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Nota trimestrale nazionale sull’andamento climatico e le implicazioni in agricoltura. Aprile–giugno 2011

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POLITICHE PER L’AMBIENTE E L’AGRICOLTURA

APRILE - GIUGNO 2011

SULL’ ANDAMENTO CLIMATICO

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Andamento climatico e implicazioni in agricoltura – II trimestre 2011 1 Servizio tecnico Ambiente ed uso delle risorse naturali in agricoltura Resp. Guido Bonati Ambito di ricerca Politiche per l’ambiente e l’agricoltura Resp. Antonella Pontrandolfi

Progetto Attività di supporto e assistenza tecnica alla programmazione dei fondi previsti per le

calamità naturali

Responsabile di progetto Antonella Pontrandolfi (pontrandolfi@inea.it)

Nota trimestrale nazionale sull’andamento climatico e le implicazioni in agricoltura. Aprile –Giugno 2011

Il documento è disponibile sul sito www.inea.it La nota è a cura del responsabile di progetto.

Stesura: Teresa Lettieri paragrafi 1.1, 1.2 e 1.3 e 2, Roberto Nuti paragrafo 3 Rilevamento dati e informazioni e supporto alla stesura del paragrafo 1.4:

Domenico Casella, Anna Maria Lapesa, Teresa Lettieri, Dario Macaluso, Manuela Paladino, Stefano Palumbo, Gianluca Serra, Rossana Spatuzzi

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Andamento climatico e implicazioni in agricoltura – II trimestre 2011 2

L’attività di monitoraggio non sarebbe stata possibile senza la collaborazione delle seguenti Istituzioni:

MIPAAF, Direzione generale per la Qualità dei Prodotti Agroalimentari - Fondo di solidarietà nazionale;

Dipartimento della Protezione Civile, Centro Funzionale Centrale; Regione Valle d’Aosta; Regione Piemonte; Regione Liguria; Regione Veneto; Regione Lombardia; Regione Friuli Venezia Giulia; Provincia Autonoma di Trento; Provincia Autonoma di Bolzano; Regione Emilia-Romagna; Regione Toscana; Regione Lazio; Regione Umbria; Regione Molise; Regione Campania; Regione Basilicata; Regione Puglia; Regione Siciliana; Regione Autonoma Sardegna; Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente - Servizio idro-meteo della Regione Emilia-Romagna; Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Lombardia; Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente del Piemonte; Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente del Friuli Venezia Giulia; Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente del Veneto; Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione nel settore agricolo- forestale della Toscana; Agenzia servizi settore agroalimentare delle Marche; Autorità di bacino dei fiumi dell’Alto Adriatico; Autorità di bacino fiume Arno; Autorità di bacino fiume Po; Agenzia interregionale per il fiume Po; Autorità di bacino fiume Tevere; Centro di agrometeorologia applicata regionale della Regione Liguria; Consorzio di bonifica di II grado per il Cer; Consorzio di bonifica Parmigiana Moglia Secchia; Consorzio di bonifica II grado generale di Ferrara; Consorzio di bonifica e irrigazione Canale Lunense; Consorzio di bonifica Naviglio Vacchelli; Consorzio di bonifica Cellina Meduna; Associazione irrigazione Est Sesia; Associazione irrigazione Ovest Sesia; Enti regolatori dei grandi laghi (Consorzi di gestione dei bacini dell’Adda, Chiese, Mincio, Oglio e Ticino); Ente regionale per i servizi all'agricoltura e alle foreste della Regione Lombardia; Ente regionale di sviluppo agricolo della Regione Friuli Venezia Giulia; Institut agricole régional della Regione Valle d’Aosta; Istituto sperimentale agrario di San Michele all’Adige; Unione regionale bonifiche Emilia-Romagna; Unione regionale bonifiche irrigazioni e miglioramenti fondiari della Lombardia; Agenzia regionale per l’innovazione e lo sviluppo dell’agricoltura nel Molise; Molise acque; Protezione civile Centro funzionale della Regione Molise; Consorzio di bonifica Destra Sele; Consorzio di Bonifica Ufita; Consorzio di Bonifica Velia; Agenzia lucana di sviluppo e di innovazione in agricoltura; Autorità di bacino interregionale della Basilicata; Consorzio di bonifica Vulture Alto Bradano; Consorzio di bonifica Alta Val d'Agri; Consorzio di bonifica Bradano-Metaponto; Consorzio di bonifica della Capitanata; Associazione siciliana dei Consorzi ed Enti di bonifica e di miglioramento fondiario; Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Sardegna; Ente Acque della Sardegna; Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Sardegna; LAORE Sardegna.

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Andamento climatico e implicazioni in agricoltura – II trimestre 2011 3

Indice

Pag.

Introduzione 4

1. Settore agricolo e problematiche emerse 6

1.1 Incidenza dell’andamento meteorologico sui comparti agricoli 6

1.2 Nord Italia 12

1.3 Centro Italia 17 1.4 Sud Italia e Isole 19

2. Quadro climatico di riferimento 24

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Andamento climatico e implicazioni in agricoltura – II trimestre 2011 4

Introduzione

L’attività di monitoraggio sull’andamento climatico e i riflessi sull’e attività agricole si è avviata nel 2000-2001, in relazione alle esigenze di supporto informativo del MiPAAF e delle Regioni sulle aree soggette a crisi idriche ed eventi siccitosi del Sud e isole, e un’ulteriore richiesta è giunta sulle regioni del Centro Nord con la siccità del 2003 nei bacini settentrionali (note informative mensili e trimestrali sul monitoraggio della stagione irrigua).

I contenuti e i risultati dell’attività hanno suscitato anche l’interesse dell’ufficio del MiPAAF che gestisce il Fondo di solidarietà nazionale, che ha chiesto un supporto sui danni richiesti e da riconoscere alle Regioni attraverso attività di analisi ed elaborazioni sull’andamento agrometeorologico e le implicazioni per il settore agricolo. Nel 2009 è stato quindi finanziato il progetto INEA “Attività di supporto e assistenza tecnica alla programmazione dei fondi previsti per le calamità naturali”, tra le cui attività principali è inclusa l’analisi dell’andamento climatico rispetto ad eventuali disagi o danni in agricoltura a seguito di eventi estremi.

Rispetto alle finalità iniziali, legate alla siccità nel corso delle stagioni irrigue, l’attività si è ampliata nel corso degli anni, poiché le problematiche emerse a carico dell’agricoltura non riguardano solo le carenze idriche nella stagione estiva, ma comprendono nelle diverse aree del Paese una più complessa alternanza di anomalie climatiche ed eventi, quali fenomeni precipitativi intensi, grandinate, gelate tardive, esondazioni, alluvioni, siccità, che nell’insieme generano nel corso dell’anno disagi o modifiche nelle condizioni fitosanitarie, nelle fasi fenologiche, nelle rese qualitative e quantitative, nonché danni e disagi alle strutture e in generale alla gestione aziendale delle pratiche.

Per tali motivazioni, l’INEA ha riorganizzato a partire del 2011 la nota informativa nazionale, rendendola più funzionale e corrispondente all’analisi che riporta, ai dati esaminati (dati meteorologici e climatici) e alle problematiche descritte. La nota quindi ora riporta l’”andamento climatico e le implicazioni in agricoltura”. Inoltre, per rispondere alle esigenze informative che la nota intende soddisfare, i risultati dell’attività di monitoraggio e analisi svolta nel progetto sono riportati in un formato più divulgativo, con una nuova versione della nota nazionale più snella e direttamente finalizzata alla descrizione degli eventi e dei danni sul territorio nazionale.

Per quanto riguarda i dati meteorologici (temperature e precipitazioni), è operata una sintesi funzionale dei dati CRA-CMA, introducendo le medie climatiche 1971-2000 e utilizzando gli scarti dalle medie per evidenziare le anomalie intercorse. In collaborazione con l’ufficio del MiPAAF che gestisce i fondi per le calamità naturali, si è inteso completare il quadro dell’andamento e degli eventi che stanno caratterizzando l’anno attraverso una breve

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Andamento climatico e implicazioni in agricoltura – II trimestre 2011 5 disamina degli atti di riconoscimento dei danni su cui le Regioni hanno fatto richiesta nei mesi precedenti.

Il lavoro descritto ha risvolti di analisi nel breve periodo sulle problematiche della singola stagione, ma ha una sua importanza anche nelle analisi di medio e lungo periodo. L’attività risulta centrale e in prospettiva di grande interesse, in quanto, analizzando tutti i dati raccolti negli anni, sarà possibile contribuire alle analisi sugli effetti dei cambiamenti climatici sulle pratiche agricole e sull’andamento del settore, e sarà possibile trarre spunti di riflessione sulle politiche di adattamento del settore agricolo.

