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12. Cicli biogeochimici

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Academic year: 2021

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(1)

I cicli biogeochimici

Abbondanza relativa degli elementi nell’universo in

funzione del numero atomico (silicio uguale a 10.000)

Gli elementi che

costituiscono la

materia vivente sono

all’incirca 26 ed hanno

un numero atomico

inferiore a 53

(2)

I cicli biogeochimici

Tutte le forme di vita richiedono gli

specifici elementi chimici costituenti che

devono essere continuamente forniti

nella quantità e nella velocità giusta

N, P, S – è fondamentale l’attività degli

organismi per il rifornimento ed il riciclo

(3)

I cicli biogeochimici

I processi di incorporazione degli

elementi nella biomassa sono definiti di

assimilazione

, quelli che restituiscono

gli elementi nell’ambiente fisico vengono

definiti

dissimilativi

(4)
(5)
(6)

I cicli biogeochimici

Compartimenti abiotici

Aria

Acqua

Suolo

Sedimenti

Gli elementi si spostano da

un compartimento all’altro

per effetto di processi fisici

e chimici (ciclo esterno)

Compartimenti biotici

Biomassa vegetale

Biomassa animale

Biomassa microbica

Necromassa

Lo spostamento degli

elementi attraverso i

compartimenti biotici

avviene grazie ai processi

di produzione, erbivoria,

predazione e degradazione

biologica del detrito (ciclo

interno)

(7)
(8)

I cicli biogeochimici

Flusso quantità di un dato elemento che

si sposta da un comparto all’altro

nell’unità di tempo

Tempo di residenza tempo di

permanenza di un dato elemento in un

comparto

Pool di riserva generalmente non

biologico e stabile

Pool labile circolante più attivamente e

(9)
(10)

I cicli biogeochimici

Cicli gassosi

Pool di riserva: fase

gassosa più

importante di quella

sedimentaria

(N,

C

)

Cicli sedimentari

Pool di riserva: fase

sedimentaria

fondamentale

(P, S)

(11)

Il ciclo dell’acqua

È fondamentale per la vita sulla Terra,

considerando il ruolo essenziale

dell’acqua all’interno degli organismi.

Tuttavia gli organismi non giocano un

ruolo fondamentale nell’alterazione

dell’acqua come fanno per gli altri

elementi. Non si hanno trasformazioni

chimiche dell’acqua dovute

(12)

Il ciclo dell’acqua

(13)

Il ciclo del carbonio

Rocce

Sedimenti

Oceani

Carbon fossile

CO

2

Sostanza organica

del suolo

Organismi viventi

Atmosfera

Fotosintesi

Chemiosintesi

Respirazione

Decomposizione

(14)

Il ciclo del carbonio

Produttori primari

CO

2

+ H

2

A CH

2

O + A

Passaggio del carbonio dall’atmosfera

agli organismi.

La principale forma di carbonio nel

biota è di tipo organica.

(15)

Il ciclo del carbonio

Metanogenesi

In condizioni anaerobiche, alcuni batteri

sono in grado di trasformare l’anidride

carbonica e il carbonio organico in

metano. La reazione globale parte dal

metanolo:

4CH

3

OH 3

CH

4

+ CO

2

+ 2H

2

O

CO

2

+ 4H

2

CH

4

+ 2H

2

O

(16)

Il ciclo del carbonio

Il metano viene prodotto in grandi

quantità dai batteri intestinali dei bovini

e dai batteri anaerobi nelle risaie.

Il metano è un gas ad effetto serra e

contribuisce al riscaldamento

(17)

Il ciclo del carbonio

ceduto all’atmosfera carbonio organico anidride carbonica respirazione fotosintesi metano metanogenesi st at o di oss idazion e +4 +2 0 -2 -4 riduzione

endoergonica esoergoniche ossidazioni in ambiente ossico

reazioni di ossidoriduzioni esoergoniche accoppiate

(18)

suolo

legno

lettiera (orizzonte A

0

)

foglie

Distribuzione del carbonio organico

(circa 250 tonnellate/ettaro)

FORESTA NORDICA A CONIFERE

FORESTA TROPICALE

Distribuzione del carbonio organico accumulato nel compartimento abiotico (terreno, lettiera) e biotico (legno, foglie) in un ecosistema rappresentato da una foresta di conifere e da una foresta tropicale. Nella biomassa della foresta tropicale c’è una maggiore percentuale di materia organica. (Ripreso da Kira e Shidei, 1967).

