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La pregnanza educativa della locuzione “bene comune”

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Academic year: 2021

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MeTis.

Mondi educativi. Temi, indagini, suggestioni ISSN 2240-9580, pp. I-IV7(2) 2017

L’EDITORIALE – EDITORIAL LA PREGNANZA EDUCATIVA DELLA LOCUZIONE “BENE COMUNE”

di Isabella Loiodice

Il concetto di “bene comune” ha una storia che viene da lonta-no: da Aristotele in poi, esso ha conosciuto differenti definizioni ed è approdato nella contemporaneità mantenendo la sua pregnan-za, sia pure in alcuni casi opacizzata da un uso un po’ retorico della locuzione che tuttavia non ne occulta il significato e, anzi, invita a riscoprirne la sua inalterata attualità.

Innanzitutto, in quanto “bene”, esso ha una connotazione po-sitiva: il fine ultimo di ogni azione morale, secondo Kant, è proprio il bene. Integrato dall’aggettivo “comune”, il “bene comune” rap-presenta un’idea regolativa del modo stesso di essere e di “sentire” la comune appartenenza al genere umano e alla terra che lo ospita, nella consapevolezza che, oggi più che mai, non è possibile fron-teggiare crisi e transizioni della contemporaneità attraverso logiche individualistiche, pervicacemente tese a tutelare il proprio interesse privato a discapito di quello pubblico e comune. In un’intervista al quotidiano Avvenire del 14 maggio 2012, Bauman metteva in guar-dia dai rischi di una società sempre più atomizzata, incapace di da-re risposte comuni e condivise a problemi comuni e invitava a ri-scoprire il valore di parole come “comunità” e “buona società” quale antidoto a una deriva individualistica che contrappone anzi-ché congiungere e che separa anzianzi-ché unire. Al contrario, il bene comune è innanzitutto spazio di partecipazione, dunque qualcosa di diverso dalla somma dei singoli beni bensì proprio il “luogo” simbolico e/o fisico dove incontrarsi per condividere contesti, isti-tuzioni, risorse, valori, simboli, idee.

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La pregnanza educativa della locuzione “bene comune” II

Carlo Maria Martini, nel suo Viaggio nel Vocabolario dell’Etica, scrive che: «L’espressione “bene comune” si compone di due paro-le: bene e comune. Bene significa il complesso delle cose desidera-te che vorremmo augurare a noi e alle persone cui siamo legati. Comune deriva probabilmente dal latino cum munus che vuol dire compito fatto insieme, adempiuto insieme».

Il bene comune è, dunque, ciò che è patrimonio di tutti o, an-cor meglio, ciò che garantisce e favorisce “il benessere e il progres-so umano di tutti i cittadini”.

Dunque, se i beni comuni possono essere identificati in ele-menti materiali (l’acqua, l’aria, l’ambiente tutto, naturale e antropi-co) e immateriali (la libertà, la democrazia, la conoscenza, la parte-cipazione, la diversità) il bene comune (la res communis) che in qual-che modo li unifica rinvia al concetto stesso di humanitas: è, infatti la nostra stessa umanità che appare oggi pericolosamente in bilico, se ci si ferma anche solo per un attimo a considerare quanto pro-fondamente disumane siano le condizioni di uomini, donne e bambini di terre lontane piegati sotto il peso di ingiustizie sociali che non conoscono limiti. Storie sofferenti che scorrono veloci sullo schermo televisivo più e più volte al giorno, anestetizzando emozioni e sentimenti e opacizzando la ragione di chi non è più capace di cogliere la reale drammaticità di quelle storie, nient’affatto differenti da quelle rappresentate nei versi dolenti dell’opera di Primo Levi: «Considerate se questo è un uomo, che lavora nel fango, che non conosce pace, che lotta per mezzo pane, che muore per un sì o per un no». Altrettanto deprimente è la ri-duzione di una questione − che rinvia al concetto stesso di umani-tà − a chiassose diatribe pseudo-politiche che in queste ultime set-timane hanno riempito i palinsesti televisivi sul tema dello ius soli, peraltro definitivamente naufragato con la fine della legislatura.

