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Il patrimonio culturale immobiliare pubblico dismesso: tra valorizzazione e conservazione

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Academic year: 2021

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25,00 ISBN 978-88-404-0315-1

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NARDINI EDITORE

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Sguardi ed esperienze

sulla conservazione

del patrimonio

storico architettonico

Proceedings of the International Conference

Preventive and Planned Conservation

Monza, Mantova - 5-9 May 2014

A cura di Stefano Della Torre

Curatela editoriale Maria Paola Borgarino

Proceedings of the International Conference

Preventive and Planned Conservation

Monza, Mantova - 5-9 May 2014

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La strategia della Conservazione programmata.

Dalla progettazione delle attività alla valutazione degli impatti. Sguardi ed esperienze sulla conservazione del patrimonio storico architettonico.

Protezione dal rischio sismico.

Metodi e strumenti per la prevenzione e manutenzione. ICT per il miglioramento del processo conservativo. A cura di Stefano Della Torre

Curatela editoriale Maria Paola Borgarino

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I contributi presentati al convegno restituiscono un’articolata panoramica di riflessioni e di casi studio, in cui emerge come filo conduttore la capacità di esprimere una visione di lungo periodo e di proporre una virtuosa integrazione fra strategie, spesso innovative, di conservazione e di valorizzazione.

PPC Conference 2014 è una delle attività di comunicazione e divulgazione previste dell’ambito dei Distretti Culturali “Monza e Brianza” e “Le Regge dei Gonzaga”, esperienze che testimoniano come il patrimonio storico architettonico costruito possa ricoprire un ruolo nuovo e determinante nelle dinamiche di sviluppo locale. I volumi:

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Proceedings of the International Conference Preventive and Planned Conservation Monza, Mantova - 5-9 May 2014

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NARDINI EDITORE

Proceedings of the International Conference

Preventive and Planned Conservation

Monza, Mantova - 5-9 May 2014

A cura di Stefano Della Torre

Curatela editoriale Maria Paola Borgarino Sguardi ed esperienze sulla conservazione

del patrimonio storico architettonico

Proceedings of the International Conference

Preventive and Planned Conservation

Monza, Mantova - 5-9 May 2014

Comitato scientifico

Carlo Blasi, Università di Parma, Italy Federico Bucci, Politecnico di Milano, Italy

Fausto Cardoso Martinez, University of Cuenca, Ecuador Angelo Ciribini, Università di Brescia, Italy

Nigel Dann, University of the West of England, United Kingdom Stefano Della Torre, Politecnico di Milano, Italy

Sasa Dobričič, University of Nova Gorica, Slovenia Xavier Greffe, Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne, France Massimo Montella, Università di Macerata, Italy

Elena Mussinelli, Politecnico di Milano, Italy

Christian Ost, ICHEC Brussels Management School, Belgium Ana Pereira Roders, University of Eindhoven, Holland Pietro Petraroia, Eupolis Lombardia, Italy

Mario Santana Quintero, Carleton University, Canada

Koenraad Van Balen, UNESCO Chair for PRECOMOS, KU Leuven, Belgium Minja Yang, RLICC, KU Leuven, Belgium Rossella Moioli, Distretto Culturale Monza e Brianza, Italy (coordinamento)

Segreteria scientifica del convegno:

Maria Paola Borgarino, Stefania Bossi

Politecnico di Milano, Dipartimento ABC - Architecture, Built Environment and Construction Engineering Atti a cura di Stefano Della Torre

Curatela editoriale: Maria Paola Borgarino

Impaginazione e collaborazione alla revisione dei testi: Cristina Boniotti

Politecnico di Milano - Dipartimento ABC - Architecture, Built Environment and Construction Engineering Fondazione Cariplo, progetto Distretti Culturali

Distretto Culturale Evoluto di Monza e Brianza - Provincia di Monza e della Brianza Distretto Culturale Le Regge dei Gonzaga

Con il patrocinio della

@ 2014 Politecnico di Milano e Nardini Editore Tutti i diritti sono riservati

Copertina Ennio Bazzoni

Stampato per Nardini Editore

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Sguardi ed esperienze

sulla conservazione

del patrimonio

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Indice

MONITORING HERITAGE VALUES: WHAT’S NEW?

