I libri di Viella 259
Il caso molisano nell’Italia tardomedievale
a cura di
Istituzioni, scritture, contabilità
Il caso molisano nell’Italia tardomedievale
a cura di
Isabella Lazzarini, Armando Miranda, Francesco Senatore
Prima edizione: settembre 2017 ISBN 978-88-6728-831-1
Questo volume è stato pubblicato con il contributo del Dipartimento di Scienze uma-nistiche, sociali e della formazione dell’Università del Molise, del Dipartimento di Studi umanistici dell’Università Federico II di Napoli (fondi dipartimentali) e della Fondazione per l’Arte, l’archeologia e la cultura del Vastese (Lentella)
viella
libreria editrice via delle Alpi, 32 I-00198 ROMA tel. 06 84 17 758 fax 06 85 35 39 60 www.viella.it
Indice
Isabella lazzarInI, armando mIranda, Francesco senatore
Introduzione 7
Il caso molisano
bruno FIglIuolo
Il Molise nel quadro dell’amministrazione
del Regno di Sicilia in età aragonese 23
armando mIranda
Il censimento del materiale documentario medievale
di interesse molisano conservato nell’Archivio di Stato di Napoli.
Primi risultati 37
lorenza IannaccI
Documentazione pubblica e scritture private nella formazione e gestione di un patrimonio feudale. Il caso degli Orsini
conti di Manoppello (XIV secolo-metà XV secolo) 61 serena morellI
Scritture fiscali per lo studio del Molise:
la cedola subventionis generalis del 1320 83
Il Regno
Francesco senatore
Forme testuali del potere nel Regno di Napoli.
enza russo
Pratiche aragonesi nel Regno di Napoli:
i conti della tesoreria generale di Alfonso V d’Aragona 147 Francesco mottola
Produzione e conservazione delle “scritture”
nei centri medi e piccoli del Regno. L’Abruzzo 165 PIerluIgI terenzI
Scritture di confine. Verbali e registri consiliari nelle città
dell’Abruzzo settentrionale (secoli XIV-XV) 193 rosanna alaggIo
La produzione della cancelleria dei principi di Taranto
nella prima metà del XV secolo 217
Comparazioni e modelli
armand Jamme
Le scritture del governo pontificio dello Stato.
Saggio di tipologia evolutiva tra Due e Trecento 241 alessandro sIlvestrI
Governo a distanza e controllo del territorio nella Sicilia di età bassomedievale: pratiche di governo,
innovazioni documentarie e forme della negoziazione 269 lorenzo tanzInI
Scritture della comunità e scritture della dominante nello Stato fiorentino tra XIV e XV secolo:
la comunicazione epistolare come strumento di governo 305 Isabella lazzarInI
Speroni e quaterni:
contabilità, scrittura e potere a Ferrara nel Quattrocento 325
Indice delle figure 345
P
ierluigiT
erenziScritture di confine
Verbali e registri consiliari nelle città dell’Abruzzo settentrionale
(secoli XIV-XV)
Introduzione
La storia politica delle città del Regno di Napoli è sottoposta da alcuni anni a una revisione, che ne sta facendo emergere le caratteristiche peculiari rispetto al panorama italiano ed europeo, nonostante la scarsa disponibilità di cune ti o o ie docu ent rie no de i rocci i di u i er i tudi di carattere politico-istituzionale, praticato per altre aree urbane d’Italia e d’Europa, prevede l’analisi di scritture amministrative correnti come i
ver-i de e e ee con i i ri cc nto e onti nor ti e co e i t tuti Per l’Italia meridionale continentale, sono rare le scritture di questo tipo che ri no ri de in uecento r nce co Sen tore ront to i ro-blema non tanto in termini di dispersione e distruzione di età moderna e con-temporanea – pure importanti – quanto piuttosto di pratiche di conservazione delle scritture da parte delle universitates rodu ione docu ent ri de e città era maggiore di quanto non lasci pensare l’attuale scarsità di fonti ma le co unit tende no con er re i e critture c e tte t no diritti
ri-i e ri-i ri-i unit etc c e docu ent ione con i i re1 La prospettiva
as-sunta da Senatore costituisce anche uno stimolo a interrogarsi sulle esigenze delle universitates meridionali, per spiegare la natura e l’articolazione delle
Sen tore Gli archivi delle universitates meridionali: il caso di Capua ed alcune considerazioni generali, in Archivi e comunità tra Medioevo ed Età Moderna, a cura di rto i n e i ior i S o c de i o d Le scritture delle universitates meridionali. Produzione e conservazione, in Scritture e potere. Pratiche documentarie e forme di governo nell’Italia tardomedievale (secoli XIV-XV) cur di
rini in eti edie i i i t e tr tt r o unin it inde r rtic e ie
critture rodotte Se uendo ue t dire ione in ue to contri uto render in considerazione le scritture consiliari di due centri dell’Abruzzo settentrio-nale, Atri e L’Aquila, accomunati da una storia documentaria particolare, che ri ette ecu i rit de oro tori o itic
Per queste due città si conservano o si possono conoscere fonti che per qualità, quantità e collocazione cronologica rappresentano casi
ori-in i ne conte to de e no di o i er tri ono di oni i i cuni er i con i i ri red tti r i e i tr nd tici d i no critti de erudito oc e ico Sorricc io e in rte u ic ti d uo di cendente ui i fine ttocento Per L’Aquila possediamo copie di alcuni atti del Tre-Quattrocento, ma soprattutto nove registri di de i er ioni con di er e cune In essi furono redat-ti esclusivamente i verbali dei diversi consigli deliberaredat-tivi intermedi di
ue i nni e dei r enti citt dini erie u in u ur t ne co e di o tr to ri it er rdi c e cur to edi ione de ri-mo di questi libri reformationum
Attraverso l’analisi di questo corpus tr tter cune ue tioni di fondo, quali l’individuazione delle esigenze che determinarono la pro-duzione di verbali e registri consiliari, i motivi per cui essa ebbe luogo in determinati momenti e i fattori che concorsero a dare ai documenti con i i ri e oro trutture e or e e ri o te err nno d di in di cuni etti i r orto r co tru ione di un r to ini tr -tivo cittadino e, da un lato, la forma delle scritture, dall’altro l’adozione dei re i tri i ruo o de i i u i o itico i titu ion i e di ttori o itici
Sorricc io L’organismo interno d’un Comune Abruzzese nel ’300 in u et-tino de e ut ione ru e e di tori tri de cri e un re i tro de d Il Comune Atriano nel XIII e XIV secolo tri endice II, Carte comunali ri ort di er i er i trecente c i utore d noti i de e i ten di icco i r ni di i ri co un i de e di cui non cono ci o i contenuto Monumenta di Nicola Sorricchio sono stati recentemente digitalizzati e indici ti d un ru o di oro c e c o ni er it nnun io di ieti e ono con u t i i indiri o tt orricc io di unic it in r io o n or on-t no er er i in or to u ro etto o ento de red ione de re ente io
onte non er ncor con u t i e
rc i io di St to de ui Archivio civico aquilano (d’ora in avanti ASA ACA), d nni
e erie ro e ue fino Settecento n re i tro i con er-va in Archivio di Stato di Napoli, Museo
Scritture di confine
