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Anankastico in deontica

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Academic year: 2021

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(1)Giuseppe Lorini. Anankastico in deontica A cura di Olimpia G. Loddo e Roberto Pusceddu.

(2) PARERGA NOMOLOGICA. -2-. G. Lorini, Anankastico in deontica. A cura di Olimpia G. Loddo e Roberto Pusceddu - Milano, LED, 2017 http://www.ledonline.it/ledonline/802-Anankastico-deontica.html.

(3) PARERGA NOMOLOGICA Collana di studi e testi fondata e diretta da Amedeo Giovanni Conte e Paolo Di Lucia. Direzione Amedeo Giovanni Conte Accademia Nazionale dei Lincei, Roma. Paolo Di Lucia Università degli Studi di Milano. Comitato scientifico Giampaolo Azzoni Università degli Studi di Pavia. Gaetano Carcaterra. Università degli Studi di Roma «La Sapienza». Roberta De Monticelli. Università «Vita-Salute» San Raffaele, Milano. Luigi Ferrajoli. Università degli Studi di Roma Tre. Vincenzo Ferrari. Università degli Studi di Milano. Giuseppe Lorini. Università degli Studi di Cagliari. Lothar Philipps †. Ludwig-Maximilians-Universität, München (Germania). Matjazˇ Potrcˇ. Univerza v Ljubljani (Slovenia). Seppo Sajama Yoensuun Yliopisto (Finlandia). Giovanni Ventimiglia. Università Cattolica di Milano / Facoltà di Teologia di Lugano (Svizzera). . Wojciech Zełaniec. Uniwersytet Gdan´ski (Polonia). Comitato di redazione Stefano Colloca Francesca De Vecchi Edoardo Fittipaldi Jakub Martewicz Lorenzo Passerini Glazel Corrado Roversi. Le opere presentate al Comitato scientifico per la pubblicazione nella Collana sono sottoposte in forma anonima ad almeno due revisori esterni.. G. Lorini, Anankastico in deontica. A cura di Olimpia G. Loddo e Roberto Pusceddu - Milano, LED, 2017 http://www.ledonline.it/ledonline/802-Anankastico-deontica.html.

(4) ISSN 2531-4947 ISBN 978-88-7916-802-1 Copyright 2017 Via Cervignano 4 - 20137 Milano www.lededizioni.com - www.ledonline.it I diritti di riproduzione, memorizzazione elettronica e pubblicazione con qualsiasi mezzo analogico o digitale (comprese le copie fotostatiche e l’inserimento in banche dati) e i diritti di traduzione e di adattamento totale o parziale sono riservati per tutti i paesi.. Pubblicazione finanziata dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Cagliari. In copertina: Luigi A. de Caro e Giuseppe Lorini, Ottagono anankastico (16-18 novembre 1992). L’ottagono anankastico rappresenta graficamente le ventotto relazioni logiche tra gli otto modi anankastici (definiti in termini di “condizione sufficiente”).. Videoimpaginazione: Paola Mignanego Stampa: Digital Print Service. G. Lorini, Anankastico in deontica. A cura di Olimpia G. Loddo e Roberto Pusceddu - Milano, LED, 2017 http://www.ledonline.it/ledonline/802-Anankastico-deontica.html.

(5) SOMMARIO. Prefazione 13 Nota editoriale dei curatori 17 0. Introduzione. 19. 1. Il concetto di dovere anankastico 1.0. Introduzione 1.1. Il concetto di dovere anankastico nella teoria. delle regole costitutive. 1.1.0. Introduzione. 1.1.1. Topologia del dovere anankastico nella tipologia delle regole costitutive. 1.1.2. Legittimità anankastica vs. legittimità deontica 1.2. Il concetto di dovere anankastico nella teoria. delle regole tecniche. 1.2.0. Introduzione. 1.2.1. Topologia del dovere anankastico nella tipologia delle regole tecniche. 1.2.2. Logica del dovere anankastico 1.2.2.1. Modalità deontiche e modalità anankastiche in Jerzy Sztykgold 1.2.2.2. La logica dell’ought ipotetico in Richard M. Hare 1.2.2.3. La logica delle regole tecniche in Aldo Visalberghi 1.2.2.4. La logica deontica delle regole tecniche in Georges Kalinowski 1.2.2.5. La logica del dovere tecnico in Georg Henrik von Wright 1.2.2.6. Modalità anankastiche in Giampaolo Azzoni 1.2.2.7. Anisomorfismo tra modalità deontiche e modalità anankastiche in Amedeo G. Conte 1.2.2.8. Dovere anankastico e potere anankastico in Carlos Alarcón Cabréra 1.3. Prefigurazioni del concetto di dovere anankastico. 21 21 24. 2. Deontico vs. anankastico 2.1. Cesura tra deontico e anankastico. 2.1.0. Introduzione. 57 57 57. 5 G. Lorini, Anankastico in deontica. A cura di Olimpia G. Loddo e Roberto Pusceddu - Milano, LED, 2017 http://www.ledonline.it/ledonline/802-Anankastico-deontica.html. 24 25 30 34 34 37 39 40 41 42 42 42 43 44 44 44.

(6) Sommario. 2.1.1. Cesura noetica tra deontico e anankastico 2.1.2. Cesura dianoetica tra deontico e anankastico 2.2. Rapporti tra il concetto di dovere anankastico. e il concetto di dovere deontico 2.2.0. Introduzione. 2.2.1. Interpretazione in termini deontici del dovere anankastico 2.2.1.0. Introduzione 2.2.1.1. Interpretazione in termini deontici del dovere anankastico in Georg Henrik von Wright 2.2.1.2. Interpretazione in termini deontici del dovere anankastico in Georges Kalinowski 2.2.1.3. Interpretazione in termini deontici del dovere anankastico in Alf Ross 2.2.2. Interpretazione in termini anankastici del dovere deontico. 2.2.2.0. Introduzione 2.2.2.1. Interpretazione in termini anankastici del dovere deontico in Paul-Henri Thiry d’Holbach 2.2.2.2. Interpretazione in termini anankastici del dovere deontico in Lodovico Ambrosoli 2.2.2.3. Interpretazione in termini anankastici del dovere deontico in Edmund Husserl 2.2.2.4. Intepretazione in termini anankastici del dovere deontico in Aldo Visalberghi 2.2.2.5. Due intepretazioni in termini anankastici del dovere deontico in Georg Henrik von Wright. 2.2.3. Rapporti tra il dovere anankastico e il dovere deontico 2.2.3.0. Introduzione 2.2.3.1. Interazione tra dovere deontico e dovere anankastico in Georg Henrik von Wright 2.2.3.2. Interazione tra dovere anankastico e dovere deontico in John Locke. 60 63 64. 3. Fenomenologia del dovere anankastico: tre test 3.0. Introduzione 3.1. Primo test: il test dell’antinomia. 3.1.1. Antinomia e dovere deontico 3.1.1.1. Primo paradigma: antinomie in termini deontici vs. antinomie in termini non deontici 3.1.1.2. Secondo paradigma: antinomie deontiche vs. antinomie adeontiche. 3.1.2. Antinomia e dovere anankastico 3.1.2.1. Antinomia di regole anankastiche 3.1.2.2. Antinomia di regole anankastico-costitutive. 3.1.3. Antinomia e dovere eidetico. 3.1.4. Antinomia e dovere thetico 3.2. Secondo test: il test della metanomia. 3.2.1. Metanomia e dovere deontico. 103 103 103 104 104. 6 G. Lorini, Anankastico in deontica. A cura di Olimpia G. Loddo e Roberto Pusceddu - Milano, LED, 2017 http://www.ledonline.it/ledonline/802-Anankastico-deontica.html. 64 64 64 65 71 73 75 75 79 80 80 81 82 84 84 85 96. 105 106 106 107 107 109 109 111.

(7) Sommario. 3.2.2. Metanomia e dovere anankastico 3.2.2.1. Metanomia e il dovere delle regole anankastiche 3.2.2.2. Metanomia e il dovere delle regole anankastico-costitutive. 3.2.3. Metanomia e dovere eidetico. 3.2.4. Metanomia e dovere thetico 3.3. Terzo test: il test dell’adempibilità. 3.3.0. Introduzione. 3.3.1. Adempibilità del dovere deontico. 3.3.2. Adempibilità del dovere anankastico. 3.3.3. Adempibilità del dovere eidetico. 3.3.4. Adempibilità del dovere thetico 3.4. Identikit delle quattro specie di dovere normativo. 112 112 113 113 115 116 116 116 117 117 119 120. 123 4. Il dovere anankastico nella teoria della coerenza 4.0. Introduzione 123 4.1. Coerenza anankastica 124. 4.1.0. Introduzione 124. 4.1.1. Coerenza tra regole tecniche 124. 4.1.2. Coerenza tra regole ipotetico-costitutive 127 4.1.2.1. Antinomia tra regole ipotetico-costitutive 127 omogenee 4.1.2.2. Antinomia tra regole ipotetico-costitutive 131 eterogenee 4.1.2.3. Tre specie di incoerenza anankastica 134 4.2. Coerenza intermodale 137. 4.2.0. Introduzione 137. 4.2.1. Paranomie intermodali 138. 4.2.2. Antipraxie 140 4.2.2.1. Antipraxie positive 141 4.2.2.2. Antipraxie negative 143. 4.2.3. Parapraxie 145 Documenti 147 1. Primo documento: mappa del lessico per “ought” 147. di Carl Darling Buck 2. Secondo documento: ‘deontico’ e ‘anankastico’ 148 Riferimenti bibliografici. 151. Indice dei nomi. 165. 7 G. Lorini, Anankastico in deontica. A cura di Olimpia G. Loddo e Roberto Pusceddu - Milano, LED, 2017 http://www.ledonline.it/ledonline/802-Anankastico-deontica.html.

