Copyright © 2019 The Author(s). Open Access. This is an open access article published by Firenze University Press (www.fupress.com/scrineum) and distributed under the terms of the Creative Commons Attribution 4.0 DOI: http://dx.doi.org/10.13128/Scrineum-10766
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Frammenti liturgico-musicali sciolti
alla Biblioteca nazionale centrale di Roma
a
LeSSandrac
orBo* - n
icoLat
angari+* Roma, Biblioteca nazionale centrale, per conto di Tractors srls + Università degli Studi di Cassino e del Lazio meridionale
Abstract: The Biblioteca nazionale centrale of Rome preserves a collec-tion of parchment fragments from medieval manuscripts containing liturgical music. These fragments were found in the bindings of manu-script or printed books and separated from the volumes where they had been reused; they are now part of some special series of the Library. The collection is very interesting as it witnesses different musical no-tation and, in some cases, rare liturgical chant. Furthermore, it shows the different origins of the fragments, from Italy and Northern Europe. This article includes a methodological introduction with an overview of past researches on manuscript fragments and their description, some comments on the most interesting features concerning liturgy and music and a final catalogue of all the fragments. The latter provides a detailed description of each folio, including codicological and paleographical in-formations and a detailed list of all the pieces, with references to com-mon editions and repertoires, and a final index of the incipits.
Keywords: Liturgical manuscripts; Fragments; Rome, Biblioteca nazi-onale centrale; Plain chant
Gli autori porgono un ringraziamento al Direttore della Biblioteca nazionale centrale di Roma, Andrea De Pasquale, e a tutto il personale della Sala manoscritti, in particolare alla responsabile Valentina Longo, per aver favorito questa ricerca, facilitando l’accesso a tutto il materiale oggetto di questo studio.
I paragrafi 1-2 e la descrizione esterna dei frammenti sono stati elaborati da Alessandra Corbo, il paragrafo 3 con gli esempi musicali e la descrizione del contenuto dei fram-menti sono stati redatti da Nicola Tangari.
1.
I frammenti e la catalogazione
Lo studio dei frammenti manoscritti vive un momento di
particola-re inteparticola-resse nell’ambito delle discipline del libro, ma anche in ambiti particola-
re-lativamente più lontani, come la filologia e la musicologia. Nell’ultimo
ventennio, infatti, è possibile rilevare un incremento di iniziative volte a
recuperare, censire e catalogare i frammenti di manoscritti. La quantità di
mostre, convegni e seminari, susseguitisi con intensità e partecipazione
sempre maggiori, se da un lato lasciano intuire il fermento intellettuale
che sta circondando i codici in forma di frammento, dall’altro
dimostra-no l’esigenza, sempre più percepita, di adottare una politica condivisa sul
fronte della loro catalogazione.
Tra le più recenti esperienze di studio orientate in questa direzione
in Italia si ricorda il Convegno internazionale organizzato nel dicembre
del 2015 dal Dipartimento di scienze storiche e dei beni culturali
dell’U-niversità di Siena, durante il quale si è ragionato intorno all’identità del
frammento manoscritto e al suo ruolo di testimonianza storica e
filolo-gica spesso insostituibile, pur nella sua forma parziale di mero lacerto di
un codice originario oggi scomparso
1. Ulteriori occasioni di riflessione
e studio sono state la scoperta di numerosi frammenti di bibbie
atlan-tiche, reimpiegati per gli usi più disparati in alcuni codici domenicani
pennesi
2e la ricognizione sui fondi musicali da parte del Centro di
do-cumentazione musicale della Toscana, che ha permesso la scoperta di
frammenti liturgico-musicali conservati negli Istituti di conservazione
del territorio
3. L’elemento comune a tutte queste occasioni di studio è
1 Gli atti di questo convegno sono stati pubblicati recentemente in Frammenti 2019. Il programma definitivo del convegno è disponibile all’indirizzo: <https://www.unisi. it/sites/default/files/allegatiparagrafo/Conv_Frammenti_completo_1411.pdf> (ultima consultazione 22 giugno 2019).
2 Una biblioteca nascosta. Dentro e intorno agli antifonari domenicani di Penne. Giornata di studio (Chieti, 22 marzo 2018). Gli atti della giornata non sono ancora stati pubblicati. Di seguito il programma della giornata: <https://www.unich.it/sites/default/files/pro-gramma_3.pdf> (ultima consultazione 22 giugno 2019).
3 Musica, memoria, materia. I libri liturgici con notazione musicale: riflessioni per una corretta conoscenza e buone pratiche per la loro gestione. Seminario (Calci, 10 ottobre 2017), a cura del
la constatazione che i frammenti manoscritti costituiscano una realtà
particolarmente eterogenea poiché la consuetudine di smembrare e
riu-tilizzare i codici ha coinvolto, senza distinzioni, qualsiasi testo, forma e
tipologia di codice
4.
Tra i progetti internazionali che testimoniano un interesse crescente
verso questa categoria di fonti manoscritte è certamente da annoverare
Fragmentarium <https://fragmentarium.ms/> (ultima consultazione 22
giugno 2019), il portale dedicato ai frammenti curato dall’Università di
Friburgo in Svizzera che nasce con l’intenzione di raccogliere il maggior
numero di immagini e descrizioni dei frammenti manoscritti conservati
nel mondo. A questa iniziativa si collega la rivista
online intitolata
«Frag-mentology» <http://fragmentology.ms/> (ultima consultazione 22
giu-gno 2019) che accoglie studi e ricerche riguardanti i frammenti
5.
Una delle categorie di frammenti manoscritti più diffusa nelle
istitu-zioni di conservazione italiane è proprio quella proveniente dai
mano-scritti musicali. La caratteristica principale che distingue questa
tipo-logia di lacerti è la presenza della notazione musicale e il riferimento
funzionale al culto cristiano. Infatti, nonostante si abbiano anche esempi
di musica profana tramandata attraverso frammenti, dal punto di vista
meramente quantitativo, forse più del 95% dei frammenti che
interessa-no la musicologia è, almeinteressa-no in Italia, di natura liturgica e, più
precisa-mente, monodica
6. Questa particolare tipologia codicologica è tra le più
Museo Nazionale della Certosa Monumentale di Calci – Polo Museale della Toscana e del Centro di Documentazione Musicale della Toscana. Il programma è disponibile all’URL: <http://www.toscana.beniculturali.it/sites/default/files/musica_memoria_materia_ programma_convegno.pdf> (ultima consultazione 22 giugno 2019).
4 roSSi 1994, p. 74.
5 La rivista «Fragmentology» rivendica la necessità di una disciplina particolare esplicitamente dedicata ai frammenti – la frammentologia appunto – la quale, a partire dai
metodi e dagli scopi della codicologia e della filologia tradizionali, aggiunga l’attenzione a tutti i tipi di frammenti scritti, anche quelli di natura archivistica, ma anche, per esem-pio, alle procedure di riuso dei lacerti, allargando il campo di indagine e inaugurando un vero e proprio nuovo settore di ricerca: duBa - FLüeLer 2018.
6 Sulla tipologia dei codici originari da cui provengono i frammenti pergamenacei conservati fino a oggi, accurate considerazioni si trovano in caLdeLLi 2012, pp. 35-39
singolari anche perché, per quanto riguarda la catalogazione, è tra quelle
che presentano maggiore complessità di identificazione e di descrizione.
Tra l’altro, questi frammenti possono essere considerati ‘frammenti di
frammenti’, in quanto sono ‘pezzi’ di un manoscritto che non esiste più
e che a sua volta conservava la traccia soltanto grafica, quindi parziale,
di un rito che invece coinvolgeva una quantità notevole di altri sistemi di
segni – suoni, gesti, paramenti e suppellettili, profumi – che ormai sono
scomparsi quasi completamente e per questo sono anch’essi
irrecupera-bili nella loro unità e completezza
7.
2.
Il censimento dei frammenti liturgico-musicali sciolti della Biblioteca nazionale
cen-trale di Roma
Il lavoro di catalogazione dei frammenti liturgico-musicali oggetto di
questo studio fa parte di un progetto di ricerca più ampio, che ha previsto
il censimento di tutti i frammenti manoscritti sciolti conservati presso la
Biblioteca nazionale centrale di Roma e la successiva catalogazione di un
campione di essi mediante
Manus OnLine, il software nazionale utilizzato
per la descrizione del manoscritto antico
8.
ricordano anche i frammenti provenienti da codici miniati – prevalentemente liturgici, ma anche di diversa tipologia –, i documenti di cancelleria e i lacerti provenienti da codici in lingua ebraica e araba.
