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Il Prodotto agro-alimentare.ppt — Agraria

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(1)
(2)

Il Prodotto agro-alimentare

• Il prodotto agro-alimentare è un output ottenuto

dalla lavorazione di una o più materie prime di

origine agricola.

• Il prodotto agricolo è un imput a cui si aggiungono

due servizi: trasformazione e distribuzione.

Prodotto agro-alimentare=

prodotto agricolo +

trasformazione +

distribuzione +

consumo

(3)

Specificità

AGRO

-

ALIMENTARE

Origine Destinazione

(4)

Prodotto agro-alimentare vs prodotto

industriale

• Origine agricola

• Funzione alimentare

• Percorso di filiera

(5)

Origine agricola

• Stagionalità

• Ciclicità

• Deperibilità

(6)

Stagionalità

• Dimensione temporale del processo di produzione.

Elevata

:

• Processo di produzione in parallelo

• Ciclo produttivo annuale (albicocche, ciliegie ecc.)

Bassa

:

• Processo di produzione in linea

(7)

Ciclicità

G F M A M G L A S O N D % di grasso nel latte mesi 2000 2001 2002 2003

(8)

Deperibilità

• Prodotti facilmente conservabili nelle

condizioni naturali (cereali, legumi, frutta)

• Prodotti difficilmente conservabili nelle

(9)

Disomogeneità qualitativa

Dimensione spaziale della produzione

Variabilità climatica e pedologica

Diversa vocazionalità del territorrio

Variabilità quali-quantitativa delle produzioni

(10)

Implicazioni economiche

• Difficoltà di controllo quantitativo e qualitativo

dell’offerta

• Necessità di innovazioni tecnologiche per

controllare la qualità e la quantità della

produzione

• Evoluzione stagionale dello spazio della

concorrenza.

(11)

Difficoltà di controllo quantitativo e

qualitativo dell’offerta

O

t

= Y

t

– R

t

– D

t

– A

t

- VarS

t

+ (I – E)

t

Y

t

= r

t *

G

t

Produzione al tempo t

R

t

= a

t

* Y

t

Reimpieghi al tempo t

D

t

= b

t

* Y

t

Perdite al tempo t

A

t

= c

t

* Y

t

Autoconsumo al tempo t

VarS

t

Incremento scorte al tempo t

(I – E)

t

Importazioni nette al tempo t

H

t

= 1- (a

t

+ b

t

+ c

t

) * Y

t

Offerta interna disponibile

O

t

= H

t

- VarS

t

+ (I – E)

t

Offerta al tempo t

(12)

Bilancio di approvvigionamento

Produzione interna disponibile Importazioni

Offerta disponibile

Variazione scorte Usi interni Esportazioni

(13)

Tipologie di prodotti agro-alimentari e

sicurezza alimentare

Concezione

tradizionale:

garanzia

di

approvvigionamento.

Concezione post-moderna: idoneità a preservare la

salute del consumatore.

•Prodotti biologici

•Prodotti da agricoltura integrata

•Prodotti biodinamici

(14)

Prodotti biologici

Sono classificati come biologici i prodotti ottenuti secondo il metodo il metodo specificato dal Reg. CE 2092/91.

•Esclude l’utilizzo di prodotti chimici di sintesi e l’impiego di OGM;

•Prevede l’etichettatura del prodotto trasformato se almeno il 95% delle materie prime agricole proviene da coltivazioni biologiche;

•Se la percentuale scende al 70% essa potrà essere precisata in etichetta.

•Prevede in etichetta il nome dell’organismo di controllo, aut. minist., codice a barra per identificare il produttore.

•Dal luglio 2010 deve essere indicata l’origine dei prodotti.

(15)

Prodotti da agricoltura integrata

Regione Emilia Romagna

Regione Toscana

La produzione integrata è ottenuta con tecniche che

riducono i trattamenti chimici fino al punto soglia di

danno economico.

(16)

Prodotti OGM

Sono prodotti ottenuti con la tecnica del DNA

ricombinante.

L’UE ha vietato la coltivazione degli OGM fino a quando

non saranno ritenuti innocui per la salute del

consumatore (principio di precauzione).

La Dir. CE 18/2001 il Reg. CE1830/2003 hanno imposto

la rintracciabilità e etichettatura specifica per gli OGM

nonché la rintracciabilità degli alimenti e mangimi

ottenuti da OGM.

(17)

Caratteristiche del prodotto

agro-alimentare

Il prodotto agro-alimentare non ha solo funzione

nutrizionale ma svolge altri ruoli: salutistico, sociale,

edonistico.

Esso differisce, quindi, dagli altri prodotti per la

differenziazione nella destinazione di uso. Gli elementi

di differenziazione sono:

•Consumi

•Qualità

(18)
(19)

Trasformazione dei consumi

alimentari nel secondo

dopoguerra

• Quantitativa (+217 % tra il 1951 e il 1997)

– Aumento demografico

– Aumento reddito

– Elasticità prezzi/reddito e variazioni prezzi

• Qualitativa

– Caratteristiche del prodotto

– Trasformazione del prodotto

(20)

La legge di Engel (1857)

• Al crescere del reddito la proporzione di

spesa delle famiglie destinata ai consumi

alimentari decresce

– Diminuzione proporzione non quantità

– Saturazione dei consumi

• Alimento salute

• Alimento servizio

(21)

Leggi del consumo alimentare

nel “modello agroindustriale”

• Il modello “agroindustriale” precede la

società di sazietà

– Alto profilo energetico

– Consumo di massa di prodotti-servizio ed

alimenti

(22)

Il modello della “società di

sazietà”

• Eccessi del modello agroindustriale

• Sensibilizzazione agli aspetti salutistici

• Carattere edonistico

• Saturazione

– Consumo energetico

– Livello relativo della spesa alimentare (20%)

– Saturazione assoluta spesa alimentare

(23)

Comportamenti alimentari nella

società di sazietà

• Il reddito non è più l’elemento esplicativo

del consumo alimentare

• Ricerca di beni di qualità

• Aumento % prodotti agro-industriali su

prodotti agricoli (verso 100%)

• Rottura delle tendenze tradizionali

• Alimento “salute”

(24)

I grandi cambiamenti

socio-economici in Italia

• Incremento demografico

• Spostamenti campagna-città, Sud-Nord

• Rapido sviluppo economico

• Aumento reddito disponibile

• Ampliamento e unificazione mercato

interno

• Apertura ai mercati internazionali

(25)

I consumi in Italia (1951-1997)

Consumi alimentari e totali in Italia (1951-1997)

0 100000 200000 300000 400000 500000 600000 700000 800000 900000 1000000 Anno C o n su m i f in al i i n te rn i (m ld d i l ir e 19 90 ) 0.0 5.0 10.0 15.0 20.0 25.0 30.0 35.0 40.0 % c o n su m i a lim en ta ri