(8) G. Lorini, Anankastico in deontica. A cura di Olimpia G. Loddo e Roberto Pusceddu - Milano, LED, 2017 http://www.ledonline.it/ledonline/802-Anankastico-deontica.html.

(9) Ad Amedeo Giovanni Conte, in ricordo dei pomeriggi trascorsi da Camillo in riva al Ticino. G. Lorini, Anankastico in deontica. A cura di Olimpia G. Loddo e Roberto Pusceddu - Milano, LED, 2017 http://www.ledonline.it/ledonline/802-Anankastico-deontica.html.

(10) G. Lorini, Anankastico in deontica. A cura di Olimpia G. Loddo e Roberto Pusceddu - Milano, LED, 2017 http://www.ledonline.it/ledonline/802-Anankastico-deontica.html.

(11) Kρεῑσσον οὐδὲν Ἀνάγκας ηὗρον.. Nulla io trovai più potente di Ananke. Euripide, Alcesti 965-966. G. Lorini, Anankastico in deontica. A cura di Olimpia G. Loddo e Roberto Pusceddu - Milano, LED, 2017 http://www.ledonline.it/ledonline/802-Anankastico-deontica.html.

(12) G. Lorini, Anankastico in deontica. A cura di Olimpia G. Loddo e Roberto Pusceddu - Milano, LED, 2017 http://www.ledonline.it/ledonline/802-Anankastico-deontica.html.

(13) PREFAZIONE. Nei Principia Ethica, 1903, George Edward Moore scrive che il concetto di “bene” (“good”) è un concetto semplice (simple notion) come il concetto di “giallo” 1. Il giallo è qualcosa che può essere percepito, ma che non può essere definito. Non si può spiegare che cosa sia il giallo a qualcuno che già non lo conosca. Analogamente, secondo Moore, non si può spiegare che cosa sia il bene a chi già non lo sappia. Del bene non è possibile dare una definizione. Riprendendo quanto Moore scrive a proposito del concetto di “bene”, in una nota della seconda edizione della Reine Rechtslehre del 1960, Hans Kelsen sostiene che anche il concetto di “dovere” (“Sollen”) sia un concetto semplice, un concetto ultimo, e in quanto tale né definibile, né analizzabile 2. Questa tesi di Kelsen sembra, però, essere smentita dalle ricerche che sono state condotte parallelamente da Georg Henrik von Wright e Amedeo Giovanni Conte a partire dagli anni ’80 del XX secolo. Von Wright e Conte, infatti, hanno distinto dal “dovere deontico” (“deontic Ought”), il dovere par excellence, altre specie di dovere che essi considerano categorialmente irriducibili ad esso come il “dovere tecnico” (“technical Ought”) e il “dovere anankastico”. Queste ricerche sono state possibili grazie all’innovativo lessico introdotto da von Wright con la fondazione della logica deontica nel 1951. In particolare, fu determinante l’introduzione dell’aggettivo ‘deontico’ (‘deontic’) suggerito a von Wright da Charlie Dunbar Broad. L’aggettivo ‘deontico’ è stato un formidabile strumento euristico che ha dischiuso nuove direzioni di indagine del dovere e della normatività. Grazie a questo aggettivo, infatti, nel 1983 von Wright poté coniare il neologismo ‘dovere deontico’ (‘deontic Ought’) per denominare quella particolare specie di dovere che è oggetto della logica deontica. Nel saggio Deontic Logic, 1951, von Wright scrive che la logica deontica indaga i “deontic modes or modes of obligation”, cioè “concepts such as the obliga 1 George Edward Moore, Principia Ethica, London, Cambridge University Press, 1903, 1922, p. 7. 2 Hans Kelsen, Reine Rechtslehre, Wien, Deuticke, 1960, p. 5.. 13 G. Lorini, Anankastico in deontica. A cura di Olimpia G. Loddo e Roberto Pusceddu - Milano, LED, 2017 http://www.ledonline.it/ledonline/802-Anankastico-deontica.html.

(14) Prefazione. tory (that which we ought to do), the permitted (that which we are allowed to do), and the forbidden (that which we must not do)” 3. In apparenza, l’espressione ‘dovere deontico’ sembra essere un’espressione tautologica. È come dire ‘cerchio tondo’. Come può un cerchio non essere tondo? In realtà questa innovazione lessicale fu invece rivoluzionaria per quanto riguarda la filosofia del dovere. Ha infatti reso possibile la formulazione della seguente domanda dal sapore paradossale: Vi sono doveri che non sono deontici? In altri termini, vi sono doveri “adeontici”? Se ‘dovere deontico’ sembra un’espressione tautologica, ‘dovere adeon­tico’ (espressione coniata da Conte) sembra una contradictio in adjecto, un’espressione autocontraddittoria, un oxymoron come quadrato rotondo. Come può un dovere non essere deontico? Le ricerche condotte a partire dal 1983, in particolare da von Wright e Conte, hanno invece mostrato che l’espressione ‘dovere adeontico’ è tutt’altro che una contradictio in adjecto e un’espressione priva di referente. Vi sono, infatti, doveri non deontici, così come vi sono regole non deontiche. Vi sono doveri che sono instanziati da regole adeontiche come le regole tecniche e le regole costitutive. Con la scoperta dell’esistenza di doveri adeontici si dischiudono nuovi ambiti d’indagine della normatività. Come scrive Conte, in Deon in deontics, 1991, (riproducendo l’apparente paradossalità della tesi di von Wright, secondo cui “the province of logic transcends the borders of the true and the false”), “l’ambito della deontica trascende i limiti del deontico” 4. È proprio all’indagine dei doveri adeontici e, più precisamente, all’indagine di una particolare specie di dovere adeontico scoperta da Conte nel 1989, il dovere anankastico, che è dedicato il libro Anankastico in deontica 5. Questo libro riproduce, senza sostanziali modificazioni, il testo della mia omonima tesi di laurea in Filosofia discussa nell’Aula Foscoliana dell’Università di Pavia il 14 luglio 1993 e scritta sotto l’attenta e premurosa supervisione di Amedeo Giovanni Conte, che ne fu il relatore. Correlatore della tesi fu, invece, Michele Prandi, che ringrazio per i numerosi consigli e per le appassionate discussioni. Rileggendo Anankastico in deontica 23 anni dopo, appare evidente quanto resti ancora da fare nella filosofia del dovere e, più in particolare, nell’ambito della logica delle norme, della teoria della coerenza normativa e dei paradossi logici. A questo proposito mi viene in mente una celebre battuta di Groucho Marx, nella quale il geniale comico, credo involontariamente, gioca proprio sul concetto di dovere anankastico: “I refuse to join any club that would have me as a member”. In queste parole si riproduce Georg Henrik von Wright, Deontic Logic, in “Mind”, 60 (1951), p. 1. Amedeo G. Conte, Deon in Deontics, in “Ratio juris”, 4 (1991), p. 353. 5 Amedeo G. Conte, Costitutività di regole, in Digesto quarta edizione, Torino, UTET, vol. IV, 1989, p. 465. Qui Conte definisce il dovere anankastico come il dovere specifico d’un particolare tipo di regole costitutive (le regole anankastico-costitutive) e d’un particolare tipo di regole tecniche (le regole anankastiche). 3 4. 14 G. Lorini, Anankastico in deontica. A cura di Olimpia G. Loddo e Roberto Pusceddu - Milano, LED, 2017 http://www.ledonline.it/ledonline/802-Anankastico-deontica.html.

(15) Prefazione. uno dei “paradossi anankastici” che sono stati indagati già 450 anni fa da Gottfried Wilhelm Leibniz nella sua tesi di laurea in Giurisprudenza dal titolo Specimen difficultatis in jure, seu Dissertatio de casibus perplexis, discussa nella Università di Altorf nel 1666 6. Salice Terme, 19 novembre 2016. Giuseppe Lorini. 6 Un doveroso ringraziamento va a Olimpia G. Loddo e Roberto Pusceddu per l’amorevole cura di questo volume.. 15 G. Lorini, Anankastico in deontica. A cura di Olimpia G. Loddo e Roberto Pusceddu - Milano, LED, 2017 http://www.ledonline.it/ledonline/802-Anankastico-deontica.html.

(16) G. Lorini, Anankastico in deontica. A cura di Olimpia G. Loddo e Roberto Pusceddu - Milano, LED, 2017 http://www.ledonline.it/ledonline/802-Anankastico-deontica.html.

