi da circa 100.000 anni; proprio tale ridotta fluttuazione sarebbe alla base dello sviluppo della civiltà umana. (Rockström, 2019)

Questo aspetto risulta essere particolarmente rilevante e pone dei serissimi interrogativi sulla capacità del sistema di resistere a mutamenti così impattanti.

Figura 4 - Analisi comparata dell’andamento della temperatura globale, 5 enti di ricerca

Fonte: https://climate.nasa.gov/scientific-consensus/

Tale dinamica ha effetti dirompenti sull'innalzamento del livello dei mari (a causa della dilatazione delle molecole di acqua oltre che dello scioglimento dei ghiacciai) (Nerem et al., 2018), sulla frequenza e forza di eventi atmosferici (Mann et al. 2018)

ma anche sull’accelerazione del riscaldamento stesso: con una logica di feedback loop, la temperatura potrebbe aumentare rapidamente, e oltre determinate soglie, potrebbe esaurirsi la possibilità di stabilizzarla entro i confini di dell’equilibrio sistemico che ha reso possibile lo sviluppo della vita su questo pianeta (quantomeno dell’uomo).

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CAPITOLO 2: COMUNITÀ INTERNAZIONALE E

ATTORI PRIVATI DI FRONTE ALLE SFIDE

AMBIENTALI

Introduzione al capitolo 2

In questo capitolo ripercorriamo alcune tra le principali azioni realizzate per fronteggiare la grave situazione ambientale presentata nel precedente capitolo.

In primis guarderemo alla comunità internazionale, ripercorrendo i passaggi essenziali della cooperazione ambientale tra gli stati. In secondo luogo, osserveremo come la comunità degli attori privati, ed in particolare le aziende, hanno saputo fare rete per fronteggiare un’emergenza che rappresenta un rischio molto alto non solo per le popolazioni ma anche per le attività economiche. Infine, cercheremo di comprendere come le aziende possano valorizzare le iniziative in ambito ambientale, ripensando il proprio modo di fare marketing, cogliendo le opportunità (e non solo le sfide) che i temi ambientali stanno creando.

2.1 L’impegno della comunità internazionale

2.1.1 Un percorso storico

Da decenni la comunità internazionale sta cercando di affrontare le sfide ambientali che ci riguardano, cercando di superare la naturale difficoltà di percorsi condivisi tra stati che hanno storie, culture e interessi molto diversi. La stessa teoria dell’azione collettiva di Mancur Olson (1971), sottolinea a livello appunto teorico le difficoltà di tale sfida nella ricerca di una sintesi tra posizioni molto diverse.

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Un primo passo importante è stata la formazione nel 1966 dell’United Nations Development Programme (UNDP), che ha nella promozione dell’ambiente e mantenimento delle risorse uno dei suoi principi cardine, assieme a quello della riduzione della povertà. 2

Un secondo importante passo è da riscontrarsi nella creazione nel 1972 dell’United Nations Environmental Programme (UNEP), il primo programma delle Nazioni unite interamente dedicato ai temi ambientali. L’UNEP ha avuto un ruolo di primaria importanza nell’affrontare l’assottigliamento dello strato di ozono tramite la Conferenza di Vienna e il protocollo di Montreal.3

Sempre nel 1972, come abbiamo visto in precedenza, è stato pubblicato il primo importante studio previsionale sulle risorse e la possibilità per l’umanità di prosperare, “I limiti dello sviluppo”, promosso dal Club di Roma, che ha dato vita a un dibattito internazionale senza precedenti sul tema ed ha posto un quesito cruciale: come poteva un paese da solo porre in essere i suggerimenti dello studio, senza scontare in un secondo momento forti criticità nel consenso interno? Forse per questa motivazione, tale ricerca ha trovato l’opposizione di alcune potenze occidentali (in primis gli Stati Uniti di Regan).

Nel 1987 all’interno del celebre Rapporto Brundtland è stato creato il termine “Sviluppo Sostenibile” come quello sviluppo che “è in grado di soddisfare i bisogni della generazione

presente, senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri”.4

Nel 1988 è stato creato l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), l’organismo delle Nazioni Unite volto a studiare le tematiche scientifiche relative ai cambiamenti climatici.5

Nel 1992 a Rio de Janeiro si è tenuto l’”Earth Summit” (o United Nations Conference on Environment and Development - UNCED), che ha rappresentato uno dei passo fondamentali nell’ottica di cooperazione ambientale internazionale, coinvolgendo 172 paesi. Con la Dichiarazione di Rio sono stati concordati i principi cardine per mettere in pratica lo sviluppo sostenibile. Per la prima volta si esplicita che gli stati hanno responsabilità comuni ma

2 https://www.undp.org/ 3 https://www.unenvironment.org/ 4 https://www.minambiente.it/pagina/il-percorso-dello-sviluppo-sostenibile-1987 5 https://www.ipcc.ch/

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differenziate nel perseguire la protezione e il ripristino degli ecosistemi, e si esplicita un approccio precauzionale nella protezione dell’ambiente.6

L’Earth Summit dà vita anche all’Agenda 21, programma di azioni da intraprendere a livello mondiale, di paese e regionale, con obiettivi di sviluppo sostenibile, e alla United Nations

Framework on Climate Change (UNFCCC), la convenzione quadro del sistema ONU sul

cambiamento climatico che, pur non ponendo accordi vincolanti, propone interventi per la stabilizzazione delle concentrazioni di gas-serra. Con Rio nasce così il sistema delle Conference of Parties (COP), la cui terza edizione a Kyoto e la 21esima a Parigi sono particolarmente conosciute e importanti.7

Successivamente nel 2000 è stato il momento della Dichiarazione del Millennio (Millennium