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Andamento climatico e implicazioni in agricoltura – II trimestre 2011 6 1. Settore agricolo e problematiche emerse

1.1 Incidenza dell’andamento meteorologico sui comparti agricoli

Il periodo primaverile, che rappresenta per il settore agricolo la fase di preparazione alla stagione irrigua, si è caratterizzato per una sostanziale carenza idrica e siccità nel Centro Nord, in particolare nelle regioni settentrionali del Paese, nei mesi di aprile e maggio. Tali condizioni sono state legate alla concomitanza di temperature più alte della media e precipitazioni più scarse (cfr. par. 2). Da metà maggio, invece, la situazione, come sempre più spesso accade, si è ribaltata, e diversi problemi dovuti al maltempo, in particolare a eventi grandigeni, sono stati registrati al Nord quanto al Sud.

La situazione descritta ha determinato nel settore agricolo una serie di incertezze e di problemi derivanti dall’andamento instabile di temperature e precipitazioni, come sinteticamente riportato nel seguente schema sulle maggiori problematiche occorse e segnalate nelle diverse regioni.

Scheda sintetica – Maggiori problematiche nel settore agricolo nel II trimestre 2011

VALLE D’AOSTA

 Siccità: Anticipo interventi irrigui su frutteti

 Maltempo:

 Vigneti anticipo fioriture e successivi danni da precipitazioni intense

 Prati e pascoli ostacolate operazioni di fienagione e allettamento dell’erba PIEMONTE

 Siccità: richiesto anticipo interventi irrigui, non garantiti

 Maltempo: ristagno idrico su mais, grano, orzo

 Fitosanitario: batteriosi del kiwi e diabrotica del mais LIGURIA

 Fitosanitario: cinipide del castagno LOMBARDIA

 Siccità:

 Anticipo interventi irrigui, danni lievi e generalizzati su mais, altri cereali, erbai, erba medica, meloni e angurie

 Livelli sotto la media dei grandi laghi

 Maltempo:

 Grandine con danni nell’Oltrepò Pavese e nel Mantovano

 Allagamenti e piccoli smottamenti nelle zone montane

 Esondazione fiume Chiese

 Est Ticino Villoresi: interventi strutturali in emergenza sul Naviglio Grande

 Fitosanitario: batteriosi del kiwi e diabrotica del mais EMILIA-ROMAGNA

 Siccità:

 Anticipo interventi irrigui

 Livelli sotto la media degli invasi

 Maltempo:

 Grandine con danni su frutta e cereali, in Bassa Valdarda, Ravennate, Forlivese e Cesenate

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Andamento climatico e implicazioni in agricoltura – II trimestre 2011 7

 Fitosanitario: batteriosi del kiwi e cinipide del castagno VENETO

 Siccità: Anticipo generalizzato degli interventi irrigui

 Maltempo: Grandine e pioggia con danni a macchia di leopardo, in particolare nel Trevigiano

 Fitosanitario: batteriosi del kiwi TRENTINO

 Siccità generalizzata

 Maltempo: danni su ciliegie

 Fitosanitario: colpo di fuoco su mele, scolitidi su legname di abete rosso e larice FRIULI VENEZIA GIULIA

 Siccità generalizzata e anticipi fenologici di viti e olivo, danni su allevamenti per mancanza d’erba

 Maltempo: grandine e vento, con danni su vite, mais, strutture TOSCANA

 Siccità generalizzata con danni nel Pisano, Aretino, Grossetano

 Maltempo: piogge torrenziali all’interno e lungo la costa

 Fitosanitario: cinipide del castagno UMBRIA

 Siccità: anticipo interventi irrigui ABRUZZO

 Maltempo: grandine con danni in Valle Peligna e Marsica (AQ) LAZIO

 Maltempo: grandine nel Frosinate, danni su fieno e viti

 Fitosanitario: batteriosi del kiwi, cinipide del castagno MOLISE

 Fitosanitario: monilia e bolla su frutticole CAMPANIA

 Siccità: anticipo interventi irrigui

 Maltempo:

 grandine con danni su nettarine e susine e foraggere nel Casertano

 piogge con allagamenti e danni nella piana del Sele (SA)

 Fitosanitario: fusariosi e batteriosi su frutticole nel Casertano, cinipide del castagno (Avellinese) PUGLIA

 Maltempo: grandine nel Barese con danni generalizzati BASILICATA

 Maltempo: Esondazione del Basento nel Materano e del torrente Melfia (Vulture Melfese)

 Fitosanitario: sharka drupacee, cinipide del castagno CALABRIA

 Fitosanitario: batteriosi del kiwi SICILIA

 Maltempo: Grandinata in provincia di Siracusa e di Catania con danni su colture

 Fitosanitario: bolla del pesco e corineo sui fruttiferi, marciumi sulle arance prossime alla raccolta da agenti fungini

SARDEGNA

 Fitosanitario: peronospora sulla vite, margaronia su olivo nel Sassarese

Fonte: elaborazioni INEA

A livello generale, l’alternanza di giorni di forte caldo a bruschi abbassamenti di temperatura, manifestatasi sin da aprile, ha disorientato nuovamente il settore agricolo, già penalizzato dai frequenti eventi alluvionali del periodo autunno-inverno. Le anomalie si sono

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Andamento climatico e implicazioni in agricoltura – II trimestre 2011 8 sostanzialmente tradotte in stati di carenza idrica nel Centro Europa (in particolare Germania e Francia), ma anche in altri Paesi quali il Canada o ancora la Cina. Contestualmente, gelate con gravi conseguenze sul mais si sono registrate in Messico. Tali condizioni hanno generato

un generale clima generale di apprensione sui mercati cerealicoli1.

In Italia, le superfici coltivate a frumento duro hanno subito una riduzione, come già anticipato nel trimestre precedente, per cui il 2011 dovrebbe segnare il ricorso alle importazioni per soddisfare l’industria molitoria. Oltre al maltempo di novembre-gennaio che ha ostacolato il normale svolgimento delle operazioni di semina, sul calo ha pesato anche

l’incremento del costi di produzione, come si evidenzierebbe anche dal dato ISTAT sui terreni

lasciati a riposo (+19%).

A soffrire dell’improvvisa ondata di caldo dell’inizio primavera sono stati anche gli ultimi prodotti della stagione invernale, finocchi e carciofi, e la qualità delle varietà primaverili, stimata su livelli piuttosto bassi. Nel Nord Italia, dove la riduzione delle precipitazioni nel mese di aprile ha oscillato tra il 75 e il 100% rispetto alla media climatica e le temperature hanno registrato valori superiori di 2-4 °C (cfr. par. 2), si è stimata una possibile minore resa, sia qualitativa che quantitativa, di cereali, colture orticole e pascoli d’alpeggio. In alcuni casi si è dovuto ricorrere all’irrigazione di soccorso, anticipando gli interventi rispetto alle usuali stagioni irrigue. Il lago di Como ed il lago Maggiore hanno fatto registrare livelli inferiori alle medie stagionali.

Il mercato delle primizie, invece, ha risentito positivamente delle condizioni in termini produttivi, anche se, in alcuni casi, ciò ha comportato uno squilibrio tra domanda e offerta con prezzi inferiori a quelli stimati (mercato delle fragole).

Come accade sempre più spesso negli ultimi anni, le condizioni hanno subito un improvviso cambiamento con una ondata di piogge persistenti e di basse temperature nel mese di maggio, che hanno interessato l’Europa centrale, ma anche varie regioni degli Stati Uniti, destando sempre nuove preoccupazioni sui mercati delle commodities.

In Italia, le piogge hanno ridotto le preoccupazioni sulle disponibilità idriche, soprattutto nel Nord, ma sono bastate circa ventiquattro ore, intorno alla metà di maggio, per mettere fine al caldo e alla conseguente siccità e assistere al repentino calo delle temperature e a qualche nevicata sull’arco alpino. La violenza e concentrazione temporale delle precipitazioni hanno avuto anche effetti negativi sulle colture, in particolare le grandinate verificatesi praticamente

1 La preoccupazione per le semine in Canada ha aumentato la tensione verso un sensibile aumento dei prezzi, il perdurare della siccità in aree come quella tedesca ha indirizzato la previsione verso il ribasso della raccolta dei cereali e della colza. In Italia, per quest’ultima, le rendite stimate sono inferiori del 70% rispetto alle previsioni 2011 nella regione di Nord Est del Paese e del 30-40% nel Nord.

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Andamento climatico e implicazioni in agricoltura – II trimestre 2011 9 su tutto il territorio nazionale a macchia di leopardo hanno causato danni alle colture in campo.

Altri raccolti sembrano, invece, aver beneficiato di (o, perlomeno, non hanno sofferto) tali condizioni. Ad esempio, il primo taglio di fieno in Pianura Padana, nonostante la siccità, ha fornito un buon raccolto anche dal punto di vista quantitativo, avvantaggiandosi del freddo di marzo e di parte di aprile, spostando la raccolta del maggengo tra la prima e la seconda settimana di maggio.

