• Non ci sono risultati.

Santa Croce di Sarzano e i mercanti lucchesi a Genova (secc. XIII-XIV)

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Santa Croce di Sarzano e i mercanti lucchesi a Genova (secc. XIII-XIV)"

Copied!
20
0
0

Testo completo

(1)

A L B E R T O M . B O L D O R IN I

SANTA CROCE DI SARZANO

E I MERCANTI LUCCHESI A GENOVA

(2)

.

I

1

j

(3)

A m età del secolo X I I I , « il secolo d ’oro della p o te n za p o litic a , econom ica, artistica di Lucca » 1, i Lucchesi sono n u m e ro s i, attiv i ed in flu e n ti a G enova. Le continue lotte contro la com une riv a le . Pisa, avevano rafforzato sempre p iù l ’u n io n e tra le due re p u b b lic h e . La alleanza del 1239 2, rinnovata per dieci anni nel 1251 ed estesa anche a F ir e n z e 3, aveva permesso la riconquista d i L e ric i, donde i Genovesi, quale trofeo di vittoria, asportarono la fam osa la p id e che recava inciso nel m arm o Podio ed il disprezzo pisan o p e r G enova ed i suoi alle ati Lucchesi e Portoveneresi \ La fra te lla n za d ’a rm i, i pericoli ed anche gli interessi co m un i avevano sta b ilito le g a m i d i profonda e sincera am icizia ; ne è prova anche u n com m osso rac­ conto degli A n n a li del 1258, quando, oltre la crisi e co no m ica e fin a n ­ ziaria a ll’interno, i Genovesi dovettero subire anche le disfatte m i­ lita ri a S. G iovann i d ’Acri e in Sardegna. Solo l ’a m ic iz ia , e n o n il puro e sem plice interesse, spinge i Lucchesi nel 1258 ad offrire spontaneam ente 2.000 m archi d ’argento ai « fratelli ed a m ic i » del com une d i G enova; solo l'am icizia, e non un atteggiam ento d i cir­ costanza, spiega l ’im barazzo del C apitano del p o p o lo , G u g lie lm o Boccanegra, che, in pieno Consiglio fatica a trovare le p a ro le adatte per esternare, da una parte, tutta la gratitudine del C o m u n e p e r la

1 A. M a n c i n i , Storia di Lucca, Firenze, 1950, p. 109.

2 Liber I urium. Reipublicae Genuensis, in H.P.M., I , Torino. 1854. doc. DCGL11I. Veramente questo documento riporta solo l'elezione degli ambasciatori lucchesi, incaricati di rinnovare l'alleanza col comune di Genova praesertim com­

merci causa.

3 Liber iurium cit., doc. DCCCXXIV ; A. M a n c in i cit., p. 94.

4 A nnali Genovesi di Caffaro e dei suoi Continuatori, a cura di C e s a r e I m ­ p e r ia le d i S a n t ’A n g e lo , IV, Roma, 1926, pp. 19-21; V. V i t a l e , I l Comune del Podestà a Genova, Milano-Napoli, 1951. pp. 357-360. L’iscrizione è nota a tutti,

perciò ci esimiamo dal trascriverla.

(4)

n o b iltà de l gesto, p e r d e c lin a re , d a ll'a ltr a , l'o ffe rta , senza d e lu d e re il desid e rio sincero dei L ucch e si d i essere d ’a iu to 5.

In to r n o a lla m e tà del secolo X I I I è fa c ile tro v a re c itta d in i lu c ­ chesi in posti d i r e s p o n s a b ilità n e lla vita p u b b lic a genovese. N e g li a n n i 1233, 1240 e 1248, tra i consoli d e i p la c iti, si in c o n tr a n o In- gue ffre d o del fu G o n e lla , A r in a n n o A n t e lm in e lli e N ico lo so L u c ­ chese, quest u ltim o collega del trovato re L a n fra n c o C ig a la 8. N el 125. e 1258. i p r im i due a n n i d i governo de l C a p ita n o del p o p o lo G u g lie lm o B occanegra, R a in e r io Rosso d a L u cca è P odestà di G en ova 7.

M a an ch e n e lla vita co m m e rc ia le i L ucch esi sono presenti e m o lto a ttiv i. L argom e n to h a interessato fin o ra solo m a r g in a lm e n te g li s tu d io s i; m a n c a ancora un lavo ro sintetico e c o m p le to che, r iu ­ n e n d o i r is u lta ti d i stu d i p a r z ia li g ià c o m p iu ti ed estendendo la ricerca an ch e a quei settori d e ll'a ttiv ità c o m m e rc ia le e a q u e g li a n n i del p e rio d o in questione ancora trascurati, d ia u n q u a d ro esatto d e ll e n tità del co m m erc io svolto d a i Lucchesi a G enova 8. Q u e llo che s a p p ia m o , p e rò , consente già d i afferm are che l'a p p o r to lu cch e ­ se al c o m m e rc io genovese è t u t t a lt r o che trascu ra b ile . D o p o i P ia ­ c e n tin i, ed insie m e agli a ltr i T oscani, i Lucchesi fo rm a n o la c o lo n ia forestiera p iù n u m e ro s a ; a lc u n i sono c a m b ia to ri e cedono, p e r im ­ p o rta n z a e m o le d a ffa ri, soltanto all'age n te dei B o n sig n o ri di Siena,

5 A n n a li Genovesi cit.. pp. 36-37.

V. Pooci, Series Rectorum Reipublicae Genuensis, in Leges Genuenses, in Torino, 1901, coll. 1014, 1020, 1029. A proposito di Nicoloso Lucchese cfr. A . M . B o l d o r i n i . Per la biografia del trovatore Lanfranco Cigala, in Miscellanea di Storia Ligure in onore d i Giorgio Falco, M ilano, 1962, p. 175 e sgg.