Ana Pereira Roders. . . pag. 1 ASSESSING CULTURAL CAPITAL IN PREVENTIVE CONSERVATION: TOWARDS A NEW PARADIGM FOR ECONOMICS OF CONSERVATION

Christian Ost . . . ” 11 CONSERVANDO I SEGNI DELLA MEMORIA. STRATEGIE PER IL CAMPO DI FOSSOLI (CARPI) Marco Pretelli, Andrea Ugolini, Paolo Faccio, Chiara Mariotti, Alessia Zampini . . . ” 17 VALORIZATION AND MANAGEMENT OF THE BUILT HERITAGE OF FORTIFIED TOWNS:

THE CASES OF THE UNESCO WORLD HERITAGE SITES OF SABBIO-NETA, ITALY, AND VISBY, SWEDEN

Mattias Legnér, Davide Del Curto, Kristin Balksten . . . ” 29 I COLLEGI UNIVERSITARI DI GIANCARLO DE CARLO AD URBINO: DALLA PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI ALLA COSTRUZIONE DI UNA STRATEGIA DI GESTIONE

Maria Paola Borgarino, Andrea Canziani . . . ” 45 CONSERVAZIONE PREVENTIVA E PROGRAMMATA PER UN FINE COMUNE:

UN’ESPERIENZA IN AMBITO LIGURE

Daniela Pittaluga . . . ” 57 UN PROGETTO COLORE PER CASTIGLIONE OLONA (VA): BUONE PRATICHE

PER LA VALORIZZAZIONE

Margherita Bertoldi, Susanna Bortolotto, Lucia Toniolo . . . ” 57 RETROFIT E PROGETTAZIONE AMBIENTALE DEGLI INSEDIAMENTI ESISTENTI:

PROPOSTA DI UNA PROCEDURA STANDARDIZZATA PER LA RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA DEL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE TRA STORIA E MODERNITÀ

Maria Cristina Forlani, Fabrizio Chella, Michele Lepore . . . ” 83 CONOSCENZA, CONSERVAZIONE E VALORIZZAZIONE. LE OCCASIONI OFFERTE

DALLA SEDE DEL SERVIZIO BENI CULTURALI DELL’OSPEDALE MAGGIORE DI MILANO

Mariangela Carlessi, Paolo M. Galimberti, Alessandra Kluzer . . . ” 93 RESTI E RUDERI DI STRUTTURE FORTIFICATE IN PROVINCIA DI NOVARA:

STUDI PER UNA STRATEGIA DI CONSERVAZIONE E VALORIZZAZIONE

Carla Bartolozzi, Francesco Novelli . . . ” 105

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MOBILIZATION OF HERITAGE VALUES IN CONFLICT-AFFECTED CONTEXTS IN FAVOUR OF SUSTAINABLE DEVELOPMENT: ANALYSING THE CASE STUDY OF THE NICOSIA INTERNATIONAL AIRPORT TERMINAL

Emilia Siandou. . . ” 119 LA DIMENSIONE DEGLI SPAZI APERTI NEL PROCESSO DI CONSERVAZIONE

E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO STORICO URBANO

Roberto Bolici, Cristiana Giordano . . . ” 133 METODI E AZIONI PER LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO RURALE.

IL PROGETTO DI SVILUPPO LOCALE DELLE CORTI BONORIS A MANTOVA

Chiara Agosti, Raffaella Riva . . . ” 143 IL PATRIMONIO CULTURALE IMMOBILIARE PUBBLICO DISMESSO: TRA VALORIZZAZIONE

E CONSERVAZIONE

Giusi Leali, Silvia Mirandola . . . ” 155 IL SISTEMA ITALIANO DEI PAESAGGI VITIVINICOLI: IDENTITÀ, QUALITÀ E INNOVAZIONE

Alessandra Benevelli, Cristina Coscia . . . ” 165 IL SASSO E LO STAGNO: LA CONSERVAZIONE COME STRATEGIA DI VALORIZZAZIONE

PER LO SVILUPPO LOCALE

Francesca Buccafurri, Sergio Raimondo, Mirella Scianda . . . ” 177 PLANNED CONSERVATION AND CULTURAL ENHANCEMENT STRATEGY:

THE VESUVIUS’S UNESCO ARCHEOLOGICAL SITE MANAGEMENT

Marina D’Aprile. . . ” 189 LA VALORIZZAZIONE DI EDIFICI STORICI. METODI E STRUMENTI PER ORIENTARE

LE STRATEGIE DI INTERVENTO

Marzia Morena, Maria Luisa Del Gatto, Anna Gornati . . . ” 199 AUMENTARE IL VALORE DELL’ARCHITETTURA: UNO STRUMENTO PER LA VALUTAZIONE

