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Aspetti della teoria delle foliazioni olomorfe e quasi-complesse

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Academic year: 2021

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(1)` degli Studi di Pisa Universita ` di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali Facolta. Corso di Laurea in Matematica. Tesi di Laurea 24 febbraio 2005. Aspetti della teoria delle foliazioni complesse e quasi-complesse Candidato Alberto Celotto celotto @ sns.it. Relatore Prof. Giuseppe Tomassini Scuola Normale Superiore di Pisa. Controrelatore Prof. Marco Abate Universit`a di Pisa. tomassini @ sns.it. abate @ dm.unipi.it. Anno Accademico 2003/2004.

(2)

(3) Indice 1 Foliazioni su Variet` a Differenziabili 1.1 Definizioni fondamentali. . . . . . . . . . . . . . . 1.2 Foliazioni e decomposizione di M in sottovariet`a. 1.3 Foliazioni tramite submersioni locali. . . . . . . . 1.4 Strutture trasverse . . . . . . . . . . . . . . . . . 1.5 Il teorema di Frobenius . . . . . . . . . . . . . . . 1.6 Orientabilit`a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1.7 Topologia delle foglie . . . . . . . . . . . . . . . . 1.8 Fibrati foliati e loro gruppo di olonomia . . . . . 1.9 Olonomia di una foglia . . . . . . . . . . . . . . . 1.10 Teoremi di stabilit`a . . . . . . . . . . . . . . . . . 2 Foliazioni Complesse e Olomorfe 2.1 Foliazioni su variet`a complesse . . . . . . . . 2.2 Integrabilit`a nel caso regolare . . . . . . . . 2.3 Foliazioni olomorfe singolari . . . . . . . . . 2.4 Alcuni esempi . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.5 Integrabilit`a nel caso singolare . . . . . . . . 2.6 Sulla topologia delle foglie. . . . . . . . . . . 2.7 Un risultato sulla realizzabilit`a dell’olonomia 2.8 Stabilit`a globale nel caso kaehleriano. . . . .. . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . lineare. . . . . .. . . . . . . . . . .. . . . . . . . .. 3 Foliazioni Olomorfe su Variet` a Complesse Compatte 3.1 Richiami sulle variet`a omogenee . . . . . . . . . . . . . 3.2 Foliazioni olomorfe sui tori complessi . . . . . . . . . . 3.3 Flag manifolds . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.4 Il caso delle variet`a omogenee kaehleriane compatte . . 3.5 Il caso compatto omogeneo generale . . . . . . . . . . . 3.6 Variet`a di Hopf . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.7 Flussi lineari su Cn e foliazioni olomorfe su variet`a di diagonali Mf . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1. . . . . . . . . . .. . . . . . . . .. . . . . . . . . . .. . . . . . . . .. . . . . . . . . . .. . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . Hopf . . .. . . . . . . . . . .. 7 7 9 11 13 14 16 16 20 24 29. . . . . . . . .. 33 33 36 38 41 45 48 53 57. . . . . . .. 59 59 62 65 66 69 70. . 71.

(4) 3.8. La struttura di π(T ) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 78. 4 Foliazioni Complesse su Variet` a Non Compatte 4.1 Bidischi generalizzati. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4.2 Un teorema di uniformizzazione locale per foliazioni olomorfe trasverse al bordo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4.3 Variet`a strettamente paraboliche e foliazioni di Monge-Amp`ere. 4.4 Un teorema di uniformizzazione globale per foliazioni di MongeAmp`ere. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 Foliazioni Quasi-Complesse e Spazi Twistoriali 5.1 Strutture QC e foliazioni quasi-complesse: definizioni. 5.2 Fibrati principali. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5.3 Connessione, curvatura ed equazioni di struttura. . . 5.4 Lo spazio twistoriale classico Z(M, g). . . . . . . . . 5.5 Lo spazio twistoriale generalizzato F(n) (M, g). . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5.6 Condizioni per l’involutivit`a di D ⊕ Z. . . . . . . . . 5.7 Il tensore di Nijenhuis di J lungo le foglie di D ⊕ Z . 5.8 Sezioni di F(n) (M, g) e foliazioni complesse su M . . . 5.9 Altre generalizzazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . .. 2. 79 79 81 90 94. . . . .. . . . .. . . . .. . . . .. 101 . 101 . 103 . 105 . 110. . . . . .. . . . . .. . . . . .. . . . . .. . . . . .. 114 117 120 122 125.

(5) Introduzione La tesi prende in esame vari aspetti della teoria delle foliazioni olomorfe (regolari o singolari) e quasi-complesse, con l’intento di fornire un quadro dei risultati a nostro avviso pi` u significativi ottenuti negli anni recenti. Una parte introduttiva (cfr. capitolo 1) `e dedicata alle nozioni basilari della teoria delle foliazioni sulle variet`a differenziabili reali. Una foliazione k-dimensionsle F sulla variet`a M `e una decomposizione di M in sottovariet`a immerse, localmente modellata come la decomposizione di Rn in sottospazi affini k-dimensionali paralleli x + Rk , x ∈ Rn−k . Ogni elemento di tale decomposizione si dice una foglia di F. Successivamente si introduce il concetto di rapppresentazione di olonomia di una foglia L di F: si tratta di una rappresentazione del gruppo fondamentale, di L in un suo punto, nel gruppo dei germi dei diffeomorfismi di una sezione locale trasversa (alla foglia) in se stessa. L’immagine di tale rappresentazione si dice il gruppo di olonomia della foglia, e fornisce informazioni su come le altre foglie si ‘‘avvolgono” attorno ad L. L’importanza della nozione di olonomia si rivela nel teorema di stabilit`a di Reeb: se F ha una foglia L compatta con gruppo di olonomia finito (risp. con gruppo fondamentale finito), allora esiste un intorno tubulare di L in M , unione di foglie, tale che ogni foglia contenuta in esso sia compatta e abbia gruppo di olonomia (risp. gruppo fondamentale) finito. Il capitolo 2 tratta delle foliazioni su variet`a analitiche complesse. Le strutture interessanti in questo contesto sono le foliazioni complesse (aventi cio`e ‘‘foglie complesse”) e in particolare quelle olomorfe. Sovente una variet`a complessa non possiede foliazioni olomorfe regolari (ad esempio lo spazio proiettivo CPn ), ma ammette molte foliazioni singolari. Pertanto vengono introdotti i concetti fondamentali della teoria delle foliazioni singolari, tra cui la nozione di integrabilit`a. La teoria generale viene rivisitata nel contesto delle foliazioni olomorfe. In particolare vengono presentati i seguenti risultati: • Un risultato sulla topologia delle foglie in foliazioni olomorfe di codi3.

(6) mensione 1 su variet`a olomorfe compatte: F possiede un numero finito di foglie chiuse, a meno che non possegga un integrale primo meromorfo, e in tal caso tutte le foglie sono chiuse. (cfr. [Ghys]). • Un teorema sulla realizzabilit`a del gruppo di olonomia lineare di foglie algebriche di foliazioni olomorfe di dimensione 1 su variet`a proiettive. (cfr. [Pereira-Sad]). • Per quanto riguarda il problema della stabilit`a in ambito olomorfo, un teorema di Pereira (cfr. [Pereira]) che fornisce un risultato positivo piuttosto forte sulle foliazioni su variet`a kaehleriane compatte: se c’`e una foglia compatta con olonomia finita, allora tutte le foglie sono compatte con olonomia finita. Lo studio delle foliazioni olomorfe (non singolari) sulle variet`a complesse compatte ha ricevuto negli ultimi anni un contributo essenziale da parte di Ghys e Brunella. A Ghys si deve infatti la classificazione delle foliazioni olomorfe di codimensione 1 sulle variet`a complesse omogenee compatte (cfr. [Ghys]), a Brunella quella delle foliazioni olomorfe di codimensione 1 sulle superfici complesse compatte (cfr. [Br1]). Nella tesi (cfr. capitolo 3), per quanto riguarda le variet`a compatte omogenee, prenderemo in considerazione il caso dei tori complessi e delle variet`a kaehleriane compatte omogenee. Nella parte finale del capitolo 3, si considera una classe di variet`a complesse compatte non kaehleriane, le variet` a di Hopf diagonali, e si fornisce un risultato sul comportamento per perturbazioni delle foliazioni olomorfe di dimensione 1 su di esse, definite dal flusso di un campo vettoriale lineare X(z) = A · z su Cn . (Cfr. [Mall 1]). Per quanto riguarda le variet`a non compatte, nel capitolo 4 si considera il problema della classificaione delle foliazioni olomorfe singolari trasverse al bordo di certi domini olomorficamente convessi di C2 , detti “ bidischi generalizzati”. Il risultato `e il seguente: ogni siffatta foliazione viene localmente uniformizzata alla “ foliazione lineare iperbolica” di C2 definita da zdw + λwdz = 0. Successivamente, si considera il caso di una variet`a strettamente parabolica, i.e. una variet`a complessa con una funzione plurisubarmonica esaustiva τ tale che il suo logaritmo u := logτ soddisfi l’equazione di Monge-Amp`ere (ddc u)n = 0. Il sistema ddc u = 0 definisce su M una foliazione con foglie complesse di dimensione 1 detta foliazione di Monge-Amp`ere. L’ultima parte del capito4.

(7) lo 7 `e dedicata al teorema di “ uniformizzazione” di D.Burns: ogni variet`a strettamente parabolica `e biolomorfa alla palla B(0, R) ⊆ Cn (dove eventualmente R = +∞), tramite un biolomorfismo che porta la sua foliazione di Monge-Amp`ere nella foliazione definita da τ = |z|2 . Data una variet`a riemanniana di dimensione pari, un problema naturale `e quello di determinare se esistano strutture complesse compatibili con la metrica; si tratta tuttavia di un problema molto difficile da attaccare gi`a nel caso della sfera 6-dimensionale. Un punto di vista pi` u flessibile `e quello delle strutture quasi -complesse (sqc). In questo contesto sono stati introdotti (cfr. [Atiyah]) gli spazi twistoriali e gli spazi twistoriali generalizzati. Si tratta di fibrati su un’assegnata variet`a riemanniana (M, g), con fibre complesse. Nella tesi si considerano i seguenti spazi: π. • Lo spazio twistoriale “ classico” Z(M, g) → (M, g), dove M `e una variet`a riemanniana di dimensione 2n. La fibra π −1 (x) in un punto x ∈ M costituisce l’insieme delle strutture quasi-complesse su Tx M gx -ortogonali e positivamente orientate. π. • Lo spazio twistoriale generalizzato F(n) (M, g) → (M, g), dove dimR M = 2n + k. La fibra π −1 (x) `e l’insieme dei sottospazi 2n-dimensionali Dx ⊆ Tx M muniti di una struttura complessa Jx su Dx che sia gx -ortogonale e positivamente orientata. π. • Lo spazio twistoriale generalizzato E(k) (M, g) → (M, g), la cui fibra sopra x ∈ M `e l’insieme delle terne (Dx , Jx , Jx0 ), dove Dx ⊆ Tx M `e un 2k-sottospazio, Jx `e una struttura complessa ortogonale positivamente orientata su Dx , e Jx0 `e un’analoga struttura complessa sul complemento gx -ortogonale (Dx )⊥ . Dallo studio della geometria di tali spazi, in particolare della presenza di sqc canoniche o, pi` u in generale, di foliazioni quasi-complesse, si spera di ottenere in certi casi informazioni sull’insieme delle sqc su M (cfr. [de Bart], [Bryant]). Nella tesi, dopo aver mostrato che le fibre di Z(M, g) sono sottovariet`a complesse, e che F(n) (M, g) possiede una distribuzione quasi-complessa canonica, si caratterizza l’integrabilit`a di tale distribuzione (cfr. [MiglioriniTomassini]) in termini di una condizione che coinvolge la curvatura di (M, g). Si fornisce ([Migliorini-Tomassini]) una caratterizzazione delle sezioni olomorfe di F(n) (M, g). Si mostra inoltre che E(k) (M, g) possiede una coppia di distribuzioni quasi-complesse canoniche. 5.