7 A n n ali Genovesi cit., pp. 27-30; V. P o g g i cit., coll. 1035, 1036.

8 Nessuno studio tratta direttamente ed esclusivamente dell’attività commer­ ciale dei Lucchesi a Genova verso la metà del secolo X I I I . Nel Lopez, (L a ttiv ità

economica d i Genova nel marzo 1253 secondo g li atti notarili del tempo, in A tti della Società Ligure d i Storia Patria ( « A.S.LL »), L X IV . 1935) l’ambito crono­

logico della ricerca è troppo ristretto; nello studio di R. Doehaerd (Les relations

commerciales entre Gênes, la Belgique et l'Outremont, Bruxelles-Rome, 1941), il

panorama cronologico è molto vasto, ma non cosi quello geografico; e in tutta 1 opera vi è posto solo per alcuni brevi rilievi a proposito dell’attività dei Lucchesi. Infine, ancora nel Lopez (L a prima crisi della Banca di Genova, 1250-1259, M i­ lano, 1956), 1 indagine è rivolta alla sola attività bancaria.

(5)

R ofredo B ram anzoni, ed ai P ia c e n tin i9; altri sono in relazione con le fiere d e ll’Oltremonte e contribuiscono, dopo il 1250, in m odo rilevante al grande sviluppo dei traffici genovesi con le F ia n d re , il Brabante e la Germania l0; altri ancora concludono affari con gli am m ira g li del re di Francia L uigi IX , Ugo Lercari e Iacopo da Levanto, incaricati di provvedere a ll’allestimento d ella Crociata 11. Essi si riuniscono normalmente nel campetto degli Stanconi, dove nella riu n io n e del 2 gennaio 1253, eleggono i propri rappresentanti per trattare col comune di Genova l ’esenzione p ie n a e com pleta dalle im poste d o g a n a li12.

I l dovizioso cartario del monastero benedettino d i S. Stefano di G enova, ci offre la possibilità di aggiungere a q u e llo che già sappiam o sulla vita e sull’attività dei mercanti lucchesi a Genova alla m età del secolo X III, alcune notizie che rig u a rd an o la loro chiesa nazionale in questa città, e una controversia sorta, proprio per questa chiesa, tra i mercanti e l ’autorità ecclesiastica, con l ’in ­ tervento d i papa Innocenzo IV .

1 docum enti che pubblichiam o sono estratti d a l F ra m m e n to d i

P o lip tico d i S. Stefano d i Genova conservato nella B iblio te c a Civica

Berio d i G enova, e daU’Archivio Vaticano 13.

9 R . L o p e z , L'attività economica cit.. pp. 179. 188; cfr. anche i regesti di

docc. riportati in appendice: atti dei nott. Gioannino Predone: 30, 124; Bartolo­ meo Fornari: 142, 161; Giovanni Vecchio: 24; Guglielmo da P egli: 19.

10 R . Do e h a e r d cit., I, pp. 95, 171, 215. Cfr. anche i docum enti segnati in nota alle stesse pagine.

11 L. T. B e lc r a n o , Documenti inediti riguardanti le due Crociate di S. Ludo­ vico I X re di Francia, Genova. 1859, doc. IX.

12 L'atto di elezione, interessante anche perchè fornisce m olti nom inativi per una indagine sulla consistenza numerica dei mercanti lucchesi a Genova, è edito in R . L o p e z , L'attività economica cit., p. 179. n. 46. Come prova della pos­

sibilità, oltre che della opportunità di uno studio sulTattività commerciale dei Lucchesi a Genova nel sec. X II I e come prima informazione archivistica per chi voglia accingersi a questo lavoro, segnaliamo le seguenti fonti: A r c h i v i o d i S t a t o di G e n o v a , Cartul. 65, atti del not. Corrado da Capriata, ce. 3 v., 4 r., 8 v., 9 t;.,

15 r., 17 v., 32 r.; Cartul. 62, atti del not. Angelino de Sigestro, c. 19 r.; Cartul.

5-i, atti del not. Giovanni Vegio, cc. 91 v., 92 r., 93 v., 99 r., 102 r., 122 r., 131 v.,

144 r.

13 Frammento di Poliptico di S. Stefano di Genova, ms. dei secc.XII-XIII, in B i b l i o t e c a C iv ic a B e rio , 1.4-15; A r c h i v i o V a tic a n o , Reg. vat. 23, c. 213 v.

(6)

L a chiesa d i S. C roce in Sarzan o fu chiesa n a z io n a le dei L u c­ chesi a G e n o v a , p ro b a b ilm e n te pe r un p e rio d o ristretto, nel secolo X I I I ; q u i, p e rò , v o g lia m o esporre tutto q u e llo , e n o n è m o lto , che sia m o riu s c iti a trovare su d i essa, sia p rim a che d o p o tale secolo, p e r m e g lio in q u a d r a r e il suo « p e rio d o lucchese ».

