G I O V A N N I L A N Z A L O N E
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DEGLI STUDI
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j t e c a
C U O M O
U n iv e rs ità d e g li S tudi d i S ale rn o F a co ltà d i E co n o m ia e C o m m e rc io e G i urisp ru d , B IB LIO TECA Fondo Cuom o H K V o i.
i r s r i m 3N OT VZ NV 1 IN NV AO IO
L’A b is s in ia in c iv ilita Un lum inoso Arcangelo,
di civiltà cam pione e m essaggero, vola tra la barb arie
del continente nero. Ha ne la d e stra invitta la spada fiam m eggiante : con la sinistra sventola
un candido vessillo sfolgorante dalla fiam m ante scritta :
« Giustizia e civiltà. » Davanti al fiero lam po
de la spada, gli eserciti barbarici cedono tutti il c a m p o :
e del vessillo al glorioso invito rispondono plaudenti
le liberate genti,
che rifiorir già v e g g o n o fra loro pace e lavoro.
Invano invan Ginevra, arcisuperba Fata,
fatta di senno scevra, per subita follia
tradisce ogni suo nobile ideale, e del sublim e Nunzio
contro il volo fatale, difende la ban d iera de la b a rb arie nera.
A la ribelle orribile barb arie arm i p ro v v e d e e consigli e guerrieri; iuvan, stolta, ribellasi
ai più sacri doveri, al Fato de la Storia; che ornai decreta a l’Africa
sp lendido un tard o secolo di gloria. In quelle terre più dilette al Sole più benefico e g ra n d e
un novo Sole la sua luce s p a n d e : l'A rcangelo d ’Italia
le forze avverse dom a,
N U O V I E P I G R A M M I DI G U E R R A
1 n o m i a b i s s i n i
I lochi d' Abissinia e le persone han quasi tutti
nomi sì sciocchi e brutti,
che danno aneli' essi u rg e n te la ragione ad una radicai m u tazione.
A d d is A b e b a
La stessa capitale A d d is Abzba dice con le sue sillabe,
che l'Abissinia sta tuttora al be-a-ba nell’alfabeto della civiltà.
R a s C a s s a
O povero Ras Cassa sfortunato, invece di cassar tu sei cassato, e la grancassa a nulla t' ha giovato !
Il N e g u s S a l a s s i è Sai tu perchè
si no m a Salassiè ?
— P erchè salassa molto ben gli Etiopi. P erchè N eg u s egli è ?
— P erchè egli nega ogni g iurata fè, e nega le batoste form idabili che da la forte Italia ricevè.
Il p a t r i o t t i s m o di C ic c iilo Ciccillo, il mio canario incardellato, bec can d o in una carta d ’Etiopia
A ddis A b e b a e il N e g u s si ha m angiato ! 11 m o d o di finirla ha p ro spe ttato.
R a s S e iu m Tu, di g en e re neutro, secondo la g ra m m a tica latina, com e puoi tu virilm ente difendere la b arbarie A bissina ?
S a n z i o n a n t i s a n z i o n a t i C o m e un a scolaretta
che non b en e studiò le lezioni, 1’ Italia vien corretta
con il castigo delle sanzioni.
M a i sanzionanti senton asp re botte; la sanzionata se ne strafotte.
R a s N a s ib ù C o sa prevedi tu
per il Ras N asibù ? 11 nom e stesso annunzia,
che presto bu ....batterà il naso a terra, e avrà la gloria di finir la g u erra.
L’ a b i s s i n i a
L ’Abissinia è un abisso di disordine,
di schiavitù feroce e di barbarie; ma essa ha tutto il d ritto
di rimaner com e al pre sente sta, e l'Italia c o m m ette un gran delitto a volerla forzare a civiltà !
