identità dell’architettura italiana
identità dell’architettura italiana 10
Diabasis
Carmen Andriani Anselmi & Associati Arassociati Oliva Barbieri Gabriele Bartocci Gabriele Basilico Gianni Braghieri Nicola Braghieri Alberto Breschi Riccardo Butini Fabio Capanni Massimo Carmassi Francesco Cellini Giovanni Chiaramonte Stefano Cordeschi Aurelio e Isotta Cortesi Claudio D’ Amata Antonio D’ Auria
De Leo, Sakasegawa, Volpe Pietro Derossi
Maria Grazia Eccheli e Riccardo Campagnola Alberto Ferlenga Massimo Ferrari
Emanule Fidone e Bruno Messina Mauro Galantino
Gregotti Associati International Isolarchitetti Mimmo J odice
Vincenzo Latina
Liverani/Molteni architetti Carlo Magnani
Alberto e Giovanni Manfredini Vincenzo Melluso
Monestiroli Architetti Associati Marino N arpozzi Adolfo Natalini Nicola Pagliara Marcello Panzarella Claudio Parmiggiani Paolo Portoghesi Franco Purini Sandra Raffone Fabrizio Rossi Prodi Andrea Sciascia Luciano Semerani Franco Stella Carlo T erpolilli Laura Thermes Angelo Torricelli
Giovanni Tortelli e Roberto Frassoni Werner Tscholl Paolo Zermani
De Leo, Sakasegawa, Volpe
Civico Museo Archeologico di Camaiore (LU)
Giuseppe De Leo, Yoichi, Sakasegawa, Andrea Innocenzo Volpe; progetto museologico Stefania Campetti, Alessandra Berton, Marzia Bonato; strutture: Massimo Bottega, Techné s.r.l.; realizza-zione dell’allestimento, arredi e supporti espositivi: Acme04 s.r.l.; collaboratore Nicola Tenerani, 2010-in corso
Camaiore è una città fondata nella seconda metà del XIII secolo simile per struttura urbana alla vicina Pietrasanta e alle cosiddette ‘terre nuove fiorentine’. Organizzata secondo il consueto schema del castrum rettangolare diviso in dodici isolati, presenta al centro la piazza principale, tangente a ovest, con la via che costituisce l’asse di simmetria del sistema.
Il recinto murario della città (oggi in gran parte demolito) incorporava inoltre un tratto della via Francigena, coincidente qui con il percorso che già in epoca romana collegava Luni con Lucca.
Come a sottolinearne l’importanza ed il ruolo, Palazzo Tori-Massoni affaccia il suo fronte principale sul Corso principale e la facciata occidentale sull’antica via Romea. Le prime notizie sull’edificio risalgono all’estimo del 1347 e attestano l’esistenza di tre abitazioni, riunite poi dalla famiglia Orsucci sul finire del XVI secolo. Ristrutturato nel corso del XVII secolo è attualmente sede di uffici comunali, della biblioteca, dell’archivio municipale ed infine del Civico Museo Archeologico. L’esigenza di esporre adeguatamente il frutto dei ritrovamenti delle campagne di scavo passate e di quelle tuttora in corso, unitamente all’innovativo progetto museologico, ha consentito, grazie al finanziamento della Regione Toscana, un notevole ampliamento del percorso espositivo originale. In primo luogo mediante la copertura della corte e poi attraverso lo scavo del basso seminterrato del Palazzo, recuperato quale ulteriore anello espositivo. Visivamente collegato al piano superiore attraverso uno spazio a doppia altezza, a cui corrsiponde la biforcazione del percorso di lettura delle tracce che conduce all’esplorazione delle profondità del sottosuolo. Se i reperti medievali e rinascimentali troveranno infatti posto nelle sale superiori a conclusione della visita, al piano interrato saranno invece esposti i reperti originali più antichi, le riproduzioni tattili e le diverse ricostruzioni che testimoniano l’eccezionale continuità insediativa del territorio nel corso del tempo. La valle di Camaiore è infatti assimilabile a un palinsesto, ricco di insediamenti preistorici, reperti del periodo etrusco-ligure, di epoca romana e di testimonianze longobarde, medievali e rinascimentali.
L’allestimento del piano inferiore rispecchia dunque questa complessa stratigrafia, evocando in modo astratto l’ipogeo, la grotta, la tomba. Mediante la scomposizione dei rinfianchi di fondazione, ora emersi grazie allo scavo, e la valorizzazione delle parti più antiche del palazzo, come il muro medievale delle case degli Orsucci. Dove un portale di ferro brunito segna adesso l’intersezione con la nuova sequenza delle sale.