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Musa patriottica

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Academic year: 2021

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Testo completo

(1)

G I O V A N N I L A N Z A L O N E

ITI

USA PA TR IO TTIC A

DEGLI STUDI

: R N 0

j t e c a

C U O M O

(2)

U n iv e rs ità d e g li S tudi d i S ale rn o F a co ltà d i E co n o m ia e C o m m e rc io e G i urisp ru d , B IB LIO TECA Fondo Cuom o H K V o i.

(3)

i r s r i m 3N OT VZ NV 1 IN NV AO IO

(4)
(5)

L’A b is s in ia in c iv ilita Un lum inoso Arcangelo,

di civiltà cam pione e m essaggero, vola tra la barb arie

del continente nero. Ha ne la d e stra invitta la spada fiam m eggiante : con la sinistra sventola

un candido vessillo sfolgorante dalla fiam m ante scritta :

« Giustizia e civiltà. » Davanti al fiero lam po

de la spada, gli eserciti barbarici cedono tutti il c a m p o :

e del vessillo al glorioso invito rispondono plaudenti

le liberate genti,

che rifiorir già v e g g o n o fra loro pace e lavoro.

Invano invan Ginevra, arcisuperba Fata,

fatta di senno scevra, per subita follia

tradisce ogni suo nobile ideale, e del sublim e Nunzio

contro il volo fatale, difende la ban d iera de la b a rb arie nera.

(6)

A la ribelle orribile barb arie arm i p ro v v e d e e consigli e guerrieri; iuvan, stolta, ribellasi

ai più sacri doveri, al Fato de la Storia; che ornai decreta a l’Africa

sp lendido un tard o secolo di gloria. In quelle terre più dilette al Sole più benefico e g ra n d e

un novo Sole la sua luce s p a n d e : l'A rcangelo d ’Italia

le forze avverse dom a,

(7)

N U O V I E P I G R A M M I DI G U E R R A

1 n o m i a b i s s i n i

I lochi d' Abissinia e le persone han quasi tutti

nomi sì sciocchi e brutti,

che danno aneli' essi u rg e n te la ragione ad una radicai m u tazione.

A d d is A b e b a

La stessa capitale A d d is Abzba dice con le sue sillabe,

che l'Abissinia sta tuttora al be-a-ba nell’alfabeto della civiltà.

R a s C a s s a

O povero Ras Cassa sfortunato, invece di cassar tu sei cassato, e la grancassa a nulla t' ha giovato !

(8)

Il N e g u s S a l a s s i è Sai tu perchè

si no m a Salassiè ?

— P erchè salassa molto ben gli Etiopi. P erchè N eg u s egli è ?

— P erchè egli nega ogni g iurata fè, e nega le batoste form idabili che da la forte Italia ricevè.

Il p a t r i o t t i s m o di C ic c iilo Ciccillo, il mio canario incardellato, bec can d o in una carta d ’Etiopia

A ddis A b e b a e il N e g u s si ha m angiato ! 11 m o d o di finirla ha p ro spe ttato.

R a s S e iu m Tu, di g en e re neutro, secondo la g ra m m a tica latina, com e puoi tu virilm ente difendere la b arbarie A bissina ?

S a n z i o n a n t i s a n z i o n a t i C o m e un a scolaretta

che non b en e studiò le lezioni, 1’ Italia vien corretta

con il castigo delle sanzioni.

M a i sanzionanti senton asp re botte; la sanzionata se ne strafotte.

R a s N a s ib ù C o sa prevedi tu

per il Ras N asibù ? 11 nom e stesso annunzia,

che presto bu ....batterà il naso a terra, e avrà la gloria di finir la g u erra.

(9)

L’ a b i s s i n i a

L ’Abissinia è un abisso di disordine,

di schiavitù feroce e di barbarie; ma essa ha tutto il d ritto

di rimaner com e al pre sente sta, e l'Italia c o m m ette un gran delitto a volerla forzare a civiltà !