Analizzando i dati di Unione Seminativi sui mercati di maggio dei principali cereali e i

dati dell’International Grain Council per la situazione internazionale, nonché i dati ISTAT per le

semine frumento autunno –inverno 2010-2011 e quelle primaverili del mais, si stima per il 2011-2012 una ripresa per il frumento a livello mondiale, ma una contrazione degli

investimenti italiani. E’ da sottolineare, tuttavia, che l’indagine ISTAT con una prevista

contrazione delle superfici a frumento duro del 13%, è stata mitigata dalla successiva analisi

dell’ISMEA, su un campione di operatori privilegiati, che ha prospettato una diminuzione più

contenuta (9-10%). Per il mais, il valore dell’IGC per le semine mondiali segnerebbe un

leggero recupero (1%), per l’Italia un +6% sul 2010 secondo l’ISTAT (7-8% per l’ISMEA).

L’andamento climatico nel mese di giugno ha ricalcato quello stagionale già descritto. Per quanto riguarda gli altri Paesi importanti produttori, il Nord Est degli Stati Uniti è stato interessato da piogge eccezionali, mentre l’Arizona da una grave siccità (e vasti incendi).

In Italia, il problema maggiore è stato costituito verso la fine del trimestre dai ripetuti episodi temporaleschi di natura grandinigena: nell’Oltrepò Pavese i vigneti sono stati fortemente danneggiati in trenta minuti, nel Trevigiano le prime stime parlano di perdite gravi delle coltivazioni di mais e soia. In provincia di Pavia numerosi i danni segnalati su mais e orzo (vento e grandine) e su strutture aziendali. Situazioni simili sono state segnalate anche nelle regioni centrali (Abruzzo e Lazio) e meridionali (Puglia, Campania) e in Sicilia.

Altre coltivazioni, entrate in piena fase di raccolta, hanno iniziato ad esprimere risultati incoraggianti, in particolare la colza che, rispetto ai dati dell’anno precedente, è risultata più produttiva, in particolare al Sud e al Centro (ad eccezione della Toscana, dove la zona litoranea ha sofferto prima l’eccesso di piogge e successivamente la siccità). Esempi di eccellenza sono stati registrati in Emilia, con punte anche di quattro tonnellate a ettaro, dove ha giocato il fattore semina anticipata.

Nessuna particolare problematica è stata sinora segnalata sulle disponibilità idriche, anche se una certa attenzione è posta nel Nord del Paese, soprattutto per luglio-agosto,

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Andamento climatico e implicazioni in agricoltura – II trimestre 2011 10 quando maggiore è il fabbisogno irriguo e problemi potrebbero sorgere in base agli andamenti meteorologici che si verificheranno.

A chiusura del paragrafo, una particolare attenzione si ritiene opportuno dedicare alle condizioni fitosanitarie. Diverse e ripetute risultano le patologie, innescate dalle condizioni meteorologiche del periodo autunno-invernale e della primavera. In particolare, alcune emergenze risultano responsabili di pesanti danni alle colture sia in termini di superfici coinvolte sia per l’importanza economica delle perdite associate in alcune aree del Paese. Lazio, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto risultano le aree riunite in una vera e propria unità di crisi costituita per fronteggiare la “batteriosi del kiwi” (Pseudomonas siryngae pv.

actinidiae). Attualmente, il problema è esteso su circa il 25% del frutteti del Paese con

percentuali variabili a seconda delle località interessate: il Lazio ha stimato circa l’80% degli impianti colpiti, decine di focolai sono presenti in Emilia-Romagna. L’emergenza sanitaria è stata sottoposta anche all’attenzione del Parlamento europeo, al fine di mettere a punto un sistema coordinato di iniziative, anche perché la patologia riguarda anche Cina e Nuova Zelanda (l’Italia è comunque la maggiore produttrice mondiale di actinidia).

A livello nazionale, il 31 maggio è stato proclamato dal Consiglio dei Ministri il provvedimento riguardante patologie causate da una serie di parassiti, tra cui anche il punteruolo rosso della palma (Rhynchophorus ferrugineus), il cinipide del castagno (Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu) e la diabrotica del mais (Diabrotica virgifera virgifera). Quest’ultimo parassita, insieme ad altre avversità, ad esempio, sembra concorrere in maniera significativa al calo di produzione che si sta registrando negli ultimi 5 anni (pari all’incirca al 19%). Per il cinipide del castagno, invece, che ha messo a rischio i castagneti del Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania e Calabria, con ripercussioni sotto il

profilo economico, sociale e ambientale, il MIPAAF ha disposto lo stanziamento di fondi per

avviare la lotta biologica attraverso la moltiplicazione dell’insetto antagonista.

In figura a) si riportano le aree agricole che hanno subito i maggiori danni legati direttamente o indirettamente all’andamento meteorologico nel II trimestre 2011.

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Andamento climatico e implicazioni in agricoltura – II trimestre 2011 11

Figura a – Aree con le maggiori problematiche (danni o forti disagi) - II trimestre 2011

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Andamento climatico e implicazioni in agricoltura – II trimestre 2011 12

1.2 Nord Italia

L’elemento che ha inciso maggiormente sul settore agricolo nel periodo primaverile è stata, senza dubbio, la siccità. Le alte temperature e il protrarsi fino a maggio inoltrato di tali condizioni ha rischiato, nella maggior parte dei casi, di compromettere parte delle produzioni, ma le piogge della seconda metà di maggio hanno portato ristoro al comparto. In diverse aree, però, le piogge, spesso di natura grandigena, sono cadute con violenza, producendo ulteriori danni e complicando le situazioni più precarie.

In Val d’Aosta le conseguenze dell’assenza di precipitazioni sono state avvertite da tutte le tipologie colturali, in particolare sui frutteti, visto l’anticipo delle fasi fenologiche, è stata richiesta l’introduzione della pratica irrigua da metà aprile. Il perdurare del periodo secco ha ampliato la fascia di coltivazioni con criticità significative, come i vigneti, che dopo un netto anticipo delle fioriture sono stati provati dal sopraggiungere delle intense precipitazioni e delle basse temperature di fine maggio con “colature” di diversa entità a seconda delle zone colpite. Per i prati e i pascoli, invece, al vantaggio del rimpinguamento delle riserve idriche del terreno si è affiancato il disagio sofferto dalle operazioni di fienagione, ostacolate dalle frequenti precipitazioni, e l’allettamento dell’erba, oltre i 1.200 metri, conseguente all’abbondante nevicata dei primi giorni di giugno. Ovviamente, l’aspetto qualitativo è stato penalizzato: danni da spaccature sull’epidermide di alcuni frutti, come mele, nettarine e ciliegie e ridotto valore foraggero del fieno raccolto.

In Piemonte, non tutti i Consorzi irrigui sono riusciti a garantire l’anticipo richiesto degli interventi irrigui (in alcuni casi erano ancora impegnati nella verifica degli impianti). Considerato il periodo e la fase fenologica delle colture, i frutteti, pur avendo superato la fioritura e quindi lo stadio tra i più delicati ai fini produttivi, hanno sofferto comunque lo stress idrico a danno della fase di allegazione e quindi del prodotto finale. Analogamente, le colture cerealicole e le ortive nella Bassa Valle Scrivia, nel Tortonese, nel Casalese e in pianura Alessandrina sono state quelle particolarmente investite dall’ondata di secco. Il fabbisogno idrico annuale delle campagne piemontesi crea spesso problemi in corrispondenza del periodo irriguo, non solo per le risaie del Vercellese e del Novarese, ma anche e soprattutto nelle zone dell’Alessandrino, del Cuneese e del Torinese. Le piogge e la grandine degli inizi di giugno, pur alleviando le condizioni di stress idrico, hanno però creato anche problemi di ristagno idrico, con conseguente asfissia radicale osservata su mais, grano e orzo. La pioggia

nell’area di Chivasso (TO) ha danneggiato l’orzo (privo del chicco), così come il mais (in questa

fase necessita di caldo e sole).

Tra le emergenze fitosanitarie, la batteriosi del kiwi si è già estesa su 280 ettari, in modo particolare sugli impianti giovani, senza risparmiare quelli più vecchi, a favore dei quali la

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Andamento climatico e implicazioni in agricoltura – II trimestre 2011 13 Regione ha stanziato dei contributi per l’espianto parziale e totale. La produzione è stata colpita su quasi tutto il territorio investito alla coltura, con punte più significative nella zona del Cuneese. Nel Vercellese, invece, attacchi di diabrotica su mais hanno creato allarme e costretto ad una rapida azione di contrasto del parassita.