Consumi finali interni % consumi alimentari

(26)

I consumi alimentari in Italia:

valore reale (a prezzi 1990)

Spesa reale per alimentari e bevande (a prezzi 1990, mld di lire)

0 20000 40000 60000 80000 100000 120000 140000 160000 180000 1 95 1 1 9 5 3 1 9 5 5 1 9 5 7 1 95 9 1 9 6 1 1 9 6 3 1 9 6 5 1 9 6 7 1 9 6 9 1 9 7 1 1 9 7 3 1 9 7 5 1 97 7 1 9 7 9 1 9 8 1 1 9 8 3 1 98 5 1 9 8 7 1 9 8 9 1 99 1 1 9 9 3 1 9 9 5 1 99 7

(27)

Composizione della spesa

alimentare

Anno Pane e cereali Carne e salumi Pesce Latte form. e uova Oli e grassi Frutta e

ortaggi Patate Zucchero The, caffè

Altri generi alim. Bevande analcol. Bevande alcoliche Alimentari e bevande 1951 23.3 17.4 3.8 16.0 6.7 12.2 1.3 3.3 2.6 3.9 0.7 8.9 100.0 1961 16.3 21.4 3.7 13.3 6.6 16.6 1.4 2.4 3.1 5.2 0.9 9.3 100.0 1971 11.6 30.0 3.6 12.4 5.8 18.4 1.0 1.8 2.3 3.4 1.1 8.7 100.0 1981 11.7 31.0 4.4 12.7 4.2 21.3 1.0 1.6 2.4 2.5 1.2 6.0 100.0 1991 11.9 26.7 6.2 13.7 3.8 22.0 1.1 1.3 2.2 3.2 2.1 5.6 100.0 1997 12.5 25.8 6.0 15.1 4.1 19.8 1.1 1.4 2.5 3.6 2.5 5.6 100.0

(28)

Composizione spesa alimentare

Fonte: ns. elaborazioni su dati Agrifit e Istat (aa. vv.)

Composizione spesa alimentare

0.0 5.0 10.0 15.0 20.0 25.0 30.0 35.0 1 9 5 1 1 9 5 3 1 9 5 5 1 9 5 7 1 9 5 9 1 9 6 1 1 9 6 3 1 9 6 5 1 9 6 7 1 9 6 9 1 9 7 1 1 9 7 3 1 9 7 5 1 9 7 7 1 9 7 9 1 9 8 1 1 9 8 3 1 9 8 5 1 9 8 7 1 9 8 9 1 9 9 1 1 9 9 3 1 9 9 5 1 9 9 7 CARNE FRUTTA, ORTAGGI

LATTE, FORMAGGI, UOVA PANE, CEREALI ALTRO

BEVANDE ALCOLICHE

(29)

Evoluzione dei prezzi al consumo

Indici dei prezzi impliciti (base 1990=100)

0.0 20.0 40.0 60.0 80.0 100.0 120.0 140.0 160.0 19 51 19 54 19 57 19 60 19 63 19 66 19 69 19 72 19 75 19 78 19 81 19 84 19 87 19 90 19 93 19 96 Anno In d ic e (1 99 0= 10 0)

(30)

Le elasticità della domanda

Prezzo Spesa Pane e cereali -0.38 1.03 Carne -0.04 0.97 Pesce -0.98 1.04 Oli e grassi -0.48 1.50

Latte, formaggi e uova -1.05 0.79

Frutta e ortaggi -0.75 0.99

(31)

Evoluzione delle elasticità di

prezzo

-0.45 -0.40 -0.35 -0.30 -0.25 -0.20 -0.15 -0.10 86 88 90 92 94 96

Bread and cereals

-1.24 -1.22 -1.20 -1.18 -1.16 86 88 90 92 94 96 Meat -1.36 -1.34 -1.32 -1.30 -1.28 -1.26 -1.24 -1.22 -1.20 86 88 90 92 94 96 Fish -0.5 -0.4 -0.3 -0.2 -0.1 0.0 86 88 90 92 94 96

Oils and fats

-1.28 -1.24 -1.20 -1.16 -1.12 86 88 90 92 94 96 Dairy -0.72 -0.68 -0.64 -0.60 -0.56 -0.52 86 88 90 92 94 96

(32)

Evoluzione delle elasticità di

spesa

0.80 0.82 0.84 0.86 0.88 0.90 0.92 86 88 90 92 94 96

Bread and cereals

1.12 1.13 1.14 1.15 1.16 86 88 90 92 94 96 Meat 1.10 1.15 1.20 1.25 1.30 1.35 86 88 90 92 94 96 Fish 1.08 1.12 1.16 1.20 1.24 1.28 86 88 90 92 94 96

Oils and fats

0.62 0.64 0.66 0.68 0.70 0.72 0.74 86 88 90 92 94 96 Dairy 1.00 1.04 1.08 1.12 1.16 1.20 86 88 90 92 94 96

(33)

Destrutturazione e Polarizzazione dei

pasti

Destrutturazione

: semplificazione del pasto tradizionale.

Dipende da: consumo di pasti fuori casa

Polarizzazione

: concentrazione delle preferenze di consumo in un

uno o pochi soggetti.

Dipende da: tipologia di pasto, n° soggetti coinvolti, tempo per la

preparazione.

Colazione Basso

Pranzo Alto

Merenda Basso

(34)

Tendenze in atto

• Consumi extra-domestici in crescita 50% in

valore sul totale dei consumi alimentari;

•Crescita ristorazione veloce e di massa;

•Esternalizzazione dei servizi della ristorazione

collettiva a favore di quella commerciale

(catering)

(35)

Scenari paesi ricchi vs poveri

Sentiero divergente Cc = Q*N dove

Cc consumo calorico totale Q consumo medio pro-capite N popolazione Y = G*r dove Y produzione G terra coltivabile r resa colturale Q*N = G*r da cui Q/r = G/N poiché Q, G, cost. Poveri N segue che r Ricchi N segue che r

(36)
(37)

Il concetto di qualità

Indica le

proprietà

che caratterizzano un oggetto

e la sua

superiorità

nei confronti di altri.

Proprietà = criterio oggettivo

Superiorità = criterio soggettivo.

quindi

La qualità è un costrutto sociale che esiste solo

in rapporto alle scelte del consumatore.

(38)

Definizioni di qualità

La qualità è l’insieme delle proprietà e delle

caratteristiche di un prodotto o di un servizio che

conferiscono ad esso la capacità di soddisfare

esigenze espresse o implicite (norma ISO 8402).