ÿ $

Le n o tiz ie su lla chiesa d i S. Croce in S arzan o , sebbene non m o lto n u m e ro se , ci p e rm e tto n o d i d e lineare a g ra n d i tratti tre m o ­ m e n ti p a r tic o la r i d e lla storia d i questa chiesa. II p r im o m o m e n to è q u e llo in c u i S. Croce è re tto ria d i Santo Stefano. N el 1158 è segna­ la ta l esistenza d i u n ospedale detto d i S. Croce in Sarzano perchè a ttig u o ad u n a chiesa di tal n o m e ; lo stesso ospedale è ricordato an c h e n el 1191. ed è a m m in is tr a to d a l C a p ito lo d i S. M a ria di C aste llo 1J. L a chiesa d i S. Croce, invece, dip e nd e va d a ll a b b azia di S. S te fa no , ed esisteva già p r im a de l 1158. Essa è ricordata, col nom e d i S. C roce d e C astello la n u e , in u n a b o lla del 1135 di Innocenzo I I , in s ie m e ad altre chiese soggette a ll’a b b azia b e n e d e ttin a 10; con lo stesso n o m e si trova anche in u n p riv ile g io d i E ugenio I I I , allo stesso m o n aste ro , nel 1145 16 ; ad u n certo m om ento non solo l

ospe-14 N. P e r a s s o . ms, del sec. X V I I I , in A r c h i v i o d i S t a t o d i G e n o v a , n. 845,

f. 2 r ., n . 7 ; G . G i s c a r d i , Origine delle Chiese, monasteri e luoghi pii della Città e Riviere di G enova, ms. del sec. X V I I I , in B i b l i o t e c a C iv ic a B e r io , I I , 4 , 9, p p . 14 2- 144 ; M . A c c i n e l l i , Dizionario ecclesiastico di Genova, ms. del sec. X V III,

i n B i b l i o t e c a C i v i c a B e r io , I I . 4 , 8 .

15 J. V. P f l u c k - I I a r t t u n c , Iter Italicum , Stoccarda, 1883. n. 331; P h .

J a ffÉ , Regesta Pontificum Rom anorum , Graz, ristampa anastatica, I , 1936. n. 7 713. N otizia in B . P o c h . Miscellanea d i Storia Ligure, ms. del sec. X V III. in B i b l i o t e c a C i v i c a B e r i o IV , 1, 13, I, f. 19 r. I due appellativi di S. Croce in Sarzano e di S. Croce di Castello coincidono e designano la medesima chiesa perchè Sarzano era una spianata posta sotto il Castello : cfr. G. P o g g i, Genova preromana, romana e medievale, Genova, 1914. pp. 2-22.

16 Copia manoscritta del sec. X V I II in B . P ocn cit., I, f. 19 r. Regesti in

J . v. P f l u g k - H a r t t u n c cit., n. 4 2 1 ; P h . J a f f É cit.. I I , n. 8778. Notizia in Storia

cronologica dell'A bbazia e Chiesa di S. Stefano di Genova ricavala da antiche scritture ed iscrizioni, Genova, 1776, p. 5. V i si dice anche che l’originale si tro­ vava nell'archivio del monastero: ora è perduto.

(7)

claie, m a anche tutta la contrada avevano preso il n o m e d a lla chiesa: dal secolo X I I I esiste a Genova una contralti S. C ru cis, che rivive, alm eno in parte, nelle attuali piazza e via di S. Croce, nel q u artie re del M o lo l7.

I'a b a te di S. Stefano aveva la com pleta a m m in is tra z io n e te m ­ porale de lla chiesa, mentre a ll’arcivescovo di G enova era riservala I am m inistrazio n e spirituale. A ll’abate spettava d i d ir itto la scelta del rettore che, ad elezione avvenuta da parte del m on aste ro , si p re ­ sentava all O rd in ario e riceveva da questi la g iu ris d izio n e pe r la

cura a n im a ru m . N e ll’esercizio del suo ufficio, q u in d i, il rettore d i­

pendeva d a ll abate in tem poralibus, e d a ll’arcivescovo in s p ir itu a li­

bus. II rettore, all atto della presa di possesso del suo be n e ficio , g iu ­

rava d i rim anere fedele al monastero di S. Stefano, d i n o n alie nare , senza autorizzazione, lib ri, vasi sacri, param enti d ’altare ed altre su p p e lle ttili, d i eleggere la p ro p ria residenza presso la chiesa d i S. Cioce, di non assentarsi, per nessun m otivo, per un p e rio d o di tem po superiore ai due mesi, senza il permesso d e ll’abate o del c ap ito lo , di non sollevare opposizioni alla sua rim ozione e sostituzione da parte del monastero, qualora egli avesse violato u n a d e lle clausole suddette.

Santa Croce godeva, per concessione p o n tificia , d i a lc u n i p r iv i­ legi: non poteva essere interdetta n isi p rò co m m u n i c u lp a c le ri vel

p o p u li; nessun altra chiesa poteva essere edificala entro i suoi co n ­

fini g iu ris d iz io n a li; godeva del ius sepeliendi e p u ls a n d i ca m p à n a s, eccetto il sabato santo; era esente da qualsiasi im p o s iz io n e d i de­ cime. Il suo rettore, però, non poteva am m in istrare l ’estrem a u n ­ zione 18.

Il reddito annuo della rettoria am m ontava, a l l ’in iz io d e lla se- ( onda m eta del secolo X IV , a m ala pena alle sei lib re d i g e n o v in i ; però nel 1386, per merito della saggia am m in istrazio n e d e ll’ab ate G io v a n n i, salì in poco tempo alla considerevole som m a d i 50 lib re l9.

17 A. P e s c io , I nomi delle strade di Genova. Genova. 1912. pp. 110-111;

I). C a s t a g n a c M . U. M a s im , Genova, guida storico-artistica. Genova. 1929. p. 107.

18 Per tutte queste notizie cfr. i documenti in appendice, ed inoltre G. Gi-

S C A R D I cit., pp. 112-1 14.

