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Il notaio e la città

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Academic year: 2021

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ATTI DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA Nuova Serie – Vol. LII (CXXVI) Fasc. II

VITO PIERGIOVANNI

Norme, scienza e pratica giuridica

tra Genova e l’Occidente

medievale e moderno

**

GENOVA MMXII

NELLA SEDE DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA PALAZZO DUCALE – PIAZZA MATTEOTTI, 5

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— 1465 —

Il notaio e la città

Un volume sul notaio e la città si iscrive all’interno di un progetto culturale che vuole pervenire ad una più approfondita e corretta conoscenza della funzione del notaio nella società europea.

È infatti necessario valutare attraverso quali percorsi, sociali, economici e culturali il notaio sia riuscito a proporsi come punto di riferimento essenziale per la corretta valutazione giuridica delle relazioni personali, familiari e sociali.

Non si tratta, quindi, di approfondire solo gli aspetti formali e sostan-ziali della documentazione prodotta dai notai, ma di valutarla alla luce di una presenza che ha avuto ricadute sociali e culturali di grande rilievo politi-co ed istituzionale.

Un progetto culturale, si è detto, in un senso molto ampio da dare al termine cultura che, in questo contesto, spazia dai temi dell’organizzazione politico-istituzionale a quelli della formazione scolastica, alla pratica dei rapporti giuridici, per finire ad inserirsi, a pieno titolo, nella storia della scienza giuridica.

È certamente casuale, ma egualmente significativo, che i due volumi pubblicati prima di questo abbiano raccolto gli atti di due convegni: il pri-mo, nel 2006, sul tema della publica fides, il notaio e l’amministrazione della giustizia, tutto volto a cogliere aspetti di rapporti fiduciari tra questi profes-sionisti e la società che li esprime, una società urbana; il secondo, nel 2007, relativo ad una fase di sviluppo, nel Medioevo, di una specifica scienza giu-ridica notarile: le fonti ci hanno, infatti, consegnato la figura e l’opera di un giurista e notaio, Martino da Fano, vissuto nel XIII secolo, la cui produzio-ne scientifica dimostra una complessa gamma di interessi in settori giuridici spesso nuovi, e testimonia una cultura personale che travalica i confini della semplice tecnica del diritto e dei suoi strumenti. Egli scrive un formulario, ed è proprio questo genere letterario a segnare i confini e la specificità tec-nica della materia notarile e lo stretto legame con la pratica giuridica quoti-———————

* Pubbl. in Il notaio e la città. Essere notaio: i tempi e i luoghi (secc. XII-XV), Atti del convegno di studi storici, Genova, 9-10 novembre 2007, a cura di V. PIERGIOVANNI, Milano 2009 (Consiglio Nazionale del Notariato, Studi storici sul notariato italiano, 13).

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— 1466 —

diana: la loro grande diffusione è un ulteriore elemento che testimonia la progressiva presenza politica, economica e sociale, oltre che professionale, della categoria e consente di definire uno spazio autonomo di ricerca che si può denominare ‘medioevo notarile’. La conseguenza più rilevante è la di-versa considerazione, che si sta facendo progressivamente strada nella sto-riografia, dell’apporto che questi professionisti hanno dato alla creazione ed evoluzione del nuovo diritto nato nelle temperie politiche e sociali del Bas-so Medioevo.

Un ruolo fondamentale, quindi, nella scienza e nella pratica giuridica, che ha consentito, fra l’altro, in modo determinante, la conservazione, nella coscienza popolare, di buona parte degli istituti giuridici romani; è ormai anche accettato che l’evoluzione delle formule documentarie costituì uno dei più certi segnali della maturazione del fenomeno della rinascita giuridica bolognese. Qualcuno, come lo storico Giorgio Cencetti, parla addirittura di anticipazione, in quanto lo Studio di Bologna sarebbe nato proprio sulla traccia di una precedente scuola notarile. Si è giustamente affermato (Torelli) che i notai furono i volgarizzatori ed i diffusori, nel mondo del commercio e della quotidiana pratica, di quel diritto romano che sarebbe altrimenti ri-masto patrimonio esclusivo della Scuola, avvalendosi, a tal fine, del prestigio che loro derivava dall’essere i titolari della publica fides. Si può dire che gli interventi e le intuizioni, appannaggio della scientia iuris, non rimasero momenti isolati e perciò sterili, ma si calarono nella varietà della pratica quotidiana arricchendo, tramite la mediazione del notaio, la storia di tutta l’esperienza giuridica.

