Il Prodotto agro-alimentare
• Il prodotto agro-alimentare è un output ottenuto
dalla lavorazione di una o più materie prime di
origine agricola.
• Il prodotto agricolo è un imput a cui si aggiungono
due servizi: trasformazione e distribuzione.
Prodotto agro-alimentare=
prodotto agricolo +
trasformazione +
distribuzione +
consumo
Specificità
AGRO
-
ALIMENTARE
Origine Destinazione
Prodotto agro-alimentare vs prodotto
industriale
• Origine agricola
• Funzione alimentare
• Percorso di filiera
Origine agricola
• Stagionalità
• Ciclicità
• Deperibilità
Stagionalità
• Dimensione temporale del processo di produzione.
Elevata
:
• Processo di produzione in parallelo
• Ciclo produttivo annuale (albicocche, ciliegie ecc.)
Bassa
:
• Processo di produzione in linea
Ciclicità
G F M A M G L A S O N D % di grasso nel latte mesi 2000 2001 2002 2003Deperibilità
• Prodotti facilmente conservabili nelle
condizioni naturali (cereali, legumi, frutta)
• Prodotti difficilmente conservabili nelle
Disomogeneità qualitativa
Dimensione spaziale della produzione
Variabilità climatica e pedologica
Diversa vocazionalità del territorrio
Variabilità quali-quantitativa delle produzioni
Implicazioni economiche
• Difficoltà di controllo quantitativo e qualitativo
dell’offerta
• Necessità di innovazioni tecnologiche per
controllare la qualità e la quantità della
produzione
• Evoluzione stagionale dello spazio della
concorrenza.
Difficoltà di controllo quantitativo e
qualitativo dell’offerta
O
t= Y
t– R
t– D
t– A
t- VarS
t+ (I – E)
tY
t= r
t *G
tProduzione al tempo t
R
t= a
t* Y
tReimpieghi al tempo t
D
t= b
t* Y
tPerdite al tempo t
A
t= c
t* Y
tAutoconsumo al tempo t
VarS
tIncremento scorte al tempo t
(I – E)
tImportazioni nette al tempo t
H
t= 1- (a
t+ b
t+ c
t) * Y
tOfferta interna disponibile
O
t= H
t- VarS
t+ (I – E)
tOfferta al tempo t
Bilancio di approvvigionamento
Produzione interna disponibile Importazioni
Offerta disponibile
Variazione scorte Usi interni Esportazioni
Tipologie di prodotti agro-alimentari e
sicurezza alimentare
Concezione
tradizionale:
garanzia
di
approvvigionamento.
Concezione post-moderna: idoneità a preservare la
salute del consumatore.
•Prodotti biologici
•Prodotti da agricoltura integrata
•Prodotti biodinamici
Prodotti biologici
Sono classificati come biologici i prodotti ottenuti secondo il metodo il metodo specificato dal Reg. CE 2092/91.
•Esclude l’utilizzo di prodotti chimici di sintesi e l’impiego di OGM;
•Prevede l’etichettatura del prodotto trasformato se almeno il 95% delle materie prime agricole proviene da coltivazioni biologiche;
•Se la percentuale scende al 70% essa potrà essere precisata in etichetta.
•Prevede in etichetta il nome dell’organismo di controllo, aut. minist., codice a barra per identificare il produttore.
•Dal luglio 2010 deve essere indicata l’origine dei prodotti.
Prodotti da agricoltura integrata
Regione Emilia Romagna
Regione Toscana
La produzione integrata è ottenuta con tecniche che
riducono i trattamenti chimici fino al punto soglia di
danno economico.
Prodotti OGM
Sono prodotti ottenuti con la tecnica del DNA
ricombinante.
L’UE ha vietato la coltivazione degli OGM fino a quando
non saranno ritenuti innocui per la salute del
consumatore (principio di precauzione).
La Dir. CE 18/2001 il Reg. CE1830/2003 hanno imposto
la rintracciabilità e etichettatura specifica per gli OGM
nonché la rintracciabilità degli alimenti e mangimi
ottenuti da OGM.
Caratteristiche del prodotto
agro-alimentare
Il prodotto agro-alimentare non ha solo funzione
nutrizionale ma svolge altri ruoli: salutistico, sociale,
edonistico.
Esso differisce, quindi, dagli altri prodotti per la
differenziazione nella destinazione di uso. Gli elementi
di differenziazione sono:
•Consumi
•Qualità
Trasformazione dei consumi
alimentari nel secondo
dopoguerra
• Quantitativa (+217 % tra il 1951 e il 1997)
– Aumento demografico
– Aumento reddito
– Elasticità prezzi/reddito e variazioni prezzi
• Qualitativa
– Caratteristiche del prodotto
– Trasformazione del prodotto
La legge di Engel (1857)
• Al crescere del reddito la proporzione di
spesa delle famiglie destinata ai consumi
alimentari decresce
– Diminuzione proporzione non quantità
– Saturazione dei consumi
• Alimento salute
• Alimento servizio
Leggi del consumo alimentare
nel “modello agroindustriale”
• Il modello “agroindustriale” precede la
società di sazietà
– Alto profilo energetico
– Consumo di massa di prodotti-servizio ed
alimenti
Il modello della “società di
sazietà”
• Eccessi del modello agroindustriale
• Sensibilizzazione agli aspetti salutistici
• Carattere edonistico
• Saturazione
– Consumo energetico
– Livello relativo della spesa alimentare (20%)
– Saturazione assoluta spesa alimentare
Comportamenti alimentari nella
società di sazietà
• Il reddito non è più l’elemento esplicativo
del consumo alimentare
• Ricerca di beni di qualità
• Aumento % prodotti agro-industriali su
prodotti agricoli (verso 100%)
• Rottura delle tendenze tradizionali
• Alimento “salute”
I grandi cambiamenti
socio-economici in Italia
• Incremento demografico
• Spostamenti campagna-città, Sud-Nord
• Rapido sviluppo economico
• Aumento reddito disponibile
• Ampliamento e unificazione mercato
interno
• Apertura ai mercati internazionali
I consumi in Italia (1951-1997)
Consumi alimentari e totali in Italia (1951-1997)
0 100000 200000 300000 400000 500000 600000 700000 800000 900000 1000000 Anno C o n su m i f in al i i n te rn i (m ld d i l ir e 19 90 ) 0.0 5.0 10.0 15.0 20.0 25.0 30.0 35.0 40.0 % c o n su m i a lim en ta ri
Consumi finali interni % consumi alimentari
I consumi alimentari in Italia:
valore reale (a prezzi 1990)
Spesa reale per alimentari e bevande (a prezzi 1990, mld di lire)
0 20000 40000 60000 80000 100000 120000 140000 160000 180000 1 95 1 1 9 5 3 1 9 5 5 1 9 5 7 1 95 9 1 9 6 1 1 9 6 3 1 9 6 5 1 9 6 7 1 9 6 9 1 9 7 1 1 9 7 3 1 9 7 5 1 97 7 1 9 7 9 1 9 8 1 1 9 8 3 1 98 5 1 9 8 7 1 9 8 9 1 99 1 1 9 9 3 1 9 9 5 1 99 7
Composizione della spesa
alimentare
Anno Pane e cereali Carne e salumi Pesce Latte form. e uova Oli e grassi Frutta eortaggi Patate Zucchero The, caffè
Altri generi alim. Bevande analcol. Bevande alcoliche Alimentari e bevande 1951 23.3 17.4 3.8 16.0 6.7 12.2 1.3 3.3 2.6 3.9 0.7 8.9 100.0 1961 16.3 21.4 3.7 13.3 6.6 16.6 1.4 2.4 3.1 5.2 0.9 9.3 100.0 1971 11.6 30.0 3.6 12.4 5.8 18.4 1.0 1.8 2.3 3.4 1.1 8.7 100.0 1981 11.7 31.0 4.4 12.7 4.2 21.3 1.0 1.6 2.4 2.5 1.2 6.0 100.0 1991 11.9 26.7 6.2 13.7 3.8 22.0 1.1 1.3 2.2 3.2 2.1 5.6 100.0 1997 12.5 25.8 6.0 15.1 4.1 19.8 1.1 1.4 2.5 3.6 2.5 5.6 100.0
Composizione spesa alimentare
Fonte: ns. elaborazioni su dati Agrifit e Istat (aa. vv.)