e terni ne tr or ione de e r tic e di re i tr ione di ettic r cu tur not ri e e cu tur c nce ere c ne defini ione de e crittu-re e de e r tic e di con er ione in u o de ci i t co un e u
ue ti roce i utto ci r in u dr to in uno c e c e con iderer dapprima i verbali (strutture, forme, linguaggi), poi i registri
(ammini-tr ti i e con i i ri infine i condi ion enti de on rc i u entr -i -in et r one e
Prima di proseguire, è opportuno fornire un orientamento sulla sto-ri o itico i titu ion e de e due citt ui er un civitas nova,
ond t et uecento c e i i u r id ente di ent ndo e-cond citt de re no o to din ic u i no econo ico e o itico
e n c ue i co iddetto e i ento d rti co o to d un o-erno di ei e ri er c er en o e Quinque artium) e da un con i io de i er ti o c e u odific to i o te Atri era invece una citt rero n n e oc edie e u otto o t do inio dei conti d’Aprutium e di oreto ne di enne citt de ni e di en-dente dirett ente d o r no o o un rente i co un e di et
uecento di cui dir fine recento u endut d corte n ioin otente i i c u i cui citt i o o e i o te ne cor o de u ttrocento er u nto ri u rd e i titu ioni ne recento e er e un doppio livello consiliare, composto dai Sei rettori e da un consiglio de i er ti o i o te odific to e tire e o er ioni con i i ri e ri-co rire tri inc ric i ini tr ti i di ri ie o er i ro un u fi-ci e ore tiero In entrambe le fi-città era attivo anche un parlamento, i cui poteri furono sottoposti a riduzioni o estensioni nel corso dei secoli fin i de edioe o e o io o itico oc e i ino tre i c it no re io u fici e ordin rio nor ente ore tiero in c ric er un nno o un e e tre i er i tito re de iu ti i cri in e i re on i-le dell’ordine pubblico e il garante della raccolta deli-le tasse regie neli-le pertinenze territoriali della città, ma come vedremo ebbe anche un ruolo ne e tti it con i i ri
er un inte i di tori citt din edi e enti Storia dell’Aquila dalle origini alla prima guerra mondiale o ri er e tr or ioni i titu ion i eren i L’Aquila nel Regno. I rapporti politici fra città e monarchia nel Mezzogiorno tardomedie-vale o o n o i
er un rofi o torico edi Sorricc io Hatria = Atri o o e c r er o
I verbali: strutture e forme fra ibridi e modelli
i ntic re i tr ione con i i re tri n ri e ed un i rido r un er e e un tto not ri e Il parlamento si riunì per discutere, fra l’altro, della richiesta di un cittadino recluso, che chiedeva l’esonero dal
ento de ri c tto ri rte de te to co co o t 1) invocatio
d t e indic ione de re n nte ti o o i di con i io
utorit con oc nte od it di con oc ione
propositio de ro inter i ro o it con i u tr ione de petizione del cittadino
rere ore o e di un con i iere non no in to e re o contro quello di un altro consigliere, Zuccio Testa, non verbalizzato
ot ione de e ndo d edendu u rere di uccio con e ito positivo
de i er ione
Sin qui ci troviamo di fronte a un verbale consiliare, per quanto non er etto nc no i uo o di riunione i tri r o enti tr tt ti ne e-dut i no e de con i iere c e r e i rere di uccio tto i con-c ude con-con un e con-c tocon-co o not ri e
Actum in civitate Adrie […], presentibus [diverse persone nominate] et pluri-u i in dicto r ento e i tenti u uod cri i e o er rdu er rdi de Amatrice autoritate regia notarius puplicus constitutus, et nunc massarius ci it ti drie et d o ficiu re or tionu dicte ci it ti er o ine i iu ci it ti de ut tu redicti o ni u inter ui et e fide it te cri i u ic i et eu i nu eci
crittur u red tt er u ic re deci ione re finc posizione del catturato fosse resa nota e sancita giuridicamente dalla publi-ca fides not ri e i red ttore o t er un or co o it c e o tr
coe i ten de cu tur not ri e e di ue c nce ere c ue to
Sorricc io Il Comune doc
io nn er i e n t ne ott din tic ert nto nono t nte i o te no di tri re in i e it di indic re un o r no incerto er non ri c i re di infici re -idit utur de tto
Scritture di confine
eno non er nuo o e endo i erific to en ri ne t i co un e i ni e t in un conte to in cui e r ione r i t n o itic e i t n docu ent ri non i er re i t red ttore er in tti un i-strato, il massaro, che oltre a svolgere le sue funzioni doveva produrre gli
tti conne i co e ce d e e io i ind co di u Essendo un notaio, egli poteva rendere autentiche le scritture grazie al proprio signum non a caso, nel nostro “semi-verbale” egli si dichiara prima notaio, poi
ro e infine de ut to ad officium reformationum
nc t e r ione de e due i t n e ri ette un rtico ione delle strutture amministrative della città ancora incompleta, nel senso de di tin ione r co eten e o itic e e un ioni red ion i Tutta-via l’assenza di funzionari impiegati esclusivamente per la scrittura degli
tti con i i ri non u ficiente ie re e or e i ride o inco ete dei er i o di o tr i tto c e d tri i con e ion rono nc e er i veri e propri, ma anche che a L’Aquila, nonostante la separazione fra istanze risalisse alla prima metà del Trecento, nella seconda metà del eco o i roduce no ncor er i i ridi c i e i tro dun ue in
tri etti i co i de i tti rodotti e oro ede di de tin ione ri re i tr ione con i i re de ui ri e u ndo esisteva un notarius reformationum d u c e decennio tto i tro negli statuti cittadini, redatti a inizio Quattrocento, ma non è una reforma-tio in senso proprio, cioè un aggiornamento delle norme in seguito a deli-er ione11 Il consiglio decise infatti solo l’elezione di alcuni commissari
ad hoc u er cto r ie e non de i er un di o i ione nor ti D’altro canto il livello di strutturazione del “verbale” è piuttosto basso e
nc no cuni e e enti ond ent i or ni ione de te to ri on-de e uen er c ito i de i t tuti
or co o it ricord ue dei docu enti ti i ni dei eco i e ri o tudi ti d i ore La diplomatica del documento comunale fra notariato e cancelleria. Gli atti del Comune di Asti e la loro collocazione nel quadro dei rapporti fra notai e potere in Studi edie i con di eren c e i red ttore er un un ion rio c e cri e u nd to de con i io er u edi Senatore, Gli archivi
edi er t i co un e rto i n e i La documentazione degli stati ita-liani nei secoli XIII-XV: forme, organizzazione, personale, in Culture et idéologie dans la genèse de l’État moderne tti de t o rotond o otto re o
1) invocatio d t uo o
utorit con oc nte
propositio de c o de o erno c er en o con i io ecific to qui e non prima)
1) propositio del camerlengo rere di er icco di etruccio
e e ione di u ttro co i ri o u ione ro o t d icco
de i er ioni re e d co i ione nei iorni ucce i i La ripetizione della propositio, l’assenza di una votazione (qualora ci sia stata) e della deliberazione che ordinava l’elezione dei commissari ono i e e enti c e ont n no ue to tto d or er e no tre i te to con ider ndo nc e i u ti i tre c ito i i ri unti o c e indirizzato alla registrazione, pertanto risponde solo in minima parte alle