Declaration), che ha posto 8 macro obiettivi - Millennium Development Goals - trai quali

anche “assicurare la sostenibilità ambientale”.8

Nel 2012, a 20 anni dall’Earth Summit di Rio, la comunità internazionale si è ritrovata nella metropoli brasiliana per “Rio + 20”, ponendo le basi per l’Agenda 2020. I due argomenti centrali per la riflessione sullo sviluppo sostenibile sono stati l’inserimento della Green Economy, nonché la determinazione di un quadro istituzionale per lo sviluppo sostenibile.9 Sempre nel 2012 è stato creato l’Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity

and Ecosystem Services (IPBES), un organismo indipendente con l’obiettivo di rafforzare le

policy scientifiche per promuovere la biodiversità e i servizi ecosistemici.10

Il 2015 è stato l’anno fondamentale per l’impostazione del framework di riferimento attuale nell’affrontare le sfide climatico ambientali dei nostri giorni. Vi sono stati infatti 3 momenti salienti: a maggio la pubblicazione dell’Enciclica di Papa Francesco “Laudato Sii”, a Settembre l’approvazione dell’Agenda 2030 e a Dicembre l’accordo di Parigi (COP 21).11

Partendo da quest’ultima, a Parigi è stato definito un piano d’azione globale per il mantenimento del riscaldamento globale a una soglia inferiore ai 2 gradi rispetto alla temperatura precedente alla rivoluzione industriale, puntando all’obiettivo ottimale di 1,5 gradi. Questo riconoscendo l’importanza di ridurre le emissioni climalteranti, ma anche di rafforzare l’impegno per le politiche di adattamento volte alla riduzione degli impatti che

6 https://sustainabledevelopment.un.org/milestones/unced 7 https://unfccc.int/ 8 https://www.undp.org/content/undp/en/home/sdgoverview/mdg_goals.html 9 https://sustainabledevelopment.un.org/rio20 10 https://ipbes.net/ 11 https://ec.europa.eu/clima/policies/international/negotiations/paris_en

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inevitabilmente vi saranno e di differenziare l’intervento rispetto al livello di benessere dei vari paesi. A tal fine i paesi hanno presentato Piani Nazionali d’azione per il clima (che ad oggi non sono ancora sufficienti per il raggiungimento degli obiettivi sopra citati, ma consentono di iniziare ad adoperarsi in tale direzione (per un approfondimento si veda il sito dedicato dell’Unione Europea). Gli studi sugli impegni presi a Parigi pongono l’aumento della temperatura alla fine del prossimo decennio tra 2,9 e 3,4 gradi (IPCC, 2018), e l’uscita di player importanti come gli Stati Uniti d’America non fanno ben sperare che anche tale soglia possa essere garantita.

2.1.2 L’Agenda 2030 e gli SDGs

Riserviamo un paragrafo a parte alla trattazione dell’agenda 2030, in quanto rappresenta un punto di svolta rispetto alle iniziative ambientali precedenti e ha costituito il framework di riferimento attualmente in essere attraverso il quale gli stati (ma anche le realtà del mondo privato) si relazionano alle tematiche ambientali. Inoltre, nello sviluppo del presente lavoro, è stata utilizzata tale impostazione metodologica nell’affrontare nel capitolo 3 le azioni concretamente effettuabili dalla Società Synlab Med in un percorso di transizione verso un modello di Sustainability Company.

L’Agenda 2030, all’interno del sistema delle Nazioni Unite definisce 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals - SDGs) da raggiungersi entro il 2030. L’Agenda presenta rilevanti implicazioni su:

1. l’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo, legando gli aspetti ambientali ad altri di natura sociale ed economica (quindi la sostenibilità diventa una dimensione trina); 2. l’importanza che tutti i paesi siano chiamati a contribuire;

3. la necessità che tutte le componenti della società civile si attivino al fine del raggiungimento dei risultati, non solo quelle politiche e governative ma anche le realtà del mondo imprenditoriale, culturale e sociale.12

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Come riporta la seguente infografica gli obiettivi di sostenibilità riguardano tematiche prettamente sociali, quali sconfiggere la povertà (1) e la fame nel mondo (2), garantire una buona salute (3), un’istruzione di qualità (4) e la parità di genere (5), o ancora l’acqua pulita e i servizi igienico sanitari (6), ridurre le disuguaglianze (10), assicurare pace e giustizia (16); ma anche tematiche più economiche, su buona occupazione e crescita economica (8); e ancora, tematiche prettamente ambientali su costruire città e comunità sostenibili (11), adottare misure ad una transizione verso le energie rinnovabili (7), lottare attivamente contro il cambiamento climatico (13) e per la tutela di fauna e flora acquatica (14) e (15) terrestre.

Figura 5 - Gli obiettivi di Sviluppo Sostenibile

Fonte: ASVIS

Fermo restando che ciascun punto si presta a letture trasversali (che impattano al contempo la dimensione economica, sociale e ambientale) alcuni punti come il lavoro su innovazione e infrastrutture (9) la promozione di modelli di consumo responsabile (12) e il rafforzamento della partnership per gli obiettivi (17) sono più spiccatamente da ritenersi a cavallo tra le 3 dimensioni della sostenibilità. In particolare l’obiettivo 17 sul partenariato globale mette insieme attori molto diversi in ottica sinergica sulle tre direttrici: Nazioni Unite, Governi, Società Civile, Settore Privato e ONG devono concorrere assieme al perseguimento degli

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obiettivi di sviluppo sostenibile. Ciascun obiettivo è spacchettato in diversi target, monitorabili attraverso indicatori. I 17 obiettivi hanno in totale 169 target e 240 indicatori.