E IL MONITORAGGIO DEL POTENZIALE DEGLI EDIFICI

Antonio Invernale . . . ” 209 MONZA: UN NUOVO RUOLO PER LE AREE DISMESSE A SUD DELLA CITTÀ

Raffaella Neri . . . ” 223 VILLE VENETE, UNA RISORSA PER LO SVILUPPO CULTURALE ED ECONOMICO DEL TERRITORIO Livio Petriccione, Federico Bulfone Gransinigh . . . ” 235

segue

Indice

IL SISTEMA DEI MULINI NEL TERRITORIO DELLE MADONIE IN SICILIA: LE RAGIONI DELLA CONSERVAZIONE E LE RAGIONI DELLA VALORIZZAZIONE

Antonella Cangelosi . . . ” 247 CULTURAL HERITAGE AND THE FUTURE OF TERRITORY: A PARTECIPATIVE EXPERIENCE BETWEEN MAINTENANCE AND ENHANCEMENT IN A SMALL MUNICIPALITY

LOCATED IN EMILIA

Flaviano Celaschi, Daniele Fanzini, Irina Rotaru, Cecilia Medri . . . ” 259 THE REINFORCEMENT OF RATIONALIST ARCHITECTURE. RAISE AWARENESS

OF THIS HERITAGE’S VALUE: IDENTITY

Cristina del Bosch Martín . . . ” 271 EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA E CONSERVAZIONE: IL CASO DEL VILLAGGIO

OLIMPICO DI ROMA

Simona Salvo . . . ” 281 THE HALIC METRO CROSSING BRIDGE IN ISTANBUL: A BRIDGE BETWEEN

CONSERVATION AND DEVELOPMENT

Enzo Siviero, Michele Culatti, Alessandro Stocco, Viviana Martini . . . ” 293 WHAT KIND OF CONSERVATION POLICIES FOR ISLAMIC HISTORIC CITIES?

Cecilia Fumagalli . . . ” 303 HISTORICAL PUNJABI CITIES AND THEIR URBAN FABRIC TRANSFORMATION

IN THE CONTEMPORARY ERA

Daniele Beacco. . . ” 313 SAFEGUARDING HISTORIC URBAN WATERFRONT IN THE DEVELOPING COUNTRIES.

MOSUL OLD CITY AS A CASE STUDY

Emad Hani Ismaeel, Nahith Taha Alkaymaqchi, Mumtaz Hazim Aldewachi. . . ” 325 HISTORIC BUILDING VALORISATION IN THE CONSERVATION PROCESS IN JAKARTA

Teguh Utomo Atmoko. . . ” 343 FROM COOPERATIVE WORK TO A SCIENTIFIC APPROACH FOR A DYNAMIC

AND RESPONSIBLE APPROPRIATION OF ARCHITECTURAL HERITAGE: CASE OF SCHOOL PROJECT OF CREATION OF ART WORKS CENTER AND HERITAGE OF PORTO-NOVO TOWN (BENIN)

Gbénahou Roch Alfred A. Kiki, Kiki Mahoutin Richard, Alexandre Mascarenhas. . . ” 353

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THE ROLE OF COMMUNITY IN THE RESTORATION OF TRADITIONAL ARCHITECTURE: A CASE STUDY OF NAM PHO TRUNG COMMUNAL HOUSE (PHU THUONG COMMUNE, PHU VANG DISTRICT, THUA THIEN HUE PROVINCE, VIETNAM)

Nguyen Thang Long . . . ” 367 ARMONIZZARE I PRINCIPI EUROPEI DI CONSERVAZIONE E RESTAURO DEI BENI CULTURALI CON NECESSITÀ E RISORSE DELLA CULTURA CINESE. TUTELA, SVILUPPO E AUTENTICITÀ NELL’APPROCCIO CINESE ALLA CONSERVAZIONE.

Alessandro Pergoli Campanelli . . . ” 379

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PPC Conference 2014

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I

L PATRIMONIO CULTURALE IMMOBILIARE PUBBLICO

DISMESSO

:

TRA VALORIZZAZIONE E CONSERVAZIONE

Giusi Leali, Silvia Mirandola

Politecnico di Milano, Department of Architecture, Built Environment and Construction Engineering

Abstract

In the recent last few decades the changing of needs and demands of public administration has been leading to a progressive abandonment and an underuti-lization of the public real estate. At the same time, local authorities have to manage additional assets because of the divestment process related to the im-plementation of the “Federalismo Demaniale” law.

