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Analisi e confronto dei sistemi sanitari delle regioni italiane

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Academic year: 2021

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Politecnico di Milano

Facoltà di Ingegneria

Corso di Laurea in Ingegneria Biomedica

Analisi e Confronto dei Sistemi Sanitari delle

Regioni Italiane

(2)

2

INDICE

1. Introduzione

pag.3

2. Indici di Valutazione

pag.4

2.1.

Sistema Bersaglio

pag.4

2.2.

LEA

pag.6

2.3.

Meridiano Sanità Regional Index

pag.7

2.4.

C.R.E.A

pag.9

2.5.

I.M.D.S.S

pag.11

3. Analisi delle Regioni

pag.12

3.1.

Basilicata

pag.12

3.2.

Provincia Autonoma di Bolzano

pag.15

3.3.

Friuli Venezia Giulia

pag.18

3.4.

Liguria

pag.21

3.5.

Lombardia

pag.25

3.6.

Marche

pag.28

3.7.

Puglia

pag.31

3.8.

Toscana

pag.35

3.9.

Provincia Autonoma di Trento

pag.38

3.10. Umbria

pag.40

3.11. Veneto

pag.44

4. Analisi Complessiva

pag.47

4.1.

LEA

pag.47

4.2.

Meridiano Sanità Regional Index

pag.49

4.3.

I.M.D.S.S

pag.50

4.4.

C.R.E.A

pag.52

5. Conclusioni

pag.54

6. Bibliografia

pag.58

(3)

3

1. INTRODUZIONE

Lo scopo di questo lavoro è valutare e confrontare le perfomance dei sistemi sanitari delle regioni italiane. Data la complessità della procedura, dovuta principalmente alla vastità di fattori che possono essere usati per misurare un sistema sanitario regionale, si è deciso di considerare i risultati di quattro Sistemi di Valutazione Sanitari in modo da ottenere un quadro generale delle valutazioni il più completo possibile. In particolare i sistemi di valutazione che si è deciso di utilizzare sono: il sistema Bersaglio, il sistema di valutazione basato sui LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), il Meridiano Sanità Index e il Crea. Sulla base dei risultati ottenuti e dalle evidenze che emergono dal confronto sarà poi possibile riorganizzare i servizi in modo da garantire una risposta adeguata ai bisogni dei cittadini, è infatti importante sottolineare che i servizi devono adattarsi ai bisogni dei cittadini e non alle esigenze degli operatori. Altra tematica fondamentale soprattutto negli ultimi decenni è quella della spesa sanitaria; è ormai da diversi anni che una delle principali voci di spesa dei bilanci degli stati maggiormente sviluppati è la spesa sanitaria, voce che per esempio in Italia costa circa il 7% del PIL. Si è quindi deciso di affiancare ai sistemi di valutazione anche l’indice di spesa fornito dal MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) delle varie regioni, in modo da tener conto non solo della qualità dei servizi ma anche della spesa. Prima di analizzare le singole regioni verranno descritti brevemente le principali caratteristiche dei sistemi di valutazione considerati.

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2.INDICI DI VALUTAZIONE

2.1 Il Sistema Bersaglio

Dal 2004 il laboratorio Management e Sanità (MesLab) ha progettato un sistema di valutazione delle perfomance per fornire un quadro sintetico dell’andamento della gestione delle aziende ospedaliere unitamente al sistema regionale. Dal 2008 il Sistema Bersaglio (Sanità, 2018) fu attivato grazie alla collaborazione di quattro regioni: Toscana, Liguria, Umbria e Piemonte, che però abbandonerà la collaborazione nel 2010. Col passare degli anni altre regioni hanno deciso di utilizzare attivamente il sistema, arrivando ai giorni d’oggi a dieci regioni, tra cui la Basilicata, il Veneto, il Friuli Venezia Giulia, la Lombardia, le Marche, la Puglia, la Calabria e le due province autonome di Bolzano e Trento. Il coordinamento è affidato a un soggetto terzo e pubblico, la scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che ha il compito di assicurare il rigore metodologico del processo e il sistematico sviluppo e aggiornamento dello strumento. Il Sistema Bersaglio permette di cogliere la complessità dello scenario analizzato attraverso una valutazione multidimensionale con metodi trasparenti e con una rappresentazione di facile comprensione.

Figura 1

Il sistema si compone di circa 300 indicatori ai quali è attribuita una valutazione da 0 a 5, ottenuta attraverso il confronto del valore con degli indicatori con standard internazionali o regionali, se presenti, oppure come media regionale corretta da fattori di risk adjustement. Gli indicatori sono stati raccolti in otto indicatori di sintesi, tramite i quali è possibile descrivere gli aspetti chiave che determinano le prestazioni dei sistemi sanitari:

• Stato di salute della popolazione • Efficienza e Sostenibilità

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5

• Soddisfazione dell’utenza, del personale e i processi di comunicazione • Presa in carico dell’emergenza urgenza

• Prevenzione collettiva

• Governo e qualità dell’offerta • Assistenza farmaceutica

Figura 2

Per rendere più intuitiva la rappresentazione di sintesi dei risultati, gli indicatori compositi sono riportati in una rappresentazione a bersaglio. Gli indicatori con perfomance ottima si collocano al centro del bersaglio, quelli con perfomance scarsa e che richiedono attenzione si trovano sulla fascia rossa. Lo stato di salute della popolazione non è riportato nel bersaglio, ma sopra di esso, in modo da evidenziare l’obbiettivo ultimo verso cui tende ogni sistema sanitario e per ricordare che l’offerta sanitaria rappresenta solo una dei fattori che determinano lo stato complessivo di una popolazione. I dati dell’ultimo report del sistema bersaglio fanno riferimento all’anno 2017.

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2.2 Valutazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA)

I LEA (Salute, 2018) sono le prestazioni e i servizi che il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket). Ogni regione deve garantire l’erogazione dei LEA in condizione di appropriatezza, qualità ed efficienza; le Regioni possono fornire servizi e prestazioni aggiuntive ma mai inferiori a quelle incluse dei LEA. Nonostante siano stati istituiti nel 2001, solo nel 2005 ci si è posti il problema di controllarne in modo sistematico la sussistenza sul territorio affidando questo compito ad un comitato permanente per la verifica dell’erogazione dei LEA composto da 14 membri di cui 7 esponenti delle regioni. La valutazione quantitativa dei LEA è una giusta esigenza nata per tutelare il diritto dei cittadini di disporre di un livello di assistenza garantito su tutto il territorio nazionale, ma la sua effettiva gestione mostra che gli interessi della sanità prevalgono su quel diritto. Attualmente il metodo di verifica dei LEA si basa sulla misura di 21 indicatori, alcuni dei quali suddivisi in sotto indicatori per un totale di 33 grandezze misurate, appartenenti a tre aree di assistenza: collettiva, distrettuale, ospedaliera. Ad ogni indicatore è associato un peso in modo che il peso complessivo per area sia 5 per la collettiva, 11 per la distrettuale e 9 per l’ospedaliera. A ogni indicatore è associato un punteggio: 9 se raggiunge il valore assunto come riferimento, 6 se lo scostamento è entro una certa fascia, 3 oppure 0 con scostamenti superiori, -1 se il dato è mancante. Il punteggio finale dei LEA è dato dalla somma pesata dei punteggi ottenuti da ciascun indicatore. Il punteggio massimo, ovvero raggiunto qualora una regione centrasse tutti i valori di riferimento, è pari a 255. Il comitato LEA ha deciso in modo arbitrario, senza alcuna motivazione, la soglia per definire una regione “adempiente” e quindi consentire l’accesso al 3% del fondo sanitario nazionale. Nel 2012 il cambio di valutazione delle regioni non adempienti in adempienti con impegno ha sollevato perplessità sulla trasparenza del modello e su possibili influenze politiche. Anche nel documento di riepilogo dei LEA è presente una visualizzazione di sintesi degli indicatori. Il rosone si compone di 33 settori circolari di ampiezza pari al peso del singolo indicatore e cinque anelli concentrici per quante sono le classi della soglie di valutazione, inclusa quella del dato mancante, errato o carente di colore grigio.