I s is t e m i a b i s s i n i Bugie di molti generi
e prigionier' decapitati o mutili, palle che atroci nelle carni esplodono, queste ed altre b arb arie
a Ginevra diventano mirabili eleganze,
metodi di squisita civiltà ! Il n o s t r o s o l d a t o Se il soldato abissinio è coraggioso e prode, al soldato d ’Italia
ei dunque accresce la d o v u ta lode. B a d o g l i o
E' ormai destino, o g ra n M astro di guerra: rapida e gloriosa
la guerra chiuderai vittoriosa ! G r a z ia n i O invitto G raziani,
per la g ra zia con cui com batti e vinci si esalta il cuor di tutti g l ’italiani !
La s i t u a z i o n e i n t e r n a z i o n a le I ministri d 'E u r o p a e i diplomatici, ora che più non soffia il vento in poppa, vagellano, s'im brogliano,
com e tanti pulcini nella stoppa. U n o solo non m uta sue parole e sa quello che vuole.
R e s a g l o r i o s a O valorosa e b a r b a ra Etiopia, all’Italia, m aestra dei popoli, è glo rio so a rrende rsi ! E' cosciente c o n q u ista virile di p ro g r e ss o civile !
S t a r a c e
E' Starace nomato,
chè incrollabile starà
sul terren che da p r o d e ha conquistato, com e su l’altro che conquisterà.
L’a v i a z i o n e
A voi sia gloria, o angeli d ’Italia, che dal ciel con mirifico a rdim e nto sui nemici versate
pioggia di m òrte e tragico spavento, e la vittoria ultim a affrettate.
A V it t o r i o e B r u n o M u s s o lin i II nom e stesso annunzia la tua gloria : tu sei fratello della Vittoria.
Bruno, nel vol de le terribili ale sei di Vittorio deg n o rivale.
La C r o c e r o s s i n a R e g a l e Figlia del Belgio eroico,
sposa gentil di U m b e rto , Regai Crocerossina, o r ti conquisti il serto di nobile Eroina, o ra che ai nostri libici eroi feriti adduci alto conforto e gioia. Viva!...tu im prendi u n 'o p e ra b en degna di Savoia !
L’i m p r e s a A fr ic a n a " N on è conquista, è liberazione ! „ g rid a dell’Etiopia la popolazione.
G in e v r a
O Ginevra, il tu o c o m p ito è la pace; m a il tuo m eto d o è assai p oco efficace : nè giusta sei nè scaltra :
p er troncare una g u erra, tu ne minacci u n ’altra ! Ben lo mostra la pratica,
tal medicina è t r o p p o o m eo p atica ! Ai p o p o l i civ ili O popoli civili,
non insegnate ai b arb ari
l'armi vostre e la vostra disciplina: o preparar volete una ruina, fra spazio non longevo, d ’un altro m edio evo ?!
Ai feriti, ai m utilati
Su le vostre p ersone voi p o rtate il suggello onorevole e bello
del valor vostro e del d o v er com piuto. La Patria si g loria di voi,
suoi degni figli, e vi proclam a Eroi ! G in e v r a
O Ginevra, è il tuo c u o re roso da m ortai carie, se civiltà com batti, e p ro teg g i b a rb a rie !
In g h ilte r ra
O perfida Albione, il tuo possen te im p ero si estende sulla q u a r ta parte del m o n d o intero; p ur guati con feroce invidia e gelosia
gli sforzi generosi di q u e s ta Italia mia. R om anam ente affronta sagrifizi e perigli p er dare spazio ai t ro p p o nu m ero si suoi figli. Bada, la tua politica non è cosa polita :
d ’un g ra n d e e forte p o p o lo vuoi c o m p rim e r la vita ?! In g h ilte r ra
Se tu davvero amavi la pace, o Inghilterra lasciavi Italia e il N e g u s sbrigarsela tra loro: saria di già da tem po term inata la guerra.