The needs to incur costs related to the maintenance and the management of abandoned buildings, as well as to provide new ways to use them, represent some critical issues for the local public administrations. However, many of these public assets could be used as strategic items in the enhancement process of the cities (Manzo, 2005). Indeed, these assets provide significant opportuni-ties for city enhancement thanks to their strategic geographical locations and their architectural and cultural characteristics. The abandonment condition, caused by the long lead times needed for the activation and the development of the enhancement processes, increases the degree of decay of this public real estate and its maintenance costs. Concurrently, it decreases the possibility to make cost-effective maintenance interventions and in general it reduces the possibility to plan, in terms of the enhancement, the re-use of the buildings.

The enhancement process has to start off by a knowledge phase of the dis-used assets. The Preventive and Planned Conservation logic becomes the suita-ble tool to conduct an analysis of the buildings from different points of view (such as historical, architectural and state of decay) and it prepares the ground for the maintenance interventions planning. The use of this instrument would allow the local authorities to plan economic and technical management of their abandoned assets and to lay the groundwork for starting an enhancement pro-cess.

Il paper mette a confronto alcuni progetti di valorizzazione di beni pubblici ceduti dall’autorità centrale agli Enti Locali nell’ambito del “Federalismo De-maniale Culturale” con il fine di evidenziarne potenzialità e criticità. I progetti sono stati selezionati in quanto realizzano una valorizzazione non solo del

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sin-Sguardi ed esperienze sulla conservazione del patrimonio storico architettonico

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golo bene, ma comportano ricadute positive sull’intero territorio. Il documento si conclude con un’ipotesi di integrazione dei processi di valorizzazione e di conservazione preventiva e programmata al fine di attivare percorsi virtuosi in grado di conservare il patrimonio pubblico e di trasmetterne l’identità e il valore culturale alla collettività.

Le potenzialità del patrimonio immobiliare pubblico

Il patrimonio immobiliare pubblico, contraddistinto da una composizione ampia ed eterogenea, è in parte costituito da strutture e immobili non più fun-zionali alle attuali esigenze di utilizzo, “tuttavia molti di questi beni possono ancora costituire una risorsa da riscoprire”(Manzo, 2005)come elemento stra-tegico nel processo di valorizzazione del territorio e per fornire risposte ai biso-gni della collettività. La consistenza, la localizzazione e il valore storico-artistico e sociale del patrimonio immobiliare pubblico rappresentano fattori strategici sia per lo sviluppo territoriale a livello locale, sia per il recupero complessivo dei singoli beni, che non essendo utilizzati, corrono il rischio di essere coinvolti in fenomeni di degrado legati al loro abbandono.

La valorizzazione degli immobili pubblici, attuabile sfruttando le caratteri-stiche che li contraddistinguono, diventa volano per lo sviluppo del territorio. Da questo punto di vista le peculiarità strategiche sono connesse a:

• la consistenza, in quanto spesso i beni hanno estensioni di superficie e vo-lume che incidono in modo rilevante sul tessuto urbano circostante;

• la localizzazione, gli immobili possono essere localizzati in contesti di parti-colare pregio storico e paesaggistico;

• il valore storico-artistico e culturale degli immobili;

• il valore identitario e sociale riconosciuto da parte della collettività.

Oltre a queste caratteristiche endogene i beni sono contraddistinti da potenziali-tà esogene che permettono l’innesco per la promozione:

• della riqualificazione di ambiti urbani e territoriali;

• dello sviluppo economico, sociale e culturale delle aree entro cui è localizza-to il patrimonio;

• di interventi di valorizzazione a rete sul territorio.

Il processo di valorizzazione del patrimonio pubblico non può però pre-scindere dalla definizione di una serie di attività finalizzate alla definizione di una base consolidata di conoscenza del bene relativamente ai materiali che lo costituiscono, alle tecniche costruttive utilizzate, agli interventi di restauro effet-tuati e allo stato di conservazione del bene.

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PPC Conference 2014

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Il perseguimento degli obiettivi legati alla valorizzazione si inserisce all’interno di una più ampia azione per il rilancio della competitività prevista dall’Unione Europea che prende spunto dagli impegni assunti a Lisbona e a Goteborg. A livello nazionale l’attività dell’Agenzia del Demanio ha mutato l’approccio culturale nei confronti del patrimonio immobiliare pubblico facen-dogli assumere un ruolo di risorsa primaria, un “generatore di valore” (Maggini, Patruno, 2005) in termini economici, sociali a culturali. Tale processo innovati-vo è stato attivato grazie alla consapeinnovati-volezza che i beni immobili pubblici pos-sono diventare l’occasione “per nuove forme di aggregazione territoriale e isti-tuzionale, incentivare il valore territoriale inteso come capitale relazionale, ri-spondere alle domande del nuovo scenario demografico ed essere una leva per il rinnovamento dei tessuti urbani e dei territori” (Manzo, 2008).