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2.3 Meridiano Sanità Regional Index

Meridiano Sanità (House-Ambrosetti, 2017) è un organo indipendente di analisi, fondato dalla società di consulenza The European House-Ambrosetti, che raduna aziende e professionisti del settore con l’intento di stimolare il dialogo sul futuro della sanità italiana. Il Meridiano Sanità Regional Index ha il duplice obiettivo di valutare e confrontare le performance dei sistemi sanitari regionali, tra loro e rispetto alla media nazionale, e di individuare le aree in cui si concentrano le

maggiori disomogeneità tra le diverse Regioni. L’index e basato su un numero significativo di indicatori (26 Key Performance Indicator – KPI), rappresentativi dei molteplici aspetti chiave che riguardano i sistemi sanitari regionali e selezionati anche in funzione della disponibilità di dati. L’indicatore in generale è suddiviso in 2 aree di analisi:

• Stato di Salute della popolazione • Mantenimento dello Stato di Salute

La prima area valuta i risultati del sistema sanitario in termini di salute della popolazione attraverso 8 Key Performance Indicator (KPI), tra cui: indicatori di aspettativa di vita, mortalità, fattori di rischio per la salute, tasso di prevalenza standardizzato per patologie ad alto impatto e comorbidità.

Invece l’Index di Mantenimento dello Stato di salute è composto da tre aree diverse:

• Capacità di risposta ai bisogni della salute • Efficacia, Efficienza e appropriatezza • Risorse Economiche

Ciascuna area è stata analizzata attraverso 6 KPI, alcuni dei quali compositi, per un totale di 18 KPI.

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Figura 3

Per ogni KPI dei due macro-indici, è stato assegnato il punteggio massimo (10) alla Regione best performer e il punteggio minimo (1) a quella worst performer; alle restanti Regioni è stato assegnato un punteggio fra 1 e 10, in base alla loro performance relativa. Il punteggio di ciascuna area è calcolato infine come media (ponderata in base ai pesi assegnati) dei KPI utilizzati nell’area stessa. Il punteggio finale dell’indice di mantenimento dello stato di salute è invece calcolato come media dei punteggi delle 3 diverse aree analizzate.

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2.4 C.R.E.A 2018 (Consorzio per la Ricerca Economica Applicata)

Attraverso il progetto “La misura della Performance dei SSR” il team di ricerca del C.R.E.A (applicata, 2018) Sanità dell’Università degli di Roma “Tor Vergata” ha elaborato un metodo originale di valutazione dei SSR, con la collaborazione di un qualificato gruppo di esperti. Il gruppo di esperti è formato da 100 componenti con un’equa distribuzione tra le diverse ripartizioni geografiche di provenienza, ed è suddiviso in:

• 15 rappresentanti delle Istituzioni • 12 rappresentanti degli Utenti/Cittadini • 29 rappresentanti delle Professioni Sanitarie • 27 componenti del Management Aziendale • 17 rappresentanti dell’Industria medicale

Per l’anno 2018 il team del C.R.E.A ha proposto al gruppo di esperti di utilizzare 15 indicatori, 3 per ognuna delle cinque Dimensioni di valutazione, che sono: DIMENSIONE INDICATORE

Sociale (Equità) 1) Quota famiglie impoverite a causa di spese sanitarie Out of Pocket 2) Quota di persone che rinuncia a sostenere spese sanitarie

per motivi economici

3) Quota famiglie con spese sanitarie Out of Pocket catastrofiche

Esiti di Salute 1) Prevalenza di persone senza disabilità 2) Aspettativa di vita in buona salute

3) Quota persone molto soddisfatte dall’assistenza medica e infermieristica ospedaliera o dei servizi ASL.

Appropriatezza 1) Quota pazienti con Infarto Miocardico Acuto trattati con PTCA (Percutaneous Transluminal Coronary Angioplasty) entro 2 giorni 2) Quota pazienti over 75 dimessi vivi non al domicilio

3) Quota ricoveri ospedalieri ordinari in acuzie afferenti a DRG potenzialmente inappropriati

Innovazione 1) Consumo pro-capite annuo per farmaci approvati da

European Medicine Agency negli ultimi 3 anni ed ammessi

alla rimborsabilità

2) Numero di PDTA (Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale) redatti negli ultimi 5 anni

3) Quota di aziende sanitarie che alimentano il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE)

Economico-Finanziaria 1) Spesa sanitaria totale pro-capite standardizzata 2) Disavanzo pro-capite

3) Incidenza della spesa sanitaria totale standardizzata sul PIL Figura 4

Bisogna inoltre sottolineare come ognuno dei 5 gruppi in cui sono suddivisi i 100 esperti dà un peso diverso alle 5 dimensioni, che vanno poi a contribuire alla definizione di Performance. In particolare i diversi pesi son così definiti:

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Figura 5

Il valore quindi di Performance non è univoco, in quanto ognuno dei gruppi di esperti dando un peso diverso ai vari indicatori contribuirà a dare un diverso valore di Performance. I valori delle performance valutate dai 5 gruppi viene poi riassunto in un indice di performance globale per ognuna delle regioni italiane.

Il lavoro svolto dal C.R.E.A non è finalizzato a misurare il grado di

raggiungimento degli obiettivi di Sanità Pubblica, tale esercizio è appannaggio di Enti Istituzionali. Piuttosto esso ambisce a fornire una indicazione sul livello di legittima aspettativa del cittadino nei confronti della Salute perseguibile nei diversi contesti regionali e per farlo si avvale di un approccio fondato sul principio della multidimensionalità della Performance, ed anche sulla multi-prospettiva, ovvero riconoscendo l’esistenza di diverse prospettive di cui sono portatori i diversi Stakeholder dei sistemi socio-sanitari.

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2.5 I.M.D.S.S (Il Monitoraggio della Spesa Sanitaria)

L’I.M.D.S.S (MEF, 2018) è un documento redatto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze con lo scopo di monitorare i conti del SSN (Sistema Sanitario Nazionale) e garantire la verifica del rispetto della garanzia dell’equilibrio annuale del bilancio sanitario da parte delle regioni. Il nucleo principale dell’attività di monitoraggio della spesa sanitaria è la rivelazione dei dati di conto economico effettuata attraverso lo specifico modello di rilevazione CE che, a partire dal 2001, ciascun ente del Servizio Sanitario Regionale (SSR) e ciascuna regione trasmette al Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS). Sono altresì previste rilevazioni a consuntivo relative ai costi dei Livelli di Assistenza mediante l’invio del modello di rivelazione LA e infine viene fatta un’ulteriore acquisizione dei costi dei presidi a gestione diretta delle ASL, mediante il modello CP. L’acquisizione di questi dati permette di valutare annualmente il risultato di esercizio di ciascun SSR a partire dal modello CE relativo al IV trimestre e, in caso di accertamento di disavanzo, si procede all’analisi della idoneità e congruità delle misure di copertura predisposte dalla regione al fine di ottemperare all’obbligo di dare integrale copertura ai disavanzi sanitari regionali.

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3. ANALISI DELLE REGIONI

In questo capitolo verranno utilizzati i dati forniti dai sistemi di valutazione precedentemente descritti e dal MEF per fornire un quadro riassuntivo della performance sanitaria delle singoli regioni italiane. Le regioni che verranno analizzate saranno quelle per cui sono presenti i dati relativi a tutti i sistemi di valutazione.

3.1 Basilicata

1. Sistema Bersaglio anno 2017 e 2018

Figura 7

I dati forniti dal sistema Bersaglio relativi al sistema sanitario regionale della Basilicata nell’anno 2017 mostrano che vi sono 4 elementi critici: Dimissioni volontarie, Governo Spesa Farmaceutica, Consumo farmaci oppioidi e Cure palliative. La criticità del valore di dimissioni volontarie fa riferimento a un numero eccessivamente elevato di suddette dimissioni, che solitamente sono collegate a una percezione di bassa qualità del servizio offerto dalle strutture sanitarie al paziente, infatti è stato osservato che negli ospedali in cui le dimissioni volontarie sono più alte, la valutazione del servizio da parte dell’assistito è più bassa. Gli indicatori F10b e B4 fanno riferimento il primo alla spesa farmaceutica pro capite, che viene valutata eccessiva in quanto è di circa 233 euro a persona, valore che dovrebbe esser almeno inferiore ai 185 euro a persona, mentre l’altro rivela uno scarso consumo di farmaci oppioidi, pari a 1,31 per persona, valore che dovrebbe essere almeno superiore al 1,6. L’ultimo valore critico è quello delle cure palliative che rivela un basso utilizzo di

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medicinali palliativi per i malati di cancro. Molto vicini alla zona critica risultano anche gli indicatori C13a, relativo all’Appropriatezza Prescrittiva Diagnostica, e il B28 relativo all’Assistenza domiciliare e residenziale. Il C13a è prossimo alla criticità perché sono state rilevate un alto numero di risonanze magnetiche a pazienti con età superiore ai 65, pratica che in generale è ritenuta ad alto rischio di inappropriatezza. L’altro indicatore, il B28, mostra un basso numero di pazienti anziani (età>=65anni) che hanno ricevuto almeno un accesso domiciliare. Dal confronto con i recenti dati forniti relativi all’anno 2018 vediamo un netto miglioramento della performance della Basilicata, in quanto sia l’indice delle cure palliative sia quelle delle cure domiciliari hanno raggiunto valori ben al di sotto della soglia critica.