Composizione spesa alimentare
0.0 5.0 10.0 15.0 20.0 25.0 30.0 35.0 1 9 5 1 1 9 5 3 1 9 5 5 1 9 5 7 1 9 5 9 1 9 6 1 1 9 6 3 1 9 6 5 1 9 6 7 1 9 6 9 1 9 7 1 1 9 7 3 1 9 7 5 1 9 7 7 1 9 7 9 1 9 8 1 1 9 8 3 1 9 8 5 1 9 8 7 1 9 8 9 1 9 9 1 1 9 9 3 1 9 9 5 1 9 9 7 CARNE FRUTTA, ORTAGGI
LATTE, FORMAGGI, UOVA PANE, CEREALI ALTRO
BEVANDE ALCOLICHE
Evoluzione dei prezzi al consumo
Indici dei prezzi impliciti (base 1990=100)0.0 20.0 40.0 60.0 80.0 100.0 120.0 140.0 160.0 19 51 19 54 19 57 19 60 19 63 19 66 19 69 19 72 19 75 19 78 19 81 19 84 19 87 19 90 19 93 19 96 Anno In d ic e (1 99 0= 10 0)
Le elasticità della domanda
Prezzo Spesa Pane e cereali -0.38 1.03 Carne -0.04 0.97 Pesce -0.98 1.04 Oli e grassi -0.48 1.50Latte, formaggi e uova -1.05 0.79
Frutta e ortaggi -0.75 0.99
Evoluzione delle elasticità di
prezzo
-0.45 -0.40 -0.35 -0.30 -0.25 -0.20 -0.15 -0.10 86 88 90 92 94 96Bread and cereals
-1.24 -1.22 -1.20 -1.18 -1.16 86 88 90 92 94 96 Meat -1.36 -1.34 -1.32 -1.30 -1.28 -1.26 -1.24 -1.22 -1.20 86 88 90 92 94 96 Fish -0.5 -0.4 -0.3 -0.2 -0.1 0.0 86 88 90 92 94 96
Oils and fats
-1.28 -1.24 -1.20 -1.16 -1.12 86 88 90 92 94 96 Dairy -0.72 -0.68 -0.64 -0.60 -0.56 -0.52 86 88 90 92 94 96
Evoluzione delle elasticità di
spesa
0.80 0.82 0.84 0.86 0.88 0.90 0.92 86 88 90 92 94 96Bread and cereals
1.12 1.13 1.14 1.15 1.16 86 88 90 92 94 96 Meat 1.10 1.15 1.20 1.25 1.30 1.35 86 88 90 92 94 96 Fish 1.08 1.12 1.16 1.20 1.24 1.28 86 88 90 92 94 96
Oils and fats
0.62 0.64 0.66 0.68 0.70 0.72 0.74 86 88 90 92 94 96 Dairy 1.00 1.04 1.08 1.12 1.16 1.20 86 88 90 92 94 96
Destrutturazione e Polarizzazione dei
pasti
Destrutturazione
: semplificazione del pasto tradizionale.
Dipende da: consumo di pasti fuori casa
Polarizzazione
: concentrazione delle preferenze di consumo in un
uno o pochi soggetti.
Dipende da: tipologia di pasto, n° soggetti coinvolti, tempo per la
preparazione.
Colazione Basso
Pranzo Alto
Merenda Basso
Tendenze in atto
• Consumi extra-domestici in crescita 50% in
valore sul totale dei consumi alimentari;
•Crescita ristorazione veloce e di massa;
•Esternalizzazione dei servizi della ristorazione
collettiva a favore di quella commerciale
(catering)
Scenari paesi ricchi vs poveri
Sentiero divergente Cc = Q*N dove
Cc consumo calorico totale Q consumo medio pro-capite N popolazione Y = G*r dove Y produzione G terra coltivabile r resa colturale Q*N = G*r da cui Q/r = G/N poiché Q, G, cost. Poveri N segue che r Ricchi N segue che r
Il concetto di qualità
Indica le
proprietà
che caratterizzano un oggetto
e la sua
superiorità
nei confronti di altri.
Proprietà = criterio oggettivo
Superiorità = criterio soggettivo.
quindi
La qualità è un costrutto sociale che esiste solo
in rapporto alle scelte del consumatore.
Definizioni di qualità
La qualità è l’insieme delle proprietà e delle
caratteristiche di un prodotto o di un servizio che
conferiscono ad esso la capacità di soddisfare
esigenze espresse o implicite (norma ISO 8402).