2.2 Il settore privato: il caso del Global Compact

Le sfide della sostenibilità dei nostri giorni non possono essere sostenute solo ed esclusivamente da stati nazionali: il coinvolgimento degli attori pubblici appare come elemento imprescindibile per conseguire risultati concreti. Proprio per questo motivo le Nazioni Unite per mezzo dell’allora segretario Kofi Annan hanno lanciato nel 1999 al World Economic Forum di Davos l’iniziativa strategica di cittadinanza di impresa più ampia al mondo, partita poi effettivamente l’anno successivo. Ad oggi hanno aderito al network oltre 18.000 aziende in oltre 160 paesi del mondo (per un approfondimento si rimanda al sito del Global Compact). In sintesi si tratta di un’iniziativa volontaria di adesione a principi che promuovono la sostenibilità attraverso azioni concrete; è lo stesso top management che si impegna a portare avanti tali valori. Aderire al Global Compact permette di accedere a un ampio network sulla cittadinanza di impresa, col vantaggio di accedere a policy ed esperienze in un clima di collaborazione e contaminazione di buone pratiche sostenibili. I dieci principi cardine del Global Compact sono suddivisi in 4 famiglie (Diritti Umani, Lavoro, Ambiente, Lotta alla corruzione). La seguente infografica ne riporta un dettaglio:

Figura 6 - I dieci principi del Global Compact

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21

Oltre ai 10 obiettivi sopra citati, il Global Compact ha abbracciato nel tempo gli SDGs, nell’intenzione di far diventare i principi di sostenibilità driver della crescita dell’iniziativa privata, attraverso:

1. dialogo politico e progettazione partecipata; 2. raccolta e valorizzazione delle pratiche; 3. approfondimento e supporto.

I 10 obiettivi originari e i 17 Sustainable Development Goals presentano vari punti i contattato, illustrati in maniera complessa ma sintetica dell’infografica che segue:

Figura 7- Nessi tra principi del Global Compact e SDGs

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2.3 Green marketing e opportunità di mercato

Se è vero che l’ambiente è la nostra casa comune e che nessun business (o comunque pochissimi!) possono prosperare in caso di gravi sconvolgimenti ambientali, è altrettanto vero che perseguire logiche ambientali può dare un impulso alle attività economiche. In altri termini se il business ha bisogno di un ambiente sano (almeno fino ad una certa soglia) per prosperare, è parimenti condivisibile che attività economiche e ambiente possano essere inquadrati in termini non antitetici, (come legati da una relazione inversa che al crescere di uno produce il necessario abbassamento dell’altro). Siamo portati a guardare alle tematiche ambientali come limite allo sviluppo, mentre è possibile (e quanto mai necessario) identificare formule che garantiscono valore economico e al contempo valore ambientale e sociale. Molte sono le aziende che stanno cercando di far convivere i vari livelli: alcune per loro natura nascono con una mission aziendale chiaramente incentrata sulla ricerca di tale “coesistenza”, altre invece hanno saputo raccogliere la sfida ambientale nel tempo, facendosi interpreti di un ruolo attivo e pervasivo (socialmente parlando) delle aziende.

Si pensi a Patagonia, Alce Nero, o servizi di car sharing sostenibile come Adduma Car: sono tutte società che hanno nel proprio dna un’attenzione spiccata sull’ambiente; anzi, l’ambiente per loro è valore fondativo della loro stessa ragion d’essere.

Altre società quali Ikea, Unilever o la stessa Enel hanno colto una vocazione ambientale solo dopo aver intrapreso un percorso imprenditoriale più classico.

Il tema ambientale può essere compreso all’interno della strategia corporate, come valore fondante della mission e vision, come driver principale della crescita e portfolio management; oppure può riguardare più da vicino strategie di business, di differenziazione, di leadership di prezzo; infine può essere di supporto a strategie funzionali al business, quali marketing e vendite, operations e suppply chain, innovazione e R&D.

In questa sede ci concentreremo tendenzialmente sull’aspetto legato ai consumatori, in particolare con la comunicazione e il marketing.

Per chiarire subito il trend mondiale che riguarda l’attenzione crescente della domanda sulle tematiche ambientali, basta citare lo studio di Nielsen “The sustainability imperative del 2015, nel quale si compara una semplice domanda posta tre anni di seguito (dal 2013 al 2015 ad un campione di 30.000 individui su 60 paesi differenti: “sareste disposti a pagare un

(24)

23

prezzo maggiorato per prodotti e servizi di aziende che sono impegnate per un impatto sociale e ambientale positivo?“ Nel 2013 la risposta al quesito era positiva nel 50% dei casi, nel 2014 nel 55% dei casi mentre nel 2015 addirittura nel 66%. Questo risultato aveva una variabilità importante oltre che sulle zone di provenienza, sull’età degli intervistati. In particolare i ¾ dei Millennials erano disponibili a pagare un sovrapprezzo nel 2015, mentre solo la metà nel 2014 (e tale andamento con valori assimilabili era caratteristico anche della generazione Z). (Nielsen, 2015)

Figura 8 - Disponibilità a pagare un sovrapprezzo per motivi di sostenibilità

Fonte: Nielsen, 2015

Inoltre, secondo la ricerca i Brand che dimostrano un commitment alla sostenibilità performano meglio degli altri.