2. LEA

Dalla valutazione dei LEA fornita dal ministero della salute risulta che per l’anno 2017 il punteggio della Regione Basilicata è di 189, che per i parametri del Comitato LEA è un risultato positivo e in incremento rispetto agli anni precedenti.

Figura 8

Nel complesso la regione raggiunge valori adeguati, entro i parametri di riferimento, per la maggior parte degli indicatori, ma vi sono comunque delle criticità nel livello di assistenza della prevenzione e nel livello di assistenza distrettuale. Nel primo caso i problemi sono dovuti a uno scostamento

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anomalo rispetto al valore di riferimento dell’indicatore Malattie Animali Trasmissibili all’uomo, evidenziando una scarsa efficacia nei meccanismi di prevenzione della diffusione della tubercolosi bovina. Nel secondo caso vi sono 2 indicatori che rivelano uno scarso numero di posti in strutture semiresidenziali che erogano assistenza ai disabili.

3. Meridiano Sanità Regional Index

I risultati ottenuti dalla regione Basilicata nel documento del Meridiano Sanità sono i seguenti:

• Un punteggio di 4.0, a fronte di una media nazionale di 5.4, per quanto riguarda la prima macroarea, quella dello stato di salute della popolazione.

• Un punteggio di 4.7, a fronte di una media nazionale di 5.5, per il primo indice della seconda macroarea, quello relativo alla capacità di risposta ai bisogni di salute.

• Un punteggio di 5.5, a fronte di una media nazionale di 6.3, per il secondo indice della seconda macroarea, quello relativo all’efficacia, efficienza e appropriatezza dell’offerta sanitaria.

• Un punteggio di 5.8, a fronte di una media nazionale di 6.2, per il terzo indice della seconda macroarea, quello relativo alle risorse economiche. In conclusione la Basilicata mostra diverse carenze in tutti gli indicatori del Meridiano Sanità, carenze che la pongono sempre al di sotto della media nazionale ma che comunque la rendono una delle regioni del Sud Italia con le performance migliori.

4. MEF

Dalla analisi fatta dal MEF si evidenzia come la Basilicata sia di fatto l’unica regione del centro/sud Italia a non esser sottoposta a un piano di rientro. Inoltre tra tutte le regioni italiane per l’anno 2017 è la seconda miglior regione per quanto riguarda i risultati di esercizio, avendo nel IV trimestre del 2017 un avanzo di 25,767 milioni di euro.

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3.2 Provincia Autonoma di Bolzano

1. Sistema Bersaglio anno 2017 e 2018

Figura 10

I dati del Sistema Bersaglio riguardanti la Provincia Autonoma di Bolzano per l’anno 2017 evidenziano che vi sono principalmente 3 criticità: Copertura Vaccinale, Costo medio per punto di DRG e Costo Sanitario Pro Capite. Per la copertura Vaccinale il risultato è pessimo, tenendo conto che il valore di questo parametro è dato dalla media di 7 sottoindicatori, quello che si ottiene è una fotografia di quanto sia scarsa la copertura vaccinale su tutti i livelli, dalle persone anziane agli operatori sanitari fino ad arrivare ai bambini. La seconda criticità è data dall’indicatore F18 che rivela un elevato costo dei ricoveri per acuti rapportato con i punti DRG ministeriali evidenziando un elevato costo medio dell’assistenza ospedaliera. Infine l’ultimo indicatore, quello relativo al Costo Sanitario Pro Capite calcolato come rapporto tra il costo totale sostenuto dall’azienda sanitaria territoriale per i propri residenti e la popolazione di riferimento, ci mostra nuovamente dei costi eccessivi sostenuti dalle aziende sanitarie. Facendo un confronto con i dati del 2018 possiamo vedere come di fatto siano avvenuti pochi miglioramenti e i 3 principali indicatori che risultavano critici nell’anno 2017 restano immutati anche per il 2018 e anzi vi si aggiunge un quarto indicatore prossimo alla criticità che è quello della Comunicazione Web.

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2. LEA

Per la provincia autonoma di Bolzano non sono presenti le valutazioni dei LEA degli anni precedenti al 2017 a causa del fatto che essa non ha fatto parte del sistema di valutazione. Ma a partire proprio dal 2017 è stato possibile fornire una valutazione dei suddetti LEA mettendo in risalto un risultato pessimo. Infatti Bolzano con un punteggio di 120 risulta avere il peggior risultato di tutte le regioni, pur essendo un provincia autonoma. La motivazione dietro a questo risultato è da ricercarsi nella scarsa copertura vaccinale, a tutti i livelli, il basso numero di screening e una scarsa assistenza per anziani e disabili.

3. Meridiano Sanità Regional Index

I risultati ottenuti dalla provincia autonoma di Bolzano nel documento del Meridiano Sanità sono i seguenti:

• Un punteggio di 9.4, a fronte di una media nazionale di 5.4, per quanto riguarda la prima macroarea, quella dello stato di salute della popolazione.

• Un punteggio di 4.8, a fronte di una media nazionale di 5.5, per il primo indice della seconda macroarea, quello relativo alla capacità di risposta ai bisogni di salute.

• Un punteggio di 7.2, a fronte di una media nazionale di 6.3, per il secondo indice della seconda macroarea, quello relativo all’efficacia, efficienza e appropriatezza dell’offerta sanitaria.

• Un punteggio di 7.4, a fronte di una media nazionale di 6.2, per il terzo indice della seconda macroarea, quello relativo alle risorse economiche. In conclusione la provincia autonoma di Bolzano mostra dei buoni risultati in 2 su 3 degli indici della seconda macro area, quella relativa al mantenimento dello stato di salute, e il miglior risultato nazionale per quanto riguarda la prima macro area, quella dello stato di salute. Nota dolente arriva dall’indice relativo alla capacità di risposta ai bisogni di salute, che mette in evidenza le criticità già precedentemente evidenziate, ovvero la bassa copertura vaccinale e la scarsa assistenza agli anziani.

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4. MEF

Dal documento prodotto dal MEF si evidenzia come basandoci sulla tabella dei risultati di esercizio la provincia autonoma di Bolzano mostra un disavanzo annuale costante dal 2006 fino al 2017, di circa 200 milioni. Va però ricordato che Bolzano fa parte delle regioni a statuto speciale e che quindi provvede direttamente al finanziamento dell’assistenza sanitaria sul proprio territorio senza alcun onere a carico del bilancio dello Stato e che quindi l’eventuale disavanzo, determinato utilizzando la metodologia adottata per le regioni a statuto ordinario, non determina necessariamente un risultato di esercizio negativo in quanto l'eccesso di spesa rispetto alla quota teorica di finanziamento può trovare copertura mediante l'utilizzo di risorse proprie. Risulta infatti che il risultato di gestione a consuntivo 2016 per la provincia di Bolzano presenta un avanzo di 19 milioni di euro.

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3.3 Friuli Venezia Giulia

1. Sistema Bersaglio anno 2017 e 2018

Figura 12

I dati forniti dal Sistema Bersaglio riguardanti il Friuli Venezia Giulia mostrano per l’anno 2017 principalmente 2 criticità: la copertura vaccinale e l’appropriatezza descrittiva diagnostica. Per la copertura vaccinale i valori particolarmente problematici sono quelli relativi al vaccino contro il papilloma virus e lo pneumococco; risultano inoltre avere una bassa copertura anche il vaccino MPR che previene morbillo, parotite e rosolia e il vaccino esavalente a 24 mesi. Per l’appropriatezza descrittiva diagnostica si intende valutare tutti quegli esami diagnostici che non conducono ad una decisione terapeutica e quindi inadatti a risolvere il quesito clinico. Nel Friuli infatti risulta eccessivamente elevata la percentuale di pazienti che ripetono le risonanze magnetiche entro 12 mesi suggerendo un potenziale uso improprio di tale metodica. Facendo un confronto con i dati del 2018 possiamo vedere che dal lato della copertura vaccinale vi è stato un miglioramento, mentre l’Appropriatezza Diagnostica risulta ancora critica. Inoltre dai dati del 2018 si evidenzia una nuova criticità, ovvero il parametro D9 relativo agli Abbandoni da PS. Questo parametro tiene conto di tutti quei pazienti che accedono al pronto soccorso e che per qualche ragione decidono volontariamente di abbandonare il percorso diagnostico-terapeutico evidenziando una chiara insoddisfazione per il servizio erogato.