od it c nce ere c e
ede di de tin ione de tto deter in dun ue ce t or e del notarius reformationum, mentre per alcuni atti quattrocenteschi essa fu dett t d o co o n cune re i tr ioni co re e r i e i contenute sempre negli statuti, mancano quasi del tutto gli elementi e le
for-e dfor-ei for-er i entre e rti de critti e di o iti ono o to i e te e e dett i te un ione er ue di u ic re e deci ioni co e dic i r i not io c nce iere ntonio io i ter ine de tto de Le ragio-ni un ion i ono con er te d un tto not ri e de c e tte t nomina del sindacus er tr tt re con i nuo o re err nte i c ito i di o e-dien docu ento er i ind co co e ro de inc rico d re en-t re re ci oren-t redi ere un en-ten-to noen-t ri e dec in en-to co e en-ten-to u ico dell’universitas, in cui i presenti coincidevano con i membri dell’assemblea,
en i e e enti ti ici di un er e
t er e not riu ntoniu c nce riu de redicti ro tu et cri tu et u ic tu ut er etuo o tine t ro ori fir it te i i c e tre re i tr ioni
ono i c e
tto u inc u o d re ne ri i e io c e contene e u ic e re ent te e e ue ri o te te to di oni i e u ito tt ri or n e ui ne or e ione Materiali
Scritture di confine
So o ri ono i ri i er i ui ni u er titi truttur ti e co eti ue i dei libri reformationum i non de e indurre credere c e i e e i ri ort ti co e ure tto tri no de o ero t e di un roce o ine re c e ort d o u ioni i ride i er i eri e ro ri i e ice ente er i co i di ue i tti non er ritenut nece ri o o ortun or er e de tin ione in re i tro ri er to o eno alle verbalizzazioni, fu dirimente da questo punto di vista, come dimostra i c o di tri ri not i dott rono in tti un truttur co et e or e ien ente c nce ere c e nei re i tri de e
er-i con er-i er-i rer-i e no u er-i e re i e e enti e uenti 1) data
ti o o i di con i io uo o
utorit con oc nte od it di con oc ione
ro o te di di cu ione tte d ro reri dei con i ieri
ot ione de i er ione
Le componenti essenziali di un verbale ci sono, sebbene ne manchino cune ri etto ti i ione ro o t d i o S r ro er e citt co un i re r ione de riunione erific de nu ero e e e ri ettur fin e di u nto de i er to Anche dal punto di vista formale, i verbali atriani ri ett no i ode i r ente tte t ti ne t i co un e er i -zione del voto e della decisione presa, ad esempio, poteva rispondere al mo-de o re e con un et ic uit re o utu ri erito u ti o rere er i
-to co un ue ot to ure i dott or u un co e n re or tione cu u con i i i o et cto rtito er e riu d bussulas et palloctas hoc modo videlicet quod quibus placet secundum quod dictu et con i iu d iucti e t it un r et ict nt eoru oct in bussula alba de sic, et quibus non, sit alia pars et mictant eorum palloctas in bussulam nigram de non cuit o ni u de dicto con i io ictenti u eo-rum palloctas in bussula alba de sic ecundu dictu et con i iu d ucti ne ine u oct ittente in u u ni r de contr rio t ic inter eo re or tu e titit et o tentu
S r ro Le delibere dei Consigli dei Comuni cittadini italiani (secoli XIII-XIV) o
Chiunque conosca i verbali consiliari dell’Italia comunale non troverà nulla di strano in questo testo, fatta salva la prima persona impiegata dal ro o in ece tr ordin rio er i e o iorno trecente co ro-rio erc er ett ente o r oni i e i er i co un i o noto nell’Italia centro-settentrionale si elaborarono e trovarono ampia diffusione formulari e manuali, come il De ars notarie di Ranieri di Perugia, che gene-r i rono trutture e or e dei er i Questi testi circolavano probabil-mente anche ad Atri e nei centri di provenienza dei massari, anch’essi collo-c ti ne ru o ettentrion e circo ione do ette e ere orit d i
c i co erci i e o itici r e due ree d o c n ri e rc e provenivano molti mercanti attivi in Abruzzo, e in quelle zone avevano in-tere i i oro co e i ru e i i te i uo i ro eni no oi cuni c it ni re i co co e cuni re nico i urono ode t in t i centr e ondo co un e ioc dun ue un ruo o i ort nte ne do ione di certe or e de e critture con i i ri ne c o di tri i nd o tre
I linguaggi: il fascino del comune di Popolo
tri er t t u fici ente un co une e do o o c ier -mento della città nel fronte guelfo, il legato papale Pietro Capocci le at-tribuì quello status, richiamando esplicitamente il modello di Perugia per
u ficio ode t ri e e er tri etti e erien dur un uindicin di nni erc rri o de i n i deter in i ro re i o ri or i-mento nei modelli istituzionali del regno, a cominciare dalla sostituzione de ode t con i c it no i non i ed co unit di co truire u ue e erien un orte e e ento identit rio in u io do e-r to nei con i i de er di t o orte ente co un e ne u dec in ione o o re di de i ie o inter ittente de ter ine co une si riscontrano alcuni usi linguistici palesemente mutuati da ue ondo ri u rd nti i defini ione de co etti it i i no i di con i i e u fici i in entr i i iti i u cro er i populus
edi in inte i n ini A consiglio. La vita politica nell’Italia dei comuni, o ri
Sorricc io Il Comune doc
Su cui ito o L’Italia delle altre città. Un’immagine del Mezzogiorno medie-vale o i
Scritture di confine
ei er i i tro no r i co e ue te ro u ern tione t tu ci-fici et tr n ui i populi ci it ti drie no ine et ice communis et populi dicte ci it ti u ico et ener i r ento comunis hominum et populi ac universitatis ci it ti drie etc Quest’ultima frase lascerebbe inten-dere che vigeva una distinzione istituzionale o di fatto fra gli homines della città, l’universitas come ente giuridico collettivo e il populus come ulteriore ru o o itico i titu ion e n re t ut ndo e tte t ioni ne oro in-ie e e ne conte to di ue i nni non er co u o di ue to in u io non ri ette un re t o itic confi ur t co un e er un o e-razione di rafforzamento della legittimazione del gruppo dirigente, che attri-buiva al populus un centr it inedit i or e c e o t n i e
ri o o u co iuto ne dice re u ndo i con i io dei Sessantaquattro, a base territoriale, fu trasformato in consiglio dei
Venti-u ttro co o to con criterio i to citt dini er ci cun ott di cui unu de e iori u ter de ediocri u et iu de inori u L’intro-duzione del criterio sociale, con la maggioranza dei due terzi garantita ai “non migliori”, fu voluta da personaggi che troviamo spesso nei consigli di quegli anni, con un marcato ruolo di orientamento delle scelte politiche e un e idente di tin ione oci e on i tr tt de e er ione di ru i popolari, già presenti nelle istituzioni, ma di una strategia adottata da un
ru o di citt dini e inenti