(17) NOTA EDITORIALE DEI CURATORI. Il presente volume riproduce senza modifiche sostanziali il testo della omonima tesi di laurea di Giuseppe Lorini intitolata Anankastico in deontica, discussa all’Università di Pavia il 14 luglio 1993. Le modifiche apportate dai curatori consistono per lo più in accorgimenti stilistici e nella correzione di alcuni refusi. La maggior parte delle traduzioni italiane delle citazioni in lingua straniera sono state eliminate al fine di rendere il volume più agile, senza precludere al lettore la possibilità di prendere visione del testo citato in originale. Le traduzioni italiane sono state mantenute solo quando sono state considerate essenziali alla comprensibilità del testo (ad esempio, quando la citazione originale è in greco antico, latino, danese, polacco). I curatori sono intervenuti, inoltre, sulla bibliografia, eliminando tutte le voci bibliografiche di testi non esplicitamente citati nella tesi. La bibliografia è stata così notevolmente ridotta. Sono state, inoltre, inserite dai curatori alcune brevi note esplicative, finalizzate ad agevolare il lettore nella comprensione del testo.. 17 G. Lorini, Anankastico in deontica. A cura di Olimpia G. Loddo e Roberto Pusceddu - Milano, LED, 2017 http://www.ledonline.it/ledonline/802-Anankastico-deontica.html.

(18) G. Lorini, Anankastico in deontica. A cura di Olimpia G. Loddo e Roberto Pusceddu - Milano, LED, 2017 http://www.ledonline.it/ledonline/802-Anankastico-deontica.html.

(19) 0. INTRODUZIONE. Il presente studio è nato come una ricerca sulla deontica del filosofo e logico finlandese Georg Henrik von Wright [Helsinki/Helsingfors, 14 giugno 1916 - Helsinki/Helsingfors, 16 giugno 2003]. Solo nel corso della ricerca è emerso un concetto, del quale von Wright ha illuminato, ma non vinto, l’oscurità: il concetto di “dovere anankastico”. Il dovere anankastico è un dovere normativo non deontico (un dovere adeontico). Il dovere anankastico è diventato l’oggetto primario del mio lavoro, del quale von Wright è non l’oggetto, ma piuttosto l’occasione, il punto di riferimento. Parallela alla necessità anankastica è la possibilità anankastica. Ecco due documenti sulla possibilità anankastica. (i) Della possibilità anankastica scrive Norberto Bobbio, Teoria dell’ordinamento giuridico, 1960. Bobbio distingue tra facoltà (la quale “deriva da norme permissive [deontiche]”) e potere (il quale “deriva dalle norme attributive [adeontiche]”) 1. (ii) Della possibilità anankastica scrive, inoltre, Zygmunt Ziembin´ski, Règles constitutives en droit, 1987, nel quadro della sua teoria delle regole costitutive che pongono condizioni necessarie di validità . (in polacco waznos´c´) di atti (convenzionali o thetici, per usare il lessico di Czesław Znamierowski al quale risale il termine ‘czynnos´c´ tetyczna’): Le regole che costituiscono un atto convenzionale [le norme costruttive nel lessico di Znamierowski] possono essere celate in disposizioni di legge che dichiarano che A “può” realizzare un determinato atto. In questo caso, non si tratta di una dichiarazione (a dire il vero superflua!) che un tale atto non è né vietato, né obbligatorio (vale a dire, che esso è deonticamente indifferente per l’ordinamento). Si tratta, invece, della dichiarazione che un tale atto realizzato da A, in un determinato modo, è “valido” in un determinato ordinamento. 2. In breve, si tratta di regole non sullo statuto deontico di atti (obbligatorietà, permesso, divieto, indifferenza), ma sulla validità di atti. Norberto Bobbio, Teoria dell’ordinamento giuridico, 1960, p. 127. Zygmunt Ziembin´ski, Règles constitutives en droit, 1987 (trad. it. di Giampaolo M. Azzoni). Inoltre, cfr. Zygmunt Ziembin´ski, On So-Called “Permissive Norms”, 1976. 1 2. 19 G. Lorini, Anankastico in deontica. A cura di Olimpia G. Loddo e Roberto Pusceddu - Milano, LED, 2017 http://www.ledonline.it/ledonline/802-Anankastico-deontica.html.

(20) Introduzione. L’analisi del dovere anankastico è rilevante sia in sé (data l’anomalia di questa specie di dovere), sia per la sua fecondità euristica ed ermeneutica nell’indagine di concetti chiave per la deontica (per esempio, il concetto di “norma di competenza”, il concetto di “onere”, il concetto di “metaregola”). Il concetto di dovere anankastico è concetto centrale per la praxeologia (la teoria dell’azione); inoltre, in quanto smentisce l’equivalenza tra il normativo e il deontico, è rilevante anche per la is-ought question e per la logica delle norme. Il presente studio si compone di quattro parti: il § 1. introduce il concetto di dovere anankastico; il § 2. ha ad oggetto le relazioni noetiche e le relazioni dianoetiche tra deontico e anankastico; il § 3. è un’analisi fenomenologica del dovere anankastico; il § 4. analizza il dovere anankastico nella teoria della coerenza.. 20 G. Lorini, Anankastico in deontica. A cura di Olimpia G. Loddo e Roberto Pusceddu - Milano, LED, 2017 http://www.ledonline.it/ledonline/802-Anankastico-deontica.html.

(21) 1. IL CONCETTO DI DOVERE ANANKASTICO Sommario: 1.0. Introduzione – 1.1. Il concetto di dovere anankastico nella teoria delle regole costitutive – 1.1.0. Introduzione – 1.1.1. Topologia del dovere anankastico nella tipologia delle regole costitutive – 1.1.2. Legittimità anankastica vs. legittimità deontica – 1.2. Il concetto di dovere anankastico nella teoria delle regole tecniche – 1.2.0. Introduzione – 1.2.1. Topologia del dovere anankastico nella tipologia delle regole tecniche – 1.2.2. Logica del dovere anankastico – 1.3. Prefigurazioni del concetto di dovere anankastico.. 1.0. Introduzione 1.0.1. Molteplici sono i modi di espressione del dovere normativo. All’insieme dei modi di espressione del dovere normativo appartengono: (i) verbi modali (per esempio, ‘dovere’, ‘potere’, ‘sollen’, ‘dürfen’, ‘ought’, ‘may’, ‘devoir’, ‘pouvoir’); (ii) sostantivi modali (per esempio, ‘obbligo’, ‘divieto’, ‘permesso’, ‘facoltatività’, ‘indifferenza’); (iii) aggettivi modali (per esempio, ‘obbligatorio’, ‘vietato’, ‘permesso’, ‘facoltativo’, ‘indifferente’); (iv) modi verbali (per esempio, l’imperativo e il congiuntivo; del congiuntivo Herbert Spiegelberg ha individuato due usi normativi: il congiuntivo esortativo [conjunctivus cohortativus], o parenetico, e il congiuntivo costitutivo [conjunctivus constitutivus], o thetico); (v) forme verbali (per esempio, il gerundio e il gerundivo latino); (vi) tempi verbali (per esempio, il futuro con valore imperativo del francese: ‘Tu ne tueras point’); (vii) espressioni deontiche irriducibili alle precedenti (ad esempio, il verbo ‘andare’ in congiunzione con il participio passato in enunciati come ‘Va ucciso’). Nell’àmbito del normativo si sono distinte più specie di dovere, delle quali non necessariamente ognuna esprimibile in ognuna delle forme di espressione del dovere normativo sopra enumerate. In particolare, si è individuato il dovere anankastico: è a questa specie di dovere che è dedicato il presente studio.. 21 G. Lorini, Anankastico in deontica. A cura di Olimpia G. Loddo e Roberto Pusceddu - Milano, LED, 2017 http://www.ledonline.it/ledonline/802-Anankastico-deontica.html.