2. LEA

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Dalla valutazione dei LEA fornita dal ministero della salute risulta che per l’anno 2017 il punteggio della Regione Friuli Venezia Giulia è di 193, quindi risulta pienamente adempiente pur non avendo un risultato particolarmente elevato; ricordo infatti che la soglia minima da raggiungere è di 160. Purtroppo come nel caso di Bolzano anche per la regione Friuli è presente solo il dato del 2017.

3. Meridiano Sanità Regional Index

I risultati ottenuti dalla regione Friuli Venezia Giulia nel documento del Meridiano Sanità sono i seguenti:

• Un punteggio di 7.1, a fronte di una media nazionale di 5.4, per quanto riguarda la prima macroarea, quella dello stato di salute della popolazione.

• Un punteggio di 6.0, a fronte di una media nazionale di 5.5, per il primo indice della seconda macroarea, quello relativo alla capacità di risposta ai bisogni di salute.

• Un punteggio di 6.4, a fronte di una media nazionale di 6.3, per il secondo indice della seconda macroarea, quello relativo all’efficacia, efficienza e appropriatezza dell’offerta sanitaria.

• Un punteggio di 7.3, a fronte di una media nazionale di 6.2, per il terzo indice della seconda macroarea, quello relativo alle risorse economiche. Dai risultati del Meridiano Sanità si evidenzia che in generale il punteggio del Friuli risulta superiore alla media nella prima macroarea e in tutti e 3 gli indici della seconda macro area.

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4. MEF

Dal documento prodotto dal MEF si evidenzia come basandoci sulla tabella dei risultati di esercizio la regione Friuli Venezia Giulia mostra un disavanzo per il 2017 di 49 milioni. Va però ricordato che il Friuli, così come Bolzano, fa parte delle regioni a statuto speciale e che quindi provvede direttamente al finanziamento dell’assistenza sanitaria sul proprio territorio senza alcun onere a carico del bilancio dello Stato e che quindi l’eventuale disavanzo, determinato utilizzando la metodologia adottata per le regioni a statuto ordinario, non determina necessariamente un risultato di esercizio negativo in quanto l'eccesso di spesa rispetto alla quota teorica di finanziamento può trovare copertura mediante l'utilizzo di risorse proprie. Risulta però che il risultato di gestione a consuntivo 2016 per il Friuli presenta un disavanzo di 3 milioni.

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3.4 Liguria

1. Sistema Bersaglio anno 2017 e 2018

Figura 14

I dati forniti dal Sistema Bersaglio nel 2017 per la regione Liguria mostrano 2 valori nella zona critica e 4 valori prossimi a raggiungerla. I 2 valori critici sono relativi agli abbandoni da pronto soccorso e all’assistenza domiciliare e

residenziale. Nel primo caso, per gli abbandoni da pronto soccorso, vengono conteggiati quei pazienti che decidono volontariamente di abbandonare il percorso diagnostico-terapeutico intrapreso andando quindi ad evidenziare una chiara insoddisfazione per quanto riguarda il servizio erogato. Nel secondo caso, quello dell’assistenza domiciliare e residenziale, viene evidenziata sia una scarsa soddisfazione da parte dei pazienti anziani nei confronti della qualità delle cure domiciliari ricevute sia una scarsa attenzione da parte delle strutture ospedaliere nei confronti dei pazienti dimessi ultra 75enni, mostrando come solo una bassissima percentuale di loro, circa il 3%, riceva un accesso

domiciliare a 2 giorni dalla dimissione. I 4 valori vicini alla criticità sono:

Dimissioni Volontarie, Performance degenza (medici), Appropriatezza medica e Appropriatezza Prescrittiva Diagnostica. Il parametro delle Dimissioni

Volontarie risulta molto simile a quello degli abbandoni da PS, in quanto anch’esso evidenzia una percezione bassa da parte del paziente della qualità del servizio ricevuto durante la degenza. Il valore Performance degenza confronta la degenza media per ciascun ricovero con la media registrata nel 2016 per la stessa tipologia di ricovero nelle diverse regioni del network e consente di comprendere il grado di efficienza con cui una struttura provvede all’erogazione delle prestazioni: ad un basso livello dell’indicatore (minor

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numero di giorni di ricovero) si associa una buona capacità di gestione del paziente, sia rispetto alla condizione clinica che all'utilizzo di risorse. Nel caso della Liguria l’indicatore risulta un po' troppo elevato e prossimo al valore critico. L’Appropriatezza Medica va a rilevare quandole prestazioni sono erogate con le giuste tempistiche e secondo standard clinici riconosciuti e condivisi; questo si traduce nell’assicurarsi che i posti letto siano disponibili per chi ne ha davvero bisogno accertandosi ad esempio che i ricoveri acuti non superino i tempi massimi previsti per la gestione di uno specifico quadro clinico; tempi che nel caso della Liguria risultano troppo elevati. Infine

l’Appropriatezza Prescrittiva Diagnostica valuta tutti quegli esami diagnostici che non conducono ad una decisione terapeutica e quindi inadatti a risolvere il quesito clinico, come ad esempio le risonanze magnetiche, che nel caso della Liguria vengono ripetute più volte nell’arco di 12 mesi sullo stesso paziente suggerendo un potenziale uso improprio di tale metodica. Confrontando i dati con il 2018 si vede come vi sia stato un miglioramento per quanto riguarda l’Assistenza Domiciliare e invece un peggioramento per quanto riguarda l’Appropriatezza Diagnostica che ha raggiunto la soglia critica. Gli altri parametri risultano pressochè invariati.

2. LEA

Dalla valutazione dei LEA fornita dal ministero della salute risulta che per l’anno 2017 il punteggio della Liguria è di 195, che secondo i parametri di riferimento fissati dal Comitato Lea (range -25 – 225; positivo a 160) risulta positivo e tendenzialmente costante dal 2014.

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Nell’anno 2017 nel complesso la Regione Liguria raggiunge valori adeguati, entro i parametri di riferimento, per la maggior parte degli indicatori. Si riscontrano delle criticità relativi agli indicatori Percentuale parti cesarei primari in maternità di I livello o comunque con <1000 parti che registra uno scostamento non accettabile rispetto al valore di riferimento (20,10 vs 15,00) e Percentuale di parti fortemente pretermine avvenuti in punti nascita senza UTIN (27,80 vs 18,00).

3. Meridiano Sanità Regional Index

I risultati ottenuti dalla regione Liguria nel documento del Meridiano Sanità sono i seguenti:

• Un punteggio di 6.2, a fronte di una media nazionale di 5.4, per quanto riguarda la prima macroarea, quella dello stato di salute della popolazione.

• Un punteggio di 5.3, a fronte di una media nazionale di 5.5, per il primo indice della seconda macroarea, quello relativo alla capacità di risposta ai bisogni di salute.

• Un punteggio di 6.8, a fronte di una media nazionale di 6.3, per il secondo indice della seconda macroarea, quello relativo all’efficacia, efficienza e appropriatezza dell’offerta sanitaria.

• Un punteggio di 7.8, a fronte di una media nazionale di 6.2, per il terzo indice della seconda macroarea, quello relativo alle risorse economiche. Dai risultati del Meridiano Sanità si evidenzia che per la regione Liguria vi sono delle carenze relative alla capacità di risposta ai bisogni di salute dei pazienti, mentre invece si dimostra un’eccellenza, superata solo dalla Lombardia, nell’area relativa alle risorse economiche; infatti la Liguria risulta essere la regione con la spesa pubblica pro capite per attività di prevenzione rivolte alle persone più alta in Italia, mostrando come via sia un grande impegno da parte della regione nel preservare la salute della popolazione e la sostenibilità del sistema sanitario.