In quest’ottica i 5 spunti che la ricerca fornisce per avvantaggiarsi rispetto ai competitor con strategie ambientali, sono i seguenti:

1. Focalizzarsi su Millennials e generazione “Z” che sono, come abbiamo visto, categorie molto vicine alle tematiche della sostenibilità;

2. sottolineare l’affidabilità del brand e l’impegno sui versanti sociali e ambientali per promuovere le vendite: il 62% degli intervistati ritengono l’affidabilità del brand uno dei principali fattori che influenzano gli acquisti; chiaramente la fiducia al brand si

(25)

24

dimostra anche con la vicinanza a tematiche di sostenibilità, sempre più importante per gli individui disponibili a pagare di più;

3. Avere una chiara e riconoscibile strategia ambientale: i consumatori in mercati sviluppati sono più difficilmente influenzabili, e per molti di questi la sostenibilità è un prerequisito all’acquisto. Per questo è importante identificare e saper comunicare un chiaro valore socio ambientale;

4. Supportare la propria iniziativa col marketing: il 65% delle vendite totali proviene da brands che utilizzano esclusivamente tattiche di marketing (e non label) per comunicare gli sforzi sulla sostenibilità;

5. Prendere sempre in considerazione caratteristiche regionali, di categoria merceologica e demografiche: le strategie di marketing non possono essere universali, bensì devono essere pensate a partire dalle caratteristiche citate. (Nielsen, 2015).

Un’altra ricerca di prestigio condotta da Accenture riporta un’indicazione di estremo rilievo: il 99% dei CEO delle aziende che fatturano più di un miliardo di dollari ritiene che la sostenibilità ambientale sia importante per il successo del proprio business, e il 67% di loro ritiene che sia addirittura molto importante.

Le tematiche di sostenibilità restano estremamente importanti anche in aziende di dimensioni più contenute, col 92% dei CEO che le reputano importanti e il 52% molto importanti.

Figura 9 - Importanza della sostenibilità per il successo del proprio business

(26)

25

Le due ricerche citate lasciano pochi dubbi sul fatto che ci sia una forte richiesta di sostenibilità da parte della domanda, e che al tempo stesso il top management di aziende molto grandi (ma anche di dimensioni più contenute) sia ben consapevole che sulla partita della sostenibilità si giocherà una parte importante del successo imprenditoriale dei prossimi decenni.

(27)

26

CAPITOLO 3: SYNLAB MED E IL PERCORSO

Introduzione al capitolo 3

Dopo aver presentato lo stato dell’ambiente nel primo capitolo e la risposta del sistema pubblico e privato nel secondo, nel seguente capitolo ci focalizzeremo sul vero e proprio oggetto di studio del presente lavoro: ovvero come un’azienda possa porsi attivamente di fronte alle sfide ambientali del nostro tempo. L’analisi riguarderà l’azienda Synlab Med, facente parte del network Synlab Italia, uno dei principali player nazionali e internazionali di sanità privata.

Inizieremo perciò descrivendo le caratteristiche principali della società e del suo gruppo di riferimento, per poi analizzare quanto fatto fino ad ora da Synlab Med sul versante (o sarebbe più indicato dire sui versanti) della sostenibilità; successivamente, prendendo spunto dagli SDGs, proveremo a delineare ulteriori azioni percorribili; infine, utilizzando il framework teorico del sustainable value, proveremo a indicare 4 strategie riassuntive del percorso di transizione verso un modello di Sustainable Company.

3.1 Synlab, Synlab Italia e Synlab Med

Il gruppo Synlab nasce nel 2015 dalla fusione di due società: la prima è Synlab GmbH (fondata ad Augusta in Germania nel 1998 che fatturava ai tempi 30 milioni), la seconda Labco SA, un network di laboratori francesi che assommava in quel periodo 62 milioni di fatturato. Le due società sono cresciute sia grazie ad importanti acquisizioni, sia con una crescita organica significativa, fino a che nel 2015 sono state acquisite dal fondo di investimento Civen, che ha sancito l’unione delle due realtà.

(28)

27

Synlab è oggi leader di settore in Europa nelle analisi di laboratorio, presente in oltre 40 paesi in 4 continenti, con più di 20.000 dipendenti e 2 miliardi di fatturato complessivo. Oltre al core business, opera in altre attività del mondo sanitario con centri medici e diagnostici di eccellenza, attività laboratoriali veterinarie e ambientali.

In Italia Synlab è una realtà solida e in rapida crescita, per un totale di circa 200 milioni di fatturato. Synlab Med è una delle più vivaci realtà italiane del gruppo e ha presentato negli ultimissimi anni importanti tassi di crescita sia sul fatturato che nella diversificazione delle attività, raggiungendo risultati per oltre 20 milioni di euro l’anno. La principale attività di Synlab Med è rappresentata da analisi di laboratorio, realizzate tramite servizio service o prelievo in strutture proprie o ospitanti; in seconda battuta vi è l’area della Medicina del Lavoro e infine vi sono le attività poliambulatoriali e diagnostiche, che rappresentano l’ultima attività in ordine temporale nella quale la società (a livello locale e nazionale) stanno investendo.

3.2 Le iniziative intraprese da Synlab Med sulla sostenibilità

Synlab Med si è distinta negli ultimi anni per alcune importanti iniziative sulla sostenibilità, in particolare sull’aspetto ambientale e quello sociale. Alcune di queste sono tutt’ora in corso di realizzazione, altre invece sono state già adottate.

Nel complessivo le iniziative intraprese sull’aspetto ambientale riguardano:

● la riduzione del numero di provette utilizzate per i prelievi del sangue, grazie a importanti investimenti in macchinari nel laboratorio che consentono di snellire la raccolta a monte e i processi a valle;

● la dematerializzazione dei moduli di privacy e dei referti, scaricabili on line;

● lo studio preliminare dell’adozione della certificazione ISO 14001;

● la predisposizione in alcuni spazi di bidoni per la raccolta differenziata;

● la predisposizione di soluzioni domotiche per l’accensione e spegnimento della luce negli spazi di nuova costruzione;

(29)

28 ● l’acquisto di bicchieri di carta in sostituzione di quelli di plastica per i dispenser

d’acqua;

● l’acquisto di bicchierini di carta al posto di quelli di plastica, così come anche le palette di legno per le macchinette del caffè, e la possibilità di utilizzare la propria tazza;

● la sostituzione dei dispenser con boccione d’acqua con quelli dotati di filtro direttamente connessi all’infrastruttura idrica;

● l’acquisto di borracce e tazze brandizzate per invitare i dipendenti a non utilizzare bicchieri e bicchierini usa e getta;

● l’acquisto di carta riciclata nei bagni.

