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Esperantaboco. Un nuovo alfabeto per l’Esperanto

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Academic year: 2021

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Rozalia Talic

Relatore - Andrea Bocci

3.

2.

4. 5.

1.

1. Esterno manuale

Raccoglitore personalizzato con il titolo della tesi.

4. Tavola II

Schizzi e passaggi per la realizzazione del segno finale.

2. Confronto

Pagine estraibili per consentire un confron-to diretconfron-to tra i segni.

5. Tavole III e IV

Segno positivo su griglia con spessori e segno negativo con spessori.

3. Tavola I

Dettaglio della prima tavola con tre alfabeti utilizzati per la fusione.

Esperantaboco.

(2)

Abstract

Tutto ha inizio dal primo verso della Genesi (11,1-9), in cui si cita “Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse

parole”, il che mi ha portato ad indagare sulle lingue

universali esistenti e arrivate fino ai giorni nostri. Trovai nell’Esperanto gli ideali di una lingua che mi hanno subito affascinato e ho deciso di fare una tesi che avesse a che fare con questa lingua. Dopo qualche breve ricerca sulla lingua e sul movimento esperan-tista mi sorse una domanda quasi spontanea, perché

l’Esperanto usa un alfabeto latino quando esso è composto anche da lingue che usano altri alfabeti? Il mio intento è

stato quello di fare il primo passo verso la realizzazio-ne di un alfabeto che rispecchi gli ideali della lingua a cui verrebbe applicato. Più precisamente sono andata a fondere l’alfabeto latino a quello cirillico, dando le basi per ulteriori integrazioni di terzi alfabeti. Un pro-getto sperimentale che volge l’attenzione sulle qualità e sulle potenzialità di una lingua universale come l’E-speranto che però non vede rispecchiati i propri ide-ali nella forma del suo alfabeto. Problematica che ho tentato di iniziare a risolvere dando un primo impulso vitale.

Svolgimento

Ricerca e prima fase progettuale: Nel dossier di ricerca è

stato fondamentale indagare sui segni alfabetici, poi-ché tale ricerca mi ha aiutato a capire il perpoi-ché alcuni segni hanno determinate forme, per poi riuscire a tra-sportare le conoscenze acquisite, all’interno della fase di progettazione.

La prima fase progettuale, nonché il cuore della mia tesi, è stata quella di realizzare i segni ricavati dalla fu-sione dei due alfabeti citati prima, insieme a quello at-tuale dell’esperanto. Il risultato è un alfabeto nella sua forma più basilare e semplificata, che vuole essere la struttura, lo scheletro per ulteriori sviluppi futuri.

Seconda fase progettuale: Per diffondere i segni creati,

ho scelto di realizzare un manuale, perché risultava essere l’artefatto più idoneo al tipo di progetto. Il mo-tivo per cui è stato fatto un oggetto a pagine estraibili, è quello di consentire un confronto simultaneo tra i segni.

Conclusioni

Il risultato di questo progetto è, come premesso, il pri-mo passo per la realizzazione di un nuovo alfabeto per l’Esperanto che coincida con gli ideali di quest’ultimo. Spero che un giorno questo progetto si evolva, dan-do la possibilità al nuovo alfabeto di essere finalmente utilizzato.

Sin da quando ero bambina, il vasto mondo degli alfabeti mi ha sempre

incuriosi-to e affascinaincuriosi-to. Mi dilettavo a creare nuovi alfabeti da condividere con le amiche

più fidate per comunicare in modo alternativo. Ecco che ciò che era un gioco da

bambini diventa oggi punto focale del mio progetto di tesi.

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