I s is t e m i a b i s s i n i Bugie di molti generi

e prigionier' decapitati o mutili, palle che atroci nelle carni esplodono, queste ed altre b arb arie

a Ginevra diventano mirabili eleganze,

metodi di squisita civiltà ! Il n o s t r o s o l d a t o Se il soldato abissinio è coraggioso e prode, al soldato d ’Italia

ei dunque accresce la d o v u ta lode. B a d o g l i o

E' ormai destino, o g ra n M astro di guerra: rapida e gloriosa

la guerra chiuderai vittoriosa ! G r a z ia n i O invitto G raziani,

per la g ra zia con cui com batti e vinci si esalta il cuor di tutti g l ’italiani !

(10)

La s i t u a z i o n e i n t e r n a z i o n a le I ministri d 'E u r o p a e i diplomatici, ora che più non soffia il vento in poppa, vagellano, s'im brogliano,

com e tanti pulcini nella stoppa. U n o solo non m uta sue parole e sa quello che vuole.

R e s a g l o r i o s a O valorosa e b a r b a ra Etiopia, all’Italia, m aestra dei popoli, è glo rio so a rrende rsi ! E' cosciente c o n q u ista virile di p ro g r e ss o civile !

S t a r a c e

E' Starace nomato,

chè incrollabile starà

sul terren che da p r o d e ha conquistato, com e su l’altro che conquisterà.

L’a v i a z i o n e

A voi sia gloria, o angeli d ’Italia, che dal ciel con mirifico a rdim e nto sui nemici versate

pioggia di m òrte e tragico spavento, e la vittoria ultim a affrettate.

A V it t o r i o e B r u n o M u s s o lin i II nom e stesso annunzia la tua gloria : tu sei fratello della Vittoria.

Bruno, nel vol de le terribili ale sei di Vittorio deg n o rivale.

(11)

La C r o c e r o s s i n a R e g a l e Figlia del Belgio eroico,

sposa gentil di U m b e rto , Regai Crocerossina, o r ti conquisti il serto di nobile Eroina, o ra che ai nostri libici eroi feriti adduci alto conforto e gioia. Viva!...tu im prendi u n 'o p e ra b en degna di Savoia !

L’i m p r e s a A fr ic a n a " N on è conquista, è liberazione ! „ g rid a dell’Etiopia la popolazione.

G in e v r a

O Ginevra, il tu o c o m p ito è la pace; m a il tuo m eto d o è assai p oco efficace : nè giusta sei nè scaltra :

p er troncare una g u erra, tu ne minacci u n ’altra ! Ben lo mostra la pratica,

tal medicina è t r o p p o o m eo p atica ! Ai p o p o l i civ ili O popoli civili,

non insegnate ai b arb ari

l'armi vostre e la vostra disciplina: o preparar volete una ruina, fra spazio non longevo, d ’un altro m edio evo ?!

(12)

Ai feriti, ai m utilati

Su le vostre p ersone voi p o rtate il suggello onorevole e bello

del valor vostro e del d o v er com piuto. La Patria si g loria di voi,

suoi degni figli, e vi proclam a Eroi ! G in e v r a

O Ginevra, è il tuo c u o re roso da m ortai carie, se civiltà com batti, e p ro teg g i b a rb a rie !

In g h ilte r ra

O perfida Albione, il tuo possen te im p ero si estende sulla q u a r ta parte del m o n d o intero; p ur guati con feroce invidia e gelosia

gli sforzi generosi di q u e s ta Italia mia. R om anam ente affronta sagrifizi e perigli p er dare spazio ai t ro p p o nu m ero si suoi figli. Bada, la tua politica non è cosa polita :

d ’un g ra n d e e forte p o p o lo vuoi c o m p rim e r la vita ?! In g h ilte r ra

Se tu davvero amavi la pace, o Inghilterra lasciavi Italia e il N e g u s sbrigarsela tra loro: saria di già da tem po term inata la guerra.