Le evoluzioni culturali e tecniche appena ricordate hanno un riscontro politico-istituzionale determinante nella città che si organizza in Comune. Questo organismo nasce come una coniuratio e si contrappone al sistema politico ed economico feudale, che aveva supplito i pubblici poteri tradizio-nali, fossero essi imperniati nel vescovo o nella scala feudale. La nuova isti-tuzione veniva precisando i modi e le forme della propria giurisdizione e si resse in base ad usurpazioni e rinunzie più o meno volontarie di diritti di dominio di titolarità imperiale: formalmente tale situazione fu sanata solo quando Federico Barbarossa, con la Pace di Costanza del 1183, concesse l’esercizio di quei diritti regali fino ad allora usurpati dai comuni. Fu fon-damentale, nel primo periodo comunale, l’incontro con il notariato di no-mina imperiale o comitale, dal quale venne mutuata la indispensabile forza certificante che il comune non aveva e che conquistò progressivamente.

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— 1467 —

Fu, infatti, ricompreso fra le prerogative del comune, il diritto di con-cedere il privilegio notarile e garantirne sia la legittimità che il fondamento scolastico riconoscendo, previo esame regolato da disposizioni statutarie, la licentia exercendi nell’ambito della città e del distretto. Essenziale, a tale fi-ne, si è rivelata l’operatività delle organizzazioni professionali notarili e delle loro norme statutarie, ma può essere interessante ricordare che la dottrina giuridica, ancora nel Seicento, considerava la potestas creandi notarios attri-buita ai comuni come una eccezione. Si può come esempio ricordare il car-dinal Toschi e le sue Communes Conclusiones che, riesumando una antica teoria medievale tesa a svalutare il documento notarile normalmente vergato su una pergamena, torna a definirlo una ‘pelle morta’, e perciò contrastante con il diritto comune. A questo difetto sostanziale possono rimediare solo l’imperatore ed il papa usando la propria autorità per creare notai. La forza dei fatti, trasfusa nella consuetudine giuridica, muta tale situazione: il pote-re di cpote-reapote-re notai si estende ai pote-re ed a coloro che esercitano suppote-remum impe-rium, ai vescovi, ai rettori delle province ed infine alle città. È una pratica che gli studi contenuti nel volume attestano per il Regnum Siciliae, per il Piemonte sabaudo, per le città lombarde e venete, per Roma, per Bologna e per la repubblica di Genova.

Il notariato si propone, quindi, come una istituzione che nel tessuto politico, economico e sociale delle città trova la sua concreta e completa operatività professionale.

Il volume, che raccoglie gli atti di un convegno tenutosi a Genova nel novembre 2007, vuole proporre una serie di testimonianze che hanno con-sentito di cogliere, nel processo culturale e professionale sopra delineato, sia momenti di identità sia notevoli differenziazioni. Il primo dato comune è anagrafico: tra XI e XII secolo nascono sia la città comunale che l’instru-mentum. È rimbalzato il quesito di quanto si tratti di processi indipendenti. Marmocchi ha scritto di un’esigenza di documentazione del proprio agire politico che induce i comuni a valersi stabilmente dell’opera dei notai e che potrebbe far pensare ad un incrocio fra associazionismo ed instrumentum e ad un possibile legame fra notariato e nascita del comune cittadino.

La mia esperienza di studioso di statuti cittadini medievali mi induce, peraltro, a ritenere che le spinte politiche ed economiche abbiano avuto un peso determinante rispetto ad esigenze organizzative e di documentazione.

Si tratta, per concludere, in tutte le città esaminate, del processo di formazione di una cultura pratica legata alla vita quotidiana della comunità

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— 1468 —

cittadina, che arriva a produrre e a comprendere anche fenomeni letterari come i notai cronisti o poeti cantori della civiltà comunale: non credo che sia corretto considerarli ‘campioni di orgoglio municipale’, ma è certo ri-duttivo ricostruire le vicende della cultura di questo periodo limitandosi a considerare il loro apporto di ‘pratici del diritto’ senza tenere conto del contributo dato alla creazione di nuove figure contrattuali, di prassi istitu-zionali e, al di là del diritto, del loro apporto alla storia del costume e della lingua.