7 tangari 2019. Per completezza, sul tema dei frammenti musicali e del loro recupe-ro, si ricordano alcuni dei più importanti contributi di Giacomo Baroffio che, a oggi, è lo studioso maggiormente attivo in questo campo: Ex tenebris 2009, pp. 17-45; BaroFFio
1995, 1997 e 2001. Tra gli altri studi in questa direzione chiareLLi 2012 e Musica
avvol-gente 2014.
8 Il lavoro di censimento completo e catalogazione parziale dei frammenti della Bi-blioteca nazionale di Roma è stato oggetto di una tesi di specializzazione: corBo 2016.
La ricerca, oltre a indagare temi e concetti inerenti ai frammenti manoscritti, prevedeva la valutazione delle prestazioni del software Manus per la catalogazione di questa
parti-colare tipologia di fonti. Durante le fasi di ricerca è emerso che la Biblioteca conserva oggi numerose tipologie di frammenti manoscritti, la maggior parte dei quali è di natura liturgica e, tra questi, un piccolo nucleo risulta essere munito di notazione musicale. Per la singolarità che contraddistingue questa particolare tipologia manoscritta, si è scelto di dedicare ai frammenti musicali sciolti uno studio specifico.
Attualmente, la Biblioteca conserva una grande quantità sia di
fram-menti
in situ che di frammenti sciolti
9. Fino a ora, i frammenti
in situ della
biblioteca non sono mai stati oggetto né di censimento né di catalogazione
sistematica, per cui non se ne conosce ancora la reale quantità
comples-siva. Questo lascia supporre che il numero dei frammenti manoscritti
in
situ superi di gran lunga quello dei frammenti sciolti che, al contrario sono
stati rintracciati tutti, o quasi, all’interno dei Fondi minori della biblioteca.
I Fondi minori della Nazionale sono in tutto 23 e sono stati creati per
accogliere tutti quei manoscritti che non appartenevano ai due fondi
mag-giori, il Gesuitico e il Sessoriano, e che provenivano dalle biblioteche
con-ventuali e di ordini religiosi soppressi con la legge n. 1402 del 19 giugno
1873
10. In questi fondi, negli anni successivi alla legge del 1873, sono
con-9 A prescindere dalle varie tipologie, i frammenti manoscritti possono essere clas-sificati in due grandi gruppi: a uno appartengono quelli in situ cioè ancora connessi ai
libri o ai protocolli di destinazione, al secondo appartengono invece quelli sciolti, cioè i frammenti che sono stati staccati dal libro sul quale sono stati reimpiegati, molto spesso per ragioni puramente conservative.
Al momento la bibliografia specifica sul tema dei frammenti in situ è piuttosto esigua, a
eccezione di qualche contributo, come ProSPeri 2013. Il contributo di Cecilia Prosperi
ha introdotto il problema della conservazione dei frammenti manoscritti, allineandosi alla recente linea di pensiero che propende per non staccare i lacerti dai manoscritti a cui sono connessi attualmente, in quanto sono, da un lato, testimoni della storiografia delle carte e, dall’altro, elemento principale per la datazione della fine del documento come manoscritto e dell’inizio del riuso di esso come legatura. Gli atti del convegno sono disponibili in formato digitale: Memoria fidei
<http://www.memoriafidei.va/con-tent/memoriafidei/it/atti-online/convegno-2013.html> (ultima consultazione 22 giu-gno 2019). A questo si aggiunge un esperimento di catalogazione condotto sui codici dell’Archivio storico della Pontificia Università Gregoriana: LoLLoBattiSta 2015.
10 I Fondi minori della Biblioteca nazionale centrale di Roma sono: S. Pantaleo, Far-fense, S. Maria della Vittoria, S. Gregorio al Celio, S. Lorenzo in Lucina, S. Andrea del-la Valle, S. Martino ai Monti, S. Maria in Traspontina, Cappuccini di Roma, SS. Apo-stoli, Eborense, Gesù e Maria, S. Francesco di Paola, S. Maria Maddalena, S. Onofrio, S. Francesca Romana, SS. Giovanni e Paolo, S. Bonaventura, S. Maria della Scala, S. Francesco a Ripa, Provenienza Claustrale Varia, Musicali e Varia. Ciascuno dei Fondi minori ha conservato la propria identità originaria, tranne quelli di Provenienza
Clau-strale Varia, il fondo dei Musicali, a oggi ancora aperto, e il Varia: SPotti 1993, p. 12.
Con la legge del 1873, il primo ministro di allora, Giovanni Lanza, estese l’esproprio dei beni ecclesiastici anche ai territori già appartenenti allo Stato pontificio e, quindi, anche
fluiti manoscritti di ogni genere, lingua e tipologia, per alcuni dei quali
sono state individuate le provenienze; quelli la cui provenienza, invece,
rimase sconosciuta furono accantonati come ‘manoscritti da studiare’ nel
fondo Varia. All’interno di questo fondo pervennero, per un certo
perio-do, anche i manoscritti acquistati direttamente dalla biblioteca e quelli
donati da benefattori e ricchi collezionisti. Proprio per questo aspetto, il
fondo Varia fu considerato un fondo aperto, rimanendo tale fino alla metà
degli anni Settanta, quando fu definitivamente chiuso
11.
Oltre ai codici completi, nel fondo Varia si trovano alcune miscellanee
che raccolgono frammenti di epoche differenti, riutilizzati come legature
di codici o di libri a stampa. Poiché per molto tempo il fondo Varia
fu
destinato ad accogliere materiale dalle provenienze disparate e dalla
consi-stenza eterogenea, la scelta di collocare all’interno di esso una tipologia di
fonti così singolare come lo sono i frammenti apparve la soluzione
miglio-re, anche perché, al momento della creazione del fondo Varia, i frammenti
manoscritti erano una forma codicologica ben poco studiata.
Oltre che nel fondo Varia, frammenti manoscritti sono conservati
an-che nel fondo Sessoriano, il più omogeneo tra i fondi antichi venutisi a
creare presso la Biblioteca nazionale centrale di Roma e nel fondo Vittorio
Emanuele – il fondo della biblioteca che accoglie le nuove accessioni dei
manoscritti – nella cartella con la segnatura Vitt. Em. 1775
12.
a Roma che proprio in quegli anni era divenuta la nuova capitale del Regno d’Italia:
ibid., p. 16.
11 Tra tutti i Fondi minori, il fondo Varia è quello che conserva il maggior numero di manoscritti. Di 188 fra questi è stata individuata la biblioteca di provenienza: tra quelle romane ricordiamo le biblioteche di S. Cecilia in Trastevere, S. Maria del Popolo, S. Giuseppe alla Lungara, S. Prassede, S. Maria degli Angeli; alcuni manoscritti sono invece appartenuti alla biblioteca di S. Maria in Vallecorsa, nel Lazio meridionale. Mar -tinoLi 2005, p. 136.
12 La cartella 1775 è stata creata ex novo proprio durante il lavoro di censimento, ac-corpando i frammenti manoscritti sciolti rinvenuti all’interno di tre cartelle conservate nei magazzini della biblioteca, nelle quali, durante gli anni, era stato raccolto materiale di varia natura e consistenza. Durante il lavoro di censimento, oltre ai frammenti ma-noscritti, è stato rinvenuto il seguente materiale: 6 documenti relativi al settore della Biblioteca che si occupa del libro antico; 21 documenti, tra carte e fascicoli, accorpati e classificati come materiale proveniente da incunaboli, ai quali è stata data la segnatura
I frammenti sciolti censiti nell’ambito della nostra ricerca sono stati
in-dividuati nei fondi Varia (340), Sessoriano (9), Vittorio Emanuele (25),
Raccolta Orano (1) per un totale di 375 frammenti, così suddivisi:
Fondo Varia
– Varia 88: 10 frammenti di pergamene estratte da codici di contenuto
religioso di vari secoli i quali sono serviti da copertura a diversi libri;
– Varia 89: 49 frammenti di pergamene estratte da codici di contenuto
religioso di vari secoli i quali sono serviti da copertura a diversi libri;
– Varia 110: 10 frammenti membranacei e cartacei riutilizzati come
co-perture di libri;
– Varia 397: miscellanea di 14 frammenti membranacei e cartacei
prove-nienti da legature di codici e libri a stampa;
– Varia 398: miscellanea di 22 frammenti membranacei e cartacei
prove-nienti da legature di codici e libri a stampa;
– Varia 399/1: miscellanea di 39 atti pubblici, frammentari e interi,
prove-nienti da legature di codici e libri a stampa;
– Varia 399/2: miscellanea di 35 atti pubblici, frammentari e interi,
prove-nienti da legature di codici e libri a stampa;
– Varia 400 (ora Bancone LXXX): miscellanea di 58 frammenti
membra-nacei e cartacei provenienti da legature di codici e libri a stampa;
– Varia 402: miscellanea di 51 documenti pontifici membranacei e
carta-cei provenienti da legature di codici e libri a stampa;
– Varia 403: miscellanea di 52 frammenti di testi letterari provenienti da
legature di codici e libri a stampa.