19 G . Gis c a r d i cit., pp. 142-144.

(8)

U n a sì flo r id a s itu a zio n e e co n o m ic a indusse n e llo stesso a n n o il m o ­ nastero a trasfo rm are S. Croce da c a p p e lla in p rio ra to , com e si ve­ d r à p iù a v a n ti.

❖ ❖ %

A lla m e tà del secolo X I I I è in atto u n a controversia che vede im p e g n a ti d a u n a parte il c o m u n e d i Lucca ed i m e rc an ti lucchesi resid e n ti a G e n o v a , d a ll'a ltr a l ’arcivescovo d i G enova ed i m o n aci d i S. S te fano , con l ’in te rve n to fin a le e risolutiv o d i In n o c e n zo IV in favore d i questi u l t i m i 20.

I l m o n aste ro d i S. S te fano aveva concesso de facto e in p e rp e ­

t u u m al c o m u n e d i L ucca, cioè ai m e rc a n ti lucchesi in G enova, il

p a tro n a to e g li a ltri d ir itti che aveva su lla chiesa d i S. Croce. A b ­ b ia m o ric o rd a to q u a li fossero questi d ir itti del m o n a ste ro ; la r in u n ­ cia ad essi e q u iv a le v a , in p a rtic o la re , alla rin u n c ia a lla elezione del rettore ed a l c o n tro llo s u ll’a m m in is tra z io n e te m p o ra le d e lla chiesa, con conseguente d a n n o m a te ria le e m o rale p e r S. Stefano. Com e e q u a n d o tale situ azio n e si fosse venuta creando, n o n possiam o sa­ p e re ; è m o lto p ro b a b ile , p e rò, che ci si sia arriv a ti m o lto len ta­ m e n te , poco a lla v o lta, pe r negligenza e n o n curan za dei m onaci stessi.

M a n o n eran o d a n n e g g ia ti soltanto gli interessi ed il prestigio dell a b b a z ia , bensì anche q u e lli d e ll’o rd in a rio d i G enova, al quale, com e si ric o rd e rà , spettavano il confe rim e nto d e lla giu risd izio n e per la cura d e lle a n im e al rettore, presentato d a l m onastero, ed il con­ tr o llo su ll a m m in is tra z io n e in s p ir itu a lib u s de lla chiesa. N el 12.j2 1 arcivescovo d i G e no va, G io v a n n i d i Cogorno 21, sostenendo che la cessione era avv en uta ad in sa p u ta sua e del C a p ito lo genovese, 1 an ­ n u llò . E p r o b a b ile che l ’arcivescovo avesse agito anche sotto le pres­ sio n i del m on aste ro , p e rch è n e lla sua d ich iarazio n e d i n u llità egli ebbe cura d i m ettere in risalto com e la cessione al com une d i Lucca avesse d a n n e g g ia to il m onastero d i S. Stefano e com e il suo a n n u lla ­

20 Per tutto quanto si riferisce alla controversia tra i mercanti e le autorità ecclesiastiche genovesi, a proposito della Chiesa di S. Croce, cfr. i documenti in appendice.

(9)

m ento si imponesse per giustizia. L ’arcivescovo si rivolse anche al papa, seguito, in questo ricorso, anche dal m onastero. In n o c e n zo IV , in data 15 ottobre 1252, accondiscese alla richiesta. C on la co n fe rm a, da parte dell autorità suprem a, della sentenza d i n u llità d e lla ces­ sione di fatto, non solo il monastero rientrava nel g o d im e n to di lutti i suoi d irilti su S. Croce, m a anche l'arcivescovo riotteneva I am m inistrazion e spirituale, in q uanto ritornavano in vigore le d i­ sposizioni delle bolle di Innocenzo I I e di E ugenio I I I .

Q uale fu la causa d e ll’azione concordala d e ll'a b a te e d e ll’arci­ vescovo? N aturalm ente va tenuta presente, p rim a d i tutto, la questio­ ne d i p rin c ip io : 1 arcivescovo di Genova non avrebbe m a i p o tu to ac­ cettare una situazione che gli im poneva di rin u n ciare ai p r o p r i d i­ ritti, come un fatto com piuto, senza previa consultazione e consenso. La questione d i principio fu il m otivo p rin c ip ale d e ll’o p p o s izio n e dell o rd in a rio genovese, ma non fu il solo; fu anzi la causa rem ota, che diede origine a ll’opposizione, m a non quella che prov ocò l ’in ­ tervento. Occorreva un fatto concreto, un avvenim ento, u n « in c i­ dente» che, m ostrando palesemente gli effetti negativi che la ces­ sione dei d iritti ai Lucchesi aveva avuto nella a m m in is tra z io n e eco­ nom ica e sp irituale della rettoria, facesse ap parire , an ch e sul p ia n o pratico, p iù opportuno I intervento d e ll’autorità ecclesiastica, e m a g ­ giore la possibilità di successo. Se la questione d i p r in c ip io fosse stata I unica causa dell opposizione e d e ll’intervento d e ll’arcivescovo, perchè G io v a n n i di Cogorno, arcivescovo d i G enova f in d a l 1239, non era intervenuto p rim a ? E p p u re bisogna am m ettere che. p erch è si stabilisse u n a situazione di rin u n c ia d i fatto ai p r o p r i d ir itti da parte del monastero di S. Stefano, e perchè se ne constatassero gli effetti negativi, dovette occorrere un certo periodo d i te m p o , p ro b a ­ bilm ente d i anni.

