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La coltura letteraria fondamento dell'istruzione superiore. Discorso del professore Antonio Zoncada letto nell'Aula Magna della Regia Università di Pavia nella solenne

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W

COLTURALETTERARIA FONDAMENTO DELL'ISTRUZIONE SUPERIORE

Iononsoveramente,o Signori, se al-cunoèquidivoichericordileparole collequali,chiamatonel1853, ionulla chiedente,all'onoreper

me

inaspettato drsedereinquestoanticoAteneofra cotantosenno, iniziavaicorsidella filo-logia latinaedellaclassicaletteratura. Dall'una partelapochezzadeldicitore male adattoa quella peregrinità di con-cettichecolpiscelementi,dall'altrala lunghezzadeltempo checicorse sopra, poco meno chequattrolustri,spaziogrande della vitamortaleinqualunqueperiodo dellastoria,grandissimoinquesto no-stro dicosìsubitie quasi favolosi rivol-gimenti,appena mi permettonodi con-cepirnepurlasperanza.Nonvidispiaccia

(4)

_

4

pertantocliciore nerinfreschiorala memoria non ad argomentodìpuerile va-nità,quasiche'potessimenarnealcun vanto,

ma

perchèilsuhbiettoda

me

trat-tatoalloraaccennapermodo aquesto altro diche intendodipresente intrat-tenervichesispieganoesiaiutano, re-cìprocamente.Iodunqueinquel dìper

me

simemorando aveatoltoadimostrare come megliosapessiqualmenteescienze eletterepossanocamminardìconserva non pur senzaimpacciarsi,

ma

vantag-giandoanzileunee lealtrediquella concordia; oggiquasiperdarcompimento almio concettod'alloraaggiungo,che a volere chel'insegnamentoscientifico rendatuttoilfruttoond' ècapaceè bi-sogno che poggisullacoltura letteraria. Questa peròdellarispondenzainchesono iduesubbietti,devoconfessarlo,nonè l'unicomoventediquelricordo;anche esso Pamorpropriocihalasuapiccola parte,

ma

unaparte,oso dire, di cui nes-sunosivergognerebbe.Enelfattochi è divoi,oSignori,chevolesse rimpro-verarmisecitengoadimostrarechein questa,comeinaltrecosepiùgravi, le

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mieopinionipermutardicorrentenei giudizi delgiornononaicangiaronopunto? Giovine propugnai l'importanzadelle let-terenellacivileeducazionedeipopoli, vecchio cheormai discendoagranpassi l'ultimo declivio dellavita,ripetoquel medesimo,ecomeallora dicoadessoagli Italiani:onorateecoltivateconamorela scienza,fontech'essaèd'ogniutile in-crementoaipopoli,

ma

nonvogliate se-pararlamaidalcultodelleletterese aspiratea completa grandezza,eripeto adessocomeallora:guai perl'Italiaquel giornochelafiaccoladellascienza ve-nissemenonellesuemani,

ma

peggio ancoraquel dìchealtraormai che que-stanonserbasseviva arischiararleil cammino. Le accuse mosseinquestomezzo acertistudiquasia garadiquadai retrivichecivedevanorisortointeroil paganesimocollesueturpitudini,dilà daitroppopositiviaiqualiparevadi trattar leombrecome cosa salda a oc-cuparsidiciòchenontornìacontodi dareeavere,mi addolorarono,

ma

non miscossero;leconquistedellascienza dall'undì all' altromaggiori mi empirono

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digrata ammirazione,

ma

non mi abba-gliarono,nonmiaccecaronoalpunto ch'ioaugurassiaItaliamiailtrionfo dellascienzaad ognicosto,anchecolla mortedelsentimentodelhelloedello ideale.Ilperchècredereiquasidi man-careadun dovere anoncogliere l'occa-sionechemièdata, forseper l'ultima volta, didoverparlare in così eletta adu-nanza per rompere,comesidice,ancora unalanciaadifesadiuna causa chefu sempreincimade'miei pensieri.

IL

Nientepiùfacile,o Signori,parlando inastratto,che trovarlaforinoladi co-destofondamento chesivuoldarealia istruzione superiore.Quellosaràil pre-feribile,anzil'unicobuonochemeglio daràmododiesplicarsiallediverse fa-coltàdell'uomo,edipiùutilmente ado-perareinquellacarriera qualunqueche sivuolpercorrere.Ildifficilecomincia, come sempre, quandodall'astratto si di-scendealconcreto;nonappenaci fac-ciamo ad esaminarequellaproposizione

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cosipianainvista e cosi sempljce,ecco che ogni parolafuiperdirediventaun problemaedeipiùcomplicati;sarebbesi dettoallaprimaeh' ellafossepocopiù cheuna questionedipedagogia,emano a mano cheviciaddentriamosiviene ascopriretrattarsinientemenoehedi questioneuniversale, laqualeabbraccia morale,interessisociali,ragiondistato, pubblicaeprivataprosperità,ilpresente e l'avvenire,ognicosa insomma, peroc-chéinfineogni popolotanto valequanto sa,ecomesa,chepiùimporta. Dicocome sa,perchèunascienzaqualunquenon basta,

ma

tateha daessereche prov-vedanoncliealleprimenecessitàdella umana natura,atuttealtresìlesue aspirazionipiùnobili,nessunaesclusa. Oraètroppofacile,e l'esperienza lo di-mostra, cheinciò siprendaerrore,colpa dell'indirizzofalsoomanchevole chevien datoallascienza nella scuola,dove dimez-zando l'uomocoll'educarequella oquesta suafacoltà,ecoli'accarezzarequestao quellatendenza esclusivamentea pregiu-dizio delle altre,dove capovolgendol'ordine diesse erompendone l'armonia. Le cause

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disiffattoerrorealtresonoestraneeal voler nostro, e sispieganocoll'imperfetta cognizionedelleumanefacoltà,altresono razionali e volontarie, equantopiùgravi altrettantopiù difficiliadeliminarsi. Que-steultime,o iom' inganno,derivanole più volte dal diversoconcettochealtri puòfarsideifinedell'uomosullaterra. Enelfattodue sonoimodidi conside-rarel'uomo quaggiù,oqualeuna so-stanzaunica organataa pensare pervirtù congenitanellamateria,oquale un com-plesso didue sostanzeunite sì,

ma

di-stinteediaffattocontraria natura,ente caduconelprimo casocomelamateria ondetuttos'informa,imperituronel se-condoinquantoèspirito,

ma

soggetto anch'esso a perire inquantoèmateria. Perchiaccettiquellaprimadottrinala vitadell'uomosirisolve inunaseriodi attiofenomeni chesivoglianodireche finiscono insèmedesimisenz'altre at-tenenze con checchesiafuoridell'ordine presente;percontrarioachisegue l'al-tralavita

umana

sipresentasì vera-mente quale unfattochesisvolge nel-l'ordinedellecosepresenti,

ma

nonciha

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inesso,nòpuò avereilsuocompimento. Oraètroppochiarochenelprimocaso l'interessedelgiornoè tutto,mentrenel secondo noncheprimeggiared' impor-tanza bisogna subordinarloa uninteresse dipiùaltanatura.

Secondo pertantoquelprimoconcetto della vitatuttociòchesiappuntainun idealea cui neltempo nonsiarrivi,ciò chenon corrispondeanzituttoaibisogni della vitarealeèdannosaillusioneche cifaperdereilpossibilecheabbiamoalla manoperunachimera;perconverso secondoquell'altroconcetto,ch'iodirò spirituale,tuttociòche tendeaspegnere ilsentimentopuroo screditarlo, tutto ciò cheadopera asostituiròinogniordine dicose1'effettivoall'ideale,falsailfine dell'uomoe gli toglio dignità egrandezza. Orbene, o Signori, l'educazione, eintendo sottoquesto nomecomelaparte nel tutto, anchel'istruzione,cheinfinenonèche l'educazione dell'intelletto,come l'educa-zionepropriamentedetta èl'istruzione della volontà,l'educazioneiodicochesi dàalfanciullo,all'adolescente,al gio-vine, più omenoriflessivamentesecondo

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itempi s'informa all'unooall'altrodi queiduoconcetti, seèpurvero,comeè verissimo,chedallascuolaesce1'uomo cosìo cosìcondizionatodafartrionfare piuttostol'unochel'altro.Diquestidue concettiqualesiaper

me

ilveronon. nccorreeh' ioildica;ilmiopassatoei miei scritti, qualichesiano,informino, nèio,pur potendo,vorreinascondere per umanirispetticiòchefuilconforto di una lungavitacheoravolgealfine, quasi

me

nedovessivergognare.

Ma

ciò nonsignifica,oSignori,cheiovoglia sfa-tare chi lapensaaltrimenti; franco,

ma

nonintollerante, rispettoleopinioni tutte purchésincere.La miadichiarazione, in-tendiamocibene,nonèdunqueunasfida a nessuno,

ma

unanecessitàcheil sub-biettom'impone. Perocchécertonon mi sfugge che talunedelleragioni che do-vròaddurviasostegnodellamiatesi non sonotalidacontentarsene ugual-mente ognunoneidueopposticampi,e quindièbene chesìsappia,sealcuno maivolessetenersioffeso vedendoimpu-gnarsi risolutamenteopinioni a luitroppo care,chequinonsitrattadipersone,

ma

diprincipii.

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III.

E

oratorniamoinmateria.

A

questo doppioindirizzodellementi,che sopravi accennai,dovevadunqueinformarsi l'istru-zionenellascuola,variandometodie aspirazioni di età in etàsecondo chel'uno o l'altro di queidueconcettiacquistasse ilsopravento;innessunaperò,esiane lodatalaProvvidenza,arrivòl'unoa soffocar1'altroaltuttoerimanere pa-droneassolutodelcampo. Fattoè non-dimeno che dopotantisecolidistudioe dibattaglie,contantorimutardìmetodi e di sisteminons'èforsetrovatoancorail giustotemperamento,

ma

sempredaun eccessosicascònell' altro,ora trattando l'uomoquasiunpurospirito,unche dietereoesopranaturalecacciatonel mondo percastigo,oraviceversaquasi nulla piùcheunbruto collocatounpo'più altonellascala degliesseriviventi, me-ritodipiùsquisitastruttura,

ma

non sortitoamigliordestinocheilbruto ol-tre latomba;

ma

l'uomotalqualenatura ilfeceanimae corpo, spiritoemateria

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12

coirispettivibisognidiquestadoppia naturanonfumaiconsideratonelsuo lutto.Così l'educazione, fattasi quasi uni-laterale,orafu,lasciandostaregli an-tichi,poco menochemonacalee asce-tica,quale solevadarsiall'etàdimezzo neichiostri,negliepiscopiie fino in ta-lunadelleUniversitàpiùfamose;ora gretta,epicurea,nemicad'ogni aspira-zionechetrascendal'attuabileo per-cepibilealsenso,qualeinvalse nel pas-sato secolo inFranciae dallaFrancia, come sempre,sidiffusepoiintantaparte d'Europa.