Fondo Sessoriano
– Sess. 39: miscellanea di 9 frammenti provenienti da vari codici
13.
RC 1341; 30 carte di secondaria importanza, che molto spesso venivano poste
all’in-terno dei manoscritti come segnalibro o promemoria e che sono state collocate in una cartella sotto il nome Allegati e varia; 21 unità fra documenti e atti pubblici, alcuni dei
quali conservano ancora i sigilli originari; 13 pagine provenienti da giornali e riviste e una legatura d’archivio semifloscia in pergamena.
13 Nel catalogo di Franco Ferrari – bibliotecario di Santa Croce – risalente agli anni 1663-1672, il codice Sessoriano 39 è descritto come un pezzo a sé stante al quale, pochi
Vittorio Emanuele
– Vitt. Em. 1775: raccolta di 25 frammenti provenienti da vari codici.
Raccolta di carteggi della famiglia Orano
– A.R.C. 43: 1 frammento staccato proveniente da un antifonario
14.
All’interno di questo gruppo di lacerti sciolti, i frammenti
liturgico-musicali in notazione antica oggetto di questa ricerca sono in tutto 18: 15
frammenti sono conservati nel Varia 400, 2 nel Vitt. Em. 1775 e 1 nella
raccolta di carteggi della famiglia Orano (A.R.C. 43):
Varia 400
– Varia 400/3: 1 foglio (2 carte);
– Varia 400/15: 1 carta;
– Varia 400/16: 1 carta;
– Varia 400/17: 2 carte non solidali;
– Varia 400/18: 1 carta;
– Varia 400/20: 1 carta;
anni più tardi, si aggiunsero altre 8 unità codicologiche, per un totale di 11 testi. Più che di una raccolta di frammenti, si tratta di un manoscritto composito di 9 elementi provenienti dalla biblioteca del monastero di San Silvestro di Nonantola a Modena, collezione incorporata successivamente nella biblioteca della Chiesa di Santa Croce in Gerusalemme, come riporta il foglio aggiunto al manoscritto. I diversi elementi sono conservati in una cartella di legno e cartone rivestita di pelle marrone e carta marmo-rizzata. PaLMa 1980, pp. 68-69. Per una bibliografia completa del manoscritto si veda:
<http://manus.iccu.sbn.it/opac_SchedaScheda.php?ID=211517&preview=1> (ultima consultazione 22 giugno 2019).
Il manoscritto contiene anche una piccola sezione musicale con notazione neumatica adiastematica inserita da una mano più tarda e oggi di scarsa leggibilità. La piccola por-zione musicale si trova a c. 65v che, a sua volta, è la carta finale dell’unità codicologica
5 del composito. Poiché quindi fa parte di un’unità codicologica più estesa, non si è ritenuto opportuno includerla nel nostro studio.
14 Quest’ultimo frammento è stato rinvenuto durante la fase di stesura di questo saggio ed è stato incluso durante le ultime fasi di studio. Ringraziamo Valentina Longo per averlo tempestivamente segnalato. Non fa parte quindi del censimento complessivo contenuto in corBo 2016.
– Varia 400/22: 1 carta;
– Varia 400/24: 1 foglio (2 carte);
– Varia 400/32: 1 carta;
– Varia 400/33: 1 foglio (2 carte);
– Varia 400/34: 1 carta;
– Varia 400/35: 1 carta;
– Varia 400/43: 1 carta;
– Varia 400/44: 2 carte non solidali;
– Varia 400/45: 1 carta.
Vittorio Emanuele 1775
15– Vitt. Em. 1775/12: 1 foglio (2 carte);
– Vitt. Em. 1775/16: 1 carta.
Raccolta di carteggi della famiglia Orano
– A.R.C. 43, Frammenti, b. 1, framm. 2: 1 foglio mutilo (2 carte).
3.
Il contenuto liturgico-musicale
Come sempre accade in una raccolta eterogenea di frammenti
liturgico-musicali, alcuni esemplari tramandano un contenuto di maggiore interesse
rispetto ad altri che, invece, si rivelano più comuni o di minore rilevanza.
Il foglio di breviario con notazione, segnato Varia 400/3, è
particolar-mente interessante dal punto di vista sia paleografico che contenutistico.
La scrittura carolina, come anche la notazione adiastematica, si possono
riferire al sec. XI. I neumi sono di evidente ascendenza germanica e sono
caratterizzati dalla forma particolare del
pes, il quale si presenta sempre
con una tipica figura quadrata tendente a curvare a destra nel breve tratto
verticale. Il neuma
clivis ha l’asta ascendente sempre più lunga di quella
discendente, e sono presenti sia il
salicus, sia il quilisma. Questa notazione
15 Il frammento Vitt. Em. 1775/19 comprende un ritaglio molto piccolo di rinforzo in pergamena che presenta tracce di notazione, ma che, per le sue dimensioni e per l’esiguità dei segni oggi visibili, non è stato preso in considerazione in questo studio.
è morfologicamente molto vicina a quella testimoniata da un noto
mano-scritto conservato a Monza, Biblioteca capitolare, c-12/75, un antifonario,
tonario e graduale, anch’esso del secolo XI e originario della stessa città
16.
Il contenuto liturgico-musicale comprende quasi esclusivamente le
an-tifone per il comune dei martiri, la cui serie coincide con quella presente
in un’altra fonte coeva oggi conservata a Berlin, Staatsbibliothek
Preußi-scher Kulturbesitz, Mus. 40047
17. L’analogia con quest’ultimo manoscritto
è rilevante, poiché la fonte tedesca comprende, nella stessa sezione del
co-mune dei martiri, l’antifona finora unica
Vidi civitatem Ierusalem e l’antifona
rara
Ego sum in medio
18, delle quali il frammento romano rappresenta oggi
un’ulteriore inedita concordanza. Inoltre, il frammento coincide
perfetta-mente con le varianti testuali delle antifone così come sono tramandate
dal codice berlinese, soprattutto per quanto riguarda l’aggiunta di una
serie di alleluia all’interno del testo di alcuni brani. La notazione del
ma-noscritto berlinese, pur appartenendo alla stessa famiglia neumatica, è
dif-ferente sotto alcuni aspetti distintivi rispetto a quella del frammento della
16 La riproduzione di alcune pagine del manoscritto di Monza si trova in Répons-graduel 1891, pl. 4 e in Franca 1977, tav. 4. Uno studio comparativo della notazione
di questo manoscritto è stata recentemente svolta da hernández 2016, sul pes
ca-ratteristico le pp. 92-98. Un’ulteriore concordanza riguardante la notazione si ha nel ms. cittàdeL vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Pal. lat. 909, c. 1r, del sec.
XI, proveniente da Bamberga, <https://digi.vatlib.it/view/MSS_Pal.lat.909> (ultima consultazione 22 giugno 2019), come anche rilevato da haLLinger 1971, p. 171 che
rimanda alla tav. 5 di BanniSter 1913.
17 Questo manoscritto, il cosiddetto Quedlinburger Antiphonar, è consultabile in versione digitale all’indirizzo <https://digital.staatsbibliothek-berlin.de/werkansicht?PPN=PPN7 82404456&PHYSID=PHYS_0001> (ultima consultazione 22 giugno 2019). La descri-zione del manoscritto e l’indicizzadescri-zione di tutti i brani è disponibile sul sito di cantuS
<http://cantus.uwaterloo.ca/source/123688> (ultima consultazione 22 giugno 2019). La serie delle antifone che coincidono con il frammento romano sono alle cc. 76r-77r.
18 L’antifona Vidi civitatem Ierusalem era fino ad ora testimoniata soltanto dal mano-scritto berlinese, come risulta da cantuS 205835. Un’antifona analoga, ma non identica,
dall’incipit Vidi civitatem sanctam Ierusalem è presente nel ms. worceSter, Chapter Library,
F.160, p. 135, si veda Antiphonaire 1922. L’antifona Ego sum in medio, secondo quanto evidenziato da cantuS 201512, oltre che nel manoscritto berlinese, era finora
testimo-niata soltanto nell’antifonario francese del sec. XII ex. PariS, Bibliothèque nationale de
Biblioteca nazionale centrale di Roma, poiché, per esempio, non impiega
il tipico
pes ad angolo retto.