La stragrande maggior parte di queste attività sono ascrivibili alla riduzione di produzione di rifiuti o alla variazione merceologica del rifiuto stesso. Per quanto riguarda la certificazione ISO 14001, dopo la fase di studio preliminare, l’implementazione è stata temporaneamente sospesa in attesa di realizzare tale certificazione di gruppo, a livello italiano.

Nel complessivo le iniziative intraprese sul piano sociale riguardano:

● scontistiche sui servizi medici e di analisi erogati ai pazienti e ai loro familiari;

● scontistiche sui servizi medici (in particolare ecografici) e di analisi a seconda della classe di reddito e esenzione sanitaria;

● campagne di vaccinazione gratuita per i dipendenti all’ingresso in azienda;

● campagne di vaccinazione stagionali gratuita per i dipendenti per l’influenza;

● sostegno ad attività cliniche di Onlus che operano nel settore sanitario del territorio. La totalità delle attività sociali sono chiaramente ascrivibili al facilitare l’accesso alla salute.

3.3 Il patto per l’ambiente e la transizione al modello Sustainable

Company

Partendo da una sensibilità verso le tematiche di sostenibilità già presente in azienda, il tentativo effettuato è quello di identificare azioni percorribili da poter adottare gradualmente

(30)

29

nei prossimi anni. L’idea dei vertici aziendali è di coinvolgere tutti i dipendenti in un percorso condiviso che porti l’azienda ad essere interprete ed attrice nello scenario della complessità dei nostri tempi, in primis ponendosi obiettivi ambiziosi su aspetti di natura ambientale ma anche sociale. Il lavoro effettuato riguarda una mappatura delle possibili attività implementabili dall’azienda. Le attività che saranno ritenute idonee - nella sintesi che emerge negli impatti delle 3 sfaccettature della sostenibilità - saranno raccolte e comunicate ufficialmente, attraverso un “Patto per l’ambiente” che Synab Med sancirà pubblicamente, impegnandosi coi vari stakeholders: in primis i dipendenti, ma anche l’utenza e la cittadinanza, nonché gli attori istituzionali (pubblici e privati).

Adottando progressivamente i punti stabiliti, Synlab Med compirà una transizione verso un modello di Sustainable Company, potendo così valorizzare le opportunità di visibilità e quindi incremento del brand awareness e trust tanto importanti per i consumatori secondo gli studi prima esaminati (si veda in particolare lo studio sopra descritto di Global Compact sui dati Accenure).

Il framework utilizzato per la categorizzazione degli interventi è quello dei Sustainable Development Goals, precedentemente introdotto. Seguono le tabelle riassuntive delle iniziative proposte, categorizzate per i diversi obiettivi di sviluppo sostenibile, riportanti:

1. la descrizione dell’azione;

2. la categoria di SDGs di riferimento;

3. l’impatto ambientale; 4. l’impatto economico; 5. l’impatto sociale;

6. la valutazione e/o la predisposizione (anche incompleta) dell’azione.

La presente elencazione riprende parte degli spunti emersi durante un lavoro effettuato durante l’anno accademico dalla classe del Master, avente l’obiettivo di rendere la Scuola Superiore Sant’Anna maggiormente sostenibile.

(31)

30

Tabella 1 - SDGs 1: Sconfiggere la povertà

AZIONE SDGs AMBIENTALE ECONOMICA SOCIALE LIVE

approvvigionare prodotti equo-solidali (bio) nelle aree bar (macchinette caffè)

1, 2, 8,

12, 13 + ecosostenibilità - costi d'acquisto

+ impatto virtuoso su

produttori approvvigionare camici in cotone bio

equo-solidale

1, 2, 8,

12, 13 + ecosostenibilità - costi d'acquisto

+ impatto virtuoso su

produttori promuovere gadget brandizzati Synlab Med

con label bio equo-solidale (es magliette, borracce) 1, 2, 8, 12, 13 + ecosostenibilità - costi + impatto virtuoso lavoratori X

Tabella 2 - SDGs 3: Buona salute

AZIONE SDGs AMBIENTALE ECONOMICA SOCIALE LIVE

promuovere stili di vita sani e consumo di

frutta con forniture gratuite 3 ... - costo frutta

+ salute e

engagement X

vaccinare i dipendenti in ingresso e proporre

dei check up scontati 3 ...

- costo vaccino +

produttività + salute X

vaccinare per l'influenza tutti gli anni nel

periodo di Novembre 3 ...

- costo vaccino +

produttività + salute X

favorire iniziative di salute pubblica e di

raccolta del sangue 3 ...

- costi organizzativi +

promozione strutture

+ salute X

concedere sconti per i dipendenti e familiari 3 ...