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4. MEF

La regione Liguria presenta a IV trimestre del 2017 un disavanzo di 70 milioni di euro. Tale risultato trova però copertura nelle risorse regionali per un valore di 65 milioni di euro e nell’impegno da parte della regione di aggiungere ulteriori impegni di risorse effettuati sull’anno 2018 per circa 6 milioni di euro. A fronte del conferimento di tali coperture il risultato di gestione della regione mostra un avanzo di 1 milione assicurando così l’equilibrio economico.

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3.5 Lombardia

1. Sistema Bersaglio anno 2017 e 2018

Figura 17

I dati del Sistema Bersaglio per il 2017 riguardanti la regione Lombardia mostrano principalmente una solo criticità, più una serie di parametri prossimi alla regione critica. Il parametro più critico risulta essere la spesa farmaceutica territoriale pro capite, che misura la spesa relativi ai farmici di classe A erogati a carico del sistema sanitario regionale. Nel caso della Lombardia questa spesa è molto elevata, pari a 229,42 euro, valore che per risultare non critico dovrebbe essere almeno inferiore ai 185 euro. Gli altri parametri potenzialmente critici sono: Abbandoni da pronto soccorso, Percorso Emergenza Urgenza e Assistenza Domiciliare e Residenziale. Per gli abbandoni da pronto soccorso, vengono conteggiati quei pazienti che decidono volontariamente di abbandonare il percorso diagnostico-terapeutico intrapreso andando quindi ad evidenziare una chiara insoddisfazione per quanto riguarda il servizio erogato. Per il Percorso Emergenza Urgenza a determinarne una scarsa valutazione sono due sotto parametri: Percentuale di accessi al Pronto Soccorso con codice verde visitati entro 1 ora, che monitora la percentuale di accessi con codice verde che sono trattati entro un'ora dal momento dell’accettazione (triage) e che va quindi a valutare la tempestività del Pronto Soccorso nel rispondere ai bisogni dei pazienti con codici non urgenti, e la Percentuale di accessi al PS con codice verde non inviati al ricovero con tempi di permanenza entro le 4 ore, che similmente al precedente indicatore tieni conto dei pazienti con codici verde che vengono visitati dopo 4 ore e che quindi dà un’idea dell'efficienza dell'intero percorso del paziente,

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anche in termini di effettuazione di esami diagnostici o di visite tramite consulenze specialistiche. Infine per quanto riguarda l’Assistenza Domiciliare e Residenziale viene evidenziata sia una scarsa soddisfazione da parte dei pazienti anziani nei confronti della qualità delle cure domiciliari ricevute sia una scarsa attenzione da parte delle strutture ospedaliere nei confronti dei pazienti dimessi ultra 75enni. Confrontando i dati con il 2018 possiamo vedere come vi sia un peggioramento degli Abbandoni da pronto soccorso che raggiunge il valore critico, mentre non viene riportato il nuovo dato riguardante la spesa farmaceutica pro capite, quindi non è dato sapere se vi sia stato o meno un miglioramento. In generale comunque vi è un miglioramento degli altri parametri.

2. LEA

Dalla valutazione dei LEA fornita dal ministero della salute risulta che per l’anno 2017 il punteggio della Lombardia è di 212 che secondo i parametri di riferimento fissati dal Comitato Lea (range -25 – 225; positivo a 160) risulta ampiamente positivo e in tendenziale incremento nel trend considerato.

Figura 18

Nel complesso la Regione Lombardia, nell’anno 2017, raggiunge valori adeguati, entro i parametri di riferimento, per gran parte degli indicatori senza evidenziare alcun tipo di criticità.

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3. Meridiano Sanità Regional Index

I risultati ottenuti dalla regione Lombardia nel documento del Meridiano Sanità sono i seguenti:

• Un punteggio di 7.0, a fronte di una media nazionale di 5.4, per quanto riguarda la prima macroarea, quella dello stato di salute della popolazione.

• Un punteggio di 7.0, a fronte di una media nazionale di 5.5, per il primo indice della seconda macroarea, quello relativo alla capacità di risposta ai bisogni di salute.

• Un punteggio di 6.2, a fronte di una media nazionale di 6.3, per il secondo indice della seconda macroarea, quello relativo all’efficacia, efficienza e appropriatezza dell’offerta sanitaria.

• Un punteggio di 7.9, a fronte di una media nazionale di 6.2, per il terzo indice della seconda macroarea, quello relativo alle risorse economiche. Dai risultati del Meridiano Sanità si vede come la Lombardia superi ampiamente la media nazionale in 3 dei 4 indici, mostrandosi come la regione migliore soprattutto nell’area relativa alle risorse economiche, grazie per esempio al fatto che è la ragione in cui la spesa per ticket su farmaci e prestazioni sanitarie è la più bassa. Unica pecca è l’indice dell’efficienza e appropriatezza dell’offerta sanitaria, dove il valore è di poco inferiore alla media nazionale.

4. MEF

La regione Lombardia ha nel IV trimestre del 2017 un avanzo di circa 6 milioni euro. Essendo presente un avanzo la situazione sanitaria in Lombardia dal punto di vista economico risulta buono.

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3.6 Marche

1. Sistema Bersaglio anno 2017

Figura 19

I dati del Sistema Bersaglio per la regione Marche mostrano principalmente 4 criticità: Consumo farmaci Oppioidi, Copertura Vaccinale, Percorso Emergenza-Urgenza e Abbandoni da Pronto Soccorso. Per il consumo di farmaci oppioidi si tiene conto soprattutto dei farmaci indicati per il trattamento del dolore severo e risulta che nella regione Marche il consumo sia molto limitato, andando ad evidenziare una scarsa cura e presa in carico da parte del sistema sanitario del dolore dei pazienti. L’indice della copertura vaccinale mostra come nelle Marche vi sia una vaccinazione non adeguata per buona parte dei vaccini ritenuti fondamentali, dal vaccino MPR fino quello antipneumococcico. Questo risulta particolarmente grave in quanto evidenzia un possibile pericolo dovuto alla trasmissione di malattie infettive. Il parametro Percorso Emergenza-Urgenza tiene conto dei punteggi di una serie di sotto indicatori che misurano ad esempio le tempistiche di accesso alle cure del pronto soccorso di un codice verde o di un codice giallo entro un determinato intervallo di tempo, e nel caso delle Marche questi indicatori sono tutti negativi causando una bassa soddisfazione da parte dei pazienti dovuta a una scarsa tempestività con cui vengono effettuate le varie visite. Similmente al precedente parametro gli Abbandoni da pronto soccorso, che conteggiano quei pazienti che decidono volontariamente di abbandonare il percorso diagnostico-terapeutico intrapreso, evidenziano una chiara insoddisfazione per quanto riguarda il servizio erogato. Per la regione Marche non è possibile fare un confronto con l’anno 2018 in quanto mancano i relativi dati.

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2. LEA

Dalla valutazione dei LEA fornita dal ministero della salute risulta che per l’anno 2017 il punteggio della Regione Marche è di 201 che secondo i parametri di riferimento fissati dal Comitato Lea (range -25 – 225; positivo a 160) risulta ampiamente positivo e in crescita nel periodo 2013-2017.

Figura 20

Nell’anno 2017 nel complesso la Regione Marche raggiunge valori adeguati, entro i parametri di riferimento, per gran parte degli indicatori relativi. Si rilevano delle criticità nel livello di assistenza della prevenzione, ed in particolare per l’indicatore Copertura vaccinale per vaccinazione antinfluenzale nell’anziano (>= 65 anni) (50% vs 75%) e MALATTIE ANIMALI TRASMISSIBILI ALL'UOMO - Efficacia dei controlli ufficiali per il contrasto alla TUBERCOLOSI bovina.

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3. Meridiano Sanità Regional Index

I risultati ottenuti dalla regione Marche nel documento del Meridiano Sanità sono i seguenti:

• Un punteggio di 6.1, a fronte di una media nazionale di 5.4, per quanto riguarda la prima macroarea, quella dello stato di salute della popolazione.

• Un punteggio di 4.8, a fronte di una media nazionale di 5.5, per il primo indice della seconda macroarea, quello relativo alla capacità di risposta ai bisogni di salute.

• Un punteggio di 6.3, a fronte di una media nazionale di 6.3, per il secondo indice della seconda macroarea, quello relativo all’efficacia, efficienza e appropriatezza dell’offerta sanitaria.

