Insufficienza pancreatica esocrina
Prof.
Alessandro D’Ambrosi
Definizione
L’insufficienza pancreatica esocrina è l’espressione e
la conseguenza di alterazioni anatomo-funzionali del
pancreas esocrino che ne abbiano compromesso in
maniera ora moderata, ora grave, ora parzialmente
reversibile, ora irreversibile - a seconda della natura,
della estensione e della evolutività delle stesse -
la
funzione di presiedere alla digestione dei materiali
alimentari che giungono in duodeno con il chimo acido
dello stomaco.
Essa rappresenta pertanto il traguardo terminale nel
quale possono sfociare tutte le affezioni di cui il
pancreas, direttamente o indirettamente, possa essere
sede.
Cause di insufficienza pancreatica
esocrina
1. PANCREATITE CRONICA
2. Agenesia del pancreas
3. Ipoplasia pancreatica congenita 4. S. di Shwachman – Diamond 5. S. di Johanson – Blizzard
6. Lipomatosi o atrofia pancreatica dell’adulto 7. Difetto isolato di lipasi o colipasi
8. Resezione pancreatica 9. Cancro del pancreas
10. Malattie della mucosa del piccolo intestino (Celiachia, IBD, S. Malassorbimento)
11. Diabete 12. Somatostatinoma 13. Gastrinoma 14. Interventi chirurgici 15. Giardiasi e HIV 16. Linfomi 17. Malattia di Whipple 18. Amiloidosi
Pancreatite Cronica
(Etiologia)
• Alcoolica
• Ostruttiva
• Autoimmune
• Idiopatica
• Ereditaria
• Tropicale
• Iperparatiroidismo
• Iatrogenica
Pancreatite alcoolica
Europa, Giappone, Australia, Sud Africa
Sesso maschile 45-64 anni o giovani adulti 30-40 anni
Forma clinica in recessione in rapporto al diminuito consumo di alcool (Europa)
L’effetto dell’alcool si esplica in rapporto alla
durata dell’abitudine
quantità assunta (> 20gr/die) predisposizione genetica
con il concorso della dieta iperproteica
iperlipidica(troppo)
Nella pancreatite cronica tropicale (India, Africa) esiste una associazione con la
malnutrizione nei bambini con dieta povera di con conseguente < di substrati da carenza alimentare < attività di sintesi cellulare alterazioni morfologiche
proteine
Pancreatite alcoolica II
Ruolo dell’alcool diretto
> tono colinergico ipersecrezione plugs proteici canali escretori
< citrati
< IsP precipitazione CaCO3 calcoli
ingravescenza delle lesioni distruzione parenchimale fibrosi
insufficienza esocrina diabete
insufficienza endrocrina
nb in danno pancreatico continua anche dopo la sospensione della pratica alcoolica ma la sua progressione è più lenta e meno severa.
Pancreatite alcoolica III
più recentemente
Alcool ossidazione etanolo in acetaldeide attivazione cellule stellate acino
pancreatico stato di stress ossidativo al loro interno attivazione della via della protidosintesi del downstream pathway of fibrogenesis.
(Ecco perché le alterazione fibrotiche della pancreatite cronica alcoolica non possono essere dovute a fenomeni ricorrenti di pancreatite acuta)
Pancreatite alcoolica
Le cellule stellate (c.s.) pancreatiche sono simili a quelle del fegato (spazio di Disse) che assicurano il flusso ematico a livello sinusoidale in concorso con le cellule endoteriali. In corso di cirrosi epatica c.s. vengono attivate, modificate in miofibroblasti con conseguente produzione di notevole quantità di matrice extra cellulare da cui origina materiale fibrillare che da inizio alla fibrosi intestiziale.
Algoritmo diagnostico della pancreatite cr. e della
insufficienza pancreatica esocrina
Sospetto clinico Rx, US CT (MRI,EUS± ERCP, MRCP) Bx (EUS+Bx) Test funzionali (S.Cae test)
Pancreatite cronica Insufficienza pancreatica
Reassesement clinico Aa possibilità diagnostiche -+ + + -± +
Altre cause di ins. pancreatica esocrina I
IBD.