- minore entrate dalla vendita del

servizio + produttività

+ salute X

concedere sconti per i ticket esenti 3 ... - entrate dalla

vendita del servizio

+ salute e

inclusione X

creare un orto e legarlo a percorsi di cura /

recidiva 3, 11 + verde urbano

+ ampliamento servizi + salute e riavvicinamento a stile di vita sani

Tabella 3 - SDGs 6: Acqua pulita e servizi igienici sanitari

AZIONE SDGs AMBIENTALE ECONOMICA SOCIALE LIVE

sostituire gli attuali miscelatori dei servizi igienici con altri che consentano un miglior controllo del consumo idrico (ad es. miscelatori con leva o sensori di presenza)

6 + riduzione spreco

idrico

- investimento +

risparmio + igiene

installare economizzatori d’acqua per i

miscelatori 6

+ riduzione spreco

(32)

31

recuperare acqua piovana per usi non

potabili 6

+ riduzione spreco idrico acque

trattate

- investimento ...

convertire erogatori di acqua potabile da

boccioni a dispenser 6, 12

+ riduzione rifiuti e emissioni carbonio

trasporto

… + igiene X

Tabella 4 - SDGs 7: Energia pulita e accessibile

AZIONE SDGs AMBIENTALE ECONOMICA SOCIALE LIVE

acquistare esclusivamente energia

rinnovabile 7 + minori emissioni climalteranti - maggiori costi operativi (breve periodo) + lavoro e igiene pubblica

aggiornare la dotazione impiantistica per

riscaldamento / raffrescamento 7, 9 + minori emissioni climalteranti - investimento iniziale + risparmi costi operativi + qualità del lavoro e dei servizi

applicare soluzioni domotiche per

ottimizzare i consumi 7, 9 + minori emissioni climalteranti - investimento + risparmi costi operativi + semplificazione, responsabilità sociale X

installare pannelli solari fotovoltaici e/o

termici sui tetti delle strutture 7, 9

+ minori emissioni climalteranti - investimento iniziale + risparmi costi operativi + engagement interno, responsabilità sociale istallare una tettoia parcheggio con

fotovoltaico 7, 9 + minori emissioni climalteranti - investimento + risparmi costi operativi + responsabilità sociale

implementare sistemi di oscuramento passivi (ad es. pergole, brise-soleil, tende da sole) 7, 9

+ minori emissioni climalteranti - costo investimento + risparmi costi operativi + qualità lavoro, responsabilità sociale X

utilizzare strumentazioni eco-efficienti 7, 9 + efficienza

energetica

-investimento + risparmi operativi

+ responsabilità

sociale X

elettrificazione di boiler (insieme a

variazione fornitura elettrica) 7, 9

+ minori emissioni

climalteranti - investimento

+ responsabilità sociale realizzare un bosco verticale sulle nostre

strutture di punta 7, 9, 11 + ecoefficacia - investimento + bellezza

sostituire il parco macchine utilizzando mezzi ibridi e elettrici

7, 9, 11, 13 + efficienza energetica, minori emissioni -investimento + risparmi operativi, vantaggi di business, immagine + responsabilità sociale X

prevedere colonnine per ricarica elettrica nelle sedi principali

7, 9, 11, 13 + efficienza energetica, minori emissioni -investimento + risparmi operativi, immagine + sostegno a pratiche virtuose, responsabilità sociale pensare la logistica integrate e efficiente per

il trasporto al laboratorio di prelievi ematici e tamponi 7, 9, 11, 13 + efficienza energetica, minori emissioni -investimento + risparmi operativi, vantaggi di business + responsabilità sociale X

(33)

32

Tabella 5 - SDGs 8: Lavoro dignitoso e crescita economica

AZIONE SDGs AMBIENTALE ECONOMICA SOCIALE LIVE

adottare certificazioni ambientali ISO14001 o EMAS 8, 12, 13, 17 + sistema di gestione ambientale + compliance legale, + opportunità per gare + responsabilità sociale, contaminazione virtuosa X

prevedere una prestazione "green": con 1 euro in più piantiamo un albero (mediante la creazione di una onlus ad hoc!)

8, 13,

15, 17 + compensazione ...

+ engagement, responsabilità

soociale

Tabella 6 - SDGs 9: Imprese, innovazione e infrastrutture

AZIONE SDGs AMBIENTALE ECONOMICA SOCIALE LIVE

favorire in fase di ristrutturazione la coibentazione e l'utilizzo di materiali e tecnologie eco-compatibilie 9, 11, 13 + eco-compatibilità -investimento, + risparmi su costi variabili + responsabilità sociale

digitalizzare documenti quali fatture, privacy

e documentazione interna 9, 12 + minor consumi risorse e energia - investimento + risparmio costi operativi + servizio, dematerializzazi one, qualità lavoro X

Tabella 7 - SDGs 11: Città e comunità sostenibili

AZIONE SDGs AMBIENTALE ECONOMICA SOCIALE LIVE

creare uno spazio per libreria sharing, con un

taglio sulla sostenibilità 11

+ consapevolezza e

informazione trascurabile

+ educazione ambientale installare nuove rastrelliere per bici nei poli

(con apposita targa) 11, 13

+ incentivo

mobilità sostenibile - investimento

+ educazione ambientale, responsabilità

sociale promuovere lo smart working e la vicinanza

a casa 11, 13 + risparmio risorse mobilità + produttività e minori costi + conciliazione vita/lavoro agevolare trasporto condiviso tra dipendenti

(ad esempio con servizi quali

https://www.jojob.it/ ) se non possibile il trasporto pubblico

11, 13 + risparmio risorse

mobilità + minori costi

+ team building + risparmi

privati concedere uno sconto per mobilità

sostenibile se un dipendente viene a lavoro coi mezzi pubblici o sostenibili (bicicletta, elettrico, ibrido, sharing)

11, 13 + minor consumi energetici ed emissioni - costi + engagement, responsabilità soociale

(34)

33

piantare alberi e mettere piante ove possibile nei propri spazi

11, 13,

15 + compensazione - investimento

+ responsabilità sociale compensare la CO2 (piantando alberi) in

caso di trasferte che prevedano l’utilizzo di un mezzo a gomma o aereo

11, 13, 15 + compensazione - costo compensazione + lavoro in zone depresse piantare un albero per ogni dipendente

all'anno e/o nuovo dipendente (edenprojects.org) 11, 13, 15, 17 + compensazione - costo operativo (trascurabile per unità) + visibilità, responsabilità sociale

piantare un albero per ogni nuovo pz 11, 13,

15, 17 + compensazione - costi operativi

+ visibilità, responsabilità

soociale aderire progetti, costituire partnership per la

forestazione urbana (pdc.minambiente.it/sites/default/files/proget ti/gaia_lineeguidagaiacitta.pdf) 11, 13, 15, 17 + compensazione - investimento + visibilità, engagement