• Un punteggio di 6.0, a fronte di una media nazionale di 6.2, per il terzo indice della seconda macroarea, quello relativo alle risorse economiche. Dai risultati del Meridiano Sanità si vede come le Marche abbiano ben due indici al di sotto della media nazionale, uno in pari e solo uno al di sopra della media.

4. MEF

La regione delle Marche ha nel IV trimestre del 2017 un avanzo di 4.6 milioni euro. Essendo presente un avanzo la situazione sanitaria delle Marche dal punto di vista economico risulta buono.

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3.7 Puglia

1. Sistema Bersaglio anno 2017 e 2018

Figura 22

Dai dati forniti dal Sistema Bersaglio per l’anno 2017 riguardanti la regione Puglia risulta che sono 9 i parametri che rientrano nella soglia di criticità, ovvero: Abbandoni da pronto soccorso, Dimissioni volontarie, Screening Oncologici, Costo medio per punto DRG, Efficienza prescrittiva farmaceutica, Governo spesa farmaceutica, Assistenza domiciliare e residenziale, Materno Infantile e Appropriatezza Chirurgica. Per quanto riguarda gli abbandoni da PS e le dimissioni volontarie abbiamo dei valori molto elevati, e poiché entrambi gli indici tengono conto del numero di pazienti che decidono volontariamente di rinunciare al processo di diagnosi e/o di cura, essi rivelano un chiaro segno di insoddisfazione dei pazienti nei confronti del servizio che risulta quindi di scarsa qualità. Per gli screening oncologici si tiene conto di 3 principali esami: lo screening mammografico, lo screening della cervice uterina e quello colorettale. Per i primi 2 risulta che in Puglia l’estensione dell’invito a donne e uomini per eseguire questo tipo di esami in via preventiva è troppo basso. L’indicatore Costo medio per punto di DRG monitora il costo medio dell’assistenza ospedaliera e nel caso della Puglia il costo medio risulta di 5967 euro, ritenuto eccessivo. L’efficienza prescrittiva farmaceutica monitora l’utilizzo di farmaci non coperti da brevetto che nella maggior parte dei casi hanno un costo minore rispetto a quelli che hanno ancora la copertura brevettuale. Si dovrebbe quindi incentivare l’utilizzo di questi farmaci in

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32

quanto non solo hanno un costo minore ma anche una efficacia sicura; nel caso della Puglia però la percentuale di farmaci senza copertura brevettuale utilizzati è troppo bassa, andando quindi a incidere negativamente sui costi. Il parametro Governo spesa farmaceutica vuole monitorare il perseguimento degli obbiettivi di razionalizzazione e contenimento sia della spesa farmaceutica, sia della spesa inerente i dispositivi medico-chirurgici. Nel caso della Puglia i costi della spesa farmaceutica territoriale pro capite risultano troppo elevati. L’assistenza domiciliare e residenziale tiene conto sia del livello di soddisfazione da parte dei pazienti anziani nei confronti della qualità delle cure domiciliari ricevute sia dell’attenzione da parte delle strutture ospedaliere nei confronti dei pazienti dimessi ultra 75enni. Per la regione Puglia entrambe i valori risultano molto bassi. Il parametro Materno Infantile tiene principalmente conto dei parti cesarei in posizione verticale (NTSV), ritenendolo un indicatore appropriato per la valutazione della qualità dei servizi legati al percorso materno infantile a livello ospedaliero. Nel caso della Puglia il numero di parti cesarei NTSV risulta troppo elevato. Per Appropriatezza Chirurgica si intende porre l’attenzione su tutti quei DRG che vengono ritenuti a rischio di inappropriatezza in modo da garantire che le prestazioni specialistiche sia erogate con le giuste tempistiche ed utilizzando tecniche e modalità clinicamente consolidate, in modo da rispondere efficacemente ai bisogni del paziente, ottimizzando il rapporto tra costi, rischi e benefici. In Puglia particolarmente bassa è la percentuale di ricoveri in day-surgery, suggerendo quindi che siano pochi gli interventi che permettono al paziente di essere dimesso in giornata e che la maggior parte si traduce in ricoveri più lunghi causando uno spreco di risorse. Confrontando i dati col 2018 possiamo vedere come non ci sia stato praticamente nessun miglioramento nella sanità Pugliese in quanto tutti i valori critici sono rimasti invariati.

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2. LEA

Dalla valutazione dei LEA fornita dal ministero della salute risulta che per l’anno 2017 il punteggio della Regione Puglia è di 179 che secondo i parametri di riferimento fissati dal Comitato Lea (range -25 – 225; positivo a 160) risulta positivo e in tendenziale incremento rispetto al trend considerato.

Figura 23

Nell’anno 2017 per la regione Puglia, sui programmi di screening, risulta critico il dato regionale sulla Proporzione di persone che ha effettuato test di screening di primo livello, in un programma organizzato, per cervice uterina, mammella e colon retto in quanto il punteggio, seppur in miglioramento rispetto al 2016, è al di sotto del valore di riferimento (score 4 vs score 9). Inoltre, per la sanità veterinaria, si evidenzia uno scostamento non accettabile rispetto al valore di riferimento per l’indicatore Percentuale di allevamenti controllati per tbc bovina.

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3. Meridiano Sanità Regional Index

I risultati ottenuti dalla regione Puglia nel documento del Meridiano Sanità sono i seguenti:

• Un punteggio di 3.9, a fronte di una media nazionale di 5.4, per quanto riguarda la prima macroarea, quella dello stato di salute della popolazione.

• Un punteggio di 4.7, a fronte di una media nazionale di 5.5, per il primo indice della seconda macroarea, quello relativo alla capacità di risposta ai bisogni di salute.

• Un punteggio di 4.8, a fronte di una media nazionale di 6.3, per il secondo indice della seconda macroarea, quello relativo all’efficacia, efficienza e appropriatezza dell’offerta sanitaria.

• Un punteggio di 4.5, a fronte di una media nazionale di 6.2, per il terzo indice della seconda macroarea, quello relativo alle risorse economiche. Dai risultati del Meridiano Sanità la situazione della Puglia mostra parecchie criticità giustificando il fatto che i punteggi in tutti gli indicatori sono sempre inferiori alla media nazionale. Alcuni dei problemi sono da ricercare ad esempio negli indicatori di prevalenza delle patologie ad alto impatto, di mortalità e dei fattori di rischio sia per adulti che per i bambini.

4. MEF

Dal documento del MEF risulta che la regione Puglia fa parte di quel gruppo di regioni che sono state sottoposte a un piano di rientro, ovvero a un vero e proprio programma di ristrutturazione industriale che incide sui fattori di spesa sfuggiti al controllo delle Regione. La finalità del piano di rientro è ristabilire l’equilibrio economico finanziario della regione interessata. Nel caso della Puglia risulta che al IV trimestre del 2017 la regione presenta un avanzo di circa 4 milioni di euro, ma nonostante questo vi sono ancora una serie di criticità in diversi settori come quello della prevenzione, dell’assistenza residenziale e semiresidenziale e negli indicatori di appropriatezza clinica.

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3.8 Toscana

1. Sistema Bersaglio anno 2017 e 2018

Figura 25

Dai dati del Sistema Bersaglio per il 2017 risulta che la Regione Toscana non presenta criticità nel suo sistema sanitario. Vi sono però 2 parametri a rischio criticità, ovvero: Equilibrio Patrimoniale Finanziario e Cure Palliative. L’equilibrio patrimoniale finanziario è un parametro che mira a monitorare gli indicatori di solvibilità e solidità tradizionalmente utilizzati nelle analisi di bilancio, in particolare vuole misurare la capacità di essere solvibile, ossia saper far fronte agli impegni di pagamento di breve periodo (passivo corrente) con impieghi di breve periodo (attivo corrente). Per quanto riguarda invece secondo parametro si va a misurare in particolare la percentuale di pazienti oncologici deceduti e in carico alla rete Cure Palliative; nel caso della Toscana questa percentuale risulta troppo bassa, ovvero inferiore al 38,5%. Facendo un confronto con i dati del 2018 si vede come vi sia stato un netto miglioramento sia per quanto riguarda le cure palliative sia per quanto riguarda il parametro equilibrio patrimonio finanziario e in generale non vi sono presenti parametri critici.