L « incidente », che provocò l ’intervento arcivescovile, fu la con­ dotta del rettore di S. Croce, Pietro da R a p a llo . C ostui aveva a lie ­ nato, senza autorizzazione, alcuni param e n ti sacri d e lla rettoria, im ­ poverendo il patrim onio della chiesa e d an n e gg ian d o, d i riflesso, il m onastero di S. Stefano. Inoltre sembra che si fosse a llo n ta n a to d a lla sua sede, senza autorizzazione, per u n p e rio d o d i te m p o su­ periore ai due mesi, trascurando così la cura delle a n im e a lu i a f­ fidate. 11 com portam ento di Pietro da R a p a llo fu il m o tiv o prossim o

(10)

che indussse a ll'a z io n e l ’abate e l ’arcivescovo, p erch è am b e d u e le a u to r ità ecclesiastiche si tro v aro n o d i fronte a m e n o m a z io n i palesi d e i ris p e ttiv i interessi.

A n n u lla t o l ’acquisto d i fatto dei d ir itti su S. Croce da parte de l c o m u n e d i L ucca, i m e rc a n ti lucchesi si tro varo n o n e lla neces­ sità d i tra tta re col m onastero d i S. Stefano. N e l nove m bre 1252 fu s tip u la to u n accordo ; esso n o n ci è arrivato 22, m a d a ll’esame dei d o c u m e n ti c o n te m p o ra n e i p o ssiam o arguire q uale fosse, alm e n o p a r­ z ia lm e n te . i l suo co n ten uto. A i m e rc a n ti era riconosciuta la facoltà d i p re s e n tare a l m onastero u n sacerdote q uale c an d id a to alla retto­ ria . i l q u a le doveva essere accettato, eletto rettore ed insediato nel possesso d e l b e n e fic io d a l l ’abate e d al cap ito lo . R ispetto a lla b o lla di E u g e n io I I I il m on aste ro r in u n c ia v a , nel 1252, in favore dei m e r­ c a n ti, solo a lla ricerca d i u n sacerdote « u tile ed idoneo » a lla carica d i retto re, m e n tre riservava a lla sua diretta ed esclusiva com petenza 1 acce ttazio n e , l ’e lezione e l ’in se d ia m e n to . Il sacerdote eletto doveva g iu ra re d i risp e ttare l ’accordo intervenuto tra il m onastero ed i m e r­ c a n ti, d i essere fedele a l l ’abate e al cap itolo del m onastero, d i risie­ dere a b itu a lm e n te n e lla retto ria e d i non alienare le p ro p rie tà d i essa.

N e ll acco rd o doveva essere contenuta anche u n a clausola p a r­ tic o la re , a p ro p o s ito de l rettore P ietro da R a p a llo che venne con­ fe rm a to n e l l ’u ffic io nonostante i suoi trascorsi. N ei suoi rig u a rd i, p e rò , si v o lle seguire u n a p a rtic o la re procedura, com e se egli ve­ nisse eletto a llo r a : i m e rc a n ti, rappresentati d al loro cap ilane us, V i­ v ia n o Z e m b r in i e da tre d i lo ro , Bonaventura G a m b a ld o , L am berto L occo e B o n f ig lio S c h i t i n i 23, presentarono il sacerdote Pietro da R a p a llo a ll ab a te e al ca p ito lo del monastero d i S. Stefano, « eligen­ d u m et p o n e n d u m sive co n stitue n d um in rectorem et m in istru m ec­ clesie San cte C rucis de Sarcano » ; l ’abate ed i m onaci accettarono la p re s e n tazio n e ed elessero ed insediarono Pietro da R a p a llo che g iu rò , com e p r im a cosa, d i approvare l accordo tra il monastero ed

22 A ll'A rc h iv io di Stato di Genova non abbiamo trovato il cartolare di (rio- vanni de Clavica, il notaio che ha rogato l’accordo.

23 V iv ia n o Zembrini faceva il banchiere: cfr. R. S. L o p e z, La prima crisi

cit., p. 41.

(11)

i m ercanti e d i rispettarlo sotto pena d i cinquanta lib r e d i ge novin i, p o i d i accettare tutte le sanzioni che a ll’abate sarebbe p ia c iu to prendere nei suoi riguardi a m otivo delle m ancanze com m esse, in ­ fine d i restituire entro un mese le s u p p e lle ttili d e lla chiesa da lu i alienate od altre d i equivalente valore.

I l monastero annesse m olta im p o rta n za a tutti questi a tti, d a lla presentazione dei mercanti lucchesi al giuram ento d i P ie tro da R a p a llo , perchè chiam ò ad assistervi tre dei p iù fa m o s i g iu d ic i d i quel tem po , m olto noti anche n e lla vita p o litic a , G u g lie lm o da Q u in to , F errario de Castro e Sim one T a rta ro 24.

Sem bra che la controversia finisse q u i. N on s a p p ia m o p e r q u a n ­ to tem po S. Croce di Sarzano rimase la chiesa dei m e rc a n ti lucchesi in G enova. N el secolo X IV essa diventò p rio rato d i S an to Stefano 25.

5): % &

N e l 1386 il reddito annuo della rettoria di S. C roce era salito a 50 lib re di genovini mentre solo q ualche anno p r im a era ancora d i sei lib re. Questo aumento era dovuto unicam ente a lla b u o n a a m ­ m inistrazione d i G iovanni, abate d i S. Stefano. I m o n a c i, a llo ra , chiesero al papa U rbano V I che si degnasse d i erigere la chiesa di S. Croce in priorato del monastero d i S. Stefano e che perm ettesse

24 Cfr. tutte le negoziazioni contemporanee riportate in L iber I u rium cit. Pietro da Rapallo era rettore di S. Croce ancora nel 1257. R iportiam o due documenti di tale anno che lo riguardano e che ci illum inano sulle relazioni di dipendenza del rettore di S. Croce dal Monastero di S. Stefano : A.S.G.. Cartul. 54, alti del notaio Giovanni Vcgio, cc. 46 v., 48 r. : « + In presentia testium infra- scriptorum presbyter Petrus, minister ecclesie sancte Crucis, concessit Nicole Bergo- gnono quod possit vendere presbytero Alberto de sancto W ilie lm o hedificium do­ mus quod habet super terram diete ecclesie. Actum Ianuc. in claustro canonicorum Ianue. Testes Dondeus et Iohannes de Castro scriba, m . c c . l v i i . indictione x m i, die xxiii marcii, inter nonam et vesperas ».

