Ferruccio TAMMARO
IO,
DON GIOVANNI
MOZART IN MASCHERA
Il Don Giovanni di Mozart è la prima opera in cui un musicista mette in scena sé stesso, o meglio una maschera di sé stesso. E la maschera scelta è quella di un personaggio in aperta antitesi alla morale co-mune, ben poco positivo e facilmente criticabile. Mozart tuttavia ha adottato questo travestimento non per condannare e neanche per esal-tare la carica erotica di quella figura, ma per far intuire che, se si vuole comprendere appieno la sua musica, non bisogna limitarsi ad apprez-zare quei pregi di smaltata politezza mondana e di piacevole natura-lezza esteriore nei quali sovente essa si trovava, e talvolta ancora si trova, confinata.
Ferruccio Tammaro (Torino, 1947), laureatosi in Lettere con Massimo Mila, ha anche studiato con Azio Corghi e Franco Donatoni. È docente di Storia della
musica moderna e contemporanea presso l’Università degli Studi di Torino. Ha
svolto studi su Bach, Vivaldi, Paisiello, Rossini, Sibelius (del quale nel 1984 ha dato alle stampe la prima monografia in Italia), Ghedini, Šostakovič, Vaughan Williams. Ha fra l’altro pubblicato Morfologia della musica strumentale – Età
ri-nascimentale e barocca (Torino, 1981), Le sinfonie di Sibelius (Torino, 1982), Le sin-fonie di Šostakovič (Torino, 1988), La sinfonia classica (Milano, 1996; rist. 2011), Con il senso e con la ragione. La teoria musicale prima della tonalità (Torino, 2003), Čajkovskij. Il musicista, le sinfonie (Milano, 2008), nonché una ricerca sulle
mu-siche di scena dal Settecento a oggi (Torino, 1997).
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