La qualità del prodotto agroalimentare può
configurarsi come un vettore di attributi elementari,
ognuno dei quali è contrassegnato da una metrica
Criterio oggettivo
• Metrica ordinale: misura con scale oggettive
indipendenti dal giudizio personale
• Metrica cardinale : misura con scale soggettive
dipendenti dal giudizio personale
Attributi qualitativi
• Qualità nutrizionale
• Qualità igienico-sanitaria
• Qualità organolettica
• Qualità d’uso
• Qualità psicosociale
Qualità nutrizionale
Dipende dalla natura fisica del prodotto
agro-alimentare ed è identificata da attributi cardinali.
•Proteine, vitamine, grassi, zuccheri etc.
•Sostituibilità, indipendenza, complementarità;
•Gruppi di consumatori
Qualità igienico-sanitaria
Coinvolge un insieme di attributi del prodotto in grado
di incidere sulla salute del consumatore. Dipende da
(Doxa, 2003):
1.Rispetto delle norme igieniche
2.Controllo del prodotto dall’origine al punto vendita
3.Provenienza del prodotto
4.Produzione del prodotto
5.Conoscenza degli ingredienti
6.Conservazione del prodotto
Qualità come conformità
Normative imposte dal autorità pubblica o
accolte volontariamente atte a identificare gli
attributi di un prodotto secondo criteri richiesti
dal mercato.
1.Ambito cogente o obbligatorio
2.Ambito volontario
Armonizzazione tecnica e normazione
dei prodotti agro-alimentari
Principio comunitario del mutuo riconoscimento ha rimosso gli
ostacoli per la libera circolazione delle merci.
•Limitazione dei provvedimenti legislativi in favore di regole
tecniche su salute del consumatore, sicurezza degli alimenti e
sicurezza ambientale;
•Integrazione con norme tecniche elaborate da appositi
organismi internazionali;
Armonizzazione tecnica e normazione dei
prodotti agro-alimentari
Approccio della qualità dell’UE definita dal Libro Bianco
bis (Comunicazione 85/603) e con Reg. CE n°178/2002.
Obiettivi generali:
1.Elevata tutela della vita e della salute umana, tutela
degli interessi dei consumatori;
2.Libertà di circolazione nella UE di alimenti e mangimi
nel rispetto dei principi generali;
3.Le norme internazionali sono riconosciute purchè in
linea con gli obiettivi delle norme comunitarie
Armonizzazione tecnica e normazione
dei prodotti agro-alimentari
Principi da perseguire:
1.Analisi del rischio
2.Precauzione
Armonizzazione tecnica e normazione dei
prodotti agro-alimentari (Reg CE 178/2002)
Art. 6 Analisi del rischio
La valutazione del rischio si basa sugli elementi
scientifici a disposizione ed è svolta in modo
indipendente, obiettivo e trasparente
Armonizzazione tecnica e normazione dei
prodotti agro-alimentari (Reg CE 178/2002)
Art. 7 (principio di precauzione)
Qualora venga individuata la possibilità di effetti
dannosi per la salute ma permanga una
situazione di
incertezza sul piano scientifico
possono essere adottate
misure di
restrizione al commercio
che sono
riesaminate dopo un periodo di
tempo ragionevole
a
seconda della natura del rischio e del tipo di
informazioni necessarie per risolvere la situazione di
incertezza.
Armonizzazione tecnica e normazione dei
prodotti agro-alimentari (Reg CE 178/2002)
Definizione di alimento
Per alimento si intende qualsiasi sostanza o
prodotto trasformato o non trasformato,
parzialmente trasformato o di cui si prevede
ragionevolmente che possa essere ingerito
destinato a essere ingerito da esseri umani.
Armonizzazione tecnica e normazione dei
prodotti agro-alimentari (Reg CE 178/2002)
Art. 8 (Tutela degli interessi del consumatore)
La legislazione alimentare si prefigge di tutelare gli
interessi dei consumatori prevenendo:
• Le pratiche fraudolenti e ingannevoli
• L’adulterazione degli alimenti
• Qualsiasi pratica che possa indurre in errore il
consumatore
Cause del ciclo di vita
• Progresso tecnologico
• Cambiamenti dei gusti
• Cambiamento di valori
Le fasi del ciclo di vita
tempo vendite
Caratteristiche delle fasi: Lancio
• Vendite: ridotte
• Clienti: pochi
• Costi: alti, soprattutto di pubblicità
• Ricavi: ridotti
Caratteristiche delle fasi: Sviluppo
• Vendite: crescita molto rapida
• Clienti: crescita
• Costi: stabili
• Ricavi: crescita rapida
• Utili: in crescita
Caratteristiche delle fasi: Maturità
• Vendite: stabilizzazione
• Clienti: stabili
• Costi: ridotti quelli di produzione, alti quelli di
pubblicità
• Ricavi: stabili
Caratteristiche delle fasi: declino
• Vendite: in calo
• Clienti: disaffezione
• Costi: ridotti quelli di produzione, alti quelli di
pubblicità
• Ricavi: in diminuzione
• Utili: negativi
La gestione del portafoglio
Volumi di vendita
Rilancio
Avviene durante la fase di maturità e ha l’obiettivo di
aumentare le vendite
.
La domanda del mercato viene sollecitata con :
•conversione di nuovi clienti
•ingresso in nuovi segmenti di mercato
•conquista dei clienti della concorrenza
•uso più frequente
Il CVP dei prodotti agro-alimentari
1. Presenza di
riciclo
caratterizzato da una
durata e una intensità temporale inferiore
alla precedente;
2. Crescita delle vendite nella fase di lancio non
adeguata alla domanda a causa di vincoli
tecnologici;
3. Ha una durata di molti decenni
riciclo
Il riciclo
A differenza del rilancio, il riciclo avviene nella fase di declino. Esso è dovuto a:
1. Individuazione di nuovi usi;
2. Individuazione di nuovi punti vendita;
Critiche al CVP
L’andamento delle vendite dipende dai fattori
legati
alla
domanda
(prezzo,
reddito
popolazione) e non solo dall’offerta delle
imprese. Quindi occorre:
1.Considerare le vendite pro-capite;
2.Il valore delle vendite deve essere deflazionato
3.Considerare il consumo pro-capite per evitare
le influenze del reddito.