Il frammento Varia 400/15 è altrettanto interessante poiché contiene
un
Kyrie e un Gloria tropati, probabilmente provenienti da un intero
tro-pario databile tra XI e XII secolo. La notazione diastematica utilizzata nel
frammento è quella tipica dell’Italia centrale, in questo caso molto vicina
a quella beneventana, anche se non accompagnata da una scrittura
testua-le di tipo beneventano. Si nota una caratteristica forma romboidatestua-le del
punctum, più visibile nei neumi composti che comprendono una
progres-sione discendente, come nel caso del
pes subbipuctis. Sono presenti diverse
liquescenze, oltre al
quilisma, dalla forma di lunga spirale che comprende
fino a quattro involuzioni.
Esempi di neumi del frammento Varia 400/15
Pes liquescente Clivis liquescente Quilisma
Nella parte iniziale, la carta comprende il verso conclusivo del tropo
Omnipotens genitor e l’ultima ripetizione del Kyrie. Questo tropo è di
proba-bile origine germanica, ma è stato adattato alla consuetudine italiana,
ag-giungendo una frase alle otto originali per consentire così l’interpolazione
alle nove invocazioni del
Kyrie tipiche della prassi in Italia.
L’incompletezza del documento della Nazionale non ci consente di
sta-bilire se si tratti del testo tipico italiano o dell’originale germanico.
Tutta-via, la versione di questo frammento presenta una variante originale e
si-gnificativa nella sostituzione delle parole
maiestate o in deitate, testimoniate
in altre fonti concordanti, con
in trinitate, certamente al fine di sottolineare
con maggiore intensità il carattere trinitario del
Kyrie
19.
Di seguito al
Kyrie tropato è presente un Gloria in excelsis, munito del
tropo
Pax sempiterna Christus, tipicamente legato alla natività e introdotto
dall’esplicita rubrica:
Dicat episcopus vel presbyter alta voce. Si tratta di uno dei
più antichi tropi tramandati dalle fonti liturgiche manoscritte, poiché si
fa risalire al sec. IX, e uno tra i più diffusi in Europa, assieme al brano
Laus tua Deus
20. Secondo la tradizione di questa tipologia di brani, nel
frammento di Roma si nota una disposizione differente dei versi rispetto
alla versione considerata più antica, qualche variante testuale e
un’incer-ta intonazione alla quinun’incer-ta inferiore nella trascrizione della melodia. Tale
del testo di questo tropo si trova in AH 47, 48-50 (n. 3); un’edizione della melodia tratta dal ms. roMa, Biblioteca Casanatense, 1741 è stata pubblicata in BJorK 1980, pp. 27-28che aggiunge anche un commento filologico e stilistico a pp. 28-31. La melodia del frammento della Biblioteca nazionale centrale di Roma, per quello che è rimasto, sem-bra essere leggermente differente e più ricca. Lo stesso tropo non è riscontrabile nelle fonti beneventane, come risulta da un confronto con BTC II.1.
20 La melodia del Gloria è riferibile a quella catalogata al numero 39 di BoSSe. Un’e-dizione critica del testo del tropo si trova in CT XII, al n. 55, pp. 263-269. L’eUn’e-dizione musicale dai mss. Monza, Biblioteca capitolare, c-13/76, c. 18r-v e torino, Biblioteca
nazionale universitaria, F.IV.18, c. 13r-v si trova in FaLconer 1984, il quale presenta un
commento critico sull’origine e la diffusione del tropo in Europa. Il testo del tropo è anche edito in AH 47, pp. 220-221. L’unica fonte beneventana che riporta questo testo è il ms. Benevento, Biblioteca capitolare, 35, c. 186r, come risulta dal confronto con
BTC II.2, pp. 28-29. Nella nostra trascrizione abbiamo mantenuto la chiave di F come
incertezza è dovuta alla posizione del rigo rosso, poiché la prima parola
del
Gloria sembrerebbe notata in Sol, mentre, a partire dalla seconda
pa-rola, tutto il brano è trasposto alla quinta inferiore, cioè in
Do. Il dubbio
si può superare se si considera il rigo rosso non come indicazione della
nota
Fa in senso moderno, ma come segnalazione della presenza del
se-mitono nel sistema degli esacordi mobili. Dunque all’inizio il rigo rosso
indicherebbe il semitono sul
Si bemolle al di sotto del Do e,
successiva-mente, quello che insiste sul vero e proprio
Fa
21. Nel frammento di Roma
il verso
Cuius a sede precede Quem vagientem, seguendo un ordine condiviso
con altri manoscritti italiani: i
vrea, Biblioteca capitolare, 60, sec. XI;
t
orino, Biblioteca nazionale universitaria, F.IV.18, sec. XI-XII; B
erLin,
Staatsbibliothek Preußischer Kulturbesitz, Mus. 40608, proveniente da
Venezia, sec. XIII, con il quale il nostro frammento condivide anche
alcune varianti testuali, come per esempio
mundo quem invece di mundoque.
21 Si consideri che l’uso di indicare con il rigo musicale, specialmente quello giallo, non tanto la nota specifica, quanto la posizione del semitono (più spesso Do, ma anche Sib) è riscontrabile in alcuni manoscritti: cfr. SMitSvan waeSBerghe 1953, p. 74; ai -MaSSo 2012, p. 60. Nella trascrizione dell’Esempio 2 abbiamo mantenuto il brano alla
quinta inferiore, così come è prevalentemente notato sul frammento. Considerando lo stato del lacerto, in parte difficilmente leggibile, la resa melodica della trascrizione in notazione moderna è, in alcuni casi, l’esito di integrazioni e congetture.
La notazione del frammento di antifonario Varia 400/16 è tipica
dell’Italia centro-settentrionale e mostra la preferenza costante nell’uso
del
tractulus, al contrario del punctum, il quale si trova meno
frequente-mente e soltanto nei neumi composti. Pochi sono i segni complessi e
caratteristici: tra questi rileviamo almeno alcuni neumi liquescenti in
corrispondenza di consonanti nasali o liquide. Analogie neumatiche si
possono trovare con l’Antifonario della cattedrale di Firenze, ms.
Fi-renze, Archivio arcivescovile, s.s. I testi, non particolarmente rari,
pre-sentano alcune varianti inusuali, come per esempio
collaudans invece di
congaudens nel versetto di responsorio Cui tantae eius gloriae [CAO 6382];
Virtutem Domini invece di Vir autem Domini nel versetto del responsorio
Erat vultu placido [CAO 6665]; dicens invece di diem al termine del
respon-sorio
Eodem vero [CAO 6659]
22.
Il frammento di graduale Varia 400/17, databile al sec. XI-XII, presenta
come particolarità la presenza dell’alleluia
Domine dominus noster, che risulta
essere tipicamente italiano ma piuttosto raro, poiché è segnalato finora
soltanto nei tre manoscritti Pistoia, Biblioteca capitolare, C 120, c. 133
r;
Ivrea, Biblioteca capitolare, 60, c.130
r e Modena, Biblioteca capitolare,
O.I.7, c. 190
r
23.
Il messale con notazione del sec. XIII da cui proviene il frammento
Va-ria 400/24 presenta per la festa della Conversione di san Paolo l’alleluia
Tu
es vas electionis, la cui melodia, secondo Schlager [t
hK 223], risulta essere
piuttosto rara con questo versetto e rivela una provenienza dal Sud della
Francia
24. Altrettanto inconsueta e attribuibile alle stesse regioni
transal-pine è la presenza, per la stessa festa, della comunione
Mirabantur omnes qui
22 Il testo dei responsori CAO 6382 e 6659 è tratto dai Dialoghi di Gregorio Magno (II, 34 e 37).
23 L’alleluia presente in questo frammento è identificabile con thK, p. 70, n. 6, dove sono segnalate le tre concordanze. Non è invece da riferire all’alleluia presente nel ms. Benevento, Biblioteca capitolare, 40, c. 160v, catalogato in thK, p. 249, n. 401.
24 È infatti segnalata soltanto nel graduale-tropario PariS, BnF, Lat. 776, c. 103r, del sec. XI e proveniente da Albi; nel graduale-tropario della stessa biblioteca, Lat. 903, c. 103r, del sec. XI e proveniente da Saint-Yrieix; nel tropario-sequenziario PariS, BnF,
N.a.l. 1177, c. 35r, del sec. XI, anch’esso in notazione aquitana e nel graduale London,
audiebant
25. Tale coerenza nell’origine delle fonti concordanti fa
propende-re per una localizzazione anche del frammento della Nazionale di Roma
nel territorio della Francia meridionale.
