• Non ci sono risultati.

Lord Robert Vansittart: una voce contro l'appeasement (Parte II)

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Lord Robert Vansittart: una voce contro l'appeasement (Parte II)"

Copied!
16
0
0

Testo completo

(1)

Storia e Futuro

Lord Robert Vansittart: una voce contro

l’appeasement (PARTE II)

2 Flares Facebook 2 Google+ 0 T wit t er 0 2 Flares ×

di Fabio Casini

Sigle

NA: Nat ional Archives FO: Foreign Of f ice CAB: Cabinet

CC: Churchill Cent re and Museum at t he Churchill War Rooms, London DBFP: Document s on Brit ish Foreign Policy 1919-39

DGFP: Document s on German Foreign Policy

Le rassicurazioni e gli avvert iment i brit annici non dissuasero Mussolini dal compiere la sua impresa: il 3 ot t obre 1935 ebbe inizio l’at t acco all’Et iopia. Le operazioni durarono sino al maggio 1936, quando il Negus Hailé-Selassié abbandonò il paese e gli it aliani ent rarono ad Addis Abeba.

Due giorni dopo l’apert ura delle ost ilit à, Baldwin aveva inviat o all’ambasciat ore f rancese, Corbin, un messaggio che cont eneva t oni ost ili nei conf ront i di Mussolini e della sua impresa. Il premier af f ermava che l’Inghilt erra, di f ront e all’impulso delle dit t at ure di superare le proprie f ront iere met t endo in pericolo la pace, sarebbe dovut a int ervenire per svent are t ale minaccia (Colvin 1965, 72). Tut t avia “il f ermo at t eggiament o verso Mussolini che l’opinione pubblica era st at a indot t a ad aspet t arsi non venne mai” (Lambert 1966, 161). Vansit t art t ranquillizzò Mussolini, t ramit e l’ambasciat ore in It alia, Drummond (in seguit o lord Pert h), che t ale discorso del Primo Minist ro non doveva essere preso alla let t era, che la Gran Bret agna non sarebbe andat a olt re le sanzioni economiche e che non int endeva cert ament e met t ere un blocco all’It alia f ascist a. Inf at t i, quando il 5 ot t obre il governo et iopico si appellò alla Sdn, ot t enne solo l’adozione di limit at e sanzioni economiche all’aggressore. Fu proibit a la f ornit ura di armi all’It alia, ma al t empo st esso anche all’Et iopia. Furono esclusi dall’embargo merci st rat egiche ut ili alla guerra, come f erro, acciaio, rame, zinco, piombo cot one, lana e soprat t ut t o pet rolio. Le sanzioni produssero dunque il risult at o di irrit are Mussolini, senza

(2)

però impedire al dit t at ore di cont inuare la sua prova di f orza. L’art icolo 16 del

Covenant era st at o applicat o solo parzialment e ed il proposit o di f renare

l’aggressione it aliana sviluppat o dalla Sdn col patrocinio inglese, risult ava verament e poco credibile. T ali nobili proposit i divennero ancor meno at t endibili se si considera il lavorio sot t erraneo che da mesi (Eden 1962, 311-381) gli anglo-f rancesi st avano at t uando per giungere ad un compromesso con Mussolini al f ine di f arlo desist ere dal complet are la sua impresa, recuperarlo al “f ront e di St resa” (Di Nolf o 1994, 197) e salvare la f accia di f ront e alla Sdn. L’accordo Hoare-Laval, cui si giunse l’8 dicembre 1935, prevedeva la cessione all’It alia della maggior part e dei t errit ori del Tigré e dell’Ogaden e la possibilit à di sviluppare la sua inf luenza economica sull’Et iopia meridionale. In cambio l’Et iopia di Hailé Selassié avrebbe avut o la concessione di uno sbocco al mare f ino al port o di Assab.

Dopo la f irma dell’accordo, Vansit t art e l’ambasciat ore brit annico a Parigi, Clerk, si congrat ularono con Hoare per aver rist abilit o il f ront e anglo-f rancese. Pet erson, capo del Dipart iment o per l’Et iopia al Foreign Of f ice, rit ornò a Londra con i document i relat ivi all’incont ro. Prima che part isse, Vansit t art lo esort ò ad enf at izzare, nei conf ront i del governo, la necessit à, ora, di “serrare i ranghi cont ro l’impet o t edesco” (Goldman 1974, 122). Egli non perdeva mai di vist a il pericolo hit leriano ed aveva in t al senso le st esse convinzioni di Churchill. Vansit t art desiderava vedere Francia ed Inghilt erra pront e a f ront eggiare con t ut t e le loro f orze quel pericolo più grave con alle spalle un‘It alia non ost ile ma amica (Churchill 1953, 209).

Il t est o dell’accordo suscit ò alla Camera un acceso dibat t it o polit ico. Si aprirono discussioni sulla opport unit à o meno di comunicare il piano cont emporaneament e a Mussolini ed al Negus e sulla possibilit à di mit igare l’asprezza dell’accordo f acendo ult eriori concessioni all’Et iopia: t ut t avia il risult at o ot t enut o da Hoare era il f rut t o di un’azione volut a dal Gabinet t o conservat ore brit annico e port at a avant i da set t imane. Vansit t art si t rat t enne a Parigi allo scopo di lavorare con Laval per l’at t uazione della propost a. Il minist ro degli Est eri f rancese t emeva che l’Et iopia rif iut asse il piano e che un embargo pet rolif ero f osse impost o all’It alia, causando un conf lit t o con Roma. Per placare i t imori f rancesi, Vansit t art chiese al governo brit annico di rassicurare Laval sul f at t o che, nel caso in cui l’Et iopia avesse rif iut at o l’accordo, non sarebbe st at a at t uat a alcuna sanzione pet rolif era. La rispost a di Baldwin f u quella di sost enere la necessit à di pari t rat t ament o f ra Et iopia ed It alia, non accet t ando di impegnarsi in opposizione ad event uali sanzioni1. Era principalment e a causa dell’azione f rancese, se un embargo pet rolif ero nei conf ront i dell’It alia era st at o rimandat o e pospost o. Ma nonost ant e i rinvii, un simile embargo si sarebbe rivelat o inut ile: Usa e Venezuela, inf at t i, inviavano grosse quant it à di pet rolio nell’Af rica orient ale it aliana.