Nel 30-50% dei Crohn e di coliti ulcerose si registra una decurtazione della
riserva funzionale del pancreas esocrino e si rilevano lesioni anatomiche
della ghiandola.
Nel Morbo di Crohn in particolare la patologia pancreatica può
essere in rapporto a
• localizzazioni all’ileo terminale
• attività ed estensione della malattia
• coinvolgimento autoimmunitario del pancreas e inoltre
• infiammazioni granulomatose cefaliche nella localizzazione gastro-duodenale • reflusso duodeno-pancreatico da stenosi duodenale
• fistole duodeno-pancreatiche
• ostruzione del dotto biliare comune • colelitiasi e colangite sclerosante • cause iatrogeniche
Nella colite ulcerosa la riduzione degli enzimi è dovuta alla loro
diluizione e non al coinvolgimento ghiandolare. L’interessamento
del pancreas è frequente, specialmente nelle fasi attive della
malattia. Esiste la possibilità di associazione con la pancreatite
autoimmune.
Nelle sindromi da malassorbimento la diminuzione della
secrezione pancreatica esocrina rappresenta un fenomeno
secondario al metabolismo azotato negativo e alla malnutrizione
con deficitaria capacità di sintesi delle proteine enzimatiche.
Nelle ampie resezioni intestinali, oltre alla malnutrizione,
acquisisce rilievo patogenetico il rapido passaggio degli alimenti, in
ispecie lipidi, direttamente al colon con inibizione della secrezione
pancreatica.
Alterazioni morfologiche e funzionali del pancreas esocrino (p.e.)
in corso di M.c. possono sviluppare una pancreatite.
L’ins. pancreatica può essere dovuta a
• grado di atrofia dei villi
• riduzione della secrezione ormonale dell’intestino prossimale
• riduzione delle cellule endocrine enteriche (secretin cells)
• aumento del peptide intestinale YY (inibitore della secrezione enzimatica)
• riduzione dell’uptake intestinale degli AA
• atrofia acinosa e fibrosi pancreatica da malnutrizione proteica
• danno pancreatico autoimmune
La riduzione secretoria pancreatica di bicarbonati ed enzimi può risultare già
reversibile con la dieta priva di glutine.
Altre cause di ins. pancreatica esocrina III
Malattia celiaca (M.c.)
Insufficienza pancreatica cronica nei postumi di
chirurgia gastrica
Trattasi di un problema comune nei postumi di chirurgia gastrica dovuti a
• grave malnutrizione, malassorbimento e maldigestione dopo gastrectomia totale (deficit di triturazione degli alimenti, alterato svuotamento gastrico, denervazione
pancreatica)
• gastrectomia totale o subtotale in totale o subtotale pancreasectomia con o senza resezione duodenale ( procedure di Whipple )
• alterazione del rilasciamento gastrico da assenza dei riflessi nervosi dello stomaco • assenza della stimolazione nervosa gastrica sulla secrezione pancreatica
• riduzione della secrezione pancreatica da mancanza di CCK dopo resezione intestinale
• rapido svuotamento gastrico e asincronia tra esso e la secrezione biliopancreatica dovuta a nuovi tratti di varie ricostruzioni
• sviluppo di flora batterica da gastrectomia
Il pancreas si colloca come una struttura funzionale tra
• ambiente esterno (fonte di sostanze nutritive)
• tessuti (sede di processi metabolici).
Il pancreas produce e secerne nel lume
duodeno-digiunale una secrezione capace di ridurre i substrati
alimentari complessi in composti più semplici e più piccoli
che la mucosa intestinale assorbe direttamente e
rimaneggia ulteriormente.
Un
funzionamento
deficitario
di
tali
meccanismi
compromette anche gravemente tanto la digestione e
l’assorbimento quanto l’adeguato apporto calorico.