Tipologie di consumatori nel processo di
diffusione
Il CVP nasce con una innovazione che si diffonde tra i
consumatori
tempo co n su m at o ri N L Mercato impraticabile Mercato penetrato Mercato potenzialeL = consumatori potenziali; N = popolazione b = reddito medio o comunicazione ; a = prezzo del prodotto
a-bt J(t) = L/1+e
a cresce
Fidelizzazione del consumatore
tempo co n su m at o ri N L refrattari Fedeli Vecchi Saltuari potenziali T T + 1 nuoviFidelizzazione del consumatore
La domanda effettiva del prodotto al tempo T è
costituita da:
•I consumatori fedeli: fase di maturità
•Dai nuovi consumatori: (+) fase di lancio e (-)
fase di sviluppo;
•Dai consumatori saltuari e ex-consumatori: fase
di declino.
L’analisi del portafoglio prodotti
• Il portafoglio prodot: è l’insieme delle attività di business in cui è impegnata l’impresa, ovvero la gamma di tipologie di prodotti dall’impresa, realizzati e/o commercializzati.
• La gestione del portafoglio: ha come scopo prioritario:
a) la massimizzazione dei profitti in funzione di un dato rischio
b) la minimizzazione del rischio a fronte di un determinato profitto
Questo modello è un valido supporto per decidere se investire o meno e quindi avere un’idea delle relazioni tra profitti, investimenti e liquidità.
L’analisi del portafoglio: il modello
di Boston
La Matrice BCG (Boston Consulting) valuta la
capacità di ciascun prodotto di generare
reddito in funzione:
•Attrattività del mercato tasso di crescita
•Competitività nei confronti dei concorrenti
quota di mercato
Tasso di crescita
• 2004: 40.000 unità
• 2000: 35.000 unità
• Incremento: 40.000-35.000= 5.000
• Tasso di crescita (Tx): (5000/35.000)*100=
14,29%
• Se Tx > Ty allora il tasso di crescita è alto
Quota di mercato
• Volume totale delle vendite di un prodotto:
100.000
• Volume di vendite azienda X: 35.000
• Quota di mercato: Qx = 35%
• Se Qx > Qm , ovvero quota media di mercato delle aziende più importanti
del settore (ad esempio, le prime dieci), la quota di mercato è considerata alta
Matrice di Boston
Star
$
dog
QUOTA DI MERCATO RELATIVA
TA SS O D I C R ES C IT A D EL M ER C A TO alta alto bassa basso
?
Sequenza positiva Sequenza negativaMatrice di Boston
La matrice BCG identifica i prodotti in 4
tipologie:
•? (question mark)
•star
•$ cash cow (mucca da mungere)
•dog
? (question mark)
• prodotti in fase di lancio che non
sfruttano ancora la piena potenzialità
• il flusso di cassa è negativo
• crescita di mercato alta (potenzialmente)
• quota di mercato bassa
star
• prodotti in forte crescita
• il flusso di cassa è circa zero
• crescita di mercato alta
$ cash cow (mucca da mungere)
• prodotti con un basso tasso di sviluppo che
hanno una quota di mercato elevata
• il flusso di cassa è estremamente positivo
• crescita di mercato bassa
dog
• prodotti con quota di mercato bassa
• flusso di cassa positivo ma in forte calo
• crescita di mercato bassa
Esempio
Tasso di
crescita
Quota di
mercato
Fiat
10
2
Renault
5
8
Ford
8
10
Risultato
Question mark
Cash cow
Dogs
Limiti della matrice di Boston
• definizione del tasso di sviluppo del mercato
variabile per ogni settore;
• prodotti ancora in fase embrionale o in
declino avanzato, entrambi con tassi negativi
di sviluppo di mercato ma che potrebbero
avere importanza strategica per l’impresa.
La matrice Mc Kinsey
Segue la stessa logica della matrice BCG.
Si differenzia perché considera la competitività
anziché la quota relativa e prevede un livello
medio ( a 9 stelle anziché 4) consentendo
maggiore precisione nelle strategie.
La matrice Mc Kinsey
Fattori di competitività:
•quota di mercato
•ricerca e sviluppo
•risorse finanziarie
•immagine
•gamma di prodotti ecc.
fattori di attrattività:
•tasso di sviluppo del mercato
•dimensioni del mercato
•redditività media
•tecnologia
La matrice Mc Kinsey
Fattori di
competitività Situazione ideale (1-10) (a) Situazione reale (1-10) (b) Prodotto (a*b)
quota di mercato ricerca e sviluppo risorse finanziarie immagine gamma di prodotti Totale Σ/max(a*b)
La matrice Mc Kinsey
Fattori di
attratvità Situazione ideale (1-10) (a) Situazione reale (1-10) (b) Prodotto (a*b)
tasso di sviluppo del mercato dimensioni del mercato redditività media tecnologia struttura concorrenziale Totale Σ/max(a*b)
La matrice Mc Kinsey
Star B Investimenti & crescita $ C Mantenere la posizione ? A Dog D Valorizzare i punti di forza Crescita selettiva Investimenti selettivi Puntare su segmenti di nicchia abbandono att ra tti vi tà competitività al to m e d io b as soalto medio basso Minimizzare gli
investimenti
Investimenti selettivi
La matrice Mc Kinsey
A= seletvità
Strategia di crescita. Non si è raggiunto ancora un elevato fatturato anche se l’attrattività del mercato è elevata. Si ritrovano le caratteristiche del Question Mark, nel BCG
B= sviluppo seletvo
Strategia di investimento e crescita. Il prodotto è in pieno sviluppo e il mercato è in espansione. Si ritrovano le caratteristiche delle STARS
C= strategia di mantenimento
L’attività mantiene un fatturato consistente, il mercato è in fase di maturità con tasso di crescita nullo. Si ritrovano le caratteristiche del Cash Cows
D= strategia di abbandono
Scarso fatturato e diminuzione della domanda di mercato non giustificano più la sopravvivenza dei prodotti. Si ritrovano le caratteristiche del Dogs.
Analisi dell’offerta
Attraverso l’analisi dell’offerta si perviene alla comprensione delle
dinamiche competitive alle quali è soggetta una singola impresa in
uno spazio competitivo. L’analisi dell’offerta si basa sulla:
•definizione di
settore
in cui l’impresa si trova direttamente in
competizione con altre imprese omogenee;
•
struttura
del settore
•Individuazione degli
elementi più dinamici (interni ed esterni)
che
influenzano i risultati delle imprese.
Analisi dell’offerta - Settore
• Il
settore
è il luogo economico ideale dove avviene il
confronto competitivo tra le imprese che presentano un dato
livello di omogeneità.
