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Maria Cristina Zanardi, Catalogo degli incunaboli della Biblioteca Antoniana di Padova, prefazione di Carlo Carena, introduzione di Alberto Fanton, Firenze, Olschki, 2012

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326 bibliotheCAe.it È possibile fare ricerche all’interno

del catalogo storico utilizzando l’Indice

dei nomi e l’Indice per collane.

Il catalogo storico di un grande editore ha la sua ragione d’essere per ogni studioso, bibliofilo, bibliomane, bibliografo che caccia e cerca la sum-ma delle sumsum-mae bibliografiche da portare sempre con sé come una guida stradale in cui ricercare nuovi libri da leggere, nuovi spunti di ricerca, nuovi percorsi bibliografici da intraprendere: «e il singolo libro non insinua soltanto se stesso nell’animo, ma fa penetrare in noi anche i nomi di altri, e così l’uno fa venire il desiderio dell’altro (Francesco Petrarca)».

Francesca Nepori

Maria Cristina zAnArdi, Ca-talogo degli incunaboli della Biblioteca Antoniana di Pado-va, prefazione di Carlo CArenA,

intro-duzione di Alberto fAnton, Firenze,

L. S. Olschki, 2012, 254 p.: ill., ISBN 978-88-222-6222-6, € 30,00.

«La bibliothèque du convent de Saint-Antoine de Padoue est sans doute l’une des plus intéressantes d’Italie, non pour la quantité, mais pour la qualità, de la collection de livres rassemblés grace a de studieux franciscains auprès de l’un des sanctuaires vénérés de l’orde» (p. XI) così definiva la Biblioteca Antoniana di Padova la studiosa Marie-Thérèse d’Alverny come Alberto Fanton, attuale bibliotecario, riporta nell’introduzione al Catalogo in cui ripercorre a grandi linee la storia della biblioteca, dell’edificio in cui si trova e

dei personaggi più illustri che ebbero modo di vistarla.

Al catalogo vero e proprio è pre-messa una lettera di Aldo Manuzio il giovane in cui detta a Giulio Giacobo-ni, suo amico, le norme essenziali per una corretta conservazione dei libri.

Maria Cristina Zanardi è la curatrice del Catalogo dei circa 200 incunaboli; le schede sono suddivise in due aree; la prima contiene le informazioni relative alla descrizione bibliografica (formato, carattere di stampa, mise en page, pre-senza di eventuali iniziali silografate, cartulazione) in cui purtroppo si deve segnalare l’assenza della fascicolatu-ra che viene però usata per segnalare eventuali mancanze nella copia di car-te o fascicoli – si veda per esempio la scheda 113 – un dato quest’ultimo che inoltre dovrebbe essere inserito nella seconda parte quella relativa agli ele-menti peculiari dell’esemplare. Seguo-no le Seguo-note di contenuto, la trascrizione facsimilare dell’incipit e dell’explicit e la bibliografia di riferimento per l’edi-zione censita.

La seconda area, a sua volta sud-divisa in Note manoscritte, Legatura,

Stato di conservazione, Collocazione,

riporta i dati d’esemplare che vengono registrati da Z. con estrema precisione e usando un vocabolario, soprattutto per la descrizione delle legature, pre-ciso e tecnico.

Sorprende, ancora una volta, come dopo un lungo lavoro di trascrizione delle note di possesso e provenienza presenti nei vari incunaboli, Z. non proponga alla fine del Catalogo l’indi-ce dei nomi dei possessori che avrebbe sicuramente permesso una conoscen-za più approfondita dei passaggi di mano, provenienza, donazioni, lasciti, acquisto dei vari volumi.

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Recensioni 327 Gli indici sono invero numerosi e

alcuni innovativi; sono presenti quello degli Autori e dei titoli uniformi, delle Opere anonime, dei Luoghi di pubbli-cazione e di stampa, dei Tipografi, dei Curatori, commentatori ed editori, un Indice cronologico, delle Concordan-ze, delle Peculiarità tipografiche degli esemplari, delle Peculiarità manoscrit-te degli esemplari, un Indice delle ca-ratteristiche della legature e uno sullo Stato di conservazione.

Seguono quattro appendici mol-to interessanti; nella prima Z. scheda gli esemplari posteriori al 1500 che si conservano nel fondo degli incunabo-li, nella seconda sono trascritte tutte le informazioni relative agli incunaboli reperite tra gli inventari manoscritti della Biblioteca; questo attento lavo-ro permette di individuare eventuali perdite. Nell’appendice III Z. recu-pera notizie importanti, rinvenute nei fondi archivistici locali, sui pagamenti effettuati dalla Cattedrale di Padova e dall’Arca del Sangue per la legatura dei volumi.

Segue nella quinta appendice la tra-scrizione dei lasciti dei libri personali dei frati P. Antonio Trombetta e di P. Valerio Polidoro; purtroppo mancan-do il già segnalato indice dei possessori non è possibile, se non sfogliando tutte le schede, comprendere a quanti e qua-li incunaboqua-li i due lasciti ammontino.

Si segnala infine la presenza di un importante Glossario per la definizio-ne dei termini usati.

Francesca Nepori

Natura sacra: der Frühauf-klärer Johann Jakob Scheuch-zer (1672-1733),

herausgege-ben von Urs B. leu, Zug,

Achius Verlag, 2012; X, 338 p., mit vielen Abbildungen illustriert, davon 85 in Farbe; Karton, fadengeheftet, ISBN 978-3-905351-17-0.

Dieser wissenschaftshistorische Sammelband mit 11 Aufsätzen wür-digt den Zürcher Universalgelehrten und Arzt Johann Jakob Scheuchzer und seine Forschungen in den Fach-gebieten zwischen Religion und Na-turwissenschaften, besonders der frü-hen Paläontologie. Urs B. Leu, Leiter der Abteilung Alte Drucke und Rara der Zentralbibliothek Zürich (im fol-genden abgekürzt ZBZ), hat den Band herausgegeben.

In einer Zeit, als in Zürich der Pro-testantismus Staatsreligion und die Bibel ihr Maßstab war und die Recht-gläubigkeit mit harter Hand durchge-setzt worden ist, arbeitet Scheuchzer an seinen naturkundlichen Werken. Auf Forschungsreisen (9 Alpenreisen zwischen 1702 und 1711) erkundet er besonders die Alpen und deren Geo-logie, aber interessiert sich auch für die Pflanzen- und Tierwelt und sogar für die Volkskunde. Schon 1697 hat er in einem Einblattdruck (Neujahrsblatt der Stadtbibliothek Zürich für die Jugend der Stadt) den Begriff «Na-tur-Wissenschaft» für die deutsche Sprache geprägt.

1702 beginnt er mit der Herausga-be der ersten lateinischen Zeitschrift der Schweiz mit dem Titel «Nova li-teraria Helvetica» (bis 1715), und 1705 bis 1708 publiziert er die zweite deutschsprachige Wochenschrift der Schweiz unter dem Titel «Seltsamer

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