PREMESSA
«Agli eruditi, ai ricercatori di temi per dissertazione, ai dottori novellini,
tutto è possibile. Come han messo assieme l'etica di Erodoto, la psicologia
di Pindaro, la geologia di Dante […] così a fortiori, e a più giusto titolo,
potrebbero scrivere della logica del Capitale, anzi costruire un insieme
della filosofia di Marx, tutta specificata e spartita secondo le sacramentali
rubriche della scienza professionale. Questione di gusti!»1
Questa che presento non è altro che la traccia di una ricerca tutta da compiere. Ma è anche e soprattutto – poiché pur qualcosa di particolare ho scelto di presentare – la posizione e la costruzione di questa traccia, per quanto ho potuto e saputo rifarmi a una certa idea di criticismo sottesa al fare una storia della filosofia teorica, del porre, cioè, sempre, come intrinseca alla ricerca filosofica, la domanda: a quali condizioni è possibile...? Tale interrogativo fa da filo conduttore alla lettura e all'analisi dei testi degli autori a cui mi rivolgo. Ad esempio, nella Prima dissertazione si tratta di capire a quali condizioni è stato possibile in Kant concepire una storia universale, in relazione all'architettonica e all'idea della conoscenza sistematica teorizzata nella prima Critica. Nella Seconda invece mi chiedo a quali condizioni si può significativamente parlare di una storia universale in Schiller. E infine, nella Terza dissertazione, la questione diventa: a quali condizioni il «metodo scientificamente corretto» di Marx può aprire, da un lato, a una considerazione critica della Filosofia classica della Storia, a una esposizione della sua propria storia e alla critica di questa per mezzo dell'esposizione stessa? E, dall'altro, a quali condizioni l'idea del conoscere conformemente alla conoscenza propria e specifica di Marx offre la possibilità di
1 A. Labriola, Discorrendo di Socialismo e di Filosofia (1902), in A. Labriola, Tutti gli scritti filosofici e di teoria
dell'educazione, a cura di Luca Basile e Lorenzo Steardo, Bompiani, Milano 2014, p. 1448.