Dal territorio della Liguria è partito l’allarme per i danni da Cinipide Galligeno sui castagneti di tutto il territorio regionale, con particolare rilevanza per l’area della Val di Vara, nota per il pregio dei castagni diffusi e biologicamente certificati.

Il territorio della Lombardia, reduce dagli allagamenti scaturiti dalle violente piogge di metà marzo, si è adoperata per far fronte alle situazioni particolarmente complesse, tra le quali quella relativa all’esondazione del fiume Chiese. Infatti, ai fini della messa in sicurezza dell’asta fluviale e dei suoi affluenti, sono iniziati i lavori per opere urgenti che dovrebbero concludersi a fine estate. Contemporaneamente, altre problematiche sono emerse come la voragine del Naviglio Grande, a qualche giorno dal termine del periodo di “asciutta”, che ha richiesto l’intervento tempestivo dei tecnici del Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi. L’emergenza, dovuta alle condizioni del fondo del Naviglio Grande e delle sponde, ha richiesto la secca parziale ai fini di una rapida risoluzione, anche per salvaguardare la fauna ittica e la funzionalità del Naviglio di Bereguardo.

Sul versante agricolo, la penuria di piogge dalla metà di aprile sino a maggio ha sollevato preoccupazione tra gli operatori agricoli, soprattutto i maiscoltori. Infatti, nei primi 55.000 ettari seminati a mais nella Bassa Bresciana, le piccole piantine in carenza di acqua e con temperature sopra la media si sono trovate ad emergere da terreni completamente secchi e scoperti dai trattamenti diserbanti post-semina. L’irrigazione, dove possibile, è stata prontamente avviata grazie alle riserve e ai laghi. Sebbene i due anni passati siano stati contraddistinti da buone precipitazioni con benefici per le falde e per i bacini di accumulo, il rischio di assistere ad annate siccitose come quelle del 2003 e del 2005 si è nuovamente manifestato. Il lago di Como ed il lago Maggiore hanno fatto registrare livelli inferiori alle medie stagionali a inizio primavera. Anche gli agricoltori a Sud di Milano hanno dovuto fare i conti con la penuria di acqua, soprattutto perché si sono aggiunte altre criticità legate alla manutenzione dei canali (sostare della melma nelle rogge). Nella Bassa Bergamasca sono emerse difficoltà di nascita e crescita del mais, seccume dell’erba medica; in provincia di Cremona, la mancanza di precipitazioni ha dimezzato il raccolto del maggengo come di altri foraggi e ha compromesso le rese di cereali come orzo e frumento; nel Milanese, nella Bassa Bresciana, oltre al mais in affanno, anche il loietto ha reclamato l’intervento irriguo; nel Mantovano, mais, erba medica, ma anche meloni e angurie hanno avvertito notevoli disagi; in provincia di Varese, sono state segnalate aree senza problemi per le sporadiche pioggerelline

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Andamento climatico e implicazioni in agricoltura – II trimestre 2011 14 che hanno evitato i problemi nelle semine e zone dove il mais ha incontrato difficoltà nell’emergenza delle piantine e gli asparagi sono stati penalizzati dalle temperature notturne troppo basse; per le province di Como e Lecco, gli erbai autunno-vernini hanno registrato perdite di produzione, oltre alla sofferenza del mais, dove possibile riseminato, e al primo taglio in montagna ridotto.

Il quadro delineato, associato alla riduzione graduale delle portate dei fiumi e del livello idrometrico dei laghi, in particolare del Lago Maggiore al minimo storico, ha spinto alcune strutture consortili, come il Consorzio di bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po’, ad avviare l’irrigazione in netto anticipo rispetto al passato. Interventi di emergenza sono stati attivati da altre strutture consortili, come il Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi, che ha realizzato una bacinizzazione provvisoria di alcuni canali in modo da migliorare la distribuzione delle acque a seguito della riduzione dei flussi dai laghi.

La pioggia, sopraggiunta alla fine di maggio, ha avuto effetti negativi: grandine sull’Oltrepò Pavese con danni ai vigneti della Valle Versiggia, Valle Versa e Valle Scuropasso; allagamenti e piccoli smottamenti nelle zone montane; forti piogge miste a grandine nel Mantovano che hanno danneggiato parte del territorio e colture orticole, mais e soia.

Chiudendo con le problematiche fitosanitarie, cancro del kiwi e diabrotica del mais si sono manifestati anche in territorio lombardo.

L’Emilia-Romagna è stata una delle Regioni che ha avviato la riorganizzazione degli interventi ai fini della sicurezza idraulica, alla luce degli ultimi eventi alluvionali verificatesi nel periodo invernale. Tra le strutture consortili interessate, il Consorzio di bonifica dell’Emilia Centrale ha programmato una serie di iniziative a favore dei manufatti che cautelano la pianura reggiana e non solo dalle esondazioni del Po e dei suoi affluenti emiliani. I lavori, dalle arginature alla manutenzione delle pompe idrovore che intervengono nei momenti di particolare criticità, avranno il duplice obiettivo di rallentare il decorso delle acque nei momenti di piena e di rilanciare l’irrigazione nei mesi di siccità. Infatti, l’alveo di diversi fiumi regionali ha evidenziato la presenza di cumuli di sedimenti, trasportati durante le ondate di piena, responsabili di veri e propri sbarramenti e quindi di parzializzazione della sezione di deflusso su ampi tratti delle aste fluviali. E’interessante segnalare che, all’arrivo dell’ondata di maltempo dell’inizio di giugno, la conversione dell’assetto di bonifica, dall’irrigazione in atto allo scolo delle acque, ha consentito la messa in sicurezza di tutta la pianura compresa tra la bassa di Modena e di Reggio Emilia, oltre che ad un tratto del Mantovano.

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Andamento climatico e implicazioni in agricoltura – II trimestre 2011 15 Nel contempo, altri interventi, avviati da qualche tempo, sono stati portati a conclusione, come nel caso del sistema idraulico di San Giacomo di Guastalla diventato uno degli esempi virtuosi di progettazione territoriale a contrasto delle alluvioni e delle piogge torrenziali. Sul fronte della siccità, come le altre regioni del Centro Nord, anche l’Emilia-Romagna ha dovuto sopperire alla mancanza di precipitazioni con irrigazioni anticipate rispetto alla data di avvio stabilita. Inoltre, gli invasi presenti sul territorio regionale hanno fatto registrare livelli inferiori rispetto alle medie stagionali: negli ultimi sei mesi, infatti, in diversi casi la quantità d’acqua invasata ha rilevato quantitativi dimezzati rispetto ai livelli degli ultimi due anni.

Il maltempo (piogge torrenziali e grandine) intervenuto successivamente ha danneggiato coltivazioni di albicocche e pesche, ciliegie e fragole del Cesenatico, oltre a pomodoro, cipolla e vigneti. Le aree segnalate con maggiori danni sono nella bassa Valdarda, nel Ravennate, nel Forlivese e nel Cesenate. In alcune aree seppur limitate vi sono stati allagamenti di campi. Sotto l’aspetto fitosanitario, l’emergenza batteriosi del kiwi ha veicolato l’attenzione degli operatori de settore. Nel 2011 in Emilia-Romagna circa 97 aziende sono state colpite dal cancro del kiwi e il rischio grava su circa 4.000 ettari per una produzione di oltre 65 milioni di kg. La Regione ha stanziato, per l’anno in corso, 1 milione di euro di indennizzi. Di rilievo anche l’attacco sui castagneti ad opera del cinipide galligeno insediatosi su tutta la fascia appenninica.

Passando al versante orientale, in Veneto, i problemi idraulici del territorio hanno focalizzato l’attenzione delle Amministrazioni, degli enti competenti e degli operatori economici. Tra le attività sviluppate, la proposta di un piano generale di bonifica tra i paesi della Bassa Vicentina e alcuni paesi del Veronese ha avuto come principale obiettivo l’individuazione delle opere pubbliche di bonifica e le opere necessarie alla tutela e valorizzazione del territorio attraverso la definizione delle priorità di esecuzione.

Come altre regioni del Nord, anche il Veneto ha dovuto fronteggiare il periodo di siccità. In aprile è stata calcolata una diminuzione delle piogge pari all’81% rispetto alla media, con le zone del Veneto Centrale e della Lessinia, tra Verona e Vicenza, come quelle più colpite dall’assenza di precipitazioni. Anche le nevicate hanno fatto rilevare valori inferiori alle medie (-45% a quota 2.000 metri e -65% a 1.200 metri); l’incremento di temperatura è stato pari a circa 7°C rispetto alla media stagionale. Se le falde hanno mantenuto livelli buoni per i quantitativi di acqua immagazzinati nell’ultimo anno, i fiumi sono stati penalizzati dalla scomparsa di neve sulle Prealpi. I problemi maggiori hanno riguardato i cereali, in particolare frumento e orzo, e si è ricorso alla pratica irrigua per consentire la nascita e lo sviluppo di barbabietole, mais e soia. Sui Colli Euganei, la principale preoccupazione ha riguardato le

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Andamento climatico e implicazioni in agricoltura – II trimestre 2011 16 ciliegie a fine maturazione, i vigneti e gli ulivi, in condizione di anticipo delle fasi fenologiche e quindi più sensibili alle infezioni fungine, allo sviluppo di insetti e allo stress idrico.