E n t u s i a s m o s e n il e Se 17 lustri su di m e non gravassero, nè le g a m b e facessero definitivo sciopero,

(13)

E d en

L ’Auglo fin nella lingua è d o p p io e scaltro : in un modo la scrive, la p ronunzia in un altro Paradiso terrestre il nom e vale,

la parola minaccia catastrofe infernale ! T o s e l li

O poeti d'Italia,

d ate all'estinto eroe g l ’inni più belli, date, o vergini, o madri, il pianto vostro, date, o spose, il pensier, si che trasfusa l’indomita virtù splenda nei figli !

T a c a z z è

Barbaro fiume, i b a rb a ri ti o ltrag g ian o con un nome indecente;

ma Italia previdente

ufficio e nome ti darà giocondo, ti chiamerà Fecondo.

Gli A scari e i D u b a t O d ’Africa eroici guerrieri, che per la g ra n d e Italia p ugnate da leoni,

voi del progresso siete i pionieri, voi d e le vostre Patrie

siete i veri cam pioni !

La v e r a v i t t o r i a a b i s s i n i a O popolo Etiopico, il .tuo vero profitto, la tua vera vittoria sta neU’esser sconfitto : sol perdendo vincesti:

(14)

O p e r a z i o n e c h ir u r g ic a Il popolo Etiopico avea b is o g n o u rg e n te d 'un'operazione:

contro l'universale opinione solo il ch iru rg o Italico sapiente op erò con ragione.

Gli o p e r a i italia n i M eravigliosi operai, forza d'Italia suprem a,

voi non un b re v e epigram m a, m eritereste un poem a !

Le c a m i c e n e r e

P e rc h è più g r a n d e la gloria fosse delle vittrici n o s tre bandiere, le gloriose camice rosse son diventate camice nere !

A d u a

Adua, ben ardua conquista !...

con d o p p ia gloria; una gloriosa sconfitta, una più gloriosa vittoria !

Gli s c h ia v i lib e r a ti Sorgete, o schiavi etiopi, benedite all'Italia,

che vincendo a voi dà lavoro e libertà!

(15)

R a s G u g s à Molto ti onori, o b a r b a ro G ugsà, l’armi impugnando per la civiltà !

Ai c a d u ti C he vale ignobil vita e p i c u r e a ? Benedetto chi m u o r per u n ’idea !

S o rte ha felice chi il suo san g u e sp a n d e p e r una Patria così bella e g r a n d e !

A V ito M u s s o lin i

Vito, tu apporti vita fra gli Africani oppressi,

e morte tra i feroci razziatori di essi,

o em ulo de' tuoi prodi cugini,

o verace rampollo di stirpe Mussolini ! Le m a r c e f u lm i n e e P e r le sanzioni il genial Badoglio d ec ise : lo voglio

3a guerra, come un fulmine, finire,

m arciar, per non marcire !

A una s i g n o r a d ip in ta M en tre il tuo sp o so per la patria am ata soffre e combatte in Africa e pericola, non ti vergogni, o femmina sventata, di farti coi color’ falsa e ridicola ?

P e r u n a t a s s a u tile N o n so perchè non v en g a n o tassati ì visi delle femmine imbrattati: la tassa util s areb b e in m o d o vario : a ll’ igiene, al costum e, all’erario.

(16)

A G. L e o p a r d i N essu n a donna ti concesse am o re r tu a breve vita in van desio si chiuse : ma, divino conforto al tuo dolore, d ’ im menso a m o r ti a m aro n o le M use.

A G. L e o p a r d i Tu, che serva m eschina

la tua Patria piangesti in alte rime, miri, o sp irto sublim e,

com e or 1’ Italia diventò regina, e ten d e i! volo a le più a rd u e cime ?

Il l e o n e di G iu d a 11 leone di G iu d a innanzi al periglio con p ro v v id o consiglio si trasform ò in coniglio ! 21 A p rile Roma, sul tuo Natale stancarono i millennii le irrefrenabili ale;

ma tua gloria non langue, pulsa nel cu o r d ’ Italia il tuo possen te sangue p e rp e tu a m e n te giovane, e il suo vig o r fecondo oggi stupisce il m o n d o !