Oggidìoscilliamo forse tra ledue ten-denze,accostandociquandoall'una, quan-doall'altrasenzaun' ideachiaradiciò chesivuole;dovesifinirà?chilosa dire?

A

certiindiziisiparrebbecheil tem-poincomplessoaccennipiùchealtro alpuropositivo, almateriale.Memore tuttavia del precettoorazianodiben pon-derarea chebastino le proprie spalle,a chesirifiutino,nonmiardisco di affron-tare cosìarduoopaurosoproblema;ilmio compitoèpiùmodestoassai,e crederei

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13

avergiàfattomoltoseapparissedal miodireohecodestacolturaletteraria chesivuoldareabasodell' insegna-mentoscientificoèpursempreilmiglior mododipreservarlodaiduecontrari! eccessi.

IV.

Temonoalcunichedoveilgiovane silascivincerealladolcezzadello let-tere,venutoiltempodipassarea studii più severi, visiacconcidimalavoglia, comechiusoscorazzareadiportoper pratiecollifioritidovessepoi inerpi-carsisupeigreppie dirupidella mon-tagna.Perovviareadunqueaquesta maladisposizionevorrebbero chele te-nerementideifanciulli siabituasserofin da!belprincipioalpositivo,eperciò si assegnasseroallascienza leprimeparti nonsolonell'insegnamentosecondario,

ma

nelprimarioaltresìperquantol'età ilconsente,comes'èpur veduto prati-careinrinomatiistitutidellaSvizzera e dellaGermania.Lasciandoperoradi ricercaresecodestopredominiodel

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posi-—

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tivoinquelprimoindirizzodellementi sarebbeutile,sarebbe prudente,domando lorointantoseper avventurasìfatto ti-more non nascessedalconcettofalso clie sifecerodeglistudiiletterarii, piglian-done argomentodaciòchefuronogià nellenostrescuole.Noivecchi,ormai ul-timoanelloviventediun passaloniente invidiabilechefrapocosidovràcercar neilibri,noipossiamodireper espe-rienzache cosas'insegnassesottonome diumanelettere inquellescuole di arca-dicamemoria.Evoletesaperequalfu l'errorediqueiristruzione ?L'errorefu questo che,oltreipessimimetodiinuso alloralostudiodelleumaneletteredi mezzochedovevaessere,s'erafatto comeilfineultimodell'insegnamento, tantoèvero cheognivantoscientifico sioscuravaneigiudiziidelmondo di-nanzialpiùmiseroallorodelpoeta.E qui, senonmi sospìngesseillungo tema, troppofacilemisarebbecitarvimolti nomid'uomini cheagliocchi nostrinon acquistanograndezzachedallascienza incuifuronomaestri,echepureai tempiloroebberoinItaliapiùfama da

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15

unsonettochedalleopereloro più pen-sate,dovesseropur chiamarsilaScienza nuovadell'insuperatoVicoo laVerona illustrata delMaffei.E non pertanto,in-credibilea dirsi, quell'istruzionenonso sepiùfrivolaopedantesca, facevale vistedivolerinsegnareatuttisenza divario ciòchenaturanon concedeche àpochissimieletti,volevacioèquanti scolari,tantiletterati,anzipoeti,che nonparvero.E!aconseguenzaqual fu?Fu questa,oSignori,come troppoò noto,chementre erasigrandeil biso-gnodispertimeccanici,didottimedici e legali, di valenti professori delle scienze e delle arti più utiliall'umanoconsorzio, cicrescevanoinvece intorno,comei fun-ghiinterreno malsano,scrittorellie ver-seggiatori scempiati.

V..

Ma

no,nonè questo,oSignori,lo studiodelleletterechenoi raccoman-diamo, che vogliamo dare per basealla scienza;

ma

unostudio serio, sostanziale, cheintesoad unfinepratico sicontenga

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io-ne'giustilimiti,enonpretendaoltre quanto puòtiarelamezzanitàdegliumani ingegni.Dicolamezzanità,perchè sif-fattaistruzionedeveordinarsipermodo chetuttinopossanoprofittare,enon portareinnanzisoloisommi,lasciando addietroimediocri,chesonoipiù,quasi poveri fantacciniarrembatiinuna marcia troppoaffrettata.Aisommicosiridotta riusciràforse insufficiente,

ma

poco im-porta,ildanno non sarà grande, perchè isommi messi chetulihainellabuona viasaprannodasèmedesimiandare avantiearrivarnealfondo.Anziegli avvieneassaivoltechegliingegni stra-ordinariisifaccianodalorostessila strada,esorgano ainsolitagrandezza a dispettodellapessimaistruzioneedella tristiziadeitempi,dichenonvoglio al-trotestimoniocheildivino Alighiericui lepastojedelTrivioedelQuadrivionon impedironoeh' eivolassecomeaquila sopratuttiipoeti.Noi dunque non cer-cheremoall'istruzioneletteraria roman-zatori,peresempio,scrittori dicommedie, drammaturgicpoeti vaienti,perchè, tutto ciòche poggiasullafantasiaiaventrice

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17

nonviene dalla scuola,

mi

dallanatura; lecercheremonullapiùdie uominicolli, iquali nndritiallefontide'buoni scrit-torieaddestratia ben usarJaparola, sappianoad unbisogno dar (orma con-venienteaiconcetti loro.

VI..

Orbene,diciamnoi,diunacoltura cosìdivisatanonpuò che vantaggiarsi qualunquepiù altoinsegnamento acui sia postaper base, sìaperrispetto allascienza stessa,sia'moralmente, chepiùimporta. Perocché notiamoanzitutto,o Signori,che nessunaistruzionepuòdirsibuona dav-veroinriguardoalfine,tuttochéfosse ottimainsé,quandononrendaanche l'uomomigliore,piùdispostovoglio dire abenfare.Secosì ènonesitoadasserire chelascienzanonpotrebbe trovarené piùacutostimoloadappuntarelamira a sì nobilescopo,nèajutopiùefficace chenellelettereperpreservarsidaquei difettinei qualiabbandonata asèstessa vedesicader troppevolte.Veroèche ogni scienza,comequellachesivolgealle a

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18

più altefacoltàdell'uomo, essendoper sènobilissima,parrebbedoversempre render l'uomo migliore;

ma

nonfu,non èsemprecosì;lastoriainformi,tanto tirano gliuominiamale usaredellecose piùsante,che santaèdavverolascienza checiravvicinaaDio intelligenza su-prema. Fattoèche.spessoegliincontra, in certe scienzemassimamente, che avvezze ìementìanon accettarnullacheil cal-coloolatestimonianzadeisensinon possasincerare dipuntoinpunto, diven-tinopoiritroseoltremodo adaccogliere quanto nonsipuò adircositoccarcon mano,edimostrarecoli'evidenzadeldue eduequattro.Diche nasce che percerti uominidellascienzaqualunque cosa non entrinelcircolodellelorocognizioninon havalore, tuttoèsogno,èvanità;onde altridiessivediamoincapacid'ogni no-bileentusiasmofuorideilorostudìi pre-diletti,verianacoretidella scienza, se-gregarsidalmondo,o ristringersi tra loro aristocraticamentequasicastad'altra na-turachelacomunedinoipoveri mortali, altriperverità gettarsilodevolmentealla vitaoperosaeindustriarsiapromovere

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-

19

ilpubblicobene,

ma

sempreinquelmodo esclusivo inchel'intendono loro,astiando cioèesprezzandoognialtroqualunque indirizzochesalgapiùsucheleloro idee.

V1L

Ma

nèallasuperbainerziadeiprimi, nòall'intolleranzadeisecondi trascor-reràpermiocrederesìfacilmentechi sisaràformatopertempoallebuono lettere.Troppociòripugnacoli'indole loro;usea farsiinterpreti dellepiù alte aspirazionidell'umanità,siappuntano inquell'ideale delbello,delbuono,del grande, cheècomeilloroelemento,e socievolichesono pernaturanefanno parte nonsoloa chifadilorospecial professione,

ma

atuttiindistintamente quantiadoperaronointempoutileafarsele amiche.Taliessendoleumanelettere, chipuòcrederecheassociandosialla scienzaamodo,s'intende, econ misura, non abbianoacomunicarle alcun chedi que'lorospiritigenerosi?Lascienza, nonsinega,lipotrebbetrovareanche

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20 persòmedesimasenz'altrosoccorso; einverochi ciguardi entro con occhio spregiudicatotosto sideveaccorgerecome amano a manoeh' ellasales'incontri semprepiùcoli'infinitochelainveste d'ogniparte,cheèquantodirecol di-vino.Prendiamo ad esempiole matema-tiche;daLeibuitz,che vedenegliatomi altrettantimondi, a Boscovich chearriva aimmaginarsiridottainun atomosolo tuttalamateriadelmondo,inquesto dominar che fannoiltempoelospazio oltreognivolgar concetto,inquesta pro-digiosaattitudinedisollevarsi per astra-zioneall'esserepiùpurospogliandolo d'ogniforma determinata, quantapoesia, quantoideale!Enotisiquidivarionon piccolotrailmatematicoeilpoeta;tutti edue per veroaccennanoall'influito,se non che doveilpoetalosente,il matema-tico lodimostra,equasiIofatoccarcon mano.IImedesimosidicad'ognialtra scienza, fisica,chimica,geologia, bota-nica,medicina,eviadicendo,tutte rie-sconoinfineauncertochedi scon-finatocosialdisopracomealdisotto di noi,tuttechiamanoauninfinito,al

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quale perfarsiprincipiomotored'ogni concettomorale,nonmanca cheilnome; sichiamiDio, e tutto è fatto.Non sono ìcielisoltanto,oSignori,chenarrino La gloriadiColuichetuttomuove; da quei milioni di soliche sonolenebulose all'ultimoinfusorio,l'universanatura alla scienzachel'interroghi coscienziosa-mente nonripetealtrimentichequel no-me.Questoèvero;Pascal,Baconeda Verulamio,Galileo,Cartesio,Newton, Copernico,Keplero,Eulero,ecentoaltri antesignanidellascienzanonl'intesero d'altraguisa;

ma

èveroancora che al-tripur grandiinfacciaaqueirinfinito noncitrovaronocheildubbio,nonci impararono chelanegazione.Ciòsiè vistoioognitempo,

ma

inpochiforse comenel nostro.Dondeciòderivinon vogliocercare,chèsarebbemateriadi troppolungoragionamento; bendiròche certedottrinedesolantivenuteinvoga neidinostri,dottrine,doveperuna stranacontradizionedell'umano orgo-glio,mostraronodiassottigliarsiconsì crudelecompiacenzaelettiingegniper ragguagliare1'uomoalbruto,non hanno