Anche sul territorio veneto è poi intervenuto il maltempo, che ha colpito con pioggia e grandine, a macchia di leopardo, le coltivazioni, senza apportare benefici data la violenza con la quale tali eventi si sono presentati. Nel Trevigiano le coltivazioni di mais e soia, già sofferenti per il caldo torrido, sono state fortemente danneggiate.

L’allarme per l’attacco batterico sul kiwi si è esteso anche in Veneto, con allerta anche nel Rodigino dopo i casi di Verona. Tra Veronese e Trevigiano, dove sono stati individuati i primi attacchi sulla coltura, sono una trentina le aziende che hanno dovuto procedere all’espianto e distruzione di alcuni ettari di kiwi attaccati. La regione, che stima circa 3.200 ettari investiti alla coltura del kiwi, una produzione di 76.000 tonnellate e un valore di 41 milioni di euro, ha varato un intervento contributivo al fine di sostenere le spese per la profilassi sanitaria obbligatoria tesa ad evitare la diffusione della patologia.

Sul grave danno che hanno subito le ciliegie del Trentino Alto-Adige ha pesato, senza dubbio, l’arrivo delle piogge nei primi giorni di giugno dopo il lungo periodo di penuria di acqua verificatosi all’inizio della primavera. Una percentuale variabile dal 50% al 90% di prodotto giunto a maturazione ha presentato il problema dello spacco del frutto non più commercializzabile. Anche il prodotto in tunnel è stato colpito dall’eccessiva umidità che ha portato a marcescenza il frutto sebbene coperto.

Dal Trentino Alto-Adige è giunta la segnalazione di un grave attacco di “colpo di fuoco” su un centinaio di frutteti di melo localizzati tra Burgraviato a la Bassa Atesina. Rispetto al 2003, anno record per il Trentino con 189 casi accertati, quest’anno ne sono stati riscontrati già 409 nel mese di maggio e in anticipo rispetto al 2010. Un’altra emergenza ha interessato il legname di abete rosso e di larice in Val di Non e in Valle di Bresimo, seccato per gli attacchi di scolitidi a causa dell’abbandono di legname schiantato sul terreno e per lo stato di sofferenza delle piante nel 2010.

Per quanto riguarda l’agricoltura in Friuli Venezia Giulia, l’alternanza di siccità e piogge eccessive durante il periodo primaverile ha causato una fioritura di viti e olivo anticipata di circa 10 giorni rispetto allo scorso anno, ma in genere il settore agricolo è stato investito da una stagione piuttosto secca. Oltre alla vite, stentata nella crescita, ma protetta dal caldo da parassiti e malattie, sono stati gli allevatori a pagare il prezzo più alto per la mancanza di piogge e quindi di erba. La grandinata dell’ultima settimana di giugno, poi, ha violentemente falcidiato vigneti, campi di mais e capannoni agricoli in quanto accompagnata da forti raffiche in vento.

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Andamento climatico e implicazioni in agricoltura – II trimestre 2011 17

1.3 Centro Italia

Successivamente all’alluvione che ha segnato pesantemente il territorio delle Marche all’inizio di marzo, sono emersi i primi risultati in merito alle semine primaverili del grano. Gli allagamenti e le frane hanno determinato un ritardo nelle semine a fronte del quale è attesa una riduzione della produttività stimata intorno al 15-20%. Le diminuzioni, tuttavia, non sono attese solo nel comparto cerealicolo, ma anche in quello orticolo, floro-vivaistico e degli allevamenti zootecnici, in quanto settori duramente colpiti dalle piogge torrenziali e in merito ai quali sono continuati gli accertamenti delle perdite. In effetti, le verifiche sul territorio hanno necessitato l’inserimento di altri 4 comuni nella richiesta di riconoscimento di calamità, sia per l’esondazione del torrente Tesino, che ha distrutto le produzioni vivaistiche di diverse aziende, sia per gli smottamenti verificatesi nel Maceratese. Le iniziative a sostegno dell’agricoltura non sono mancate, a partire da quelle della Regione, che ha garantito, per l’emergenza, circa 75 milioni di euro da destinare agli interventi di dissesto idrogeologico e 20 milioni a favore delle imprese agricole alle quali ha fatto seguito la firma dello stato di calamità naturale per i danni in agricoltura. Nessuna particolare nuova segnalazione ha invece caratterizzato il territorio nella stagione primaverile.

Nella regione Toscana la maggiore problematica rimane l’intervento sulla diga di Montedoglio in vista della stagione irrigua in Valtiberina e della Valdichiana aretina e senese. A fine dicembre una falla nel muro di contenimento dell’invaso aveva riversato notevoli quantitativi di acqua sui terreni circostanti. Diversi sono stati gli interventi di manutenzione ordinaria finalizzati alla messa in sicurezza del territorio toscano, come quelli sul torrente Casciani, ripulito della vegetazione, o quelli sui corsi d’acqua della Valleriana ad opera del Consorzio di bonifica del Padule di Fucecchio, o ancora condotti dal Consorzio di bonifica Auser-Bientina per ripristinare il recupero della funzionalità del Canale Nuovo, fondamentale nell’approvvigionamento irriguo dell’area sottesa.

Dopo l’inverno piovoso, la primavera è stata caratterizzata da siccità. L’agricoltura pisana ha contato i danni per il girasole, mais e frumento con riduzioni del 70% tra mancate semine e perdite di prodotto. Nell’Aretino, mentre lo scorso anno erano state evidenziate riduzioni

della SAU superiori al 20% per la pioggia eccessiva, ci si è trovati nella situazione

completamente opposta e con il rischio di richiedere lo stato di calamità naturale per siccità. Nella zona del Grossetano, mais e frumento hanno rilevato sofferenza, crescita stentata e in diversi casi assenza di vegetazione, mentre pomodoro, vite e olivo, favoriti dal caldo iniziale, hanno posto gli agricoltori in uno stato di attesa in funzione degli sviluppi meteorologici. Nubifragi si sono poi verificati alla fine di maggio in alcuni comuni dell’interno e della fascia costiera.

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Andamento climatico e implicazioni in agricoltura – II trimestre 2011 18 L’emergenza fitosanitaria in Toscana ha avuto come oggetto principale il cinipide del castagno, contro il quale è stata avviata la lotta con l’insetto antagonista Torymus sinensis.

Dopo gli eventi invernali e primaverili, la sicurezza idraulica è stata considerata prioritaria anche dalla regione Umbria, impegnata con le sistemazioni di fossi e canali per mezzo delle strutture di bonifica presenti sul territorio. E’ scattato anche per le campagne

umbre l’allarme siccità, in modo particolare nei territori dell’Eugubino-Gualdese (PG), dove

l’assenza di precipitazioni ha messo in pericolo le coltivazioni di grano, orzo, foraggi, mais e girasole. In diversi casi, si è provveduto all’intervento irriguo per alleviare lo stress idrico, anche se a fine giugno è subentrato il problema della garanzia del deflusso minimo vitale per alcuni fiumi, che ha limitato gli attingimenti relativi ai giorni successivi.

In Abruzzo, nel mese di aprile sono stati ulteriormente valutati i danni relativi alle piogge alluvionali del mese precedente. Inoltre, il problema più impellente che gli agricoltori si sono trovati ad affrontare è stato quello di allontanare l’acqua stagnante dai campi per consentire la risemina dove possibile, non potendo puntare, quindi, sulla precocità degli ortaggi come carote e patate, ormai marcite sotto l’acqua che ha allagato i campi. Purtroppo, nuovi eventi meteorologici di una certa gravità si sono ripresentati su alcune aree, come nella Valle Peligna, dove una grandinata ha rovinato la maggior parte delle coltivazioni come vigneti, piante di ulivo, frutteti e ortaggi. Le piogge intense, inoltre, hanno innescato l’esondazione del fiume Velletta in località Bagnaturo, costringendo all’evacuazione alcune famiglie. Analoga situazione nella Marsica, dove una grandinata ha danneggiato soprattutto insalate, carote e finocchi. In termini generali, comunque, la ripresa delle condizioni meteorologiche in aprile ha consentito lo svolgimento regolare delle operazioni colturali. Il crescendo delle temperature, più accentuato nella seconda decade del mese. I due mesi successivi sono stati contraddistinti da una certa instabilità climatica, accentuata nel mese di giugno dal perdurare delle piogge intermittenti responsabili di patologie diverse. Infatti, nel pesco si è ripresentata la bolla, che comunque è stata rallentata nella sua azione dalle temperature elevate di maggio, e sono state segnalate anche presenze di afide verde e afide farinoso. Sui vigneti, peronospora e infezioni oidiche hanno trovato terreno fertile per il loro sviluppo, accompagnate da tignoletta, che, dopo un periodo di fermo, ha ripreso i voli richiedendo trattamenti tempestivi. Sul melo, attualmente nella fase di accrescimento, sono state riscontrate infezioni oidiche.