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I N D I C E

Presentazione pag. 7

Tabula gratulatoria » 9

Istituzioni locali e statuti: contributi alla

storia genovese e alla comparazione giuridica

Il Senato della Repubblica di Genova nella ‘riforma’ di Andrea

Doria » 13

Giuseppe Lorenzo Maria Casaregi » 57

Il sistema europeo e le istituzioni repubblicane di Genova nel

Quattrocento » 65

Il diritto genovese e la Sardegna » 113

I rapporti giuridici tra Genova e il Dominio » 123

Leggi e riforme a Genova tra XVI e XVII secolo » 141 Diritto e potere a Genova alla fine del Trecento: a proposito di

tre ‘consigli’ di Baldo degli Ubaldi » 159

Dottrina e prassi nella formazione del diritto portuale: il

mo-dello genovese » 171

Statuti e riformagioni » 193

Gli statuti di Albenga ed il progetto di un “corpus” degli

sta-tuti liguri » 209

Celesterio Di Negro » 219

(7)

Una raccolta di sentenze della Rota Civile di Genova nel XVI

secolo pag. 239

Alcuni consigli legali in tema di forestieri a Genova nel Medioevo » 251 Aspetti giuridici della pesca del corallo in un trattato seicentesco » 263 La ristampa degli statuti novaresi di Francesco Sforza » 273 Cultura accademica e società civile alle origini dell’ateneo

ge-novese » 283

L’organizzazione dell’autonomia cittadina. Gli statuti di Albenga

del 1288 » 291

Lo statuto: lo specchio normativo delle identità cittadine » 317 Gli influssi del diritto genovese sulla Carta de Logu » 329 La normativa comunale in Italia in età fredericiana » 341

Sui più antichi statuti del ponente ligure » 359

Considerazioni storico-giuridiche sul testo degli statuti di Acqui » 365 Note per la storia degli statuti e delle autonomie locali » 375 L’arbitrato. Profili storici dal diritto romano al diritto

medie-vale e moderno » 381

Giovanni Maurizio (1817-1894): le lezioni di diritto

costitu-zionale » 395

Tradizioni e modelli alle origini del diritto europeo » 409 Il diritto del commercio internazionale e la tradizione genovese » 417 L’organizzazione di una città portuale: il caso di Genova » 427 La cultura giuridica in Liguria nel passaggio dall’Alto al Basso

(8)

Prospettiva storica e diritto europeo. A proposito di L’Europa

del diritto di Paolo Grossi pag. 447

Apporti dottrinali seicenteschi in tema di interpretazione

sta-tutaria e diritto penale » 453

La dimensione internazionale di una storia locale: Genova nel

Medioevo e nell’Età moderna » 461

Alderano Mascardi » 473

Giovanni Maurizio » 477

Il diritto ed una “filosofia della storia patria” » 481 Leggendo la storia di Genova attraverso le vicende delle sedi e

dei documenti dell’Archivio di Stato » 487

De iure ovium. Alle origini della trattatistica giuridica sulla

pa-storizia » 495

Diritto canonico medievale

Gregorio de Montelongo legato apostolico in Lombardia e

pa-triarca di Aquileia (1238-1269) » 509

Sinibaldo dei Fieschi decretalista. Ricerche sulla vita » 519 La lesa maestà nella canonistica fino ad Uguccione » 547 Il primo secolo della scuola canonistica di Bologna: un

venten-nio di studi » 575

La ‘peregrinatio bona’ dei mercanti medievali: a proposito di

un commento di Baldo degli Ubaldi a X 1.34 » 595

Un medioevo povero e potente: a proposito di «profili

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Il Mercante e il Diritto canonico medievale: ‘Mercatores in

iti-nere dicuntur miserabiles personae’ pag. 617

The Itinerant Merchant and the Fugitive Merchant in the

Middle Ages » 635

Tracce della cultura canonistica a Vercelli » 651

Il diritto canonico: il Medioevo » 663

Il pellegrino nella tradizione canonistica medievale » 685 La «bona fides» nel diritto dei mercanti e della Chiesa

me-dievale » 697

Innocenzo IV legislatore e commentatore. Spunti tra

storio-grafia, fonti e istituzioni » 709

Scienza e pratica commerciale e marittima

Bartolomeo Bosco e il divieto genovese di assicurare navi

stra-niere » 751

Dottrina, divulgazione e pratica alle origini della scienza com-mercialistica: Giuseppe Lorenzo Maria Casaregi, appunti per

una biografia » 785

L’Italia e le assicurazioni nel secolo XIX » 827

Le assicurazioni marittime » 869

Banchieri e falliti nelle ‘Decisiones de mercatura’ della Rota

Civile di Genova » 883

Courts and Commercial Law at the Beginning of the Modern Age » 903 The Rise of the Genoese Civil Rota in the XVIth Century: The