con itti o itici e oci i or in cor o otre ero ie re ue t tr te i di o o ri ione Si tr tt di otte c e d u c e decennio opponevano alcuni barones del contado, sostenuti da nobili cittadini, alla re t nte e con i tente rte de citt co o t di o o ri e no i i Le lotte, motivate di volta in volta da ragioni diverse, possono essere ricon-dotte un unico fi one rinci e o contro r ri tocr i territori e un tempo detentrice del potere cittadino e le nuove forze sociali emerse ne econd et de uecento nc e r ie e erien co un e en ri in tti i con i iu uni er it ti de er or to d
rone et do ini n ti i
L’insistenza nel riferimento al popolo costituì il culmine di questo pro-ce o n tti e tte t ioni e er ono o o ne cio do o enne
tte t ioni in Sorricc io Il Comune r e cor i i ono iei Sorricc io L’organismo
edi Sorricc io Il Comune i doc
o con itto con i rone et n te de La popolarizzazione fu sancita anche da una riorganizzazione istituzionale del febbraio-marzo c e re ide rteci ione di con i ieri iunti e di capita artium c e i te ero i tto di o erno conte o er con er-mare che l’operazione era gestita prevalentemente da meliores, si dispose l’estrema limitazione delle convocazioni del parlamento, «quia periculum solet inducere facere parlamentum, quia sepe solent accedere et congregari in eo de u eni u et inu ienti u ure u de i ienti u
et uctorit te de r ento u e n t i nuo i ue-cento giurati, che dovevano essere «principales, bonos et idoneos homines di i ente t tu o u i e re ero e ercit to c ric it rendendo i t rdi er ino eredit ri n o t n i c iu e cce o i or ni de-i er tde-i de-i e de-i e utor dde-i tto de-i r ento
ioco in ui tico c e tent di e itti re ue te ce te ri u rd anche il nome dei consigli, che furono ricondotti all’ambito della tutela de o o o i tto urono detti con er tore i e rectore o u i i uecento con i iu ducentoru con i i rioru co uni eu o u i o ure ducentoru ur toru o u i e co i o o ri -zione fu talmente profonda da riguardare anche il capitano regio, che in un di ttito er u e e ione u detto c it neu o u i d ro e d un con i iere no tre in un tr edut un con i iere er che il capitano doveva limitarsi a svolgere la funzione giudiziaria, senza
c ier r i nei con itti in cor o ne cont do er dir o u ue te ro e it con oneriu u titie et non iu Nonostante l’uso improprio dei no i oic nei co uni i tr tt di u fici interni co unit questi modi di chiamare il capitano sono forse il massimo esempio di come la cultura istituzionale comunale avesse attecchito, attraverso la
tru ent i ione in territorio tri no
utto ci e c r ttere o o o itico e endo i o i i e uti i re ue t ter ino o i ne e critture iuridic e Si tr tt in tti di fi ure non ricono ciute con uei no i ne o io i titu ion e de re no e t
er o i i it di u re uei ter ini c e o tr no u nto cino e ercit e et de recento e erien di o o o
i doc i doc i doc i doc
Scritture di confine
I registri amministrativi
in u o de ci i t co un e u eno inten o otto i rofi o dell’adozione di registri separati per la verbalizzazione dell’attività
consi-i re e u tr de di erenti er rintr cci re e u i uti e rendere le mosse dai registri amministrativi, in parte sovrapponibili a quelli delle citt co un i di un ri e cu tur de re i tr ione non er cer-to assente nelle città meridionali del Tre-Quattrocencer-to, ma era una pratica
ener i t o o er i u fici ini tr ti i n di er e citt ono in tti attestati registri compilati o tenuti dai diversi magistrati, soprattutto in
am-ito fi c e d tri ono cit ti ne i libros extime e un liber comunis, nel quale si registrarono le operazioni di censimento per la colletta gene-r e nc e ne i t tuti di egene-r o de er ri nere in ru o i citano i quaterni di diversi magistrati, che sembrano essere già in uso e non introdotti in ue o ento entr te e u cite uoc i ore tieri etc
Considerata questa base, la questione è quella del rapporto fra struttu-re amministrative e articolazione dei struttu-registri “per materia”, come fase pro-dromica all’adozione di registri dedicati alla sola verbalizzazione consilia-re unto c e co e er or dei er i e r ione r un ioni politiche non fu la sola a determinare l’adozione di registri esclusivamente con i i ri re i tri trecente c i de ro di tri co e in tre citt de re no cco ie no critture di n tur di er tito o di ue o de
e o uente
Liber sive quaternus reformationum continens in se bandimenta, relata re-or tione de i er tione no in et co no in con i i rioru ur toru privatorum, vialium et quamplures alias diversas scripturas pertinentes et
ect nte d o ficiu ri tu ctu
re i tro ri ette i ent io di tti it ini tr ti e de ro tre i er i con i i ri in e o tro no io nc e ue i de e riunio-ni di governo, i nomi degli eletti alle varie magistrature, le assegnazioriunio-ni di
ti di e e corri onden etc co e cc de er i quaterni del ind co di u i er en tro do uto identit r u fici e e re-d ttore ncor un o t ui o re un tro unto di i t oic
i doc
Statuti del comune di Teramo del 1440 cur di r erini tri passim Sorricc io L’organismo
dove la separazione fra istanze era avvenuta, l’adozione di registri consiliari u t rd o e o detto eno d ri et de recento er tti o un notarius reformationum i cui co iti non ri u rd no er tti it con
i-i re u i-ifi-ic i-ione de u fi-ici-io i-i ri-i eri-i i-in tti-i iorn ento de i statuti, nel senso originario che aveva il termine reformatio ue to t to di cose fece sì che solo in seguito alla trasformazione del notaio delle rifor-magioni in cancelliere, avvenuta nel corso del Quattrocento, si adottassero re i tri e r ti er i er i con i i ri er i oti i c e edre o i nti
D’altro canto bisogna rilevare che alla precoce articolazione ammini-strativa (rispetto ad altre realtà del regno) corrispose a L’Aquila uno sforzo
i rc to er rodurre re i tri e r ti ri de ri or de e i-stevano almeno sette diversi quaterni o libri tenuti d ri i tr ti So o
cuni di e i cco ie no un o ti o o i di re i tr ione entr te e u ci-te ro enti de e u ci-te in itci-te d i executores capitulorum (deputati alle sanzioni per le effrazioni agli statuti), pagamenti e doni fatti agli esecutori e te oriere ore tieri uoc i tri due or e i i i ort nti o itic ente er no di contenuto etero eneo i u derno de te oriere e i quaternus Com-munis tenuti entr i d ede i o i tr to e ri o i re i tr no i cittadini che svolgevano certe attività economiche, le inquisizioni degli exe-cutores e tro ne econdo i co i corri onden con corte re i i nomi degli eletti e altro, fra cui forse anche i verbali consiliari (o almeno cuni on i titu ione de e i ento d rti ne n c ue un nuo o registro, quello delle spese dei Quinque artium
Il salto di qualità fu compiuto nel secondo Quattrocento, non solo con i libri reformationum ma anche con i registra ini tr ti i i i ntico dei u i ri e e re In essi si copiavano in ordine cro-no o ico ettere rice ute e in i te i tru ioni er i ci tori etc e i si registravano i provvedimenti amministrativi, come ad esempio la de-ter in ione dei re i de c rne e di tri eneri i ent ri i ri et-tevano quindi l’attività del governo cittadino e non di altre magistrature, ed er no e titi d un o o red ttore i c nce iere Si tr tt in o degli eredi di alcuni dei registri attestati negli statuti, la cui innovazione