Mussolini t ardò nel comunicare la sua posizione: lo f ece solt ant o alcuni giorni dopo. Nel f rat t empo, il 13 dicembre 1935, ment re il t est o del pat t o Hoare-Laval giungeva nei t avoli della Lega, veniva pure pubblicat o dalla st ampa f rancese (f orse in seguit o ad inf ormazioni di diplomat ici ost ili alle concessioni

(3)

a Mussolini), provocando un’ondat a di indignazione in Inghilt erra. L’opinione pubblica ne rimase prof ondament e colpit a, anche perché ignara che cert i negoziat i f ossero st at i int rapresi. Il “Times” del 14 dicembre riport ava la not izia che l’Inghilt erra aveva appena deciso di consegnare all’It alia f ascist a la t it olarit à ed il cont rollo di una buona part e del t errit orio abissino (Lamb, 1998, 208). Quando Vansit t art t ornò a Londra si t rovò circondat o da quel clima di disappunt o, ma cercò di spingere un incert o Baldwin a dichiarare pubblicament e il buon lavoro f at t o da Hoare a Parigi e che le t rat t at ive giunt e alla conclusione del pat t o erano ben conosciut e dal governo. Tut t avia il Gabinet t o brit annico, cost ernat o dalle crit iche dell’opinione pubblica a coloro che avevano recit at o la part e dei t ut ori del dirit t o int ernazionale e che si accingevano adesso a premiare l’aggressore (Di Nolf o 1994, 199), non seguì le indicazioni di Vansit t art . Ment re una pioggia di let t ere sdegnat e si abbat t eva sui membri del Parlament o (Eden 1962, 390), Baldwin f u cost ret t o ad annunciare (Churchill 1953, 212) la precoce mort e del pat t o Hoare-Laval. Il minist ro degli est eri inglese dovet t e dimet t ersi ed Eden gli succedet t e al Foreign Of f ice.

Nell’ent ourage governat ivo cominciò a circolare un cert o risent iment o nei conf ront i di Vansit t art accusat o, da alcuni (in part icolar modo Neville Chamberlain) di aver indot t o Hoare all’errore e ci f urono pressant i richiest e di dimissioni del sot t osegret ario permanent e. Anche la st ampa lo at t accava def inendolo “l’uomo dietro tutto” (Colvin 1965, 92). “Van” rif iut ò, sost enendo che le dimissioni sarebbero st at e prese come un’ammissione di colpevolezza e si most rò det erminat o a met t ere la quest ione da part e e cont inuare la sua personale resist enza alla Germania (Vansit t art 1958, 542). Nonost ant e non ci f osse armonia di vedut e con il nuovo minist ro degli Est eri, Eden, Vansit t art proseguì la sua personale bat t aglia, sost enut o al Foreign Of f ice da Sargent , assist ent e sot t osegret ario e da Wigram, capo del dipart iment o cent rale degli Est eri. Tut t o però, adesso era più dif f icile. Il f alliment o del piano Hoare-Laval aveva ora af f ievolit o le speranze di Vansit t art di mant enere buone relazioni con l’It alia: l’uso di quest a in f unzione ant i-t edesca si sarebbe f at t o sempre più arduo e le possibilit à di un accerchiament o della Germania divenivano adesso più dif f icili2. La Sdn aveva dimost rat o di non avere alcuna aut orit à, il presunt o “f ront e di St resa” era crollat o def init ivament e creando un clima di discordia f ra Gran Bret agna e Francia; ma soprat t ut t o si st ava aprendo la st rada verso l’avvicinament o f ra It alia e Germania, che le Democrazie t ant o avevano ost eggiat o: ciò conf ermava le predizioni e gli avvert iment i che il sot t osegret ario permanent e al Foreign Of f ice aveva annunciat o già nel 1933 (Goldman 1974, 130).

Nel gennaio 1936, Mussolini dimost rava di aver diment icat o le sue passat e premure per l’Aust ria, comunicando all’ambasciat ore t edesco in It alia, Von Hassell, che nulla avrebbe obiet t at o se Berlino e Vienna avessero f irmat o un accordo per mant enere f ormalment e l’indipendenza aust riaca ma, di f at t o, reso l’Aust ria un sat ellit e t edesco3. È quello che Hit ler f ece, siglando l’accordo aust ro-t edesco dell’11 luglio 1936, che avrebbe poi creat o i presuppost i per una f ut ura presa legale del pot ere da part e dei nazionalsocialist i.

(4)

Nei primi mesi del 1936 erano proseguit i, int ant o, i cont at t i anglo-f rancesi basat i sulla opport unit à o meno di comminare sanzioni pet rolif ere all’It alia per f arla desist ere dalla def init iva occupazione dell’Et iopia. Vansit t art era invece f avorevole alla rimozione delle sanzioni ed alla riapert ura di negoziat i, dat o che quest a era la st essa polit ica che il governo brit annico avrebbe adot t at o per le successive violazioni della Germania. Dal collasso it aliano, inf at t i, la Gran Bret agna avrebbe sì guadagnat o nell’assenza di pressioni nel Medit eranno e in Nord Af rica, ma avrebbe perso un import ant e cont rappeso alla Germania in Europa cent rale. Per lui il pericolo principale rest ava Hit ler, il quale adesso pot eva avvicinarsi pericolosament e a Mussolini: secondo Vansit t art la Gran Bret agna pot eva ancora evit are quell’avvicinament o (cit at o da Colvin 1965, 105). Anche Flandin, Primo Minist ro f rancese, si oppose ad un’int ensif icazione delle sanzioni, poiché esse avrebbero causat o l’uscit a dell’It alia dalla Sdn, il disimpegno dagli obblighi di Locarno e il riavvicinament o alla Germania. Quest ’ult ima, che aveva considerat o il pat t o f ranco-soviet ico del 1935 non compat ibile con il t rat t at o di Locarno, in quant o chiarament e diret t o cont ro di essa, si st ava creando il giust o alibi per port are avant i le sue rivendicazioni nella zona smilit arizzat a della Renania: quest a f u occupat a il 7 marzo 1936 e f u rist abilit a in quell’area la sovranit à t edesca.4. Era, da part e di Hit ler, un’ult eriore violazione del t rat t at o di Versailles e del pat t o di Locarno. Alcun paese garant e dell’asset t o renano si mosse: nessuna f ra le pot enze europee si rese cont o della f ragilit à delle f orze in campo messe da Hit ler in quell’occasione ed il dit t at ore ebbe gioco f acile.

Il 9 maggio 1936 Mussolini dichiarava compiut a l’annessione dell’Et iopia. Con quel colpo di f orza annunciat o, Mussolini coronava le sue ambizioni sancendo l’inconsist enza della Sdn e ponendo alt resì le basi per un avvicinament o alla Germania nazist a. La guerra di Spagna, scoppiat a nel luglio di quel mese, avrebbe ult eriorment e avvicinat o i due dit t at ori. Gli incont ri del minist ro degli Est eri, Ciano e di Mussolini con Hit ler (nell’ot t obre), sancirono la f ormazione dell’Asse Roma-Berlino.