Alcuni immobili pubblici, caratterizzati da un elevato valore culturale o simbolico o localizzati in area strategiche del territorio, si prestano a essere inseriti in percorsi di valorizzazione a scala vasta attraverso l’individuazione, in chiave culturale, di nuove destinazioni d’uso che permettano un nuovo utilizzo e il loro inserimento all’interno di processi di conservazione preventiva e pro-grammata. Oltre all’interesse legato strettamente alla valorizzazione dell’immobile sono importanti le ricadute che questa può avere nell’innesco di più ampi processi di rinnovo urbano, infatti la riqualificazione anche di un solo edificio può contribuire “alla riabilitazione di interi quartieri e parti di città, sino a coinvolgere i luoghi della mobilità, lo spazio pubblico e l’intero sistema dei servizi collettivi, imponendo un profondo ripensamento delle modalità di go-verno delle dinamiche di trasformazione territoriale” (Mussinelli, 2004). In questo modo i processi di valorizzazione “innervandosi nei tessuti limitrofi e in più ampi settori urbani concorrono a rimettere in discussione l’assetto della città” (Laboratorio città pubblica, 2009) e contribuiscono a porre un limite ai segni di degrado diffuso e all’abbassamento della qualità fruitiva e ambientale del contesto (Mussinelli, 2004).

Processi di valorizzazione territoriale attivati attraverso la riqualifica-zione del patrimonio esistente - Casi studio

Alcuni esempi di valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico, con ricadute a più ampia scala, sono stati realizzati dall’Agenzia del Demanio, in concertazione con Ministero dei beni e delle attività culturali ed Enti Locali, attraverso una serie di iniziative sviluppate nell’ambito del “Federalismo Dema-niale Culturale”. Queste proposte, finalizzate alla restituzione dei beni culturali di proprietà demaniale ai territori di appartenenza e a una successiva

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riappro-Sguardi ed esperienze sulla conservazione del patrimonio storico architettonico

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priazione da parte della collettività, vengono attivate mediante procedure che vedono un atteggiamento proattivo da parte degli enti territoriali coinvolti i quali, tramite la predisposizione di progetti di riqualificazione, possono avviare sul proprio territorio virtuosi processi di valorizzazione.

È questa stessa logica che sottende l’articolazione del progetto di riqualifi-cazione dell’ Ex convento di San Domenico a San Gimignano, Siena. Il bene è stato inserito in un processo di valorizzazione più ampio che riunisce le emer-genze storico-culturali che caratterizzano il territorio, tra cui lo stesso centro storico di San Gimignano, che per la sua caratteristica architettura medievale è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Il complesso storico ha un’estensione rilevante rispetto al contesto urbano, occupando circa il 10% del centro storico. Il progetto di valorizzazione del complesso, edificato nel XIII secolo e trasformato in carcere nel XVIII secolo, oggi non utilizzato e in stato di abbandono, prevede la sua trasformazione nel nuovo polo culturale e turisti-co del territorio.

È stato possibile definire un progetto di valorizzazione di questo bene in quanto è inserito all’interno del più ampio processo di trasferimento di immobi-li pubbimmobi-lici dallo Stato agimmobi-li Enti Locaimmobi-li attivato con il Federaimmobi-lismo Demaniale. L’Ex convento di San Domenico è infatti passato al Comune di San Gimigna-no, alla Provincia di Siena e alla Regione Toscana grazie a un accordo di valo-rizzazione che prevede la riqualificazione e il recupero funzionale dell’immobile. Il progetto di riqualificazione dell’Ex convento costituisce un esempio positivo di concertazione tra i vari soggetti istituzionali coinvolti nel complesso processo di valorizzazione, dove la collaborazione fra enti è condi-zione necessaria al soddisfacimento dei molteplici interessi dei differenti attori coinvolti.