• Il
settore merceologico
è l’insieme delle imprese che
producono lo stesso prodotto e/o usano la medesima
tecnologia e/o presentano la stessa struttura dei costi -
omogeneità di prodotto/tecnologia
• Il
settore economico
è l’insieme delle imprese che, pur non
producendo lo stesso prodotto soddisfano lo stesso bisogno –
Analisi dell’offerta - Struttura
• Il numero dei concorrenti ed il livello di differenziazione dei prodotti
costituiscono due indicatori significativi della struttura del settore e
danno vita alle 5 forme di mercato.
• Il numero dei concorrenti presenti è assunto come indicatore del grado di concorrenzialità e di turbolenza nel settore in quanto si ritiene che quanto maggiore è il nr. di imprese di un settore tanto più intense ed accese saranno le dinamiche concorrenziali.
• Il grado di differenziazione dei prodot rappresenta un altro indicatore del grado di concorrenzialità di un settore perché in caso di alta differenziazione (prodotti non completamente sostituibili) le strategie delle imprese saranno maggiormente distinte.
Analisi dell’offerta - Struttura
Il grado di concorrenzialità del settore si misura in termini di numero
dei concorrenti e di differenziazione dei prodot. Esso individua le possibili forme di mercato.
1 conc. Pochi conc. Molti conc.
Prodotto standard Prodotto differenziato Oligopolio puro Concorrenza monopolistica Oligopolio Concorrenza perfetta Monopolio
Analisi dell’offerta - Struttura
• Monopolio puro quando un’azienda è l’unica produttrice di un bene, differenziato o meno. Ciò comporta la massima libertà di scelta delle strategie.
• Oligopolio puro quando il nr. di aziende presenti nel settore è ridotto e il grado di differenziazione è basso. In tal caso la competizione avviene sul prezzo.
• Oligopolio differenziato quando il nr. dei concorrenti è ridotto ma sussiste un livello di differenziazione tra i prodotti.
• Concorrenza perfetta (ipotesi teorica) nr. di concorrenti molto elevato tale da non consentire di influenzare la fissazione dei prezzi e per assenza di differenziazione.
• Concorrenza monopolistica nr. di concorrenti elevato ma esiste un
consistente livello di differenziazione dei prodotti. In tale ipotesi ogni impresa ha un certo margine di discrezionalità.
Analisi dell’offerta - Struttura
• Un’altra variabile importante per l’analisi della struttura del settore è rappresentata dalle barriere all’entrata che esprimono il grado di protezione delle imprese presenti nel settore.
• fabbisogno di capitali • brevetti e licenze
• economie di scala • immagine aziendale
• accessi preferenziali ai canali distributivi
• Le barriere all’uscita sono quegli ostacoli che incontrano le imprese quando decidono di voler uscire da un settore che non si dimostra più sufficientemente attrattivo.
Analisi dell’offerta - Struttura
• Altra variabile strutturale di un settore è la configurazione della
struttura dei costi (intesa come rapporto tra costi fissi e costi variabili in relazione al totale dei costi dell’impresa).
• Un’impresa caratterizzata da elevati costi fissi risulta più rigida e quindi
più rischiosa dal punto di vista operativo in quanto deve raggiungere un livello di vendita più elevato per ottenere margini positivi.
• L’integrazione verticale è un’altra variabile caratterizzante la struttura di un settore e si verifica quando un’impresa viene a svolgere fasi a monte (ascendente) o a valle (discendente) rispetto all’attività principale.
• Un ultimo elemento strutturale da considerare nell’analisi di settore è la
Analisi dell’offerta – Elementi dinamici
(SWOT analysis)
Attraverso l’analisi delle minacce e opportunità e
dei punti di forza e di debolezza (analisi SWOT:
Opportunities/Troubles Strenght/ Weakness), si
individuano gli elementi caratterizzati da
maggiore dinamicità che hanno un’influenza
determinante sulle dinamiche di settore.
SWOT analysis ambiente - esterno
• Le
minacce ambientali
sono eventi che si verificano
nell’ambiente e che potrebbero comportare una
situazione sfavorevole per l’impresa nel momento in
cui non vengono intraprese le giuste scelte di
marketing.
• Le
opportunità ambientali
sono degli eventi
favorevoli che si manifestano nel contesto
competitivo ma che richiedono specifiche azioni
dell’impresa affinché siano trasformate in vantaggi
competitivi.
SWOT analysis
L’analisi delle minacce e delle opportunità viene effettuata
ricorrendo ad un’analisi del settore e può essere supportato
dall’utilizzo di matrici.
Matrice Opportunità Matrice Minacce
al ta al ta b as sa b as sa
bassa alta bassa alta Probabilità di accadimento
SWOT analysis
Ogni business dovrebbe essere collocato in entrambe le matrici
così da individuare il profilo rispetto alle opportunità ed alle
minacce che gli si presentano.
Abbiamo così diverse situazioni:
•business ideali : opportunità ottime e minacce scarse
•business speculativo: opportunità e minacce rilevanti
•business maturo: opportunità e minacce irrilevanti
•business difficile: opportunità scarse e minacce gravi
SWOT analysis – ambiente interno
• i punti di forza
sono le
competenze distintive
dell’impresa, gli aspetti qualitativi legati a
determinate risorse rilevanti per il target di
riferimento.
Essi
costituiscono
le
basi
del
posizionamento
dell’impresa.
• i punti di debolezza
sono rappresentati da
carenze di
risorse
o di
competenze
che costituiscono elementi
La catena del valore
Approvv igionam ento Produzio ne Vendita Logistica in uscita MarketingGestione dei beni strumentali Gestione delle risorse umane
Amministrazione Ricerca e sviluppo
Logistica in
entrata
L’analisi dei punti di forza e di debolezza dell’impresa va effettuata in relazione alle diverse funzioni aziendali (marketing, finanza, produzione, organizzazione ecc.) adottando come criterio guida la possibilità di influenzare in maniera rilevante i risultati competitivi dell’impresa.
La concorrenza allargata
È un concetto che si basa sull’idea che il livello di
competitività presente in un settore è stabilito dall’effetto di
5 forze competitive (Porter, 1987) :
•Potenziali entranti
•Produttori di beni sostitutivi
•Fornitori
•Clienti
Potenziali entranti
La minaccia dei
potenziali entranti
è strettamente
legata alla possibilità di difendere le posizioni
competitive da parte delle imprese già presenti nel
settore attraverso le barriere all’entrata.
•economie di scala
• economie di esperienza
•immagine di marca
• accesso ai canali distributivi
• vincoli governativi e legali
Produttori di beni sostitutivi
La minaccia dei
prodotti sostitutivi
sussiste quando il
prezzo del prodotto sostitutivo incide sulla quantità
venduta del prodotto mercato (elasticità incrociata).