Nonost ant e t ut t o Vansit t art a Londra e Drummond in It alia5, cont inuavano a sperare in un riavvicinament o con quel paese. Mussolini desiderava una pacif icazione: l’indeboliment o economico e milit are successivo alla campagna et iopica, spingeva il Duce a cercare aiut i est erni. Dunque, anche se in rit ardo, l’Inghilt erra pot eva ancora avere qualche speranza di esercit are una cert a inf luenza su Roma. Quando il Duce avanzò la quest ione di un sist ema di credit o, Vansit t art era convint o che si t rat t asse di un t ent at ivo di riavvicinament o e che bisognasse elaborare un accordo basat o sul vast o ambit o economico e polit ico in Europa. L’argoment azione di Vansit t art si basava sul f at t o che l’It alia si sarebbe vendut a al miglior of f erent e e dunque rest ava una via apert a verso la Germania. L’at t eggiament o che il governo di Londra doveva t enere nei conf ront i di ent rambi i dit t at ori era quello di concedere aiut i economici e f inanziari nel caso avessero cambiat o i loro proposit i polit ici (Colvin 1965, 90). Vansit t art sost eneva che la Gran Bret agna doveva cominciare a guardare avant i nella possibilit à di un riaccost ament o

(5)

it aliano nel 1937. Tale apert ura avrebbe pot ut o port are all’allont anament o dell’It alia da una complicit à est rema con la Germania. Se Mussolini avesse cont inuat o a perorare l’idea di un sist ema di credit o, la Gran Bret agna avrebbe dovut o approf it t arne a proprio vant aggio, cercando di ot t enere ciò che voleva e rendere la possibilit à di un accost ament o alla Germania meno probabile. Vansit t art si dichiarò inamovibile dalle sue posizioni, anche se separare i due dit t at ori era cosa sempre più delicat a: i due avrebbero avut o sempre l’impulso a collaborare, non t ant o per la vicinanza dei loro sist emi, ma per la somiglianza dei loro appetiti (Vansit t art 1946, 46).

A f ine novembre la Germania siglò il pat t o Ant icomint ern, con il Giappone6. Hit ler creava dunque la base di collaborazione con la dit t at ura milit are nipponica cont ro l’Urss e l’Int ernazionale Comunist a creat asi a Mosca nel 1919. In un memorandum segret o della f ine del 1936 Vansit t art riconosceva che Hit ler e Mussolini erano ormai vicini all’unione delle loro f orze, ma insist eva sul f at t o che la Gran Bret agna dovesse prodigarsi a t enerli separat i. Esist evano ancora delle dif f erenze t ra i due leader sull’Aust ria, Ungheria e sull’Europa sud-orient ale e la set e di egemonia hit leriana avrebbe pot ut o spingere Mussolini verso una collaborazione con gli inglesi. Occorreva che la Gran Bret agna non disprezzasse il dit t at ore it aliano, ma pregasse af f inché egli pot esse resist ere, dal moment o che rappresent ava la migliore speranza inglese in un mondo di imperf ezioni7. Le opport unit à indicat e da Vansit t art rispecchiavano la sua crist allizzat a ment alit à ant i-t edesca, poiché l’auspicat a int esa anglo-it aliana era e rest ava solt ant o uno st rument o cont ro la Germania8. Eden, invece, dopo il suo deludent e viaggio a Roma, mant eneva un malcelat o rancore nei conf ront i di Mussolini, rit enendolo ancor meno f idat o di Hit ler in un’event uale possibilit à di int esa.

Baldwin, non pot endo ancora f are af f idament o su di un rinnovat o pot enziale bellico, proseguiva nella classica linea del lasciar fare, pur di t enere la Gran Bret agna f uori dalla guerra. “Vansit t art def iniva quella linea, “cunctabonda”, a indicare in sost anza un modo di f are segnat o da inerzia, indugio e dilazione” (Middlemas 1972, 41). Si conservava dunque una t endenza all’accomodament o, sia nei conf ront i dell’It alia che della Germania.

Prevalse, seppur con scet t icismo, l’idea di normalizzare, anzit ut t o, i rapport i con l’It alia nell’ot t ica di salvaguardare gli int eressi brit annici in t ut t a l’area del Medit erraneo. Il 2 gennaio 1937 Ciano e Drummond sot t oscrissero un

gentlement’s agreement che, “movendo dal presuppost o della cessazione

dell’int ervent o it aliano in Spagna” (Di Nolf o 1994, 228), vincolava i due paesi a non modif icare – mant enendo dunque lo status quo – i loro reciproci int eressi in quell’area9. Presso il Gabinet t o brit annico, così come al Foreign Of f ice, cont inuava il dibat t it o sull’opport unit à di riconoscere o meno l’Impero et iopico e, al t empo st esso, l’esigenza di monit orare la polit ica t edesca e venire a pat t i con Hit ler, pur di f renare la minaccia milit are nel cuore dell’Europa.

(6)

(ex president e della Reichsbank e poi minist ro dell’Economia) il 4 e 5 maggio 193710: egli inf ormò il dit t at ore che il governo brit annico desiderava giungere ad un accordo con la Germania. Lot hian suggeriva una rest it uzione nel campo coloniale alla Germania ed una sf era di inf luenza in Europa. Nonost ant e il regime nazist a avesse da poco raf f orzat o la sua posizione geost rat egica con l’asse Roma-Berlino-Tokio, era necessario per la Gran Bret agna t enersi f uori da qualsiasi alleanza ant i-t edesca: anzi occorreva dimost rare la volont à di non essere coinvolt a in dif esa delle f ront iere orient ali. Ciò suonava come una concessione alla Germania di pot er assorbire l’Aust ria, la Cecoslovacchia e riconquist are Danzica e Memel. Ovviament e Vansit t art si oppose a quest a linea che, secondo lui, il Foreign Of f ice non avrebbe mai accet t at o.

Il 28 maggio 1937 f u elet t o Primo Minist ro Neville Chamberlain, e Eden conservò per un po’ la carica di minist ro degli Est eri. Nacquero subit o at t rit i f ra i due sulla doppia polit ica di normalizzazione da t enere nei conf ront i dei dit t at ori. Come ricorda Di Nolf o, “l’azione brit annica moveva con crescent e linearit à verso l’appeasement nei conf ront i della Germania e moveva, con rilut t anza legat a alla personalit à di Mussolini e al t ema degli equilibri navali nel Medit erraneo, anche verso una normalizzazione nei conf ront i dell’It alia”(1994, 229).

Chamberlain “desiderava concedere a Mussolini il riconosciment o della conquist a dell’Abissinia, come preludio a un generale accordo su t ut t e le esist ent i divergenze ed era pront o a of f rire a Hit ler concessioni nel campo coloniale” (Churchill 1953, 272; Lamb 1998, 292). Non erano dello st esso avviso Eden e Vansit t art , poiché, secondo loro, anche la concessione di alcune colonie non avrebbe mai saziat o la f ame di Hit ler (Kershaw 2005, 213). Chamberlain, inolt re, a dif f erenza del suo predecessore, considerava f inalment e la necessit à di prendere in esame un migliorament o degli armament i brit annici (226) ed anche una più st ret t a collaborazione con la Francia, sia nell’ambit o polit ico che milit are. Eden era ancora scet t ico11 sul riavvicinament o all’It alia, ma se quest o andava per f orza perseguit o, occorreva che un event uale accordo rient rasse in una sist emazione generale del Medit erraneo, t enesse cont o della Spagna e pot esse svilupparsi d’int ent o con la Francia. Tali divergenze si f ecero più acut e nell’aut unno del 1937: ormai il f eeling f ra Chamberlain e l’It alia era ben evident e ed i cont inui rapport i con l’ambasciat ore a Londra, Grandi, ne erano una conf erma (Grandi 1985, 425-432). Il Primo Minist ro iniziò a pensare che Eden e le sue rit rosie nei conf ront i degli approcci brit annici con l’It alia, cost it uissero un f reno alla polit ica di

appeasement che il nuovo leader ormai aveva abbracciat o. Eden crit icava il

Primo Minist ro per l’eccessiva premura che st ava dimost rando nell’avvicinarsi ai dit t at ori, in un moment o in cui gli armament i brit annici non erano ancora st at i pot enziat i (Churchill 1953, 273). Tut t avia, nell’ot t ica degli appeasers, proprio per il f at t o che la Gran Bret agna doveva ancora complet are l’opera di riarmo, occorreva migliorare i rapport i con la Germania e quindi sviluppare una serie di iniziat ive volt e a pacif icarla ed a def inire i reciproci int eressi e le dist int e sf ere di inf luenza (Kershaw 2005, 226). Giova ricordare, sempre sul t ema degli armament i, che nel maggio di quell’anno, gli Usa avevano varat o il