Quest’ultimo testimone presenta anche alcune particolarità riguardanti
le orazioni per la Purificazione di Maria e la benedizione delle candele: rare
sono infatti le concordanze delle due preghiere
Adesto … has candelas …
veritatis oberret e Domine Deus creator… pretioso sanguine, non facenti parte dei
grandi sacramentari più comuni e segnalate solo in poche fonti antiche
26.
Roma, Biblioteca nazionale centrale, Varia 400/24. Comunione Mirabantur omnes qui audiebant
Quanto alle orazioni, interessante è anche un testo presente nel messale
notato del frammento Varia 400/22,
Concede quaesumus … fidelibus tuis beati
25 Il brano è testimoniato soltanto dallo stesso graduale di Albi, Paris, BnF, Lat. 776, c. 26r, e dal messale plenario conservato a SaLaManca, Universidad, Archivo y
Biblio-teca, Ms 2637, c. 176r, anch’esso in notazione aquitana, come appare dal confronto con
cantuS e CI g02600. Questo brano non è da confondersi con la comunione Mirabantur
omnes de his quae, cantuS e CI g00630, molto più diffusa in tutta Europa.
26 La prima orazione Adesto … has candelas … veritatis oberret (BruyLantS 195) è se-gnalata nella fonte N = [Messale del Laterano] del secolo XI-XII, poi pubblicata in de
azevedo 1754. Su questa edizione, la cui paternità non è da attribuire a Azevedo, ma
a Nicolò Antonelli, si veda Codex A65 2002, pp. 3-5. Il frammento di Roma presenta
alcune varianti, come expulsa per repulsa, o anche oberret per aberret. La seconda orazione Domine Deus creator… pretioso sanguine si segnala fino ad oggi nel sacramentario del secolo
XII, Lucca, Biblioteca capitolare, 593, c. 194r col. A e nel Missale Vallisumbrosae a stampa
Benedicti … consocientur et meritis [CO 732]. Si tratta probabilmente della
variante germanica di una nota orazione per san Benedetto per la quale
risultano solo poche concordanze
27.
Il frammento di innario Varia 400/35 – di evidente origine tedesca,
considerando la scrittura del testo e la notazione
Hufnagelschrift – è
interes-sante poiché testimonia un formulario non molto comune in Italia,
relati-vo alla celebrazione della cosiddetta
Divisio apostolorum, cioè la
commemo-razione del momento in cui gli apostoli, secondo la narcommemo-razione evangelica,
si dispersero nel mondo per procedere alla diffusione del Vangelo. Questa
festa, di possibile origine irlandese, appare tipica dell’Europa centrale ed è
testimoniata, almeno per quanto riguarda le fonti musicali, da manoscritti
che si possono far risalire principalmente a un’epoca tra XIV, al pari del
frammento della Nazionale, e XV secolo
28.
Di grande rilevanza per la storia liturgica del culto di sant’Apollinare in
Italia è il frammento di breviario con notazione del sec. XIII segnato Varia
400/43. L’ufficio di sant’Apollinare è un formulario tipicamente italiano di
cui si conserva un certo numero di testimonianze nell’Italia centrale, da
Ravenna alla Toscana
29. La serie dei brani per il primo e secondo notturno,
così come è testimoniata dal frammento della Biblioteca nazionale
cen-trale di Roma, oltre a essere caratterizzata dalla presenza di tre responsori
per ogni notturno, elemento che individua il manoscritto originario come
secolare, presenta una corrispondenza quasi completa con il breviario di
27 Ringrazio Giacomo Baroffio per le seguenti segnalazioni: BreSSanone, Vin-zentinum, ms. Parschalk; Missale secundum chorum ecclesiae Brixinensis, Augsburg, Erhard
Ratdolt 1493, c. 148v. Si veda inoltre: Missale Aquileyensis 2007, n. 2312.
28 La tradizione di questa festa è complessa. La sua fonte primaria deriva probabil-mente da alcuni testi apocrifi e contribuì anche a contrastare l’opera di unificazione da parte di Gregorio VII: hennig 1970; roSe 2009, pp. 41, 64-65. L’analisi di questa
festi-vità rispetto ai dati contenuti in CI <http://cantusindex.org/analyse?feast=14071510> (ultima consultazione 22 giugno 2019) testimonia la presenza del formulario in 21 ma-noscritti e libri a stampa, tutti conservati nell’Europa centrale o provenienti da questo territorio: Austria, Germania, Olanda, Polonia, Slovenia, Slovacchia, Svizzera. Per la datazione, queste fonti sono così distribuite: sec. XII: 2; XIII: 2; XIV: 9; XV: 5; XVI: 3.
29 BaroFFio - KiM 2010; coLantuono 2003. La versione dell’ufficio per sant’Apol-linare del nostro frammento non coincide con quella testimoniata dalle fonti liturgiche beneventane: si veda MaLLet - thiBaut 1987-1993, III, p. 865, num. B 332.
F
ontea
veLLana, Archivio dell’Eremo di S. Croce, s.s., per quanto
ri-guarda la serie e l’ordine dei brani cantati. La concordanza è sostenuta, per
esempio, dal responsorio
Cumque ingressus fuisset, che presenta la variante
circumsignas, invece di circumsignans, condivisa solo da queste fonti. Inoltre,
come si evince dall’esempio che segue, la notazione a punti quadrati e legati
del frammento di Roma, anche se più tarda, presenta elementi comparabili
alla seconda notazione del già menzionato breviario di Fonte Avellana
30.
Caratteristica è la tendenza ad arrotondare il
ductus del primo elemento del
pes, spostando a destra dell’asse il secondo elemento, e anche dell’elemento
superiore del
climacus e di altri neumi composti, come il pes subbipunctis.
Esempi di neumi del frammento Varia 400/43
Ulteriori analogie nel repertorio dei brani si rilevano anche con
l’antifo-nario di F
irenze, Archivio arcivescovile, s.s. e con il breviario monastico
u
dine, Biblioteca arcivescovile, 79, i quali, pur condividendo numerosi
pezzi, presentano una disposizione diversa.
Due sono le particolarità del frammento della Nazionale che possono
essere messe in evidenza. La prima concerne la variante unica
Dixit invece
di
Ait nel primo responsorio del secondo notturno. La seconda riguarda
invece la presenza, nel secondo notturno, dell’antifona
Dicebat beatus Petrus
apostolus Iudaeis che trova un riscontro nel breviario camaldolese di Fonte
30 Ricordiamo che il breviario di Fonte Avellana presenta due diverse tipologie di notazione, una prima più legata all’Italia centrale fino alla p. 182 e una seconda da rife-rire all’area adriatica ravennate a partire dalla p. 202.
Avellana già pubblicato in
PL 151, col. 965B
31e nel breviario di u
dine,
Biblioteca arcivescovile, 79. Questa antifona non è rilevata nei repertori
comuni, ma il frammento della Nazionale di Roma consente di
trascriver-ne la melodia, che proponiamo trascriver-nell’Esempio 3.
Un ultimo accenno può essere svolto nei confronti del frammento di
antifonario del sec. XIII segnato Varia 400/44, il quale, pur non
presen-tando brani particolarmente significativi, tuttavia aggiunge la serie di
let-tere
Sevœ per indicare le differentiae salmodiche. Ad oggi questa serie risulta
essere inedita, poiché non è rilevata in altra fonte manoscritta
32.
Lettere di indicazione delle differentiae nel frammento Varia 400/44
Il catalogo dei frammenti liturgico-musicali della Biblioteca nazionale
centrale di Roma che proponiamo in questo contributo esaurisce i
docu-31 Tale antifona era già stata pubblicata dalla stessa fonte in Annales camaldulenses 1756, II, col. 480.
menti staccati finora conosciuti. Tuttavia è molto probabile che uno
spo-glio dettagliato dei manoscritti e delle edizioni a stampa antiche
conser-vate presso la Biblioteca potrà mettere in evidenza ulteriori lacerti ancora
solidali con i libri a cui sono stati allegati. Ci auguriamo che nel futuro tale
spoglio possa essere effettuato sistematicamente, in modo che ulteriori
testimonianze interessanti possano essere rilevate e analizzate.