« -f In presentia testium infrascriptorum domnus Iacob, abbas monasterii sancti Stephani lanuensis, concessit Nicole Bergognono ut possit vendere hedifi­ cium domus quod habet super terram ecclesie sancte Crucis, salvo iure dicte ecclesie. Actum in palatio dicti monasterii, testes magister Iacobus canonicus sancti Donati et presbyter Sylus. m . c c . l v i i , indictione x m i, die xxv marcii inter nonam e t

(12)

che la chiesa fosse a m m in is tr a ta n o n p iù da n n sacerdote diocesano, m a da u n m o n a c o di S. S tefano col tito lo d i p rio re . L e r a g io n i che i m o n a c i p o rta v a n o a sostegno d e lla lo ro rich iesta, m e rita n o d i es­ sere r ife r ite : il m onastero necessitava d i u n lu o g o sa lu b re dove i m o n a c i potessero recarsi a r ite m p ra re la p r o p r ia salute c o m p ro ­ messa « fr e q u e n tib u s in fir m ita tib u s quas... co n sueve run t in c u rre re », trae n d o g io v a m e n to dal c a m b ia m e n to d ’a ria, e d i u n lu o g o separato dove si potessero isolare i m o n a c i co lp e v o li p e r u n a efficace corre­ zio n e , com e c o n s ig lia n o anche i S a n ti P a d ri.

U r b a n o V I accondiscese a lla richiesta e m a n d ò a G u g lie lm o , vescovo d i A n c o n a , residente, a llo ra , in G e nova, che desse esecuzione a lla concessione. II 13 settem bre 1386. alla presenza anche d e ll’arci­ vescovo d i G e n o v a G ia c o m o F ie s c h i26. la chiesa d i S. Croce fu eretta in p rio ra to d i S. Stefano.

N o n si sa se nel 1386 S. Croce fosse ancora la chiesa dei m e i c a n ti lu cch e si in G enova ( d i essi n o n si fa m e n zio n e n e lla b o lla di U rb a n o V I ) ; c o m u n q u e , se ancora lo era, l ’erezione d e lla chiesa in p r io ra to m u ta v a p ro fo n d a m e n te i ra p p o rti d ella chiesa stessa col m onastero d i S. Stefano e con l ’arcivescovo d i G enova. Con la nuo\a c o n fig u ra z io n e m onastica assunta da S. Croce, d iffic ilm e n te , rite n ia m o , ci sarebbe stato ancora posto p er i p riv ile g i dei m e n a n t i, c o n c o rd a ti n e l 1252.

C o n o sc ia m o u n o solo dei ta n ti p rio ri che si succedettero m S. C roce: frate S im o n e da C h ia v a ri, detto anche S im o n e R av asch ieri da C h ia v a ri. D i n o b ile fa m ig lia , p rio re verso la fine del secolo X V , e g li d iv e n n e vescovo d i B ru g n a to nel 1492, p u r c o n tin u a n d o a r i­ siedere a G e n o v a , in u n a casa attigua al p rio rato di S. Croce o p p u ie presso i l c a p ito lo d i San L orenzo. M o rì nel 1502 e volle essere se

26 Giacomo Fieschi fu arcivescovo di Genova dal 1382 al ] 400 : cfr. G.

S e m e r i a cit.. I . p. 147 e sgg. Anche Urbano VI risiedeva a Genova nel 1386. G.

S e m e r ia cit., pp. 157-159; G . Coco, Delle relazioni tra Urbano V I e la repubblica

di Genova, in G iornale Ligustico, X X I I , 1897, p. 449 e sgg.. La bolla di Urbano

V I si trova in G . G i s c a r d i cit., pp. 142-144. Nell'elenco delle chiese c luoghi pii dell arcivescovado di Genova soggetti alla tassa imposta da Urbano V I nel 1387 < nom inata anche la ecclesia sancte C rucis: cfr. L. T. B e lg r a n o , Illustrazione del Registro arcivescovile, in A .S .L i., I I , parte I, p. 377 e sgg.

(13)

polto n e lla chiesa d i S. Stefano. E ra nipote di L e o n a rd o F o rn a r i, vescovo d i M arian a in Corsica, nella provincia ecclesiastica lig u re “7. N el secolo X V I II , sulla parete d i u n a casa posta a lla sinistra d i S. Croce, si leggeva ancora una lap id e , scritta in caratte ri gotici e senza data, ina che risaliva con ogni p ro b a b ilità a l l ’in iz io del se­ colo X V , in cui si ricordava A n to n io da Sarzano, u n o dei R if o r m a ­ tori delle leggi civ ili nel 14 1 3 28.

Nel secolo X V I la chiesa fu restaurata dal n o b ile G . B . M a r ­ chese 29.

N e ll’anno 1797 i monaci l'ab b an d o n aro n o , e l ’arcivescovo di Genova l ’incorporò alla parrocchia del S. Salvatore 30.

