UNIVERSITÀ' DEGLI STUDI DI MODENA E
REGGIO EMILIA
DIPARTIMENTO INTEGRATO DI ONCOLOGIA ED EMATOLOGIA
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ABSTRACT FORM
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15 settembre
2008
FEDERICO PIACENTINI
VALORE PROGNOSTICO E PREDITTIVO DI p53 NEL CARCINOMA MAMMARIO TRATTATO CON CHEMIOTERAPIA NEOADIUVANTE
Piacentini F.1, Guarneri V.1, Ficarra G.2, Frassoldati A.1, D’Amico R.1, Giovannelli S.1,
Maiorana A.2, Conte P.F.1
1Dip. di Oncologia ed Ematologia, 2Dip. di Anatomia Patologica, Università di Modena
e Reggio Emilia
Introduzione: p53 gioca un ruolo chiave nel meccanismo di risposta della cellula a vari
stress: agendo infatti come fattore di trascrizione multifunzionale, regola una serie di geni implicati nella proliferazione cellulare, apoptosi, angiogenesi e riparo di danni al DNA. Una sua mutazione si verifica in una minoranza di carcinomi mammari, mentre in altri casi sono le alterazioni dei geni target o di altri componenti regolatori a ridurre in qualche modo la capacità di p53 di reagire agli insulti cellulari. L’espressione di p53 descritta dall’immunoistochimica non necessariamente correla con le possibili mutazioni di questa oncoproteina. Il potere predittivo e prognostico di p53 nel carcinoma mammario rimane dibattuto.
Pazienti e metodi: sono state incluse nella presente analisi pazienti con carcinoma
mammario in stadio I-III trattate con chemioterapia primaria (TP). Sono stati valutati con metodica ICH i seguenti parametri: ER, PgR, HER2, Ki-67/MIB1, p53, EGFR.
Risultati: sono state analizzate 91 pazienti, età mediana (range): 52 anni (29-73). Le
caratteristiche biologiche alla diagnosi bioptica sono risultate le seguenti: recettori ormonali (ER e/o PgR) positivi, 78%; HER2+, 22%; grado 3, 57%; EGFR >/= 1%, 11%. Nel 42% dei casi si è osservata una iperespressione di p53 >/=10%. Le pazienti hanno ricevuto 4-6 cicli di TP (45% antraciclina-based; 53% antraciclina-taxani). Dopo TP, il 64% delle pazienti è stato sottoposto a mastectomia; in tutte è stata eseguita linfoadenectomia ascellare. Una risposta patologica completa (pCR) si è osservata in sei casi (6.7%). Nelle pazienti con p53>/=10% il tasso di pCR è risultato significativamente maggiore (p=0.003). p53 è stata misurata anche sul residuo tumorale dopo TP, senza osservare significative variazioni. A 5 anni la sopravvivenza libera da malattia (DFS) risulta 80% (95%CI 64;89) per le pazienti con p53 <10% e 45% (95%CI 26;62) per quelle con p53>/=10% (p=0.0018). Nei due gruppi la sopravvivenza globale (OS) a 5 anni è pari a 98% (95%CI 87;99) e a 53% (95%CI 32;91) rispettivamente (p<0.001). In analisi multivariata, le pazienti con p53>/=10% e linfonodi positivi dopo TP hanno un maggior rischio di recidiva (HR 2.93, p=0.003 e HR 3.07, p=0.022, rispettivamente).
Conclusioni: nella presente analisi, l’iperespressione di p53 si è dimostrata predittiva di
risposta alla TP; in particolare il tasso di pRC è risultato significativamente più elevato nei casi con p53>/=10% alla diagnosi. Tuttavia, l’overespressione di p53 è risultato un fattore prognostico negativo, sia in termini sia di DFS che di OS. Sono in corso ulteriori analisi che permetteranno, ampliando la casistica, di chiarire l’implicazione clinica di questi dati.
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