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Academic year: 2021

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RiMe, n. 6 n. s., giugno 2020, pp. 5-6 ISBN 9788897317609 - ISSN 2035-794X

© 2020 Author(s). This is an open access work released under the terms of the “Creative Commons

Attribution - NonCommercial 4.0 International License” 5

Presentazione

Presentation

Francesco D'Angelo (CNR - Istituto di Storia dell'Europa Mediterranea)

La presente sezione monografica riunisce alcune delle ricerche presentate in occasione del seminario Pellegrini e crociati tra Europa del Nord e Mediterraneo

(secoli XI-XIII), tenutosi il 13 giugno 2019 presso l'Università di Roma Sapienza.

Il seminario, organizzato dall’Istituto di storia dell’Europa Mediterranea del CNR in collaborazione con il Dipartimento di Storia Antropologia Religioni Arte, Spettacolo di Sapienza Università di Roma, è stata una occasione di confronto e di dialogo sul Mediterraneo quale luogo di passaggio, scambio, incontro e scontro tra popoli e culture diverse.

L'incontro si è posto in ideale continuità con le attività e la decennale tradizione di studi e ricerche dell'ISEM, caratterizzate da un'ampia visione del Mediterraneo quale crocevia di popoli. Tale prospettiva, emersa recentemente anche nella Tavola rotonda promossa dall'Istituto a margine del convegno A

novant'anni dalla missione Egidi a Simancas: storici italiani e archivi spagnoli

(Cagliari, 21-23 marzo 2019), si fonda sul presupposto che, per una piena comprensione della storia europea, gli studi mediterranei debbano necessariamente aprirsi anche a regioni lontane ma che guardavano al Mediterraneo con interesse.

Il seminario, in particolare, ha voluto porre l'accento su un tema spesso considerato marginale: la presenza e il ruolo dei popoli nordici nel Mediterraneo tra l'XI e il XIII secolo. È infatti convinzione molto diffusa che, nel medioevo, gli unici protagonisti della scena mediterranea siano stati i popoli che vi si affacciavano, quasi a voler dare una connotazione elitaria all'antico nome romano di Mare Nostrum. Il Mediterraneo, insomma, come distesa d'acqua conosciuta, frequentata, navigata, in una parola vissuta solamente dalle genti che ne abitavano le coste, le isole, gli stretti e le insenature. In quest'ottica, che potremmo definire "mediterraneocentrica", gli scandinavi, così distanti geograficamente dal "centro", sono stati a lungo relegati sullo sfondo; negli ultimi anni, tuttavia, la storiografia ne ha progressivamente rivalutato il contributo, sfatando forse definitivamente l'idea di una loro estraneità alla

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Francesco D’Angelo

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civiltà mediterranea. In linea con questi nuovi orientamenti, il seminario si è posto dunque l'obiettivo di portare alla luce la fitta trama di reti, relazioni, comunicazioni e reciproche influenze intrecciatesi tra il mondo nordico e quello mediterraneo.

Ad aprire il dossier è la relazione di Antonio Musarra (Sapienza Università di Roma), che indaga sui principali sviluppi del naviglio mediterraneo, esplorando inoltre la possibilità di eventuali influssi nordici. Segue il contributo di Luigi Russo (Università Europea di Roma), che tratteggia le turbolente relazioni tra il Regno normanno – regno sì meridionale, ma retto da una dinastia dalle lontane origini nordiche – e il Mediterraneo al tempo di Ruggero II, tra politiche matrimoniali fallite ed espansioni territoriali oltremare. Francesco D’Angelo (ISEM CNR) ripercorre quindi le vicende degli Scandinavi nel Mediterraneo, dall'epoca vichinga (secoli IX-XI) fino al tempo delle crociate (secoli XII-XIII), mettendo in evidenza cambiamenti e trasformazioni ma anche elementi di continuità. Chiude il dossier il contributo di Carla Del Zotto (Sapienza Università di Roma), che analizza specificamente i pellegrinaggi e gli itinerari degli Scandinavi a Roma, Gerusalemme e Santiago de Compostela nel medioevo.

In ultima analisi, da queste relazioni emerge un dato fondamentale, un denominatore comune: la forte e durevole attrazione che il Mare Nostrum, con le sue ricchezze, i suoi traffici commerciali, i suoi luoghi di culto, ha esercitato sugli scandinavi, favorendo la loro integrazione e rendendoli sempre più partecipi della vita religiosa e culturale del mondo mediterraneo.

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