Un evento particolarmente significativo per il Chietino e l’Alto Molise è rappresentato dall’avvio del riempimento dell’invaso del Chiauci sul fiume Trigno. Dopo un iter piuttosto travagliato, iniziato nel secondo dopoguerra, si è avviato il riempimento dell’invaso, ed entro il 2013 è prevista l’ultimazione dei lavori.

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Andamento climatico e implicazioni in agricoltura – II trimestre 2011 19 La tutela del territorio è stato uno degli obiettivi perseguiti dalla Regione Lazio a seguito delle abbondanti precipitazioni di marzo, che hanno messo in grave difficoltà anche la viabilità regionale, con cedimenti strutturali in diverse zone. Non meno importante si è rivelata la problematica relativa all’erosione spondale di alcuni fiumi, tra i quali il Velino, che recentemente ha manifestato un’accelerazione del fenomeno e in particolare della frana sita sulla riva destra. Tra le altre iniziative, al fine di evitare i fattori di piena e quindi tutelare il settore agricolo è stata attivata la riqualificazione delle aree agricole afferenti all’area di competenza del Consorzio di bonifica del Sud Pontino, attraverso la sistemazione degli argini e dei manufatti consortili esistenti.

Il decorso dell’attività produttiva agricola non ha presentato particolari criticità se si esclude la grandinata che nella prima settimana di maggio ha danneggiato le coltivazioni dell’area settentrionale della provincia di Frosinone. Tra Acuto, Piglio e la periferia di Anagni, i chicchi di grandine hanno procurato seri danni al fieno e alle viti.

La vera emergenza del settore agricolo nel Lazio è rappresentata dalla batteriosi del kiwi, viste le superfici impegnate pari a 10.000 ettari, i volumi prodotti (circa 150.000 tonnellate) e le aziende presenti (circa 12.000 con 40.000 persone impiegate). La gravità della patologia ha indotto lo stanziamento di 1 milione di euro da parte della Regione per il 2011, pur presumendo un contributo aggiuntivo al fine di continuare la lotta obbligatoria e il controllo fitosanitario nel Lazio. In merito al cinipide del castagno, altro problema diffuso sui castagneti laziali, è partita la lotta biologica con l’insetto antagonista, alla luce degli ultimi danni provocati nell’area dei Monti Cimini.

1.4 Sud Italia e Isole

In Molise, l’andamento climatico caratterizzato da una significativa instabilità ha creato

le condizioni di sviluppo di diverse fisiopatie. Dal monitoraggio effettuato dalla COREDIMO

(Consorzio regionale molisano di difesa), nel mese di aprile l’elavato tasso di umidità ha favorito l’attacco della monilia sulle coltivazioni di ciliegio, susino, e albicocco, mentre sono stati riscontrati sintomi di bolla e presenza di afidi su peschi con frutti in fase di ingrossamento.

Nel mese di maggio, invece, la presenza di eventi precipitativi, sebbene di discreta entità, hanno favorito lo sviluppo di peronospora su vite, con la conseguente comparsa delle “macchie d’olio” sulle lamine fogliari. Negli impianti di olivo è stata segnalata la presenza di occhio di pavone, cercosporiosi e infestazioni da cocciniglia.

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Andamento climatico e implicazioni in agricoltura – II trimestre 2011 20 Alla stregua di quanto accaduto in Abruzzo, anche il territorio molisano ha potuto beneficiare dell’avvio dell’attività della diga di Chiauci per la quale è cominciato il primo riempimento. Infatti, già dal periodo estivo l’acqua invasata andrà a beneficio dell’agricoltura del territorio di Vasto.

Nel mese di aprile in Campania le precipitazioni si sono mantenute al di sotto della media climatica in tutte le province in particolare a Napoli, Caserta e Salerno con circa 40 mm di pioggia in meno rispetto alle medie stagionali, quindi con un bilancio idroclimatico inferiore rispetto ai valori di rifermento, infatti, in gran parte delle aree produttive della regione sulle colture più sensibili è stato necessario ricorrere alle irrigazioni di soccorso, pratica di norma riservata ai mesi estivi.

Nell’area Vesuviana, in particolare nei comuni di S.Anastasia, Pollena e Somma Vesuviana, la forte escursione termica tra il giorno e la notte che ha caratterizzato i mesi di aprile e maggio ha causato la cascola precoce dei frutticini di albicocco, con conseguente diminuzione della produzione in un’area in cui l’albicocco rappresenta una coltivazione predominante. Nella stessa area, le forti escursioni termiche e le piogge frequenti associate alle elevate temperature del mese di giugno hanno contribuito alla maggiore suscettibilità delle coltivazioni a peronospora e fusariosi, in particolare del pomodorino del Piennolo del Vesuvio,

prodotto DOP campano.

Nell’Alto Casertano l’andamento climatico dei mesi aprile e maggio ha determinato la maturazione precoce di pesche percoche e nettarine con conseguente raccolta anticipata di circa una settimana e sulle produzione frutticole sono state registrate numerose fitopatologie quali fusariosi e batteriosi, la cui frequenza ed intensità si è mantenuta superiore alla norma anche a causa dell’andamento climatico di fine inverno-inizio primavera.

Le grandinate verificatesi nel mese di giugno hanno causato un danno qualitativo a nettarine e susine con conseguente deprezzamento, specie nelle aree produttive ricadenti nei comuni di Francolise e Sparanise. Nelle aree a vocazione zootecnica del Basso Casertano la grandine ha causato un danno qualitativo alle produzioni foraggere. Nella piana del Sele le piogge di fine maggio e inizio giugno hanno causato allagamento dei terreni, con conseguente difficoltà delle lavorazioni e nei suoli più argillosi, perdite parziali per asfissia radicale e impossibilità di eseguire i trattamenti. Ciò ha riguardato in pieno campo colture come bietola e spinacio, mentre in modalità protetta ha interessato produzioni destinate alla quarta gamma come la rucola, produzione di punta dell’area e altre colture tipiche della zona come indivia, cicoria ed insalatine da taglio.

Nell’Avellinese cresce l’emergenza legata al cinipide del castagno, in fase di espansione sia dal punto di vista territoriale che per intensità degli attacchi (il castagno rappresenta una

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Andamento climatico e implicazioni in agricoltura – II trimestre 2011 21 produzione di pregio, col rischio di danni economici significativi associati a ripercussioni negative per il territorio, in quanto i castagneti svolgono anche un’importante funzione di protezione).

Passando al versante orientale adriatico, in Puglia le temperature medie massime e minime di aprile hanno superato i valori medi climatici. A maggio, invece, la situazione si è capovolta facendo registrare temperature inferiori a quelle storiche. Durante il mese di giugno le temperature, dapprima vicine alla media, sono diminuite drasticamente. Violente grandinate, avvenute nella seconda decade del mese, hanno causato danni soprattutto nella Puglia centro-meridionale. In particolare, il 9 giugno una forte gradinata ha colpito il triangolo Polignano, Mola e Conversano. I chicchi di grandine, che hanno raggiunto 5 cm di diametro, hanno provocato ingenti danni ai ciliegi, ai vigneti, agli oliveti, agli ortaggi, alle serre e al frumento. A seguito di questo evento è stato richiesto lo stato di calamità. I bacini idrici osservati hanno evidenziato una crescita delle disponibilità idriche fino alla metà di maggio, per poi decrescere. Rispetto allo stesso periodo del 2010 nel complesso l’acqua presente negli invasi è maggiore poiché le diminuzioni nei vari invasi sono state più che compensate da una maggiore quantità di risorsa nell’invaso dell’Occhito.

Dopo un inverno particolarmente difficile per l’agricoltura della Basilicata, ad oggi gli unici interventi messi in campo dopo l’emergenza sono risorse locali per provvedimenti a favore delle perdite di coltivazioni, di bestiame, dei canoni irrigui da corrispondere ai consorzi di bonifica e del ripristino di scorte, macchinari e attrezzature, strutture e impianti.