Fase pancreatica della digestione:
endopeptidasi esopeptidasi
idrolisi
+
riduzione di proteine, lipidi, amido
(aminoacidi, monogliceridi e a.grassi, mono-disaccaridi)
assorbimento
(anche dopo ulteriori modifiche da enzimi enterocitari)
compartimento vascolare processi metabolici sintesi e secrezione di enzimi
La digestione enzimatica duodeno-digiunale si esplica a pH alcalino (> 6; 90-100m’ )
per l’azione di
bicarbonati secreti dal pancreas
bile
secrezione intestinale
Un eccessivo e protratto abbassamento del pH nel lume duodeno-digiunale per incompleto tamponamento dell’acido che si svuota attraverso il piloro provoca un’inattivazione irreversibile degli enzimi secreti dal pancreas: tripsina chimotripsina sono attivate da enterochinasi tripsina (autocatalisi)
azione diretta sui substrati proteici
lipasi idrolisi trigliceridi (solubilizzati dai sali biliari in fase micellare)
Pasto
fase cefalica stimolo vagale secrezione pancreatica (modesta)
fase gastrica stimoli nervosi (fondo, antro-pirolo) + gastrina (stimolo trascurabile)
fase intestinale (post-prandiale)
stimoli nervosi
vasovagale
gastro-pancreatici duodeno-pancreatici
Il pancreas è capace di una performance secretoria post-prandiale che supera di molto le necessità minime teoriche per la digestione enzimatica del cibo.
Dispone di una cospicua riserva funzionale enzimatica e di bicarbonati. L’insufficienza digestiva:
• non compare soltanto quando la secrezione pancreatica è estremamente ridotta ma
• è in rapporto all’attività che detti enzimi siano effettivamente in grado di svolgere nel lume duodeno-digiunale.
Un ridotto pH duodenale post-prandiale contribuisce a creare un ambiente ostile
all’attività degli enzimi pancreatici.
La lipasi è l’enzima che risente criticamente del pH acido duodenale (con
inattivazione completa a valori di poco < 4) mentre Tripsina e Chimotripsina risultano relativamente più stabili.
Ecco perché la steatorrea è la prima a comparire e non si accompagna necessariamente alla creatorrea.
Patogenesi della maldigestione
A.Riduzione produzione enzimatica pancreatica
B.Riduzione della liberazione enzimatica
C.Difetto di attivazione
Ulteriore conseguenza
dell’ambiente tendenzialmente acido
duodenale in fase post-prandiale ed interprandiale è la
precipitazione dei sali biliari che comporta una ridotta
concentrazione di acidi biliari in fase micellare, una
insufficiente solubilizzazione micellare dei lipidi con ulteriore
aggravamento della digestione lipidica e della steatorrea
(
prev. Mucoviscidosi)
Il persistere di un pH acido in duodeno a lungo andare
riduce la sensibilità della mucosa duodeno-digiunale al
rilascio di Secretina con conseguente decremento della
secrezione pancreatica e, forse,
dell’attività motoria dello
stomaco
Ipersecrezione acida gastrica.
• aumento secrezione HCl (
gastrite alcoolica)
• mancata inibizione HCl per assenza endoluminale di prodotti della
scissione lipidica (
mono e digliceridi inibiscono secrezione HCl)
• mancata inibizione secrezione gastracida da parte del tripsinogeno (
la frazione non funzionale del proenzima, staccata dalla enterochinasi, in condizioni normali inibisce la secrezione gastrica)• la ridotta presenza di ac. grassi nel lume digiunale accelera lo svuotamento
gastrico con presenza di notevole quantità di chimo iperacido nel duodeno
che aggrava la inattivazione degli enzimi
• il deficit di bicarbonati riduce la peristalsi anterograda, rallenta la
rimozione idrogenionica con aumento del tempo di persistenza dell’acidità
duodenale.
Possibile ruolo della lecitina.