La qualità del prodotto agroalimentare può

configurarsi come un vettore di attributi elementari,

ognuno dei quali è contrassegnato da una metrica

(39)

Criterio oggettivo

• Metrica ordinale: misura con scale oggettive

indipendenti dal giudizio personale

• Metrica cardinale : misura con scale soggettive

dipendenti dal giudizio personale

(40)

Attributi qualitativi

• Qualità nutrizionale

• Qualità igienico-sanitaria

• Qualità organolettica

• Qualità d’uso

• Qualità psicosociale

(41)

Qualità nutrizionale

Dipende dalla natura fisica del prodotto

agro-alimentare ed è identificata da attributi cardinali.

•Proteine, vitamine, grassi, zuccheri etc.

•Sostituibilità, indipendenza, complementarità;

•Gruppi di consumatori

(42)

Qualità igienico-sanitaria

Coinvolge un insieme di attributi del prodotto in grado

di incidere sulla salute del consumatore. Dipende da

(Doxa, 2003):

1.Rispetto delle norme igieniche

2.Controllo del prodotto dall’origine al punto vendita

3.Provenienza del prodotto

4.Produzione del prodotto

5.Conoscenza degli ingredienti

6.Conservazione del prodotto

(43)

Qualità come conformità

Normative imposte dal autorità pubblica o

accolte volontariamente atte a identificare gli

attributi di un prodotto secondo criteri richiesti

dal mercato.

1.Ambito cogente o obbligatorio

2.Ambito volontario

(44)

Armonizzazione tecnica e normazione

dei prodotti agro-alimentari

Principio comunitario del mutuo riconoscimento ha rimosso gli

ostacoli per la libera circolazione delle merci.

•Limitazione dei provvedimenti legislativi in favore di regole

tecniche su salute del consumatore, sicurezza degli alimenti e

sicurezza ambientale;

•Integrazione con norme tecniche elaborate da appositi

organismi internazionali;

(45)

Armonizzazione tecnica e normazione dei

prodotti agro-alimentari

Approccio della qualità dell’UE definita dal Libro Bianco

bis (Comunicazione 85/603) e con Reg. CE n°178/2002.

Obiettivi generali:

1.Elevata tutela della vita e della salute umana, tutela

degli interessi dei consumatori;

2.Libertà di circolazione nella UE di alimenti e mangimi

nel rispetto dei principi generali;

3.Le norme internazionali sono riconosciute purchè in

linea con gli obiettivi delle norme comunitarie

(46)

Armonizzazione tecnica e normazione

dei prodotti agro-alimentari

Principi da perseguire:

1.Analisi del rischio

2.Precauzione

(47)

Armonizzazione tecnica e normazione dei

prodotti agro-alimentari (Reg CE 178/2002)

Art. 6 Analisi del rischio

La valutazione del rischio si basa sugli elementi

scientifici a disposizione ed è svolta in modo

indipendente, obiettivo e trasparente

(48)

Armonizzazione tecnica e normazione dei

prodotti agro-alimentari (Reg CE 178/2002)

Art. 7 (principio di precauzione)

Qualora venga individuata la possibilità di effetti

dannosi per la salute ma permanga una

situazione di

incertezza sul piano scientifico

possono essere adottate

misure di

restrizione al commercio

che sono

riesaminate dopo un periodo di

tempo ragionevole

a

seconda della natura del rischio e del tipo di

informazioni necessarie per risolvere la situazione di

incertezza.

(49)

Armonizzazione tecnica e normazione dei

prodotti agro-alimentari (Reg CE 178/2002)

Definizione di alimento

Per alimento si intende qualsiasi sostanza o

prodotto trasformato o non trasformato,

parzialmente trasformato o di cui si prevede

ragionevolmente che possa essere ingerito

destinato a essere ingerito da esseri umani.

(50)

Armonizzazione tecnica e normazione dei

prodotti agro-alimentari (Reg CE 178/2002)

Art. 8 (Tutela degli interessi del consumatore)

La legislazione alimentare si prefigge di tutelare gli

interessi dei consumatori prevenendo:

• Le pratiche fraudolenti e ingannevoli

• L’adulterazione degli alimenti

• Qualsiasi pratica che possa indurre in errore il

consumatore

(51)
(52)

Cause del ciclo di vita

• Progresso tecnologico

• Cambiamenti dei gusti

• Cambiamento di valori

(53)
(54)
(55)
(56)
(57)

Le fasi del ciclo di vita

tempo vendite

(58)

Caratteristiche delle fasi: Lancio

• Vendite: ridotte

• Clienti: pochi

• Costi: alti, soprattutto di pubblicità

• Ricavi: ridotti

(59)

Caratteristiche delle fasi: Sviluppo

• Vendite: crescita molto rapida

• Clienti: crescita

• Costi: stabili

• Ricavi: crescita rapida

• Utili: in crescita

(60)

Caratteristiche delle fasi: Maturità

• Vendite: stabilizzazione

• Clienti: stabili

• Costi: ridotti quelli di produzione, alti quelli di

pubblicità

• Ricavi: stabili

(61)

Caratteristiche delle fasi: declino

• Vendite: in calo

• Clienti: disaffezione

• Costi: ridotti quelli di produzione, alti quelli di

pubblicità

• Ricavi: in diminuzione

• Utili: negativi

(62)

La gestione del portafoglio

Volumi di vendita

(63)

Rilancio

Avviene durante la fase di maturità e ha l’obiettivo di

aumentare le vendite

.

La domanda del mercato viene sollecitata con :

•conversione di nuovi clienti

•ingresso in nuovi segmenti di mercato

•conquista dei clienti della concorrenza

•uso più frequente

(64)

Il CVP dei prodotti agro-alimentari

1. Presenza di

riciclo

caratterizzato da una

durata e una intensità temporale inferiore

alla precedente;

2. Crescita delle vendite nella fase di lancio non

adeguata alla domanda a causa di vincoli

tecnologici;

3. Ha una durata di molti decenni

riciclo

(65)

Il riciclo

A differenza del rilancio, il riciclo avviene nella fase di declino. Esso è dovuto a:

1. Individuazione di nuovi usi;

2. Individuazione di nuovi punti vendita;

(66)

Critiche al CVP

L’andamento delle vendite dipende dai fattori

legati

alla

domanda

(prezzo,

reddito

popolazione) e non solo dall’offerta delle

imprese. Quindi occorre:

1.Considerare le vendite pro-capite;

2.Il valore delle vendite deve essere deflazionato

3.Considerare il consumo pro-capite per evitare

le influenze del reddito.