Tabella 8 - SDGs 12: Consumo e produzione responsabili

AZIONE SDGs AMBIENTALE ECONOMICA SOCIALE LIVE

utilizzare esclusivamente la carta riciclata per stampanti (grammatura 80g) e altri articoli di cancelleria (cartelline, buste)

12 + riciclo - costi operativi ...

aggiungere bicchierini di carta per il caffè, le tovagliette e i fazzoletti compostabili (spazio break e mensa)

12 + riciclo - costi operativi

(trascurabile)

+ engagement interno utilizzare carta igienica/mani riciclata nei

servizi igienici e privilegiare i rulli di panno per asciugare le mani

12 + riciclo - costi operativi + qualità X

utilizzare rotoli di carta riciclata per i lettini 12 + riciclo - costi operativi ...

aquistare penne riciclabili (in bamboo) 12 + ecosostenibilità - costi + immagine

applicare criteri di sostenibilità all’interno dei bandi per l’assegnazione di acquisto prodotti e servizi (es. prodotti a basso impatto ed elettrodomestici efficienti nel processo di pulizie, packaging eco efficiente, etc)

12 + ecosostenibilità effetto incerto + immagine

migliorare il sistema di cestini con differenziata completa ben distribuito nelle strutture, con infografiche

12 + riciclo e edcuazione ambientale - investimento + responsabilità sociale separare rifiuti speciali da rifiuti normali e

differenziata (es carta lettino) negli ambulatori medici 12 + riciclo + risparmi quota smaltimento differenziato + sicurezza X

ridurre numero di provette necessarie (esami

del sangue) 12

+ efficienza + riduzione rifiuti

prodotti

+ minori costi + qualità X

organizzare una “call for ideas” interna per

spunti sulla sostenibilità 12, 13

+ innovazione ambientale

+ stimolo

(35)

34

formare dipendenti su corretto smaltimento e utilizzo climatizzazione (riscaldamento e raffrescamento) 12, 13 + riciclo e risparmio energetico + risparmio + qualità

utilizzare sapone biodegradabile 12, 14 + ecosostenibilità - costi operativi ...

acquistare caffè per le macchinette in grani, promuovendo l'uso di tazze e non bicchieri usa e getta

12, 15 + ecosostenibilità e

riduzione rifiuti + risparmio + qualità X

organizzare seminari sull'ambiente a

dirigenti, quadri e prime linee 12, 17

+ educazione ambientale - costo organizzativo + diffusione a cascata consapevolezza ambientale dentro e fuori l'azienda

Tabella 9 - SDGs 17: Partnership per gli obiettivi

AZIONE SDGs AMBIENTALE ECONOMICA SOCIALE LIVE

utilizzare un unico logo riconoscibile per

comunicare le attività ambientali 17

+ comunicazione ambientale + visibilità, posizionamento e green marketing + engagement, contaminazione virtuosa organizzare cineforum, formazioni ed eventi

per sensibilizzare dipendenti e cittadinanza, con un taglio allo star bene e alla salute

17 + comunicazione ambientale + visibilità, posizionamento e green marketing + engagement, contaminazione virtuosa

redigere il report di sostenibilità 17 + comunicazione

ambientale + visibilità, posizionamento e green marketing + engagement, contaminazione virtuosa comunicare le iniziative ambientali su

newsletter interna, newsletter esterna, social, sito, radio, supporti video

17 + comunicazione ambientale + visibilità, posizionamento e green marketing + engagement, contaminazione virtuosa

aderire a network di aziende virtuose 17

+ recepimento e diffusione buone prassi + innovazione - costi + responsabilità sociale, contaminazione virtuosa

Partecipare a bandi e progetti su

finanziamenti per conversione green 17 + iniziative varie dipende

+ engagement, responsabilità

soociale sancire un "Patto per l'ambiente", indire una

conferenza di lancio del e replicarla annualmente per comunicare all’esterno lo stato dell’arte e i passi successivi

17 + comunicazione ambientale + visibilità, posizionamento e green marketing, innovazione + responsabilità sociale, contaminazione virtuosa X

(36)

35 Volendo individuare le dinamiche principali, il contributo che Synlab Med può dare alla causa ambientale e sociale ricalca la sua organizzazione e mission aziendale. Sul versante sociale trattasi di iniziative volte a rendere accessibili analisi e prestazioni sanitarie, mentre sul versante ambientale i principali contributi sono da riscontrarsi nel facility e nella logistica (con uno switch rispetto a tecnologie basate sulla combustione di fonti fossili) nonché nelle innovazioni di processo lungo tutta la catena del ciclo del valore (in particolare nell’efficientamento delle attività di analisi e nella dematerializzazione documentali all’utente finale.

Inoltre, un’azienda che per sua natura entra in contatto direttamente o indirettamente (si pensi ai servizi service) con centinaia di migliaia di utenti all’anno, può valorizzare questo punto di forza ai fini di promuovere stili di vita e pratiche sostenibili, nell’ottica di effettuare un reale partenariato con cittadinanza e istituzioni pubbliche e private. Tale ambito è anche quello più interconnesso con obiettivi di comunicazione volti alla promozione delle attività core in ottica di social marketing. A titolo esemplificativo si riporta il logo ufficiale Synlab con un paio di proposte di riproposizione dello stesso in chiave sostenibile; nel caso l’azienda decidesse di intraprendere con forza un percorso di sostenibilità sarebbe importante conferire alla comunicazione ambientale (anche appunto in chiave di promozione delle attività) un quadro di riconoscibilità. Un logo apposito sarebbe sicuramente efficace e necessario in tal senso.