Lecitina
(lume intestinale)blocco trasferimento a.grassi da micelle ad enterociti < assorbimento lipidi fos fol ipa s i pa nc rea ti c a
Isolecitina
< blocco > assorbimento lipidiInsufficienza
pancreatica esocrina
< fosfolipasi pancreaticalecitina
isolecitina
< assorbimento lipidi
Insufficienza pancreatica esocrina
quadro clinico
I
Se è vero come è vero che gli attacchi acuti della
pancreatite cronica si riducono in frequenza ed
intensità in rapporto alla sostituzione del
parenchima, si può affermare che il quadro
clinico dell’insufficienza pancreatica esocrina
conclamata si realizza dopo la scomparsa delle
crisi dolorose (
quando il paziente può illudersi di star
Insufficienza pancreatica esocrina
quadro clinico
Iperfagia
II
tentativo di correggere la malnutrizione da perdita calorica (steatorrea)
Dimagrimento
alterazione dei processi di assorbimentosensibile al trattamentonon raggiunge i gradi estremi della malnutrizione
Deficit vit.
liposolubili + Ca
osteoporosi con osteomalacia nei casi più gravi contrazioni e spasmi muscolari
anomalie della visione notturna e xeroftalmia atassia tipo Friederich, neuropatia periferica
leuconichia ungueale (ipoalbuminenia) in stadi avanzati
Ridotta tolleranza ai carboidrati con elevata glicemia p.p. e
riduzione rilascio di insulina
(> rilascio GIP da riduzione produzione eInsufficienza pancreatica esocrina
quadro clinico
III
Diabete insulinoprivo (
coinvolgimento insulare nelle fasi avanzate della p.c. o da pancreasectomia):
• estremamente instabile
• non chetoacidosico
• scarsamente complicato a livello microangiopatico
(nefropatia, retinopatia)
• ma non a livello neuropatico (
alcool + malassorbimento)
concomitante deficit di glucagone e conseguente riduzione capacità del fegato a convertire a.grassi in chetoni (a. acetico, a. β – ossibutirrico)
Insufficienza pancreatica esocrina
quadro clinico
IV
Caratteri delle feci:
• abbondanti (> 250g/die)
• untuose (con piccoli grumi bianco-giallastri di materiale grassoso indigerito; gocce o chiazze oleose nei casi più gravi)
• steatorroiche (7-10g. di grassi neutri / 24h )
• consistenza poltacea, talora schiumose
• non diarroiche (per l’assenza di a.grassi liberi provenienti dalla idrolisi enzimatica dei trigliceridi che a livello del colon sono idrolizzati dalla flora batterica con stimolazione di H2O e di elettroliti mediata da AMPc)
• odore nauseabondo
dd con ins. biliare e malassorbimento intestinale (a. grassi e saponi)
Terapia
La terapia sostitutiva enzimatica è raccomandata in tutti i casi di Insufficienza
pancreatica manifesta.
Gli enzimi vengo somministrati sotto forma di minimicrosfere gastroprotette (
da 1.0 a 1.2 mm di diametro
) durante o subito dopo i pasti in modo da essere
versate in duodeno con il chimo e disintegrate a pH alcalino per il loro rilascio.
Il dosaggio per ogni somministrazione è pari a 40-50mila U di lipasi ai pasti
principali mentre durante gli spuntini si somministrano 20mila U.
L’aggiunta di PPI si rende necessaria quando la steatorrea non è controllata.
Possono essere somministrate supplementazioni di vitamine liposolubili per
via parenterale.
Gli MTC non sono indicati salvo casi particolari (
ins. severa in sostituzione di trigliceridi a catena lunga).
Possibili adiuvanti possono essere la decontaminazione del lume intestinale, i
probiotici per ridurre la flogosi intestinale, eventualmente gli acidi biliari
La terapia sostitutiva migliora la qualità della vita.
Possibili, ma rari, effetti collaterali possono essere:
irritazioni del cavo orale;
irritazioni della mucosa nasale e delle vie respiratorie fino
all’attacco di asma per le confezioni in polvere;
dosi molto alte sono state associate a iperuricoemia e
iperuricosuria;
un restringimento del colon è stato segnalato in bambini con
fibrosi cistica per cui il dosaggio massimo degli enzimi è limitato
a 10mila U/kg/die
Algoritmo per il monitoraggio e il trattamento della ins. pancreatica
esocrina ( IPE ) in pazienti ospedalizzati per Pancreatite Acuta (P.A.)