(67)

Tipologie di consumatori nel processo di

diffusione

Il CVP nasce con una innovazione che si diffonde tra i

consumatori

tempo co n su m at o ri N L Mercato impraticabile Mercato penetrato Mercato potenziale

L = consumatori potenziali; N = popolazione b = reddito medio o comunicazione ; a = prezzo del prodotto

a-bt J(t) = L/1+e

a cresce

(68)

Fidelizzazione del consumatore

tempo co n su m at o ri N L refrattari Fedeli Vecchi Saltuari potenziali T T + 1 nuovi

(69)

Fidelizzazione del consumatore

La domanda effettiva del prodotto al tempo T è

costituita da:

•I consumatori fedeli: fase di maturità

•Dai nuovi consumatori: (+) fase di lancio e (-)

fase di sviluppo;

•Dai consumatori saltuari e ex-consumatori: fase

di declino.

(70)

L’analisi del portafoglio prodotti

• Il portafoglio prodot: è l’insieme delle attività di business in cui è impegnata l’impresa, ovvero la gamma di tipologie di prodotti dall’impresa, realizzati e/o commercializzati.

• La gestione del portafoglio: ha come scopo prioritario:

a) la massimizzazione dei profitti in funzione di un dato rischio

b) la minimizzazione del rischio a fronte di un determinato profitto

Questo modello è un valido supporto per decidere se investire o meno e quindi avere un’idea delle relazioni tra profitti, investimenti e liquidità.

(71)

L’analisi del portafoglio: il modello

di Boston

La Matrice BCG (Boston Consulting) valuta la

capacità di ciascun prodotto di generare

reddito in funzione:

•Attrattività del mercato  tasso di crescita

•Competitività nei confronti dei concorrenti

 quota di mercato

(72)

Tasso di crescita

• 2004: 40.000 unità

• 2000: 35.000 unità

• Incremento: 40.000-35.000= 5.000

• Tasso di crescita (Tx): (5000/35.000)*100=

14,29%

• Se Tx > Ty allora il tasso di crescita è alto

(73)

Quota di mercato

• Volume totale delle vendite di un prodotto:

100.000

• Volume di vendite azienda X: 35.000

• Quota di mercato: Qx = 35%

• Se Qx > Qm , ovvero quota media di mercato delle aziende più importanti

del settore (ad esempio, le prime dieci), la quota di mercato è considerata alta

(74)

Matrice di Boston

Star

$

dog

QUOTA DI MERCATO RELATIVA

TA SS O D I C R ES C IT A D EL M ER C A TO alta alto bassa basso

?

Sequenza positiva Sequenza negativa

(75)

Matrice di Boston

La matrice BCG identifica i prodotti in 4

tipologie:

•? (question mark)

•star

•$ cash cow (mucca da mungere)

•dog

(76)

? (question mark)

• prodotti in fase di lancio che non

sfruttano ancora la piena potenzialità

• il flusso di cassa è negativo

• crescita di mercato alta (potenzialmente)

• quota di mercato bassa

(77)

star

• prodotti in forte crescita

• il flusso di cassa è circa zero

• crescita di mercato alta

(78)

$ cash cow (mucca da mungere)

• prodotti con un basso tasso di sviluppo che

hanno una quota di mercato elevata

• il flusso di cassa è estremamente positivo

• crescita di mercato bassa

(79)

dog

• prodotti con quota di mercato bassa

• flusso di cassa positivo ma in forte calo

• crescita di mercato bassa

(80)

Esempio

Tasso di

crescita

Quota di

mercato

Fiat

10

2

Renault

5

8

Ford

8

10

(81)
(82)

Risultato

Question mark

Cash cow

Dogs

(83)

Limiti della matrice di Boston

• definizione del tasso di sviluppo del mercato

variabile per ogni settore;

• prodotti ancora in fase embrionale o in

declino avanzato, entrambi con tassi negativi

di sviluppo di mercato ma che potrebbero

avere importanza strategica per l’impresa.

(84)

La matrice Mc Kinsey

Segue la stessa logica della matrice BCG.

Si differenzia perché considera la competitività

anziché la quota relativa e prevede un livello

medio ( a 9 stelle anziché 4) consentendo

maggiore precisione nelle strategie.

(85)

La matrice Mc Kinsey

Fattori di competitività:

•quota di mercato

•ricerca e sviluppo

•risorse finanziarie

•immagine

•gamma di prodotti ecc.

fattori di attrattività:

•tasso di sviluppo del mercato

•dimensioni del mercato

•redditività media

•tecnologia

(86)

La matrice Mc Kinsey

Fattori di

competitività Situazione ideale (1-10) (a) Situazione reale (1-10) (b) Prodotto (a*b)

quota di mercato ricerca e sviluppo risorse finanziarie immagine gamma di prodotti Totale Σ/max(a*b)

(87)

La matrice Mc Kinsey

Fattori di

attratvità Situazione ideale (1-10) (a) Situazione reale (1-10) (b) Prodotto (a*b)

tasso di sviluppo del mercato dimensioni del mercato redditività media tecnologia struttura concorrenziale Totale Σ/max(a*b)

(88)

La matrice Mc Kinsey

Star B Investimenti & crescita $ C Mantenere la posizione ? A Dog D Valorizzare i punti di forza Crescita selettiva Investimenti selettivi Puntare su segmenti di nicchia abbandono att ra tti vi tà competitività al to m e d io b as so

alto medio basso Minimizzare gli

investimenti

Investimenti selettivi

(89)

La matrice Mc Kinsey

A= seletvità

Strategia di crescita. Non si è raggiunto ancora un elevato fatturato anche se l’attrattività del mercato è elevata. Si ritrovano le caratteristiche del Question Mark, nel BCG

B= sviluppo seletvo

Strategia di investimento e crescita. Il prodotto è in pieno sviluppo e il mercato è in espansione. Si ritrovano le caratteristiche delle STARS

C= strategia di mantenimento

L’attività mantiene un fatturato consistente, il mercato è in fase di maturità con tasso di crescita nullo. Si ritrovano le caratteristiche del Cash Cows

D= strategia di abbandono

Scarso fatturato e diminuzione della domanda di mercato non giustificano più la sopravvivenza dei prodotti. Si ritrovano le caratteristiche del Dogs.

(90)

Analisi dell’offerta

Attraverso l’analisi dell’offerta si perviene alla comprensione delle

dinamiche competitive alle quali è soggetta una singola impresa in

uno spazio competitivo. L’analisi dell’offerta si basa sulla:

•definizione di

settore

in cui l’impresa si trova direttamente in

competizione con altre imprese omogenee;

struttura

del settore

•Individuazione degli

elementi più dinamici (interni ed esterni)

che

influenzano i risultati delle imprese.

(91)

Analisi dell’offerta - Settore

• Il

settore

è il luogo economico ideale dove avviene il

confronto competitivo tra le imprese che presentano un dato

livello di omogeneità.