•Presenza effettiva di alternative di consumo che
soddisfano il bisogno
•Propensione dei consumatori verso I prodotti
sostitutivi
•Andamento dei prezzi (dinamiche competitive) nei
settori sostitutivi
Fornitori
I
fornitori
influenzano direttamente i processi produttivi e
possono incidere negativamente tramite:
•aumento dei prezzi delle forniture
•riduzione della qualità dei prodotti
•limitazioni delle quantità vendute
Il
potere contrattuale
dei fornitori è determinato da fattori quali:
•prodotto con caratteristiche singolari
•rilevanza del prodotto per il processo produttivo dell’acquirente
•gruppo di fornitori concentrato
•possibile integrazione a valle
Clienti
I
clienti
influenzano la redditività chiedendo riduzioni di
prezzo, servizi aggiuntivi e migliori condizioni di
pagamento.
Il potere contrattuale dei clienti è determinato da:
•gruppo di clienti concentrato
•possibile integrazione a monte
•alta incidenza del cliente sul fatturato
•rilevanza degli acquisti per il cliente
•scarsa differenziazione del prodotto.
Concorrenti diretti
I fattori in grado di determinare la natura e
l’intensità della concorrenza tra le imprese
affermate sono i seguenti:
•la concentrazione
•la diversità dei concorrenti
•la differenziazione del prodotto
•la capacità di eccesso (offerta > domanda) e
barriere all’uscita
Vantaggio competitivo
Il vantaggio competitivo può essere:
•di tipo interno, quando indica una superiorità dell’azienda basata sul controllo dei costi
•di tipo esterno quando si basa su caratteristiche distintive particolarmente gradite al cliente rispetto a quelle dei prodotti concorrenti
Il vantaggio competitivo può essere riassunto in una matrice:
Molte Poche
Ridotta Elevata
Settori frammentati Settori basati sulla specializzazione Settori bloccati Settori basati sul
volume Fo n ti d e l v an ta gg io
Vantaggio competitivo
L’attrattività di un settore dipende dalle interazioni delle cinque forze competitive.
•settori frammentati vi sono numerosi elementi di differenziazione ma nessuna azienda è capace di creare un vantaggio durevole e decisivo. Le
dimensioni delle aziende e le quote di mercato non sono elementi significativi. •settori basati sulla specializzazione : vi sono numerosi elementi di
differenziazione che possono costituire un vantaggio durevole che viene a creare una situazione di concorrenza monopolistica.
•settori bloccati : le possibilità di differenziazione sono limitate e l’esperienza non è fonte di vantaggio competitivo. L’introduzione di nuova tecnologia può costituire un fattore critico di successo.
•settori basati sul volume : il vantaggio competitivo può essere
esclusivamente grazie a crescenti volumi produttivi che consentono la
realizzazione di economie di scala e di esperienza. La redditività è strettamente collegata alla quota di mercato.
Gli elementi qualificanti il prodotto
Un prodotto può essere qualificato da una serie
di elementi che sono veri e propri strumenti di
comunicazione indirizzati al mercato:
•la marca (brand)
•il marchio (brand mark)
•la confezione
La marca
La marca può aggiungere valore a un prodotto.
E’ costituita da un nome, un termine, un simbolo, un design o
dalla loro composizione.
Identifica i beni o i servizi di un’impresa o di un gruppo di
imprese e li differenzia da quelli delle imprese concorrenti.
Deve richiamare o suggerire al consumatore alcuni requisiti del
prodotto, come i benefici offerti, l’uso e il tipo di funzione che lo
contraddistinguono.
Deve essere
•distinguibile
•facile da leggere e da pronunciare
La marca
• Il nome della marca (brand name) esprime la componente della marca espressa con una parola (Ferrari, Coca-cola ecc.).
• Il marchio (brandmark) qualifica la marca attraverso un simbolo, un disegno o un colore (es. cavallino della Ferrari, rosso Ferrari).
• Il marchio di fabbrica (trademark) individua la componente della marca che tutela legalmente l’azienda. Rappresenta un diritto esclusivo dei distributori ad usare il nome di marca o il marchio.
• Il copyright conferisce il diritto legale esclusivo di riprodurre, pubblicare o vendere la sostanza e la forma di un’opera letteraria, musicale o artistica.
Il confezionamento
Il confezionamento
o packaging è il risultato di una serie di
attività di progettazione, design e di produzione che
caratterizzano l’aspetto visivo del prodotto e contribuiscono ad
influenzare la decisone di acquisto.
Il ruolo svolto dalla confezione è di
:
•salvaguardia del prodotto e della sua funzionalità
•identificatore del prodotto
•venditore silenzioso
L’etichetta
L’etichetta
può essere costituita da un semplice
cartellino posto sul prodotto o da un grafico
elaborato che fa parte della confezione.
Riporta una serie di informazioni ed indicazioni
che sono in parte obbligatorie per legge ed in
parte funzionali all’uso del prodotto.
Il marchio
Il marchio è un brevetto che assicura un uso esclusivo di un modo di contraddistinguere il prodotto o servizio.
La registrazione del marchio conferisce al titolare il diritto di vietarne l’uso ad altri soggetti per un periodo di 10 anni, prorogabile di altri 10. Il marchio assolve alle seguenti funzioni:
•distintiva: esso rende riconoscibile il prodotto o servizio ai consumatori che riescono a collegare esperienze di consumo nel tempo e nello spazio;
•garanzia: i consumatori hanno la certezza della provenienza del prodotto e dello standard qualitativo:
Definizione di marchio d’impresa
(marketing)
Il marchio rappresenta lo strumento attraverso
cui l’impresa guadagna fiducia (brand loyalty)
nei confronti del consumatore e riesce a far
penetrare il proprio prodotto nelle routines di
acquisto
Strategie di impresa e marchio
• Estensione della marca (marchio
ombrello)
• Gestione di marche multiple (brand
Obiettivi delle strategie di impresa
e marchi multipli
• Raggiungimento di segmenti multipli di
mercato
• Diversa distribuzione del potere nella catena
commerciale
• Sfruttamento di economie di scala di marketing
• Estensione dell’assortimento di prodotti offerti
Marchi in agricoltura
• Marchi privati d’impresa
• Marchi privati collettivi
Marchio collettivo
Titolari possono essere Enti e Associazioni
legalmente costituiti che possono concedere
in uso il marchio a produttori e commercianti
associati (R.D. 21 giugno 1942).
