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LA PERIFERIA FRA MARGINALITA' E NUOVA PROGETTUALITA'

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Academic year: 2021

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PREFAZIONE

Il termine periferia deriva dai vocaboli greci peri (intorno) e pherein (portare), indicando in tal modo, riferendosi alla circonferenza, un luogo esterno e lontano dal centro. Dal punto di vista urbanistico si indicano con il termine periferia le aree urbane collocate attorno al centro storico. Spesso il termine periferia indica un giudizio di valore negativo. La periferia ha un valore economico minore rispetto ad un centro corrispondente, un peggiore pregio estetico, una estrazione di classe di livello inferiore. Quando si parla di periferie urbane, sia italiane che europee, si fa spesso riferimento ai problemi di degrado fisico, di disagio sociale, di separazione dal resto della città. Sovente si pensa che i problemi connessi con le periferie urbane siano endemici ed inevitabili. Ma non è così. Le antiche città vedevano collocarsi indistintamente entro le mura un crogiuolo di persone appartenenti a tutte le categorie sociali e professionali, che si distinguevano certamente per la qualità del tenore di vita, ma la città non era settorializzata in aree destinate ai diversi ceti: le distinzioni erano piuttosto funzionali. Le città del medioevo erano difese da mura e, secondo il regime feudale, sorgevano su terreno di proprietà indivisa. Il principe dava a un fiduciario l’incarico di progettare e realizzare la città, la quale generalmente contemplava gli spazi destinati alla vita pubblica, come le chiese, il palazzo dell’Autorità, il mercato. Le aree destinate alla residenza erano localizzate in funzione del ruolo dei cittadini. I commercianti risiedevano nella zona centrale. Poi seguivano gli artigiani e da ultimi i contadini, i quali occupavano le vie più anguste. Il signore della nuova città cedeva poi ai cittadini la campagna circostante perché fornisse loro nutrimento. Essa veniva coltivata in comune come lo era stata in tempi precedenti. Le periferie urbane sono perciò una realizzazione recente. Esse si sono sviluppate come conseguenza della rivoluzione industriale. La costruzione delle fabbriche ha comportato il trasferimento di gran parte delle popolazioni agricole dalle loro case di campagna ai nuovi quartieri operai, costruiti per loro in prossimità delle fabbriche. L’aumento della popolazione urbana ha comportato sia la saturazione di ogni spazio libero nei quartieri antichi, la nascita di nuovi quartieri edificati intorno ai nuclei originari, dando così origine alle periferie. Particolarmente nelle città più coinvolte dagli scambi economici l’immigrazione fu di tale portata che la popolazione immigrata non potè più essere accolta all’interno della antica cinta muraria, ma si espanse all’intorno, ovunque

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l’insediamento non trovasse ostacoli. Sorsero nuovi quartieri destinati alle abitazioni operaie e negli stessi vennero ubicate le fabbriche e le officine che non trovavano posto nel centro urbano. In queste periferie furono anche dislocate le strutture scomode come i cimiteri, gli ospedali, le prigioni. L’espansione delle periferie è avvenuta in tutto l’Ottocento e in buona parte del Novecento. La gestione multidisciplinare delle periferie dà risultati diversi in funzione della qualità dello studio e degli interventi operati. I problemi attuali legati alle periferie sono complicati dal fenomeno della deindustrializzazione, che libera spazi urbani resi non più funzionali alla produzione industriale . Di conseguenza oggi periferia non indica più solo quartieri distanti dal centro, ma ciascun quartiere sensibile reso 'periferico' da una imperfetta organizzazione sociale. La periferia è stata luogo di sperimentazione per l'architettura funzionalista e ancora oggi può essere laboratorio sociale per prendere coscienza dei problemi dell'organizzazione del territorio, dei problemi politici e di

organizzazione sociale.

Scopo della tesi è focalizzare su di essi l'attenzione, attraverso la scelta di qualche caso emblematico della realtà italiana, evidenziando aspetti comuni nel tentativo di identificare alcune cause dei problemi, alla ricerca di alcuni tentativi di risoluzione. La ricerca si svolge partendo da brevi cenni di storia della città europea moderna, focalizzando l'attenzione particolarmente sugli ultimi 60 anni e sulla situazione italiana. L’ultima parte del lavoro è dedicata all’analisi approfondita di un quartiere specifico: il Quartiere Diamante della città di Genova, del quale vengono analizzate molte componenti: le origini progettuali ed ideologiche, i criteri del popolamento, le disfunzioni strutturali e comportamentali. Ma anche l’analisi sociologica e i piani di recupero urbano e sociale, con particolare attenzione alla componente della mediazione sociale.

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