(8) Desidero ringraziare il Prof. Giuseppe Tomassini per i suoi consigli la sua grande disponibilit`a nel seguirmi in questa tesi, e il Prof. Adriano Tomassini per un’utile discussione sull’ultimo capitolo.. 6.

(9) Capitolo 1 Foliazioni su Variet` a Differenziabili Questo capitolo costituisce un’introduzione ai concetti basilari della teoria delle foliazioni nell’ambito delle variet`a differenziabili.. 1.1. Definizioni fondamentali.. Sia M una variet`a differenziabile di dimensione n; quando non specificato diversamente, tutte le variet`a saranno sempre considerate connesse, di Hausdorff, a base numerabile, e senza bordo. Nel seguito indicheremo con T M il fibrato tangente ad M e con T (M ) lo spazio delle sue sezioni differenziabili. Si denoter`a poi con E • (M ) l’anello (graduato) delle forme differenziali reali di classe C ∞ su M , e con Diff r (M ) il gruppo dei diffeomorfismi di classe C r di M . Vogliamo formalizzare l’idea di una decomposizione di M in unione disgiunta di sottovariet`a immerse di dimensione k dette “ foglie”, tale che il passaggio da una foglia a quelle vicine avvenga in modo regolare. Un modo per farlo `e imporre che tale decomposizione sia localmente modellata sulla “ foliazione per sottospazi k-dimensionali affini” di Rn , {x + Rk }x∈Rn−k . Definizione 1.1.1 Sia M una n-variet` a differenziabile di classe C ∞ . Un atlante foliato F su M di dimensione k e di classe C (r,s) `e un atlante di classe C s , 1 ≤ s ≤ r ≤ ∞, tale che: 1. F sia C s -compatibile con la struttura di M . ◦. ◦. 2. Per ogni carta (U, ϕ) ∈ F, si abbia ϕ(U ) = U 0 × U 00 ⊆ Rn (con “ ⊆” ◦. ◦. intendiamo “ aperto in”), con U 0 ⊆ Rk , U 00 ⊆ Rq , q = n − k, U 0 , U 00 dischi aperti. 7.

(10) 3. Se (Uα , ϕα ), (Uβ , ϕβ ) ∈ F e Uα ∩ Uβ 6= Ø, il cambiamento di coordinate ϕβ ◦ ϕ−1 α : ϕα (Uα ∩ Uβ ) → ϕβ (Uα ∩ Uβ ) sia della forma ϕβ ◦ ϕ−1 α (x, y) = (h1 (x, y), h2 (y)) ,. (1.1). con h1 di classe C r in x. Le carte (U, ϕ) di F si dicono carte foliate. Due atlanti foliati F 0 ed F 00 si dicono compatibili se F 0 ∪ F 00 `e ancora un atlante foliato di M . Gli interi r ed s si dicono rispettivamente l’ordine di regolarit` a delle foglie e di regolarit`a trasversa di F. Se r = s, dicamo F `e di classe C r . Gli insiemi ϕ−1 (U 0 × {c}), c ∈ U 00 , si dicono le placche di F, e gli insiemi ϕ−1 ({c} × U 00 ), c ∈ U 0 , sono le sezioni locali trasverse ad F. La compatibilit`a `e chiaramente una relazione di equivalenza. Definizione 1.1.2 Una foliazione di dimensione k e di classe C (r,s) su M `e una classe [F] di compatibilit` a di atlanti foliati con le suddette propriet` a. La coppia (M, [F]) `e detta una variet`a foliata. Si identificher`a una foliazione con un suo particolare atlante rappresentativo, di solito massimale. Inoltre per semplicit`a, la classe di regolarit`a C (r,s) sar`a sottointesa nel seguito, e anche la dimensione delle foliazioni. Se si preferisce, si pu`o intendere sempre r = s, oppure addirittura r = s = ∞. La definizione (1.1.1) `e di carattere locale; quello che ora vogliamo definire `e il concetto globale di “ foglia”. Sia (M, F) una variet`a foliata; si dice una catena di placche una qualsiasi successione finita di placche di F, {P1 , . . . , Ph } tale che Pi ∩ Pi+1 6= Ø∀i = 1, . . . , k − 1. Consideriamo su M la relazione di equivalenza ∼ per cui p ∼ q se e solo se esiste una catena di placche che comincia in p e termina in q, i.e. p ∈ P1 , q ∈ Ph . Si tratta di una relazione di equivalenza; che ∼ non dipenda dal particolare atlante rappresentativo di F verr`a provato in seguito. Definizione 1.1.3 Una foglia di F `e una classe di equivalenza di M/ ∼. Con M/F designamo l’insieme delle foglie di F. Ogni foglia `e chiaramente connessa per archi. E’ facile provare che la naturale proiezione al quoziente πF : M → M/F `e una mappa aperta, e che πF non `e in generale una mappa chiusa (cfr. [Camacho]). Sia F di classe C (r,s) . Su ogni foglia L ∈ M/F si pu`o definire una struttura di variet`a differenziabile di classe C r , indotta dalle carte di F. Precisamente, dato p ∈ L, sia (U, ϕ) una carta foliata in p, con ϕ(U ) = U 0 × U 00 ⊆ Rn , come 8.

(11) nella definizione (1.1.1). Sia P la placca di U che contiene p, e scriviamo ϕ = (ϕ1 , ϕ2 ); una carta di L in p `e per definizione data da (P, ϕ1 |P ). Si dimostra facilmente che {(P, ϕ1 |P )}P,ϕ `e un atlante di classe C r per L, in virt` u della regolarit`a di h1 nella definizione (1.1.1). Osservazione 1.1.1 La topologia che risulta cos`ı definita su L non coincide in generale con quella indotta da M , ma `e pi` u fine, in quanto ogni aperto relativo di L `e unione di aperti intrinseci (placche) di L, e in generale non `e vero il viceversa. Denotiamo con a. MF =. L. L∈M/F. la variet`a (non necessariamente connessa a base numerabile) unione disgiunta delle foglie di F, ognuna con la topologia intrinseca. Conseguenza quasi immediata di quanto detto sopra `e la seguente: Proposizione 1.1.1 Sia F una foliazione di dimensione k e classe C (r,s) su M . Ogni foglia L ∈ M/F ammette una struttura di k-variet` a C r tale che ogni aperto coordinato sia una placca di F, e la mappa ι : L # M , ι(p) = p, sia un’immersione C r iniettiva. Inoltre, ι `e un embedding se e solo se L `e una sottovariet`a di M . La mappa indotta dall’identit` a MF → M `e un’immersione iniettiva.. 1.2. Foliazioni e decomposizione di M in sottovariet` a.. Una foliazione pu`o essere definita anche tramite una decomposizione globale di M in sottovariet`a C r localmente disposte come le placche di un atlante foliato. La nozione che ne risulta `e equivalente alla definizione (1.1.2). Definizione 1.2.1 Data una decomposizione L = {Lλ }λ∈Λ di M in unione disgiunta di sottovariet`a immerse connesse (per archi), di dimensione k e di classe C r , diciamo che L `e una pre-foliazione di M se esiste un atlante foliato U = {Uα }α∈A tale che ∀α ∈ A, ∀λ ∈ Λ, Lλ ∩ Uα sia un’unione di placche di Uα . In tal caso U ed L si dicono associati. Per dimostrare che questa nozione di “ foliazione” `e equivalente a quella data sopra, introduciamo gli “ atlanti regolari”. Definizione 1.2.2 Un atlante foliato U = {(Uα , ϕα )}α∈A di classe C r `e detto regolare se: 9.

(12) 1. ∀α ∈ A, Uα ⊂⊂ Wα , dove (Wα , ψα ) `e una carta foliata di un altro atlante compatibile con U. 2. Il ricoprimento {Uα }α∈A `e localmente finito. 3. Se (Uα , ϕα ), (Uβ , ϕβ ) ∈ U, allora la parte interna di ogni placca chiusa P ⊆ U α incontra al pi` u una placca in U β . Con semplici argomenti di topologia generale si dimostra che ogni atlante foliato U ammette un raffinamento compatibile regolare. Si ha il Lemma 1.2.1 S ia U un atlante foliato regolare. Allora U induce un’ unica pre-foliazione LU associata ad U. Dimostrazione. Si ponga LU := M/ ∼, dove ∼ `e la relazione di equivalenza gi`a introdotta in (1.1.3). Risulta chiaro che valgono i seguenti fatti: 1. Ogni L ∈ LU `e unione di placche; 2. L `e localmente una variet`a immersa (infatti le placche di U possono incontrarsi solo in aperti relativi); 3. I sottoinsiemi aperti delle placche P ⊆ L formano una base per una topologia localmente euclidea su L, rispetto alla quale L `e connessa. 4. L `e di Hausdorff. La cosa non ovvia per un atlante qualsiasi `e che di fatto ogni L ∈ LU soddisfi il “ secondo assioma di numerabilit`a”: qui si sfrutta l’ipotesi che U sia regolare. Si dimostra infatti che l’insieme delle U-placche in L `e al pi` u numerabile, per la locale finitezza di U, e per il fatto che ogni placca di una carta ne incontra al pi` u un’altra di un’altra carta.  Dunque, dato U atlante foliato, viene indotta una pre-foliazione LU = M/ ∼ associata ad U. Inoltre si vede facilmente che ogni altra pre-foliazione associata ad LU coincide con LU . La funzione Ψ : U 7→ (l’unica LU associata ad U) `e dunque ben definita. Ci`o che vogliamo far vedere `e che Ψ `e costante sulle classi di compatibilit`a di atlanti foliati, e induce una corrispondenza iniettiva (e surgettiva) Ψ : F = [U] 7→ LF := LU . Premettiamo un utile 10.