P.A. (Moderata/Severa)
dieta solida ipolipidica
elastasi 1< 100mcg/g
no terapia sostitutiva
terapia sostitutiva
(follow up a 6 mesi ed ev. 12/18 mesi)
elastasi 1< 100mcg/g
terapia sostitutiva
considerare ipotesi pancreatite cronica
Pezzilli R. WJG, 2013 (modificato)
no
si
Algoritmo per il monitoraggio e il trattamento della IPE da
pancreatite cronica
Pancreatite cronica Diagnosi di I.P.
No terapia Terapia enzimatica sostitutiva
Recupero peso, normalizzazione feci,miglioramento strato nutrizionale
Verifica compliance P R O S E G U E T E R A P I A Aumento dosaggio Normalizzazione parametri Aggiungere PPI Normalizzazione parametri Ricontrollare diagnosi NO SI NO SI NO SI NO NO SI SI da Pezzilli R., WJG, 2013 (modificato)
PPI
PPI
Algoritmo per monitoraggio e trattamento della IPE in pazienti
diabetici
Diabete mellito Tipo 1 o Tipo 2
di lunga durata e in terapia insulinica
Elastasi 1 fecale
< 100mcg/g
Non trattamento Trattamento
Follow up 1 anno
Elastasi 1 < 100mcg/g
continua trattamento
no
si
Considerare diagnosi di pancreatite cronica associata o di altre malattie pancreatiche responsabili di malassorbimento
no si
Algoritmo per monitoraggio e trattamento IPE in pazienti con
malattia celiaca
Diagnosi di celiachia dieta priva di glutine
Elastasi 1 fecale
< 100 mcg/g
No terapia Terapia
Follow up di 1 mese
Elastasi 1 < 100 mcg/g Continua terapia
Considerare diagnosi di pancreatite cronica associata o di altre malattie complicate da maldigestione o malassorbimento
no si
no si
Algoritmo per il monitoraggio e il trattamento della IPE da
adenoca pancreatico non resecabile
Adenoca pancreatico non resecabile
Calo ponderale > 5%
No
Tumore non localizzato alla testa Si
Elastasi 1 fecale Impedenza bioelettrica
< 100mcg o > 20mcg/g < 20mcg/g
I.P. severa I.P. molto severa
Trattamento enzimatico (T.e)
T.e + ricerca aa cause maldigestione
BMI Angle phase
< 19.5 < 5.0°
malnutrizione severa
Nutrizione parenterale e approfondimento diagnosi malassorbimento
Algoritmo per trattamento IPE in pazienti gastroresecati
Resezione gastrica
Dieta ricca di carboidrati con quota lipidica normale e trigliceridi a catena media
Gastrectomia totale o
resezione gastrica parziale con PPI
Resezione gastrica parziale
Terapia enzimatica orale durante il pasto e con dose appropriata
Enzimi pancreatici senza copertura + PPI
Minimicrosfere con copertura pH sensibile
Algoritmo per monitoraggio e trattamento della IPE in
pancreaticoduodenectomizzati
Pancreaticoduodenectomia
Forme maligne
Prima dell’intervento Dopo l’intervento Alto rischio preoperatorio di I.P. Terapia enzimatica preoperatoria raccomandata Terapia enzimatica altamente raccomandata Forme benigne
Prima dell’intervento Dopo l’intervento Rischio I.P.
preoperativo minore
Dosaggio enastasi 1
Normale Patologico
No terapia Terapia enzimatica
Algoritmo per monitoraggio e trattamento IPE in pazienti con
pancreasectomia distale
Forma maligna
Prima intervento Dopo intervento
Elastasi 1 fecale Patologica Normale Terapia No terapia Resezione tipica Estensione vena porta Basso rischio I.P. Alto rischio I.P. Terapia Forma benigna
Prima intervento Dopo intervento
Basso rischio I.P. Resezione tipica Esteso vena porta Basso rischio I.P. Alto rischio I.P. No terapia Terapia da Pezzilli R., WJG, 2013 (modificato)