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22

più capitalnemicodellebuonelettere; diròchesenonvogliamocheavvenga dinoi ciòche sentenziavaildivinPoeta diquegliantichifilosofi

Li quiili andavano, e non sapeandovej e diquegli altrinonmenoinfelicichesi partironopeggio che indarnodalla riva, perchècitornaronononpuresenzail vero che mal cercarono,

ma

pienoilcapo dierrori,dobbiamocosìordinare l'istru-zionesecondariachenell'animodel fu-turoscienziatorimanga pur sempre alcun chediquelsantoideale dichelebuone letteresonocustodi.Le buonelettereho iodettoripetutamenteenonacaso, perchèseciha unascienzarovinosaai principiidell'ordinemorale,v'èanche, troppoèvero!uualetteraturaindegna delnome, chesidiletta dirazzolarequanto è di piùschifonell'uomocorrotto,una letteraturainvereconda, chenonmale assomigliareste,o Signori, alcaneche stradafacendononsioccupa chedi cer-carealflùtoleimmondizie.Certouna letteratura siffattapuò tornarepiùfunesta chelascienza stessamale usata, perchè

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lascienza,purtraviando,sedibuona fede,serbatuttaviaunacotalsuadignità, e,non volgendosi essa cheall'intelletto, questosipotràpur sanaretuttaviafinchéil cuorenonèguasto; laddoveI'altraporta quiviappunto!amortedonde dovrebbe venirlasalute.

Ma

dappoichénonè que-stalaletteratura,laDiomercè,che s'insegninellescuole,nonèquiluogo difavellarne, sì piuttosto èdafarvoti chesiprovegga dachipuòen'haildovere ch'ellanons'insinuidistraforonelle fa-miglieadistruggervi1'operadella scuola. Laletteraturadunquecheintendiamo noièpereccellenzaeducatrice,perchè inessatrovanol'espressioneloropiù bella,piùeloquenteepersuasiva,i mi-gliorisentimentidelcuoreumano,la religione, lapietà,l'amordellapatria, eperessitutte le virtù dell'uomo onesto e del perfetto cittadino.Educatrici pos-sonoessereanchelescienze; chi lonega? dovechesiaggirinoleloroindagini, nessunasene troverebbeche,purdi vo-lere,non possacavarneargomentodei più alti concettimorali,comeilgrande Galeno,quando compiutal'anatomiadi

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un cadavereci'uomo esclamavaparergli diavercosìtessutoun innoallaDivinità autrice ditantemaraviglie.-Mai ban-ditoridiessescienzeancheimigliori ilvoglionosempre?Nonsi vergognereb-berodiricorrereaquestiamminicoli,

co-me

essidicono,quasichelascienzanon bastasseasestessa? Nonparrebbeloro peravventurachelascienzaciscapiti didignitàe d'importanzaariconoscere una ragione ches'imponga aleistessa, chenonhailmeritoditrovarlei,lei sola,perchètuttoilmondolariconosce? Lascioa voiilgiudicarne. Siacomunque, questoècertocheanchevolendola scienzanoipotrebbemaifarecoli' effi-caciastessadellelettere,dappoichéla naturaloroportachesiindirizzino al-l'intellettoanzichéalsentimento.Chi può ignorarlo? nonèlamaggioreo mi-norlucechespandelascienzaquella che producepiùdirettamentequelle gran-dimutazionichesegnanoinuovi indi-rizzidell'umanitànegliordinipolitici, socialiereligiosi,sìbenelelettereche mutanoilmorale dell'uomo,ecol mo-ralequell'opinionecheèlareginadel

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25

mondo;laFranciadiVoltairee di Rous-seaulodica.EdicaItalianostrase •leMie PrigionidiSilvioPellico,sela Antologia,se ilPrimatodelGioberti, se leSperanzed'ItaliadiCesareBalbo, se leLirichedellìercbet,selaGiovane Italia,sogliScritti politicietetterarii delFoscoloe del Mazzini, so letragedie del Nicolini,sel'AssediodiFirenzedel Guerrazzi,selesatiredelGiusti,sei Promessi SposidiAlessandro Manzoni, ovverosiaiprogressidellescienzein questo mezzo avvenuti, abbianopiù gio-vatoaquelrisvegliode'suoispiritipiù generosichelevalseroquesto mara-vigliosorisorgimentodicuisiamo testi-moniicogliocchi nostri.

Vili.

Lascienzadunque anzichédispettare, come mostratalvolta,lacompagniadelle lettere,dovrebbe andarlietadi procac-ciarsiper essa unajuto sì potente.

Ma

po-niamo pure perimpossibileche certeaspi-razionichepernoirispondonoadun verodiun ordine superiore nonfossero

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-

2(5

che. sogni,anche anonguardarlache daltettoingiù,comesuoldirsi,non saprebbero trovarnealtrochemegliodi questosiaccomodiper ognisuoramo, senza guastareinnessuno.Ci fuun tempo, enonhamolto,che minacciòdi rinno-varsi,chealcunementiammiratedei portentosiprogressidellematematichein tuttecomeagaralepartiondesi com-pongono, venneroinquestoavvisoche „sottoildominiolorosidovesseridurre, acosìdire,ogniprovinciadelloscibile umano.Ilperchènonsolo le geniali aspi-razionideìlamusicasivolleroirtedi cifrealgebraiche,nonsolosiobbligò la medicinaa cercarvinonsoche formole a rincalzodellesueteorichepiùastruse,

ma

lalogica,

ma

ladialettica,

ma

la certezza storica, e fin lamorale,cheè tutto dire, visidovetteroassoggettare, e lematematiche divennerolevereforche caudinedell'istruzionesottolequali vo-lereononvolerebisognavapassarci, come unavoltaillatino.Molteragioni specioseassaiadducevano a sostegnodi codestosistema cheriponenelmetodo matematicoiospecificodituttal'

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27

zione.Sidicevadunque,esidice an-coradamolti,cheimportandoessedi necessitàunesercìziologico dellamente cosìprecisoecostantequaleinnessun altrostudio sitroverebbeinparigrado, piùsolidabasediquestanonsipotrebbe dareanessuninsegnamento.La volu-bilità,laleggerezza,lagrandefacilità didivagarecollamente,ladisposizione nonmeno grandeabadarepiùall' ap-parenza cheallasostanzaealasciarsi trasportaredallaimmaginativaedalla fantasia,non sonoquestiappuntoidifetti dell'etàgiovanile?Ebbenele matemati-checiporrannoriparo.Nonavendoesseper fondamentoeperobbiettocheilvero, e mezziinfallibiliperarrivarci,non pos-sonochecomunicareallementialcun chediquella serietàcheèpropriadelle scienzeesatte,educarleaquella dirit-turaesodezzanelpensare, aquella si-curezzadiragionare,aquella felice abi-tudinedinonaccettar nullache nonsia ben dimostrato,diavanzare concautela esenzasbalzifrenandolafantasia accioc-chénontrascendanell'indeterminato, tuttecose,conchiudono, cheriesciranno

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28

diuna grandeUtilitàqualunquesiailramo dello scibile nelqualesidovràpoirecarle. Noi siamoiprimi,oSignori,a rico-noscere1'eccellenzadellematematiche, eainvidiarechilepadroneggia;

ma

purecisiapermessodimanifestare un dubbioassaigrave, checioèla conclu-sione,per dirla coi rettori,nonsiatroppo maggioredellepremesse.Nonc'èmiglior salvaguardia controigiudizii troppoas-soluti diquelfamosodistinguefrequentar, dagliscolasticitantoraccomandato; ve-diamoloallaprova.

Che!ostudio dellematematichesiaper naturaeminentementelogico èunaverità chenonammettedubbii,

ma

èfuordi dubbioaltresìchelematematiche usano diunalogica loroparticolareche ap-plicata allequantitànonfallamai,

ma

fuori diqueste, fattaqualche rara ecce-zione,piùnonserve.Enelfattobensi èvolutaapplicareperesempioalla meta-fisica,allapsicologia,allescienze mo-rali,

ma

allaprovas'ebbepresto atoccar conmano che non era stromentoadatto, el'ajutochepromettevaloroerapiù apparente chereale.Bisognadunque

(29)

stingucrelogicadalogica,operdir me-glio,riconoscerechese la logica èuna ioastrattoe nellasostanza,venendoalle applicazionipigliasecondoglioggetti diversiformesidiversechel'unanon puòfarlepartidell'altra.Secosinon fosseun buon matematico, aqualunque altra scienza siapplichi,qualunquealtro studioimprenda, dovrebbesemprerìescirci valentissimo,perquellapartealmeno chesiriferiscealben ragionare;ilche quantosiafalso1'esperienzalodimostra, enoivediamo ognidìmatematicidi va-gliaspropositare stranamente,essicosì acutilogici iieilorocalcoli,nienteche escanodallamaterialoro.È notocome Newton,quelgeniodìcuifudetto fiat luxetfactusestNewtonus,fattosia commentare1'Apocalissesifacesse com-patire,tantoinquelsuolavoroparve venirglimenofinoilsensocomune.S'v diràche accadetalvoltailcontrario,ed èverissimole le storiericordanodi ma-tematiciche furonoancheo poeti, o filo-sofimoralisti,ovverooratorieloquenti, eviaviadicendo,talvoltaanzitutto questoinsieme;

ma

i!fattoaltronon

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30

provasenon chequeivalentioltrela logicadellematematiche ne avevano al-trebuone peraltri studii,ecosì1' ecce-zionestessaconfermalaregola.

E

in veroseunmatematicoèanchebuon medicoo giurista,quest' altrasuaqualità nonglivienedallasualogica di mate-matico,

ma

da un'altra bendiversache persuafortunapossiedeinsiemecon quella.

IX.