(13) Lemma 1.2.2 (Cfr. [Candel-Conlon]). Sia U un atlante C r su M che verifichi tutte le propriet`a della (1.1.1) tranne la (3.). Le affermazioni che seguono sono allora equivalenti: 1. U `e un atlante foliato, i.e. verifica (3.). 2. Se P e Q sono placche di U, P ∩ Q `e un aperto sia in P che in Q. Si ha la Proposizione 1.2.1 Siano U, V atlanti foliati su M , con U associato ad una pre-foliazione L di M . Allora U e V sono compatibili se e solo se anche V `e associato ad L. Dimostrazione. Se anche V `e associato ad L, ogni L ∈ L `e unione di Vplacche e di U-placche. Nella topologia intrinseca di L, queste placche sono aperte, quindi si intesecano in aperti; inoltre, essendo essendo ogni placca connessa, l’intersezione di due placche `e non vuota se e solo se sono contenute nella stessa foglia. Ne segue che U ∪ V `e un atlante foliato secondo la (2.) del Lemma (1.2.2). Viceversa, se U `e associato ad L, e V `e compatibile con U, sia Q una placca di V; sia poi L ∈ L, w ∈ L ∩ Q, P ⊆ L una U-placca con w ∈ P . Allora P ∩ Q `e un intorno aperto di w in Q, e P ∩ Q ⊆ L ∩ Q; dunque l ∩ Q `e aperto in Q e, al variare di L, si ha che Q `e unione disgiunta di aperti, ciascuno dei quali `e intersezione di Q con una L ∈ L. Poich´e Q `e connesso, L ∩ Q = Q. Dunque una V-placca di Q `e contenuta in una certa L ∈ L, e questo dimostra che V `e associato ad L.  Possiamo riassumere quanto detto in questo paragrafo nel seguente Teorema 1.2.1 Ogni foliazione F di classe C r e dimensione k individua un’ unica decomposizione di M , LF = M/F = {Lλ }λ∈Λ , in unione disgiunta di sottovariet`a immerse, della stessa dimensione e della stessa regolarit` a di F, dette le foglie di F. Tale decomposizione `e una pre-foliazione associata ad un qualsiasi atlante rappresentativo di F. Viceversa, data una pre-foliazione L associata ad un atlante foliato U, la foliazione F := [U] ha per foglie gli elementi di L ed `e l’unica con questa propriet` a.. 1.3. Foliazioni tramite submersioni locali.. Sia M una n-variet`a differenziabile. Diamo la seguente 11.

(14) Definizione 1.3.1 Un atlante trasverso su M `e una collezione di coppie ◦. {(Uα , yα )}α∈A , dove Uα ⊆ M ed yα : Uα → Rq sono submersioni C r , tale che: 1. {Uα }λ∈A sia un ricoprimento di M ; 2. ∀α, β ∈ A, se Uα ∩ Uβ 6= Ø, esista un diffeomorfismo γαβ : yα (Uα ∩ Uβ ) → yβ (Uα ∩ Uβ ) di classe C r tale che su Uα ∩ Uβ valga uβ = γαβ ◦ yβ . Le yα si dicono submersioni (o mappe) caratteristiche, e il dato γ = {γαβ }α,β∈A si dice un cociclo di olonomia. Osservazione 1.3.1 Un cociclo di olonomia γ = {γαβ } verifica chiaramente le seguenti propriet`a, dette “ propriet` a di cociclo”: 1. su yδ (Uα ∩ Uβ ∩ Uδ ) vale γαδ = γαβ ◦ γδβ ; 2. in particolare, si ha γαα = id; 3. γαβ = (γβα )−1 . Proposizione 1.3.1 Una foliazione F ha un suo naturale atlante trasverso. Viceversa, un atlante trasverso induce univocamente una foliazione. Dimostrazione. Consideriamo le coppie (Uα , yα ), dove le (Uα , ϕα ) sono carte foliate e ϕα = (xα , yα ). In questo caso γαβ = yα ◦ yβ−1 (dove con yα−1 intendiamo una sezione di yα : Uα → yα (Uα ) ⊆ Rq ) risulta un cociclo di olonomia. Viceversa, sia {(Uα , yα )} un atlante trasverso. Essendo yα : Uα → Rq una submersione, il teorema delle funzioni implicite garantisce che, dato p ∈ Ui , ◦. ◦. i = α, β, esistano V 0 ⊆ Rk , V 00 ⊆ Rq tali che V 00 ⊆ yi (Ui ), ed esistano ϕ : V → V 0 × V 00 , con V ⊆ Ui , tali che yα ◦ ϕ−1 : V 0 × V 00 → V 0 sia la proiezione sulla seconda coordinata. L’insieme delle carte della forma (V, ϕ) costituisce un atlanta foliato su M . Infatti: se (Vα , ϕα ), (Vβ , ϕβ ) hanno la forma suddetta, con Vα ∩ Vβ 6= Ø, ponendo ϕα ◦ ϕ−1 β (x, y) := (h1 (x, y), h2 (x, y)), si ha h2 (x, y) = γαβ (y), che dipende solo da y..  12.

(15) 1.4. Strutture trasverse. Sia (M, F) una variet`a foliata, e sia γ = {γαβ } il cociclo di olonomia di F. Supponiamo che S sia una qualche struttura geometrica su un aperto Ω di Rq contenente i domini e le immagini di γαβ per ogni αβ, e sia G ⊆ Diff r (Ω) il gruppo degli automorfismi di S. Definizione 1.4.1 Se ogni γαβ ∈ γ `e la restrizione a dom(γαβ ) di un elemento di G, si dice che il cociclo γ `e una G-struttura trasversa per la variet` a foliata (M, F). Esempio 1.4.1 Sia S una metrica riemanniana su Ω ⊆ Rq e G = Iso(Ω) il gruppo delle isometrie di Ω. Una variet` a foliata (M, F) che ammetta una Iso(Ω)-struttura trasversa si dice (trasversalmente) riemanniana. Esempio 1.4.2 Sia S un’orientazione di Ω, G = Diff +(Ω) il gruppo dei diffeomorfismi che conservano l’orientazione. Una variet` a foliata (M, F) che + ammetta una Diff (Ω)-sruttura trasversa si dice trasversalmente orientabile. Siano N , M , A ⊆ M variet`a differenziabili. Ricordiamo che una mappa g : N → M di classe C r si dice trasversa (o trasversale) ad A, e si scrive g t A, se, per ogni p ∈ N , si ha dgp (Tp N ) + Tg(p) A = Tg(p) M. se g(p) ∈ A.. Definizione 1.4.2 Siano N una variet` a ed (M, F) una variet` a foliata. Un’applicazione g : N → M si dice trasversa ad F, e si scrive g t F, se, per ogni p ∈ N , si ha dgp (Tp N ) + Tg(p) (F) = Tg(p) M, dove con Tx F intendiamo il tangente Tx Lx alla foglia Lx di F passante per x ∈ M. Si ha g t F se e solo se g t L per ogni L ∈ M/F. Si ha poi Proposizione 1.4.1 (Cfr. [Camacho]). Sia F una foliazione C r su M , e sia g : N → M di classe C r . Le seguenti propriet` a sono allora equivalenti: 1. g t F. 2. Per ogni submsrsione caratteristica (U, y) di F, la composizione y ◦ g : g −1 (U ) → Rq `e essa stessa una submersione. 13.

(16) Proposizione 1.4.2 (Cfr. [Camacho]) Sia F una foliazione C r su M e sia g : N → M un’applicazione C r con g t F. Allora esiste un’unica foliazione g ∗ (F) di classe C r su N , della stessa codimensione di F, tale che lesue foglie siano precisamente le componenti connesse degli insiemi g −1 (L), L ∈ M/F. In particolare, se g : N → M `e una submersione, g ∗ (F) `e ben definita per ogni foliazione F su M ed `e detta il pullback di F rispetto a g.. 1.5. Il teorema di Frobenius. Ricordiamo che una distribuzione di k-piani (o una kdistribuzione) di classe C ∞ `e un sottofibrato E ⊆ T M di rango k e di classe C ∞ . Indichiamo la fibra di E sopra il punto x ∈ M con Ex = E ∩ Tx M . Definizione 1.5.1 Data una foliazione F su M , di dimensione k e classe C ∞ , il suo fibrato tangente T F `e la k-distribuzione [ TF = Tx Lx ⊆ T M, x∈M. dove, al solito, Lx denota la foglia di F per x. Una k-distribuzione E su M si dice involutiva se lo spazio delle sue sezioni Γ(E) di classe C ∞ `e una sottoalgebra di Lie di T (M ), dove T (M ) := Γ(T M ). Sia x ∈ M . Una sottovariet` a integrale di E passante per x `e una sottovariet`a immersa N ⊆ M di dimensione k tale che x ∈ N ed Ey = Ty N ∀y ∈ N . Una distribuzione E si dice completamente integrabile se per ogni punto di M passa una sottovariet`a integrale di E. L’annullatore di E `e l’ideale graduato I • (E) =. ∞ M. I p (E) ⊆ E • (M ). p=0. dato da:

(17)  I p (E) := ω ∈ E p (M )

(18) ω(v1 , . . . , vp ) = 0. ∀v1 , . . . , vp ∈ Γ(E) .. Vale il seguente importante Teorema 1.5.1 (Frobenius) (Cfr. [Candel-Conlon]) Sia E una k-distribuzione di classe C ∞ su M . Sono allora equivalenti: 1. E `e completamente integrabile. 14.