A ttualm ente di S. Croce in Sarzano esisterebbero soltanto a l­ cune p a rti m urarie, inglobate in costruzioni c iv ili successive.

27 G . G is c a m h cit.. p. 144. Cfr. anche P. T o m a in i. Brugnato. città abbacale e vescovile, Documenti e notizie. Città di Castello. 1957. pp. 66 . 200, 204, 253.

28 G . G i s c a r d i cit., p. 144, dove si trova anche la trascrizione della iscri­ zione che riportiamo: Sepult. Antonii de Sarzano, heredis A n ton ii quondam G ui*

lielm i.

29 Descrizione di Genova e del Genovesato, Genova, 1846, I I I , p. 142. con alcune inesattezze cronologiche. Cfr. anche G . G i s c a r d i cit., p. 144.

30 Descrizione cit., p. 142.

(14)
(15)
(16)
(17)

1.

15 ottobre 1252. Innocenzo IV approva la d ic h ia r a z io n e d i n u l­ lità emessa dall'arcivescovo di Genova circa la d o n a zio n e dei d ir itti sulla chiesa di S. Croce di Genova fatta dal m onastero d i S. Stefano

al com une di Lucca.

Fonti. - A. L’originale manca. B . Copia in Archivio Vaticano. Reg. vat. 23, c. 213 v. (Im i. papae IV Bullae comm. et de Cur., a. X . n. 189). C. Regesto di B . in E. B e r g e r , Les registres d'innocent IV publiés ou analysés d'après les manuscrits originaux du Vatican et de la Bibliothèque Nationale. I I I ,

Paris, 1807, n. 6046.

A b b a ti et conventui monasterii Sancti S te p h an i la n u e n s is , o r­ d in is Sancti Benedicti. Petitio vestra nobis e x hib ita c o n tin e t q uod vos patronatus et alia iura, que in ecclesia Sancte C rucis la n u e n sis habetis, com m uni Lucano de facto in perpetuum concessistis ; set venerabilis frater noster arcliiepiscopus lanuensis concessionem h u ­ iusm odi, que ipso et capitulo Ianuensi om nino ir re q u is itu s facta fuerat et in preiudicium vestri m onasterii re d u n d a b a t, auctoritate o rd in aria irritavit, iustitia exigente. Nos itaque, ip siu s arc h ie p is c o p i supp licatio nib u s inclinati, quod super hoc per e u m p ro v id e fac tu m est ratum et gratum habentes, id auctoritate ap o sto lica c o n fir m a ­ m us et cetera, atque concedimus. N u lli ergo nostre c o n fir m a tio n i et cetera.

D a tu m Perusii, idibus octobris, anno x.

2.

30 novem bre 1252. V iviano Z e m b rin i, cap itan o d e i m e rc a n ti lucchesi in Genova, e Bonaventura G ainbaldo, L a m b e rto Locco e B o n fig lio S ch itin i, mercanti lucchesi, presentano i l p rete P ie tro da

(18)

R a p a llo come candidato alla rettoria di S. Croce di S a rz a n o , c a p ­ pella soggetta al monastero di S. Stefano; il m onastero a p p r o v a ed elegge rettore Pietro da R apallo.

Fonti. - A. C.opia autentica in Frani mento di Poliptico cit.. p. 34. B . Edizione parziale in S. L a n c e l l o t t o , Historiae Olivetanae, Venezia. 1623. p. 329.

Nos V iv ia n u s Zem brini, capitaneus h o m in u m L u c e n s iu m exi- stentium in Ia n u a mercandi causa, necnon ipsi m ercatores, vide lice t B onaventura G am baldus, Lambertus Loccus et B o n filiu s S c h itin i, pro nobis et a liis mercatoribus Luccliensibus, presentam us vobis donno A m b rosio, abbati monasterii Sancti S tephani, et conv e n tu i \ estro presbyterum Petrum de R a p a llo , eligendum et p o n e n d u m sive costituendum in rectorem et m inistrum ecclesie San cte Crucis de /a rc a n o . Nos Ambrosius, abbas monasterii Sancti S te p h a n i, Wi- lielm us p rio r. Iacobus, A rnaldus, Iohannes, N icola, Ç a c h a ria s , N i­ colaus. Petrus et Thomas, m onachi ipsius m onasterii, acce p tam us presentacionem quam nobis fecistis vos Luclienses de e lig e n d o et constituendo pe r nos presbyterum P e tm m in prelatura sive rectoria ecclesie Sancte Crucis de Sarçano, capelle spectantis ad ip s u m m o ­ nasterium . ip sum q ue elegimus in rectoria ipsius et e id e m d ic ta m ecclesiam ta m q u a m rectori et m inistro concedimus ip s u m q u e p o ­ nim us in possessionem ipsius ecclesie ex nunc et ipsam ecclesiam concedim us eidem tam quam rectori. Actum lanue, in c la u s tro dicti m onasterii. Testes G uillelm us de Q uinto iudex, F errarius de Castro iudex. Sym on Tartarus iudex et Granellus de R a p p a llo . A n n o d o m i­ nice nativitatis m .c c.l i i., indictione x, die u ltim a n o v e m b ris, p u l­

sante tercia.

(S . T.) Ego Iohannes Vegius, sacri im p e rii notarius, rogatus scripsi.

3.

30 novem bre 1252. Prete Pietro da Rapallo, rettore d e lla ch ie ­ sa di S. Croce in Sarzano, cappella del monastero di S. S te fa n o , ac­ cetta e ratifica la concessione fatta dal monastero ai m e rc a n ti lu c ­ chesi.

