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Conoscere ad arte: la dialettica fra saperi e saperi della pratica

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Academic year: 2021

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MeTis. Mondi educativi. Temi, indagini, suggestioni 8(2) 2018, I-III ISSN:2240-9580

L’EDITORIALE – EDITORIAL

CONOSCERE AD ARTE: LA DIALETTICA FRA SAPERI E SAPERI DELLA PRATICA

di Berta Martini e Isabella Loiodice

Conoscere ad arte è un’espressione che ben sintetizza, a nostro

pa-rere, il senso del conoscere oggi. Il grande sviluppo tecnologico della nostra era ci ha dato accesso a una quantità di conoscenze senza precedenti. Ciò ha contribuito all’affermazione della cono-scenza come dimensione pervasiva delle nostre società e dello svi-luppo individuale di ciascuno dei suoi membri. Paradossalmente ciò ha provocato, anziché una rinnovata fiducia nel sapere consoldato e nel sapere esperto, il sorgere di un sapere disinformato e i-nesperto. In forza di una sorta di velleitario egualitarismo in base al quale l’opinione di chiunque vale l’opinione di chiunque altro, il ruolo del sapere consolidato di professionisti e specialisti è sminui-to e marginalizzasminui-to. Né è sufficiente il richiamo di questi ultimi a porre fine ai comizi male informati sulle diverse aree di competen-za. Al contrario, l’invito a credere nelle ragioni della scienza, nella competenza e nelle lezioni della storia è avvertito dai più come un atteggiamento elitario. Tali aporie interessano anche i contesti formativi: gli insegnanti stentano a essere riconosciuti come pro-fessioni dell’educazione; la scuola è additata come responsabile del basso livello culturale preteso dai discenti; al contempo, si riaffer-ma il ricorso a pratiche di insegnamento e apprendimento attive, invocate come antidoto, o come scudo, contro gli attacchi di un sapere esperto percepito, ahimè, come un inutile sforzo intellettua-listico.

Ci sembra utile e urgente, dunque, tornare a riflettere sulla natu-ra del sapere costituito e in particolare sulla duplice articolazione tra sapere e sapere della pratica. L’intento è di riaffermare

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Conoscere ad arte II

all’interno del sistema formativo l’istanza difficile, ma fertile, della convivenza tra saperi “a statuto forte”, caratterizzati da una conso-lidata identità epistemologica, e saperi della pratica, meno struttura-ti e formalizzastruttura-ti, ma cosstruttura-titustruttura-tivi dei diversi campi della conoscenza. Tale istanza di convivenza va attualizzata e problematizzata con riferimento ai diversi contesti formativi: l’educazione formale – dove il problema della tenuta dei saperi costituiti va contemperata con l’esigenza di una loro declinazione come saperi dell’esperienza connessi alle rispettive pratiche sociali di riferimento; e l’educazione non formale – dove le componenti tacite, implicite o ingenue della conoscenza devono essere messe in rapporto alle forme esperte del sapere costituito o in via di costituzione.

Garantire l’accesso e l’appropriazione di una conoscenza che ha valore è dunque una sfida pedagogica sempre attuale. Per acco-glierla, occorre maturare la consapevolezza del diverso regime che il sapere assume a seconda del contesto entro cui si colloca e dello scopo a cui è rivolto. È quanto abbiamo cercato di fare con questo numero di MeTis, dando voce a esperti e professionisti di diversi ambiti disciplinari i cui risultati di ricerca testimoniano della natura molteplice (formale e non formale, teorica e pratica) del sapere. Ri-sultati che ci danno evidenza del fatto che il sapere è (o origina), sia in senso cognitivo sia in senso epistemologico, nelle cose (o dalle cose) alle quali pensiamo e sulle quali agiamo con la mente e con il corpo. Talvolta esso è nei libri, talvolta è nella mente delle persone, altre volte è nelle cose. In particolare, nelle cose fatte ad arte, risultato dell’esercizio di capacità intuitive, tecniche, di manipolazione, di risoluzione di problemi ed espressive. Dunque, conoscere implica

conoscere ad arte, e viceversa. Questo ci sembra possa configurare per

il prossimo futuro un valido obiettivo educativo e una promettente direzione di intervento pedagogico, rispettosa, ad un tempo, delle istanze epistemiche e di quelle sociali che investono i contesti di trasmissione, acquisizione e produzione del sapere.

Si ringrazia per l’indispensabile collaborazione e la professionalità scientifica tutti coloro che ci hanno aiutato ad assolvere ai numerosi, e non sempre semplici, referaggi degli articoli pubblicati nel corso del 2018

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Conoscere ad arte III e, nello specifico (in ordine alfabetico): Leonardo Acone, Luca Agosti-netto, Gabriella Aleandri, Massimo Baldacci, Michele Baldassarre, Miche-le Biasutti, Elisabetta Biffi, Fabio Bocci, Franco Bochicchio, Lorenzo Cantatore, Giuseppa Cappuccio, Rita Casadei, Rossella Caso, Micaela Castiglioni, Marco Catarci, Laura Cerrocchi, Anna Maria Ciraci, Anna-maria Colaci, Dario Colella, Matteo Cornacchia, Massimiliano Costa, An-tonia Cunti, Fabrizio D’Aniello, Gabriella D’Aprile, Barbara De Serio, Anna Dipace, Liliana Dozza, Rossella D’Ugo, Giuseppe Elia, Piergiu-seppe Ellerani, Ilaria Filograsso, Silvia Fioretti, Riccardo Florio, Laura Formenti, Rosa Gallelli, Manuela Gallerani, Francesca Larocca, Pierpaolo Limone, Anna Grazia Lopez, Antonella Lotti, Elena Madrussan, Elena Marescotti, Anna Marina Mariani, Berta Martini, Maria Chiara Michelini, Lorena Milani, Vito Minoia, Marinella Muscarà, Angela Muschitiello, Eli-sa Palomba, Monica Parricchi, Annamaria PasEli-saseo, Oscar Perillo, Mimmo Pesare, Franca Pinto Minerva, Antonella Poce, Andrea Porcarel-li, Andrea Potestio, Maria Grazia Riva, Adriana Rossi, Valeria Rossini, Raffaella Santi, Silvia Sbaragli, Cristiano Simonetti, Giancarla Sola, Luigi Traetta, Andrea Traverso, Alessandro Vaccarelli, Alessandra Vischi, Ste-fano Zagnoni, Lucia Zannini, Tamara Zappaterra, Elena Zizioli.

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