Statuta civitatis Aquile c
Se ne con er no ei in S d S S er i dett i edi eren i «In quaterno communis» Scritture pubbliche e cancelleria cittadina a L’Aquila (secoli XIV-XV), in n e de co e r n i e de o e o en e tt e r re ue or
Scritture di confine
consistette non tanto nella loro produzione, quanto nella cura per la loro conservazione, che è testimoniata dall’attribuzione di una proto-segnatu-r etic ci cuno di oro rtire d ue ti re i tri urono ino tre e r ti in due otto erie communium, dedicata ai diversi affari interni regalium, dedicata a scritture riguardanti i rapporti con la monar-c i e i uoi u fimonar-ci i monar-co rendente nc e e i tru ioni di o tic e
n i e o co n to di rtico ione non i ritro in ne un tr città del regno negli stessi anni, ma d’altro canto esso non è paragonabile
ue i di cune citt co un i co e o o n e iren e
Sviluppi istituzionali e scritture
ue to unto nece rio do nd r i c e co deter in ue te innovazioni a L’Aquila, segnatamente l’inaugurazione dei libri reformatio-num ne ri erific d re ri u rd i i u i i titu ion i e ini tr ti i er cerc re di identific re in ue to c o un e entu e motore del cambiamento, in particolare nel rapporto fra gruppi sociali e i titu ioni e ne ruo o con i i re de c it no re io
e recento i rtico t or ni ione de e critture non tocc i c o de tti it con i i re nono t nte ue t o e i co
-e t ndo e rocedure re critte ne i t tuti er i on i io delle arti, l’organo deliberativo intermedio, erano infatti previste le tap-pe ordinarie del processo decisionale, incentrate sulla triade propositio-consilia-reformatio La loro attuazione è confermata dal “verbale” del
ono t nte ue t co e it e i en di cre re un i te di re i tr ione e r to u ertit o o un eco o do o intere e con-servativo incentrato su altre tipologie documentarie fece sì che i verbali, redatti forse non regolarmente e in forme ibride o incomplete, non fosse-ro de tin ti u orti teri i conce iti er con er ione
ue to ro o ito un con ronto con i ondo co un e u ri e r i uti e er e iden i re e io i r orti r i u i i titu ion i e critture L’esigenza di dare forma regolare, separata e continuativa alla
er un e e io fiorentino edi i contri uto di oren o n ini in ue to o u e Statuta civitatis Aquile c e Si tr tt di di ieti d cui i deducono e rocedure con i i ri
zione emerse nelle città comunali nel corso del Duecento, quando ebbe luo-o ue c e t t definit ri luo-o u iluo-one dluo-ocu ent ri Nel momento in cui con er ione de o o o o t re in con i io un e un e o o itico di ri i i o i no cre e tten ione er i eni enti in e e e er oro red ione c e tro io in re i tri ri
er-en cei e oi c rt cei Il passaggio ai registri rispondeva a necessità pratiche e politiche allo stesso tempo, permettendo una migliore gestione dei processi decisionali e soprattutto costituendo «un fondamentale
ele-ento di r n i er i e ri de e e te
ue to di cor o non i u re ne i te i ter ini er e universita-tes meridionali, in cui l’ampliamento della partecipazione popolare alla po-itic citt din enne ttr er o i ricono ci ento di i i titu ion i
ui ri or de r re ent cce o dei ru i o o ri e i titu ioni de i er ti e e di o erno ttr er o e cor or ioni o tre fatto che il Reggimento ad arti non era un’istituzione di Popolo, questo
pas-io non deter in un o in nti ne e r tic e di re i tr ione o sviluppo e la maggiore articolazione delle scritture in registro furono invece progressivi, toccando il culmine dopo la metà del Quattrocento, quando si era
or t un ite i titu ion e co o it o o in rte di ori ine o o re Nella gran parte delle altre città, la questione politica prevalente nel re u ttrocento er ri rti ione dei con i i e de i u fici r i due r ndi ru i i titu ion i in cui i r cco ie no e co onenti oci i l’universitas nobilium e l’universitas popularium con itti r i due gruppi, pur motivati da abusi o indebite estensioni di potere (soprattutto da parte dei nobili), non portarono mai all’emersione di istituzioni
paral-e paral-e o tru paral-ento i paral-e fic cparal-e paral-er ottparal-enparal-erparal-e un paral-e u r re ent n e d re soddisfazione alle esigenze di gruppo era il ricorso alla monarchia, sia chiedendo al sovrano di riconoscere accordi raggiunti autonomamente, i e ndo i ui erc inter eni e dirett ente i concorre
ire i ueur Révolution documentaire et révolution scripturaire: le cas de l’Italie médiévale in i iot ue de co e de c rte
edi nc e n ini Delibere e verbali. Per una storia documentaria dei consi-gli nell’Italia comunale in eti edie i i i t tt r o unin it inde r rtic e ie
i edi nc e rto i n e i La documentazione e S r ro Le delibere
n ini Delibere e verbali
er i oti i ie ti in eren i L’Aquila nel Regno edi ito o L’Italia
Scritture di confine
or re un u dro ordin to nono t nte di ettic e tr i titu ion e e i u i ote ero condi ion re i roce i i titu ion i fino econ-do Quattrocento non si ritenne necessario il ricorso alle verbalizzazioni re o ri er r ntire ont de e o er ioni nc e erc ue t
do-e do-e do-erdo-e icur t d c it no re io
ue to u fici e er no in to d re e uendo rocedure c e e -so coinvolgevano anche le comunità, che potevano ad esempio proporre c ndid ti o ure ce iere un c it no e otto or o con er re i e e erci io de e ue un ioni iu ti i ordine u ico fi co i c i-tano doveva rispettare gli statuti o le consuetudini locali, ed era tenuto a fir re cuni c ito i c e re o no u ficio ri di entr re in c ric Non si trattava insomma di un rappresentante plenipotenziario della mo-narchia, ma di un delegato all’espletamento di funzioni pertinenti il potere re io c e do e e uire cune re o e oc i i c it no eno in alcune città, aveva anche il compito di convocare e presiedere le assemblee de i er ti e cio i r ento citt dino e ue e inter edie di rio ti o i o n or ut re nc e un e entu e ruo o di ue t fi ur ne to-ri docu ent to-ri de e citt rendi o nuo ente i c o de ui
u cui i o i in or ti c e in tte di u teriori ricerc e non u e ere con ider to r re ent ti o de inter re t ur n eridion e
r et de recento e et de u ttrocento e un ioni o-itic e de c it no ui no ce rono en i i ente fino erder i
u i de tutto ri de ri or de e r c e u fici e non solo convocasse e presiedesse i consigli, ma ponesse anche le questioni d di ttere un ione oi c ui it d c er en o La riforma riconob-be poteri decisionali di rilievo al capitano, che doveva scegliere Quinque artium in carica per sei mesi da una rosa di nomi che gli veniva proposta d un co i ione e ettor e n eco o do o u fici e non er i coinvolto, in nessun modo, nell’attività deliberativa dei consigli intermedi, n t nto eno ne e e e ioni e ri o liber reformationum egli risulta solo presente ai parlamenti cittadini, che peraltro venivano convocati