Fonti. - A. Copia autentica in Frammento di Poliptico cit.. p. 3 5 .

(19)

Ego presbyter Petrus (le R a p p a llo , m inister et rector ecclesie Sancte C rucis de Sarcano, ratifico et approbo concessionem fac ia m per d o m in u m abbatem et conventum m onasterii Sancti S te p h a n i Ia- nuensis, Luchensibus \ quod de bis plenius co n tin etu r in in s tru ­ mento facto W ilie lm i de Clavica n o tarii, prom ittens et iuran s m e non venturum contra ipsa pacta et concessiones vel convenciones. Alio- q u in p e n a m lib ra ru m q uinquaginta ia n u in o ru m vobis d o m in o ab b ati stip u lan ti p ro m itto ; et pro predictis observandis et p e n a , o m n ia bona mea habita et habenda vobis p ig n o ri obligo. A c tu m Ia n u e , in claustro dicti monasterii. Testes W ilie lm u s de Q u in to . F e rra riu s de Castro et Sym on Tartaro iudex et G ranellus de R a p a llo . A n n o d o ­ m inice nativitatis M . CC. l i i, indictione x ., die u ltim a n o v e m b ris, p u l­ sante tercia.

(S .T .) Ego Ioliannes Vegius, sacri im p e rii 2 n o ta riu s , rogatus scripsi.

4.

.50 novem bre 1252. Prete Pietro da R a p a llo , rettore d e lla chiesa di S. Croce in Sarzano, cappella dipendente dal m onastero d i S. Ste­

fano, giura fedeltà al monastero e si dichiara p ron to ad accettare tutte le disposizioni d e ll’abate circa alcune sue m an can ze trascorse.

Fonti. - A. Copia autentica in Frammento di Poliptico cit.. p. 35.

Ego presbyter Petrus de R a p a llo im o , tactis evangeliis D ei. quod ab hac bora in antea ero fidelis et obediens vobis d o n n o A m ­ brosio abbati vestrisque successoribus catholicis et c a p itu lo h u iu s m onasterii Sancti Stephani, et honorem vel raciones h u iu s m o n a ­ sterii non m in u a m neque m in u i faciam , possessionem et alia bona m odo vel futuris tem poribus ad ecclesiam Sancte C rucis p e rtin e n tia non alienabo sine licencia vestra vel vestrorum successorum vel ca­ p itu li vestri, set custodiam vel defendam , sicut sunt lib r i, c a lix , pa- ram enta altaris et cetera, et de rebus ipsius ecclesie re d d a m

racio-1 Nel ms. segue ripetuto factam 2 Nel ms. segue ripetuto imperii

(20)

n e m a b b a ti m o n a s te rii q u a n d o ei p la c u e r it; in p re d ic ta ecclesia Sancte C rucis c o n tin u a m re sid e n ciam fa c ia m n e q u e occasione a l­ terius ecclesie vel a liq u a a lia occasione eam u ltr a duos m enses de­ seram vel d im itta m , sine lic e n c ia ab b atis vel c a p itu li m o n aste rii. Q u o d si contrafecero et abb as vel a liu s p ro m o n aste rio e a n d e m ec­ clesiam lo c a v e rit aut locare v o lu e r it a lii, n o n c o n tra d ic a m . E t in su p e r iu ro q u o d stabo in o r d in a m e n to u n o et p lu r ib u s d o m in i ab batis de o m n ib u s excessibus quos feci d ic to vel facto, in personis vel rebus ad d ic tu m m o n a s te riu m p e rtin e n tib u s , ta m e n possit percipere usque dies octo et n o n u ltr a . E t dictu s abbas p re ce p it tu n c ip s i m in is tro q u o d in fr a m ensem u n u m restituat et r e d im a t in ip s a m ecclesiam o m n ia p a ra in e n ta que e id e m m in is tro alias fu e ru n t designata per ip s u m m o n a s te r iu m , vel si n o n p o te rit illa , restituat alia eque b on a loco ip s o r u m , salvis a liis p rece p tis que ipse abbas facere v o lu e rit. A c tu m Ia n u e , in claustro d ic ti m on aste rii. Testes W ilie lm u s de Q u in to , F e rra riu s de Castro, S y m o n T artaro iud ice s et G ra n e llu s de R a p a llo . A n n o d o m in ic e n a tiv ita tis m . c c . l i i, in d ic tio n e x , die u l ­ tim a n o v e m b ris, p u lsa n te tercia.

(S . T .) E g o Io h a n n e s V egius, sacri im p e r ii n o tarius, rogatus scripsi.

Riferimenti

Documenti correlati

Procedendo dall’esterno verso l’interno del corso d’acqua si rinvengono le seguenti tipologie di vegetazione: pratelli terofitici della classe Tuberarietea (con

IRMS and SNIF-NMR methods are robust and reliable, but have some disadvantages, such as use of expensive standards, prolonged sample preparation, expensive

The evidence supporting such a role of IFI16 is as follows: (i) small interfering RNA (siRNA)-mediated depletion of IFI16 in primary human embryonic lung fibroblasts

Another goal for Borexino Phase 2 is the first direct measurement of neutrinos coming from the pp reactions: these neutrinos provide more than 90% of the total solar neutrino flux

Since the early 2000s, an increasing number of female religious officers have been employed by the Presidency of Religious Affairs (Diyanet) and regularly sent to European

(2004) assessed total brain, hippocampus, and amygdala volumes in adults with ASD, parents of children with ASD (pASD) and healthy controls (HC), defined as adults with no personal

These results suggest that it would be useful to increase the lighting levels inside of the room in the morning during the entire course of the year, in all sky conditions and