Figura 10 - Logo ufficiale Synlab

Figura 11 - Logo rivisto 1

(37)

36

3.4 Sviluppi futuri e Sustainable Company: applicazione del modello

del Sustainable Value

Nel precedente paragrafo ci siamo concentrati nell’esporre le iniziative implementabili in ottica di sostenibilità (o addirittura anche quelle parzialmente implementate), categorizzando le azioni a partire dal framework teorico degli SDGs.

In questo paragrafo applicheremo al caso concreto di Synlab Med un’ulteriore framework, estratto dallo studio di Hart e Milstein (2003), quello del Sustainable Value.

In estrema sintesi questo modello propone di uscire dalla logica di contrapposizione tra valore per le imprese e valore socio-ambientale, e di creare valore sostenibile in cui le logiche socio-ambientali e quelle aziendali si sostengono in un percorso sinergico, nel perseguimento della triple bottom line (economica, sociale e ambientale). Ciò può avvenire guardando alle sfide associate alla sostenibilità attraverso un set appropriato di lenti da business (per citare gli autori).

La transizione verso un modello di tale tipo avviene tramite due direzioni: quella “spaziale” ovvero dentro e fuori all’azienda, e quella temporale, ovvero le iniziative da realizzarsi nel breve periodo e quelle da porre in essere in chiave strategica nel lungo periodo.

L’incrocio tra queste direzioni crea graficamente 4 quadranti (si veda l’immagine successiva):

● il primo in basso a sinistra, riguarda la riduzione di costi e rischi;

● il secondo in basso a destra, riguarda la reputazione e gli aspetti di conformità alla norma;

● il terzo in alto a sinistra, riguarda l’innovazione e il riposizionamento; ● il quarto in alto a destra, riguarda la traiettoria di crescita.

(38)

37

Figura 13 - Sustainable Value Framework

Fonte: Hart et al. 2003

Il modello identifica inoltre 4 Drivers della sostenibilità:

● Industria, con particolare attenzione a circolarità e efficienza

● Società civile, con un importante ruolo dell’associazionismo e ONGs ● Tecnologia

● Dinamiche sociali, con la grande accelerazione nell’incremento della popolazione mondiale e nella disuguaglianza

Provando ad applicare tale modello nella peculiarità del contesto Synlab Med (e si sottolinea in maniera del tutto speculativa, a titolo di esercizio intellettuale), ne deriva la seguente conformazione:

(39)

38

Figura 14 - Sustainable Value Framework per Synlab Med Sustainability Company

Fonte: nostre elaborazioni

Il grafico riassume le principali categorie di azione che derivano dal voler intraprendere un percorso di sostenibilità, in altri termini di diventare una Sustainable Company. Di fatto si ritroveranno le stesse categorie analizzate precedentemente nel tentativo di suddividere le azioni sulla base del framework SDGs, ma stavolta l’organizzazione insiemistica riguarda la duplice direttrice del modello di Hart e Milstein (interno - esterno e oggi - domani).

Nella pubblicazione gli autori auspicano di:

1. partire subito con prototipi di prodotti / servizi in modo da velocizzare i cambiamenti in ottica di sostenibilità;

2. lavorare sui quattro quadranti simultaneamente;

3. di darsi una prospettiva di 5 - 7 anni per realizzare il grosso delle iniziative pianificate.

Alla luce dell’andamento delle variabili ambientali e delle urgenze di intervento più volte manifestate a livello internazionale (basti pensare alla recente COP di Madrid), l’auspicio è che le aziende vogliano rispettare e anche anticipare tale percorso.

(40)

39

CONCLUSIONI

Lo scopo esplicito di questa tesina era portare un contributo all’interno dell’azienda Synlab Med ai fini di suggerire al top management la possibilità di adottare sempre più e con maggiore determinazione una strategia ambiziosa in ambito socio ambientale (oltre che economico).

Da qui il taglio divulgativo e diretto del presente elaborato, che a partire dall’enunciazione delle enormi problematiche ambientali e dei ritardi di una risposta decisa da parte di privati e istituzioni, ha analizzato a grandi linee le opportunità di mercato e - più nello specifico del contesto aziendale di riferimento - le attività di innovazione di processo ai fini del conseguimento di una maggiore competitività (sul versante della triplice bottom line).

Non vi sono molti dubbi sul fatto che l’ambiente costituirà un terreno di gioco indispensabile sia per il prosperare delle attività economiche che di quelle sociali. Le aziende che prima e meglio di altre sapranno farsi interpreti di questo scenario in rapida evoluzione sono destinate a beneficiare dei ritorni di immagine nonché a giocare un ruolo attivo di straordinaria importanza nell’ottica del conseguimento di un equilibrio fondamentale alla vita, per come l’abbiamo conosciuta, su questo pianeta.

In un’epoca che ci ha sottoposto e ci sottoporrà sempre più all'accelerazione nelle potenzialità della tecnologia, i limiti alla transizione di un’azienda che voglia diventare sostenibile (Sustainable Company) saranno sempre più di natura culturale: laddove il top management in primis sarà in grado di leggere i bisogni del nostro tempo in maniera profonda e di aggiornare rapidamente ma progressivamente tecnologia e processi, il verso il miglioramento continuo e l’ottenimento di performance di valore saranno dirette conseguenze.

(41)

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BIBLIOGRAFIA

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Figura

Figura 1 - Rappresentazione grafica modello a risorse infinite
Figura 2 - Stato delle variabili ambientali
Figura 3 - Andamento della CO2 (ppp) negli ultimi 400.000 anni
Figura 4 - Analisi comparata dell’andamento della temperatura globale, 5 enti di ricerca
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