Catalogo dei frammenti liturgico-musicali sciolti della Biblioteca
nazionale centrale di Roma
La descrizione codicologica dei frammenti musicali prende come
model-lo di riferimento uno dei catamodel-loghi italiani più completi sotto il profimodel-lo sia
te-orico che metodologico: il catalogo dei frammenti della Biblioteca
Vallicel-liana di Roma, curato da Elisabetta Caldelli
33. La descrizione del contenuto
è stata svolta, invece, seguendo il modello di analoghe esperienze dedicate
ai frammenti liturgico-musicali
34. Per il contenuto di ogni frammento sono
indicati: la tipologia liturgico-musicale del manoscritto di origine e,
stac-cato da un punto, il formulario a cui appartengono i brani. Seguono poi
l’indicazione della carta ed eventualmente i formulari successivi.
Ogni brano è identificato dalla sigla della forma liturgico-musicale in
maiuscoletto, dall’
incipit con eventuali integrazioni in tondo e dal
riferi-mento a uno dei repertori tra parentesi quadre. Le eventuali rubriche sono
in corsivo. La presenza di brani incompleti
ab origine o mutili è segnalata
dal segno * posto al termine dell’
incipit.
Sigle bibliche e liturgiche
aBn = antifona al Benedictusain = antifona all’invitatorio
aLL = alleluia
aMg = antifona al Magnificat
ant = antifona
At = atti degli apostoli coM = communio
ctc = cantico
diF = differentia
din = dossologia di introito
evg = vangelo
Gen = libro della Genesi 33 caLdeLLi 2012. 34 Musica avvolgente 2014.
grd = graduale Gv = vangelo di Giovanni int = introito Is = libro di Isaia Lc = vangelo di Luca Lco = lettura Mt = vangelo di Matteo ocL = colletta oFF = offertorio
oPc = orazione post communio
ort = orazione
oSo = orazione super oblata / secreta
PrF = praefatio PS = salmo PSi = salmo di introito PSv = salmo invitatorio rPt = repetenda rSP = responsorio Seq = sequenza tct = tratto trP = tropo vgr = verso di graduale vrS = verso di responsorio vSc = versicolo
Fondo Varia – Varia 400 (Bancone LXXX)
1. Varia 400/3
Membr.; 1 framm. costituito da 1 foglio intero in buono stato di conservazione generale; i margini sono irregolari, poiché il frammento è stato tagliato trasversal-mente a metà e incollato insieme durante le operazioni di restauro; visibili mac-chie e tracce di colla legate al riutilizzo; mm 215 × 265.
Piena pagina; rigatura a secco; rr. 18; 18 sistemi di testo e musica, inizianti al di sopra del rigo.
Notazione neumatica adiastematica di ascendenza germanica; una sola iniziale rossa a c. 2r: In. Carolina di un’unica mano (numerosi legamenti st); sec. XI¹,
Breviario con notazione. Comune dei santi.
c. 1
r
r
SP[In servis suis…] alleluia [CAO 6936] v
rSIudicabit Dominus
po-pulum [CAO 6936a]
In manutinis laudibus
a
ntSancti tui Domine florebunt [CAO 4736] a
ntSancti et iusti in
Domino [CAO 4729] a
ntIn velamento clamabunt sancti [CAO 3306]
a
ntSpiritus et animae iustorum [CAO 5000] a
ntIn celestibus regnis
sanctorum [CAO 3211]
In evangelio
a
ntFulgebunt iusti et tamquam scintillae [CAO 2907] a
ntVos estis
qui permansistis [CAO 5499] a
ntFiliae Ierusalem venite et videte
[CAO 2877]
c. 1
v
a
ntIustorum animae in manu Dei [CAO 3538] a
ntVidi civitatem
Ierusalem ornatam [c
antuS205835] a
ntSancti tui Domine florebunt
[CAO 4736] a
ntLux perpetua lucebit sanctis [CAO 3653] a
ntFulge-bunt iusti sicut sol [CAO 2908] a
ntManete in dilectione mea [CAO
3693] a
ntAlleluia ego sum vitis vera [CAO 1342] a
ntEgo sum in
medio vestri [c
antuS201512]
De uno martyre
a
ntIustum deduxit Dominus [CAO 3540] a
ntAmavit eum Dominus
[CAO 1358]
c. 2
r
a
ntIustus autem in perpetuum [CAO 3543] a
ntBeatus vir qui
in-ventus est [CAO 1675] a
ntIste sanctus pro lege Dei [CAO 3435] a
ntIste cognovit* [CAO 3418] a
ntStolam iucunditatis* [CAO 5034] a
ntIustus germinabit sicut lilium [CAO 3549]
Lectio sancti Evangelii secundum Iohannem. e
vgIn illo tempore dixit Iesus
discipulis suis. Ego sum vitis vera et pater meus agricola [Gv 15, 1] L
coIste locus evangelicus… hoc ergo vitis [a
uguStinuS,
In Iohannis
c. 2
v
L
coChristus secundum… mundet in [a
uguStinuS,
In Iohannis evangelium
tractatus, 80, 2-3, 1].
2. Varia 400/15
Membr.; 1 framm. in buono stato di conservazione generale; margini irregolari, numerose macchie del supporto che in alcuni punti rendono la lettura del testo difficoltosa, tracce di colla e di carta provenienti presumibilmente dal codice di riutilizzo; mm 322 × 221.
Piena pagina; 10 sistemi di testo e musica. Notazione neumatica diastematica dell’Italia centrale, su rigo rosso per il Fa; chiavi di C e F; un rigo per il testo e
quattro righi per la notazione neumatica. Iniziali semplici rosse. In alto a sinistra del verso della carta (lato pelo): XIIII.
Carolina di unica mano; secc. XI-XII, origine ignota.
La presenza del laccio in pelle nel margine destro, l’impronta degli elementi di rinforzo al centro del frammento e il tipo di piegatura lasciano ipotizzare un riu-tilizzo del frammento come ‘legatura a busta’. Sul recto (lato carne) sono presenti
inoltre tracce di lettere e conti ed è quindi probabile che il codice di riuso fosse un quaderno o un piccolo registro d’archivio. Nel margine inferiore del recto varie
annotazioni tarde di difficile lettura.
Tropario.
c. 1
r
t
rP[Kyrie Omnipotens genitor… per]sonis Deus in Trinitate sed unus.
Kyrie eleyson eleyson [Es. 1; AH 47, pp. 48-50, n. 3]
Dicat episcopus vel presbiter alta voce Gloria in excelsis Deo [B
oSSe39] t
rPPax sempiterna Christus [Es. 2; CT XII, 55; AH 47, pp. 220-221, n. 168]
3. Varia 400/16
Membr.; 1 framm. in buono stato di conservazione generale; margini rifilati, im-brunimenti in prossimità delle linee di piegatura, ampie porzioni di pergamena sono andate perdute e sono state risarcite con pergamena; mm 364 × 264. Piena pagina; foratura a sezione orizzontale; rigatura a secco, per testo e notazio-ne, con impressione sul lato carne (A: 23, B: 280, C: 364; b: 76, h: 240, l: 264); rr.
60; 15 sistemi di testo e musica: 1 rigo per il testo e 3 righi per la notazione. Notazione neumatica diastematica dell’Italia centro-settentrionale su rigo rosso, con chiavi di F, C, A e D; l’interruzione e le riprese del rigo musicale in prossimità della scrittura lasciano supporre che sia stato tracciato in un secondo momento. Iniziali semplici di colore rosso.
Carolina di unica mano; sec. XII in., il tipo di notazione lascia supporre che il
frammento provenga da un manoscritto dell’Italia centro-settentrionale.
A giudicare dall’usura della pergamena in prossimità dall’impronta lasciata dal dor-so del libro di destinazione e dal tipo di piegatura, il frammento doveva essere stato utilizzato come coperta per un volume di medio formato (mm 334 × 227). Per-pendicolare al senso di scrittura e posta nel margine inferiore del verso (lato carne)
del lacerto si legge un’annotazione di mano tarda, Epistole canonice, che con molta
probabilità costituiva il titolo del libro per cui il frammento è stato riutilizzato.
