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La Vita Scolastica. Settant’anni di una rivista per la scuola, a cura di Carla Ida Salviati e Aldo Cecconi, Firenze, Giunti, 2017

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Bibliothecae.it, 6 (2017), 2, 495-497 DOI <10.6092/issn.2283-9364/7770>

La Vita Scolastica. Settant’anni di una rivista per la scuola, a cura di Carla Ida Salviati e Aldo Cecconi, Firenze, Giunti, 2017, p. 290, 32 di tavole, ISBN 978-88-0983-925-0 (e-book e cartaceo print on de-mand), € 50,00.

Il volume collettaneo comprende saggi di molti (Giuseppe Dino Baldi, Carmen Betti, Aldo Cecconi, Tullia Colombo, Bruno D’Amore, Maria Rosaria Di Santo, Martha Isabel Fandiño Pinilla, Chiara Gras-si, Paolo Fabrizio Iacuzzi, Silvana Loiero, Giuliana Mantovani, Ivo Mattozzi, Emilia Passaponti, Tiziano Pera, Carla Ida Salviati, Gian-franco Staccioli) e studia in chiave storica e storico-pedagogica e di storia della didattica i molteplici piani in cui si è articolata nel tempo una fortunata, diffusissima, agguerrita e spesso d’avanguardia rivista dedicata al mondo della scuola e ai suoi principali operatori. È una grande monografia collettiva di taglio culturale che analizzando una pubblicazione periodica didattica ed educativa dell’Italia del secondo Novecento e finisce col far, neanche tanto tra le righe, anche un pezzo di storia istituzionale delle strutture scolastiche del paese. È uno dei pochi studi, rari nel panorama di storia dell’editoria italiana, intera-mente dedicato a una testata che non sia di un quotidiano politico.

La Vita Scolastica, sorta appena dopo la seconda guerra mondiale, e successivamente approdata nell’azienda editoriale Giunti specializ-zata in produzione scolastica e giovanile, pubblica, da decenni e al di-chiarato esplicito servizio degli insegnanti, su problemi didattici. Di-scute o sollecita spesso nuovi orientamenti formativi; fornisce a volte

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anticipando preziosi aggiornamenti al riguardo; s’occupa di analizzare o studiare i legami dei docenti con l’associazionismo; offre sostegno conoscitivo e culturale agli insegnanti di cui registra passioni e ma-lumori, disillusioni e richieste. Affronta poi, e naturalmente, anche contenuti disciplinari specifici delle scuole dell’obbligo: dall’insegna-mento della matematica o delle competenze linguistiche, a quello di storia e geografia, delle Scienze o delle cosiddette attività espressive.

L’opera che ricostruisce la storia di questa rivista è strutturata in quattro distinte parti: nella prima si delineano le vicende generali del periodico offrendo una radiografia del giornale per quanto riguarda fondatori collaboratori, direttori, editori produttori. Segue una parte in cui, attraverso l’analisi del dialogo coi lettori docenti instaurato dal giornale attraverso al piccola posta, si legge il ruolo vissuto dalla scuola italiana in via di cambiamento. Gli autori dei vari saggi evidenziano bene come le pagine della rivista restituiscano l’umore dei fruitori, gli aspri dibattiti circa il metodo scolastico prefigurato dai vari governi e le scelte operate nelle principali riforme istituzionali. La terza parte dell’opera contiene riflessioni sulle proposte didattiche attuali, resti-tuisce l’orientamento culturale assunto nei vari settori disciplinari, nei vari comparti del sapere in cui essi vengono a manifestarsi. Una quarta parte del corposo studio riunisce testimonianze varie di chi ha avuto anche responsabilità tecnologiche in relazione alla rivista e alla sua trasposizione (che non è semplice metamorfosi) digitale.

Il volume si chiude con un indice dei nomi, l’elenco dei direttori del-la rivista e un inserto illustrato che attraverso molte immagini, spesso illustrazioni di copertina dove l’editore faceva confluire una neanche tanto mascherata pubblicità editoriale di altri propri prodotti, riper-corre la storia della rivista in chiave iconografica rivelando contenuti grafici e illustrativi che altrimenti sarebbero rimasti inespressi.

Qui interessa rilevare che disseminate soprattutto negli interven-ti di Salviainterven-ti, Cecconi, Baldi, nonché nell’inserto finale illustrato che ne sono estetico naturale compendio, molte sono le notazioni che ri-guardano problemi e aspetti tipografici, uso dei caratteri, qualità della

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carta, officine produttive, stile d’impaginazione, qualità e natura delle illustrazioni e loro uso e significato in evoluzione tra piano decorativo, o fortemente pubblicitario di altre attività editoriali della casa editrice stessa, a quello più pertinente del piano cognitivo mediatore di signifi-cato. Sono informazioni, come quelle su tirature, numeri di abbonati, prezzi e costi, che difficilmente si recuperano nella saggistica di altre case editrici per cercar di desumere giro d’affari e volume di vendite.

Radunando le varie informazioni ne vien fuori inoltre una sorta di interessante microstoria della grafica periodica del secondo dopo-guerra italiano d’argomento scolastico, che in futuro potrebbe esse-re opportunamente comparata con analoghi contenuti illustrativi e iconografici della manualistica scolastica effettivamente allora in uso. Ad un certo punto, ma questo valga solo a mo’ di esempio e stimolo comparativo, le copertine della rivista si popolano di volti (ragazzini, adulti maestri o insegnanti) chiaramente ispirati nel tratto del disegno e nella resa grafica dei tratti somatici alla tradizione fumettistica giap-ponese dei Manga. Sarebbe interessante sapere se e quando la stessa apparizione nipponica si verifichi in sussidiari o libri di lettura dei primi anni di scuola o nei testi d’apprendimento scolastico (perché ovviamente nella letteratura giovanile è da tempo che la presenza fu-mettistica è corrente!).

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