• Il

settore merceologico

è l’insieme delle imprese che

producono lo stesso prodotto e/o usano la medesima

tecnologia e/o presentano la stessa struttura dei costi -

omogeneità di prodotto/tecnologia

• Il

settore economico

è l’insieme delle imprese che, pur non

producendo lo stesso prodotto soddisfano lo stesso bisogno –

(92)

Analisi dell’offerta - Struttura

• Il numero dei concorrenti ed il livello di differenziazione dei prodotti

costituiscono due indicatori significativi della struttura del settore e

danno vita alle 5 forme di mercato.

• Il numero dei concorrenti presenti è assunto come indicatore del grado di concorrenzialità e di turbolenza nel settore in quanto si ritiene che quanto maggiore è il nr. di imprese di un settore tanto più intense ed accese saranno le dinamiche concorrenziali.

• Il grado di differenziazione dei prodot rappresenta un altro indicatore del grado di concorrenzialità di un settore perché in caso di alta differenziazione (prodotti non completamente sostituibili) le strategie delle imprese saranno maggiormente distinte.

(93)

Analisi dell’offerta - Struttura

Il grado di concorrenzialità del settore si misura in termini di numero

dei concorrenti e di differenziazione dei prodot. Esso individua le possibili forme di mercato.

1 conc. Pochi conc. Molti conc.

Prodotto standard Prodotto differenziato Oligopolio puro Concorrenza monopolistica Oligopolio Concorrenza perfetta Monopolio

(94)

Analisi dell’offerta - Struttura

• Monopolio puro quando un’azienda è l’unica produttrice di un bene, differenziato o meno. Ciò comporta la massima libertà di scelta delle strategie.

• Oligopolio puro quando il nr. di aziende presenti nel settore è ridotto e il grado di differenziazione è basso. In tal caso la competizione avviene sul prezzo.

• Oligopolio differenziato quando il nr. dei concorrenti è ridotto ma sussiste un livello di differenziazione tra i prodotti.

• Concorrenza perfetta (ipotesi teorica) nr. di concorrenti molto elevato tale da non consentire di influenzare la fissazione dei prezzi e per assenza di differenziazione.

• Concorrenza monopolistica nr. di concorrenti elevato ma esiste un

consistente livello di differenziazione dei prodotti. In tale ipotesi ogni impresa ha un certo margine di discrezionalità.

(95)

Analisi dell’offerta - Struttura

• Un’altra variabile importante per l’analisi della struttura del settore è rappresentata dalle barriere all’entrata che esprimono il grado di protezione delle imprese presenti nel settore.

• fabbisogno di capitali • brevetti e licenze

• economie di scala • immagine aziendale

• accessi preferenziali ai canali distributivi

• Le barriere all’uscita sono quegli ostacoli che incontrano le imprese quando decidono di voler uscire da un settore che non si dimostra più sufficientemente attrattivo.

(96)

Analisi dell’offerta - Struttura

• Altra variabile strutturale di un settore è la configurazione della

struttura dei costi (intesa come rapporto tra costi fissi e costi variabili in relazione al totale dei costi dell’impresa).

• Un’impresa caratterizzata da elevati costi fissi risulta più rigida e quindi

più rischiosa dal punto di vista operativo in quanto deve raggiungere un livello di vendita più elevato per ottenere margini positivi.

• L’integrazione verticale è un’altra variabile caratterizzante la struttura di un settore e si verifica quando un’impresa viene a svolgere fasi a monte (ascendente) o a valle (discendente) rispetto all’attività principale.

• Un ultimo elemento strutturale da considerare nell’analisi di settore è la

(97)

Analisi dell’offerta – Elementi dinamici

(SWOT analysis)

Attraverso l’analisi delle minacce e opportunità e

dei punti di forza e di debolezza (analisi SWOT:

Opportunities/Troubles Strenght/ Weakness), si

individuano gli elementi caratterizzati da

maggiore dinamicità che hanno un’influenza

determinante sulle dinamiche di settore.

(98)

SWOT analysis ambiente - esterno

• Le

minacce ambientali

sono eventi che si verificano

nell’ambiente e che potrebbero comportare una

situazione sfavorevole per l’impresa nel momento in

cui non vengono intraprese le giuste scelte di

marketing.

• Le

opportunità ambientali

sono degli eventi

favorevoli che si manifestano nel contesto

competitivo ma che richiedono specifiche azioni

dell’impresa affinché siano trasformate in vantaggi

competitivi.

(99)

SWOT analysis

L’analisi delle minacce e delle opportunità viene effettuata

ricorrendo ad un’analisi del settore e può essere supportato

dall’utilizzo di matrici.

Matrice Opportunità Matrice Minacce

al ta al ta b as sa b as sa

bassa alta bassa alta Probabilità di accadimento

(100)

SWOT analysis

Ogni business dovrebbe essere collocato in entrambe le matrici

così da individuare il profilo rispetto alle opportunità ed alle

minacce che gli si presentano.

Abbiamo così diverse situazioni:

•business ideali : opportunità ottime e minacce scarse

•business speculativo: opportunità e minacce rilevanti

•business maturo: opportunità e minacce irrilevanti

•business difficile: opportunità scarse e minacce gravi

(101)

SWOT analysis – ambiente interno

• i punti di forza

sono le

competenze distintive

dell’impresa, gli aspetti qualitativi legati a

determinate risorse rilevanti per il target di

riferimento.

Essi

costituiscono

le

basi

del

posizionamento

dell’impresa.

• i punti di debolezza

sono rappresentati da

carenze di

risorse

o di

competenze

che costituiscono elementi

(102)

La catena del valore

Approvv igionam ento Produzio ne Vendita Logistica in uscita Marketing

Gestione dei beni strumentali Gestione delle risorse umane

Amministrazione Ricerca e sviluppo

Logistica in

entrata

L’analisi dei punti di forza e di debolezza dell’impresa va effettuata in relazione alle diverse funzioni aziendali (marketing, finanza, produzione, organizzazione ecc.) adottando come criterio guida la possibilità di influenzare in maniera rilevante i risultati competitivi dell’impresa.

(103)

La concorrenza allargata

È un concetto che si basa sull’idea che il livello di

competitività presente in un settore è stabilito dall’effetto di

5 forze competitive (Porter, 1987) :

•Potenziali entranti

•Produttori di beni sostitutivi

•Fornitori

•Clienti

(104)

Potenziali entranti

La minaccia dei

potenziali entranti

è strettamente

legata alla possibilità di difendere le posizioni

competitive da parte delle imprese già presenti nel

settore attraverso le barriere all’entrata.