(19) 2. I • (E) `e un ideale differenziale graduato, i.e. d(I • (E)) ⊆ I • (E), dove d denota il differenziale esterno su E • (M ). 3. d(I 1 (E)) ⊆ I 2 (E). 4. E `e involutiva. 5. Esiste un atlante foliato, di classe C ∞ e di dimensione n − k, su M tale che ogni placca sia una sottovariet` a integrale di E. Come conseguenza, per quanto detto sopra, si ha il Corollario 1.5.1 Una k-distribuzione E su M di classe C ∞ `e completamente integrabile se e solo se si ha E = T F per una opportuna foliazione F di classe C ∞ e dimensione k su M . Quindi una foliazione C ∞ potrebbe essere definita come una k-distribuzione completamente integrabile, oppure involutiva, su M . Un’altra caratterizzazione di completa integrabilit`a `e fornita dalla ◦. Proposizione 1.5.1 Siano ω 1 , . . . , ω q 1-forme differenziali su U ⊆ M linearmente indipendenti in ogni punto. Allora le seguenti propriet` a sono equivalenti. 1. La (n − q)-distribuzione su U q \. ker(ω j ). (1.2). j=1. `e completamente integrabile. 2. Si ha dω j ∧ ω 1 ∧ . . . ∧ ω q = 0. (1.3). su U per j = 1, . . . , q. Pertanto una k-foliazione su M pu`o essere definita assegnando un ricoprimento aperto {Uα } di M , e, per ogni α, una (n − k)-upla di 1-forme differenziali n−k 1 ω(α) , . . . , ω(α) linearmente indipendenti su Uα tali che verifichino la (1.3) per q = n − k, e che, per ogni α, β per cui Uα ∩ Uβ 6= Ø, esistano n(n − k) funzioni i gj,(α,β) ∈ C ∞ (Uα ∩ Uβ ) tali che  i gj,(α,β) ∈ C ∞ ( Uα ∩ Uβ , GL(n − k, R) ), 15.

(20) e che sia i ω(β) =. n−k X. j i gj,(α,β) ω(α) ,. j = 1, . . . , n − k,. j=1. cosicch´e il fibrato (1.2) sia univocamente definito su Uα ∩ Uβ .. 1.6. Orientabilit` a. Ricordiamo che, su uno spazio vettoriale V di dimensione finita, due basi ordinate B = (u1 , . . . , un ), B 0 = (v1 , . . . , vn ) definiscono la stessa orientazione su V se ∃A ∈ GL(V) tale che vi = Aui , i = 1, . . . , n, con det A > 0. Un’orientazione su V `e una classe di equivalenza di basi ordinate, secondo la relazione definita sopra. Sia E una k-distribuzione su M . si dice che E `e orientabile se esiste un ricoprimento aperto {Uα }α∈A di M tale che: q,(α) 1. ∀α ∈ A, esistano campi vettoriali

(21) X 1,(α) , . . . , X ∈ T (Uα ) tali che. j,(α) ∀x ∈ Uα sia Ex = Span X (x)

(22) j = 1, . . . , q ; 1,(α). q,(α). 1,(β). 2. se Uα ∩Uβ 6= Ø, allora le basi ordinate (Xx , . . . , Xx ) e (Xx definiscano la stessa orientazione su Ex ∀x ∈ Uα ∩ Uβ .. Una variet`a M si dice orientabile se T M `e una n-distribuzione orientabile. Vale la Proposizione 1.6.1 Sia M una variet` a (connessa) ed E una k-distribuzione π f→ su M . esiste un rivestimento a due fogli M M tale che: 1. π ∗ (E) sia orientabile, f sia connessa se e solo se E non `e orientabile. 2. M Corollario 1.6.1 Se M `e semplicemente connessa, ogni k-distribuzione E su M `e orientabile. In particolare, M `e orientabile.. 1.7. Topologia delle foglie. Sia (M, F) una variet`a foliata, con F di classe C r . Se sull’insieme delle fglie M/F si mette la topologia quoziente, si ottiene uno spazio, generalmente non di Hausdorff, detto lo spazio delle foglie di F, che `e generalemnte troppo complicato da studiare direttamente. In questo paragrafo descriveremo sommariamente la topologia di una foglia, lungo una sezione locale di F che la incontri. 16. q,(β). , . . . , Xx. ).

(23) Definizione 1.7.1 Una qualsiasi sottovariet` a Σ ⊆ M , con x ∈ Σ, che sia trasversale ad ogni foglia che incontra si dice una sezione trasversa di F per x, o passante per x. Per ogni punto di M passa una siffatta variet`a: basta considerare una sezione locale trasversa, erlativa ad una carta foliata, che passi per quel punto. Fissata una foglia L ∈ M/F, il comportamento delle foglie vicine, lungo una sezione trasversa in x ∈ L, non dipende da x, infatti: Teorema 1.7.1 (Uniformit` a trasversa.) Sia L ∈ M/F una foglia e siano q1 , q2 ∈ L. Esistono Σ1 e Σ2 , sezioni trasverse rispettivamente in q1 e q2 ed esiste un diffeomorfismo f : Σ1 → Σ2 , di classe C r , tali che, per ogni L0 ∈ M/F, si abbia f (L0 ∩ Σ1 ) = L0 ∩ Σ2 . (1.4) Dimostrazione. Prendiamo q1 , q2 ∈ L, e P1 , . . . , Ph una catena di placche da q1 a qh . Supponiamo che, per ogni j, Pj sia una placca in (Uj , ϕj ). Per quanto detto a proposito degli atlanti regolari (cfr. paragrafo 1.2.2), possiamo anche supporre che se Ui ∩ UJ 6= Ø si abbia Ui ∩ Uj ⊆ Wij , carta foliata di F. Sia ϕj (Uj ) + U1j × U2j ⊆ Rk × Rq . Fissiamo pj ∈ Pj ∩ Pj+1 , 1 ≤ j ≤ h − 1, j con p0 = q1 , ph = qh ; ϕj (Pj ) + (xj , yj ), Dj := ϕ−1 j (U2 ); per j = 0 sia poi j ϕ(P0 ) + (x0 , y0 ), D0 + ϕ−1 1 ({x0 } × U2 ). Essendo Wij ⊇ Ui ∪ Uj una carta locale, esiste un disco, di dimensione q, Bj con pj ∈ Bj ⊆ Dj ∩ Uj+1 , tale che ogni placca di Uj+1 tagli Bj al pi` u una volta. Possiamo allora definire una mappa fj : Bj → Dj+1 tramite fj (p) :≈ (Lp ∩ Uj+1 ) ∩ Dj+1 . Dunque fj (pj ) = pj+1 , ed fj : Bj → fj (Bj ) ⊆ Bj+1 `e un diffeomorfismo di classe C r . E’ chiaro dalla costruzione che fj (L0 ∩ Bj ) = L0 ∩ fj (Bj ). Definiamo infine −1 Σ1 := disco ⊆ B0 ∩ f0−1 (B1 )∩, . . . , ∩f0−1 (, . . . , (fh−1 (Dh ))), ed f : Σ1 → Dh tramite f := fh−1 ◦ fh−2 ◦, . . . , ◦f1 ◦ f0 ,. Σ2 := f (Σ1 ) ⊆ Dh .. Risulta che f `e un diffeomorfismo su Σ2 , e che, per ogni L0 ∈ M/F, si ha la (1.4) come voluto.  Definizione 1.7.2 Dato un sottoinsieme X ⊆ M , se indichiamo con ∼ la relazione (1.1.3), poniamo

(24) . F(X) := x ∈ M

(25) ∃y ∈ X : x ∼ y 17.

(26) e chiamiamo F(X) la saturazione di X rispetto ad F, o la F-saturazione di X. Un sottoinsieme X ⊆ M per cui risulti F(X) = X si dice saturo, o F-invariante. Si prova facilmente che la saturazione di un sottoinsieme aperto di M `e ancora un aperto di M (cfr. [Camacho]). Inoltre vale il Lemma 1.7.1 Sia X ⊆ M un sottoinsieme F-invariante di M . Allora anche la parte interna int(X), la chiusura X, e la frontiera ∂X sono sottoinsiemi F-invarianti di M . Dimostrazione. int(X) `e caratterizzato dall’implicazione int(X) ⊆ A ⊆ X ⇒ A = int(X) ◦. per ogni aperto A ⊆ M . Siccome π := πF `e una mappa aperta, si ha che π −1 (π(A)) `e aperto. D’altra parte, essendo X invariante, si ha int(X) ⊆ A ⊆ X, per cui int(X) = A = π −1 (π(int(X))), i.e. int(X) `e invariante. Chiaramente anche X c = M rX `e invariante, quindi lo `e la sua parte interna int(M r X). Ma int(M r X) = M r X, e quindi M r X `e invariante. Quindi X `e anch’esso saturo. Dalla relazione ∂X = X r int(X) segue l’invarianza della frontiera ∂X.  La struttura topologica dell’intersezione di una foglia con una sezione locale trasversa `e espressa dal seguente Teorema 1.7.2 Sia F una foliazione su M , L una foglia e Σ una sezione trasversa ad F tale che Σ ∩ L 6= Ø. allora si hanno le seguenti possibilit` a, che si escludono a vicenda: 1. Σ ∩ L `e discreto, ed L `e una sottovariet` a (propria) di M ; 2. la chiusura  di Σ ∩ L in Σ contiene un aperto; questo accade se e solo se int L 6= Ø, e int L `e un aperto che contiene L; 3. Σ ∩ L `e un insieme perfetto (i.e. chiuso senza punti isolati), con parte interna vuota. Nei casi (1.),(2.),(3.) L si dice rispettivamente una foglia propria, localmente densa, o eccezionale. Dimostrazione. sia p ∈ Σ ∩ L, q ∈ L, q 6= p. Per il Teorema (1.7.1), esistono Σ1 , Σ2 , dischi con p ∈ Σ1 ⊆ Σ, q ∈ Σ2 , ed esiste un diffeomerfismo f : Σ1 → Σ2 tale che f (L0 ∩ Σ1 ) = Σ2 ∩ L0 ; in particolare f (L ∩ Σ1 ) = L ∩ Σ2 , per cui si ha L ∩ Σ1 ∼ = L ∩ Σ2 , e quindi anche L ∩ Σ1 ∼ = L ∩ Σ2 . 18.