(22) Il concetto di dovere anankastico. 1.0.2. Il dovere anankastico si distingue dal dovere deontico, il dovere par excellence. Il dovere deontico è il dovere indagato dalla logica deontica. È il dovere esemplificato dalle regole deontiche. Il dovere anankastico è un dovere normativo non deontico: è un dovere normativo adeontico. Il concetto di “dovere anankastico” è stato tematizzato da Amedeo G. Conte. Nella voce Costitutività di regole, 1989, Conte considera il dovere anankastico “un tratto comune a regole anankastico-costitutive e regole anankastiche” 1. Secondo Conte, “[s]ia nelle regole anankasticocostitutive, sia nelle regole anankastiche” 2 il dovere (Sollen, devoir, ought) è un dovere non deontico, ma anankastico 3. 1.0.3. Come è noto vi sono però enunciati in termini di ‘dovere’ che non sono normativi 4. In particolare, vi sono enunciati in termini di ‘dovere’ aletici ed enunciati in termini di ‘dovere’ doxastici (o epistemici). È filosoficamente rilevante che, mentre gli usi normativi dei verbi per il “dovere” sono stati ipostatizzati in un concetto di “dovere”, ciò non è accaduto per gli usi non normativi dei verbi per il “dovere”. Non v’è un corrispettivo concetto di “dovere”, né per gli enunciati in termini di ‘dovere’ aletici, né per gli enunciati in termini di ‘dovere’ doxastici. 1.0.3.1. Gli enunciati in termini di ‘dovere’ aletici sono gli enunciati indagati dalla logica modale aletica. Ecco un esempio di enunciato aletico in termini di ‘dovere’: ‘Gli uomini devono morire’. Oggetto del presente enunciato è non un dovere normativo (un dovere deontico, o un dovere anankastico, o un dovere eidetico), ma una necessità aletica. In una delle possibili letture, l’enunciato dice che è aleticamente necessario che gli uomini muoiano; in altri termini, esso dice che la morte è, per gli uomini, ineluttabile. Del resto, che (almeno) uno dei termini per “dovere”, ‘to déon’, possa designare, oltre che un dovere deontico, anche una necessità adeontica aletica è tesi già presente nell’opera di Aristotele. Nei Sophistici elenchi, come è documentato in Amedeo Giovanni Conte, Deontica aristotelica, 1992, Aristotele indaga il significato, il Sinn, di uno dei termini greci per “dovere”: ‘to déon’. In particolare, secondo Conte, Aristotele denuncia 1 Quattro anni prima, nel saggio Regole eidetico-costitutive, 1985, Conte distingue due accezioni del verbo modale ‘dovere’: l’accezione deontica e l’accezione anankastica. Secondo Conte, nella regola “La donazione deve essere fatta per atto pubblico”, “il verbo modale ‘dovere’ appare in accezione non deontica, ma anankastica”. 2 Sulla definizione di regola “anankastico-costitutiva” si veda il § 1.1.1.1.2., per quel che concerne le regole anankastiche si vedano il § 1.2.1.1. e il § 1.2.1.2. [N.d.C.] 3 Amedeo G. Conte, Costitutività di regole, 1989, p. 465. 4 Per un’analisi linguistica degli enunciati modali in termini di ‘sollen’, cfr. Karl Döhmann, Die sprachliche Darstellung der Modalfunktoren, 1961.. 22 G. Lorini, Anankastico in deontica. A cura di Olimpia G. Loddo e Roberto Pusceddu - Milano, LED, 2017 http://www.ledonline.it/ledonline/802-Anankastico-deontica.html.

(23) Introduzione. l’ambiguità, la polisemia (Aristotele stesso parla di ὁμωνυμία di τὸ δέον, la compresenza di un senso deontico e d’un senso non deontico [d’un senso adeontico]) di τὸ δέον. Per Aristotele, è falso che “τὸ δέον designi specificatamente ed esclu­sivamente il δέον deontico, la necessità deontica (quella necessità che della deontica e della logica deontica è il concetto primo, e che è il concetto ultimo della metadeontica)”. E continua Conte: “Secondo Aristotele, il sintagma τὸ δέον ha due sensi. Esso ha non solo un senso deontico, ma anche un senso non-deontico o adeontico” 5. Ecco il passo di Aristotele (tratto dai Sophistici elenchi) che è stato indagato da Conte, Deontica aristotelica, 1992: Διττὸν γὰρ τὸ δέον, τὸ τ’ἀναγκαῖον ὅ συμβαίνει πολλάκις καὶ ἐπὶ τῶν κακῶν (ἔστι γὰρ κακόν τι ἀναγκαῖον), καὶ τἀγαθὰ δὲ δέοντά φαμεν εἶναι.. Ecco la traduzione italiana di Giorgio Colli: L’espressione ‘ciò che deve essere’ [τὸ δέον] ha infatti, un duplice significato [διττὸν τὸ δέον]. Noi indichiamo con essa sia ciò che è necessario [τὸ ἀναγκαῖον], il che si adatta spesso anche al caso del male [τὰ κακά] (il male [κακόν] è, invero, alcunché di necessario [ἀναγκαῖον]), sia ciò che è bene [τἀγαθὰ].. 1.0.3.2. Mi soffermerò ora sugli enunciati in termini di ‘dovere’ doxastici (o epistemici). Gli enunciati in termini di ‘dovere’ possono essere anche impiegati per formulare ipotesi o in abduzioni. Chiamo enunciati doxastici (o epistemici) gli enunciati con i quali si formulano ipotesi. Questa possibilità non è circoscritta alla lingua italiana. Presento, ora, un breve elenco di enunciati deontici epistemici in più lingue. In italiano: ‘C’è la bicicletta del professore. Il professore deve essere già arrivato’. In francese: ‘Il doit être onze heures [Devono essere le undici]’. In inglese: ‘He ought to have arrived by now [Egli dovrebbe essere già arrivato]’. In tedesco: ‘Er müßte schon angekommen sein [Egli dovrebbe essere già arrivato]’. Che gli enunciati in termini di ‘dovere’ possano essere impiegati per fare ipotesi è tesi ampiamente documentata in deontica. Ecco tre documenti. Un primo documento è in Glen O. Allen, The Is-Ought Question Reformulated and Answered, 1972. Allen ha distinto tre tipi di asserti in termini di ‘ought’ [ought-statements]: i theoretical statements, i practical statements e i moral statements. Dell’ought dei theoretical statements, Allen Amedeo G. Conte, Deontica aristotelica, 1992, p. 189.. 5. 23 G. Lorini, Anankastico in deontica. A cura di Olimpia G. Loddo e Roberto Pusceddu - Milano, LED, 2017 http://www.ledonline.it/ledonline/802-Anankastico-deontica.html.

(24) Il concetto di dovere anankastico. scrive: “What I called the theoretical sense of ‘ought’ is sometimes called the predictive sense or the ‘ought’ of predictive inference” 6. Un secondo documento è in John Leslie Mackie, Ethics. Inventing Right and Wrong, 1977. Scrive Mackie: We must take account not only of moral […] and hypothetically imperative ‘oughts’, but also of such statements as ‘They ought to be across the border by now’, which we can perhaps call epistemic. 7. Qui, Mackie usa il termine ‘epistemic ‘ought’-statements’ per designare gli asserti epistemici in termini di ‘ought’. Un terzo documento è in Hans Kelsen, Allgemeine Theorie der Normen, 1979. Qui Kelsen scrive che “[i]l termine ‘Sollen’ può essere usato anche nel senso di ‘presumibilmente’ [angeblich]: ‘Maier deve aver detto di essere molto ricco’ [Das Wort ‘Sollen’ kann auch in dem Sinne von ‘angeblich’ gebraucht werden. ‘Maier soll gesagt haben, er sei sehr reich’]” 8. Oltre al termine per “dovere”, ha talvolta un senso doxastico anche il termine per “potere”, il cui senso primario è deontico. Ciò avviene, ad esempio, nella lingua tedesca: ‘Es dürfte neun Uhr sein [Devono essere le nove]’. 1.0.4. Dopo questa parentesi sui sensi e sugli usi non-normativi del verbo ‘dovere’, torno all’oggetto del mio studio: il dovere anankastico. Nella tipologia delle regole, il concetto di dovere anankastico appare sia nella teoria delle regole tecniche, sia nella teoria delle regole costitutive. Ovviamente, il concetto di dovere anankastico non appare nella teoria delle regole deontiche, regole il cui dovere è, per definizione, non anankastico, ma deontico. All’analisi del concetto di dovere anankastico nella teoria delle regole costitutive è dedicato il § 1.1.; all’indagine del concetto di dovere anankastico nella teoria delle regole tecniche è dedicato il § 1.2.. 1.1. Il concetto di dovere anankastico. nella teoria delle regole costitutive 1.1.0. Introduzione Il § 1.1. è dedicato all’analisi del concetto di dovere anankastico nella teoria delle regole costitutive. Glen O. Allen, The Is-Ought Question Reformulated and Answered, 1972,. 6. p. 184.. John Leslie Mackie, Ethics. Inventing Right and Wrong, 1977, p. 73. Hans Kelsen, Allgemeine Theorie der Normen, 1979, p. 226 (trad. it. p. 18).. 7. 8. 24 G. Lorini, Anankastico in deontica. A cura di Olimpia G. Loddo e Roberto Pusceddu - Milano, LED, 2017 http://www.ledonline.it/ledonline/802-Anankastico-deontica.html.