•economie di scala

• economie di esperienza

•immagine di marca

• accesso ai canali distributivi

• vincoli governativi e legali

(105)

Produttori di beni sostitutivi

La minaccia dei

prodotti sostitutivi

sussiste quando il

prezzo del prodotto sostitutivo incide sulla quantità

venduta del prodotto mercato (elasticità incrociata).

•Presenza effettiva di alternative di consumo che

soddisfano il bisogno

•Propensione dei consumatori verso I prodotti

sostitutivi

•Andamento dei prezzi (dinamiche competitive) nei

settori sostitutivi

(106)

Fornitori

I

fornitori

influenzano direttamente i processi produttivi e

possono incidere negativamente tramite:

•aumento dei prezzi delle forniture

•riduzione della qualità dei prodotti

•limitazioni delle quantità vendute

Il

potere contrattuale

dei fornitori è determinato da fattori quali:

•prodotto con caratteristiche singolari

•rilevanza del prodotto per il processo produttivo dell’acquirente

•gruppo di fornitori concentrato

•possibile integrazione a valle

(107)

Clienti

I

clienti

influenzano la redditività chiedendo riduzioni di

prezzo, servizi aggiuntivi e migliori condizioni di

pagamento.

Il potere contrattuale dei clienti è determinato da:

•gruppo di clienti concentrato

•possibile integrazione a monte

•alta incidenza del cliente sul fatturato

•rilevanza degli acquisti per il cliente

•scarsa differenziazione del prodotto.

(108)

Concorrenti diretti

I fattori in grado di determinare la natura e

l’intensità della concorrenza tra le imprese

affermate sono i seguenti:

•la concentrazione

•la diversità dei concorrenti

•la differenziazione del prodotto

•la capacità di eccesso (offerta > domanda) e

barriere all’uscita

(109)

Vantaggio competitivo

Il vantaggio competitivo può essere:

•di tipo interno, quando indica una superiorità dell’azienda basata sul controllo dei costi

•di tipo esterno quando si basa su caratteristiche distintive particolarmente gradite al cliente rispetto a quelle dei prodotti concorrenti

Il vantaggio competitivo può essere riassunto in una matrice:

Molte Poche

Ridotta Elevata

Settori frammentati Settori basati sulla specializzazione Settori bloccati Settori basati sul

volume Fo n ti d e l v an ta gg io

(110)

Vantaggio competitivo

L’attrattività di un settore dipende dalle interazioni delle cinque forze competitive.

•settori frammentati vi sono numerosi elementi di differenziazione ma nessuna azienda è capace di creare un vantaggio durevole e decisivo. Le

dimensioni delle aziende e le quote di mercato non sono elementi significativi. •settori basati sulla specializzazione : vi sono numerosi elementi di

differenziazione che possono costituire un vantaggio durevole che viene a creare una situazione di concorrenza monopolistica.

•settori bloccati : le possibilità di differenziazione sono limitate e l’esperienza non è fonte di vantaggio competitivo. L’introduzione di nuova tecnologia può costituire un fattore critico di successo.

•settori basati sul volume : il vantaggio competitivo può essere

esclusivamente grazie a crescenti volumi produttivi che consentono la

realizzazione di economie di scala e di esperienza. La redditività è strettamente collegata alla quota di mercato.

(111)

Gli elementi qualificanti il prodotto

Un prodotto può essere qualificato da una serie

di elementi che sono veri e propri strumenti di

comunicazione indirizzati al mercato:

•la marca (brand)

•il marchio (brand mark)

•la confezione

(112)

La marca

La marca può aggiungere valore a un prodotto.

E’ costituita da un nome, un termine, un simbolo, un design o

dalla loro composizione.

Identifica i beni o i servizi di un’impresa o di un gruppo di

imprese e li differenzia da quelli delle imprese concorrenti.

Deve richiamare o suggerire al consumatore alcuni requisiti del

prodotto, come i benefici offerti, l’uso e il tipo di funzione che lo

contraddistinguono.

Deve essere

•distinguibile

•facile da leggere e da pronunciare

(113)

La marca

• Il nome della marca (brand name) esprime la componente della marca espressa con una parola (Ferrari, Coca-cola ecc.).

• Il marchio (brandmark) qualifica la marca attraverso un simbolo, un disegno o un colore (es. cavallino della Ferrari, rosso Ferrari).

• Il marchio di fabbrica (trademark) individua la componente della marca che tutela legalmente l’azienda. Rappresenta un diritto esclusivo dei distributori ad usare il nome di marca o il marchio.

• Il copyright conferisce il diritto legale esclusivo di riprodurre, pubblicare o vendere la sostanza e la forma di un’opera letteraria, musicale o artistica.

(114)

Il confezionamento

Il confezionamento

o packaging è il risultato di una serie di

attività di progettazione, design e di produzione che

caratterizzano l’aspetto visivo del prodotto e contribuiscono ad

influenzare la decisone di acquisto.

Il ruolo svolto dalla confezione è di

:

•salvaguardia del prodotto e della sua funzionalità

•identificatore del prodotto

•venditore silenzioso

(115)

L’etichetta

L’etichetta

può essere costituita da un semplice

cartellino posto sul prodotto o da un grafico

elaborato che fa parte della confezione.

Riporta una serie di informazioni ed indicazioni

che sono in parte obbligatorie per legge ed in

parte funzionali all’uso del prodotto.

(116)

Il marchio

Il marchio è un brevetto che assicura un uso esclusivo di un modo di contraddistinguere il prodotto o servizio.

La registrazione del marchio conferisce al titolare il diritto di vietarne l’uso ad altri soggetti per un periodo di 10 anni, prorogabile di altri 10. Il marchio assolve alle seguenti funzioni:

•distintiva: esso rende riconoscibile il prodotto o servizio ai consumatori che riescono a collegare esperienze di consumo nel tempo e nello spazio;

•garanzia: i consumatori hanno la certezza della provenienza del prodotto e dello standard qualitativo:

(117)

Definizione di marchio d’impresa

(marketing)

Il marchio rappresenta lo strumento attraverso

cui l’impresa guadagna fiducia (brand loyalty)

nei confronti del consumatore e riesce a far

penetrare il proprio prodotto nelle routines di

acquisto

(118)

Strategie di impresa e marchio

• Estensione della marca (marchio

ombrello)

• Gestione di marche multiple (brand

(119)

Obiettivi delle strategie di impresa

e marchi multipli

• Raggiungimento di segmenti multipli di

mercato

• Diversa distribuzione del potere nella catena

commerciale

• Sfruttamento di economie di scala di marketing

• Estensione dell’assortimento di prodotti offerti

(120)

Marchi in agricoltura

• Marchi privati d’impresa

• Marchi privati collettivi

(121)

Marchio collettivo

Titolari possono essere Enti e Associazioni

legalmente costituiti che possono concedere

in uso il marchio a produttori e commercianti

associati (R.D. 21 giugno 1942).