(10)

Guerra commerciale e discriminazione religiosa in alcune

sen-tenze in tema di pirateria (secoli XVII-XVIII) pag. 933 Diritto commerciale nel diritto medievale e moderno » 945 I banchieri nel diritto genovese e nella scienza giuridica tra

Medioevo ed Età Moderna » 971

Un trattatello sui mercanti di Baldo Degli Ubaldi » 987 Imprenditori e impresa alle origini della scienza del diritto

commerciale » 1005

Alle origini delle società mutue » 1013

Banchieri e mercanti: modelli di classificazione nella dottrina

giuridica genovese » 1033

Diritto e giustizia mercantile a Genova nel XV secolo: i

con-silia di Bartolomeo Bosco » 1047

Tradizione normativa mercantile e rapporti internazionali a

Genova nel Medioevo » 1067

Derecho mercantil y tradición romanística entre Medioevo y

Edad Moderna. Ejemplos y consideraciones » 1081

Statuti, diritto comune e processo mercantile » 1103 Il diritto dei mercanti genovesi e veneziani nel Mediterraneo » 1117

La storiografia del diritto marittimo » 1131

Lo statuto albertino in Liguria: le lezioni di diritto

costituzio-nale di Ludovico Casanova » 1143

Assicurazione e finzione » 1167

(11)

Il viaggio oltremare nel diritto tra Medioevo ed Età moderna pag. 1191 Il diritto dei banchieri nella Genova medioevale e moderna » 1199 Genoese Civil Rota and mercantile customary law » 1211 Le regole marittime del Mediterraneo tra consuetudini e statuti » 1231 Note per una storia dell’assicurazione in Italia » 1245 La Spiegazione del Consolato del mare di Giuseppe Lorenzo

Maria Casaregi » 1257

Aspetti del diritto marittimo in epoca colombiana secondo le

fonti liguri » 1273

Brevi note dottrinali e giurisprudenziali in tema di naufragio » 1277 Il diritto portuale di Castelgenovese: spunti di comparazione » 1283 I fondamenti scientifici del diritto di assicurazione » 1293 Il viaggio per mare. Spunti di diritto medievale e moderno » 1307 Il diritto dei mercanti e la dottrina giuridica in età moderna.

Con-siderazioni comparative tra Benvenuto Stracca e Gerard Malynes » 1315

Brevi note storiche sul fallimento » 1327

Dai tribunali di mercanzia alle Camere di commercio » 1337 Riflessioni della scienza commercialistica sul fallimento tra

Medioevo ed Età Moderna » 1349

Avvocatura e notariato

La ristampa di una “prattica” notarile seicentesca » 1361

(12)

Scienza giuridica e notariato italiano tra medioevo ed età

mo-derna pag. 1391

A proposito di alcuni recenti contributi alla storia del notariato

in Europa » 1401

La professione e la cultura del notaio parmense » 1409 Notariato e rivoluzione commerciale: l’esempio di Rolandino » 1417 A proposito di una storia del notariato francese » 1427 Tra difesa e consulenza: tipologie professionali degli avvocati

nelle società di Antico Regime » 1431

Fides e bona fides: spunti dalla scienza e dalla pratica giuridica

medievale » 1441

Martino da Fano e lo sviluppo del diritto notarile » 1455

Il notaio e la città » 1465

La redemptio captivorum: spunti dalla scienza giuridica

medie-vale e moderna » 1469

(13)

Associazione all’USPI

Unione Stampa Periodica Italiana

Direttore responsabile: Dino Puncuh, Presidente della Società Editing: Fausto Amalberti

ISBN - 978-88-97099-08-6 ISSN - 2037-7134

Autorizzazione del Tribunale di Genova N. 610 in data 19 Luglio 1963 Stamperia Editoria Brigati Tiziana - via Isocorte, 15 - 16164 Genova-Pontedecimo

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