qua-i e c u qua-i ente er roc ione de i e etti ue te e ee i
ue o de c it no un te c e nece it di un ri en ento er i o ento i ed i uon io di it e «Universitates» e «officiales regii» in età aragonese nel regno di Napoli: un rapporto difficile in Studi torici
n nc n di tre onti o i deduce d r cconto di uccio di n o Cronica, cur di e ttei iren e d e e io tr
tenevano nel suo palazzo, ma nei verbali non si fa cenno alla sua autorità di con oc tore o di r nte n i uno dei er i co i ti ne i t tuti citt dini dic i r c e i r ento er t to con oc to ne o de c it no u nd to de o erno Il vero consiglio deliberativo, detto cerna o concio, si riuniva invece nel palazzo della Camera, cioè del
o erno do e re en de c it no non i re i tr t
Non sappiamo quando e come sia avvenuta l’esclusione dai processi de i er ti i n e i t t ncit d un ri i e io re io co e u er
-o ne er ite ui n en de c it no i nific ere maggiore libertà di manovra, per mettere in campo un sistema deliberativo uido cerna era infatti un consiglio di numero variabile, i cui membri eni no c i ti di o t in o t di cutere e ro o te de o erno no -tre il processo decisionale veniva sottratto ad alcune procedure, in primis
ue de oto co e edre o in e uito ue t itu ione uid r nti la partecipazione ricorrente dello stesso gruppo di persone, che poteva libe-ramente gestire il coinvolgimento di altri cittadini (in ottica prevalentemente c iente re ed e it re o condi ion re i ric io i titu ion e
L’assenza del capitano dai consigli contribuì a determinare questa itu ione in cui nc t defini ione nu eric de e e e debole strutturazione procedurale rendevano inutili le operazioni di con-tro o de nu ero e e e i conte io dei oti di cui u fici e er in
receden r nte non u ue t en deter in re i i o no di fi re in cri ti tti it con i i re n i co tte de ru o dirigente, che emerge dall’analisi degli stessi verbali, e la
semi-informa-it de e rocedure deci ion i nd no ne dire ione o o t Se i registri fossero stati adottati per i medesimi motivi dell’Italia comunale duecente c co tt ite i titu ion e ui n re e deci o di contro re e te i c e re i ro i e
Registri, politica e cancelleria
L’adozione dei registri consiliari, cioè della verbalizzazione regolare, otre e or e ere ie t con due c u e e i en di contro o de e
i c
S ini Sugli statuti teramani del 1440 iren e Su ue ti etti eren i L’Aquila nel Regno
Scritture di confine
attività istituzionali dall’esterno, oppure una scelta pragmatica con risvolti o itici n ri i ote i io i o i de o e c e i t t o-n rc i decret re do ione dei re i tri Vista l’attenzione crescente de corte r one e er i oro uti i o ne e citt u cui tornere o otre e d r i c e re err nte i ordin to re i ione dei re i tri ne er e i en e di contro o a posteriori de tti it con i i re u-r nte ueu-ru-r di ucce ione contu-ro io nni d n i in tti ui
i er c ier t con ue t u ti o do o i rientro o edien r one e i re otre e er tent to di inten ific re u re en condizionando l’attività politica locale attraverso la registrazione regolare de tti it con i i re o ione inde o it d un e ice con i-der ione nc ndo i c it no ne e edute con i i ri oro er i -ione er co et ente in no ite di o erno c e re e otuto i edire en ro e i re i tr ione co e in e etti ece i t rdi
La seconda ipotesi poggia su motivazioni pragmatiche, politiche e cultu-r i o te o te o deter in re do ione dei re i tri urono nece it di c nce eri unite i o no di e tire e io i roce i o itici ue te esigenze diede risposta la cultura umanistico-cancelleresca e non quella no-t ri e ro i ente u i c nce iere i n r nce co ccur io d orci
ro uo ere no it con o de ru o diri ente i er e ro di un’importante famiglia nursina, in contatto con L’Aquila da qualche decen-nio u or ione non er not ri e u ni tic tto c e contri u
do ione di or e ien ente c nce ere c e nei er i con i i ri i fu il responsabile dell’organizzazione di una vera e propria cancelleria nei de-cenni fin i de u ttrocento u ndo u ficio i diede un truttur i c i r e e io re o t do ione dei re i tri con i i ri co e ure or ni -zione proto-archivistica dei libri reformationum e dei registra rientr in ue-to roce o o e di o tr no i re uenti rin ii interno de te erie e r un erie e tr i n r nce co ront un i te c e er ette d un to di o ere i co ito in odo e ficiente d tro di e tire i
roce i deci ion i con iore i it on er in re uente i c o di con-sigli dedicati a questioni già trattate in precedenza, che rendevano necessario ri rtire d e deci ioni re e nc e er erific re e o i i it di ddi enire
u nto e ue inte r ri ri e ione tt in eren i «In quaterno communis» u io di ronte ri re dei con itti di ione i o erno deci e di ecret re di cu ione in con i io u u nto er t to ri erito d un r te erc ote ener re c nd u t u icu u ri tu S r
de i er ione i ico i c o de e deci ioni re e d un r ento c e non ote no e ere odific te d un con i io ri tretto ci ric iede un erific re i in re c e o o i re i tri er ette no di e e uire e o en-te i o n ri e re c e o or o or ni ti o u to d ru o diri-gente, che sicuramente considerava questa pratica un’opportunità e non una
in cci e re i tr ioni co e i detto ote no e ere in o ni o ento impedite e non a caso si notano lacune nelle verbalizzazioni in momenti criti-ci co e ue o c e ort dedi ione de ui r o
Dal punto di vista politico, dunque, non era il controllo il motore de inno ione utt i i de e tenere re ente un tro etto ri di re er i io de citt i n r nce co er t to c nce iere de conte di ontorio ietro e one c i citt dino i ere inente e -der politico e patronus de ui Il conte partecipava ai consigli anche in prima persona, ma era soprattutto attraverso i suoi “fedelissimi” che e ri e ro ri o itic in ede i titu ion e ru o diri ente ne suo complesso, con qualche eccezione, era aderente al suo potere e a quello della sua pars c e e ercit un e e oni di ione i con ider to i otre e or u re un ter i ote i ietro e i i uo c nce -liere nel cuore delle istituzioni cittadine per attuare un migliore controllo, dopo che si era manifestata una certa opposizione alla sua decisione di far ri e re citt err nte ne ue t i ote i nece it di con
er-e docu er-ent rier-e o er-etter-er rier-e er-er or non di oni i i
Il condizionamento della monarchia
Se o i o e c udere un inter ento diretto di err nte ui ri-spetto ai libri reformationum, dobbiamo considerarne la politica documen-taria come fattore di condizionamento nella produzione dei verbali (e non