Antifonario. Benedetto
c. 1
r
[
In II nocturno]
v
rS[Intellexit protinus] vir Dei quia potum r
PtSic [CAO 6969]
r
SPPater sanctus dum intentam v
rSFactumque est ut reverentissimum
r
PtIn [CAO 7364]
r
SPCumque sanctus Benedictus in cella v
rSCui tantae eius gloriae
collaudans r
PtIn [columbae] [CAO 6382]
In III nocturno
a
ntCompassus nutrici orationem fudit [CAO 1859] P
SLDomine quis*
[P
S15 (14)] a
ntElectus a fratribus invitus obti[nuit] [CAO 2626]
c. 1
v
[obti]nuit quod scienter scivit [CAO 2626] P
SLConserva* [P
S16 (15)]
a
ntCumque sibi conspiceret illicita [CAO 2073] P
SLDomine in
vir-tute* [P
S21 (20)] v
ScPosuisti r
SPErat vultu placido canis decoratus
[CAO 6665] v
rSVirtutem [
i.e. Vir autem] Domini Benedictus [CAO
6665a] r
PtUt r
SPEodem vero anno quo de hac vita [CAO 6659] v
rSIndicans namque discipulis [CAO 6659b] r
PtQuibusdam r
SPSint
lumbi* v
rSVigilate ergo* [CAO 7675]
In laudibus
a
ntHic itaque cum iam relictis [CAO 3063] d
iFeuouae a
ntPraedicta
nutrix illius ad purgandum* [CAO 4362]
4. Varia 400/17
Membr.; 2 frammenti in cattivo stato di conservazione, tagliati e rifilati in fase di riutilizzo; tracce di colla e di carta presumibilmente appartenuta al codice a cui i lacerti sono stati allegati, perdute ampie porzioni di testo, off print nel margine
inferiore sinistro di c. 1v (lato carne), risarciti i margini laterali di entrambi i
fram-menti; mm 194 × 128 (c. 1), mm 195 × 122 (c. 2).
Piena pagina; foratura non rilevabile; rigatura non visibile; specchio non rilevabi-le; 8 sistemi di testo e musica (cc. 1 e 2). Notazione musicale diastematica dell’Ita-lia centro-settentrionale su rigo rosso, chiavi di F e C. Iniziali semplici di colore rosso.
Carolina di unica mano; secc. XI ex./XII in., origine ignota.
Con molta probabilità i due frammenti provengono dallo stesso manoscritto, come dimostra la coerenza di supporto e di scrittura. La presenza di numerose tracce di colla e la forma dei frammenti lasciano ipotizzare che molto probabil-mente i due frammenti siano stati riusati come contropiatti. A c. 1r (lato pelo)
sono presenti due sequenze di lettere e numeri: la prima è stata depennata mentre la seconda riporta C 7.g e con molta probabilità potrebbe trattarsi della segnatura
del codice per il quale i due frammenti sono stati riutilizzati. Nei margini inferiori di entrambi i frammenti si leggono annotazioni in una fitta corsiva tarda di dif-ficile lettura, un’intestazione di una epistola e probationes calami della stessa mano,
coeva all’epoca del riutilizzo del frammento.
La numerazione a matita delle carte non corrisponde alla corretta serie dei brani liturgico-musicali.
Graduale
c. 1
v
Dominica III [post Pentecosten. AMS 175]
i
ntRespice in me et miserere P
SiAd te Domine levavi* [P
S25 (24)]
d
inEuouae [GT 284] g
rdIacta cogitatum* v
grDum clamarem* [GT
285] a
LLDeus iudex iustus [t
hK288; GT 286]
c. 1
r
Dominica IIII [post Pentecosten. AMS 176]
i
ntDominus illuminatio mea P
SiSi consistant* [P
S27 (26)] d
inEuou-ae [GT 288] g
rdPropitius* v
grAdiuva* [GT 288] a
LLDomine
domi-nus noster quam admirabile [t
hK 6]
c. 2
v
[
Dominica XI post Pentecosten. AMS 183]
c
oM[Honora Dominum] de tua substantia [GT 314]
[
Dominica XII post Pentecosten. AMS 184]
i
ntDeus in adiutorium [GT 315]
[illeggibile]
c. 2
r
[
Dominica XII post Pentecosten. AMS 184]
a
LLMagnus Dominus et laudabilis [t
hK 409; GT 302]
c
oMDe fructu operum tuorum [ci g01193]
[
Domenica XIII post Pentecosten. AMS 185]
i
ntRespice Domine in testamentum* [GT 319]
5. Varia 400/18
Membr.; 1 frammento in cattivo stato di conservazione; strappi e caduta di ampie porzioni del supporto, la scrittura risulta completamente scomparsa su uno dei lati a causa dell’imbrunimento della pergamena; forellini di tarlo; il frammento è stato restaurato; mm 314 × 225.
Piena pagina; foratura non visibile; rigatura a secco; specchio non rilevabile; rr. 45; 9 sistemi di testo e musica: 1 rigo per il testo e 4 righi per la notazione. Notazione neumatica dell’Italia centrale su rigo rosso per il Fa e giallo per il Do,
chiavi di F e C. L’interruzione e la ripresa del rigo musicale in prossimità della scrittura lasciano supporre che quest’ultimo sia stato tracciato successivamente ai neumi. Iniziali semplici di colore rosso.
Carolina di unica mano; sec. XII, origine ignota.
Il frammento proviene da un codice di medio formato e le linee di piegatura indicano che sia stato impiegato come coperta per un libro di piccole dimensioni (mm 145 × 107). Sul verso (lato carne), in prossimità della porzione di pergamena
che ricopriva il dorso del libro di destinazione, si legge una segnatura antica 7 b S.
Sullo stesso lato vi sono altre segnature: una antica nel margine inferiore 31.4.39
e una moderna scritta a matita nel margine superiore 39 c 27. Probationes calami e
annotazioni marginali sparse su entrambi i lati della carta vergate in una scrittura tarda, ma coeva al riutilizzo del frammento (si leggono solamente i nomi Ambrogio
Graduale. Domenica XVI dopo Pentecoste [AMS 188]
c. 1
r
i
nt[Miserere mihi Domine quoniam] ad te clamavi [GT 330] P
SiIn-clina Domine* [P
S86 (85)] g
rdTimebunt gentes nomen tuum v
grQuoniam aedificavit Dominus* [GT 265]
c. 1
v
[Illeggibile]
6. Varia 400/20
Membr.; 1 frammento in mediocre stato di conservazione; macchie, fori sparsi e tracce di carta provenienti dal codice di riuso, ampi risarcimenti nelle porzioni di pergamena cadute; mm 337 × 350.
Piena pagina; foratura non visibile; rigatura a mina grigia e a colore rosso per la notazione; specchio non rilevabile; rr. / ll. 13 / 5 (recto, lato pelo), rr. / ll. 8 / 9
(verso, lato carne).
Notazione quadrata su tetragramma rosso con chiave di C; iniziali filigranate a inchiostro rosso e blu alternate.
Littera textualis di grande modulo di unica mano; sec. XIII, origine ignota.
Il frammento proviene da un codice di grande formato, ma gli interventi di re-stauro non permettono di interpretarne con sicurezza il tipo di riutilizzo. Sul verso
(lato carne) si rintracciano annotazioni in una corsiva tarda di non facile lettura, scritte a matita quando il frammento era in fase di riutilizzo; presenti off print.
Ufficio dei defunti
c. 1
r
a
nt[Exaudi Domine orationem… ve]niet [CAO 2767] a
ntMe
su-scepit dextera tua [CAO 3725] P
SLDeus Deus meus* [P
S63 (62)] a
ntA
porta inferi [CAO 1191] c
tcEgo dixi [Is 38, 10]
c. 1
v
7. Varia 400/22
Membr.; 1 frammento in mediocre stato di conservazione; la lettura del testo ri-sulta compromessa sul recto (lato pelo) del frammento, macchie e imbrunimenti
del supporto, forellini di tarlo nella parte centrale e porzioni di pergamena cadute che sono state successivamente risarcite in fase di restauro; mm 319 × 224. 2 colonne; foratura non visibile; rigatura a mina grigia (A: 51, B: 261, C: 320; b: 48, d: 119, e: 125, f: 133, i: 203, l: 224; rr. 32); ll. lato pelo (recto), 19 (col. A), 24 (col.
B); ll. lato carne (verso), 26 (col. A), 30 (col. B). Titolo corrente su entrambi i lati del
frammento, sul recto numerazione XIII; sul verso probabile monogramma.
Notazione neumatica adiastematica di origine germanica; iniziali semplici rosse.
Littera textualis di unica mano; sec. XIII ultimo quarto, origine di area tedesca.
Il frammento proviene da un codice di medio formato, le linee di piegatura e i tagli laterali suggeriscono il reimpiego del lacerto come coperta di un libro di piccole dimensioni (mm 162 × 93). Nel margine sinistro sul verso (lato carne),
an-notazione di mano tarda di difficile lettura.