(19)
(20)

Il ciclo del carbonio

CO

2

dissoluzione

corpi idrici

rocce e sedimenti

dissoluzione e

precipitazione

CO

2

+ H

2

O H

2

CO

3

H

2

CO

3

H

+

+ HCO

3

-

2H

+

+ CO

3

2-

Ca

2+

+ CO

3

2-

CaCO

3

(21)
(22)

Il ciclo del carbonio

Modello semplificato del ciclo globale del carbonio. La parte a sinistra mostra il movimento del carbonio attraverso gli ecosistemi marini e la parte destra mostra il suo spostamento attraverso gli ecosistemi terrestri. Le riserve di carbonio sono mostrate come rettangoli; i processi che cambiano una forma di carbonio nell’altra non sono inseriti in un riquadro.

(23)
(24)

La concentrazione della CO

2

nell’aria

risulta dal bilancio tra:

Emissione per respirazione e decomposizione +

Emissione per combustione

Assorbimento delle piante +

Assorbimento degli oceani

~ il 40% della CO

2

liberata dalla combustione dei combustibili fossili viene

assorbito dagli oceani

(25)
(26)

I gas ad effetto serra

CO

2

CH

4

N

2

O

CFC

O

3

H

2

O

(27)

L’effetto serra

Senza effetto serra la T superficiale del pianeta sarebbe

di -18°C, rispetto agli attuali 15°C

(28)

L’effetto serra

In che parte

dell’atmosfera avviene

Troposfera

Che processo avviene

Intrappola il calore

vicino alla Terra

Quali gas naturali sono

coinvolti

H

2

O, CO

2

, CH

4

Quali sono gli

importanti contributi

umani

CO

2

, CH

4

, CFC, N

2

O

(29)

L’effetto serra

L’anidride carbonica è responsabile del 50-60% del riscaldamento derivante dai gas serra prodotti dall’attività antropica. Le principali fonti sono rappresentate dall’utilizzo di combustibili fossili e disboscamento e combustione di biomassa. I

clorofluorocarburi sono responsabili sia dell’effetto serra a livello della troposfera che del buco dell’ozono a livello della stratosfera. Le principali fonti di questi composti sono rappresentate da perdite di condizionatori e refrigeratori, evaporazione di solventi industriali, produzione di schiume sintetiche e propellenti gassosi.

(30)

L’effetto serra

Il metano contribuisce al riscaldamento globale per circa il 20%. È prodotto in seguito all’azione dei decompositori che agiscono sulla necromassa in condizioni di anaerobiosi. I principali luoghi in cui si forma sono rappresentati da paludi e altre zone umide, risaie, discariche e

intestini di bovini. Il protossido d’azoto

è responsabile sia dell’effetto serra a livello della troposfera che del buco

dell’ozono a livello della stratosfera. Esso deriva da produzione di nylon,

combustione di biomassa e

combustibili ricchi di azoto, gas di scarico delle marmitte catalitiche,

utilizzo di fertilizzanti, deiezioni animali e presenza di acque

(31)

L’effetto serra

Durante gli ultimi 900000 anni la Terra ha attraversato cicli di periodi glaciali, della

durata di circa 100000 anni ciascuno, intervallati da epoche interglaciali più calde della durata di 10000-12500 anni. Il calore derivato dall’ultimo periodo interglaciale è stato il principale fattore che ha permesso lo sviluppo dell’agricoltura, della civilizzazione e della crescita demografica

(32)

L’effetto serra

Variazioni stimate della temperatura media della superficie terrestre e delle concentrazioni di CO2 in troposfera negli ultimi 160000 anni. Le stime delle

concentrazioni di CO2 sono state ricavate dai carotaggi effettuati nella regione

antartica e, una volta estratto il ghiaccio, analizzando le bolle d’aria presenti alle diverse profondità corrispondenti a diversi periodi storici. Le analisi hanno

evidenziato come, a partire dall’ultima era glaciale terminata 10000 anni fa, la terra abbia potuto godere del calore del

successivo periodo interglaciale. La correlazione grossolana tra i livelli

troposferici di CO2 e la temperatura, in base ai dati ricavati dall’analisi dei

carotaggi, suggerisce che esiste una connessione tra i due fattori.

