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Due piattaforme integrate per la misura della distribuzione del carbonio in organi di vite e rizosfera.

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Academic year: 2021

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DUE PIATTAFORME INTEGRATE PER LA MISURA

DELLA DISTRIBUZIONE DEL CARBONIO IN ORGANI

DI VITE E RIZOSFERA.

Davide L. Patono, Daniel Said Pullicino, Leandro Eloi Alcatrao, Giorgio Ivaldi, Andrea

Firbus, Livio Craveri, Simone Codato, Cristina Lerda, Irene Perrone, Walter Chitarra,

Davide Ricauda Aimonino, Luisella Celi, Giorgio Gambino, Claudio Lovisolo.

Il controllo del bilancio vegeto-pro-duttivo nella vite è alla base dei successi della viticoltura e dell’enologia. Il giusto equilibrio tra la superficie fogliare foto-sintetizzante e la quantità dei grappoli è il fine delle pratiche di potatura innale, dei trattamenti di gestione ver-de ver-della chioma, e ver-dei diradamenti ver-dei grappoli che operano i viticoltori.

Gli zuccheri che derivano dal pro-cesso fotosintetico devono raggiunge-re floematicamente i grappoli, dove si accumulano in post-invaiatura e servo-no da substrato per tutti i metabolismi secondari che avvengono nella buccia, nella polpa e nei vinaccioli.

I grappoli competono però con la radice e con i germogli in neo formazio-ne (germogli principali all’inizio, e ger-mogli laterali – le femminelle - durante l’estate) per attrarre i prodotti della fotosintesi sotto forma di saccarosio floematico. In ultimo, in tutti gli organi riceventi floema – i cosiddetti organi sink delle piante – le invertasi

degradano il saccarosio nei costituenti esosi che vengo respirati, accumulati, e/o ri-metabolizzati.

Nella vite, la radice orche-stra gli adattamenti di difesa allo stress idrico, agendo co-me sink del carbonio allocato durante i rallentamenti della crescita, carbonio che viene floematicamente rilasciato nei periodi post-siccità, dopo eventi di pioggia. Tuttavia, la crescita della radice della vite non è sincrona a quella della parte aerea, come nella mag-gior parte delle piante di am-bienti temperati, ma continua durante l’inverno, specialmen-te in assenza di freddi inspecialmen-tensi, come accade ultimamente.

Parte del carbonio fissato dalla pianta può essere

rila-sciato nella rizosfera con gli essudati ra-dicali sotto forma di composti organici labili che servono da fonte di energia e

carbonio per la biomassa microbica. Gli essudati radicali, poi, possono subire processi di mineralizzazione a CO2 o

in-corporazione nella biomassa microbica. Per studiare i flussi di carbonio in pianta e rizosfera sono state allestite due piattaforme di misura combinata con la possibilità di esaminare contem-poraneamente 12 viti in vaso durante l’intero ciclo di crescita stagionale.

A seguito di un finanziamento del-la fondazione CRT (progetto CARBO-STRESS, https://www.plantstresslab. unito.it/projects/carbostress) è stata progettata e costruita in collaborazione con la INTEK Innovazioni Tecnologiche di Torino una camera di crescita e labe-ling del carbonio per lo studio dell'allo-cazione del carbonio nei differenti sink di piante di vite coltivate in vaso (radice/ frutto/giovani germogli) e nella rizosfe-ra (A). Nella pratica, la CO2 presente naturalmente nell’aria della camera, chiusa ermeticamente, viene via via assimilata dalle piante presenti nella ca-mera e sostituita con CO2 marcata (il co-siddetto labeling) contenente l’isotopo pesante non radioattivo del carbonio: (A) - Valutazione dell'allocazione del carbonio nella pianta e nel suolo nella camera di crescita e labeling del carbonio.

(B) - Dopo la marcatura con l’isotopo del carbonio nella piattaforma di labeling le viti vengono trasferite nel sistema di controllo ambientale e di crescita in cui piante e vasi sono avvolti da palloni di polietilene trasparenti.

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l’isotopo 13C.

L’individuazione delle dinamiche di allocazione del carbonio marcato nei differenti sink (grappolo, radice, rizosfera) è quindi basata sulla tecnica isotopica pulse-chasing (ovvero marca e segui), che prevede la citata sommi-nistrazione alle piante di CO2 arricchita nell'isotopo 13C. Questo assorbito dal-le foglie con la fotosintesi funziona da quel momento in poi da tracciante dei flussi floematici che sono orientati ver-so i sink più potenti che si alternano nel-le varie fasi di indagine.