Messale con notazione.
c. 1
r, col. A
[
Gregorii papae]
[…] g
rdIuravit Dominus* [GT 486] t
ct[Beatus vir qui timet…]
Po-tens in terra […] Gloria et divitiae [GT 481] […] e
vgHomo quidam*
o
FFVeritas mea* [GT 483] o
SoAnnue nobis Domine ut animae
fa-muli [g
rh 138] […]
Benedicti abbatis
i
ntIustus ut palma florebit [GT 508] P
SiBonum est confiteri* [P
S92
(91)] o
cLConcede quaesumus omnipotens Deus fidelibus tuis beati
Benedicti confessoris tui festa celebrantibus cunctorum veniam
delic-torum, ut qui, exultantibus animis, eius claritate congaudent ipso apud
te interveniente consocientur et meritis [CO 732]
c. 1
r, col. B
L
coQui custodierint iusta [Sap 6, 10-20] g
rdOs iusti meditabitur v
grLex Dei eius in corde [GT 494]
c. 1
v, col. A
Require de uno confessore qui non fuit pontifex. o
FFPosuisti Domine in
capi-te eius [GT 482] o
SoOblatis Domine ob honorem [g
rh 3465] c
oMFidelis servus* [CAO 491] o
PcBeati Benedicti confessoris tui Domine
[g
rh 3539]
In annuntiatione sanctae Mariae […]
Tiburtii et Valeriani
i
ntSancti tui Domine [GT 440] P
SiExultate iusti in Domino* [P
S33 (32)] o
cLPresta quaesumus omnipotens Deus ut qui sanctorum
martirum Tiburtii [g
rh 460] L
coHi sunt viri misericordiae [Sir 44,
10-15]
c. 1
v, col. B
a
LLGaudete iusti in Domino [GT 430; t
hK 178] e
vgEgo sum vitis
vera [Gv 15, 1-7] o
FFLaetamini* [GT 443] o
SoHostia haec
quaesu-mus [g
rh 461]
8. Varia 400/24
Membr.; 1 frammento costituito da un foglio intero in buono stato di conserva-zione generale; contorni irregolari e porzioni di pergamena cadute, forellini sparsi e imbrunimenti del supporto; mm 343 × 505.
Piena pagina; foratura a sezione orizzontale; rigatura a secco; specchio non rile-vabile; ll. 25 (c. 1r, lato carne), ll. 27 (c. 1v, lato pelo), ll. 26 (c. 2r, lato pelo), ll. 27
(c. 2v, lato carne).
Notazione neumatica diastematica a punti legati, rigo rosso per il Fa, con presenza
di alcune chiavi di F e A probabilmente aggiunte successivamente. Iniziali rosse, filigranate. Probabile numerazione originale dei fogli a c. 1v, mutila, XX[…] e a
c. 2v XXX.
Littera textualis di unica mano; sec. XIII, probabilmente di origine francese. Nel
caso dei brani neumati, il corpo di scrittura si riduce notevolmente per far spazio alla notazione.
Il frammento è stato riusato come coperta per un manoscritto di medio formato (mm 219 × 159). In prossimità dell’impronta del dorso del libro di destinazione si legge un numero 1570 scritto da una mano più tarda rispetto al testo ed è presente
un’etichetta che riporta la segnatura 656. C Gesuiti. Nel margine inferiore di c. 2v
Messale con notazione.
c. 1
r
[
Conversio sancti Pauli]
L
co[…] qui te oporteat facere [At 9, 6-22] g
rdA Christo de
cae-lo vocatus [CI g02599] v
grInter apostolos vocatione novissimus [CI
g02599a] a
LLTu es vas electionis [t
hK 223]
c. 1
v
e
vgIn illo tempore dixit Simon Petrus ad Iesum: Ecce nos reliquimus*
[Mt 19, 27] o
FFIn omnem terram* [GT 435] o
SoApostoli Pauli
pre-cibus Domine plebis [g
rh 41*] c
oMMirabantur omnes qui audiebant
[CI g02600] o
PcSanctificati Domine salutari mysterio [g
rh 42*]
Purificatio sanctae Mariae
Facta oratione statim incipit ad benedicendum candelas. o
rtAdesto
suppli-cationibus nostris omnipotens Deus et has candelas tua benedictione
profunde… veritatis oberret [B
ruyLantS195] o
rtDomine Deus
cre-ator caeli et terrae rex regum et Dominus dominantium exaudi nos…
pretioso sanguine [OSI]
c. 2
r
[
Cathedra sancti Petri]
o
FF[Tu es Petrus…] ecclesiam meam… claves regni caelorum [CI g00035]
o
SoEcclesiae tuae quaesumus Domine praeces et hostias [g
rh 605] P
rFVD. Et te laudare… hostiam immolamus [g
rh 3728] c
oMTu es Petrus
[GT 550] o
PcLaetificet nos Domine munus oblatum [g
rh 1990]
Mathiae apostoli
i
ntMihi autem nimis* [GT 425] o
cLDeus qui beatum Matthiam
apo-stolorum collegio [g
rh 68*] L
coIn diebus illis Exsurgens Petrus in
medio fratrum [At 1, 15-26]
c. 2
v
g
rdNimis honorati sunt* [GT 428] t
ctBeatus vir qui timet* [GT 481]
e
vgIn illo tempore dixit dominus Iesus discipulis suis Amen amen dico
vobis [Gv 13, 16-19] o
FFMihi autem nimis* [GT 435] o
SoDeus qui
proditoris apostate ruinam [g
rh 69*] c
oM[…] o
PcPraesta quaesumus
omnipotens Deus ut per haec sancta quae sumpsimus [B
ruyLantS861]
Gregorii papae
i
ntSacerdotes Dei* [GT 447] o
cLDeus qui animae famuli tui Gregorii
[g
rh 137] g
rdIuravit Dominus* [GT 486] t
ctBeatus vir qui timet [GT
481] o
FFVeritas mea* [GT 483] o
SoAnnue nobis Domine ut animae
fa-muli [g
rh 138] c
oMFidelis servus et prudens* [GT 491] o
PcDeus qui*
9. Varia 400/32
Membr.; 1 frammento in buono stato di conservazione, tagliato nei quattro angoli e rifilato durante la fase del riutilizzo; mm 265 × 420.
Piena pagina; foratura non visibile; rigatura non visibile; specchio non rilevabile; 4 sistemi di testo e musica.
Notazione quadrata su tetragramma rosso; iniziali rosse filigranate a inchiostro blu (una è sopravvissuta per metà).
Littera textualis di unica mano; sec. XV, origine ignota.
Il frammento proviene da un manoscritto di grande formato e quanto sopravvis-suto costituisce la parte superiore del foglio originale, riusata come coperta per un volume di piccolo formato (mm 222 × 166). In prossimità dell’impronta del dorso del libro di destinazione si legge una antica segnatura 2 f LL scritta a mano e coeva
al momento del riuso del frammento. Un’etichetta riporta la collocazione del codi-ce per il quale il frammento è stato riusato: 2586 Mss. Gesuitici 457. Infine, sempre
in corrispondenza del dorso del codice per cui il frammento è stato riutilizzato, è presente un probabile titolo dell’opera contenuta nel manoscritto, di difficile lettura.
Antifonario. Invenzione della croce
c. 1
r
r
SP[Nos autem gloriari…] est salus vita [CAO 7238] v
rSAbsit mihi*
[CAO 7238a]
c. 1
v
r
SP[Ecce crucem Domini… par]tes adversae vicit [CAO 6581] v
rSCrux benedicta in qua triumphavit* [CAO 6581a]
10. Varia 400/33
Membr.; 1 frammento costituito da un solo foglio in mediocre stato di conservazio-ne, tagliato ai quattro angoli; occhio vetroso a c. 1r (lato carne); fori e strappi hanno
compromesso gran parte della scrittura; frammenti di carta incollati, quasi del tutto scurito il lato pelo della pergamena; il foglio è stato restaurato; mm 285 × 485. Piena pagina; foratura non visibile; rigatura non visibile; specchio non rilevabile; 5 sistemi di testo e musica per pagina, più uno tagliato.
Notazione quadrata su tetragramma rosso con chiavi di C e F; iniziali filigranate a inchiostro rosso e blu alternate.
Littera rotunda di unica mano; sec. XIV, origine ignota.
Il frammento proviene da un manoscritto di grande formato e la porzione soprav-vissuta corrisponde alla parte inferiore del foglio originale. Il frammento è stato riusato come coperta per un libro di medio formato (mm 261 × 210), sul cui dorso era presente un’etichetta tarda con l’autore e il titolo dell’opera in esso contenuta:
Pompei Sesti Collect. Prisc. Verborum absque u. Nel margine inferiore di c. 2r (lato pelo),
antica segnatura scritta a inchiostro nero 70 2 B 21.