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2. LEA

Dalla valutazione dei LEA fornita dal ministero della salute risulta che per l’anno 2017 il punteggio della Regione Toscana è di 216 che secondo i parametri di riferimento fissati dal Comitato Lea (range -25 – 225; positivo a 160) risulta ampiamente positivo ed in crescita nel periodo considerato.

Nel complesso la Regione raggiunge valori adeguati, entro i parametri di riferimento, per gran parte degli indicatori senza che venga misurata alcun tipo di criticità.

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3. Meridiano Sanità Regional Index

I risultati ottenuti dalla regione Toscana nel documento del Meridiano Sanità sono i seguenti:

• Un punteggio di 6.3, a fronte di una media nazionale di 5.4, per quanto riguarda la prima macroarea, quella dello stato di salute della popolazione.

• Un punteggio di 7.8, a fronte di una media nazionale di 5.5, per il primo indice della seconda macroarea, quello relativo alla capacità di risposta ai bisogni di salute.

• Un punteggio di 7.4, a fronte di una media nazionale di 6.3, per il secondo indice della seconda macroarea, quello relativo all’efficacia, efficienza e appropriatezza dell’offerta sanitaria.

• Un punteggio di 7.2, a fronte di una media nazionale di 6.2, per il terzo indice della seconda macroarea, quello relativo alle risorse economiche. Dai risultati del Meridiano Sanità risulta che la Toscana hai dei punteggi sempre superiori alla media nazionale; in particolare registra un punteggio molto elevato nell’indice di risposta ai bisogni di salute grazie al fatto per esempio che la Toscana è la regione con la copertura vaccinale del vaccino HPV per adolescenti più alta in Italia ed è anche la prima regione per quanto riguarda l’Assistenza Domiciliare Integrata agli anziani.

4. MEF

Dal documento del MEF risulta che la regione Toscana presenta un disavanzo di 52,926 mln di euro. A questi 52 mln circa vanno poi aggiunti altri 38 mln che erano destinati al ripristino dell’equilibrio economico 2016 e che poi si sono rivelati eccedenti rispetto alle reali necessità dell’esercizio 2016. Pertanto, il risultato di gestione a IV trimestre 2017 della Regione Toscana, evidenzia un disavanzo di 90,926 mln di euro. Tale risultato di gestione trova copertura, nelle risorse regionali di 98 mln di euro. Dopo il conferimento di tali coperture, il risultato di gestione evidenzia un avanzo di 7,074 mln di euro.

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3.9 Provincia Autonoma di Trento

1. Sistema Bersaglio anno 2017 e 2018

Figura 27

Dai dati del Sistema Bersaglio per il 2017 risulta che la provincia autonoma di Trento mostra 3 criticità: Costo medio per punto di DRG, Costo sanitario pro capite e Abbandoni da pronto soccorso. L’indicatore Costo medio per punto di DRG monitora il costo medio dell’assistenza ospedaliera e nel caso della provincia autonoma di Trento questo è pari a 6530,89 euro, ampiamente al di sopra della soglia ritenuta critica che è di 5747 euro. L’indicatore Costo sanitario pro capite è costruito come rapporto fra il costo totale sostenuto dall'azienda sanitaria territoriale per i propri residenti e la popolazione di riferimento pesata secondo i criteri di riparto utilizzati a livello nazionale. Per la provincia di Trento essi sono pari a 2300 euro, mentre la soglia minima da non superare sarebbe di 2189 euro. Infine gli abbandoni da pronto soccorso tengono conto di quei pazienti che decidono volontariamente di abbandonare il percorso diagnostico-terapeutico intrapreso, evidenziano una chiara insoddisfazione per quanto riguarda il servizio erogato. Facendo poi un confronto con i dati del 2018 possiamo vedere come alcuni parametri siano leggermente migliorati ma quelli relativi alle criticità rivelate nel 2017 siano rimasti invariati.

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2. LEA

Per la provincia autonoma di Trento non sono presenti le valutazioni dei LEA degli anni precedenti al 2017 a causa del fatto che essa non ha fatto parte del sistema di valutazione. Per il 2017 invece è presente il punteggio che è pari a 185, che risulta essere un punteggio pienamente sufficiente in quanto superiore alla soglia minima che ricordiamo essere di 160.

3. Meridiano Sanità Regional Index

I risultati ottenuti dalla provincia autonoma di Trento nel documento del Meridiano Sanità sono i seguenti:

• Un punteggio di 9.1, a fronte di una media nazionale di 5.4, per quanto riguarda la prima macroarea, quella dello stato di salute della popolazione.

• Un punteggio di 7.8, a fronte di una media nazionale di 5.5, per il primo indice della seconda macroarea, quello relativo alla capacità di risposta ai bisogni di salute.

• Un punteggio di 8.1, a fronte di una media nazionale di 6.3, per il secondo indice della seconda macroarea, quello relativo all’efficacia, efficienza e appropriatezza dell’offerta sanitaria.

• Un punteggio di 7.3, a fronte di una media nazionale di 6.2, per il terzo indice della seconda macroarea, quello relativo alle risorse economiche. Dai risultati del Meridiano Sanità la provincia autonoma di Trento risulta aver sempre punteggi ampiamente superiori alla media nazionale, dimostrandosi un’eccellenza sia nell’indice della capacità di risposta ai bisogni di salute, avendo ad esempio il più alto numero in Italia di posti letto pubblici e privati per anziani, sia in quello dell’efficacia, efficienza e appropriatezza dell’offerta sanitaria.

4. MEF

Dal documento prodotto dal Mef risulta che Trento pur facendo parte delle regioni a autonomia speciale mostra per il 2016 un avanzo di 0,031 mln di euro rivelando quindi una buona gestione economica.

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3.10 Umbria

1. Sistema Bersaglio anno 2017 e 2018

Figura 29

Dai dati del sistema Bersaglio per il 2017 riguardanti la regione Umbria, possiamo vedere come vi sia una sola criticità, quella relativa all’Appropriatezza prescrittiva e diagnostica, e una serie di parametri a rischio criticità, come: l’Appropriatezza prescrittiva farmaceutica, il Governo spesa farmaceutica, l’Assistenza Domiciliare e Residenziale e la percentuale di Assenza. L’Appropriatezza prescrittiva e diagnostica tiene conto in particolare del numero di Risonanze Magnetiche muscoloscheletriche fatte a pazienti con età maggiore o uguale a 65 anni poiché, in tale fascia di età, l'utilizzo di RM muscoloscheletriche è ad alto rischio di inappropriatezza. Nel caso dell’Umbria questa percentuale risulta troppo elevata. L’Appropriatezza prescrittiva farmaceutica invece monitora nello specifico l’utilizzo di alcune categorie di farmaci, come ad esempio le statine o gli antiipertensivi, che fanno registrare i maggiori consumi e che impattano in modo significativo sulla spesa, con l’obbiettivo di regolare il corretto impiego di farmaci. In Umbria vi è un consumo di farmaci, che pesato per il numero di residenti, risulta eccessivo. Il parametro Governo spesa farmaceutica rileva la spesa farmaceutica territoriale pro capite dei farmaci di classe A erogati a carico del sistema sanitario regionale, e nel caso dell’Umbria questo valore è elevato e rischia di raggiungere la soglia critica. L’Assistenza domiciliare e residenziale tiene conto sia del livello di soddisfazione da parte dei pazienti anziani nei confronti della

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qualità delle cure domiciliari ricevute sia dell’attenzione da parte delle strutture ospedaliere nei confronti dei pazienti dimessi ultra 75enni, e nel caso dell’Umbria questi parametri sono entrambi negativi. Infine la percentuale di assenza va a monitorare il numero di assenze dei dipendenti dal posto di lavoro facendo un rapporto fra le giornate di assenza per malattie retribuite, per congedi retribuiti, per maternità, congedo parentale e malattia dei figli, per altri permessi ed assenze retribuite, per sciopero e per altre assenze non retribuite (al numeratore) ed il numero di giornate lavorabili al netto delle ferie godute (al denominatore). Nel caso dell’Umbria questa percentuale risulta elevata e molto prossima a raggiungere il valore critico. Facendo poi un confronto con il 2018 possiamo vedere che nonostante sia rimasta la criticità relativa all’appropriatezza diagnostica gli altri valori sono leggermente migliorati. Unico parametro in peggioramento è quello relativo agli abbandoni da Pronto Soccorso.