(25) Il concetto di dovere anankastico nella teoria delle regole costitutive. Se, in deontica, viene spesso riconosciuta la specificità del dovere delle regole tecniche, ciò non avviene, altrettanto spesso, per il dovere delle regole costitutive, e in particolare per il dovere delle regole anankasticocostitutive. Lo stesso von Wright (benché riconosca e la specificità del dovere delle regole tecniche e la specificità delle regole costitutive) disconosce la specificità del dovere delle regole costitutive 9. Il § 1.1. si divide in due parti: nel § 1.1.1., io ricostruirò la topologia del dovere anankastico nella tipologia delle regole costitutive; nel § 1.1.2., io distinguerò due specie di legittimità: la legittimità anankastica e la legittimità deontica. 1.1.1. Topologia del dovere anankastico. nella tipologia delle regole costitutive 1.1.1.0. Il presente § 1.1.1. è dedicato alla topologia del dovere anankastico nella tipologia delle regole costitutive. In questo paragrafo risponderò alla domanda: Quali specie di regole costitutive instanziano un dovere anankastico? 1.1.1.1. Secondo Amedeo G. Conte, il dovere anankastico è il dovere specifico delle regole anankastico-costitutive (le regole anankastico-costitutive sono un sottoinsieme delle regole costitutive). 1.1.1.1.1. Ecco le quattro ricorrenze della tesi (che il dovere anankastico è il dovere specifico delle regole anankastico-costitutive) nella deontica di Conte. La prima ricorrenza è in Costitutività di regole, 1989: [Nelle regole anankastico-costitutive] il dovere (Sollen, devoir, ought) è un dovere non deontico, ma anankastico. 10. La seconda ricorrenza è in L’enjeu des règles, 1991. Qui Conte scrive: Considérons la règle: [i] La confirmation doit être donnée par l’évêque. Evidemment, [i] n’équivaut pas à [ii]: 9 Che von Wright riconosca la specificità delle regole costitutive è provato da quanto egli scrive in Norms, Truth, and Logic, 1983. Qui von Wright sostiene che la logica delle regole costitutive “non può essere identificata con la logica deontica”. Se però von Wright riconosce la specificità delle regole costitutive, egli disconosce una caratteristica specifica di un sotto-insieme delle regole costitutive, le regole eidetico-costitutive. In Explanation and Understanding, 1971, pp. 151-153, delle regole costitutive di una praxis istituzionale, egli scrive che esse sono fondamentali per la comprensione [understanding] del comportamento, dell’ídion. Come, invece, ha mostrato Amedeo G. Conte, Fenomeni di fenomeni, 1986, le regole eidetico-costitutive sono non strumenti di comprensione idiografica, ma strumenti di interpretazione eidografica. 10 Amedeo G. Conte, Costitutività di regole, 1989, p. 465.. 25 G. Lorini, Anankastico in deontica. A cura di Olimpia G. Loddo e Roberto Pusceddu - Milano, LED, 2017 http://www.ledonline.it/ledonline/802-Anankastico-deontica.html.

(26) Il concetto di dovere anankastico. [ii] L’évêque doit donner la confirmation. Pour les règles qui, comme [i], posent une condition nécessaire (une condicio sine qua non) de ce dont elles sont règles, nous avons proposé le terme ‘règles anankastico-constitutives’ (l’etymologie du terme est le nom grec de la nécéssité: ‘anánke’). Le ‘doit’ dans [ii] est déontique (deontic ought); le ‘doit’ dans [i] est anankastique (anankastic ought). 11. La terza ricorrenza è nel saggio Deon in Deontics, 1991. Qui Conte afferma, Anankastic deon is instantiated by the anankastic-constitutive rules. Anankastic-constitutive rules are the rules which pose a necessary condition of validity, eine notwendige Gültigkeitsbedingung, of their object. 12. La quarta ricorrenza è in Deontisch vs. anankastisch, 1993. Qui Conte sostiene: Das anankastische Deon ist die normative Notwendigkeit, die durch die anankastisch-konstitutiven Regeln (anankastic-constitutive rules, règles anankastico-constitutives, regole anankastico-costitutive) exemplifiziert [instantiated] wird. 13. 1.1.1.1.2. Il neologismo ‘regola anankastico-costitutiva’ appare originariamente in Amedeo G. Conte nell’opera Materiali per una tipologia delle regole, 1985. Dalle ricerche di Amedeo G. Conte e di Giampaolo Azzoni sul concetto di regola anankastico-costitutiva, emergono due differenti caratterizzazioni del concetto: (i) una caratterizzazione ontologica, (ii) una caratterizzazione semantica. (i) Secondo la caratterizzazione ontologica, le regole anankastico-costitutive sono “regole le quali pongono una condizione necessaria (ἀναγκη  = necessità), una condicio sine qua non, di ciò su cui esse vertono” 14. (ii) Secondo la caratterizzazione semantica, le regole anankastico-costitutive sono regole che determinano non l’intensione, ma l’estensione del termine sul quale esse vertono. Ecco tre esempi di regole anankastico-costitutive:. (1) Il testamento olografo deve essere […] sottoscritto di mano del testatore 15;. 11 Amedeo G. Conte, L’enjeu des règles, 1991, p. 137. Per evitare che la mia numerazione delle regole si sovrapponga alla numerazione che appare nelle citazioni, ho sostituito nelle citazioni i numeri arabi con le lettere. 12 Amedeo G. Conte, Deon in Deontics, 1991, p. 352. 13 Amedeo G. Conte, Deontisch vs. anankastisch, 1993, p. 105. La distinzione tra dovere deontico e dovere anankastico è stata recepita da Agostino Mela, Regole tecniche e presupposizione, 1992. 14 Amedeo G. Conte, Materiali per una tipologia delle regole, 1985, p. 360. 15 Tutti gli esempi di regole o norme (in termini deontici o in termini adeontici, in termini anankastici o in termini non-anankastici) sono numerati progressivamente con cifre arabe inscritte tra parentesi tonde.. 26 G. Lorini, Anankastico in deontica. A cura di Olimpia G. Loddo e Roberto Pusceddu - Milano, LED, 2017 http://www.ledonline.it/ledonline/802-Anankastico-deontica.html.

(27) Il concetto di dovere anankastico nella teoria delle regole costitutive. (2) La donazione deve essere fatta per atto pubblico;. (3) Gli arbitri devono essere italiani.. Le regole anankastico-costitutive, a differenza delle regole che instaurano un dovere deontico, non sono prescrittive. Ad esempio, la regola anankastico-costitutiva:. (2) La donazione deve essere fatta per atto pubblico,. non prescrive alcun atto (non prescrive né di fare donazioni, né di fare donazioni per atto pubblico), ma pone, piuttosto, una condizione necessaria della validità della donazione. Sono regole anankastico-costitutive sia le metaregole della validità, regole che pongono condizioni di validità ontologica delle regole, sia le regole che pongono condizioni di validità pragmatica di atti. Come suggerisce Conte, le metaregole anankastico-costitutive sulla validità di regole possono essere definite Gültigkeitsgesetze, leggi della validità, esemplando il termine di Gottlob Frege ‘Wahrheitsgesetze’, leggi della verità 16. 1.1.1.2. Le regole anankastico-costitutive sono le regole costitutive che par excellence instanziano il dovere anankastico. Ma che rapporto v’è tra le altre regole ipotetico-costitutive (cioè, le regole ipotetico-costitutive che pongono non condizioni necessarie, ma condizioni sufficienti di ciò su cui esse vertono) e il dovere anankastico? In altri termini, che rapporto v’è tra le regole metatetico-costitutive e il dovere anankastico? Una regola metatetico-costitutiva instanzia una modalità anankastica che equivale al dovere anankastico della regola anankastico-costitutiva che pone come condizione necessaria il complementare del condizionante della regola metatetico-costitutiva e come condizionato il complementare del condizionato della regola metatetico-costitutiva. 1.1.1.3. Inoltre, nella tipologia delle regole costitutive vi sono regole che non pongono, ma sono condizione. Queste regole possono essere denominate con il sintagma ‘regole anipotetico-costitutive’, espressione che allude all’alterità di queste regole dalle regole ipotetico-costitutive. Tre sono le specie di regole anipotetico-costitutive. Queste specie sono state distinte e descritte da Amedeo G. Conte e Giampaolo Azzoni.. 16 Il termine ‘leggi della validità’ nell’equivalente tedesco ‘Geltungsgesetze’ (differente da ‘Gültigkeitsgesetze’) è presente in Edmund Husserl, Logische Untersuchungen, 1900-1901, 1922, vol. II, p. 191 (trad. it. p. 493).. 27 G. Lorini, Anankastico in deontica. A cura di Olimpia G. Loddo e Roberto Pusceddu - Milano, LED, 2017 http://www.ledonline.it/ledonline/802-Anankastico-deontica.html.

(28) Il concetto di dovere anankastico. (i) La prima specie di regole anipotetico-costitutive è costituita dalle regole eidetico-costitutive, regole che sono condizione necessaria di ciò su cui esse vertono. (ii) La seconda specie di regole anipotetico-costitutive è costituita dalle regole thetico-costitutive, regole che sono condizione sufficiente di ciò su cui esse vertono. (iii) La terza specie di regole anipotetico-costitutive è costituita dalle regole noetico-costitutive, regole che sono condizione necessaria e sufficiente di ciò su cui esse vertono. Dopo aver analizzato il rapporto tra dovere anankastico e regole ipoteticocostitutive, passo, ora, ad esaminare il rapporto tra dovere anankastico e regole anipotetico-costitutive. In particolare, analizzerò il rapporto tra dovere anankastico e regole eidetico-costitutive nel § 1.1.1.3.1.; e studierò il rapporto tra dovere anankastico e regole thetico-costitutive nel § 1.1.1.3.2. 1.1.1.3.1. Le regole eidetico-costitutive non instanziano né un dovere deon­ tico, né un dovere anankastico. 1.1.1.3.1.1. Dopo aver distinto il concetto di dovere deontico e il concetto di dovere anankastico, sorge una domanda: Le due specie di dovere normativo (dovere deontico, dovere anankastico) esauriscono il genere “dovere normativo”? In altri termini: Vi sono altre specie di dovere normativo? Se le due species: dovere deontico e dovere anankastico, congiuntamente esauriscano il genus: dovere normativo, è problematico. A tale proposito, le regole eidetico-costitutive (regole costitutive che, a differenza delle regole anankastico-costitutive, non pongono una condizione necessaria, ma sono condizione necessaria dell’oggetto su cui esse vertono) costituiscono un interessante terreno di prova. Esempio paradigmatico delle regole eidetico-costitutive sono le regole del gioco degli scacchi 17.. (4) L’alfiere deve muoversi in diagonale.. Il dovere istaurato da questa regola non è né un dovere deontico, né un dovere anankastico. È forse legittimo introdurre una terza specie di dovere normativo omogenea (ma non equivalente) sia al dovere deontico, sia al dovere anankastico: il dovere eidetico.. 17 In inglese un nome del gioco è ‘play’. Ora, ‘play’ è parente del tedesco ‘pflegen’ e soprattutto del tedesco ‘Pflicht’. Paradossalmente, nel play non v’è alcuna Pflicht. Un Sollen v’è: ma un Sollen tale che non v’è né alternativa alla regola (antinomia non è possibile tra regole eidetico-costitutive), né alternativa alla conformità alla regola. È un Sollen tale che non v’è alternativa né al gioco (al ludus), né nel gioco (nel lusus).. 28 G. Lorini, Anankastico in deontica. A cura di Olimpia G. Loddo e Roberto Pusceddu - Milano, LED, 2017 http://www.ledonline.it/ledonline/802-Anankastico-deontica.html.