Leveritàmatematiche compongono un ordinea partecome perlasostanza, così, pelmododivenirnealpossesso. Quan-tunque per unaproprietàloro maravi-gliosasoglianocalcolarelospazio eil temposottoespressioniindeterminate,e non puretrattar l'incognitocomeilnoto,

ma

ragionareanchediciòchenonesiste altrimenticheinpotenza,tuttociònon pertantodeveinesserimanerenel do-miniodeisensi,tuttosideve poter con-tare emisurare.Nèquimisiopponga cheglioggettisuiqualiesselavorano non sono sempre nèsottogliocchinè

(31)

sottolamano,perchèsenoncisonosi sottintendono,esemprel'immaginativa dell'operatoreglielipresentainnanzicoi debitisegni.Doveadunque nonc'ò nulla nèdacontare,uè da misurare,nullache cadasottoisensiespressoosottinteso, comecipotràentrarelalogica delle ma-tematiche?Qui,comelà,midirete, tutto infineèragionare;stabene,

ma

un ra-gionareditroppodiversanatura perchè possanolepartiscambiarsitra loro. An-cheilcamminareinpianaterra eil vo-larenonsonoinultimocheun muoversi;

ma

chediresteseiovivolessifar cre-derechebastino legambealvoloperchè bastanoalcamminare,oviceversaal camminarelealiperchè bastanoalvolo? Anchel'udireeiltoccaresonoun sen-tire,

ma

sitoccacollamanoe siascolta coli'orecchio.

Nelrestoildominiodellematematiche ègiàsìsterminato che possono ben con-tentarsenesenza invaderel'altrui, mas-simeinquelcampodellescienzemorali dovelepiùvoltecifannomala prova. Ho messolepiùvolte,perchènonpuò negarsicheilmetodogeometrico,per

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_

32

esempio, noncisipossainqualche caso applicareutilmente,comegiàfufatto nei principiidelsecolnostrodaun insi-gne matematicochetolse ditalmodo appunto a dimostrarel'immaterialità del-l'anima;

ma

è certoche questometodo inquantoèapplicabileallescienze mo-ralinonè poitantoimmedesimatocolla geometria che non possa formarsie ope-rareanchesenzadiessa,nèicasinei qualièpossibileunataleapplicazione sonocosìfrequentida potersenefareuna regola. Inmassimasipuò dunqueasserire chel'utilechepuòricavarsi dalle mate-maticheinquestacomeinognialtra ri-cercadelvero,dovenonentrila quan-titàèindiretto,nascevogliodire,più chedalrecarvichefannodelproprio, dacertebuoneabitudinicheinducono nellamente.11perchècomeci profes-siamolontanissimi dalnegarealle

ma-tematichelacongruaparteloronella istruzionesecondaria, cosìnon crediamo chesianèutilenè senzapericolochesi faetya loro lapartedel leone.Non amiamo punto cheilprimoeprincipaleindirizzo dellementisilasciloro,perchèi

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33

ciulliegliadolescentitroppopositivici fanno paura, nècisapremmoaccorciare colPestalozzi,uomode!restosì bene-meritodell'educazione,adesiderarciuna generazione d'uominidisposta anon cre-dernulla dinulla senonèprima pro-vatocoli'evidenzadelquattroequattro otto,come pur tropposiavveradimolti che nongiuranochenellematematiche, efuoridiquellenoncredonopossibile certezza almondo.Cheseanchenoi sti-miamoutileche venganolematematiche amettereunfreno alle fantasie sbrigliate, utilenonciparecertamente che abbino a soffocarle,nè vorremmo cheinquesto siprocedessecomequelmedico cheper guarircidaunapletora cicavassetutto ilsangue. Vi hanno,è vero,fantasiedi unelaterio cosìgagliardocheanchesotto lapressuraditutteinsiemele matema-tiche,eneavemmo esempisplendidissimi, scattanopiùrisolute,

ma

veneha pure dicosìdilicate,che guai a comprimerle, nonsifannopiùvive;sonoquasi fiam-mellechesoloafiatarvisoprasi spe-gnono.Oras'egliè indubitatocheil pre-valeredellafantasiasullaragionecome 3

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34

faostacoloaglistudiiserii,cos'inuoce anchealvivere socialescemandoilsenso pratico dellecose,nonèmenoindubitato d'altrapartechel'assolutamancanzadi essaèun male nonmeno grande, perchè rimpicciolisceglispiritielìtieneterra terraquasiuccellipalustriincapacidi purlevarsipochipalmisullostagnonatio. Ilmedesimosidica delsentimento che hacollafantasia,oio m'inganno,mag-gioreaffinitàchecomunementenonsi creda;cisonocuoricosìpigrie indo-lentipernatura che hannopiuttosto bi-sognodistimolochedifreno;aicosì dispostilatroppamatematicanonpuò che nuocere, perchèinquelprimostadio dellavitaincuisiformailcarattere verrebbeasecondareunvizioche im-porterebbeanzi di[evare.Seaquestosi aggiunganoledifficoltàenormicheal dilàdiuncertolimitepresentaquesta scienzaancheaipiùfortiingegniche noncisortironoun'attitudinespeciale, laconclusionepiùragionevole sarà que-stache nell'insegnamento secondarionon siabbondicollematematiche,

ma

sene pigliqueltanto enonpiùchepuò

(35)

correreperaccomunarecertesuebuone abitudiniaglialtristudi.Pocadunque vuol esserecodestamatematica,

ma

ra-gionata;poca,perchèlamolta guaste-rebbetogliendoun tempopreziosoa ma-teriepiùutiliperchinonvuolessere matematico, ragionata, perchè'altrimenti fallirebbea quell'unicoscopoper cui si raccomanda anchea colorochenon avran-noafarnedipoiprofessione,cheè que-st' essochesidicevadiassodarlementi. Quando dovesseridursi,comeincontra spesso,a unaserie diformoleimpresse nellamemoria papagallescamente,tanto varrebbelevarla dipianta,chesarebbe troppoassurdoimmaginarsicheil gio-vineimpariaragionareda unascienza chenon ragiona.

X.

Nonèdunque conveniente chele

ma-tematicheprendanoDell*indirizzodella istruzionesecondariailpassoinnanzi sulle lettere,etantomenoèconveniente in-(juantochè,dovelematematiche non con-corrono che indirettamente,comeorvi

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30

diceva, apreparareigiovani all'istru-zionesuperiore,sempreohèquestanon continui lamaterialoro, leletterepercon -trario,qualunque possaesserelamateria dicodestopiùaltoinsegnamento,ci sa-rannosemprediunajutoimmediato,e cosìcompenetrateconessodaformar partedellasuasostanza.Passiilgiovine dall'istruzionesecondariaaglistudi della legge,o passiaquellidellamedicinae dellescienze naturali,passiall'alta filo-logia,poniamo, ovveroallescienze esatte, nonfacaso,labuonacolturaletteraria non può chegiovargligrandementecome nelcorso stesso de' suoi studi, cosi, e più d'assai,quandositratteràdicavarneil fruttonell'eserciziopratico di quella qua-lunqueprofessione liberaleche avràscelta. Sebbeneper coltura letteraria ionon in-tendasoltanto!eletterepropriamente dette,grammaticacioè,cognizionedella proprialingua,studiode'buoniscrittori diessa, stilistica,lingueclassiche,

ma

la storia altresì e la geografia, e la filosofia, comes'usaintenderecomunemente, non voglio quifermarel'attenzionevostra,per non mi allargareoltreildovere,chesulle

(37)

-

37

lettereitalianeinparticolare e sulla filo-sofiachene sonolaparte piùimportante. Orbene, s'ella ècosa troppo evidenteche ionessunamateriabastiaver!eidee,

ma

bisogniaverlechiaree precise, e tali nonlepuò averesenonchipadroneggia laparolacheleesprime,perchèinfine» come benfu detto,1'uomo pensalasua parolaprimadiparlareilsuopensiero, .saràpurdimostratochequellaparte dell'istruzione,chesioccupadifarci co-noscereilvaloredelleparole,erenderci sperti nelmododìadoperarle,è utilenon solo,

ma

necessariaperqualunquecorso distudichealtrivogliaintraprendere. Questoèsìvero chenonèraroilcaso cheinterpellatinoiuominidilettereper cosediformasuqualche suoscrittoda per-sonavalente inquestao quella scienza,

ma

forsescarsadicoltura letteraria, sugge-rendolenoipiùqua, più làalcunmodoo vocabolochene sembri render meglioil concetto, cisentiamodireche ora final-menteIovedenetto e preciso,mentre

pri-ma

nonl'avea vistocheinnube;ecosi dev'essere,dappoichénongliavea trovata perauoolaparolaconveniente.

Ma

v'èdi

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38

più;a voler profittaredavverodelle cogni-zioni cosìacquistate epersèeperg!i altri bisogna saper comunicarealtresìle no-stre ideenonso!ointuttalapienezza Joro,

ma

inguisaeziandioda convincere epersuadere,oconseguireieduecose ad un tempo secondoicasi;orail con-vincere appartienespecificatamentealla filosofia,eall'artedeldireilpersuadere. Quell'uomo adunque che saprà esprimere ipropriconcetticonpiùgarbo, conpiù facondiaanche,se cosìportiilsubbietto, cheèquantodirechefaràprovadì mag-giorcoltura letteraria,qualunquesia!a professione ch'egliesercita,potràfarsi valerenelmondoassaipiùcheunaltro,il qualea pari dottrina eanchemaggiore non abbialastessacoltura;l'esperienza d'ogni giornolodiceachiare note.

Senonche,bisognapurconfessarlo, questodelrendereamodoiconcetti dellascienzaèstudiopernoiItaliani più faticosochenonsia forsepernessuna altranazione, colpa della squisitezza me-desimadiuna lingua che Byron chiamava lapoesia dellefavelle,cheilGioberti anteponevaa tutte leparlatesortedal

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39

-ceppolatino,che finalmentel'atticissimo Courier proclamavalapiùclassicadelle lingue viventi.Siccomeinlinguesiffatte ìaformacihaun'importanzamaggiore cheinaltredimenfina e delicata strut-tura,ilvolgarnostro,giànon troppoma-neggevoleanchenei subbiettidove cam-peggiailsentimento, pur tantopiù facile ad esprimersi quantopiùuniversale,sì facomeritrosoedesitantedinanzial cipigliodella scienza.Ciònonèdettoa sgomentodeigiovaniavviatiaquesti studipiù severi,

ma

acciocchésirendano semprepiùpersuasidellanecessitàdi apparecchiarvistall'uopodilungamano. VoglianoquindiaIorconfortotener con-tinuosottogliocchil'esempiodei valo-rosiche vinsero questa prova con tanta lode,chenon sappremmosedebbanopiù gloriarsenelescienzeolelettere.Tali furonounGalileo,unViviani,un Torri-celli,unBellini,unRedi,unMagalotti, unFrancescoeunEustachioZanotti; talinelpassatosecolounVallisnleri,uno Spedalieri,unRiccati,unDei-Papa,un Pasta,unCocchi,unoSpallanzani,un Borsieri; tali nei dìnostri,purtacendo

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40

deiviventi,uno Scarpa, unVolta,un Ra-sori,unPiola,un Gasparini, unPucinotti ealtriassaipiùchenonricordo.