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2. LEA

Dalla valutazione dei LEA fornita dal ministero della salute risulta che per l’anno 2017 il punteggio della Regione Umbria è di 208 che secondo i parametri di riferimento fissati dal Comitato Lea (range -25 – 225; positivo a 160) risulta ampiamente positivo e in crescita dal 2012.

Figura 30

Nel complesso la Regione raggiunge valori adeguati, entro i parametri di riferimento, per gran parte degli indicatori anche se si rivela una criticità nel livello di assistenza ospedaliera per l’indicatore Percentuale parti cesarei primari in maternità di I livello o comunque con <1000 parti che registra uno scostamento non accettabile rispetto al valore di riferimento (20,3% vs 15%).

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3. Meridiano Sanità Regional Index

I risultati ottenuti dalla regione Umbria nel documento del Meridiano Sanità sono i seguenti:

• Un punteggio di 6.2, a fronte di una media nazionale di 5.4, per quanto riguarda la prima macroarea, quella dello stato di salute della popolazione.

• Un punteggio di 6.2, a fronte di una media nazionale di 5.5, per il primo indice della seconda macroarea, quello relativo alla capacità di risposta ai bisogni di salute.

• Un punteggio di 7.2, a fronte di una media nazionale di 6.3, per il secondo indice della seconda macroarea, quello relativo all’efficacia, efficienza e appropriatezza dell’offerta sanitaria.

• Un punteggio di 7.3, a fronte di una media nazionale di 6.2, per il terzo indice della seconda macroarea, quello relativo alle risorse economiche. Come possiamo vedere dai punteggi degli indicatori l’Umbria supera sempre la media nazionale, raggiungendo quindi buoni risultati in tutti gli indicatori essendo ad esempio una delle 8 regioni d’Italia ad allocare il 100% delle risorse fornite dallo stato per incrementare l’efficacia e l’efficienza del sistema sanitario.

4. MEF

Dal documento del MEF risulta che la regione Umbria ha un avanzo al quarto trimestre del 2017 di 2,187 mln di euro rivelando quindi un buon esercizio economico della sanità.

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3.11 Veneto

1. Sistema Bersaglio anno 2017 e 2018

Figura 31

Dai dati del Sistema Bersagli per la regione Veneto possiamo vedere che non vi sono parametri critici. L’unico parametro che può esser considerato a rischio di criticità è la Performance Degenza Media, che si trova molto vicino alla zona rossa. L’indice di Performance Degenza confronta la degenza media per ciascun ricovero con la media registrata nel 2016 per la stessa tipologia di ricovero nelle diverse regioni del network e consente di comprendere il grado di efficienza con cui una struttura provvede all’erogazione delle prestazioni. Nel caso del Veneto il valore dell’indicatore è un po' troppo elevato andando a suggerire che non vi sia una buona capacità di gestione del paziente, sia rispetto alla condizione clinica sia rispetto all’utilizzo delle risorse. Andando a fare un confronto con i dati del 2018 possiamo vedere che in generale non vi siano stati particolari cambiamenti nei vari indici, compreso in quello della Performance Degenza Media.

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2. LEA

Dalla valutazione dei LEA fornita dal ministero della salute risulta che per l’anno 2017 il punteggio della Regione Veneto è di 218 che secondo i parametri di riferimento fissati dal Comitato Lea (range -25 – 225; positivo a 160) risulta ampiamente positivo e in miglioramento rispetto al trend considerato.

Figura 33

Nel complesso la Regione raggiunge valori adeguati, entro i parametri di riferimento, per gran parte degli indicatori relativi ma si evidenzia una criticità nel livello di assistenza della prevenzione, in particolare nell’area delle vaccinazioni, per l’indicatore Copertura vaccinale per vaccinazione antinfluenzale nell’anziano (>= 65 anni) che registra uno scostamento non accettabile rispetto al valore di riferimento (55,1% vs 75%).

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3. Meridiano Sanità Regional Index

I risultati ottenuti dalla regione Veneto nel documento del Meridiano Sanità sono i seguenti:

• Un punteggio di 7.3, a fronte di una media nazionale di 5.4, per quanto riguarda la prima macroarea, quella dello stato di salute della popolazione.

• Un punteggio di 6.5, a fronte di una media nazionale di 5.5, per il primo indice della seconda macroarea, quello relativo alla capacità di risposta ai bisogni di salute.

• Un punteggio di 5.8, a fronte di una media nazionale di 6.3, per il secondo indice della seconda macroarea, quello relativo all’efficacia, efficienza e appropriatezza dell’offerta sanitaria.

• Un punteggio di 6.8, a fronte di una media nazionale di 6.2, per il terzo indice della seconda macroarea, quello relativo alle risorse economiche. Dai punteggi degli indicatori del Meridiano Sanità per il Veneto possiamo vedere che questi sono in generale superiori alla media nazionale, eccezion fatta per l’indice della capacità di risposta ai bisogni della salute. Ad incidere negativamente su questo indice vi sono ad esempio i dati relativi alla degenza media o a quella preoperatoria, che in entrambi i casi raggiungono i valori più alti d’Italia proprio in Veneto.

4. MEF

Dal documento del MEF risulta che la regione Veneto presenta nel IV trimestre del 2017 un avanzo di 14,54 mln di euro, evidenziano quindi una buona gestione economica del sistema sanitario.

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4.ANALISI COMPLESSIVA

Terminata l’analisi delle regioni di cui sono presenti i dati relativi a tutti gli indici di valutazione, nel seguito mostrerò i dati riassuntivi di tutti gli indici che comprendono la totalità delle regioni italiane, a eccezione del sistema Bersaglio per il quale non esiste un dato riassuntivo nazionale.

4.1 LEA

Figura 34

Nella figura 34 si mostrano i valori assoulti anno per anno del punteggio LEA per ogni regione. Quello che emerge è che analizzando il trend dal 2012 al 2017 dei punteggi LEA di tutte le regioni risulta che il punteggio medio globale cresce passando da una media di 165 nel 2012 a una media di 183 nel 2017, con aumento quindi del 11%.

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Un confronto che è possibile e interessante fare è quello di paragonare il trend del punteggio delle regioni non sottoposte a piano di rientro con quelle invece sottoposte a piano di rientro:

Figura 35

Possiamo vedere come le regioni non sottoposte a un piano di rientro passino da un valore medio di 180 nel 2012 a un valore medio di 210 nel 2017, con aumento quindi del 16.6%. Le regioni invece sottoposte a piano di rientro passano da un valore medio di 150 nel 2012 a un valore medio di circa 170 nel 2017, con un aumento quindi del 13%. Sottolineiamo inoltre come la differenza nel 2012 tra il punteggio medio delle regioni sottoposte a un PDR e quelle non, fosse di 30 punti, mentre nel 2017 la differenza è aumentata arrivando a 50 punti. Questo dovrebbe porre in evidenza come lo strumento del Piano di Rientro sia uno strumento sicuramente migliorabile, in quanto pur avendo prodotti dei miglioramenti nelle regioni in cui è stato applicato non è stato in grado di ridurre la differenza dei punteggi medi tra i due gruppi, anzi come abbiamo visto, questa differenza è andata crescendo.

Per correttezza è interessante vedere come tra le regioni in PDR la regione Abruzzo sia l’unica a mostrare un trend positivo e costante dal 2012:

(49)

49

4.2 Meridiano Sanità Index

Figura 37 Media Punteggi Meridiano anno 2017

In figura 37 viene rappresentata la media dei punteggi ottenuti dalle Regioni nei 3 sotto-indici che compongono l’indice di Mantenimento dello Stato di salute, per poi paragonarla con la media Nazionale. La P.A. di Trento (7,7) e l’Emilia Romagna (7,6) occupano le prime 2 posizioni. Seguono Toscana e Lombardia con un punteggio rispettivamente pari a 7,4 e 7,1. Tutte le Regioni del Sud ottengono invece valori inferiori alla media nazionale.

Se andiamo poi a mettere in relazione le performance dei sistemi sanitari regionali nell’indice dello Stato di salute con l’indice di Mantenimento dello Stato di salute, figura (), emerge una relazione positiva tra le due grandezze: le Regioni con lo stato di salute della popolazione migliori (tutte del Nord) sono anche quelle caratterizzate da un indice di mantenimento dello stato di salute maggiore. Questa relazione mette in evidenza come, purtroppo, il divario tra Nord e Sud sembra destinato ad aumentare.

Figura

Figura 37 Media Punteggi Meridiano anno 2017
Figura 41 Indice C.R.E.A 2018

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