(7)

Neutrality Act, con il quale rinunciavano al loro dirit t o di commerciare con i paesi

belligerant i. Ciò ovviament e rappresent ava un duro colpo per Gran Bret agna e Francia, che non pot evano cont are sull’arrivo di rif orniment i adeguat i in caso di conf lit t o in Europa. Le ansie di Eden erano ben comprese al Foreign Of f ice, da Vansit t art , t ut t avia il minist ro degli Est eri avrebbe dovut o rassegnare le dimissioni (20 marzo 1938), quando ormai i rapport i con Chamberlain erano degenerat i: non t ant o per la linea di appeasement che il premier st ava perpet uando, ma per le t ensioni sui modi ed i t empi con cui st avano proseguendo le t rat t at ive con l’It alia. Egli f u sost it uit o da lord Halif ax st renuo sost enit ore della polit ica dell’appeasement ed il flirt con le dit t at ure nazi-f ascist e sarebbe proseguit o ad olt ranza. Un alt ro personaggio chiave in quest a polit ica di ricerca a t ut t i cost i del compromesso, era Henderson, nuovo ambasciat ore12 a Berlino dall’11 maggio 1937. Acceso f ilo-t edesco, cominciò ad eludere i canali del Foreign Of f ice, comunicando diret t ament e con il Gabinet t o al f ine di perseguire una polit ica di accordo con la Germania. Le indicazioni che Chamberlain gli det t e f urono ben chiare: bat t ere possibilment e la st rada della cooperazione con la Germania. Allo st esso t empo, anche Fisher e Wilson, personali consiglieri di Chamberlain, premevano per migliorare le relazioni amichevoli sia con l’It alia, che con la Germania.

Prima ancora della dipart it a di Eden e l’arrivo di Halif ax agli Est eri, la pedina, al Foreign Of f ice, che pot eva ancora inf ast idire l’operat o del Gabinet t o, era rappresent at a da Vansit t art (Eden 1962, 564). Egli era accusat o di essere allarmist a, di impedire qualsiasi t ent at ivo di st ringere rapport i amichevoli con i dit t at ori (quest o era vero solo in part e, se si ricorda la sua at t it udine, più volt e dichiarat a, ad attirare Mussolini verso Londra). Ricorda a proposit o, Churchill: “Nessuno più di lui valut ava o prevedeva l’espandersi del pericolo germanico e nessuno più di lui era pront o a subordinare ogni alt ra considerazione allo scopo di f ront eggiarlo” (Churchill 1953, 271). Chamberlain non aveva mai avut o t roppa f iducia in lui ed anche l’amicizia di Vansit t art con Churchill era st at o mot ivo di irrit azione per il Primo Minist ro: egli def iniva Vansit t art troppo

anti-tedesco (Lamb 1985, 54). Alla f ine del 1937 Vansit t art f u chiamat o da Eden che

gli comunicò un previst o cambio di incarico: “il vecchio uomo vuole vedert i al numero 10. Ha una propost a da f art i. Non so se t i piacerà o meno” (cit at o da Colvin,1965, 169). Il primo gennaio 1938 il post o di Vansit t art come sot t osegret ario permanent e al Foreign Of f ice, f u preso da Cadogan, ex Consigliere alla Sdn e persona sicurament e più vicina alla linea governat iva. A “Van” f u propost a la carica di ambasciat ore a Parigi, ma egli rif iut ò e dunque gli f u af f idat a una carica di secondo piano, come Consigliere diplomat ico in capo del governo di sua Maest à. Era ovviament e un declassament o di Vansit t art , il quale comunque accet t ò quest a posizione di isolament o che avrebbe ricopert o f ino al 1941.

Nel f rat t empo, ment re la Gran Bret agna si barcamenava nella sua polit ica di normalizzazione nei rapport i con i dit t at ori e la Francia mant eneva a t al proposit o una evident e inerzia, Hit ler proget t ava con ambizione e det erminazione (det t at a proprio dalle vacillant i polit iche delle Democrazie) i suoi proposit i di espansionismo in Europa. Nella conf erenza segret a del 5

(8)

novembre 1937, il dit t at ore spiegò per la prima volt a ad una st ret t a cerchia di collaborat ori i suoi piani di polit ica est era t esi a provocare una guerra d’aggressione ad est . Dal “prot ocollo Hossbach”13 emerse con chiarezza l’obiet t ivo principale di Hit ler: la ricerca di uno spazio vit ale (lebensraum) con l’annessione dell’Aust ria, la conquist a della Cecoslovacchia, della Polonia per poi spingersi verso l’odiat a Urss. Tale programma avrebbe garant it o il vero scopo f inale dell’allucinant e programma hit leriano: la salvaguardia e molt iplicazione della razza ariana. Le Democrazie avevano ot t enut o t ramit e i loro ambasciat ori, varie inf ormazioni sulle ambizioni di conquist a hit leriane, ma non cert ament e conoscevano il cont enut o complessivo del piano espost o dal Führer in quella conf erenza segret a.