Il carbonio è visto come elemento chiave della distribuzione delle risorse nella pianta e nel suolo e si può capire se le difficoltà della pianta durante gli

adattamenti all’alternanza siccità / rei-dratazione, o gli squilibri vegeto-pro-duttivi aumentino le capacità attrattive della radice, della parte aerea, o al con-trario specialmente quelle del frutto.

In quest’ultimo caso, il frutto, richia-mando a se’ il carbonio per permettere il nutrimento dei semi ed assicurare la futura progenie, svolge la fondamenta-le funzione di arricchimento e concen-trazione di sostanze chiave della qualità dell’uva e del vino (metaboliti primari e secondari).

La struttura di labeling del carbonio si affianca ad un sistema di controllo ambientale e di crescita in cui le piante e i vasi sono avvolti da palloni di polietile-ne trasparenti (www.Eiffel.it) con flus-si d’aria modulabili tramite ventilatori (www.pbn.it) al fine di registrare in con-tinuo gli scambi gassosi tra pianta/suolo e atmosfera (piattaforma di crescita in pallone). Si possono quindi valutare gli incrementi di vapor d’acqua a seguito di traspirazione fogliare e le variazioni di CO2. A seguito di assimilazione fotosin-tetica si registrano decrementi di CO2; al contrario, la respirazione fogliare not-turna, la respirazione di radici e frutti, e la fotorespirazione fogliare diurna cau-sano incrementi misurabili (B - C).

Oltre che per lo studio dell’ottimiz-zazione dei rapporti vegeto-produttivi, le due piattaforme di analisi possono guidare le tecniche colturali per ottimiz-zare la gestione di deficit idrici control-lati, mettendo in atto tecniche di esalta-zione o mitigaesalta-zione degli stress.

Attraverso l’uso combinato delle due piattaforme illustrate, gli studi sulla potatura verde potranno avere un rigo-roso controllo delle risposte adattative della vite. Infatti, le operazioni in verde (defogliazioni, cimature, sfemminella-ture) sottraggono foglie, le sorgenti

fotosintetiche produttrici di metaboliti primari e secondari del carbonio. Al con-trario, i diradamenti della produzione squilibrano la richiesta dei distretti sink, eliminando parte del sink più forte, il grappolo in maturazione. Entrambe le tecniche (defogliazioni e diradamen-ti) modificano durante il corso della stagione il delicato equilibrio vegeto/ produttivo. Con misure dirette di flussi e accumuli del carbonio ogni tecnica di potatura verde e di controllo delle pro-duzioni potrà essere ottimizzata al me-glio. Un ulteriore sviluppo della ricerca potrà vertere sulla comprensione della risposta di vite a flavescenza dorata. In-fatti, l’attacco del fitoplasma della flave-scenza interrompe i flussi di carbonio, e poterli studiare in casi di malattia con-clamata o in casi di presunta remissione dei sintomi (recovery) diventerà uno stru-mento importante di indagine (D). (C) - Piattaforma di palloni per la misurazione di incrementi di vapor d’acqua a seguito di traspirazione

fogliare, e di variazioni di CO2 a seguito di assimilazione fotosintetica o respirazione fogliare notturna, respirazione di radici e frutti, e fotorespirazione fogliare diurna.

Si ringraziano: Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, per il finan-ziamento del progetto CARBO-STRESS (https://www. plantstresslab.unito.it/projects/carbostress); INTEK Innovazioni Tecnologiche di Torino, per la collabo-razione nella progettazione e realizzazione della camera di crescita e labeling del carbonio; Eiffel S.p.A., Fontanellato PR (www.eiffel.it) per la forni-tura dei film plastici per la costruzione della piattaforma

di palloni; PBN, Venilatori industriali, Mezzago MB (www.pbn.it) per la fornitura del sistema di ventilazione dei palloni; Roero Viti Vivai di Giovanni Marchisio, Montà CN, per la fornitura delle barbatelle di vite.

Davide L. Patono, Daniel Said Pullicino, Leandro Eloi Alcatrao, Giorgio Ivaldi Andrea Firbus, Livio Craveri, Simone Codato, Cristina Lerda Davide Ricauda Aimonino, Luisella Celi Claudio Lovisolo.

Università di Torino, DISAFA, Grugliasco, Italy

Irene Perrone, Walter Chitarra, Giorgio Gambino, Claudio Lovisolo.

Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante IPSP, CNR, Torino, Italy

Walter Chitarra.

Centro di Ricerca Viticoltura ed Enologia VE, CREA, Conegliano, Italy (D) - Gli studi scientifici possono rendere

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