(27) Nel caso in cui si consideri q ∈ Σ, possiamo prendere Σ2 ⊆ Σ. Si hanno le seguenti possibilit`a: (1.): p `e isolato in Σ ∩ L, e quindi Σ ∩ L `e discreto. Se non vale la (1.), (2.): p ∈ Σ ∩ L `e interno a Σ ∩ L in Σ, e quindi Σ ∩ L ⊆ int(Σ ∩ L). Oppure (3.): int(Σ ∩ L) = Ø in Σ, ma Σ ∩ L non `e discreto. Nel caso (1.), se p ∈ L, essendo Σ ∩ L discreto, data una carta foliata e2 in modo tale (U, ϕ) in p con ϕ : U → U1 × U2 , possiamo restringere U2 ⊇ U che risulti: e2 )∩ ϕ−1 ({x(p)} × U L={p}, per cui attorno a p, vicino alla foglia L, si ha che e2 → M ϕ−1 |U1 ×Ue2 : U1 × U `e un embedding. Viceversa, se L ⊆ M `e una sottovariet`a, `e chiaro che L ∩ Σ `e discreto. Nel caso (2.), sia p ∈ L e D una sezione locale trasversa in p; allora p ∈ ◦ e2 ⊆ U tale che int(L ∩ D), i.e. esiste un disco U e2 ) ⊂ L ∩ D. ϕ−1 ({x(p)} × U e2 ). La saturazione F(A) risulta Dunque, L contiene l’aperto A := ϕ−1 (U1 × U dunque un aperto che contiene L. Osserviamo che L `e F-invariante, ed L ⊇ A implica L = F(L) ⊇ F(A), che `e un aperto; infine, il fatto che L ∩ A 6= Ø e che L sia una foglia ci dicono che L ⊆ F(A). Dunque L ⊆ F(A) ⊆ L. Essendo F(A) aperto, non pu`o contenere punti di ◦. frontiera di L, per cui F(A) ⊆ int(L), quindi `e int(L) 6= Ø, e si ha la tesi anche nel caso (2.). Il caso (3.) `e logicamente complementare agli altri due.  Diamo ora un criterio affinch´e una foglia sia propriamente immersa. Teorema 1.7.3 Sia L una foglia di F in M . Le propriet` a seguenti sono allora equivalenti. 1. L `e una foglia chiusa. 2. Se (U, ϕ) `e una carta foliata con U ⊂⊂ M , allora #(U ∩ L) < ∞. 3. l’immersione ι : L → M `e una mappa propria. 19.

(28) In particolare, se L `e chiusa, `e una sottovariet` a di M . Dimostrazione. dimostriamo la catena di implicazioni: (1.) ⇒ (2.);. (2.) ⇒ (1.);. (1.) ⇒ (3.);. (3.) ⇒ (2.).. (1.)⇒(2.): Sia L chiusa, (U, ϕ) una carta di F, con ϕ(U ) = U1 × U2 , U ⊂⊂ M , U ∩ L 6= Ø. Sia Σ una sazione locale trasversa in U , Σ ∩ L 6= Ø. Le placche di U ∩ L sonno aperti disgiunti (nella topologia intrinseca) di L, per cui U ∩ L ha al pi` u una quantit`a numerabile di placche. Allora Σ ∩ L `e numerabile. Essendo L chiusa, L ∩ Σ = L∩Σ `e numerabile, allora il Teorema (1.7.2) dice che deve valere per forza il caso (1.7.2,(1.)), per cui L∩Σ = L ∩ Σ `e discreto, e quindi finito, essendo Σ compatto. segue che U ∩ L contiene una quantit`a finita di placche. (2.)⇒(1.): Sia {pn }n∈N una successione con limn→∞ pn = p ∈ M , pn ∈ L∀n ∈ N. Sia (U, ϕ) una carta foliata in p, con un numero finito di placche; allora i punti pn stanno definitivamente in una stessa placca A, per cui p ∈ A ⊆ L, i.e. L `e chiusa. (1.)⇒(3.): Sia L chiusa; allora ι : L → M `e un embedding, e la topologia intrinseca di L `e quella indotta da M . Se K ⊆ M `e un compatto, K ∩ L = ι−1 (K) `e compatto in L, pertanto ι `e propria. (3.)⇒(2.): Sia U ⊂⊂ M , (U, ϕ) carta di F. Si ha che ι : L → M `e propria, quindi U ∩ L = ι−1 (U ) ⊂⊂ L; pertanto U ∩ L ha un numero finito di placche. . 1.8. Fibrati foliati e loro gruppo di olonomia. Il concetto di olonomia serve a descrivere il modo in cui le foglie “ si muovono” attorno ad una fissata foglia, nell’intorno della foglia stessa. Pu`o accadere che una foliazione F sia, in un intorno di una foglia, sufficientemente semplice da essere organizzata trasversalmente secondo un fibrato: in tal caso l’olonomia diventa un attributo globale della fibra. Trattimo dapprima questo caso, che `e formalizzato dal concetto di fibrato foliato. π. Definizione 1.8.1 Un fibrato foliato `e il dato di un fibrato M → B con fibra F di dimensione q, base B connessa, e M n-variet` a, e di una foliazione F ◦. su M tali che per ogni x ∈ M esista U ⊆ B connesso ed una banalizzazione locale ϕ di (M, π, B), di classe C r , tale che il diagramma π −1 (U ). ϕ. /U ×F. π. . U. . id. 20. π0. /U.

(29) sia commutativo e che porti F|π−1 (U ) nella foliazione prodotto {U × {y}}y∈F , rispettando le foglie. Notiamo che {(U × F, ϕ)} `e allora un atlante foliato per F. Osservazione 1.8.1 1. F risulta per definizione trasversa alle fibre di (M, π, B), inoltre `e facile provare che π|L : L → B `e un rivestimento per ogni L ∈ M/F. In particolare, ogni fibra Fx = π −1 (x), x ∈ B, incontra ogni foglia di F. 2. Se (M, π, B) `e un fibrato ed F una foliazione su M trasversa alle fibre di π, non `e detto che (M, F, π) sia un fibrato foliato: pu` o infatti accadere che una fibra non incontri tutte le foglie di F. 3. Se la fibra F `e compatta, la trasversalit` a tra foglie e fibre `e sufficiente a fare di (M, F, π) un fibrato foliato. Sia {(Uα , ϕα )}α∈A un ricoprimento banalizzante di B per M ; poniamo ϕα = ≈ (xα , yα ), Wα := π −1 (Uα ); dunque yα : Wα = π −1 (Uα ) → Uα × F . W := {(Wα , (xα , yα ))}α∈A `e un atlante foliato per F; si pu`o scegliere {Uα } in modo tale che Uα ∩ Uβ sia, se non vuoto, connesso. Quindi, se Wα ∩ Wβ 6= Ø, ogni placca di Wα incontra esattamente una placca di Wβ . Definiamo un “ cociclo di olonomia” γ = {γαβ }αβ∈A , ponendo γαβ = yα ◦ yβ−1 : F → F ; si verificano facilmente le propriet`a di cociclo di γ: γαβ ◦ γβδ = γαδ su Wα ∩ Wβ ∩ Wδ , γαα = idF , γαβ = (γβα )−1 su Wα ∩ Wβ . Definizione 1.8.2 Sia (M, F, π, B) un fibrato foliato, x0 , x1 ∈ B, ed s : [a, b] → B un cammino continuo da x0 ad x1 . Sia z ∈ Fx0 ; siccome Lz , la foglia di F per z, `e un rivestimento di B, esiste un unico sollevcamento sez : [a, b] → Lz di s ad Lz con punto iniziale z. Definiamo allora la mappa hs : Fx0 → Fx1 z 7→ hs (z) := sez (b), detta la trasformazione totale di olonomia associata ad s. Ora suddividiamo s in sottocammini s = sm ∗ sm−1 ∗, . . . , ∗s0 in modo tale che =m (si ) ⊆ Uα , i = 0, . . . , m, con Uαi , xαi carte di B che banalizzano (M, F, π). Se C = (Uα0 , . . . , Uαm ) `e la catena corrispondente, definiamo hC := γαm ,αm−1 ◦, . . . , ◦γα1 ,α0 ∈ Diff r (F ). 21. (1.5).

(30) Si ha yαm ◦ hs ◦ yα−10 , per cui hs `e C r . E’ facile poi far vedere che hs∗τ = hs ◦ hτ ,. hs−1 = (hs ) ,. dunque hs : Fx0 → Fx1 `e in particolare un diffeomorfismo C r . Definizione 1.8.3 Fissato x0 ∈ B, l’insieme delle trasformazioni totali di olonomia associate a lacci (“ loops”) in x0 `e chiaramente un sottogruppo GF (x0 ) ⊆ Diff r (Fx0 ), e viene detto il gruppo totle di olonomia del fibrato foliato, in x0 . Dalla teoria dei rivestimenti segue che se s1 ' s2 sono cammini omotopi, con estremi fissati, in B, allora i loro sollevamenti ad Lz , z ∈ Fx0 che partono da z devono avere lo stesso punto finale, per cui hs dipende solo dalla classe di omotopia ξ = [s]. Possiamo quindi scrivere hξ in luogo di hs , e dare la seguente Definizione 1.8.4 La mappa h : π1 (B, x0 ) → GF (x0 ) ξ 7→ hξ `e un omomorfismo di gruppi ben definito detto rappresentazione totale di olonomia del fibrato, in x0 . In un fibrato foliato, il gruppo totale di olonomia in un punto contiene tutta l’informazione significativa sulla foliazione. Vediamo perch´e. Definizione 1.8.5 Siano (M, F, π), (M 0 , F 0 , π 0 ) fibrati foliati su B, di classe C r , con fibre diffeomorfe F ed F 0 , e siano Diff r (Fx0 ). oo7 h ooo ooo ooo. π1 (B, x0 ). OOO OOO OOO OO' h0. cg. . Diff r (Fx0 0 ). le rispettive rappresentazioni di olonomia. h ed h0 si dicono coniugate se esiste un diffeomorfismo g : Fx0 → Fx0 0 , detto coniugio, tale che h0ξ = cg (hξ ) = g ◦ hξ ◦ g −1 per ogni ξ ∈ π1 (B, x0 ). I due fibrati si dicono isomorfi se esiste un diffeomorfismo ϕ : M → M 0 tale che sia un isomorfismo di fibrati e mandile foglie di F in foglie di F 0 . 22.