Tut t avia, alcuni personaggi del moviment o di resist enza ant inazist a che si st ava organizzando in Germania, con Goerdeler14 ed uno sparut o gruppo di uf f iciali, vennero in cont at t o proprio con Vansit t art , esponendo al sot t osegret ario permanent e i proposit i bellicosi del dit t at ore. Von Kleist , membro del part it o conservat ore t edesco, da sempre un opposit ore di Hit ler, f u incaricat o dal colonnello Ost er, di sondare i circoli di Londra, af f inché dessero ascolt o alle voci dell’opposizione ant ihit leriana che covava, f ra mille dif f icolt à logist iche, all’int erno della Germania. Il 18 agost o 1938, Von Kleist rif erì15 con chiarezza la decisione di Hit ler di occupare la Cecoslovacchia e dunque l’esist enza dell’imminent e pericolo di una guerra europea. Un deciso at t eggiament o brit annico (ed anche f rancese) avrebbe messo in guardia la Germania circa le conseguenze di una sua aggressione, dat o impulso all’opposizione int erna e permesso di realizzare i piani per il sovvert iment o del regime hit leriano. Vansit t art prese coscienza delle parole del suo int erlocut ore: erano la conf erma delle sue ansie sulla pericolosit à t edesca che da t empo aveva comunicat o all’est ablishment governat ivo brit annico. Anche Churchill “che era ancora un prof et a nel desert o polit ico della Gran Bret agna” (Shirer 1984, 416) ebbe l’opport unit à di incont rare Von Kleist il giorno successivo. Il f ut uro Primo Minist ro gli consegnò una let t era da f ar recapit are ai congiurat i per rincuorarli nella loro azione (Wheeler-Bennet t 1967, 379). Vansit t art rif erì a Chamberlain ed Halif ax. Quest i ult imi erano già al corrent e delle int enzioni bellicose di Hit ler: era st at o Henderson a comunicarle16 ad Halif ax in quello st esso mese, ma, vist a la polit ica che il governo st ava perseguendo, non avevano suscit at o f ort i preoccupazioni. Chamberlain det t e ist ruzioni all’ambasciat ore su due punt i: “primo, doveva t rasmet t ere un serio monit o a Hit ler e, secondo, doveva preparare segret ament e un cont at t o personale f ra lui st esso, Chamberlain, e il Führer. Secondo la sua versione, Henderson persuase il primo minist ro a lasciar cadere il primo punt o. Quant o al secondo, Henderson era f in t roppo cont ent o di cercare di combinare la cosa” (Shirer 1984, 417; Henderson 1940, 147-150). Alt ri emissari vollero, in seguit o, incont rare Vansit t art ed egli f u sempre disponibile. Tut t avia essi si f acevano port at ori di ambiziose richiest e nazionali, dopo l’event uale uscit a di scena di Hit ler. E dunque il Foreign Of f ice non prese in seria considerazione quegli appelli perché non avrebbe mai permesso, anche ad una Germania non più hit leriana, la realizzazione di geomet rie t errit oriali che avessero inf iciat o i

(9)

propri int eressi (Casini 2002, 126). Vansit t art era cert ament e la chiara dimost razione che in Inghilt erra c’erano personalit à anti-appeasement che volevano eliminare lo spauracchio t edesco non solo come f at t ore polit ico e milit are, ma anche economico (Rauschning 1951, 37). Tut t avia la sua avversione al nazismo ed ai t edeschi, non presupponeva che egli sarebbe divenut o amico della f ronda resist enziale. Anche se appariva il personaggio più accessibile per gli opposit ori, egli divenne il peggior int erlocut ore di quest i ult imi, poiché il suo at t eggiament o asprament e ant i-t edesco (Lukacs 2001,159) lo avrebbe spint o ad int raprendere, in seguit o, una linea d’azione rigorosa nei conf ront i di t ut t i i t edeschi, senza giungere a compromessi e badando alla sola dist ruzione della Germania.

Ma t orniamo al 1937. Prima ancora che Vansit t art cedesse il proprio post o di sot t osegret ario permanent e del Foreign Of f ice a Cadogan, Chamberlain det t e prova della premura di venire a pat t i con Hit ler: “non vedo – egli diceva – perché non dovremmo dire alla Germania: dacci una soddisf acent e assicurazione che non userai la f orza nei conf ront i degli aust riaci e dei cecoslovacchi e noi t i daremo un’assicurazione simile sul f at t o che non useremo la f orza per impedire i cambiament i che richiedi, se li raggiungerai in maniera pacif ica” (cit at o da Colvin 1965, 156). Anche i f rancesi, con il president e del Consiglio Chaut emps e con il minist ro delle Finanze Bonnet , rif erivano di orient are la loro polit ica verso la discussione: sembravano non aver alcunché da obiet t are su di un’inf luenza t edesca in Aust ria e Cecoslovacchia seppur, in quest ’ult imo caso, sulla base di una riorganizzazione del paese in una nazione di nazionalità. Nello st esso mese, il 19 novembre, l’allora lord del Sigillo Privat o, lord Halif ax, incont rò Hit ler a Bercht sgaden, elogiò la Germania nazist a in quant o baluardo cont ro il comunismo e most rò simpat ia per le rivendicazioni t errit oriali t edesche, f ino ad accennare a specif iche quest ioni come quella di Danzica, dell’Aust ria e dei Sudet i che pot evano essere risolt e a f avore della Germania at t raverso una pacif ica evoluzione e con met odi che non causassero pert urbazioni di larga port at a17. Le parole di Halif ax erano evident ement e un “invit o rivolt o ad Hit ler perché promuovesse agit azioni nazionalist iche a Danzica, in Cecolsovacchia ed in Aust ria, nonché un’assicurazione che t ali agit azioni non sarebbero st at e cont rast at e all’est erno” (T aylor 1965, 189).

Inf at t i, il 12 marzo 1938 le t ruppe t edesche ent ravano in Aust ria senza colpo f erire e senza t rovare alcun t ipo di resist enza. L’ appeasement brit annico sarebbe proseguit o anche dinanzi alle successive rivendicazioni hit leriane rivolt e ora verso la Cecoslovacchia e, nello specif ico, al t errit orio dei Sudet i. Al cont empo, Chamberlain ed Halif ax (ora capo del Foreign Of f ice) cont inuavano a perseguire parallelament e, la linea di normalizzazione nei rapport i con l’It alia (accordi di Pasqua, 16 aprile 1938). Nei conf ront i delle mire espansionist iche t edesche il governo brit annico non pot eva imporre all’Impero l’onere di una qualsiasi garanzia per la conservazione della Cecoslovacchia. Anzi, la missione di lord Runcinam a Praga (3 agost o 1938), per incont rare il minist ro degli Est eri Benes, servì non t ant o a dare rassicurazioni ai cecoslovacchi, ma a spianare la st rada f ra il governo ceco e Berlino af f inché il t errit orio dei Sudet i (abit at o da

(10)

popolazione t edesca) f osse pacif icament e ricondot t o al Terzo Reich. Nei successivi incont ri di Chamberlain con Hit ler, a Bercht esgaden e a Bad Godesberg (set t embre 1938), il Primo Minist ro inglese si adeguò alle richiest e del dit t at ore: la Cecoslovacchia veniva così lasciat a al suo dest ino. Tut t avia era necessario passare at t raverso un riconosciment o f ormale di quella ennesima concessione f at t a ad Hit ler, in modo che la soluzione della vicenda dei Sudet i apparisse come l’unico modo per salvare la pace in Europa. L’incont ro di Monaco (30 set t embre 1938) aut orizzò la cessione di quel t errit orio ad Hit ler, f u il prezzo da pagare per cedere al ricat t o e segnò pure l’inizio di un progressivo sgret olament o dell’int era Cecoslovacchia. Quella conf erenza segnò l’at t o più clamoroso della polit ica di appeasement (Taylor 1966; Wheeler-Bennet t 1948). Vansit t art seguiva adesso, dalla sua posizione def ilat a, l’evolversi degli event i da lui già prof et izzat i anni prima. Ed era umiliant e per “Van” verif icare quant o la polit ica dell’appeasement , da lui ost eggiat a, st esse port ando alla deriva la polit ica brit annica. Al di là delle considerazioni personali dell’ex sot t osegret ario permanent e, le Democrazie dovet t ero necessariament e porre un corret t ivo all’inerzia che aveva carat t erizzat o le loro scelt e e procedere alla revisione delle precedent i posizioni (Di Nolf o 1994, 268). I governi di Londra e Parigi erano ben inf ormat i, f in dai giorni successivi al pat t o di Monaco, sui preparat ivi hit leriani per la quart a spart izione della Polonia; così come erano già st at i allert at i su di una probabile t rat t at iva f ra Mosca e Berlino (t ramit e i servizi segret i ed anche grazie alle inf ormazioni dell’ambasciat ore brit annico a Mosca, Seeds e del corrispondent e da Berlino del “News Chronicle”,Colvin).