(122)

Il

marchio collettivo

consente una duplice

tutela:

•Nei confronti delle altre imprese

•Nei confronti di comportamenti opportunistici

degli associati

Il

marchio pubblico

viene concesso a chiunque

rientri nelle caratteristiche definite dalle norme

che regolano il marchio stesso, mentre in quello

privato l’accesso è subordinato dalla volontà dei

soci

(123)

Parametri funzionali per la

concessione dei marchi

• Originarietà rispetto ad una determinata

base geografica

• Caratteristiche proprie di un detreminato

processo produttivo

(124)

Marchi dell’Unione Europea

Reg CE 2081-92

• Denominazioni di origine protetta (DOP)

• Indicazione geografica protetta

Reg CE 2082-92

• Attestazione di specificità

(125)

La certificazione è l'insieme delle procedure e delle

atvità, svolte da un organismo debitamente autorizzato

(organismo di certificazione), che sono atte a fornire

adeguata fiducia sulla conformità di un determinato

prodotto, del personale, di un sistema di gestione aziendale

(qualità, ambiente…), a requisiti prefissati.

(126)

LA CERTIFICAZIONE DI QUALITÀ

Nasce per soddisfare le esigenze del consumatore in campo di

qualità e sicurezza.

Esistono tre livelli di certificazione:

ambito cogente

: legislazione nazionale e comunitaria in materia di

igiene dei prodotti agroalimentari; ne garantisce l’aspetto

nutrizionale

ambito regolamentato

: regolamentazione comunitaria e italiana

che tutela le produzioni tipiche di determinate aree

ambito volontario

: normazione volontaria per la certificazione dei

processi aziendali e/o dei prodotti per la definizione di standard

qualitativi

(127)

Per la realizzazione del mercato unico europeo la UE ha

promosso una strategia d'armonizzazione dei requisiti essenziali di sicurezza e delle norme tecniche

Nel settore agroalimentare la tutela del consumatore europeo è

stata ottenuta attraverso l'emanazione di una serie di direttive comunitarie, successivamente recepite dai Paesi membri, per attestare la sicurezza igienico sanitaria dei prodotti alimentari.

DISPOSIZIONI PER AUTOCONTROLLO SANITARIO (per prodotto

e categorie di prodotto)

SISTEMA HACCP

(128)

Una serie di direttive hanno riguardato l'attuazione di sistemi

di autocontrollo dei rischi igienico-sanitari prevedendo la

definizione e l'applicazione di procedure preventive da parte

delle aziende alimentari. (DIR. CE 397/89 e DIR CE 43/93,

entrambe recepite in Italia come D.Lgs.)

In particolare è stata emanata la Diretva 93/43/CEE recepita

in Italia dal D.Lgs 155/97, che richiede alle imprese di

effettuare l'autocontrollo secondo i principi del sistema

HACCP

La direttiva rappresenta la norma quadro in materia di tutela

igienico-sanitaria dei prodotti alimentari;

(129)

IL SISTEMA HACCP

La Direttiva 43/93/CEE - D. Lgs 155/97- rende obbligatoria in tutte le aziende operanti nelle fasi a valle della raccolta, mungitura e macellazione, l'introduzione di un sistema di autocontrollo basato

sui principi dell'HACCP, e sull'osservanza di tutte le disposizioni

riportate nell'allegato del suddetto decreto.

Definizione Haccp

Il sistema HACCP rappresenta una tecnica di gestione dei processi

alimentari attraverso una metodologia logica e sistematica, il metodo HACCP, che si basa sulla applicazione di una serie di principi.

HACCP = Hazard Analysis and Critical Control Point

AMBITO COGENTE.

(130)

Principi e obblighi Haccp

Obbligo di introdurre in azienda un sistema di autocontrollo basato sui principi HACCP

analisi dei rischi potenziali (bio., chim., fis.) per gli alimenti (HA) -

individuazione dei punti critici nel processo produttivo (CCP)

applicazione, mantenimento e aggiornamento delle procedure di

controllo

riesame periodico dei rischi, dei punti critici e delle procedure di

controllo.

(131)

Alcune eccezioni e deroghe

per le piccole realtà produtve (più tempo); per i "prodot tipici"

L'obiettivo è quello di consentire, anche alle piccole realtà produttive, di adeguarsi al nuovo sistema di autogoverno della filiera.

Il compito di individuare le industrie alimentari che, beneficeranno delle misure dirette a semplificare le procedure HACCP (in base alla tipologia delle attività, alle dimensione delle imprese, al numero degli addetti) è demandato alle regioni e alle province autonome.

La legge Comunitaria prevede inoltre che i produttori di "prodotti tipici" non siano costretti ad adeguarsi alle norme previste dalla direttiva 93/43.

I prodotti dovranno però essere venduti dal singolo produttore, consorzio di produttori direttamente al consumatore nelle province o zone tipiche di produzione.

(132)

La conformità a norme tecniche è volontaria ma il ricorso alla certificazione rappresenta una garanzia per il consumatore finale o il cliente intermedio di ricevere prodotti dalle caratteristiche definite e costanti nel tempo.

Le norme tecniche definiscono una serie di requisiti di conformità per:

l'accreditamento degli organismi di certificazione e dei laboratori di

prova;

i sistemi di gestione aziendale;

i sistemi di gestione ambientale

i prodotti e i servizi.

(133)

CERTIFICAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA‘

Modello di gestione aziendale che definisce un sistema di strutture, risorse, metodi e processi per attestare che i prodot abbiano

caratteristiche precise e costanti nel tempo.

Le aziende che vogliono certificare la propria organizzazione devono far riferimento alle norme ISO 9000

- le norme della serie ISO 9000 sono realizzate dall'ISO (International Organization for Standardization) per definire i requisiti internazionali per i sistemi di gestione per

la qualità

- fissano i principi con cui un’azienda può dare garanzia di qualità ai clienti

AMBITO VOLONTARIO. ISO

(134)

Documentazione del Sistema Qualità

Le norme ISO 9000 impongono la formalizzazione del Sistema Qualità attraverso la realizzazione di una serie di documenti, per avere un controllo costante di tutti gli aspetti critici legati alle attività aziendali.

La formalizzazione permette anche la conservazione e la diffusione interna del know-how aziendale che, altrimenti, resterebbe legato solo all'esperienza dei singoli, senza consentire lo sviluppo di un ambiente dove sia più facile una costante comunicazione di miglioramenti, di idee e di soluzioni a problemi comuni.