In tal senso, riflettere sul concetto/sistema valoriale del bene comune richiede una ri-lettura in chiave ecologica e g-locale della fenomenologia della relazione uomo-mondo, richiamandosi non solo al principio di giustizia ma anche a quello di solidarietà e “fra-ternità”.

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La pregnanza educativa della locuzione “bene comune” III

Non parole vuote, ma che, dal punto di vista pedagogico, è possibile concretizzare attraverso percorsi di formazione capaci di generare persone che poi sapranno costruire famiglie solidali, co-munità scolastiche, economie di comunione, imprese sociali: un impegno etico, razionalmente ed emotivamente costruito, che può e deve essere posto al centro di progetti educativi permanenti e in-tegrati.

Referee 2017

Si ringrazia per l’indispensabile collaborazione e la professionalità scientifica tutti coloro che ci hanno aiutato ad assolvere ai numerosi, e non sempre sempli-ci, referaggi degli articoli pubblicati nel corso del 2017 e, nello specifico (in ordi-ne alfabetico): Giuditta Alessandrini, Monica Amandini, Giuseppe Annacontini, Gabriella Armenise, Michele Baldassarre, Claudia Bellini, Raffaella Biagioli, Chiara Biasin, Elisabetta Biffi, Franco Bochicchio, Vanna Boffo, Ivana Bologne-si, Giuseppe Burgio, Silvana Calaprice, Lorenzo Cantatore, Giuseppa Cappuc-cio, Luis Carro, Rita Casadei, Rossella Caso, Micaela Castiglioni, Marco Catarci, Laura Cerrocchi, Laura Clarizia, Giustina Coda, Salvatore Colazzo, Dario Colel-la, Matteo Cornacchia, Massimiliano Costa, Carmela Covato, Antonia Cunti, Fa-brizio D’Aniello, Gabriella D’Aprile, Daniela Dato, Giovanna Del Gobbo, Rosi-ta De Luigi, Silvia Demozzi, Dario De Salvo, Barbara De Serio, Paola D’Ignazi, Anna Di Pace, Paolo Di Rienzo, Liliana Dozza, Rossella D’Ugo, Giuseppe Elia, Piergiuseppe Ellerani, Gabriella Falcicchio, Ilaria Filograsso, Silvia Fioretti, Mas-similiano Fiorucci, Laura Formenti, Rosa Gallelli, Manuela Gallerani, Ivano Gamelli, Alberto Greco, Monica Guerra, Manuela Ladogana, Pierpaolo Limone, Anna Grazia Lopez, Antonella Lotti, Emiliano Macinai, Elena Madrussan, Pier-luigi Malavasi, Laura Marchetti, Elena Marescotti, Umberto Margiotta, Anna Marina Mariani, Berta Martini, Lucia Martiniello, Francesco Mattei, Maria Chiara Michelini, Lorena Milani, Katia Montalbetti, Marisa Musaio, Rosy Nardone, An-tonella Nuzzaci, Riccardo Pagano, Cristina Palmieri, Elisa Palomba, Monica Par-ricchi, Annamaria Passaseo, Luigi Pati, Loredana Perla, Rossella Persi, Mimmo Pesare, Teodora Pezzano, Roberta Piazza, Marco Piccinno, Franca Pinto, Tizia-na Pironi, Simonetta Polenghi, Andrea Porcarelli, Demetrio Ria, Maria Grazia Riva, Valeria Rossini, Antonia Chiara Scardicchio, Claudia Secci, Paolo Serrieri, Domenico Simeone, Massimiliano Stramaglia, Grazia Terrone, Alessandro To-lomelli, Paola Trabalzini, Luigi Traetta, Sergio Tramma, Andrea Traverso,

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Ro-La pregnanza educativa della locuzione “bene comune” IV berto Trinchero, Maria Teresa Trisciuzzi, Stefania Ulivieri Stiozzi, Viviana Vinci, Maria Vinella, Angela Maria Volpicella, Carla Xodo, Federica Zanetti, Lucia Zannini, Tamara Zappaterra, Elena Zizioli, Davide Zoletto.

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