(29) Il concetto di dovere anankastico nella teoria delle regole costitutive. 1.1.1.3.1.2. Un test della validità e della univocità del concetto di “dovere eidetico” consiste nella domanda: V’è un análogon eidetico del permesso deon­tico? In altri termini: V’è un analogón eidetico della possibilità deontica? Forse, per rispondere a questa domanda, è utile analizzare il linguag­ gio delle regole eidetico-costitutive 18. In effetti, l’analisi del linguaggio delle regole eidetico-costitutive mette in luce un interessante anisomorfismo tra due insiemi di regole eidetico-costitutive. V’è un’asimmetria tra regole eidetico-costitutive paradigmatiche (regole che determinano paradigmi di possibilità) e regole eidetico-costitutive sintagmatiche (regole che non determinano paradigmi di possibilità, ma stabiliscono una determinata prosecuzione del gioco). Una regola eidetico-costitutiva paradigmatica in termini di ‘dovere’ come:. (5) Il re deve muoversi di una casella,. può essere riformulata, senza subire alterazioni: (i) sia in termini per “potere”, sostituendo semplicemente il termine per “dovere” (in questo caso ‘deve’) con il termine per “potere” (in questo caso ‘può’):. (5.i.) Il re può muoversi di una casella,. (ii) sia in termini amodali:. (5.ii.) Il re si muove di una casella 19.. Ciò non vale per le regole eidetico-costitutive sintagmatiche. Contrariamente a quanto accade per le regole eidetico-costitutive paradigmatiche, per le regole eidetico-costitutive sintagmatiche, come:. (6) Il re, se sotto scacco, deve essere sottratto allo scacco,. non v’è né l’interscambiabilità tra termini per “dovere” e termini per “potere”, né la traducibilità in termini amodali. 1.1.1.3.2. Dopo aver introdotto un tertium quid, il dovere eidetico, si ripropone, però, la domanda: Le tre specie di dovere normativo (dovere deon­tico, dovere anankastico, dovere eidetico) esauriscono il genere “dovere normativo”? 18 Un interessante documento di analisi delle modalità nel gioco è in Ludwig Wittgenstein, Zettel, 1967 (trad. it. p. 30): “Invece di ‘Non si può’, dì: ‘In questo giuoco non c’è’. Invece di ‘Nel giuoco della dama non si può arroccare’ – ‘Nel giuoco della dama non c’è l’arrocco’”. 19 È stato Luigi A. de Caro a segnalarmi il curioso fenomeno che caratterizza il linguaggio delle regole eidetico-costitutive paradigmatiche, cioè l’interscambiabilità tra termini per “potere” e termini per “dovere”.. 29 G. Lorini, Anankastico in deontica. A cura di Olimpia G. Loddo e Roberto Pusceddu - Milano, LED, 2017 http://www.ledonline.it/ledonline/802-Anankastico-deontica.html.

(30) Il concetto di dovere anankastico. Ora, io analizzerò come il concetto di regola thetico-costitutiva reagisca sulla risposta a questa domanda. Per le regole thetico-costitutive non solo è problematico quale sia la specie di dovere normativo che esse instaurano, ma è anche problematico se esse instaurino un dovere. L’esistenza di una quarta species di dovere normativo: il dovere thetico, è indimostrata 20. 1.1.2. Legittimità anankastica vs. legittimità deontica 1.1.2.0. Nel § 1.1.2. analizzo come la distinzione tra le due specie di dovere normativo (dovere deontico e dovere anankastico) reagisce sul concetto di legittimità. La specificità del dovere anankastico è confermata dalla comparazione delle forme di legittimità. Dalla legittimità deontica, la liceità, si deve distinguere una seconda forma di legittimità: la legittimità anankastica (nel lessico di Amedeo G. Conte, la validità praxeonomica). Mentre la legittimità deontica è conformità al dovere deontico, la legittimità anankastica è conformità (non al dovere deontico, ma) al dovere anankastico instaurato da una regola anankastico-costitutiva 21. L’opposizione: legittimità deontica vs. legittimità anankastica, non è una coppia nuova per la deontica. Riporto, ora, sette documenti che attestano la presenza in deontica della opposizione concettuale tra liceità e validità. 1.1.2.1. Il primo dei sette documenti della distinzione tra liceità e validità è in Giovanni Brunetti, Norme e regole finali nel diritto, 1913. Ecco la tesi di Brunetti: “Il porre in essere un atto mancante delle condizioni di validità non costituisce, di per sé, disobbedienza ad un im 20 L’ipotetico concetto di “dovere thetico” non deve essere confuso con un fenomeno caratteristico della lingua tedesca indagato da Amedeo G. Conte. Conte ha segnalato l’esistenza di enunciati normativi adeontici in termini di ‘sollen’, e, più precisamente, di enunciati in termini di ‘sollen’ suscettibili di enunciazione thetica. Conte ha designato con il termine ‘Sollen thetico’ questo uso adeontico del verbo ‘sollen’. Ecco un esempio di “Sollen thetico” tratto dall’opera di David Hilbert e Wilhelm Ackermann, Grundzüge der theoretischen Logik, 1959, p. 10: “Ein Ausdruck soll allgemeingültig heißen, wenn jede daraus durch Einsetzung entstehende Aussagenverbindung richtig ist”; “Un’espressione si chiama universalmente valida, se ogni combinazione di enunciati formata a partire da essa per inserzione è corretta”. Non è ancora chiaro quale sia il rapporto che collega questi nove differenti oggetti teorici: (i) il Sollen thetico, (ii) il dovere normativo thetico, (iii) le enunciazioni thetiche (di cui parla A.G. Conte), (iv) i verbi thetici (di cui ha scritto A.G. Conte), (v) il congiuntivo costitutivo, il conjunctivus constitutivus (di cui parla Herbert Spiegelberg), (vi) la regola thetico-costitutiva, (vii) la costitutività delle regole costitutive, (viii) la theticità delle regole, (ix) gli enunciati thetici. 21 Sul tema della conformità a regole ha scritto recentemente Mauro Barberis. Cfr. M. Barberis, Conformità a regole giuridiche, 1990.. 30 G. Lorini, Anankastico in deontica. A cura di Olimpia G. Loddo e Roberto Pusceddu - Milano, LED, 2017 http://www.ledonline.it/ledonline/802-Anankastico-deontica.html.