Il progetto di valorizzazione dell’Ex convento è articolato in una serie di in-terventi diversificati che mirano al recupero degli spazi dell’immobile attraverso l’inserimento di nuove funzioni connesse al mondo della cultura, alla promo-zione turistica del territorio, al commercio e al settore dell’associazionismo locale. Nello specifico verrà recuperato lo spazio esterno all’Ex convento attra-verso l’allestimento di un teatro per manifestazioni e spettacoli all’aperto, negli ambienti interni troveranno spazio un museo, una sala conferenze, una zona dedicata a botteghe e attività artigianali, esercizi per la ristorazione e la promo-zione dei prodotti enogastronomici tipici del territorio, l’ufficio di informapromo-zione e promozione turistica e alcuni ambienti ospiteranno le attività delle associazio-ni locali.

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Il trasferimento dell’Ex convento di San Gimignano e il suo progetto di va-lorizzazione rappresentano un esempio virtuoso di collaborazione fra i differen-ti livelli di governo, un simbolo di come un bene pubblico potrà ritornare a essere parte della vita della collettività e di come il suo inserimento all’interno di un processo di valorizzazione potrà contribuirne alla sua conservazione arre-stando e controllando la manifestazione di fenomeni di degrado.

Un secondo esempio di immobile con valore culturale oggetto di un pro-getto di riqualificazione a seguito del suo trasferimento dallo Stato al Comune di Sondrio, e inserito in un programma di valorizzazione più ampio, è il Castello Masegra. Il Castello Masegra dell’XI secolo ha un passato caratterizzato da numerosi cambi di proprietà e di uso che si sono conclusi solo recentemente con il trasferimento di proprietà a titolo non oneroso dallo Stato al Comune. Il progetto di valorizzazione elaborato dal Comune vede il potenziamento della funzione di polo di attrazione turistico culturale del castello oltre che la costitu-zione di un nodo in cui si innervano numerosi percorsi escursionistici nel terri-torio circostante. Il progetto ha previsto la realizzazione della sede museale del sistema dei castelli valtellinesi, negli spazi interni verrà allestito l’archivio storico comunale e il centro di documentazione delle aree protette. Parte degli ambienti verrà dedicata a spazi plurifunzionali per esposizioni temporanee, conferenze e luoghi di rappresentanza. Verrà inoltre potenziata l’attrazione turistica del ca-stello con l’inserimento di una struttura ricettiva e di un’area destinata alla risto-razione.

Il progetto di valorizzazione del Castello Masegra si inserisce all’interno di un più ampio panorama di interventi che insistono sull’utilizzo di beni architet-tonici presenti sul territorio e coglie le occasioni offerte da distinte progettualità e differenti finanziamenti per inserire questi beni in processi di valorizzazione culturali legati al territorio. Il Castello è stato infatti inserito in un progetto finanziato dall’azione comunitaria Interreg IIIA al fine di incentivare le relazioni culturali tra differenti territori e farne conoscere la storia e il patrimonio artisti-co. Il Castello, grazie a contributi pubblici e di Fondazione Cariplo, è stato inoltre coinvolto nelle attività del Distretto Culturale della Valtellina che ha reso possibile l’esecuzione di interventi di recupero funzionale degli ambienti interni. La particolarità di questo caso risiede nell’interprogettualità che lo contrad-distingue, nella capacità dei soggetti coinvolti di inserire la valorizzazione del bene all’interno di azioni di più ampio respiro e di attivare un network con attori di altri territori al fine di favorire una maggiore diffusione delle conoscenze del bene.

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Sguardi ed esperienze sulla conservazione del patrimonio storico architettonico

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Un ultimo esempio legato all’attuazione del “Federalismo Demaniale Cultu-rale”, che si distingue per le positive ricadute economiche e sociali sul territorio, è il progetto di valorizzazione del complesso dell’Ex Caserma Cavalli a Torino. Il bene, ora di proprietà del Comune, è situato all’interno dell’area Ex Arsenale Militare in una zona centrale della città caratterizzata da problematiche di tipo sociale. L’immobile è da anni in stato di abbandono con il conseguente insorge-re di fenomeni di degrado causati dalla mancata insorge-realizzazione di interventi di conservazione. Il Comune, con il programma di valorizzazione, intende definire il recupero edilizio e funzionale dell’ex compendio militare, prevedendo una destinazione d’uso prevalentemente a servizio della persona con l’insediamento di un polo didattico e culturale e di servizi socio assistenziali volti alla valorizza-zione della multiculturalità, all’integravalorizza-zione sociale, alla realizzavalorizza-zione di strutture dedicate ad attività ludiche e ricreative e al potenziamento di progetti di educa-zione civica per stranieri. Nell’ottica di restituire alla collettività la possibilità di fruire di una parte di città, il progetto promosso dal Comune di Torino prevede anche la realizzazione all’interno del complesso di un teatro, di una sala confe-renze e di una biblioteca il cui utilizzo è aperto anche alla cittadinanza.