Tuttavianonsipuò negare che codesta necessitàdell'unirelacoltura letteraria collescienzenonèancorasentita in Italia nècosìgeneralmente,nècosi profonda-mente comesivorrebbe,ecome pare sen-tirsiinqualchealtropaese.E giacche labellaforma,dove chesiapplichi,ha un'attraenzachelascienza dipersè nonottienesìfacilmente, daliapoca cura chevicisiponedanoinascequesto sconciogravissimo che,purtra lemani degli studiosi delle scienze, piùchele no-stre originalivcggonsileopereforestiere, francesiprincipalmente. Certolascienza vuolessere cosmopolita,puòquindi edeve pigliare aiutiestromentidondechessia;

ma

daciònon consegue chesidebbano sprezzarelepatrie ricchezze,come troppo spessoavviene, enonpertantochi consi-deridondenascelosprezzodevepur compatirlo.Nonèda crederechelacagione ditalpreferenzasiadacercarsisempre nellamaggior bontàdellasostanza; questa non radevolteèneinostrimiglioredi

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41

assai;

ma

cimancaneinostritroppo spessoquelnonsochedinetto e spi-gliatochefa sìpiacentianchea noi pro-fanileoperedeiCuvier,degliArago, degliHumbold. CertogliItalianipurnei dìnostridiederodìmolteopere magi-straliallascienzachenontemono con-fronto;

ma

lepiùègranmiracolotseai nondottissimisiano note almendinome, colpadeldettato.uggiosoescabroche ributtaancheillettorepiùpaziente.

Vincenzo Montiinoccasionesimile,

ma

con benaltravocechenonèlamia, giustamente lamentaval'ingiuriosooblio incuifuronolasciatitanti dique' primi suoi discopritori delverocheItalianostra puòvantare, e sidolevacheInglesi, Fran-cesieTedeschisiabbellissero dellenostro spoglie,appropriandosia fidanzaipiù preziositrovatidelgenioitaliano.Molte emoltodiversefuronolecausecome delleusurpazioniardite,cosìanchedel rimanersiquesteinosservatesì lunga-mente,qualipolitiche,qualisocialiche quinon occorreilricordare;

ma

chi di-cesseprincìpalissimafralecauseper alcunediquellescoperteessere stata la

(42)

infelicitàdellal'orma inchesi presenta-vanoleoperedov'eranocontenute,non potrebbe,amiogiudizio,chedarnel segno.Piacemi portarquia riprovasolo un esempiofraimoltiperesserbreve,

ma

de1

piùsolenni,tantochémi stupisco chesfuggissealMontiinquellasua splendidarassegnadei furti fatti all'Italia nelcampodellegrandiscoperte, sepure ilpoetacortigianotrattandosi diglorie militariefrancesinontacqueper pru-denza.Quantariputazionenons'acquistò nelmondoilfranceseVaubanconquei sistemadifortificazionicheappuntosi iliceallaVaubandalnomedilui?Eppure oramaiènoto,eilMarinieilFoscolo furonodeiprimia renderneavvertiti gli Italiani,ènoto, iodico,chel'ideamadre dituttoquelsistema che dovevafarele ultime proveinFranciaai dìnostri con-troiPrussiani,comeciavevafatte ie primeaitempidiLuigiXIV,si rinviene negliscrittidiquelFrancesco de1Marchi da Bologna,ilquale,contemporaneo che fudiCarloV,precorsedi silungospazio ditempoalFrancese.

Ma

che?l'opera delDe-MarchiSitilefortificazionimilitari

(43)

43

è scritta inmoltocattivoitaliano,edè cosìdigiunad'ognigarbodistilechefu ben presto dimenticata;,ben però ne ap-profittavailVauban, chel'ebbeperquel che pareavederenellaMagliabecchiana dove trovòtantialtriaiutia' suoistudi, e trattoneilmeglioseppe,conquellasua vaghezzadistilechelocolloca fraipiù valenti scrittori dellaFrancia,farlosuo propriopermodo che aluisolofinoai dìnostrin'èrimastoilvanto.

XI.

-Ma lasciandoquestilamenti, o Signori, cheforse,appunto perchè battono troppo alto,fannomeno impressione, ascoltiamo quegli altrimenosolenni,

ma

più dolo-rosichecitoccanodavicino,quelli, vo-gliodire,chesilevanoogni giornodai dicasteri,dalleaziendeeamministrazioni pubbliche, dai tribunali, dai consigli d'ogni genere,sulla inettitudine dichefaprova tantaparte,e forse la piùnumerosa,delle persone addetteasiffattiuffici,dovunque sitrattidimettereincartaipropri con-cetti.Enelfatto,quantisonodicostoro,

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44

-anchefraquelliche purfeceroun corso distudicompleto,che sappiano stendere a modo un rapportoqualunque?Vo più innanzi;quantinelsenostesso delle com-missioni più elettechesiano ingradodi elaborareunarelazioneconchiarezza, con proprietà,conordineperunainchiesta, poniamo,oconsulta chesia,odovealmeno lagrammaticasirispetti,enonci si accam-pinoibarbarismicomeinterrapropria? Éfrescatuttavialamemoriaditaluna dicosiffatterelazioni,portateinnanzial Parlamentosopra oggettidellapiùalta importanzada commissioni famose,e della qualeigiornali,amicienemiciad unmodo fecerostrazioquasiagara,tantoparve maledivisata epeggioscritta.Efu ra-gione,perchènonèdegnoamio credere diprenderparteallacosapubblicachi delpropriooperatoneavocenèper iscrittosaprebbe rendere conveniente ra-gione.Come dunquesiprovvede, oSi-gnori,acciocchénonsiperpetui sìbrutta piaga, sìvergognosa?Ilmodo non può esserechequesto,dareaglistudidelle buoneletterenell' istruzionesecondaria un'importanzamaggiore chedipresente

non hanno. ,

(45)

XII.

Dopoilfinquidettosarebbequasiun portar legnaalboscos'iovolessi dimo-strareadistesoo parteapartechenon v'èdisciplina,nonprofessioneodarte liberaleacuil'Universitàprepariche diquestacolturapossafarsenza.Sanno benissimoimedici,peresempio,cho ob-bligatiacreare continuamenteipotesi in materiedubbiee oscurissimc,non basta loroilsaper ragionare,

ma

sivuoleanche persuadere,debbaciò farsiocogli scritti, ovvero a vocene'consultie al letto del-l'ammalato; sanno pur troppo choincorti casidovenonsipuò convincere, bisogna almenoabbagliare, laqualcosaaccade loroassaispessoportatichesonodal proprioministeroatrattargliuomini quando aggravatidalmalesonomeno ragionevoliche mai,etornanomen che fanciullitalvoltaancheicaratteripiù fermi;ilchesevale pelsessoforte, fi-gurarsipoipelgentilechehabisogno piùsoventediessereallottatoche gua-ritodalmedico!È d'uopo dunque cheil

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46

medicosianonsoltantodottoeaperto nell'artesua;

ma

coltoaltresì,

ma

eru-dito,

ma

beldicitoreed eloquenteal bi-sogno.Sannoilegalichelascienza giu-ridicahatalietanteattenenzecolle lingue dotte, coll'alta filologia, cogli studi classiciingeneredarisultarnecome un tuttoche nonsipuòscindere;veggono troppo manifestod'altraparteche giam-mai nonfuperessipiùstringenteche aidìnostrilanecessitàdelsaper par-lareacconciamente.Nonèpiùiltempo che all'eloquenzasivietilasogliadel tribunale,comeaSpartainantico,per timorechelaseduzionedellaparola fac-ciachiudergliocchiallagiustizia,nò piùcome unavolta sicombattenel foro dinudiarticolieparagrafidelcodice;

ma

ilfiscale,ilcausidico,ilregio mini-stro,ilpresidentedellaCorte,tuttisi assottiglianoa interpretarlaleggenel sensoloro,e queglialfinelavinceche sameglioparlare.Sannoanzituttoche nellecausedelgiornodovendo senten-ziareigiuratisullaquestion di fatto, la loroscienza del dirittopergrandeche sianon approda molto congiudicidi tal

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natura,chepocoonullaimpacciandosi, almenolapiùparte,coicodicichenon conoscono, soglionoregolarsicolbuon senso, anzitroppevolte colsensocomune, spessoanche portando, cheèpeggio,le passioni loro nelsantuariodella giustizia; eperò ben veggonoessicheconsimil gentevuoisifareassegnamentopiù an-corachesulbuondritto e sulla ragione, sulsentimento cheèilpropriodominio dell'eloquenza.

XIII.

Ma

quiancoraimenofaciliaentrar nellanostrasentenzasarannoforseì matematici,comequellicheperla qua-litàdellascienzaloro,cheètutta rac-coltainsèstessaeindipendente,ci potrebberorisponderechedallenostre lettere,buoneocattivechesiano,non hannonullada imparare.Nonc'èche dire,hanno ragione;lelettere diretta-mente non possonoloroinsegnarnulla, nonleideetroppodiverse dalle loro,non laforma cheaibisogniloromalsi at-taglia.Rimanelalingua;

ma

Diobuono!