Il 31 marzo 1939 Chamberlain rese pubblica la decisione di of f rire alla Polonia una garanzia unilat erale in caso di aggressione nazist a: il 13 aprile t ale garanzia f u est esa a Grecia e Romania. Bonnet , minist ro degli Est eri f rancese e f aut ore dell’appeasement, si associò al nuovo corso inglese. Chamberlain, in cuor suo, dubit ava ancora che Gran Bret agna e Francia pot essero salvare l’est europeo dal predominio t edesco e sperava ancora di pot er f renare Hit ler. Al t empo st esso non pot eva ignorare il mut at o umore della opinione pubblica e si t rovò cost ret t o ad annunciare una polit ica di resist enza. Non signif icava prepararsi ad una guerra, ma evit are che la Polonia passasse dalla part e dei t edeschi e minacciare Hit ler con la cost ruzione di un secondo f ront e anglo-f rancese, come del rest o, era accadut o nel primo conanglo-f lit t o mondiale. Se le Democrazie non f ossero riuscit e in quest o int ent o, rest ava l’opzione di st abilire cont at t i con l’Urss. Era una pist a di riserva, t enut a in second’ordine anche per la malcelat a avversione di Chamberlain al comunismo, ma pur perseguibile (Duce 2009, 200-201). Ecco allora che “per t ut t o l’inizio dell’est at e 1939 Chamberlain cont inuò a giocare con l’Urss, abbast anza, a parer suo, per dissuadere Hit ler dal f are la guerra, ma non t ant o da impegnare l’Inghilt erra in un’alleanza con i russi” (Taylor 1966, 73). Quest i ult imi, t ramit e il commissario agli Est eri Lit vinov, f acevano int ravedere la buona predisposizione a flirtare: ma era solt ant o un met odo per guadagnare t empo e port are avant i medesime t rat t at ive con la Germania, aspet t ando poi che una delle part i f acesse l’of f ert a più vant aggiosa.

(11)

Dopo alcune conversazioni preliminari f ra le delegazioni russa e t edesca si giunse alla def init iva f irma del pat t o Ribbent rop-Molot ov, il 23 agost o 1939. Hit ler superava così i leader occident ali nella lot t a per accaparrarsi l’adesione di Mosca: sot t o l’ombrello di un t rat t at o di non aggressione, si parlava di risoluzione pacif ica delle cont roversie; in caso di aggressione da part e di pot enza t erza sia l’Urss che la Germania dovevano mant enersi neut rali. Ma la cosa più import ant e è che Hit ler of f riva met à del t errit orio polacco a St alin, assicurandosi che l’Urss rimanesse neut rale in caso di conf lit t o f ra t edeschi e occident ali.

Il pat t o f u un umiliant e schiaf f o in f accia alla Gran Bret agna e alla Francia. Quella repent ina svolt a nelle relazioni polit iche int ernazionali provocò indubbie ripercussioni in Europa: negli ult imi giorni di pace il lavorio diplomat ico non produsse alcun risult at o. Vani e disperat i apparvero i t ent at ivi di colloquio con Hit ler int rapresi da Henderson (Henderson 1940) e dell’ambasciat ore f rancese, Coulondre, a Berlino.

La mat t ina del 1 set t embre 1939, come Hit ler aveva ordinat o, le t ruppe t edesche varcarono il conf ine polacco ment re le divisioni soviet iche invadevano il paese da est : il pat t o Ribbent rop-Molot ov era ent rat o in f unzione. Le Democrazie, dopo essere st at e paralizzat e da quell’accordo, f urono cost ret t e ad accet t are l’apert ura delle ost ilit à: inf at t i il 3 set t embre Gran Bret agna e Francia dichiararono guerra alla Germania. L’It alia, non ancora pront a milit arment e ad int ervenire a f ianco della Germania, osservò la cosiddet t a ”non-belligeranza”. La guerra preparat a a lungo da Hit ler ed iniziat a nel t errit orio polacco, segnò la prima f ase del secondo conf lit t o mondiale. Si apriva un periodo drammat ico nel quale ben poco spazio ci sarebbe st at o per la diplomazia, la quale inevit abilment e cedeva il passo al f uoco delle armi ed alle st rat egie belliche.

Quando il 10 maggio 1940 Churchill divenne Primo Minist ro (Lukacs 2001) le t ruppe t edesche erano già ent rat e in Danimarca e Norvegia e la blitzkrieg sarebbe cont inuat a a spese del Belgio, Olanda e Lussemburgo. Poi, nel giugno anche la Francia soccombeva. Un diluvio di event i st ava colpendo l’Europa e la Gran Bret agna si t rovava da sola a combat t ere cont ro la spiet at a macchina da guerra t edesca. Hit ler era cert o che il governo inglese si st esse preparando ad un negoziat o. Si vant ava di conoscere abbast anza bene gli inglesi: si era incont rat o nel recent e passat o con Chamberlain ed Halif ax ed aveva colt o l’at t it udine di gran part e dell’est ablishment brit annico a non abbandonare del t ut t o la polit ica dell’appeasement che aveva, di f at t o, propiziat o i suoi successi. Uomini come Vansit t art , avevano ben poco inf luit o sulla polit ica uf f iciale brit annica ed erano st at i accant onat i in posizioni di secondo piano (in realt à le idee di Vansit t art avrebbero ben prest o indirizzat o il governo verso una net t a opposizione al nazismo). Tut t avia il dit t at ore non aveva f at t o i cont i con le at t it udini del nuovo Primo Minist ro inglese. I vari cont at t i con Londra avevano prodot t o ed avrebbero cont inuat o a produrre risult at i negat ivi: gli inglesi del nuovo corso churchilliano non avevano alcuna int enzione di mollare e t ut t o ciò smont ava lo scenario che Hit ler si era