(33)

L’effetto serra

Variazioni stimate della temperatura media della superficie terrestre registrate tra il 1860 e il 1998 (linea nera). Lo spazio giallo mostra il riscaldamento globale

ipotizzato dai modelli climatici. È da osservare che le previsioni dei modelli concordano con l’aumento di 0.7°C registrato tra il 1860 ed il 1998. I modelli attuali prevedono che la temperatura media globale aumenterà di 1.3-4.1°C dal 1990 al 2100.

(34)

L’effetto serra

Schema generalizzato dell’effetto serra e modelli relativi alle sue possibili

conseguenze. L’effetto serra rappresenta un fenomeno ben conosciuto (modello 1). L’aumento della temperatura media globale che deriva dalle sempre maggiori

concentrazioni di gas serra (modello 2) è previsto da modelli matematici. Gli attuali modelli non possono prevedere con precisione gli specifici cambiamenti climatici (modello 3) e le loro conseguenze (modelli 4-7) nelle diverse parti del mondo.

(35)

L’effetto serra e gli oceani

Gli oceani rimuovono circa il 29% della CO

2

che

l’uomo libera in atmosfera

Il riscaldamento globale potrebbe diminuire se gli

oceani riuscissero ad assorbire più calore, ma ciò

dipende dal tempo che il calore impiega a

raggiungere gli strati più profondi

Un effetto del riscaldamento globale potrebbe

anche essere l’alterazione delle correnti oceaniche

profonde

I dati indicano che, qualora il clima diventasse più

caldo, l’innalzamento del livello del mare sarebbe

provocato anche da un aumento delle

precipitazioni e dallo scioglimento dei ghiacciai e

delle nevi

(36)

L’effetto serra e le nubi

temperatura evaporazione vapor acqueo

(37)

L’effetto serra e la

fotosintesi

temperatura fotosintesi

?

Un altro importante fattore che può determinare una variazione della concentrazione di CO2 in atmosfera è il

turnover forestale, ovvero la velocità con cui gli alberi crescono e muoiono in una foresta. Il turnover sta

decisamente aumentando nella fascia tropicale, d’altra parte una diminuzione della biodiversità provoca un aumento del riscaldamento globale.

Piante C3 favorite

(38)

L’effetto serra e la

disponibilità di acqua

In alcune regioni del globo il

riscaldamento globale potrebbe

comportare un prosciugamento dei corpi

idrici

In altre regioni del globo, invece, il

processo di scioglimento dei ghiacciai

potrebbe aumentare l’intensità e la

(39)

L’effetto serra e la

distribuzione delle foreste

Il riscaldamento globale potrebbe comportare un

radicale cambiamento nell’aspetto e nella

distribuzione geografica delle foreste

Le fasce climatiche tipiche delle medie latitudini

sono destinate, nel prossimo secolo a spostarsi di

circa 550Km verso nord. Le specie che diffondono

i semi per l’attività di uccelli potrebbero spostarsi,

quelle che si diffondono grazie al vento

scomparirebbero (diminuzione della biodiversità,

ulteriore incremento della CO

2

in atmosfera anche

per maggiore disponibilità di necromassa)

(40)

L’effetto serra e la

distribuzione delle foreste

I possibili effetti del

riscaldamento globale nella

distribuzione geografica delle

foreste di faggio. In seguito

all’ipotesi che le emissioni di

CO

2

raddoppino nel periodo

tra il 1990 ed il 2050, le

foreste di faggi che

attualmente sono distribuite

nell’intera zona orientale

degli USA resterebbero

confinate in una limitata zona

Nord.

(41)

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