All’avvio della stagione primaverile, non sono mancati ulteriori eventi di pioggia violenti, che hanno nuovamente colpito il Materano, con l’esondazione del fiume Basento in territorio di

Pisticci (MT) ed episodi di dissesto idrogeologico diffusi in punti precisi dell’area, e il

Vulture-Melfese che, all’altezza della città di Melfi ha fatto registrare l’esondazione del torrente Melfia e quindi allagamenti diffusi nelle campagne. Nella valle del Basento, si sono anche registrati episodi di sciacallaggio sulle aziende, che hanno portato all’istituzione di ronde notturne organizzate dagli stessi cittadini. Dal punto di vista strutturale, inoltre, i lavori di ripristino e di riconsolidamento degli argini dei fiumi straripati sono stati interrotti. A tal proposito, è risultata significativa l’iniziativa adottata dal Consorzio di bonifica Bradano Metaponto, che ha affidato agli imprenditori agricoli, dietro attestazione delle competenze possedute, la manutenzione e la pulizia dei canali, riconoscendo il ruolo fondamentale svolto dai presidi territoriali nella tutela delle varie aree. L’esempio è stato colto dalle associazioni di categoria che hanno sollecitato l’attuazione della legge 228 del 2001 “Orientamento e modernizzazione dell’impresa agricola” e quindi l’estensione di tale pratica a tutta la regione. Tra le decisioni

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Andamento climatico e implicazioni in agricoltura – II trimestre 2011 22 attuate dal Governo regionale è da ricordare la nomina di una “cabina di regia” per decidere gli interventi da mettere in campo per le aziende danneggiate.

Per quanto riguarda gli aspetti più strettamente connessi alle risorse irrigue, i tre Consorzi di bonifica presenti sul territorio lucano hanno iniziato, intorno alla prima metà di maggio, la distribuzione di acqua irrigua ai consorziati. In termini di quantitativi di risorse irrigue disponibili, segnalare incrementi ridotti (+12% Invaso di Monte Cotugno) così come ridotte diminuzioni (-10% diga del Pertusillo), che comunque non generano preoccupazioni sulla prossima stagione irrigua. A conforto di tali dati, le strutture consortili non hanno manifestato problematiche significative se non quelle direttamente legate alla gestione degli impianti. Nel Consorzio di bonifica Alto Agri la stagione è partita intorno alla metà di maggio pur non avendo ancora risolto le problematiche relative agli impianti non completamente funzionanti. La manutenzione degli stessi, infatti, è iniziata in ritardo e l’arrivo del caldo ha trovato la struttura impreparata alla nuova attività irrigua.

Un’altra emergenza che purtroppo si è affiancata già da qualche tempo a quelle ampiamente descritte ha riguardato l’aspetto fitosanitario, la sharka delle drupacee, che ha portato al mancato ritiro di partite di prodotto da parte di alcune aziende agroalimentari estere con perdite economiche anche significative. La malattia è diffusa su tutto il territorio regionale e, nel solo Metapontino, interesserebbe il 10-15% della produzione complessiva. La segnalazione relativa al cinipide del castagno, invece, sarebbe circoscritta ai castagneti del Vulture, attualmente sottoposti alla verifica del Servizio fitosanitario regionale.

Nella regione Calabria, la pratica irrigua è stata anticipata di circa due mesi. È stata segnalata la batteriosi del kiwi nella Piana di Rosarno, dove 1.800 ettari sono investiti a tale coltura (le superfici risultano in incremento a causa della crisi che ha subito l’agrumicoltura).

Il secondo trimestre 2011 in Sicilia è cominciato con un mese di aprile decisamente caldo. In tutte le province siciliane, infatti, le temperature medie, sia le minime che le massime, hanno superato la media climatica. Riguardo alle precipitazioni, si è evidenziata una contrapposizione tra la parte occidentale dell’isola, con piogge appena al di sotto della media, e quella centrorientale dove il livello delle piogge ha superato la media storica, in particolare a Ragusa (+102%), Siracusa (+86%) e Catania(+82%). La combinazione di temperature elevate con un alto tasso di umidità ha determinato l’insorgenza di problemi di natura fitosanitaria: attacchi di bolla del pesco (Taphrina deformans) e corineo (Coryneum spp.) sui fruttiferi, marciumi sulle arance prossime alla raccolta (tarocco in particolare) causati da diversi agenti fungini come Phytophthora spp. e Penicillium spp. (muffa azzurra, muffa verde, ecc.), che, fra l’altro, hanno accentuato i fenomeni di cascola naturale sulle varietà più tardive (Valencia e Ovale). Alla fine del mese, l’eccesso di precipitazioni nella fascia pedemontana etnea ha

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Andamento climatico e implicazioni in agricoltura – II trimestre 2011 23 ostacolato l'impollinazione del pistacchio e del ciliegio in fase di piena fioritura. Il 25 aprile una forte grandinata ha colpito un’area (Carlentini) a cavallo tra le province di Catania e di Siracusa, causando numerosi danni. In particolare, nel Catanese sono stati riportati danni ai pescheti e ai pereti di Maniace e ai pistacchieti di Bronte che, con oltre 3.000 ettari, rappresentano la principale area di coltivazione del pistacchio in Italia. E’ stata stimata una perdita del raccolto tra il 15% e il 30%. Danni su vite e su altri fruttiferi (pesco, albicocco, ecc.) sono stati riportati anche in altri comuni della fascia etnea (Paternò e Adrano), della piana di Catania (Lentini) e, a macchia di leopardo, anche nella provincia di Siracusa.

L’ondata di precipitazioni del mese di maggio ha creato problemi sulla vite, che, trovandosi nella fase di allungamento dei germogli, ha subito danni causati dagli attacchi di oidio e peronospora sulle parti ancora tenere della pianta.

Infine, problemi si sono avuti a giugno per l’incremento delle temperature e l’elevato tasso di umidità che hanno favorito l’insorgere di malattie fungine, in particolare nei fruttiferi (bolla del pesco, corineo, ecc.), nella vite (peronospora) e nei cereali (ruggini e mal del piede), la cui maturazione delle spighe è stata rallentata praticamente in tutta la regione (sia la resa che la qualità del raccolto probabilmente risentiranno, seppure in maniera differenziata a seconda delle zone, dell’andamento climatico sfavorevole verificatosi durante il periodo di maturazione delle spighe). Anche le operazioni di fienagione sono state ostacolate dal perdurare delle precipitazioni fino alla fine del trimestre.

La buona disponibilità idrica, come da tre anni a questa parte, dovrebbe consentire un andamento regolare della stagione irrigua in tutta la regione. In realtà, problemi di natura contingente hanno determinato in alcuni comprensori un avvio tardivo delle operazioni. Ad esempio, le acque della diga Delia-Trinità, gestita dal Consorzio di bonifica di Trapani, che servono un comprensorio di circa 6.000 ettari coltivati prevalentemente a vigneti e per buona

parte ubicati nel territori di Mazara del Vallo (TP), sono state oggetto di un’ordinanza che

dalla fine di aprile ne ha impedito l’utilizzo a fini irrigui per la presenza dell’alga rossa (Planktothrix rubescens), allarme che è rientrato alla fine del mese di giugno quando la concentrazione dell’alga è tornata entro i limiti previsti dalla normativa. Per i Consorzi di Palermo, con particolare riferimento al comprensorio della Valle dello Jato, e di Catania i problemi sono collegati alle difficoltà di procedere ai necessari interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria per carenze di personale.

Fortemente discussa, all’avvio della campagna irrigua del Consorzio di Agrigento, la proposta di aumentare il costo dell’acqua ad suo irriguo di oltre il 53% (da 0,15 a 0,23 euro al metro cubo), rialzo poco gradito in particolare agli agrumicultori della piana di Ribera. Una notizia di grande importanza per il comprensorio è l’inaugurazione, avvenuta il 18 giugno 2011, della

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Andamento climatico e implicazioni in agricoltura – II trimestre 2011 24 bretella di interconnessione tra le dighe Prizzi, Gammauta e Castello. L’opera, grazie all’integrazione delle risorse idriche della diga Castello con circa 5 milioni di metri cubi di acqua provenienti dal fiume Sosio, dovrebbe contribuire in maniera significativa all’approvvigionamento idrico di un importante comprensorio di circa 17.500 ettari.

L’andamento climatico del trimestre in Sardegna rispecchia quello dell’anno precedente, con piovosità accentuata durante l’ultima decade di aprile (il 30 aprile in alcune zone sono caduti 200 mm di pioggia in 24 ore). Tale andamento ha creato le condizioni ottimali per i primi attacchi di peronospora (Plasmopara viticola) sulla vite che attualmente si trova nella fase fenologica di germogliamento. I sintomi delle infezioni primarie si sono osservati in particolare sulle viti non trattate. Anche nel Sassarese si sono registrati i primi attacchi di peronospora legati alla piovosità e quindi all’instaurarsi delle condizioni favorevoli alla proliferazione dell’infezione. Nell’olivo si è notato un aumento degli attacchi da Spilocaea

oleagina (occhio di pavone).