(12)

cost ruit o. Già il 28 maggio, dopo quat t ro giorni di est enuant i discussioni (47) al Gabinet t o di Guerra, il Primo Minist ro riuscì ad imporre la sua posizione (Churchill 1949, 95; Dilks 2012), dichiarando che la Gran Bret agna avrebbe cont inuat o a lot t are qualsiasi cosa fosse accaduta e che nessuna t rat t at iva sarebbe st at a apert a con la Germania. Il nuovo premier, sost enut o da pochi alt ri uomini polit ici, sapeva di pot er cont are sull’ot t ima f orza navale e sulla f lot t a aerea che si sarebbe pot enziat a proprio in quegli anni. Furono il coraggio e la det erminazione di Churchill ad ispirare quel pugno di uomini che nella Bat t aglia di Inghilt erra (est at e-aut unno 1940) avrebbero f ront eggiat o gli aerei della Lut waf f e e salvat o la supremazia inglese nei cieli. Lo st esso coraggio si sarebbe poi dif f uso dai microf oni della Bbc t occando il cuore della gent e e compat t andola int orno al governo come mai era accadut o in passat o. L’at t acco t edesco all’Urss (operazione Barbarossa, giugno 1941) cost it uì un element o di svolt a nella guerra europea e port ò ad un ribalt ament o delle alleanze. In Inghilt erra f ece sorgere sent iment i nuovi e non cert o magnanimi nei conf ront i della Germania. Quel mut ament o di pensiero f u in part e provocat o dalla pubblicazione, nei primi mesi del 1941, del saggio di Vansit t art “Black Record”18 (Vansit t art 1941). Esso enunciava in maniera net t a ed inequivocabile le nuove linee che la polit ica brit annica doveva seguire nei conf ront i della Germania: “il t edesco è st at o ed è e lo sarà anche per l’avvenire, l’aggressore, l’incubo che pesa sulle nazioni amant i della pace e deve essere t olt o di mezzo se si vuole che il mondo abbia pace e t ranquillit à” (cit at o da Rauschning 1951, 36). Era una posizione con indubbie venat ure razzist iche che t raeva spunt o dalla dif f usa concezione (t ipica dei paesi anglosassoni) che il popolo t edesco f osse af f lit t o da una preoccupant e malat t ia spirit uale (Richt er 1945, 141). Quest a concezione poggiava sull’assunt o che un popolo che aveva accet t at o i principi dell’aut orit à e della guerra non pot eva che essere pazzo. Si t rat t ava di una t eorizzazione est remist a, quella relat iva ad un germanesimo et erno che pot eva e doveva essere debellat o solo con la f orza: da qui lo slogan”il miglior t edesco è il t edesco mort o”. Vansit t art cont inuò a sost enere le proprie idee in maniera sist emat ica. Nel successivo volume, “Lessons of my Lif e” (t radot t o in it aliano nel 1946, “Insegnament i della mia vit a”) espose con chiarezza il concet t o di vansit t art ismo (come f u di moda chiamarlo in quegli anni, dai suoi delat ori), evidenziando sempre più la necessit à di disarmare la Germania e rieducare la nazione t edesca (Vansit t art 1946, 23).

Le pubblicazioni di Vansit t art det t ero vit a ad un int enso dibat t it o in Inghilt erra19, f ra i f aut ori di una “pace dura o di una pace morbida” (Jaeger 1957, 5). La sua propaganda, ora divent at a più esplicit a proprio per il ruolo def ilat o che st ava ricoprendo al Foreign Of f ice, era in evident e polemica con quant i perpet uavano ad olt ranza le idee di Chamberlain ed Halif ax. Ancora c’era chi pensava ad una riconciliazione con la Germania, cont ando sull’impegno dei democrat ici e delle f orze socialist e, dei buoni tedeschi insomma. Da quest i nost algici appeasers, Vansit t art veniva accusat o di vero e p r o p r io razzismo capovolto (Rendi 1974, 73-74). Singolare, invece, f u

(13)

st avano lot t ando cont ro il regime hit leriano ed erano in vario modo collegat i con le f range dell’opposizione ant i-nazsit a in Germania. Molt i di essi most rarono disprezzo per Vansit t art ; alt ri sost ennero le t esi del consigliere diplomat ico, negando che esist esse una vera resist enza nella loro madrepat ria. Con quest i esuli (ad esempio i socialdemocrat ici Loeb e Seyer) Vansit t art mant enne rapport i di amicizia, ma la sua linea generale f u quella di non abbracciare la loro causa, così come quella dei vari emissari della resist enza che di volt a in volt a lo cont at t avano. Ecco perché Vansit t art non riconobbe mai il Free German Movement, la f iliale est era della resist enza t edesca e quest o f u anche la posizione uf f iciale del Foreign Of f ice in quegli anni. La polit ica brit annica nei conf ront i dei gruppi di opposizione al nazismo f u quella dell’absolute silence (Casini 2002, 174). Prima Robert s (f unzionario del FO ed ex press-at t aché alla legazione di St occolma) e poi Eden lo ribadirono20, a dimost razione che, almeno f ino alla sconf it t a della Germania, ben pochi dist inguo di responsabilit à si pot evano f are f ra i t edeschi ed i t iranni che st avano sopra di loro: insomma non c’erano tedeschi buoni. Adesso Churchill ed anche Eden (che negli anni precedent i aveva t alvolt a crit icat o Vansit t art per il suo esagerat o odio verso la Germania), seguivano l’enf asi vansit t art iana, divenendo assieme ad alt re aut orevoli personalit à (soprat t ut t o nell’ambit o della propaganda psicologica e di guerra) i principali sost enit ori della t eorizzazione est remist a part orit a da “Van”. Ci f urono, però, alcune personalit à della sinist ra che deprecarono il vansittartismo, poiché nel viscerale odio per la Germania, colpiva anche quelle classi lavorat rici t edesche che nulla avevano a che f are con le crudelt à ed i crimini del nazismo. Inolt re l’organizzazione ant i-t edesca “Never again” (divenut a successivament e “Face t he Fact s”) operant e a Londra e che riuniva personalit à di vario orient ament o polit ico, crit icò l’operat o di Vansit t art escludendolo dal part ecipare ai propri incont ri. L’organizzazione perseguiva lo scopo dell’abbat t iment o e del disarmo di quel paese e lot t ava cont ro ogni t ipo di inf ilt razione t edesca in Gran Bret agna. In una let t era del maggio 194421 indirizzat a al primo Minist ro, la president e, Eleonora Tennant , accusava Vansit t art di svolgere non t ant o, come egli dichiarava, un’azione ant i-t edesca, quant o di collaborare pericolosament e con alcuni esuli t edeschi a Londra, in primo luogo col socialdemocrat ico Loeb.

Tut t avia dal 1941 le diret t rici del vansittartismo divennero le linee guida della polit ica brit annica nei conf ront i della Germania. Con il prosieguo della guerra gli Alleat i seguirono il principio dell’unconditional surrender st abilit o a Casablanca: essi non pot evano abbandonare lo scopo più volt e dichiarat o di abbat t ere il milit arismo t edesco: nessun ost acolo doveva f rapporsi al raggiungiment o di quell’obiet t ivo. La realizzazione di una pace separat a con un incognit o governo di rivolt osi (che di f at t o f allirono, il 20 luglio 1944, la loro congiura cont ro Hit ler) avrebbe cost it uit o invece un vero e proprio ost acolo. Se i governi alleat i avessero cedut o alle pressioni degli ant inazist i ed avessero st ipulat o una pace negoziat a con una nuova Germania, non ci sarebbe st at a la resa incondizionat a e la Wehrmacht non avrebbe f ormalment e ammesso la propria incondizionat a sconf it t a. Gli Alleat i f urono dunque det erminat i nel perseguire la vit t oria e nell’imporre quella umiliazione che doveva colpire i

