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I Cisterciensi in Liguria secondo una recente pubblicazione

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2l6 GIORNALE LIGUSTICO Sulla Torre.

OPERA DEGLI EMBRIACI COETANEA AL PATRI O COMVNE DALLE LEGGI NELL’ ECCEDENTE SVA ALTEZZA RISPETTATA BENCHÉ TRAPASSATA IN CATTANEO IN SALE IN BRIGNOLE SALE

RECANDO AI POSTERI

IN VN COLLA PIAZZA PALAGIO E VTA IL NOME DEI FONDATORI STA DI PIETOSO EROISMO E DI CI VI LE G R A N D E Z Z A

MONVMENTO E TESTIMONIO.

LVDOVICA BRIGNOLE SALE IN MELZI d’-HERYL v’appose ovest’ EPIGR. NEL MDCCCLXIX.

C an. Lu ig i Ja co po Gr a s s i.

I CISTERCIENSI IN LIGURIA

SECONDO UNA R E C E N T E P U B B L I C A Z I O N E

Dell’ opera onde diamo il titolo in nota ( i ) è au to re il P. Janauschek dei Cisterciensi di S. C roce ( H e ilig e n k r e u z ) presso Baden d’ Austria, e ivi stesso professore d i S t o r ia E c ­ clesiastica e di Diritto Canonico. Il primo vo lu m e è ven u to alla luce nel 1877 a Vienna, dalla T ipografia I m p e r ia le , e col sussidio di quella I. R . Accademia delle Scienze.

Quest’ ultima circostanza è già per sè un b u o n indizio della serietà e bontà del lavoro; ma cresce di p r e g io l ’ o p e ra per chi considera come 1’ autore vi si sia tra v a g lia to p e r ben venti anni, e ne ammira una diligenza, una eru d izio n e ted esca insieme e benedettina, nella grande abbondanza d e lle scrittu re

(1) Originum Cisterciensium Tomus prim us . . . . descripsit P . Leopoldus Janauschek Moravus Brunnensis S. S. Theologiae in U niversitate T u binen si

Doctor . . . . Vindobonae 1877, di pp. L X X X II-3 9 4 , co n t a v o la ge n ea ­ logica lunga 7 metri e ripiegata in 17 fogli.'

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G IO R NA LE LIGUSTICO 217

c o n s u lta te , degli am ici e benevoli interrogati, degli indici e delia ta v o la g e n e a lo g ic a , m odelli di accuratezza; e che più importa, n o n p u ò n o n approvare i sani criteri, la pienezza del con­ c e tto e la lucidezza d ell’ ordine onde Γ opera intera sarà con­ d o t t a , g iu d ican d o da questa primizia.

L ’ a u to re vuol fare un Monasticum Cisterciense; in cui si v e d a n o p a ssa re a rassegna i figli e le figlie di San Bernardo in s ig n i p e r santità, per dignità ecclesiastiche, per uffici civili, p e r e ru d iz io n e , per lettere e per arti; ma i primi due volumi, ch e n e costitu iscono com e la base, devono fornire Γ enume­ ra z io n e co m p iu ta , m a severamente critica, di tutte le Abbazie d e ll’ O r d in e ; il prim o volum e per quelle dei monaci, il secondo p e r le A b b a z ie di donne. Dico enumerazione critica, perchè v i s o n o g ià in m anoscritti e alle stampe cataloghi più 0 meno a n t ic h i, e sto rie varie dell’ Ordine e documenti in buon dato; m a v e r a m e n te la ricchezza genera confusione. Donde 1 autore h a ric o m in c ia to da cap o ; e in una introduzione ha prima di tu tto e lim in a ti i M onasteri e le Badie erroneamente assegnate a i C is te r c ie n s i, ha trasferite a loro luogo quelle di monache d e ll’ O r d in e che per errore erano state considerate come m a s c h ili; h a tenuto breve parola di alcuni Monasteri dubbii, h a se p a ra to le Abbazie cominciate ma non compiute, e dalle A b b a z ie v e r e C isterciensi quelle che non erano che dipendenze o s e m p lic i P rio rati. H a anche eliminate dal suo lavoro quelle c o n g r e g a z io n i le quali, sebbene derivanti dalla Cisteiciense, d ie d e ro o rig in e a nuovi O rdini di riform ati, come la fiancese d ei F o g l ie n s i , l ’ italiana dei Bernardoni e la Trappa. Tanto m e n o h a volu to toccare degli Ordini cavallereschi che ne p r o v e n g o n o , tra i quali 1’ Ordine di San Maurizio di S.i\oia.

N o i ch e per istituto nostro speciale guardiamo sempre a ciò ch e è o-enovese, v i trovam m o tolta all’ Ordine Cisterciense

1’ A b b a z ia di Sant’ A nd rea di Borzone nel Chiavarese, la quale e ra in v e c e una diram azione della Casa Dei-, il celebre Mona­

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2ΐδ GIORNALE LIG USTIC O

stero di San Colombano di Bobbio fu restituito a l v e r o suo Ordine, il benedettino: vi trovammo posto fra i dubbi un Monastero di San Pietro a Sarzana; e annoverate tra i rifor­ mati italiani le Congregazioni di San Bernardo de Voto entro Genova e di San Bernardo d’ Albaro o alla Foce fu o ri delle mura. Di un altro Monastero qui accennato del Pobleto p ar­ leremo più sotto.