(31) Il concetto di dovere anankastico nella teoria delle regole costitutive. perativo giuridico”. Secondo Brunetti, è possibile (ma non necessario) che lo stesso atto sia simultaneamente anankasticamente e deonticamente illegittimo; nel linguaggio di Brunetti, è possibile “costituire un atto nullo ed una violazione della norma giuridica (per esempio, il pactum de non licitando, oltre ad essere nullo, costituisce un delitto contemplato dal codice pen. art. 299 22)” 23. La tesi della distinzione concettuale tra legittimità deontica e legittimità anankastica in Brunetti si associa ad una seconda tesi: la tesi della irrelazione logica tra invalidità e illiceità. Non v’è relazione logica tra l’invalidità di un atto e l’illiceità dell’atto stesso: l’invalidità di un atto non implica, secondo Brunetti, l’illiceità dell’atto medesimo, e, viceversa, l’illiceità di un atto non implica l’invalidità dell’atto stesso. È accidentale che un atto sia e illecito e invalido. In Brunetti, inoltre, interagiscono fecondamente elementi di teoria della legittimità con elementi di teoria dei doveri normativi. Infatti, lucidamente, Brunetti collega la distinzione (nella teoria della legittimità) della legittimità anankastica (validità) dalla legittimità deontica (liceità) alla distinzione (nella teoria del dovere) del “dovere giuridico-finale” dal “dovere giuridico”. Secondo Brunetti, è non la difformità da un “dovere giuridico-finale”, ma la difformità da un “dovere giuridico” a comportare illegittimità deontica. La rilevanza di questa tesi per un’analisi del dovere anankastico è più che evidente: nella distinzione di Brunetti tra “dovere giuridico” e “dovere giuridico-finale” è prefigurata la recente distinzione concettuale tra dovere deontico e dovere anankastico. Scrive Brunetti: Fra le disposizioni contenute nel titolo XII, vi è quella dell’art. 371: “Nei cinque giorni successivi al parto si dovrà fare la dichiarazione di nascita all’ufficiale dello stato civile del luogo, a cui sarà altresi presentato il neonato”. E quell’art. 401: “La domande di rettificazione degli atti dello stato civile devono essere proposte davanti il tribunale, da cui dipende l’ufficio dello stato civile ove si trova l’atto di cui si chiede la rettificazione”. Evidentemente la disposizione dell’art. 371 è una regola imperativa, mentre quella dell’art. 401 è una regola finale (si deve presentare la domanda davanti al tribunale da cui dipende ecc. se si vuole ottenere la rettificazione). Nell’art. 371 si ha un dovere giuridico, nell’art. 401 un dovere giuridico-finale. Quindi il non compiere un’azione, a cui si riferisce l’art. 371 (fare la dichiarazione di nascita nei cinque giorni successivi al parto) costituisce una disobbedienza […], mentre non la L’autore fa riferimento all’art. 299 del Codice penale Zanardelli, non più in vigore in Italia, che stabilisce che “chiunque, con violenza o minaccia, doni, promesse, collusioni o altri mezzi fraudolenti, impedisce o turba la gara nei pubblici incanti o nelle licitazioni private per conto di pubbliche Amministrazioni, ovvero ne allontana gli offerenti, è punito con la reclusione da tre a dodici mesi e con la multa oltre le lire cento”. La fattispecie è attualmente disciplinata dall’art. 353 del Codice penale in vigore in Italia (Codice Rocco). [N.d.C.] 23 Giovanni Brunetti, Norme e regole finali nel diritto, 1913, p. 180. 22. 31 G. Lorini, Anankastico in deontica. A cura di Olimpia G. Loddo e Roberto Pusceddu - Milano, LED, 2017 http://www.ledonline.it/ledonline/802-Anankastico-deontica.html.

(32) Il concetto di dovere anankastico. costituisce il non compiere l’azione contemplata nell’art. 401 (presentare la domanda di rettificazione). 24 25. 1.1.2.2. Il secondo dei sette documenti dell’opposizione: legittimità deontica vs. legittimità anankastica, è in Alessandro Levi, Teoria generale del diritto, 1950. Secondo Levi, “la sanzione d’invalidità del negozio […] non può confondersi con la sanzione d’illiceità, la quale non può colpire se non il comportamento d’un soggetto che contravvenga ad un proprio debere” 26. 1.1.2.3. Il terzo dei sette documenti dell’opposizione: legittimità deontica vs. legittimità anankastica, è in Giovanni Conso, Il concetto e le specie di invalidità, 1955. Scrive Conso: “valutazione ben diversa dalla invalidità […] è l’illiceità” 27. Parallelamente alla distinzione tra liceità e validità, Conso distingue tra “disposizioni che danno luogo ad una valutazione in termini di validità o invalidità” e “disposizioni che danno luogo ad una valutazione in termini di illiceità” (questa distinzione corrisponde alla opposizione tra regole anankastico-costitutive e regole deontiche). Inoltre, Conso (come Brunetti) non si limita a porre la distinzione tra validità e liceità, ma analizza anche i rapporti intercorrenti tra atto lecito e atto valido. Ecco due tesi di Conso sulla relazione logica tra liceità e validità. (i) Prima tesi: un atto illecito è necessariamente un atto valido. Scrive Conso: “Non è consentita per gli atti illeciti la qualifica di in­­va­­li­­ do” 28. (ii) Seconda tesi: può essere valido sia un atto lecito, sia un atto illecito. 1.1.2.4. Il quarto dei sette documenti della distinzione tra legittimità deontica e legittimità anankastica è in Herbert L.A. Hart, The Concept of Law, 1961. Scrive Hart: We may or may not ‘comply’ in making our will with the provision of s. 9 of the Wills Act, 1837, as to the number of witnesses. If we do not comply the document we have made will not be a ‘valid’ will creating rights and duties; it will be a ‘nullity’ without legal ‘force’ or ‘effect’. But, though it is a nullity our failure to comply with the statutory provision is not a breach or a ‘violation’ of Giovanni Brunetti, Norme e regole finali nel diritto, 1913, p. 90. L’autore fa riferimento al Codice civile italiano del 1865 (detto anche Codice Pisanelli). [N.d.C.] 26 Alessandro Levi, Teoria generale del diritto, 1950, p. 224. 27 Giovanni Conso, Il concetto e le specie di invalidità, 1955, p. 4. 28 Giovanni Conso, Il concetto e le specie di invalidità, 1955, p. 7. 24 25. 32 G. Lorini, Anankastico in deontica. A cura di Olimpia G. Loddo e Roberto Pusceddu - Milano, LED, 2017 http://www.ledonline.it/ledonline/802-Anankastico-deontica.html.

(33) Il concetto di dovere anankastico nella teoria delle regole costitutive. any obligation or duty nor an ‘offence’ and it would be confusing to think of it in such terms. 29. Hart individua un insieme di regole che “non impongono doveri o obblighi”: sono le regole “che stabiliscono i modi di formazione dei contratti, testamenti, matrimoni validi”. La difformità da questo tipo di regole non comporta, secondo Hart, illiceità, ma solo invalidità. 1.1.2.5. Il quinto dei sette documenti dell’opposizione: lecito vs. valido, è in Giacomo Gavazzi, L’onere. Tra la libertà e l’obbligo, 1970. In Gavazzi (come in Giovanni Brunetti) la tesi della distinzione tra liceità (legittimità deontica) e validità (legittimità anankastica) si associa alla tesi della irrelazione logica tra legittimità deontica e legittimità anankastica. Coerentemente alla tesi da lui sostenuta (dell’irrelazione logica tra legittimità deontica e legittimità anankastica), Gavazzi nega esplicitamente la tesi di Giovanni Conso, secondo cui l’atto illecito è necessariamente atto valido. Non c’è alcun ostacolo logico […] ad immaginare un atto illecito […] e nello stesso tempo invalido. Sorgerà semmai un problema di coerenza del sistema circa il trattamento cui sottoporre l’atto invalido in questione. 30. La spiegazione del disaccordo tra Conso e Gavazzi è, forse, questa. Le due tesi (la tesi di Gavazzi e la tesi di Conso) sono solo apparentemente antitetiche, in quanto solo apparentemente gli oggetti delle due tesi coincidono. Quando Gavazzi asserisce l’indipendenza logica tra validità e liceità, per validità Gavazzi intende la validità anankastica; quando Conso asserisce che un atto illecito è necessariamente valido, Conso parla non della validità anankastica, ma della validità eidetica 31. Gavazzi riconosce la specificità del dovere anankastico, Conso riconosce la specificità del dovere eidetico. Herbert L.A. Hart, The Concept of Law, 1961, p. 28. Giacomo Gavazzi, L’onere. Tra la libertà e l’obbligo, 1970, p. 140. 31 La distinzione tra validità eidetica e validità anankastica sembra ovvia, ma non è unanimemente riconosciuta. Questa distinzione appare in Jean-Louis Gardies, Peut-on parler de vérité et de fausseté pour les propositions performatives?, 1992, pp. 70-71. Qui Gardies distingue correttamente la validità anankastica, la validità come conformità a regole anankastico-costitutive, dalla validità eidetica, la validità come conformità a regole eidetico-costitutive. Meno corretto è, invece, l’appiattimento della validità eidetica a validità praxeologica. Per Gardies, validità praxeonomica sta a regola anankastico-costitutiva come validità praxeologica sta a regola eidetico-costitutiva. Ma la validità eidetica non è la validità praxeologica: la validità eidetica è non conformità a condizioni athetiche di validità, ma conformità a regole, e precisamente a regole eidetico-costitutive. Anche Carlos Alarcón Cabrera, che pur distingue la validità relativa a regole eidetico-costitutive dalla validità relativa a regole anankastico-costitutive, commette lo stesso errore. Alarcón Cabrera erroneamente riconduce il concetto di legittimità eidetica al concetto di validità praxeonomica, al concetto di “validez pragmática intrínseca”. Egli riconduce la distinzione tra legittimità anankastica e legittimità eidetica al paradigma: validez pragmática estrínseca vs. validez pragmática intrínseca. Scrive Carlos Alarcón Cabrera, Validez pragmática. Una discusión con A.G. Conte, 1993, “la validez pragmática de un acto deóntico depende 29 30. 33 G. Lorini, Anankastico in deontica. A cura di Olimpia G. Loddo e Roberto Pusceddu - Milano, LED, 2017 http://www.ledonline.it/ledonline/802-Anankastico-deontica.html.