La riqualificazione dell’immobile contribuirà quindi alla rigenerazione urba-na del territorio circostante. La ricadute sul territorio, a seguito dell’insediamento delle nuove funzioni, saranno a livello di quartiere e a livello di città. Le funzioni inserite nel nuovo polo culturale e didattico favoriranno l’attrattività del territorio circostante attraverso la nascita di nuove imprese, rilanciando allo stesso tempo quelle già esistenti che favoriranno una presenza costante nel contesto urbano. L’impatto sulla città è connesso al rafforzamento dell’immagine di Torino come polo culturale, sede di centri di formazione di rilevanza nazionale e nello specifico, di una scuola nell’ambito della comunica-zione, della narrazione e dei nuovi linguaggi, della multimedialità e delle nuove tecnologie. Un secondo tipo di indotto sul territorio cittadino è legato all’aumento della fruizione delle strutture alberghiere e dei servizi gravitanti attorno alla presenza dei poli didattici.

Dai casi di studio presi in esame si evincono delle criticità comuni relative al mancato utilizzo di strumenti di gestione delle trasformazioni degli immobili capaci di coordinare tutte le informazioni utili del processo. A cascata vengono a mancare tutti quegli aspetti che la metodologia della conservazione preventiva e programmata permette di governare: dall’inserimento di funzioni compatibili con la tipologia e la struttura dell’edificio fino al garantire una corretta fruizione da parte della collettività del bene. Altra criticità è inoltre la dispersione delle risorse economiche pubbliche: in una logica ormai superata di tutela, le

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pubbli-PPC Conference 2014

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che amministrazioni pongono maggiormente l’attenzione a episodiche attività di restauro piuttosto che alle attività di prevenzione.

Nel bilancio emergono anche delle potenzialità in quanto attualmente a li-vello statale non sono presenti risorse sufficienti per gestire nel modo più cor-retto la valorizzazione del patrimonio culturale, si è reso quindi necessario, in una logica di sussidiarietà, prevedere un diretto coinvolgimento degli Enti loca-li, soggetti istituzionali che possono gestire più efficacemente l’intero processo di valorizzazione. Con questo cambiamento di governance il soggetto locale ha la possibilità di entrare nel dettaglio delle progettualità permettendo la struttura-zione di progetti maggiormente legati al territorio in quanto è il principale de-positario della sua conoscenza e diretto rappresentante della comunità locale. L’ente territoriale locale è inoltre in grado di coordinare meglio tra loro proget-tualità multiple che insistono sul proprio ambito geografico rafforzando reci-procamente l’incisività dei singoli progetti.

Attuare la valorizzazione passando attraverso la conservazione

Le potenzialità, evinte dai casi studio, connesse ai processi di valorizzazione di scala territoriale trovano origine alla scala dell’edificio, infatti, il processo di valorizzazione comincia dalla conoscenza del bene culturale con il fine di con-servarne e trasmetterne l’identità e il valore culturale nel tempo. Nella metodo-logia della conservazione preventiva e programmata proprio la fase della cono-scenza rappresenta il punto di partenza per l’attivazione di processi virtuosi di cura e attenzione continua del bene. L’importanza della conoscenza del bene è infatti introdotta dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, relativamente alla tutela del patrimonio culturale, come la prima fase del processo conservati-vo articolato in attività di studio, prevenzione, manutenzione e restauro (art. 29). La conservazione costituisce un’attività costante di cura del bene e affinché sia possibile attuarla è necessario costruire una conoscenza preventiva dell’immobile e definire la programmazione degli interventi necessari a conser-varne nel tempo i valori culturali e materiali. Il capitale culturale, materiale e immateriale, rappresentato da questi beni, è testimonianza della cultura locale, e diventa l’elemento cardine su cui articolare processi di valorizzazione territoria-le. Le attività previste dalla conservazione preventiva e programmata permetto-no la programmazione di interventi di riqualificazione e concorropermetto-no all’individuazione di idonee destinazioni d’uso garantendo la tutela del bene. La necessità dell’edificio a rispondere a nuove esigenze funzionali deve contempo-raneamente prevedere anche la conservazione della propria struttura e delle proprie caratteristiche. Allo stesso tempo le attività legate alla conservazione

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Sguardi ed esperienze sulla conservazione del patrimonio storico architettonico

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contribuiscono a incrementare il ciclo di vita utile degli edifici attraverso una loro corretta gestione portando a un aumento delle valenze culturali, sociali ed economiche sia del bene sia del contesto territoriale di riferimento. Per raggiun-gere questo obiettivo il processo della conservazione preventiva e programmata prevede l’impostazione dell’intervento non come un evento eccezionale, ma come uno dei momenti di una strategia gestionale di lungo periodo.