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4S

anche per questailfattolorosiriduce a ben pocacosa,perchèlanomenclatura selafannoloro,enoipoveriletterati, puristienonpuristi,dobbiamo chinareil capoeaccettarla a chius' occhi; e le di-mostrazionie dichiarazioni ci sifannodi necessitàinunlinguaggiocosìnudo, cosìstringato, cosìuniformeche. lecappe forniscepocopanno perdirlacolPoeta. Distilenon parliamo;chiarezzae pre-cisione,eccociòchedomandano:chici volesseaggiungerePeleganzafarebbe quelmedesimo cheaportarelegrazie diAspasianelvoltodiSenocrateodi Catone.Estabene,checosìvuolela qualitàloro discienza esatta; e nel fatto, ildiscorsopuò largheggiare dovec'entri o l'ideale oilsentimento,duecose inco-mensurabiii chelascianosemprecome un margineindeterminatodovelaparola puòspaziarsisenzapericolodi oltrepas-sareilconcetto,noncosinelle matema-tiche.Una paroladipiù,ounadimeno inquestepuò guastartuttoilconcetto, perchèilpiùIofalsa,eilmenololascia incompleto. Ciò valeperle definizioni prin-cipalmente,

ma

quasialtrettantopel

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49

stoancora;inuna dimostrazionedigeo raetrialededuzionisitiran fuoriamano amanol'una dall'altra inmodosì strin-gente,sicontinuo,cheogniparolanon necessariachevis'inframetta-nonfa cheimpacciarle, senonleoscura. Di qui lasingoiarbrevità dichesivantano a ragioneimatematici,brevitàperaltro diuu genere suopropriochenonsideve confonderecollabrevità,poniamo, del-l'orato^mentre questaè dipuraelezione, operadell'arte, e quella è necessità di na-tura.Dovetutto ènumero, pesoemisura, dovenull'ostanteilsubbiettoindefinitoi rapportirimangonosìbendeterminati, trovalal'espressioneprecisa del concetto, dueeduequattro,peresempio,tuttoè fatto.Dunque siamo pienamented'accordo; inquestoloromondoapartechesi go-verna conleggisueparticolaripocoo nullacipossono recarìelettere del pro-prio;enonpertantoardiscoasserireche imatematicinehanno bisognoanch'essi alparidiqualunquealtroperuna ra-gione,checertonon entranellascienza loro,

ma

uon per questo haminorforza. Lasciamostarecheun matematicoilquale

(50)

-50-da' suoicalcoliinfuorinon sapesse nulla farebbetroppotristafiguranelmondo pervalenteeh' eifosse, tanto piùchepei profaninonciè forsemateriapiùingrata dellasua,nè chemenosiaccomodialle esigenzedelcomunconversare,mentre invecelacottura letteraria siraccomanda dipersèdovunquesimostri, enon pure èdappertuttolabenvenuta,

ma

è,sipuò dire,comeilfioreeilcondimentodei civili,ritrovi.Fattoècheseintende ren-dersiutilepraticamente,come deve in-tendere,asè,allafamiglia,alpaesein qualitàsiad1ingegnereod' architetto, siadimeccanicood'altro,bisogna pure chesiproveggad'altrearmi chelasua scienzanonglidà,sìbenlelettere,ed esse soltanto, chivuolfarcammino. Ec-conelaprova;poniamo,per atto di esem-pio,cheincaricato diuna pubblica azienda debba rendercontodiciòchehafatto, cheinterpellatoinquestioniediliziee di lavori pubblici,come adirefabbriche, ponti, strade, gallerie,cheso io'labbiaad esporre ilproprioparereogiudizio;che presi-dente,puta,diunacommissioneeletta astudiareiltracciamentodiquestao

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quellanuovastradaferratachesiva divisando,debbaconformalerelazione nonsolorecareinnanziisuoidisegni e metterliinsodo,nonsolofornireidebiti ragguagli cosa percosa,

ma

mostrare altresìtuttoquestonellasua migliorluce,

ma

propugnareleopinioniproprie,

ma

strenuamenteconfutareesfolgorarele contrarie; in tutti questi e altrisimilicasi cheponno essereinfiniti,ilmatematico puronon bastapiù,chinoivede? perchè quinonsitrattasolodirisolverecoi datidellascienzaunaserie diproblemi piùomenoscabrosi,

ma

ditrovarealle sueconclusioniunrincalzofuoridiessa, civuolecioèloscrittoreaccorto, elo-quente,chesa destreggiarsi,chesa pia-cere,chesapersuadere.Voglianodunque ancheimatematici riconoscere che queste poverelettereancheper lorosonopur buoneaqualchecosa,anziché schermirsi condire,come usa troppo spesso quando nonsihadimeglioareplicare:giàin causapropria-ognuno ha ragione: Cicero pròdomosuo.Efossepure;perchè do-vrebberoaversiamale chealtriprenda conqualche ardoreledifese diuna casa

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-

52

come questa che nontieneuscio a nes-suno,cheanziinvitatuttiadentrarci, e filosofi,elegali,emedici,enaturalisti, e geologi, e botanici, e chimici, e astro-nomi,cultoridellescienze,esatteenon esattead unmodo, niunoeccettuato, ea tutti,semprechè non isdegninointempo utiledionorarladilorofrequenza, pro-metteindistintamenteisuoipiùriposti tesori ?

XIV. Nonpiù diquesto,midirete;riman dunque provato chelabuonacoltura let-terariaènecessariofondamentod'ogni più altaistruzione;vorremmo ora sapere se quellache oggidìs'impartiscenelle nostre scuolesecondarievipaia così con-dizionatada raggiungereloscopo.Per rispondereadeguatamentea sì stringente domanda,dovreioSignori,prendere ad esaminare puntoperpuntoiprogrammi nonsolosuiqualis'informa"l' insegna-mentosecondario,

ma

ilmodo anche onde vengonoattuati,cheècomedireentrare inun pelagosconfinato,tantopiùche

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53

-scopertoilmale bisognerebbealtresì cer-carneirimedieadditarli.Equiniente più facilecheo smarrirsi nellenubi con vaneutopie,oinciampare maledettamente nelleapplicazioni.Costameno chenulla, o Signori, trovarcicheridirenelle dispo-sizionidegliuomini;intanta imperfe-zione delleumane cose anchelemigliori è quasi impossibile a chi vuolecensurare ad ognicostocheoquao lànon colganel segno;menofacile,

ma

non tanto ancora dasgomentarseneriesceildivisare sulla cartaunoschema qualunquediriforme; se c' è chialtavolinociriformail mon-do,perchè,domandoio,nonsipotrebbe altavolinoriformarlascuola,cheè unpo'meno?L'affarestaqui,o Signori, cheleriformepropostesianoutilmente attuabili,nonillusorie,nontaliche peg-giorinoilmaleacuisivuol riparare.Il perchèeleangustiedeltempoe la con-sapevolezzadellepochemieforzenon mi permettonodiaffrontareilsoggetto nellasuavastità,ed èpur moltose,tanto per nonparerscortese,lasciandoaltutto insoddisfattaunadomandaallaqualeho dato troppogiustomotivoiostesso,

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ar--

54

discotoccarnedi voloalcunacosa.Senza darmi dunquenessun'aria diriformatore, esporròcosìallabuonaalcune,non so s'iolechiamiideeopropostemie amodo didesiderioenulla più,qualimi sug-geriscelostudiochev'hofattosoprae la naiapropriaesperienza.Giacché venne diquesti giorniappunto ordinata un'in-chiesta Bull' Istruzionesecondarianel Re-gno,chisanonforsetalunadiqueste mie poveroosservazionilepotesse pro-fittare?Dioilvolesse!

XV. E per cominciardalle generalidoman-dereilaprima cosaseilvalentuomo che divisòqueiprogrammi nonsifosseper. sortepropostoun'idealetroppoalto,onde poi sidovesseavverarequelvecchioadagio chel'ottimoènemicodelbuono? Certa-mente, dappoichéinquestograndealbero dellascienzanon v'è ramo che non abbia un'importanzaspeciale epersè eperle sueattinenzecoglialtri,chilipotesse possedertuttiugualmentesarebbepur labellacosa!

Ma

sipuòegli?Quistail

(55)

-

55

nodo.Nelfattodeliescienze egliavviene, o Signori,comeasederealauto ban-chettofraunaquantitàprodigiosadi squisitevivande;bencipossonotutte far gola,

ma

quantoall'usarne,bisogna

pri-ma

prenderconsigliodallostomaco.

Ma

fossepurverochecosìaltoidealesi mostrassetantoquantoattuabilenelle piùpronteerobusteintelligenze,sarebbe poiconveniente,sarebbegiustosagrincar lorolemezzanechesonolepiù?Per contomio,daunainfuorichediròpoi, nonvorrei esclusa,valgailvero,nessuna dellemateriecheci.entranodi presente, sibene ad alcunevorreipiùristrettoil campo,allematematiche,peresempio, allastorianaturale,perallargarload altrechecistannoa disagio.A che in-segnare tanta geometria achi,poniam caso,dovràpoi fareilmedicoo l'avvo-cato;a che tantastorianaturaleachi dovrà esserearchitetto? Si dirà forse:a questastreguavoicimanderetei gio-vaniall'Universitàpocopiùchedigiuni dellemateriecheinquesta s'insegnano, econtrol'indoleeloscopodicosìalti istitutiobbligheretel'insegnamento

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-

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-versitarioadiscendereaiprimi elementi, diguisacìie,ristrettoleiltempo asse-gnabilealleparlipiù nobili dellascienza, rUniversitàsarà,percertirami princi-palmente,pocopiùcheun' altrascuola secondaria.Tanto potrebbeavverarsi, ri-spondoio,quando l'insegnamento scien-tificosivolesseescludereaffattodalla istruzione secondaria,clienonèilcaso, mentreanzinonsivuolecherestringere.

Ma

quando pursicredesse cheiltanto chevisìlasciaancoranonbastassea impedirecheigiovaniarrivinotroppo immaturiall'Università,perchènonsi potrebbe,come giàfuproposto,stabilire intermediotrailliceoel'Universitàun corso preparatoriodelladuratadinon più che un annodoveognunopotesse ap-puntoassodarsimeglioneglielementidi quella scienzaa cuivorràpoidedicarsi neir Università?

Fattoèchenellescuolesecondarie, massimeinalcuneclassi,ciòchemostra comei!lavorovisiapocoequabilmente ripartito,igiovanisisentonopermodo aggravatidallafarraginedellematerie chepenanoatenerdietroallelezioni,e

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57

non chetrovinotempoperqualcheutile letturanellecaseloro,ègiàmoltose arrivinoasoddisfarecomunquesia' al propriocompito giorno pergiorno. Tolta cosi la possibilità dellebuoneletturea casa,vogliamonoicrederecheatutto possa bastaredasèlascuola?Sarebbe troppograndeerrore,nè a

me

ricorda intantiannidiesperienzadinessun gio-vane che appagandosidell'istruzionedel maestro senzaaiutarsialtrimenti conop-portuneletturea casafacessemaibuona riuscita.