(14)

resist ent i come t ut t a la popolazione t edesca, abbiet t a e irragionevolment e devot a ad Hit ler (Casini 2002, 352). Fu insomma la polit ica di chi ragionava in t ermini di guerra t ot ale, ma anche sot t o l’inf lusso di un’immagine oramai consacrat a, quella dell’eterno t edesco, del bacillo da est irpare. Nel 1944 Vansit t art realizzò un programma per l’annient ament o della Germania. Nei punt i del suo programma dichiarava che la Germania doveva essere disarmat a per sempre, i t edeschi sot t opost i ad un lungo periodo di prova e di rieducazione. Dopo la sconf it t a doveva essere impost o un armist izio con relat iva occupazione milit are alleat a per un periodo di vent i o t rent a anni: la Germania doveva essere t enut a sot t o un pugno di f erro f inché la nuova generazione f osse pront a ad agire da sola.Tale programma avrebbe ispirat o quello successivo del minist ro del Tesoro americano, Morgent hau (agost o 1944), per l’annient ament o degli impiant i indust riali t edeschi ed un rit orno dell’economia ad uno st adio di predominio dell’at t ivit à agricola. Tale programma f u saggiament e respint o dal Dipart iment o di St at o americano e f u sost it uit o da una diret t iva del Joint Chiefs of Staff, rigida ma cost rut t iva rispet t o alla rinascit a di una Germania democrat ica: Roosevelt non voleva cert ament e ripercorrere l’inf elice st rada imboccat a nel 1919 con il t rat t at o di Versailles. Tut t avia, negli anni a seguire, le idee di Vansit t art e Morgent hau avrebbero perpet uat o il loro appeal: bast i pensare alle parole del generale Eisenhower, quando nel 1947 ident if icò la popolazione t edesca come synthetic

paranoid.

1. Cf r DBFP, serie 2, Vol.XV, doc. 355, pp.449-450. [↩] 2. Cf r NA, CAB 24/260, 11 f ebruary 1936. [↩]

3. Cf r DGFP, serie C. Vol. IV, doc. 485, p. 975. [↩]

4. Cf r DBFP, serie 2, Vol.XVI, allegat o al doc. 42, pp. 51-55. [↩] 5. Cf r NA FO 954/13 Drummond t o Vansit t art 2 July 1937. [↩]

6. Al quale avrebbero poi aderit o l’It alia nel 1937 e la Spagna nel 1939. [↩] 7. Cf r. NA, FO 371/20467, Memorandum, Sir Vansit t art , “T he World Sit uat ion

and Brit ish Rearmament ”, 16 december 1936. [↩]

8. Si veda Document i Diplomat ici It aliani (Ddi) ot t ava serie 1935-39, vol. VII, n. 57, Grandi a Ciano (2 luglio 1937). [↩]

9. Il governo brit annico t emeva soprat t ut t o che Franco avesse cedut o agli it aliani che lo st avano aiut ando nella guerra civile in corso, alcune basi nelle isole Baleari. [↩]

10. Cf r. DBFP, serie 2, Vol. XVIII, doc. 480, pp. 727-731. [↩] 11. Cf r NA FO 954/13 Eden t o Chamberlain 24 July 1937. [↩]

12. Ironia della sort e, f u proprio Vansit t art a raccomandare Henderson a Eden, come nuovo ambasciat ore a Berlino. Se ne sarebbe poi pent it o amarament e (Vansit t art 1958, 360). [↩]

13. Il resocont o della sedut a f u st eso dal colonnello Hossbach (da qui il nome della riunione segret a) cinque giorni dopo la conf erenza in base ai suoi appunt i. Venne poi ut ilizzat o, in sede di processo, a Norimberga (24 novembre 1945), dall’Accusa americana per dimost rare la

pret erint enzionalit à della polit ica aggressiva e razziale hit leriana. [↩] 14. L’ex borgomast ro di Lipsia, che Vansit t art aveva incont rat o nell’est at e

(15)

cospirat ore t edesco cont ro Hit ler (Vansit t art 1958, 512). [↩]

15. Cf r DBFP, serie 3, Vol.II, Appendice IV, Not e of a conversat ion bet ween Sir R.Vansit t art and Herr Von Kleist (18 august 1938) pp. 683-686. [↩] 16. Cf r Ibidem, Vol.II, n.631, Sir Henderson t o Viscount Halif ax (17 august

1938), p. 101; n. 658, Sir Henderson t o Viscount Halif ax (21 august 1938), p. 125. [↩]

17. Cf r DBFP, serie 2, vol. XIX, n.336, Account by lord Halif ax on his visit on Germany (17-21 november 1937), pp.540-555; n.337, Sir H.Henderson (Berlin) t o Mr. Eden (22 november 1937), pp. 553-556. [↩]

18. Il pamphlet riassumeva il cont enut o di alcune t rasmissioni radiof oniche condot t e dallo st esso Vansit t art , che la BBC (programmi per la

Germania) aveva t rasmesso f ra il novembre e il dicembre 1940. [↩] 19. Soprat t ut t o in relazione alla pubblicazione di “Black Record”, Vansit t art

t rovò ancora delle resist enze all’int erno del Foreign Of f ice. Cf r. NA, FO 954/7B, Dif f icult ies caused by t he FO in respect of t he publicat ion of his memoirs (1941). [↩]

20. Cf r NA FO 371/26559, Minut e f rom Mr. Robert s (24 march 1941). [↩] 21. Cf r. NA FO 371/39158 (1944). [↩]

Contenuti correlati

Lord Robert Vansit t art : una voce cont ro l’appeasement

Nicola Labanca La guerra it aliana per la Libia (1911 – 1931) Bologna, Il Mulino, 2011

(16)

Volunt ary act ion. Spunt i di rif lessione su

volont ariat o e t erzo set t ore in It alia da un libro di lord William Beveridge

Una lezione dai disast ri? Il Vajont e l’alluvione di Firenze

Beni cult urali ed ambient ali: brevi rif lessioni sul ruolo della t ut ela penale

Riferimenti

Documenti correlati

a) Trasporto aereo: rispetto al passato si sono verificati vari cambiamenti che hanno portato a una democratizzazione nel campo del trasporto aereo. Sebbene

Strategy of Slovak republic for youth for years 2014 – 2020 – strategy, apart from others, prefers the need of young people in a field of education, socialization, volunteering and

• Al fine di limitare le ripercussioni negative della crisi economica sull'equa partecipazione di donne e uomini al mercato del lavoro, i responsabili politici devono fondare le

La Commissione ritiene che un più ampio sostegno alle misure a favore della conciliazione permetterà ad uomini e donne di effettuare scelte più consapevoli nella ricerca di

– rafforzare la vigilanza e il coordinamento a livello economico e migliorare la governance nell'area dell'euro: in previsione del Consiglio europeo di giugno, la Commissione

Non legislativa Questa comunicazione sulla RSI si concentrerà sulla ricostruzione della fiducia nelle imprese da parte dei cittadini europei. Affronterà la questione di come

Il 2011 dovrebbe vedere l’applicazione della strategia Europa 2020 come elemento portante delle misure prese a livello europeo e nazionale per promuovere una crescita

Non legislativa La comunicazione è prevista nel contesto del programma sulla politica dello spettro radio, al fine di promuovere l'uso collettivo dello spettro. La