(135)

Famiglia delle ISO 9000

Le norme della famiglia ISO 9000 hanno ormai assunto un'enorme importanza a livello mondiale e sono state recepite da oltre 100 paesi. Le ISO 9000 sono norme generiche progettate per essere applicabili a qualsiasi tipo di processo o settore aziendale.

La certificazione secondo questa famiglia di norme é una certificazione di sistema e NON di prodotto, cioé non viene certificato il bene o il servizio, ma il sistema di gestione dell'azienda.

(136)

"Vision 2000“

Il grande successo riscontrato dalla prima edizione delle norme del 1987, ha spinto il comitato dell'ISO ad individuare i punti deboli della situazione esistente e ad avviare un processo di

revisione e di miglioramento delle norme noto come "Vision 2000"

E’ articolato in due fasi:

1. prima revisione del 1994 (1990 - 1994)

generazione delle vigenti norme della famiglia ISO, tra cui le ISO 9001, ISO 9002, ISO 9003 (definiscono alcuni modelli di assicurazione della qualità aziendale)

2. seconda revisione del 2000 (1996 - 2000)

pubblicazione della terza edizione delle norme ISO 9000

(137)

Uno dei primi obiettivi del Progetto Vision 2000 è stato quello di ridimensionare la estesa proliferazione di norme e guide Iso sorte a fianco delle norme base (ISO 9001, 9002, 9003)

Con la ISO 9000:2000 (quelle della seconda fase) si passa infatti da oltre 20 norme a sole 4 norme:

·ISO 9000 "Sistemi di Gestione per la Qualità - Fondamenti e

terminologia“

·ISO 9001 "Sistemi di Gestione per la Qualità - Requisiti“

·ISO 9004 "Sistemi di Gestione per la Qualità - Linee Guida per il

miglioramento delle prestazioni“

·ISO 19011 "Linee Guida per la valutazione dei Sistemi di Gestione

per la Qualità e dei Sistemi di Gestione ambientale"

(138)

Uno dei motivi fondamentali del processo di revisione 2000 delle Norme ISO 9000 è stata l'implementazione del concetto

di qualità intesa come capacità di soddisfazione dei bisogni di tut gli attori (stakeholders, cioè i clienti e gli

utenti/consumatori, i lavoratori, i proprietari e azionisti, i fornitori e la collettività in generale) coinvolti nei processi di

produzione/fornitura, utilizzo/fruizione di beni e servizi.

(139)

SISTEMA QUALITA' ITALIA

Il Sistema di accreditamento e certificazione in Italia ha come protagonisti i seguenti gruppi di attori:

Enti normatori (UNI, CEI);

Enti di accreditamento (SINCERT, SINAL); Organismi di certificazione;

Laboratori di prova; Centri di taratura.

(140)

Enti normatori

UNI Ente Nazionale Italiano di Unificazione:

presiede alla normazione tecnica in campo scientifico.

CEI Comitato Elettrotecnico Italiano

presiede alla normazione in campo elettrotecnico, elettronico e

delle telecomunicazioni

per loro iniziativa è nato il SINCERT, il Sistema Nazionale per l'Accreditamento degli Organismi di Certificazione

(141)

Enti di accreditamento

SINCERT Sistema Nazionale per l'Accreditamento degli

Organismi di Certificazione

ha la finalità di accreditare Organismi di certificazione di prodotti, di sistemi qualità, sistemi di gestione ambientale, di personale e Organismi di ispezione.

Per 'Accreditamento' s'intende il "Procedimento con cui un organismo riconosciuto attesta formalmente la competenza di un organismo o persona a svolgere funzioni specifiche".

Il SINCERT ha l'obiettivo, attraverso l'accreditamento, di rafforzare l'autorità e la credibilità, sia a livello nazionale che internazionale, degli Organismi di certificazione ed ispezione

SINAL Sistema Italiano Nazionale di Accreditamento dei

Laboratori

accredita i laboratori per qualsiasi tipo di prova

(142)

Organismi di certificazione

loro compito è quello di certificare il Sistema Qualità delle

aziende

attestano che prodotti, personale, sistemi di gestione

aziendale (qualità, ambiente, ecc.) rispondano a determinate normative.

attualmente sono più di cinquanta con specifica competenza nei vari settori del lavoro (Agroqualità, Certiquality, BVQI….)

(143)

Laboratori di prova

Laboratori accreditati a svolgere prove durante e dopo il processo di cui si vuole certificare la qualità.

Un prodotto, durante il processo di fabbricazione e all'atto del collaudo finale, deve essere sottoposto ad una serie di prove, svolte presso Laboratori accreditati. Provare significa misurare una caratteristica in base a procedure normalizzate allo scopo di verificarne la conformità ad un capitolato o ad una norma.

Centri di taratura

Il SIT (SERVIZIO DI TARATURA in Italia) accredita i centri di taratura che emettono i certificati di taratura attestanti la funzionalità degli strumenti.

ha il compito di diffondere le unità di misura nei diversi settori industriali.

(144)

Gli organi normatori nazionali aderiscono all'ISO - International

Organization for Standardization - (circa centoventi nazioni

aderenti)

è una organizzazione internazionale, con sede a Ginevra, con compito di studiare, redigere e divulgare la normativa nel mondo.

www.iso.org

(145)

CERTIFICAZIONE AMBIENTALE

E' lo strumento che permette di riconoscere le aziende che operano in maniera ecocompatibile ed ecosostenibile.

Si basa su

ISO 14000EMAS

(146)

ISO 14000

sistema di gestione e valutazione dell'impatto di un'azienda con il mondo circostante, dal punto di vista ambientale.

La famiglia delle ISO 14000 si compone di un insieme di norme, che coprono sei aree:

1. Sistemi di Gestione Ambientale;

2. Audit (verifica) ambientale

3. Valutazione delle prestazioni ambientali;

4. Etichettatura ambientale;

5. Valutazione del ciclo di vita dei prodotti;

6. Valutazione degli aspetti ambientali negli standard di

produzione.

(147)

Queste norme sono strutturate in due tipi:

Le Linee Guida

documenti descrittivi che illustrano i concetti fondamentali della Gestione Ambientale, definiscono i termini chiave e forniscono una guida volontaria su come strutturare uno specifico sistema per un particolare processo od attività;

le Specificazioni

forniscono gli elementi necessari alle organizzazioni per ottenere la certificazione

(148)

EMAS

Eco Management and Audit Scheme - in italiano "Sistema (Comunitario) di ecogestione e audit".

altro strumento di gestione ambientale, l'Eco-audit

varato con un regolamento CEE del 93 che si fonda su un atto

specifico, che non si rinviene nella normativa ISO 14000: la

dichiarazione ambientale, con la quale l'azienda evidenzia la sua

politica ambientale in maniera responsabile e trasparente.

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