A Re V it t o r i o Gloria, salute, amore,

al nostro Re Vittorio il vincitore ! Gloria, salute, amore,

(17)

A lle M ad ri d ’Italia

A voi, M adri d ’Italia, eterno o n o re ! A voi, di tutte le te rre n e M adri invidiato fiore !

Forte d a voi g e r m o g l i a

l’aspro eroe de la v an g a e d e l’aratro, ch e ovunque in seno d e la d u r a terra più duro il ferro affonda,

tutta de l’am o r su o la fa feconda, perché di frutti saporosi e d ’erbe nutra i villaggi e le città su p erb e.

Nè m eno forte da voi, M adri, a p p a re l’eroe del m a re ;

sia che con vela ardita opponga i venti a Tonde, sia che con l’infinita

forza del foco e del v a p o r e ei vìnca le ribelli te m p e ste e gli oceàni, e gli opposti emisferi

e i regni più lontani d ’utili scambi avvinca di merci e di pensieri.

E voi create

la sapiente p roge nie tem eraria dei forti eroi de l'aria,

che per i cieii de la te rra intera fan riverita l'itala bandiera, spiegando il loro p o rte n to s o volo d a l'Alpi al mar, da l’uno a l’altro polo.

(18)

R om an am en te sui ginocchi vostri cresce e s’educa il p ro d e

de gl'itali confini eroe custode, l’in trepido soldato

difensor d e la Patria e de lo Stato, che o v u n q u e porti la b andiera nostra, insuperato il su o valor dim ostra.

Da vostre intim e fibre

spunta l’eroe del genial pensiero esp lo ra to r del vero,

che di scienza i campi fa più fertili ed ampi, ed a le menti

a p p resta ali più vaste e più possenti. Ma dal sangue più schietto

del vostro p etto fiorisce il divo artista,

che di vita e bellezza il sacro d o n o spira a le tele, ai marmi,

a la parola, al suono,

o n d e la patria nostra in ogni parte è tutta un riso di natura e d 'a rte.

Dagli evi più remoti ai viventi nepoti

foste voi la sem en z a vigorosa d 'u n a m eravigliosa

stirp e d ’eroe, che d o m inò la terra con l’arte de la pace e de la guerra, e che con senno invitto

dettò le leggi de l’eterno Dritto, e alfin divina universal potenza ha su l’anima um ana e la coscienza.

(19)

Da voi trasse il suo genio

quei, che i tre m ondi col suo ca rm e esplora, e quei, che im m ense sconosciute terre scopre, fidato ad una fragil prora, e chi da tenebrosi antichi veli d ’errore, liberò la terra e i cieli,

e tu, che a un popol di frementi schiavi una libera Patria ridonavi,

con due cooperanti eroi divini, Garibaldi e Mazzini:

questa, che un altro Vincitor Vittorio re n d e più g r a n d e e bella

col Genio di Benito Mussolini. Chi dirà gl'infiniti

famosi eroi dal vostro seno usciti ? D'ogni nostra vittoria

risale a voi la gloria. Oh, dal sangue inesausto d ate pur sem pre voi

M adri novelle di novelli eroi e immortali eroine,

sia che di nobil vena o di plebea sian dono,

sia che dal trono sp lendano R egine ! O di tutte le M adri

invidiato fiore,

(20)

Alla n u o v a Italia R egina torneria la terza volta, - scrisse di Recanati il g ra n poeta - se dai ceppi stranieri Italia sciolta libera e unita andasse a la sua meta.

P o e ta del dolor, mira e t'allieta, mira la patria tua com ' è rivolta

ad alte im prese, e il suo verbo, o profeta, or tutto il m o n d o re v ere n te ascolta.

T u spargi p er le terre o p re sublimi, tu dom ini regina in tutti i mari, tu spieghi 1’ ali tue p e r tutti i climi :

forza e saggezza dal passato impari, o Italia : ai g r a n d i popoli ed agl' imi Sole di forza e di giustizia appari.

(21)

.

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