(31) Si ha il seguente importante risultato: Teorema 1.8.1 Siano (M, F, π), (M 0 , F 0 , π 0 ) come sopra. se le rappresentazioni totali di olonomia sono coniugate tramite un coniugio g : Fx0 → Fx0 0 allora esiste un isomorfismo di fibrati foliati ϕ : M → M 0 tale che ϕ|F0 = g. ∼ = Viceversa, se (M, F, π) → (M 0 , F 0 , π 0 ) come fibrati foliati tramite ϕ, allora chiaramente le olonomie sono coniugate. Dimostrazione. Se M ed M 0 sono isomorfi come fibrati foliati,allora `e ovvio che le olonomie sono coniugate: un coniugio `e ϕ|Fx0 , dove ϕ `e un isomorfismo. La prima affermazione `e quella non banale, i.e., dato un coniugio g : Fx0 → Fx0 0 , costruire un isomorfismo ϕ : M → M 0 . Sia Lz la foglia di F per z ∈ M (risp. L0w la foglia di F 0 per w ∈ M 0 ). Se σ `e un cammino in Ly con punto iniziale y ∈ Fx0 , sia σ 0 l’unico sollevamento di π ◦ σ in L0g(y) con punto iniziale g(y) ∈ Fx0 0 . Definiamo ϕ nel modo seguente: sia z ∈ M , y ∈ Fx0 ∩ Lz . Poniamo ϕ(z) := σ 0 (b). Se ben definita, ϕ `e l’isomorfismo richiesto, inoltre `e l’unico per l’unicit`a dei sollevamanti. Quanto alla buona definizione di ϕ, si prova facilmente che ϕ non dopende da σ congiungente y a z, e poi che ϕ non dipende dalla scelta di y ∈ Lz ∩ Fx .  Rimandiamo al paragrafo (5.2) per le definizioni riguardanti il gruppo strutturale di un fibrato (con le ovvie modifiche da apportare nel caso C r anzich´e C ∞ ). Sia G ⊆ Diff r (M ) il gruppo strutturale di un fibrato (M, π). Supponiamo che G sia totalmente sconnesso rispetto alla topologia C r di Diff r (F ). Allora le funzioni di transizione gαβ sono localmente costanti sull’intersezione degli aperti coordinati Uα ∩ Uβ . Definizione 1.8.6 Se (M, π) ammette una riduzione ad un gruppo strutturale totalmente sconnesso, allora (M, π) si dice flat, o piatto. Una caratterizzazione dei fibrati piattiin termini di folizioni `e fornita dal seguente π. Teorema 1.8.2 Un fibrato M → B di classe C r `e flat se e solo se esiste una foliazione F di classe C r su M tale che (M, F, π) sia un fibrato foliato. Dimostrazione. Supponiamo che (M, π) sia flat. Consideriamo l’atlante differenziabile {(Uα ×F, ϕα )} su M , dove {Uα } `e un ricoprimento banalizzante di B e ϕα sono le banalizzazioni locali. Il cambiamento di carta `e per ipotesi ϕβ ◦ ϕ−1 α (x, y) = (x, gαβ (y)) su Uα ∩ Uβ , con gαβ che non dipende da x. Segue 23.

(32) che si ha un atlante in cui le placche diverse si intersecano in aperti relativi, e ci`o determina un’unica foliazione F su M (cfr. (1.2.2)). E’ facile verificare che F `e trasversa alle fibre di π, e che L ∩ π −1 (Uα ) `e un’unione disgiunta di placche. Dunque (M, F, π) `e un fibrato foliato. Viceversa, sia (M, F, π) un fibrato foliato. Sia {Uα } un ricoprimento aperto di B, e siano ϕα : π −1 (Uα ) → Uα ×F banalizzazioni locali di (M, F, π) tali che ϕα porti ogni foglia di F|π −1 (Uα ) in una foglia Uα × {y} di Uα × F . Di conseguenza, le transizioni ϕβ ◦ ϕ−1 α : (Uα ∩ Uβ ) × F → (Uα ∩ Uβ ) × F preservano le foliazioni prodotto e quindi sono della forma: (x, y) 7→ (x, gαβ (y)), dove gαβ ∈ Diff r (F ). Ci`o conclude la dimostrazione.. 1.9. . Olonomia di una foglia. In generale, una foliazione F nell’intorno di una foglia L non `e necessariamente strutturata secondo un fibrato che ha per base L e fibre che incontrano tutte le foglie vicine ad L, come nel caso dei fibrati foliati. Tuttavia, a meno di sostituire il gruppo dei dei diffeomorfismi della fibra con il gruppo dei germi di diffeomorfismo di una qualsiasi sezione (locale) Σ, trasversa ad F, `e ancora possibile definire un “ gruppo di olonomia” che descriva il comportamento di F vicino ad L. Sia γ : I = [0, 1] → L una curva continua e Σ0 , Σ1 sezioni trasverse in p0 = γ(0), e p1 = γ(1) rispettivamente. Sia (Ui )hi=0 una successione finita di carte locali e 0 = t0 < t1 <, . . . , < th+1 = 1 una partizione di [0, 1] tali che: 1. Se Ui ∩ Uj 6= Ø, allora si abbia Ui ∩ Uj ⊆ Wij , conb Wij dominio di una carta locale di F. 2. γ([ti , ti+1 ]) ⊆ Ui ∀ 0 ≤ i ≤ h. Diciamo che (Ui ) `e una catena subordinata a γ. Per i = 1, . . . , h sia D(ti ) ⊆ Ui−1 ∩ Ui un q-disco trasverso passante per γ(ti ), q = codim(F); poniamo D(0) := Σ0 , D(1) := Σ1 . Osservazione. Per ogni x ∈ D(ti ) sufficientemente vicino a γ(ti ), una placca di Ui per x incontra D(ti+1 ) in un unico punto fi (x), dove dom(fi ) ⊇ Di ⊆ D(ti ), Di disco contenente γ(ti ). Definizione 1.9.1 La composizione fγ := fh ◦ fh−1 ◦, . . . , ◦f0 , 24.

(33) ben definita in un intorno di p0 ∈ Σ0 , si dice una mappa di olonomia(o trasformazione di olonomia) associata a γ. Proposizione 1.9.1 Siano F, L, Σ0 , Σ1 , p0 ∈ Σ0 ∩ L, γ ed fγ come sopra. Allora valgono le seguenti affermazioni: 1. Due mappe di olonomia associate a γ, relative a scelte diverse di dischi (D(ti ))ki=1 e di catene subordinate a γ, coincidono nell’intersezione dei loro domini. 2. fγ (p0 ) = p1 . 3. fγ −1 = (fγ )−1 . 4. Ogni fi `e di classe C r ; fγ `e un doffeomorfismo. 5. Se γ e `e una piccola perturbazione di γ in L, allora fγe = fγ attorno a p 0 ∈ Σ0 . 6. Se ∆0 ⊆ U0 , ∆1 ⊆ U1 sono altri dischi trasversi in p0 , p1 , allora le proiezioni lungo le placche definiscono diffeomorfismi φ0 : δ0 → Σ0 ,. φ1 : ∆1 → Σ1 ,. e la relativa trasformazione di olonomia gγ : ∆00 ⊆ ∆0 → ∆1 `e tale che gγ (x) = φ−1 1 ◦ fγ ◦ φ0 (x). x ∈ ∆00 ,. in particolare, se p0 = p1 , gγ ed fγ sono coniugate. Dimostrazione. Fissata la partizione e la catena subordinata a γ, cambiamo i dischi trasversi. Per ogni i c’`e una naturale mappa βi definita proiettando lungo le placche del vecchio disco Di nelnuovo disco Bi , che risulta essere un diffeomorfismo di classe C r . −1 Allora fγ = fk ◦fk−1 ◦, . . . , ◦f0 = (βk+1 ◦gk ◦βk )◦(βk−1 ◦gk−1 ◦βk−1 )◦, . . . , ◦(β1−1 ◦ g0 ◦β0 ) = gγ , essendo β0 e βk+1 identit`a. Si dimostra in modo simile l’indipendenza dalla catena. Ci`o prova la (1.). Le (2.),(3.),(4.) e (6.) sono immediate. Quanto alla (5.), se γ e `e vicino a γ, basta osservare che esiste una catena subordinata ad entrambe le curve.  Se g ∈ Diff(Σ0 , Σ1 ) (l’ordine di regolarit`a verr`a sottointeso) `e un diffeomorfismo che manda il punto p0 ∈ Σ0 in p1 ∈ Σ1 , denotiamo con gˇ il germe di g in p0 , i.e. la classe dei diffeomorfismi (locali) da Σ0 in Σ1 tali che p0 7→ p1 e che coincidono con g in un intorno di p0 . Se Σ0 = Σ1 e p0 = p1 , denotiamo con Diff(Σ0 , p0 ) l’insieme di tali germi. Vale la 25.

(34) Proposizione 1.9.2 Siano γ0 , γ1 : I → M cammini contenuti in L da p0 a 1 ; siano Σ0 , Σ1 sezioni trasverse in p0 , p1 , siano hγi : Σ0 ⊇ Di → Σ1 , i = 0, 1, ˇ γ i germi in p0 di tali le mappe di olonomia associate a γi , e siano φi := h i mappe. Allora: 1. Se γ0 ' γ1 rel{0, 1}, allora φ0 = φ1 . 2. Se Σ0 = Σ1 =: Σ e p0 = p1 =: p, la mappa γ 7→ hγ induce un omomorfismo di gruppi h : π1 (L, p) → Diff(Σ, p) ξ = [γ] 7→ h(ξ) := (hγ )ˇ ben definito. H. Dimostrazione. Sia H : I × I → L un’omotopia γ0 ' γ1 rel{0, 1}; per ogni curva γτ = H(·, τ ), esiste una catena subordinata a γτ . suddividiamo I in intervallini [τi , τi+1 ] = Ii , 0 = τ0 < τ1 <, . . . , < τk = 1 in modo tale che, se τ, τ 0 ∈ Ii , allora γτ e γτ 0 siano subordinate alla stessa catena (si pu`o fare per continuit`a). Allora, per la Proposizione (1.9.1), punto (5.), si ha ˇ γτ = h ˇγ 0 . h τ Dunque, h : π1 (L, p) → Diff(Σ, p) `e ben definita. Inoltre, per i punti (1.),...,(4.), h `e chiaramente un omomorfismo (basta osservare che, se Cγ , Cη sono catene subordinate a γ, η, allora Cγ ∪ Cη `e subordinata a γ ∗ η). . Definizione 1.9.2 La mappa h : π1 (L, p) → Diff(Σ, p) si dice rappresentazione di olonomia di L in p, e la sua immagine H`F (L, p) = H`(L, p) := h(π1 (L, p)) ⊆ Diff(Σ, p) si dice gruppo di olonomia di L in p. Osservazione 1.9.1 Dati p, p0 ∈ L, una curva α : I → L che li congiunge induce un isomorfismo α∗ : H`(L, p) → H`(L, p0 ), dato da ˇ α ◦ h([γ]) ◦ h ˇ α−1 . α∗ (h([γ])) := h Quindi, a meno di isomorfismo, si pu` o parlare del gruppo di olonomia H`F (L) di L. 26.