Il
marchio collettivo
consente una duplice
tutela:
•Nei confronti delle altre imprese
•Nei confronti di comportamenti opportunistici
degli associati
Il
marchio pubblico
viene concesso a chiunque
rientri nelle caratteristiche definite dalle norme
che regolano il marchio stesso, mentre in quello
privato l’accesso è subordinato dalla volontà dei
soci
Parametri funzionali per la
concessione dei marchi
• Originarietà rispetto ad una determinata
base geografica
• Caratteristiche proprie di un detreminato
processo produttivo
Marchi dell’Unione Europea
Reg CE 2081-92
• Denominazioni di origine protetta (DOP)
• Indicazione geografica protetta
Reg CE 2082-92
• Attestazione di specificità
La certificazione è l'insieme delle procedure e delle
atvità, svolte da un organismo debitamente autorizzato
(organismo di certificazione), che sono atte a fornire
adeguata fiducia sulla conformità di un determinato
prodotto, del personale, di un sistema di gestione aziendale
(qualità, ambiente…), a requisiti prefissati.
LA CERTIFICAZIONE DI QUALITÀ
Nasce per soddisfare le esigenze del consumatore in campo di
qualità e sicurezza.
Esistono tre livelli di certificazione:
ambito cogente
: legislazione nazionale e comunitaria in materia di
igiene dei prodotti agroalimentari; ne garantisce l’aspetto
nutrizionale
ambito regolamentato
: regolamentazione comunitaria e italiana
che tutela le produzioni tipiche di determinate aree
ambito volontario
: normazione volontaria per la certificazione dei
processi aziendali e/o dei prodotti per la definizione di standard
qualitativi
Per la realizzazione del mercato unico europeo la UE ha
promosso una strategia d'armonizzazione dei requisiti essenziali di sicurezza e delle norme tecniche
Nel settore agroalimentare la tutela del consumatore europeo è
stata ottenuta attraverso l'emanazione di una serie di direttive comunitarie, successivamente recepite dai Paesi membri, per attestare la sicurezza igienico sanitaria dei prodotti alimentari.
DISPOSIZIONI PER AUTOCONTROLLO SANITARIO (per prodotto
e categorie di prodotto)
SISTEMA HACCP
Una serie di direttive hanno riguardato l'attuazione di sistemi
di autocontrollo dei rischi igienico-sanitari prevedendo la
definizione e l'applicazione di procedure preventive da parte
delle aziende alimentari. (DIR. CE 397/89 e DIR CE 43/93,
entrambe recepite in Italia come D.Lgs.)
In particolare è stata emanata la Diretva 93/43/CEE recepita
in Italia dal D.Lgs 155/97, che richiede alle imprese di
effettuare l'autocontrollo secondo i principi del sistema
HACCP
La direttiva rappresenta la norma quadro in materia di tutela
igienico-sanitaria dei prodotti alimentari;
IL SISTEMA HACCP
La Direttiva 43/93/CEE - D. Lgs 155/97- rende obbligatoria in tutte le aziende operanti nelle fasi a valle della raccolta, mungitura e macellazione, l'introduzione di un sistema di autocontrollo basato
sui principi dell'HACCP, e sull'osservanza di tutte le disposizioni
riportate nell'allegato del suddetto decreto.
Definizione Haccp
Il sistema HACCP rappresenta una tecnica di gestione dei processi
alimentari attraverso una metodologia logica e sistematica, il metodo HACCP, che si basa sulla applicazione di una serie di principi.
HACCP = Hazard Analysis and Critical Control Point
AMBITO COGENTE.
Principi e obblighi Haccp
Obbligo di introdurre in azienda un sistema di autocontrollo basato sui principi HACCP
analisi dei rischi potenziali (bio., chim., fis.) per gli alimenti (HA) -
individuazione dei punti critici nel processo produttivo (CCP)
applicazione, mantenimento e aggiornamento delle procedure di
controllo
riesame periodico dei rischi, dei punti critici e delle procedure di
controllo.
Alcune eccezioni e deroghe
per le piccole realtà produtve (più tempo); per i "prodot tipici"
L'obiettivo è quello di consentire, anche alle piccole realtà produttive, di adeguarsi al nuovo sistema di autogoverno della filiera.
Il compito di individuare le industrie alimentari che, beneficeranno delle misure dirette a semplificare le procedure HACCP (in base alla tipologia delle attività, alle dimensione delle imprese, al numero degli addetti) è demandato alle regioni e alle province autonome.
La legge Comunitaria prevede inoltre che i produttori di "prodotti tipici" non siano costretti ad adeguarsi alle norme previste dalla direttiva 93/43.
I prodotti dovranno però essere venduti dal singolo produttore, consorzio di produttori direttamente al consumatore nelle province o zone tipiche di produzione.
La conformità a norme tecniche è volontaria ma il ricorso alla certificazione rappresenta una garanzia per il consumatore finale o il cliente intermedio di ricevere prodotti dalle caratteristiche definite e costanti nel tempo.
Le norme tecniche definiscono una serie di requisiti di conformità per:
l'accreditamento degli organismi di certificazione e dei laboratori di
prova;
i sistemi di gestione aziendale;
i sistemi di gestione ambientale
i prodotti e i servizi.
CERTIFICAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA‘
Modello di gestione aziendale che definisce un sistema di strutture, risorse, metodi e processi per attestare che i prodot abbiano
caratteristiche precise e costanti nel tempo.
Le aziende che vogliono certificare la propria organizzazione devono far riferimento alle norme ISO 9000
- le norme della serie ISO 9000 sono realizzate dall'ISO (International Organization for Standardization) per definire i requisiti internazionali per i sistemi di gestione per
la qualità
- fissano i principi con cui un’azienda può dare garanzia di qualità ai clienti
AMBITO VOLONTARIO. ISO
Documentazione del Sistema Qualità
Le norme ISO 9000 impongono la formalizzazione del Sistema Qualità attraverso la realizzazione di una serie di documenti, per avere un controllo costante di tutti gli aspetti critici legati alle attività aziendali.
La formalizzazione permette anche la conservazione e la diffusione interna del know-how aziendale che, altrimenti, resterebbe legato solo all'esperienza dei singoli, senza consentire lo sviluppo di un ambiente dove sia più facile una costante comunicazione di miglioramenti, di idee e di soluzioni a problemi comuni.
Famiglia delle ISO 9000
Le norme della famiglia ISO 9000 hanno ormai assunto un'enorme importanza a livello mondiale e sono state recepite da oltre 100 paesi. Le ISO 9000 sono norme generiche progettate per essere applicabili a qualsiasi tipo di processo o settore aziendale.