(34) Il concetto di dovere anankastico. Il passo di Gavazzi è, inoltre, rilevante per la teoria della coerenza tra doveri eterogenei. Secondo Gavazzi, l’interferenza tra legittimità anankastica e legittimità deontica può generare problemi di coerenza dell’ordinamento. Nel caso in cui un ordinamento qualifichi lo stesso atto e come anankasticamente illegittimo e come deonticamente illegittimo, secondo Ga­vazzi, si originerebbe un’incoerenza. 1.1.2.6. Il sesto dei sette documenti dell’opposizione: lecito vs. valido, in deontica è in Niklas Luhmann, Rechtssoziologie, 1972. Luhmann scrive che v’è “processo d’astrazione [Vorgang der Abstraktion] se l’orientamento fondamentale della vita giuridica viene spostato dall’antitesi concettuale permesso/proibito [erlaubt/verboten] a quella valido/invalido [gültig/ungültig]” 32. Luhmann distingue il paradigma deontico: permesso vs. proibito (deonticamente legittimo vs. deonticamente illegittimo), dal paradigma anankastico: valido vs. invalido (anankasticamente legittimo vs. anankasticamente illegittimo). 1.1.2.7. Il settimo dei sette documenti dell’opposizione: lecito vs. valido, in deontica è in Zygmunt Ziembin´ski, Les règles constitutives en droit, 1987. Secondo Ziembin´ski, un atto (se valido) è valido anche nell’ipotesi che sia deonticamente vietato: Il divieto di fare in certe circostanze uso di una competenza è abitualmente interpretato come una soppressione o limitazione di questa competenza: in realtà, la competenza non è soppressa, semplicemente è deonticamente vietato fare uso di essa. Per esempio, in un’organizzazione militare l’ordine di un ufficiale, se valido, è valido anche nell’ipotesi stessa che agli ufficiali sia deonticamente vietato impartire quell’ordine. [Trad. it. di Giampaolo M. Azzoni]. 1.2. Il concetto di dovere anankastico. nella teoria delle regole tecniche 1.2.0. Introduzione 1.2.0.1. Nel § 1.1. io ho esaminato il concetto di dovere anankastico nella teoria della regole costitutive. Ora, nel § 1.2. indagherò il concetto di dovere anankastico nella teoria delle regole tecniche. siempre de reglas […]. En mi opinión, estas reglas son, como Conte afirma, anancásticoconstitutivas si condicionan la validez pragmática extrínseca de un acto deóntico; y son, en contra de lo que Conte afirma, eidético-constitutivas si condicionan la validez pragmática intrínseca de un acto deóntico”. Sulla distinzione tra validità anankastica e validità eidetica in Gardies, cfr. Andrea Rossetti, Deontica in Jean-Louis Gardies, 1993. 32 Niklas Luhmann, Rechtssoziologie, 1972, p. 144 (trad. it. p. 173).. 34 G. Lorini, Anankastico in deontica. A cura di Olimpia G. Loddo e Roberto Pusceddu - Milano, LED, 2017 http://www.ledonline.it/ledonline/802-Anankastico-deontica.html.

(35) Il concetto di dovere anankastico nella teoria delle regole tecniche. Se in deontica viene spesso misconosciuta la specificità del dovere delle regole anankastico-costitutive, ciò non avviene per il dovere delle regole tecniche (la maggior parte dei documenti, riprodotti nel § 1.3., in cui viene prefigurato il dovere anankastico, prefigurano non il dovere delle regole anankastico-costitutive, ma il dovere delle regole tecniche). Il dovere anankastico delle regole tecniche è conosciuto in deontica sotto vari nomi. In particolare: ‘technisches Sollen’, ‘dovere finale’, ‘Müssen’, ‘tener que’, ‘hypothetical ought’, ‘“ought” of a technical rule’, ‘ought of hypothetical value jugements’, ‘powinnos´c´ wyznaczana przez dyrektywe˛ techniczna˛’, ‘hypothetical imperative “ought”’, ‘dovere-Sollen tecnico’, ‘dovere-Müssen tecnico’, ‘ought of a “practical necessity”’, ‘technical Ought’, ‘anankastic must’, ‘dovere anankastico’. 1.2.0.2. Secondo quanto afferma Amedeo G. Conte, Costitutività di regole, 1989, il dovere anankastico, oltre ad essere (nella teoria delle regole costitutive) il dovere specifico delle regole anankastico-costitutive, è (nella teoria delle regole tecniche) il dovere specifico delle regole anankastiche: Sia nelle regole anankastico-costitutive, sia nelle regole anankastiche il dovere (Sollen, devoir, ought) è un dovere non deontico, ma anankastico. 33. 1.2.0.3. Il rapporto tra il concetto di dovere anankastico e il concetto di regola tecnica è duplicemente problematico. È problematico (i) sia in quanto è oscuro il rapporto tra il concetto di dovere anankastico e il concetto di regola anankastica, (ii) sia in quanto non è chiaro il rapporto tra il concetto di regola anankastica e il concetto di regola tecnica 34. 1.2.0.3.1. In primo luogo, è problematico se il dovere specifico delle regole anankastiche e il dovere specifico delle regole anankastico-costitutive siano omogenei. 1.2.0.3.1.1. Il dovere delle regole anankastico-costitutive si comporta diversamente dal dovere delle regole anankastiche sotto il profilo dell’antinomia: mentre non è possibile antinomia tra regole anankastiche, antinomia è possibile tra regole anankastico-costitutive. 1.2.0.3.1.2. Inoltre, se è vero che una regola anankastico-costitutiva può fondare una omonima regola tecnica (questo sembra essere un argomento Amedeo G. Conte, Costitutività di regole, 1989, p. 465. In Materiali per una tipologia delle regole, 1985, p. 357, Amedeo G. Conte si sofferma sull’oscurità del concetto di regola tecnica e sulla problematicità del rapporto tra il concetto di regola anankastica e il concetto di regola tecnica. Scrive Conte: “il concetto di regola anankastica è, secondo me, uno strumento per l’analisi d’uno dei concetti più oscuri della deontica: regola tecnica”. 33 34. 35 G. Lorini, Anankastico in deontica. A cura di Olimpia G. Loddo e Roberto Pusceddu - Milano, LED, 2017 http://www.ledonline.it/ledonline/802-Anankastico-deontica.html.

(36) Il concetto di dovere anankastico. a favore della tesi dell’omogeneità tra il dovere delle regole anankasticocostitutive e il dovere delle regole anankastiche), è anche vero che ciò non avviene necessariamente. Una regola anankastico-costitutiva non fonda un’omonima regola anankastica in quattro casi: (i) quando la regola anankastico-costitutiva non verte su atti; (ii) quando non è in forma deontica; (iii) quando il condizionante non è soddisfacibile; (iv) quando la regola anankastico-costitutiva, interagendo con altre regole ipotetico-costitutive, determina l’impossibilità aletica del condizionato, cioè l’impossibilità aletica del fine della regola anankastica corrispondente 35. Diverso è il caso, in cui si abbia antinomia tra regole anankasticocostitutive. Qui non si determina semplicemente l’impossibilità aletica del fine. Se una regola anankastico-costitutiva fondi un’omonima regola anankastica dipende da ciò che accade sul piano ontologico, cioè da ciò che accade nel mondo. È rilevante che per ogni dovere instaurato da regole anankastico-costitutive non vi sia necessariamente un corrispondente dovere instanziato da regole anankastiche. Si può parlare di dovere anankastico anche in questi casi? (Inoltre, le regole anankastico-costitutive non sono le uniche regole che possono fondare omonime regole tecniche: anche le regole eideticocostitutive possono fondare omonime regole tecniche. Questo non giustifica, però, che il dovere delle regole eidetico-costitutive possa essere identificato con il dovere delle regole tecniche.) 1.2.0.3.1.2.1. Le condizioni di fondazione di una regola anankastica su una regola anankastico-costitutiva sono analizzate da Giampaolo Azzoni nel libro Il concetto di condizione nellla tipologia delle regole, 1988. Scrive Azzoni: Non tutte le regole anankastico-costitutive fondano omonime regole anankastiche. Perché una regola anankastico-costitutiva fondi un’omonima regola anankastica [la regola anankastico-costitutiva] deve soddisfare cinque requisiti: (i) essere in forma deontica; (ii) vertere su atti; (iii) porre una condizione soddisfacibile dall’agente; (iv) non essere in antinomia con altre regole costitutive; (v) non essere in paranomia 36 con altre regole costitutive. 37 35 Questo tipo di interazione normativa viene trattato, ad esempio, dall’autore nel § 4.1.2.3.1. [N.d.C.] 36 Nel lessico di Amedeo Giovanni Conte (al quale si rifà l’autore) sono paranomie i conflitti che sorgono tra norme a causa del verificarsi di particolari circostanze di fatto. In altri termini, la paranomia è un’incompatibilità tra norme che non sussiste per ogni possibile configurazione della realtà, ma che sorge per il verificarsi di una situazione specifica e contingente. [N.d.C.] 37 Giampaolo M. Azzoni, Il concetto di condizione nella tipologia delle regole, 1988, p. 97. Inoltre cfr. G.M. Azzoni, Cognitivo e normativo: il paradosso delle regole tecniche, 1991, p. 93.. 36 G. Lorini, Anankastico in deontica. A cura di Olimpia G. Loddo e Roberto Pusceddu - Milano, LED, 2017 http://www.ledonline.it/ledonline/802-Anankastico-deontica.html.

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