Suolsirimproverarea noirazzalatina chesistudimeno cheinGermania,eil rimprovero nonèaltuttosenza fonda-mento;

ma

guardiamoci,oSignori,in questiraffrontamentidall'esagerare,e, applicandoall'universalediun popolociò chenonèpropriochediuna parte elet-tissima,non vogliamo nè crederesìalla leggieratuttelemeravìgliechecisi narranod*oltremonte, nèfarcidanoi stessipeggiorichenon siamo.Dopo que-sto,dunque perquesto,posthoc,ergo per hoc, nonèbuonalogicasicuramente,

ma

pur troppofue saràsemprelalogica

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58

delvolgo.Cosìlecometeinnocentissime, the fannolorcorsiericorsiperlispazi delcieloconcertalegge senza impac-ciarsipuntodeifattinostri,portarono persecolilacolpadiquantiflagelli tra-vagliavanoilmondoallorcomparire, così,ieriancora,aldire di certi taliche fannoafidanza col dito di Dio quasi fosse agliordiniloro,questo rovinoso traboc-cardelleacquein(antaparteelapiù ricca delBel Paesefututto invendetta dellenostre colpe,comeseItaliafosse lagranpeccatricedellenazioni.Ilpopolo prussiano,diconodunquealcuni,chetiene benaltrimetodid'insegnamento,fiaccò learmidiFranciae dichemodo! dunque queimetodisonoimigliori,dunque anche noi se incasosimile,cheDiotenga lon-tano!non vogliamoincontrarlastessa sortedeiFrancesi,adottiamoilsistema prussianod'istruzione,rincariamoneladose comes'è fatto inPrussiasi felicemente. C'èdelverointaleasserto,nonsinega; giaccheellastessalaguerra,eoggidì piùche mai,èunascieqza, e qual scienza! nonèmeravigliaseinguerrachipiù sa,piùvale,tanto più ch'ella èquesta

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-

59

unascienza sìcomplicata chefasupporre i!concorsodialtremolteelepiù im-portanti.Tuttaviasipotràsempre dubi-tare seilpiù omenod'istruzionechealtri può avereinquellematerie'chenonci hanno che vederecollaguerra possa poco omoltocontribuireall'esitodiessa.Il fattodell'essersitrovatoinfiorefrail popolo chepoivinsequestopiuttostoche quelmetodod'insegnamentoquando scoppiòlaterribilguerra,amiogiudizio, non/provanullafinchénonsiarrivia dimostrarechequelmedesimo risulta-mento nonsipoteva ottenerealtrimenti, eche intercedeunrapportoimmediato traqueimetodie leprussianevittorie, cometralacausae l'effetto.Per

me

son d'avvisoche,anche a noncontarcila ri-spettivavalentia dei capi delledueparti, lacausadiquei trionfi piùchenegli studi sidebba cercarenellasaldezza del carat-teretedesco,nelladisciplinaincrollabile diquell'esercitomaraviglioso, nell'ordi-namentotuttomilitare diunpaeseche giàfinda'suoitempi era parso all'Alga-rottiunaimmensacaserma;nècredo chelasperatarivincita dei vinti diSedan

(60)

-

00

avanzerebbedimoltoqueldìchenelle schierefrancesi sitrovasseropiù ufficiali chenonnelleprussianeingradodi de-scrivereunabattaglianellalinguadei VedasedelMaha-Barata.Nelrestonon metto puntoindubbiocheimetodi prus-sianisianomiglioricheifrancesi,dico soltantochesequestinon migarbano, neppurquegli altri vorreichesi accet-tasseroaocchi chiusi,perlabuona ra-gione chelecosestessenonprovano beneugualmenteinogniluogo.Ibuoni esempi giovaimitarlidondechèci ven-gano;

ma

nonsempresipuò,nèsempre convieneilfarlo,perchèalgenio nativo oltreuncertolimitenonsifaforza,e mal neincoglieachitrascende.Daquelle mentitedeschesìposateesìtenacisi puòforseottenere,parea me, un'appli-cazionepiùlunga,più insistente, più con-tinuachenonsipossa speraredallenostre troppopiùvivee impazienti,circostanza questache saràbeneaversipresenteda quanti siaccingonoastendere program-midistudiper lagioventùitaliana.

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61

XVI. Veniamooraadalcuniparticolari.Il fanciullo,compiutoilcorsoelementare, mette appenapiede nelginnasiochecade issofattosottolatortura del latino. Sba-lestratoimprovvisamente,egli sìma!

fer-mo

ancoranellasualinguamaterna, daun pocoemal notoa un ignoto as-soluto,ilpoverettononha nessun mezzo diconfrontoallamano,esitrovacome inunmondoaffattonuovoepelquale iltantochefinquiappresenongliporge alcunlume.Perriparareaquestosconcio pare,ame,converrebbeoprolungare diunannoilcorsoelementare, perdar modoalfanciullo dirinfrancarsi nell'ita-liano,oportareilIalinonellaseconda classe delginnasio,ripartendoleoreche verrebbero a rimanerliberenellaprima tral'italianoelageografiafisica.Nè stimereiperquesto chesiavesseroad aumentarleoredellatinonelleclassi successive,tantoiosonopersuasoche, messociilgiovanepiùmaturo,faràin un'orapiùcammino che non farebbein trecolsistemapresente.

(62)

XVII. Poiché honominatol'italianocheè la materia,viconfesso,acuidòpiù im-portanzaneh'istruzionesecondaria,non possoastenermidalfarquiun' osserva-zione,amiastima, assaigrave.Perchè maileoreassegnatoall'italianovanno scemandosibruscamentenelleultime due classidelginnasio,tanto chedalle sette oresettimanali,che nonsonotroppeal certo, sidiscendeallecinque perla quarta, e fino allequattroperlaquinta?Per me, nonesitoa dirlo,nonsovedernela ra-gione.Capisco chearrivato aquesto punto ilgiovinettodovrebbetrovarsiavanzato sufficientementenellaparteformaledella lingua;

ma

egli èappuntoallora,pare a me, che cominciailcompitopiù im-portantedicosifattoinsegnamento,quello cioèdiapprenderglinonpiùsoltanto la correttezzagrammaticale,

ma

ilgarbo anche,l'efficacia,ilcolorito,l'arte

in-somma

deldire.Occorronoquindi a con-seguirl'intentoe frequenti letture nella scuoia di eletti scrittori colledebite

(63)

seriazioni,efrequenteeserciziodi com-posizioniletteecorretteconamorosa diligenza;epurtuttequestecose ci vuol tempo,e assai.Sidirà,m'immagino,non avetetorto,qualche oradipiùper l'ita-liano,qualche ora perlastorianaturale in queste classimassimamentecistarebbe pur bene;

ma

comelafacciamo? Accat-tarledagli altrirami d'insegnamento che noncilargheggianosicuramente,nèsi può,nèsideve;tantovarrebbe per al-cunisopprimerliaddirittura.Verissimo; eppure,o Signori,ilrimedioc'è,ealla mano;tuttosiaccomoda purdilevarne quell'unicamateriaeh' iocitrovodi so-verchioneinostriprogrammi.Diròcosa dichealcuniprenderanno meraviglia,e ch'iodovrei forsetacerese,piùchea' miei gusti o a certemie convenienze per-sonali,non badassia ciòche parmi l'in-teresse dell'istruzione. Io,che perpiùanni insegnavaletteregrecheinquestostesso Ateneo,iochedi quellepubblicaiperle stampe, buono,ocattivo,nonimporta,un Corsoabbastanza voluminoso,io ammira-tore deigrandiscrittoridiquellalingua che unillustrefrancesechiamòia più bella

(64)

64

dellelinguecheinaisiparlassero dagli «omini,non miperitoaconsigliarela soppressionedelgrecocome materiacti obbligonell'istruzionesecondaria. Peroc-chéquièproprioilcasodidirecheil grecocifalapartediquell'ideale splen-didissimo,moltodesiderabile,

ma

a cui, comeiovidicevapoc' anzi,bisognapur rinunciarechinonvoglia gittareiltempo e la fatica.LasciandoloSignori,ivoli diPindaroaipoeti,noigentepressata d'ogniparte dai bisogni diquesta chesì benfudettalaprosadellavita, esami-niamoasanguefreddo e casi terra terra seilgrecoperavventuranonvifacesse ostacolo.Quando,sitrattaperesempio, d'introdurreunacoltivazionequalunque, nonsidomandasoltantoquanto persè medesima possaessere bella emagnifica,

ma

sopratuttose siconfacelacolclima, colterreno, coibisognidelluogo,si do-mandase l'utilechepromettocompensila spesae lafaticach'essarichiede.Talesi èilcasodelgreco;quinonsicercase persèstessosiabuonacosa, anzi eccel-lente:chi,senonèbarbaro,potrebbe dubitarne?

ma

sivuolsaperequantogiovi

(65)

alloscopo percui siimponeaigiovinetti, secorrispondeall'indolediuntempo comeilnostrochetirasemprepiùal positivo,tendenzache,findovenonsi oppongaa quelle più nobili aspirazioni di cuisoprafudetto,sivuolpure rispet-tare.Facciamodunqueadirciilvero;il greco,avolerloinsegnarecomesi do-vrebbe acciocchénonsiaun perditempo, esigerebbe troppomaggiorparte nell'in-segnamento che nongliconsentanoaltre materiedipiòimmediatautilità; inse-gnatocomes'insegnanellecondizioni presentinonècheunsimulacro,una fin-zione.Sì,oso dirlo,unafinzione,perchè nellenostrescuolenècis'insegna,nè cisipotrebbeinsegnareseriamente,e quindièmen cheinutile. Cisarà qualche raraeccezione,

ma

unfiorenonfa ghir-landa;parlandoingeneraleilfattoè questo,chefinitoilcorsolicealeappena sitrovachine sappia pocopiùsuche iileggere,einpocod'oranon rimanedi questosciaguratissimogreco chel'uggiosa reminiscenzadelleoresprecateperesso apregiudiziod'altrematerie senza com-parazionepiùimportantinell'usodella

(66)

66

-vita.Chesemichiedestecomedunque egliavvenga che pureinquestamateria piùd*uno nonpertantoriescaa vincer laprovainqueitremendiesamidi li-cenza,miobbligheresteperrispondervi a discopriretroppebruttepiaghecheè belloiltacere.Né misidicache lostu-dio delgrecosianecessarioperla chia-raintelligenza dellanomenclatura scien-tifica;perchè, lasciamostarechelapiù partedisiffattivocaboliperlungo uso sièormai resafamigliare,eognunoìi intendea meraviglianèpiùnèmeno cheinatii,concessoanche checifosse questobisognodiunapiù,speciale di-chiarazione,portaegliilpregio, do-mandoio,disciuparenonsoquante orelasettimana perpiùanniper otte-nere, sepursiottiene,quelmedesimo chepuòtrovarsisenzafaticain qualun-quedizionarioetimologicofattoaquesto uso?