La certificazione secondo questa famiglia di norme é una certificazione di sistema e NON di prodotto, cioé non viene certificato il bene o il servizio, ma il sistema di gestione dell'azienda.
"Vision 2000“
Il grande successo riscontrato dalla prima edizione delle norme del 1987, ha spinto il comitato dell'ISO ad individuare i punti deboli della situazione esistente e ad avviare un processo di
revisione e di miglioramento delle norme noto come "Vision 2000"
E’ articolato in due fasi:
1. prima revisione del 1994 (1990 - 1994)
generazione delle vigenti norme della famiglia ISO, tra cui le ISO 9001, ISO 9002, ISO 9003 (definiscono alcuni modelli di assicurazione della qualità aziendale)
2. seconda revisione del 2000 (1996 - 2000)
pubblicazione della terza edizione delle norme ISO 9000
Uno dei primi obiettivi del Progetto Vision 2000 è stato quello di ridimensionare la estesa proliferazione di norme e guide Iso sorte a fianco delle norme base (ISO 9001, 9002, 9003)
Con la ISO 9000:2000 (quelle della seconda fase) si passa infatti da oltre 20 norme a sole 4 norme:
·ISO 9000 "Sistemi di Gestione per la Qualità - Fondamenti e
terminologia“
·ISO 9001 "Sistemi di Gestione per la Qualità - Requisiti“
·ISO 9004 "Sistemi di Gestione per la Qualità - Linee Guida per il
miglioramento delle prestazioni“
·ISO 19011 "Linee Guida per la valutazione dei Sistemi di Gestione
per la Qualità e dei Sistemi di Gestione ambientale"
Uno dei motivi fondamentali del processo di revisione 2000 delle Norme ISO 9000 è stata l'implementazione del concetto
di qualità intesa come capacità di soddisfazione dei bisogni di tut gli attori (stakeholders, cioè i clienti e gli
utenti/consumatori, i lavoratori, i proprietari e azionisti, i fornitori e la collettività in generale) coinvolti nei processi di
produzione/fornitura, utilizzo/fruizione di beni e servizi.
SISTEMA QUALITA' ITALIA
Il Sistema di accreditamento e certificazione in Italia ha come protagonisti i seguenti gruppi di attori:
Enti normatori (UNI, CEI);
Enti di accreditamento (SINCERT, SINAL); Organismi di certificazione;
Laboratori di prova; Centri di taratura.
Enti normatori
UNI Ente Nazionale Italiano di Unificazione:
presiede alla normazione tecnica in campo scientifico.
CEI Comitato Elettrotecnico Italiano
presiede alla normazione in campo elettrotecnico, elettronico e
delle telecomunicazioni
per loro iniziativa è nato il SINCERT, il Sistema Nazionale per l'Accreditamento degli Organismi di Certificazione
Enti di accreditamento
SINCERT Sistema Nazionale per l'Accreditamento degli
Organismi di Certificazione
ha la finalità di accreditare Organismi di certificazione di prodotti, di sistemi qualità, sistemi di gestione ambientale, di personale e Organismi di ispezione.
Per 'Accreditamento' s'intende il "Procedimento con cui un organismo riconosciuto attesta formalmente la competenza di un organismo o persona a svolgere funzioni specifiche".
Il SINCERT ha l'obiettivo, attraverso l'accreditamento, di rafforzare l'autorità e la credibilità, sia a livello nazionale che internazionale, degli Organismi di certificazione ed ispezione
SINAL Sistema Italiano Nazionale di Accreditamento dei
Laboratori
accredita i laboratori per qualsiasi tipo di prova
Organismi di certificazione
loro compito è quello di certificare il Sistema Qualità delle
aziende
attestano che prodotti, personale, sistemi di gestione
aziendale (qualità, ambiente, ecc.) rispondano a determinate normative.
attualmente sono più di cinquanta con specifica competenza nei vari settori del lavoro (Agroqualità, Certiquality, BVQI….)
Laboratori di prova
Laboratori accreditati a svolgere prove durante e dopo il processo di cui si vuole certificare la qualità.
Un prodotto, durante il processo di fabbricazione e all'atto del collaudo finale, deve essere sottoposto ad una serie di prove, svolte presso Laboratori accreditati. Provare significa misurare una caratteristica in base a procedure normalizzate allo scopo di verificarne la conformità ad un capitolato o ad una norma.
Centri di taratura
Il SIT (SERVIZIO DI TARATURA in Italia) accredita i centri di taratura che emettono i certificati di taratura attestanti la funzionalità degli strumenti.
ha il compito di diffondere le unità di misura nei diversi settori industriali.
Gli organi normatori nazionali aderiscono all'ISO - International
Organization for Standardization - (circa centoventi nazioni
aderenti)
è una organizzazione internazionale, con sede a Ginevra, con compito di studiare, redigere e divulgare la normativa nel mondo.
www.iso.org
CERTIFICAZIONE AMBIENTALE
E' lo strumento che permette di riconoscere le aziende che operano in maniera ecocompatibile ed ecosostenibile.
Si basa su
ISO 14000 EMAS
ISO 14000
sistema di gestione e valutazione dell'impatto di un'azienda con il mondo circostante, dal punto di vista ambientale.
La famiglia delle ISO 14000 si compone di un insieme di norme, che coprono sei aree:
1. Sistemi di Gestione Ambientale;
2. Audit (verifica) ambientale
3. Valutazione delle prestazioni ambientali;
4. Etichettatura ambientale;
5. Valutazione del ciclo di vita dei prodotti;
6. Valutazione degli aspetti ambientali negli standard di
produzione.
Queste norme sono strutturate in due tipi:
Le Linee Guida
documenti descrittivi che illustrano i concetti fondamentali della Gestione Ambientale, definiscono i termini chiave e forniscono una guida volontaria su come strutturare uno specifico sistema per un particolare processo od attività;
le Specificazioni
forniscono gli elementi necessari alle organizzazioni per ottenere la certificazione
EMAS
Eco Management and Audit Scheme - in italiano "Sistema (Comunitario) di ecogestione e audit".
altro strumento di gestione ambientale, l'Eco-audit
varato con un regolamento CEE del 93 che si fonda su un atto
specifico, che non si rinviene nella normativa ISO 14000: la
dichiarazione ambientale, con la quale l'azienda evidenzia la sua
politica ambientale in maniera responsabile e trasparente.