(35) Prendendo i differenziali delle trasformazioni di olonomia in luogo dei germi, si ottiene un altro gruppo interessante, che contiene soltanto l’informazione “ al prim’ordine” relativa all’olonomia. Definizione 1.9.3 Essendo L, Σ, p come sopra, la mappa ρ : π1 (L, p) → GL(Tp Σ) ξ = [γ] 7→ dp (hγ ) si dice rappresentazione di olonomia lineare di L in p, e la sua immagine (1). H`F (L, p) = H`(1) (L, p) ⊆ GL(Tp Σ) si dice gruppo di olonomia lineare di L in p. Siano F, F 0 due foliazioni su M , M 0 e siano L, L0 ⊆ M, M 0 foglie. Se M = M 0 ed L = L0 , si dice che F ed F 0 hanno lo stesso germe in L se esiste un intorno di L su cui coincidono. Poniamo una relazione di equivalenza ∼ ◦. sull’insieme delle coppie (U, F), con U ⊆ M intorno di L e F foliazione su U : ◦. (U, F) ∼ (V, G) se e solo se esiste W ⊆ M intorno di L tale che F|W = G|W . Definiamo n o

(36) ◦ FˇL := (U, F)

(37) L ⊂ U ⊆ M, F foliazione su U . E’ evidente che F ed F 0 hanno lo stesso germe in L se e solo se FˇL = Fˇ 0 L . Si dice poi, in generale, che F ed F 0 hanno germi isomorfi ( o sono localmente equivalenti ) in L, L0 se esistono aperti V ⊃ L, V 0 ⊇ L0 ed un diffeomorfismo Φ : V → V 0 , detto equivalenza locale, tali che Φ(L) = L0 e Φ mandi foglie di F|V in foglie di F 0 |V 0 ; la notazione `e: FˇL ∼ =Φ FˇL0 0 . 0 0 Supponiamo che L, L ⊆ M, M siano foglie compatte. Si dice che le olonomie in L ed L0 sono C r -coniugate se esistono sezioni trasverse Σ, Σ0 in p ∈ L, p0 ∈ L0 ed esiste un omeomorfismo Ψ : L ∪ Σ → L0 ∪ Σ0 tale che Ψ(p) = p0 , Ψ|L e Ψ|L0 siano diffeomorfismi di classe C r , e si abbia: ˇγ ◦ Ψ ˇ Ψ◦γ ˇ ◦h ˇ −1 = h Ψ. ∀[γ] ∈ π1 (L, p).. Un fatto notevole `e che, nel caso in cui L sia una foglia compatta, la sua olonomia determina completamente la foliazione in un suo intorno. Teorema 1.9.1 (Haefliger) Siano (M, F), (M 0 , F 0 ) variet` a foliate, L ⊆ 0 0 0 M , L ⊆ M foglie compatte. Allora, le olonomie di L ed L sono C r -coniugate se e solo se si ha FˇL ∼ =Φ FˇL0 0 per un diffeomorfismo locale Φ di classe C r . 27.

(38) Dimostrazione. Se FˇL ∼ =Φ FˇL0 0 , allora `e ovvio che le olonomie sono coniugate: se Φ `e un’equivalenza locale, allora il coniugio cercato `e dato dal germe della restrizione di Φ ad opportune sezioni trasverse. Viceversa, supponiamo che le olonomie siano coniugate.essendo L, L0 compatte esistono intorni V, V 0 e retrazioni π : N (L) → L, π 0 : N (L0 ) → L0 con fibre trasverse ad F (cfr. [Candel-Conlon], pp. ...). Sia Ψ : L ∪ Σ → L0 ∪ Σ0 un omeomorfismo che realizza il coniugio di classe C r . A questo punto, si effettua una costruzione simile a quella della della dimostrazione del Teorema (1.8.1) sui fibrati foliati. Preso x ∈ N (L), vogliamo costruire un’equivalenza locale definendo Φ(x) per ogni x vicino ad L. Siano p := π(x), γ : I → L cammino da p0 a p, fγ la 0 trasformazione di olonomia associata a γ, ed fΨ◦γ quella associata a Ψ ◦ γ. 0 Definiamo quindi Φ(x) := fΨ◦γ (Ψ(fγ −1 (x))). l’indipendenza di Φ(x) da γ si prova applicando il fatto che Ψ `e un coniugio tra le due olonomie. Il fatto che Φ `e ben definita su tutto un imtorno V ⊆ N (L) di L, a valori in un intorno V 0 ⊆ N (L0 ) di L0 segue dalla compattezza di L. Infine, `e chiaro per costruzione che Φ `e un diffeomorfismo di classe C r e che rispetta le foglie di F|V ed F 0 |V 0 .  Ricordiamo che un sottoinsieme Y di uno spazio topologico X si dice residuale se Y contiene un’intersezione numerabile di aperti densi, ovvero, se il suo complementare Y c `e magro, i.e. contenuto in un’unione (al pi` u) numerabile di chiusi a parte interna vuota. In uno spazio localmente compatto X, un sottoinsieme residuale Y `e denso. Proposizione 1.9.3 (Hector e.a.) (Cfr. [Godbillon]) Sia (M, F) una variet`a foliata. L’unione delle foglie che hanno (gruppo di) olonomia banale `e un sottoinsieme residuale di M . Dimostrazione. Sia U = {(Uα , ϕα )} un atlante foliato regolare per F localmente finito (in particolare numerabile), e Tα := Uα /(F|Uα ) lo “ spazio trasversale” di F|Uα . Indichiamo con TU la variet`a (non a base numerabile) costituita dall’unione disgiunta dei Tα , e con ΓU l’insieme di tutte le mappe definite tra i Tα indotte dalle trasformazioni di olonomia tra sezioni locali trasverse Σα ⊂ Uα . E’ sufficiente dimostrare che l’insieme Z dei punti z ∈ TU che sono fissati da un elemento non banale di ΓU `e magro. L’insieme delle catene di placche di U che partono e arrivano in uno stesso punto `e numerabile. Ognuna di tali catene determina un elemento di ΓU , e in questo modo si ottengono tutti gli elementi di ΓU che hanno un punto fisso. Se γ `e uno di questi elementi, l’insieme Fix(γ) dei punti fissi di γ `e chiuso nel dominio di γ, dom(γ), e la sua frontiera ∂ Fix(γ) `e un chiuso a parte interna vuota di TU . Osserviamo che l’insieme Z dei punti fissi non banali di TU `e 28.

(39) contenuto nell’unione [. ∂ Fix(γ).. γ ∈ ΓU. Ci`o conclude la dimostrazione.. 1.10. . Teoremi di stabilit` a. Un’importante conseguenza del Teorema (1.9.1) `e la seguente: Teorema 1.10.1 (Stabilit` a locale in assenza di olonomia) Sia (M, F) una variet`a foliata, L ⊆ M una foglia compatta. Se L ha olonomia banale, allora un intorno di L in M tale che sia unione di foglie diffeomorfe ad L. Dimostrazione. Se codim(F) = q, sia M 0 := L × Rq ed F 0 := {L × {y}}y∈Rq la foliazione prodotto. Chiaramente, L ≈ L × {0} ha olonomia banale. Siano p0 ∈ L e Σ, Σ0 sezioni locali trasverse ad L in p0 rispettivamente in M ed M 0 . Prendiamo un qualsiaisi diffeomorfismo ψ : Σ → Σ0 , con ψ(p0 ) = p0 . Siccome entrambe le rappreentazioni di olonomia h, h0 portano ogni laccio nel germe dell’identit`a, si ha che ψˇp0 `e un coniugio per le due olonomie. La tesi segue dunque facilmente dal Teorema (1.9.1).  di fatto, questo teorema pu`o essere generalizzato nel seguente Teorema 1.10.2 (Stabilit` a locale; Reeb) Sia F una foliazione (di classe C 1 ) sulla variet`a M . Supponiamo che F abbia una foglia L compatta con gruppo fondamentale finito (risp. gruppo di olonomia finito). Allora esiste un intorno saturo V di L in M tale che ogni foglia di F|V sia compatta con gruppo fondamentale finito (risp. con gruppo di olonomia finito). Inoltre, esiste un intorno tubulare π : V → L con π −1 (x) t F|V ∀x ∈ L. Infine, per ogni foglia L0 di F|V , π|L0 : L0 → L `e un rivestimento di L di grado #H`F (L) < ∞. Dimostrazione. Osserviamo dapprima che, una volta dimostrato il teorema nella versione “ gruppo di olonomia finito”, segue immediatamente che vale anche nella versione “ gruppo fondamentale finito”, infatti, essendo H`(L, p) = h(π1 (L, p)), se π1 (L, p) `e finito, lo `e anche H`(L, p). Il gruppo H`(L, p), p ∈ L, `e il quoziente di π1 (L, p) per un sottogruppo nore → L, di male. La teoria dei rivestimenti dice che esiste un rivestimento π : L 1 classe C , con gruppo di rivestimento H`(L, p). Essendo quest’ultimo gruppo e `e una variet`a compatta. Sia N (L) un intorno tubulare di finitoper ipotesi, L 29.

(40) e con la stessa fibra (il q-disco aperto, L in M ; allora π ∗ N (L) `e un fibrato su L q o R ). e → N (L), e Questa costruzione di pullback induce un rivestimento π e : N (L) la foliazione F|N (L) pu`o essere sollevata ad una foliazione Fe su N (L), trasvere e avente L e come foglia. sa alle fibre di N (L) e con π Sia pe ∈ L e(e p) = p. Siccome il gruppo di rivestimento `e esattamente il e pe) → π1 (L, p) immerge gruppo di olonomia di L, la mappa iniettiva π∗ : π1 (L, e pe) in sul sottogruppo di π1 (L, p) con olonomia banale. π1 (L, e ha un intorno Ve in N (L) e che `e un fibrato foliato Per il Teorema (1.10.1), L e avente fibre diffeomorfe ad Rq e tutte le foglie diffeomorfe ad L. Sia ora W := π e(Ve ) il corrispondente intorno (aperto perch´e π `e aperta) di L in N (L) ⊆ M , consistente di foglie compatte, che risulta essere un fibrato foliato. ◦ H`(L, p) `e finito, per cui esiste un intorno V ⊆ W di L che sia un fibrato foliato con gruppo totale di olonomia G isomorfo (tramite passaggio ai germi) ad H`(L, p). Se Vp `e la fibra di V sopra p, si ha che il gruppo di olonomia di ciascuna foglia Lp0 , p0 ∈ Vp , `e naturalmente isomorfo ad un quoziente del sottogruppo di G ∼ = H`(L, p) che fissa p0 . Da questo segue a tesi del teorema.  Riportiamo un ulteriore fondamentale risultato di stabilit`a, questa volta globale, sempre dovuto a Reeb. Teorema 1.10.3 Sia F una foliazione di classe C 1 e di codimensione 1 sulla variet`a compatta e connessa M . Se F ha una foglia L compatta con gruppo fondamentale finito, allora tutte le foglie di F sono compatte con gruppo fondamentale finito. Inoltre, se F `e trasversalmente orientabile, F `e isomorfa ad un fibrato su S1 con fibra L, in particolare, tutte le foglie sono diffeomorfe ad L. Riportiamo anche, dopo la definizione di perturbazione, un teorema di stabilit`a per perturbazioni dovuto ancora a Reeb. Definizione 1.10.1 Sia (M, F) una variet` a foliata di codimensione q. Sia k k k ≥ 1 un inter, e B ⊆ R la palla unitaria aperta. Una perturbazione a k parametri di F `e una foliazione K su Bk × M , di codimensione q + k, tale che {x} × M sia un’unione di foglie di K per ogni x ∈ Bk e K|{0}×M = F. Le foliazioni Kx = K|{x}×M sono dette perturbazioni di F. Teorema 1.10.4 (Stabilit` a per perturbazioni) (Cfr. [Candel-Conlon]) Sia (M, F) una variet`a foliata, L una foglia compatta di F con gruppo fon◦. damentale finito; sia W ⊆ M un intorno di L e sia K una perturbazione a 30.