Ma

vipare?sentoquiribattereda qualcuno;inItaliadunque,inquelpaese chealdiredelGiordaniedelLeopardi piùche nessunaltroritrae delgenio greco, non avràpiù cultori lalinguadiOmeroe

(67)

diPlatone!saràrotta echiusapersempre ìatradizione diqueigrandiellenistionde

avemmo

giàtantagloria fraipopolipiù colti! Chi dicequesto?ellenisti,oSignorii cisaranno sempre ancheinItaliafinché cinascanouominiaciòdispostidalla natura.L'abateCesarotti,iltraduttore diOmeroediDemostene,cheinsegnò letteregrechenel patrioateneo poco meno chemezzosecoloconun plauso che passò imontieimari,sapeva troppobenedi esprimereuna grandeveritàquando as-serivachepercodestistudiisirichiede un' attitudineingenitaecome adireuna ispirazionespeciale.Questaispirazione l'istruzioneobbligatorianonla diede,non ladarà mai,comelanonobbligatorianon lefecemaiostacolo,nèfarà,perchè l'ob-bligoselocreadasè stessa.Ifatti par-lano;iBranca,iMussi,iCatena,i Ro-hiati,iBellotti, tutti ellenisti digrannome, fiorironoquando appuntoilgreconon era obbligatorionellenostre scuole.Non v'e-ranoallorachepoche cattedrelibereper siffattistudii,

ma

ilgrecovis'insegnava magistralmente,el'insegnamentodava ottimi frutti,perchèallavalentia dei

(68)

prò--

G8

fossoricorrispondevalabuonadisposizione degliscolaricheaccorrevanoaquelle lezionidimotoproprio.

Ches'hadunqueafarecolgreco? Levarlocome materiad'obbligo dai nostri programmi,lasciarlo,secosìpare,come liberoinsegnamentoinalcunide'

mag-giorilicei.Tolto1'obbligo,sireplicherà, risicaquestopoverogrecodinon aver più scolari;manco male,dico io,sarà una provadipiùche nonèdei nostri tempi-Perquei talipoi,enoncimancheranno mai,amiocredere,chesisentissero più qua,piùlàchiamatidalpropriogenioa questi studii,gioverebbeaprire liberi corsi digrecoindueo tre deiprincipaliAtenei; s1avrebberocosipochigrecisti,

ma

va-lentichecicompenserebbero ad usuradi tantiinutilibiascicato™digreco.Dico inutili,perchèdellelinguemorte,o Si-gnori,nonavvienequelmedesimoche delleviventi,nellequaliancheilpoco giova,nonfoss'altroperfarciintendere allameglio,indati casi,purdagli strani, edarcimododiprofittare, senonditutte, ditalunealmenodelleoperescrittein essechepiùsifannocoinostri

(69)

Percontrario incodeste lingueclassiche ilpoco non servea nulla,perchècoi vivi nonsiparlagrecoo latino, equantoai libri,o essitrattanodiscienze positive, e nonc'èdaimpararegranfattonegli antichiditantominoridinoipertal ri-spetto,od hanno persubbietto,esonoi piùeipiùimportanti,lelettereela filosofia,colpocononsiarriva certonè aben comprenderli,nè agustarli.

XVIII. Soppressoilgreco,delleorechecosì verrebbero arimanerdisponibilisi po-trebbefarcortesiaparteall'italiano,e parteaqualchealtroramodeimeno favoriti,allastoria naturale,peresempio, chequinonsinominaa caso. S'ioleggo infattiilprogrammachelariguarda, bellissimoprogramma,invero,che in-siemecoli'istruzionerispettivaoccupa nientemeno chediciasettepagine,devo sìammirareladottrina dichilostese,

ma

l'ampiezzadelcontenuto,viconfesso, mi spaventa. Forma, dimensioni,densità delpianetaterrestre, distribuzione e

(70)

prò-—

70

fonditadeimari,prominenzediquesto nostropianeta, suoivulcanieterremoti, sue attinenzecoisole,zoneterrestrie climicorrispondenti,equindi tempera-turemedie,minime,massimediciascuna regione,struttura dellascorzasolida del globo,equindiroccied'ognimaniera, massiccie,stratificate,metamorfiche,e quindi deimineralicoilorocaratteri,

for-me

ecostituzione,questoègiàmolto, e nonèchelaprima partedelprogramma; nellaseconda,cheprendepiùspazio senza confronto,abbiamoilregno vege-taleeilregnoanimalenellaloro am-piezzasterminata,equindicomeiniscorcio tuttalabotanicaelazoologiacolle scienze afBni dalla cellulaprimordialedei corpiorganatialleformepiùcomplicate dellanatura vivente, cheè proprio,per dirlaconDante,

Descriver fondo a tutto l'univano. Crescelosgomento quandopoi siguardi all'orarioassegnatoallatrattazionedi tanta moledicose,checidà cinque ore lasettimana,einunaclassesola,la terzaliceale.Cinqueorehodetto,

ma

(71)

nonè vero;dovendosiinesse,giustaii programma,trattareanche dellageografia fisica,deìlecinque,afarlepartiuguali, non ne restano che dueemezzoperla storianaturale.Anchequidunque, a mio giudizio, senonsivuolecheciaccada come agittarcolsaccolasementein piccolospaziochelapiùva perduta,e l'altraattecchiscemale,1'unadelledue, o restringereilprogramma,o allargargli iltemponelmodo che sopravidiceva.

XIX. Nonvidispiaccia,oSignori,di tor-nareancounavoltaaquestoitaliano chenonsipotrebbemai raccomandare quantobasti, esulqualeavreitroppe altreosservazioniafaresenon temes-siditenervitroppoadisagio;didue perònonpossotacereassolutamente, sìlestimoimportanti.L' ordine,questa è laprima,colqualesiprocededi pre-sentenellostudio dei nostriclassici,non mi pareilpiùadatto,eanziché agevo-larnel'uso,cheè poiilcapoessenziale, nonpuò,amiocredere,chefargli

(72)

im-paccioeritardarlo.Sicominciaoracol trecento;ilNovellino,iFattidiEnea diFrateGuido daPisa,Le trentanovelle sceltedelBoccacciosonoiprimi libriche simettononellemanidelfanciulloacui sipropongonoinesempiodelbello scri-vere.Non discorriamo,checisarebbe troppo chedire,setuttiquestiautori, ilBoccaccio,peresempio,ammesso anche che perlalinguanonpatissero eccezioni, siano poi talidapotersidare amodello imitabile dibuonostile,quest'ordinead ognimodo che andrebbe benissimo dove sitrattassediunastoria letteraria,non adempiealfinepercuiaifannoquelle letture.Nellacircolareministerialedel 1870(N.28.Firenze,1Ottobre) pubbli-catasiaschiarimentodelprogramma stesso,trovodettoachiarenoteche, nelginnasiolostudiodeiclassici ita-lianidev'essereindirizzatoad imparare lalìngua,nonlevicendedellelettere edegli scrittori,cheècompitoda ri-serbarsi alliceo.Quinonsitratta dun-quedipigliarpernormalacronologia,

ma

l'opportunità,laconvenienzadegli scrittorichesiscelgonoa raggiungere ildettofine.

(73)

Oraiodomandose alfanciullotorni utileperimpararelalioguaavertra le mani adesemplaretesticheglifanno conoscerequalfosselalinguaun tempo, anzichéqualsiadipresente? Soiobene chelalinguaitaliana,chepurefula prima dopoilprovenzale,chesiformasse inEuropa,sièdilungatameno che nes-sun* altrada1

suoiprincipìi;

ma

purs'è dilungataanch'essa, e se lasostanzaè rimastaquellamedesima,negli accidenti sièdovutarimutarecome ogni

umana

cosa.Questealterazioni inalcuneparti, nellagrammatica, per esempio, checome sempre,ful'ultimaastabilirsi accerta-tamele,e proprioquandoessalingua era oggimaipiùchematura, sonoegravi efrequenti piùche nonsicreda.Or ec-coviche cosa avviene contestidiquella fatta,epossoparlarneperesperienza; ilmaestro quasi ad ogniterza parola,il checertonongiibisognerebbecolle scritturemoderne,èobbligato a ricantar sulvisoalloscolaro:badavè,questo è vocabolo chepiùnons'usa;questosiusa tuttora,

ma

inaltrosenso; questo, tienloa mente,èmodoantiquato;questaèvoce

(74)

74

provenzale da rimandarsi a casasua',se pureaquest'ora anchedilaggiànon ebbeIo sfratto;questocostruttononregge piùcollagrammaticad'oggi;questomodo è dafuggire,quantunquenoncattivoin insè,

ma

oggigiorno parrebbeaffettato; e così via,cheè propriountedio,uno sfinimentosoloapensarci.Ma, cheDio ciconservisani!oSignori,giacchési trattafinalmenteanzituttodiparlaree scrivere ai vivi, la via più spedita, e,

dicia-mo

anche,lamenopericolosa,non sarebbe insegnareaddiritturacomes'hada par-lareescrivereoggidì,eperciòpigliare ìnesempioquellifraibuoniscrittoripiù recentichenel fatto dellalingua fannoau-torità?Quando unovidomandalastrada per andareaun dato luogo doveabbia bisognoditrovarsi al piùprestopossibile voi glimostrateaddirittura,nonèvero? lastradapiùbrevecheviconducedi presente,enonl'obbligateasentir la storia di tutte quelle altrecheatempi de'tempiadempivano aquell'ufficioeche ora sono abbandonate.Giuntosulluogo ilviandante,e spediti gliaffaripiù ur-genti,anchediquestose gli farà

(75)

75

gno, potrà informarsiasuobell'agio,

ma

ora come ora l'importanzaèd'arrivar sul luogo.Questoèappuntoilcasodella lingua.Quandoilfanciullosaràfermo abbastanzanell'usomoderno,equindi menofacileaprendereequivociefar confusioneditempi,lometteremo a

mano

amanonellaconoscenzadeivecchi scrit-tori,comechi pigliasseilfiumea ritroso perrisalireallesorgenti.Pertalmodo s'avrebbeilvantaggio,nonpiccoloamia stima, diarrivarealpadredellanostra poesia,anzi,a!dirediScelling,ditutta quantal'artemoderna, a Dante,voglio dire,proprio sullo scorcio de!Liceoquando ilgiovine sarebbepiùattoagustarlo.

Nonsicredessetuttaviacheiolo vo-gliaoccupalonei nostri più recenti scrit-torisoltanto inqueiprimordi!del gin-nasio; co dest'ordinecheioconsiglierei diseguirerispetto ai nostri vecclii scrit-tori,non vieterebbe pernullache aquesti siaccompagnasse qualcunodei più valenti dell'età nostra,' anzi a far cosinoncisi potrebbe a mio avvisoche guadagnare", contemperandosiilvecchiocolnuovo,e correggendosi l'uncoli'altro.

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