Nelle zone più vocate alla coltivazione del carciofo (Ittiri e Valledoria) si è giunti al termine della raccolta (prima decade di aprile) senza che siano stati registrati particolari problemi, mentre nell’Oristanese, a causa delle gelate dei mesi di dicembre e gennaio, le rese alla produzione del carciofo sono state inferiori del 10% - 15%.

Nel mese di giugno, da alcuni rilievi effettuati presso le aziende olivicole del Sassarese, si sono riscontrati attacchi dal lepidottero Margaronia (Palpita unionalis) negli apici vegetativi, sugli innesti e nelle giovani piantine (può determinare l’arresto dello sviluppo della pianta). Sul pesco, che in questo periodo si trova nella fase di ingrossamento dei frutti e nella fase di invaiatura, sono stati segnalati problemi provocati dalla mosca della frutta (Ceratitis capitata). Un particolare appunto va fatto sulla raccolta del cetriolo, che, nonostante il clima favorevole e le buone produzioni, ha visto una riduzione dei prezzi di vendita (0,3-0,4 €/kg) per ridotta domanda, legata senz’altro alla sfiducia dei consumatori per la situazione di infezione da

Escherichia coli verificatasi ultimamente in Germania e Francia.

2. Quadro climatico di riferimento

L’inquadramento climatico del II trimestre 2011 si basa sui dati CRA-CMA, precisamente

degli scarti dalla media climatica di riferimento 1971-2000 della temperatura minima e massima (media mensile) e della precipitazione (media dei cumulati mensili).

Inoltre, essendo un parametro particolarmente significativo durante i mesi primaverili ed estivi, è stato analizzato, sempre in termini di scarto dalla media climatica, anche l’indice di

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Andamento climatico e implicazioni in agricoltura – II trimestre 2011 25

bilancio idroclimatico (BIC), ottenuto per differenza tra la precipitazione e

l’evapotraspirazione.

L’analisi è stata condotta adottando la ripartizione geografica in otto zone adoperata dal

CRA-CMA in ragione delle differenze climatiche che contraddistinguono il territorio italiano:

- Nord Ovest: Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria e parte dell’Emilia Romagna;

- Nord Est: Veneto, Trentino Friuli e parte dell’Emilia Romagna;

- Centro Ovest: Toscana, Lazio e Umbria;

- Centro Est: Marche, Abruzzo, Molise

- Sud Est: Puglia

- Sud Ovest: Campania, Basilicata e Calabria

- Sicilia

- Sardegna.

Partendo dalle temperature minime, è possibile evidenziare valori superiori alla media climatica su tutta la penisola e in tutto il trimestre, con scarti particolarmente significativi nel mese di aprile e, soprattutto, nel Nord Ovest e nel Centro sul versante adriatico (graf. a). Grafico a – Temperature medie minime nel II trimestre – scarto dalla media climatica

Fonte: elaborazione INEA su dati CRA-CMA, 2011

Anche le temperature massime, sebbene gli scarti abbiano manifestato una variabilità legata al periodo e alla zona geografica, mostrano diversi scarti positivi dalla media climatica del periodo (graf. b). In questo caso, è da osservare lo scarto in negativo (-2°C) per il Nord Ovest durante il mese di giugno e, ancora, gli scarti negativi del Sud Est sia a maggio che a giugno, abbastanza singolari per l’area interessata (Puglia).

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Andamento climatico e implicazioni in agricoltura – II trimestre 2011 26 Grafico b – Temperature medie massime nel II trimestre – scarto dalla media climatica

Fonte: elaborazione INEA su dati CRA-CMA, 2011

Sul fronte delle precipitazioni, vi è una netta divisione tra Centro Nord e Sud della penisola (graf. c): sia aprile che maggio hanno segnalato valori di precipitazioni al di sotto della media climatica in tutta l’area del Centro Nord, con punte negative di circa -80 mm nel Nord Ovest, con una ripresa solo in giugno. Considerato anche l’andamento delle temperature minime superiori alla media, tali condizioni evidenziano un periodo di siccità tra aprile e maggio, particolarmente evidente nel Nord del Paese. Il Sud, al contrario, non ha sofferto particolari carenze precipitative, così come le isole, con rare eccezioni.

Grafico c – Precipitazioni medie nel II trimestre – scarto dalla media climatica

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Andamento climatico e implicazioni in agricoltura – II trimestre 2011 27 Infine, analizzando i valori di bilancio idroclimatico primaverile, che indicano delle generali condizioni di disponibilità idrica dei suoli all’avvio della stagione irrigua, si osserva sostanzialmente un andamento analogo a quanto visto per le precipitazioni: una situazione di deficit idrico per il Centro Nord, più accentuata nelle regioni settentrionali, legata alle scarse piogge e alla concomitante elevata evapotraspirazione per le più elevate temperature.

Grafico d – Bilancio Idroclimatico (BIC) nel II trimestre – scarto dalla media climatica

Fonte: elaborazione INEA su dati CRA-CMA, 2011

3. Danni per eventi calamitosi in agricoltura – Fondo di solidarietà nazionale

Il maltempo che ha imperversato sul alcune regioni lo scorso marzo ha provocato danni tali da giustificare la dichiarazione di stato di calamità naturale a favore delle regioni Abruzzo per la provincia di Teramo, Lombardia per la provincia di Pavia e Puglia per le province di Foggia e Taranto. Analoga procedura è stata attivata per le regioni Marche, mentre la Basilicata ha ricevuto garanzie, dopo gli ulteriori recenti incontri tra il Ministero dell’Agricoltura e le istituzioni regionali, sulla soluzione del problema attraverso la nomina del Commissario e l’emanazione dell’ordinanza per la gestione dell’emergenza.

Nel corso del II trimestre dell’anno sono state decretate e pubblicate nuove declaratorie per eventi calamitosi (la situazione è aggiornata al 30 giugno 2011). Precisamente, le declaratorie pubblicate sono:

 “Piogge persistenti dal 31/10/2010 al 08/12/2010 nelle province di Verona e Vicenza”. D.M. 8817 del 20/04/2011 pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 107 del 10 maggio 2011;

(29)

Andamento climatico e implicazioni in agricoltura – II trimestre 2011 28  “Piogge alluvionali del 09/09/2010 nella provincia di Salerno”. D.M. 12372 del

08/06/2011 pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 142 del 21 giugno 2011.

 “Piogge alluvionali dal 01/03/2011 al 03/03/2011 nelle province di Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Ancona e Pesaro Urbino”. D.M. 12541 del 09/06/2011 pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 148 del 28 giugno 2011;

 “Piogge alluvionali dal 15/09/2009 al 31/03/2010 nella provincia di Agrigento”e “Piogge persistenti dal 01/01/2010 al 09/03/2010 nella provincia di Palermo”. D.M. 12517 del 09/06/2011 pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 148 del 28 giugno 2011;

Le declaratorie ancora non pubblicate sono:

 “Piogge alluvionali dal 01/03/2011 al 02/03/2011 nella provincia di Teramo”. D.M. 12878 del 14/06/2011;

 “Piogge alluvionali dal 01/03/2011 al 02/03/2011 nelle province di Foggia e Tatanto”. D.M. 12880 del 14/06/2011;

 “Piogge alluvionali dal 13/03/2011 al 18/03/2010 nella provincia di Pavia”. D.M. 12881 del 14/06/2011.

Al momento della stesura della nota, risultano essere presenti richieste per il riconoscimento dello stato di calamità presentate da diverse Regioni, attualmente in fase di

istruttoria. Di seguito è illustrata la situazione verificata ed emersa dall’analisi tecnica della

documentazione inviata dalle Regioni per la richiesta dello stato di calamità. A) Piemonte

Con la delibera di Giunta n. 8 - 2117 del 31 maggio 2011 la Regione Piemonte ha fatto richiesta di proposta di declaratoria per l’eccezionalità delle piogge alluvionali dal 13 al 17 marzo 2011 che hanno interessato le province di Alessandria, Asti, Cuneo, Novara e Torino. Dall’analisi dei dati forniti si segnala l’evento di picco con 138 mm registrati il 15 marzo a Cairo e i 127 mm registrati il 16 marzo a Piatto.

I danni segnalati riguardano le strutture agricole (fabbricati e terreni che hanno subito frane e cedimenti) e le infrastrutture connesse all’attività agricola, quali canali, reti idrauliche e strade interpoderali, per una lunghezza di oltre 3 km.

B) Calabria

Con la delibera di Giunta n. 165 del 27 aprile 2011 la Regione Calabria ha fatto richiesta di proposta di declaratoria per l’eccezionalità delle piogge alluvionali dell’1 marzo 2011 nella

Figura

Figura a – Aree con le maggiori problematiche (danni o forti disagi) - II trimestre 2011

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