E n t u s i a s m o s e n il e Se 17 lustri su di m e non gravassero, nè le g a m b e facessero definitivo sciopero,
E d en
L ’Auglo fin nella lingua è d o p p io e scaltro : in un modo la scrive, la p ronunzia in un altro Paradiso terrestre il nom e vale,
la parola minaccia catastrofe infernale ! T o s e l li
O poeti d'Italia,
d ate all'estinto eroe g l ’inni più belli, date, o vergini, o madri, il pianto vostro, date, o spose, il pensier, si che trasfusa l’indomita virtù splenda nei figli !
T a c a z z è
Barbaro fiume, i b a rb a ri ti o ltrag g ian o con un nome indecente;
ma Italia previdente
ufficio e nome ti darà giocondo, ti chiamerà Fecondo.
Gli A scari e i D u b a t O d ’Africa eroici guerrieri, che per la g ra n d e Italia p ugnate da leoni,
voi del progresso siete i pionieri, voi d e le vostre Patrie
siete i veri cam pioni !
La v e r a v i t t o r i a a b i s s i n i a O popolo Etiopico, il .tuo vero profitto, la tua vera vittoria sta neU’esser sconfitto : sol perdendo vincesti:
O p e r a z i o n e c h ir u r g ic a Il popolo Etiopico avea b is o g n o u rg e n te d 'un'operazione:
contro l'universale opinione solo il ch iru rg o Italico sapiente op erò con ragione.
Gli o p e r a i italia n i M eravigliosi operai, forza d'Italia suprem a,
voi non un b re v e epigram m a, m eritereste un poem a !
Le c a m i c e n e r e
P e rc h è più g r a n d e la gloria fosse delle vittrici n o s tre bandiere, le gloriose camice rosse son diventate camice nere !
A d u a
Adua, ben ardua conquista !...
con d o p p ia gloria; una gloriosa sconfitta, una più gloriosa vittoria !
Gli s c h ia v i lib e r a ti Sorgete, o schiavi etiopi, benedite all'Italia,
che vincendo a voi dà lavoro e libertà!
R a s G u g s à Molto ti onori, o b a r b a ro G ugsà, l’armi impugnando per la civiltà !
Ai c a d u ti C he vale ignobil vita e p i c u r e a ? Benedetto chi m u o r per u n ’idea !
S o rte ha felice chi il suo san g u e sp a n d e p e r una Patria così bella e g r a n d e !
A V ito M u s s o lin i
Vito, tu apporti vita fra gli Africani oppressi,
e morte tra i feroci razziatori di essi,
o em ulo de' tuoi prodi cugini,
o verace rampollo di stirpe Mussolini ! Le m a r c e f u lm i n e e P e r le sanzioni il genial Badoglio d ec ise : lo voglio
3a guerra, come un fulmine, finire,
m arciar, per non marcire !
A una s i g n o r a d ip in ta M en tre il tuo sp o so per la patria am ata soffre e combatte in Africa e pericola, non ti vergogni, o femmina sventata, di farti coi color’ falsa e ridicola ?
P e r u n a t a s s a u tile N o n so perchè non v en g a n o tassati ì visi delle femmine imbrattati: la tassa util s areb b e in m o d o vario : a ll’ igiene, al costum e, all’erario.
A G. L e o p a r d i N essu n a donna ti concesse am o re r tu a breve vita in van desio si chiuse : ma, divino conforto al tuo dolore, d ’ im menso a m o r ti a m aro n o le M use.
A G. L e o p a r d i Tu, che serva m eschina
la tua Patria piangesti in alte rime, miri, o sp irto sublim e,
com e or 1’ Italia diventò regina, e ten d e i! volo a le più a rd u e cime ?
Il l e o n e di G iu d a 11 leone di G iu d a innanzi al periglio con p ro v v id o consiglio si trasform ò in coniglio ! 21 A p rile Roma, sul tuo Natale stancarono i millennii le irrefrenabili ale;
ma tua gloria non langue, pulsa nel cu o r d ’ Italia il tuo possen te sangue p e rp e tu a m e n te giovane, e il suo vig o r fecondo oggi stupisce il m o n d o !