(41) k parametri di F. Allora esiste  > 0 tale che, per ogni x ∈ Bk con |x| < , la foliazione perturbata Kx abbia una foglia compatta Lx ⊂ W che sia un rivestimento di L di grado finito. Riportiamo poi semplicemente l’enunciato di altri due teoremi cardine della teoria delle foliazioni reali. Teorema 1.10.5 (Haefliger) Sia M una variet` a analitica reale, ed F una foliazione di codimensione 1. Allora ogni curva chiusa trasversa ad F rappresenta un elemento di ordine infinito in π1 (M ). Teorema 1.10.6 (Novikov) Sia M una 3-variet` a compatta con gruppo fondamentale finito, e sia F una foliazione di classe C 2 e codimensone 1. Allora F ha almeno una foglia compatta.. 31.

(42) 32.

(43) Capitolo 2 Foliazioni Complesse e Olomorfe 2.1. Foliazioni su variet` a complesse. Finora abbiamo considerato foliazioni nell’ ambito delle variet`a differenziabili. Altrettanto naturale `e porsi il problema di definire il concetto di foliazione in Geometria Complessa. Sia M una variet`a complessa di dimensione n, e sia F una foliazione (per ora di classe C ∞ ) su M . Vogliamo modificare la definizione 1.1.1 in modo da imporre che F abbia una relazione con la struttura complessa di M , in particolare, vorremmo che le foglie fossero sottovariet`a olomorfe immerse. Innanzitutto,l’immagine di una carta foliata sar`a un aperto U 0 × U 00 ⊆ Cn ≈ Ck ×Cq , q := n−k, dove U 0 , U 00 sono dischi aperti di Ck e Cq rispettivamente. Riscriviamo la formula (1.1.(3.)), che esprime il cambiamento di carta: ϕβ ◦ ϕ−1 α (z, w) = (h1 (z, w), h2 (w)).. (2.1). Se imponiamo che la mappa h1 (·, w) : z 7→ h1 (z, w) sia olomorfa, sicuramente otteniamo che le foglie sono sottovariet`a olomorfe immerse in M , cio`e F ha foglie complesse. Tuttavia, sotto queste condizioni, non tutti gli oggetti correlati ad F sono olomorfi: per esempio, se p ∈ M , Lp `e la foglia per p e T M `e il fibrato tangente olomorfo di M , T Lp `e un sottofibrato olomorfo di T M |Lp , ma T F ⊆ T M non `e in generale olomorfo. Questo accade, intuitivamente, perch´e lo ”spostamento trasversale” da una foglia all’ altra `e C ∞ -liscio, ma non analitico. Quando si impone che h1 ed h2 siano entrambe olomorfe, si ottiene invece una foliazione tale che T F sia un sottofibrato olom. di T M .. 33.

(44) Definizione 2.1.1 Siano M una variet` a complessa ed F una foliazione le cui carte foliate siano come la (2.1). F si dice una foliazione semi-olomorfa o una foliazione (trasversalmente C ∞ ) con foglie complesse, o ancora una foliazione complessa (trasversalmente C ∞ ) se h1 (·, w) : z 7→ h1 (z, w) `e olomorfa ∀w ∈ U 00 . In questo caso, M si dice foliata con foglie complesse. In particolare, se h1 ed h2 sono entrambe mappe olomorfe, F si dice una foliazione olomorfa (regolare). Proposizione 2.1.1 (Principio di identit` a) Sia M una variet` a complessa 0 ed F, F due foliazioni olomorfe su M . Supponiamo che F|U = F 0 |U , dove U ⊆ M `e un aperto. Allora si ha F = F 0 . Dimostrazione. Definiamo Ω := {x ∈ M | esiste un intorno aperto Ux di x tale che F|Ux = F 0 |Ux }. Ω `e non vuoto perch´e contiene U e risulta aperto in M perch´e unione di aperti. Proviamo che `e chiuso. Sia p ∈ ∂Ω e consideriamo una carta foliata per F in p di dominio V e una carta foliata per F 0 di dominio V 0 , che possiamo supporre contenuto in V . Sull’aperto U0 := Ω∩V 0 si ha F|U0 = F 0 |U0 , per cui ciascuna placca di F|U0 coincide con una placca di F 0 |U0 . Segue dal principio di identit`a delle funzioni olomorfe che una sottovariet`a olomorfa chiusa in U0 si prolunga in al pi` u un modo ad una sottovarit`a olomorfa chiusa di V 0 . Ciascuna placca di F 0 |U0 `e una sottovariet`a olomorfa chiusa e si prolunga alla corrispondente placca di F 0 |V 0 . Da ci`o segue che F|V 0 = F 0 |V 0 e quindi la tesi.  Esempio 2.1.1 Sia X una variet` a analitica reale di dimensione n, ed F una foliazione analitica reale su X; siano {(Uα , ϕα )} un atlante foliato per X e ϕαβ : Vαβ −→ Vβα le mappe di transizione di carta, con Vαβ := ϕα (Uα ∩ Uβ ). Essendo diffeomorfismi analitici reali, tali mappe si sviluppano in serie di potenze: ∞ X X ϕαβ (x) = aI x I j=0 |I|=j. con x in un aperto eventualmente pi` u piccolo che denotiamo ancora Vαβ . Le corrispondenti serie complesse ϕ eαβ (z) =. ∞ X X j=0 |I|=j. 34. aI z I.

(45) definiscono dei biolomorfismi ϕ eαβ : Veαβ −→ Veβα dove Veαβ ,Veβα sono intorni n n aperti di Vαβ ,Vβα in C ⊇ R . Dunque, l’insieme !, e := X. a. Veαβ. ( identificazioni indotte dalle mappe ϕ eαβ ). αβ. risulta dotato di una struttura di variet` a complessa di dimensione n, per e `e detta una complessificazione cui le ϕ eαβ siano le transizioni di carta. X e come sottovariet` di X. Chiaramente, X ,→ X a analitica reale. Siccome le ϕαβ hanno la forma (1.1), anche le ϕ eαβ , essendo definite dalle stesse serie di potenze, hanno la stessa forma, per cui definiscono una foliazione olomorfa Fe e Inoltre, il germe della variet` e F) e lungo X `e univocamente su X. a foliata (X, e 0 , Fe0 ) `e un’ altra complessificazione di (X, F), allora determinato, i.e., se (X e di X in X e e un intorno U e 0 di X in esistono rispettivamente un intorno U e 0 ed un biolomorfismo ψ : U e −→ U e 0 che `e l’ identit` X a su X e che manda Fe in Fe0 . Osservazione 2.1.1 Data X, la questione di sapere se esista o no una e compatta costituisce un problema aperto. complessificazione X. Esempio 2.1.2 (Foliazioni lineari) Sia T = Cn /Λ un toro complesso, con Λ un reticolo di Cn . Consideriamo una foliazione F0 per sottospazi affini kdimensionali di Cn . Essendo la distribuzione T F0 Λ-invariante, essa passa al quoziente dando luogo ad una foliazione olomorfa F su T. Osserviamo che, a seconda di Λ, le foglie di F possono essere compatte oppure dense. Esempio 2.1.3 (Tourbillonnement) Sia T come sopra, e supponiamo che esista una forma lineare π e : Cn −→ C che mandi Λ su un reticolo Λ0 di C. Passando al quoziente, si ha π : T −→ C, dove C = C/Λ0 `e una curva ellittica. Sia u una funzione meromorfa non costante su C, e sia ω una 1forma olomorfa su T, quindi chiusa e a coefficienti costanti. Allora la forma meromorfa su T Ω := π ∗ (udz) + ω. (2.2). `e chiusa e definisce una foliazione olomorfa F fuori dal divisore dei poli P = π −1 (supp(u)∞ ). Mostriamo che F si prolunga ad una foliazione olomorfa Fe su T. Se ω si annulla lungo le fibre di π, allora F `e la foliazione definita da π (i.e. che ha 35.

(46) π come submersione caratteristica globale). Altrimenti, a meno di scegliere le coordinate (z1 , ..., zn ) su Cn , la forma Ω, sollevata a Cn , si scrive u(z1 )dz1 + dz2 . Vicino ad un polo α di u, si scrive u(z1 ) =. 1 · v(z1 ) (z1 − α)m. con m ≥ 1, v olomorfa e v(α) 6= 0. Allora F `e localmente determinata dalla forma v(z1 )dz1 + (z1 − α)m dz2 , che si prolunga ad una forma olomorfa non singolare in z1 = α. Le controimmagini tramite π dei poli di u sono foglie compatte; le altre foglie sono senza olonomia. Si tratta di una versione complessa del cosiddetto processo di “ tourbillonnement” di Reeb (cfr. [Can-Con]).. 2.2. Integrabilit` a nel caso regolare. Sia M una variet`a complessa di dimensione n. Utilizzeremo le seguenti notazioni: O = OM = fascio (dei germi) di funzioni olomorfe su M ; ΩM = fascio dei germi di 1-forme olomorfe su M ; Ω(M )= spazio delle 1-forme olomorfe su M ; Θ = ΘM = fascio (dei germi) di sezioni olomorfe di T M , i.e. fascio dei campi vettoriali olomorfi su M . Indichiamo poi con Div(M ) il gruppo abeliano dei divisori su M e con Pic(M ) il gruppo abeliano delle classi di isomorfismo di fibrati lineari olomorfi su M . Ricordiamo che Div(M ) corrisponde al gruppo delle sezioni globali del fascio ∗ , dove M∗M `e il fascio dei germi delle funzioni meromorfe non nulle M∗M /OM ∗ ed OM il fascio dei germi delle funzioni olomorfe mai nulle. Un divisore si P denota con una somma formale α nα Yα , dove nα ∈ Z ed Yα ⊆ M sono sottovariet`a analitiche di codimensione 1, localmente finita nel senso che, se x ∈ M , esiste un intorno U di x con y ∈ Yα ∩ U al pi` u per un numero finito di indici α. Sia ora F una foliazione olomorfa su M ed f : U −→ U 00 una submersione locale che definisca F sull’ aperto U . Definiamo su U il fibrato (Tf )x := {ϑ ∈ (T M |U )x | f∗ (ϑ) = 0} = (T Lx )x . 36.

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