o o corte ro o e do ione dei re i tri con i i ri e er i io-ne re o re io-ne conte to di un i i ione o itic ter ine de guerra di successione, le città e la monarchia ravvivarono il loro dialogo, che
etti o liber reformationum i rre t enn io u ndo due re i io i inviati a discutere con un capitano dell’esercito francese affermarono di dover riferire qual-co c e nd tr tt to e ret ente S r liber e uente i re i
r o con nor e tti it con i i re otto i do inio r nce e Su ietro e edi eren i L’Aquila nel Regno
Scritture di confine
ort r tro un erie di inter enti in c o i titu ion e e ini tr -ti o r i e i urono riconfi ur te o re o ent te e i titu ioni e e rocedure deci ion i ed e ettor i di eno centri cuni dei u i tocc ti i o te n rte di ue te ri or e u o ut d e te e co u-nit tre d cuni ru i oci i tre ncor d corte
no dei tr tti co uni e ri or e er o i o di er i ione re-o re de e tti it cre-on i i ri n c nce iere re e dre-o utre-o cri ere e te-nere un registro delle deliberazioni dei consigli, segnare i nomi degli eletti e co i re e ettere re ie on rc i ndo o ro uo endo ue te disposizioni, vedeva nell’estensione della registrazione al campo politi-co uno tru ento er i ior re it o itic oc e Si tr tt di un coro rio dei di o iti i i titu ion i e i in c o con ue e ri or e Esse prevedevano una ristrutturazione dei consigli, una diversa o meglio regolata loro ripartizione sociale o territoriale e soprattutto l’introduzione di procedure obbligatorie, come il voto segreto e l’estrazione a sorte dei magistrati, sino ad allora adottate solo da alcune comunità o solo occasio-n ente ue te rocedure erc un ion ero e io ric iede -no un ccre ci ento o un re o ri ione de rodu ione crittori bisognava registrare gli eleggibili ai vari consigli, annotare gli eletti per erific re c e non torn ero in c ric ri de te o e n re i oti -ore o i e contr ri etc on c o in u i tutte e ri or e i re ede la presenza del capitano regio durante le operazioni, per controllarne la re o rit ue t o itic er un unto di con er en con ue e re d cune citt tre i libri reformationum ui ni i u not re c e
er o i ordin er i ione de e tti it con i i ri ne i t tuti de do e er non i r di un re i tro no tre i c ito i di ri or re-ent ti d Su on re ne re ede no o te o o i o do endo il cancelliere annotare le decisioni prese con voto segreto nel «libro della co unit ro i ente un re i tro i to
Che la scritturazione fosse un elemento centrale, e non solo accesso-rio, di questa politica monarchica e cittadina è dimostrato dalla riforma de
ui ront t ne u ini i ti re i con i concor o de ru o
edi eren i The Citizens and the King. Voting and Election Procedures in South-ern Italian Towns Under the Aragonese, in Cultures of Voting in the Pre-ModSouth-ern Mediterra-nean, c. 1200-1700 cur di S erente un e i ttenden in cor o di t
i etti ente Statuti del comune di Teramo ru r e Codice diplo-matico sulmonese cur di r i nci no doc c
diri ente n de e di o i ioni i intere nti ue c e iet o-erno citt dino di ettere d rtito e re de i er tione cun de e c-cende de co unit en e c nce eri Il cancelliere, presente in modo capillare in tutte le operazioni descritte nella riforma, diventava una parte imprescindibile del processo istituzionale, tanto importante da condizionar-ne idit no dei ort ti de ri or u dun ue u teriore r or
-ento di ue t fi ur c e in ue i nni t i cre cendo
L’esito scrittorio della riforma è mostrato dal secondo liber reforma-tionum u er tite o cco ie un ri o ru o di er i
re ri or c e e ue i ode o de re i tro de ne seconda parte, quando si riunirono i nuovi consigli e si attuarono le nuove procedure, i verbali furono redatti in modo completamente diverso, come
i ede d i ode i re ent ti ne t e
Il modello pre-riforma prevedeva le solite componenti, che si susse-guivano normalmente in modo ordinato andando a comporre una struttura
en definit utt i i o n not re en di un e e ento ond ent -e co -e ot ion-e ri de non c tr cci di o er ioni di oto nei libri reformationum, neanche quando si fece riferimento all’unanimità, che veniva espressa direttamente nel testo della reformatio L’assenza nei er i ri ette e r tic e e e in tto nei con i i c r tteri ti d un uidit nc e rocedur e i c e u i er i ione er i processo di negoziazione informale fra i consiglieri che aveva luogo dopo e rrin e o di o tr i tto c e in di er i c i urono e re e o inioni differenti, ma si giunse comunque a una reformatio, che come sempre ven-ne verbalizzata subito dopo le sententie
I verbali riguardanti le sedute del nuovo ordinamento, messo a punto r du ente rtire d no e re un ero un truttur e un forma strettamente legate al rispetto delle procedure e in particolare del oto e no it i ri e nti er no in tti indic ione de nu ero di re-senti o asre-senti, i voti espressi, l’ordine stesso di trattazione e di votazione degli argomenti, uno per uno, anche se talora si elencarono prima tutte le propositiones e i re i tr rono oi tutti i oti u ci cun di e e n di
edi eren i «Per libera populi suffragia». I capitoli della riforma istituzionale de L’Aquila del 1476: una nuova edizione, in «Annali dell’Istituto italiano per gli studi
torici i c
Su un ni it edi u fini La ragione dei più. Ricerche sulla storia del prin-cipio maggioritario o o n
Scritture di confine
renza di non di poco conto riguarda le sententie dei con i ieri on i nuo-o etto oro er i ione di ent i r r e e o ttu t nei c i in cui i con i io ri tretto rin i d e ee i ie erc non
ote decidere d o o no tre u i no or e co i ce netti i riduzione degli aspetti “discorsivi” a favore della rigidezza e
dell’essenzia-it e proposdell’essenzia-itiones, prima piuttosto articolate, diventarono riassuntive, concentrandosi il cancelliere sulle procedure e sugli aspetti fondamentali,
i c e u re tituire co e it di un propositio
I modelli di verbalizzazione a L’Aquila prima e dopo la riforma del 1476 Modello pre-riforma Modello post-riforma
Data Data
Luogo Luogo
Tipologia di consiglio Tipologia di consiglio
Autorità e modalità di convocazione Autorità e modalità di convocazione - u ero di re enti o enti t or e enco Propositiones del governo Prima propositio del governo
Sententie (pareri dei consiglieri) su tutte le
propositiones Eventuali sententie sulla prima propositio - Voto sulla prima propositio, con indicazione
dei lupini bianchi e neri Reformatio, con eventuale registrazione di
eletti a commissioni ad hoc iic i r ione di e ito coro tu e t ro tu e t
- Seconda propositio
- Terza propositio
Questa nuova modalità di registrazione non era un fatto stilistico, i to c e i c nce iere de er n e o onticu no u ni t aquilano, che aveva già verbalizzato diverse sedute secondo il modello re ri or nuo truttur e e nuo e or e non er no un u inter-pretazione, ma costituivano il rispetto rigoroso dello stesso capitolo che prescriveva l’obbligatorietà del u re en n e o i di o e nc e che il cancelliere