I processi di valorizzazione e di conservazione preventiva e programmata si sviluppano, influenzandosi, in percorsi paralleli, dialogando in modo reciproco tra loro. I due processi iniziano contemporaneamente nella fase di conoscenza del bene e continuano a contaminarsi vicendevolmente nelle diverse fasi.

La fase di conoscenza, necessaria per avviare il processo di valorizzazione attraverso il riconoscimento del valore culturale materiale e immateriale del bene, trova un riscontro nella fase di redazione del Manuale tecnico. Il Manuale è uno strumento di raccolta dati e informazioni costituenti il quadro delle cono-scenze che consentono di interpretare i fatti osservabili nell’edificio relativa-mente ai materiali e tecniche costruttive, alla ricostruzione storica dei restauri effettuati e alle indicazioni sullo stato di conservazione.

La seconda fase del processo di valorizzazione, relativa alla definizione della nuova destinazione d’uso e della successiva fase di gestione operativa del bene, trova all’interno del processo della conservazione preventiva e programmata un supporto nel Programma di conservazione. Esso infatti contiene le indicazioni sulle modalità e le tempistiche dei controlli da eseguire per assicurare che gli interventi di riparazione avvengano in tempo utile per contenere i rischi e in-crementare il ciclo di vita dell’immobile.

La successiva fase di fruizione del bene trova un supporto operativo nel Manuale d’uso, strumento che si propone di rielaborare tutte le indicazioni utili a mantenere l’edificio in un buono stato di conservazione, perseguendo la con-servazione del bene mediante una cura continua, una corretta gestione dell’edificio da parte dell’utente e una limitazione dei danni derivanti da un’utilizzazione impropria. Il ritorno che si può avere in chiave di valorizzazio-ne è duplice: in termini materiali l’aver informato la collettività sulla conserva-zione garantisce una maggior cura del patrimonio e contemporaneamente la rende maggiormente consapevole del valore culturale del bene generando vir-tuosi processi di identificazione in esso.

Infine dal punto di vista della gestione economica l’utilizzo del Piano degli oneri economici consente alle pubbliche amministrazioni di programmare si-stematicamente da un punto di vista economico e tecnico la gestione del

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pro-PPC Conference 2014

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prio patrimonio ponendo le basi per attuare e portare avanti nel tempo i pro-cessi di valorizzazione.

La volontà di attuare strategie di sviluppo territoriale può essere connessa alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio pubblico non più fun-zionale alle attuali esigenze di utilizzo. A questo scopo diventa essenziale la diffusione della conoscenza e della consapevolezza del capitale culturale di questo patrimonio e del suo stretto legame con la cultura locale. In questa logi-ca conservazione e valorizzazione si promuovono a vicenda: un bene inserito all’interno di processi di valorizzazione contribuisce all’attivazione di un virtuo-so procesvirtuo-so di conservazione e a sua volta, un bene inserito in un procesvirtuo-so di conservazione diventa luogo catalizzatore di possibili processi valorizzativi.

Riferimenti bibliografici

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Carcere Di San Gimignano dallo Stato agli Enti Locali. Primo esempio di trasferimento gratuito di un bene dello Stato alle Amministrazioni locali con un progetto di recupero e valorizzazione dell’intero complesso, San Gimignano.

Agenzia del Demanio (2012), Comunicato stampa Federalismo Demaniale: firmato

Accordo Di Valorizzazione per il “Castello Masegra” di Sondrio, Milano.

Agenzia del Demanio (2012), Comunicato stampa, Accordo per la Valorizzazione

Immobiliare tra Comune di Torino e Agenzia del Demanio, Torino.

Barbetta G. P., Cammelli M., Della Torre S. (eds.) (2013), Distretti culturali:

dalla teoria alla pratica. Edizioni Il Mulino, Collana “Studi e Ricerche”.

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Sitografia - www.agenziademanio.it. - www.castellomasegra.org. - www.distrettoculturalevaltellina.it. - www.spaziotorino.it. - www.comune.torino.it/concessionevalorizzazione.it.

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