A Re V it t o r i o Gloria, salute, amore,
al nostro Re Vittorio il vincitore ! Gloria, salute, amore,
A lle M ad ri d ’Italia
A voi, M adri d ’Italia, eterno o n o re ! A voi, di tutte le te rre n e M adri invidiato fiore !
Forte d a voi g e r m o g l i a
l’aspro eroe de la v an g a e d e l’aratro, ch e ovunque in seno d e la d u r a terra più duro il ferro affonda,
tutta de l’am o r su o la fa feconda, perché di frutti saporosi e d ’erbe nutra i villaggi e le città su p erb e.
Nè m eno forte da voi, M adri, a p p a re l’eroe del m a re ;
sia che con vela ardita opponga i venti a Tonde, sia che con l’infinita
forza del foco e del v a p o r e ei vìnca le ribelli te m p e ste e gli oceàni, e gli opposti emisferi
e i regni più lontani d ’utili scambi avvinca di merci e di pensieri.
E voi create
la sapiente p roge nie tem eraria dei forti eroi de l'aria,
che per i cieii de la te rra intera fan riverita l'itala bandiera, spiegando il loro p o rte n to s o volo d a l'Alpi al mar, da l’uno a l’altro polo.
R om an am en te sui ginocchi vostri cresce e s’educa il p ro d e
de gl'itali confini eroe custode, l’in trepido soldato
difensor d e la Patria e de lo Stato, che o v u n q u e porti la b andiera nostra, insuperato il su o valor dim ostra.
Da vostre intim e fibre
spunta l’eroe del genial pensiero esp lo ra to r del vero,
che di scienza i campi fa più fertili ed ampi, ed a le menti
a p p resta ali più vaste e più possenti. Ma dal sangue più schietto
del vostro p etto fiorisce il divo artista,
che di vita e bellezza il sacro d o n o spira a le tele, ai marmi,
a la parola, al suono,
o n d e la patria nostra in ogni parte è tutta un riso di natura e d 'a rte.
Dagli evi più remoti ai viventi nepoti
foste voi la sem en z a vigorosa d 'u n a m eravigliosa
stirp e d ’eroe, che d o m inò la terra con l’arte de la pace e de la guerra, e che con senno invitto
dettò le leggi de l’eterno Dritto, e alfin divina universal potenza ha su l’anima um ana e la coscienza.
Da voi trasse il suo genio
quei, che i tre m ondi col suo ca rm e esplora, e quei, che im m ense sconosciute terre scopre, fidato ad una fragil prora, e chi da tenebrosi antichi veli d ’errore, liberò la terra e i cieli,
e tu, che a un popol di frementi schiavi una libera Patria ridonavi,
con due cooperanti eroi divini, Garibaldi e Mazzini:
questa, che un altro Vincitor Vittorio re n d e più g r a n d e e bella
col Genio di Benito Mussolini. Chi dirà gl'infiniti
famosi eroi dal vostro seno usciti ? D'ogni nostra vittoria
risale a voi la gloria. Oh, dal sangue inesausto d ate pur sem pre voi
M adri novelle di novelli eroi e immortali eroine,
sia che di nobil vena o di plebea sian dono,
sia che dal trono sp lendano R egine ! O di tutte le M adri
invidiato fiore,
Alla n u o v a Italia R egina torneria la terza volta, - scrisse di Recanati il g ra n poeta - se dai ceppi stranieri Italia sciolta libera e unita andasse a la sua meta.
P o e ta del dolor, mira e t'allieta, mira la patria tua com ' è rivolta
ad alte im prese, e il suo verbo, o profeta, or tutto il m o n d o re v ere n te ascolta.
T u spargi p er le terre o p re sublimi, tu dom ini regina in tutti i mari, tu spieghi 1’ ali tue p e r tutti i climi :
forza e saggezza dal passato impari, o Italia : ai g r a n d i popoli ed agl' imi Sole di forza e di giustizia appari.
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