nel quaderno ad cio facto scriva el di che se mecte ad partito alcuna cosa, li lupini bianchi et negri ce sonno, in modo che se cognosca sel partito posto e ence o erde t nc e i d nnot re o nu ero de e er one e
trovaranno ad fare el ditto partito in lo modo che de supra e dicto, et ogni co ectere in re i tro
nc u i i ri eri ento di ttito c e in tre ri or e di ue-i nnue-i u ue-in ece re o ent to i ttito c e ro rio e oc e sententie verbalizzate dimostrano che si svolgeva, ma che le norme implicitamente non rende no in con ider ione co e e e ento d er i re er-bali rispettavano quindi alla perfezione il dettato normativo, ma per un
oti o o to concreto i con i i i te i o tituto de uo otenente re io c e e ro o to e tto ro re ri or o o u r-ten i co inci d ic re in odo e re i e tico e rocedure fino ri ri tin re e r tic e ntecedenti ri or o di o tr i ter o liber reformationum c e co re i nni u ndo tte t t ri re di tti it con i i ri uide e di trutture e or e di er i ione re ri or i etto ue te i iun e indic ione de nu ero dei presenti o degli assenti del consiglio dei Dodici, l’unico a sopravvivere dei due n ti ne iore re o rit e i ric io conne i cre ione di un con i io nu ero fi o eni no iti ti d con o-c ione re oo-c o-co t nte di o-con i ieri iunti c e er ette no di ri ri tin re di tto uidit di un te o nc e e cun r i due libri non ci permette di stabilire il momento e le modalità della trasfor-mazione, è chiaro che essa avvenne solo quando il vice luogotenente
ndon citt Su i no docu ent rio inter rete de re t ur -ione u i n r nce co ccur io torn to uid de c nce eri
Il condizionamento della monarchia sulla verbalizzazione fu dunque i ort nte i it to ne te o e e to re en di un uo u fici
-e tr ordin rio -e -e i -en -e oc i d unto di i t o itico -e crittorio ri ero re enti e i ni e t rono non en o i i e di fici e valutare così nel dettaglio gli effetti della politica documentaria regia in tre citt i u e n re c e nc e u u nto e r u-rono i it ti Se ene ne i re e e re critto re i ione di un i ro de o nnot ento de e de i er ioni ne i nni ucce i i i ind co continu er i re e edute nei uoi quaterni, insieme alle tre critture nono t nte i du i u e fic ci de o itic re i resta assodato che essa andava nella direzione dell’ampliamento della red ione di critture o itic e
Scritture di confine
Conclusioni
Per concludere, ritorniamo su alcuni importanti aspetti che sono emersi ne tr tt ione etero eneit di ttori c e ote no deter in re i e iti scrittori, il nesso non lineare fra articolazione amministrativa e articolazione docu ent ri i e o de r ti o e in u o de cu tur co un e
La produzione di verbali e di registri consiliari nell’Abruzzo settentrio-nale fra Tre e Quattrocento rispose a esigenze diverse e fu il portato di fattori di c r ttere o itico i titu ion e cu tur e e r tico e c o de ui abbiamo visto agire, in diversi momenti e per diverse ragioni, tutte queste istanze, che comprendevano necessità e programmi politici locali e regi, for-mazione culturale dei professionisti della scrittura e bisogni pratici connessi
i roce i i titu ion i er nte r tico i ri e to centr e nc e nel rapporto fra forme scrittore e sedi di destinazione, ma ulteriori indagini u un i io ettro di onti co e d e e io i co icuo ondo not ri e de econdo u ttrocento otre ero o rire nuo i unti di ri e ione e c o di tri co re en di e e enti di er i ri u rd inn n itutto struttura e la forma dei verbali, aderenti ai formulari messi a punto nell’Italia co un e ne uecento i urono er red tti in uei re i tri i ti tenuti da magistrati politici e non da cancellieri, che testimoniano un livello di arti-co ione ini tr ti non tro o n to
e r ione de i t n o itic d ue crittori non ener i -edi t ente re i tri con i i ri e r ti o or e di er i ione codifi-cate (L’Aquila), così come la mancata separazione non impedì di assumere
ue te u ti e nc e u re i tri non dedic ti tri i e iti docu ent ri er -no un prodotto soprattutto delle scelte consapevoli compiute in primo luo-o d i red ttluo-ori de i tti luo-o erluo-o e i nluo-ot i i tr ti o c nce ieri tro canto, era possibile che fattori esterni alla città condizionassero queste scelte, co e di o tr no i er i de do o ri or de ui nc e e ione on rc ic e e e etti i it ti ne te o o itic docu en-t ri di err nen-te o en-t inen-trodurre e e enen-ti di re o rien-t ini tr ti in diverse aree, fu un elemento fondamentale del processo di “costruzione del re no c e i i u u terior ente ne in uecento
nfine torni o u ruo o de t i co un e or o er co dire la “chiarezza ideologica” dell’esperienza di Popolo fu tale da permettere un i ort ione in ui tic c e co titu uno tru ento di otere d tri Esso trovava nella verbalizzazione, aderente al linguaggio espresso nei
sviluppi politico-istituzionali e scritture a L’Aquila, conferma che adottare l’Italia comunale come punto di riferimento per lo studio delle città meridio-n i meridio-nomeridio-n umeridio-n e in e i con ider no i co uni co e un ni e t ione storica poggiata su certi presupposti e certe scelte, che non necessariamente do e no erific r i tro e o e e e dire io nni cco i
con-ronto con t i co un e i u ri e re roficuo e inte r to con un i r co r ione con e tre ree de ccidente d cui otre ero emergere «imprevisti parallelismi di sviluppo politico, utili anche a meglio definire ecce ion it de e e erien e o rdo to c ne ue to u valere anche per la storia documentaria, se si considera che in alcune città catalane o francesi, ad esempio, la cronologia dell’emersione di verbali e di re i tri i ti o con i i ri fine ue de re no di o i entre
tro-e nc rono de tutto roce i i i i
Naturalmente solo un’adeguata comparazione sistematica su scala eu-ro e otr rendere conto de co e it di ue ti eno eni er or re t i tto c e eno i confini ettentrion i de re no di o i
in-u o de ci i t co in-un e i ece entire ne cin-u tin-ur o itic e non ne e trutture i titu ion i d ndo it ue e critture di confine c e i o n i to Si tr tt di un te c e nc e uce dei nuo i -rocci torio r fici eritere e un ri e ione i i nc e ri etto alle culture politiche dei due grandi gruppi che caratterizzavano la società cittadina del regno, nobiles e populares
cco, Il potere politico nel Mezzogiorno d’Italia dalla conquista normanna alla dominazione aragonese, in Il Mezzogiorno medievale nella storiografia del secondo dopoguerra: risultati e prospettive, Atti del IV Convegno Nazionale dell’Associazione dei edioe i ti t i ni rc c t di ende iu no cur di e eo So-eri nne i
Si ed no i c i tr tt ti in Pragmatic Literacy, East and West. 1200-1330, a cura di ritne ood rid e