Per tale guisa sgombrato il terreno dagli e r r o r i, dubbiezze e cose estranee al suo scopo, 1’ autore procede a lla d escrizio n e delle singole Badie nell’ ordine cronologico della lo r o fonda­ zione ben avverata.

La prima Congregazione era stata fondata n e l 1 0 9 8 da Roberto di Molesme, in un deserto luogo chiam ato O s te llo 0 Cistercio, donde Γ Ordine prese il nome; ma n o n co m in ciò a progredire se non dopo entratovi verso il 1 1 1 2 S a n B ern a rd o , che se ne può dire il secondo fondatore. Si ved e d ifatto d’ al­ lora in poi un incremento che sembra m iraco lo so ; la più antica colonia non è che del 1 1 1 3 ; eppure a lla m o rte del Santo ( 1 1 5 3 ) il numero ne era già di 3 4 3 ; e a ll’ e tà d e ll’ oro dell’ Ordine, che durò fino alla metà del trecen to, l ’ au to re re­ gistra 728 Abbazie di monaci oltre 14 Priorati sui ju r is : in tutto 742 fondazioni, che compongono la serie di questo p rim o v o lu m e .

Contemplando tanta gloria passata, l’ autore p ro ro m p e in uno sfogo tenerissimo di compianto per le d isp e rsio n i e le rovine accumulate ed esclama; inedia vita in morte sum us.

Cistercio ( Citaux in francese), a tempi del fond atore R o b e rto , era un luogo aspro e selvaggio della B o rg o g n a , o ra diparti­ mento della Còte d’ O r; si diramarono all’ in to rn o le p rim e figlie di quell’ Abbadia; nel 1 1 1 3 Firm itas (L a F e rtè su r G r ò n e ) nel Dip. Saône et L oire; nel 1 1 1 4 Pontiniacum ( P o n tig n y ) nella Yonne; nel 1 1 1 5 Claravaìlis (C la irv a u x , C h ia ra v a lle ) nell’ Aube, e nell’ anno medesimo Morimundus ( M o r im u n d ) nella Haute Marne.

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G IO R NA LE LIGUSTICO 219

L ’ illu s tr e e benem erito sig. Barone Reumont in un articolo di r a s s e g n a a questa opera medesima ( 1 ) , succoso e pieno al su o s o lito di belle considerazioni, ha riepilogato la serie delle A b b a z ie C iste rc ie n si fondate in Italia dai primi agli ultimi te m p i ; o n d e noi non ci permetteremo di rifar male quel che fu g ià fa tto bene. Soltanto pel nostro vezzo sovra notato di d im o r a r v o le n tie ri sulle cose genovesi, diremo alcunché su q u e sta p a rte dell" opera del Janauschek ; quantunque agli ama­ to r i d e lla storia ligustica sieno noti i parecchi articoli sui C is te r c ie n s i del G enovesato, inseriti nel Giornale degli Studiosi d ai m ie i a m ici R R . fratelli Remondini (2). I quali si recarono su i lu o g h i, ne copiarono coll’ usata loro diligenza e cogni­ z io n e le la p id i, ne tracciarono e descrissero le vestigia 0 ne in t e r r o g a r o n o la trad izio n e, quindi posero tutto ciò a con­ fr o n to c o n quanto ne fu scritto antecedentemente.

D o p o le cinque Badie fondate dal 1098 al 1 1 1 5 , continuò

1’ O r d in e a diram arsi in altre otto per le vicine provincie d e lla F r a n c ia , che ora si dicono i dipartimenti di Marne, Seine et M a r n e , L o ire t, D o rd o gn e, Haute Saône e Isère; finché p a ssò le A lp i , e la prim a a fondarsi su terra straniera, cioè la q u a tto rd ice sim a della serie generale, fu nel 1 120 la Badia d el T ig li e t o : la q u ale, sebben posta oltre Appennino, possiamo v a n t a r lig u r e e per la signoria che ivi aveva la Repubblica, e p e rc h è o g g i ancora il Comune sorto sul territorio del Mo­ n a s t e r o appartiene al Circondario di Savona; mentre il fab­ b r ic a to d e ll’ antica Badia risiede più in giù nella più fertile p ia n u r a d e ll’ O rba non lungi dalle Mollare. Al P. Janauschek n o n a r rid e la etim ologia di Tiglieto dai tigli, che a que tempi c o p r is s e r o le spalle di un monte ancor deserto di abitatori,

( 1 ) N e l l ’ A rc h iv io storico italiano, 1877, i.° semestre, pp. 463-73· ( 2 ) I l S a c ro Ordine de’ Cisterciensi in L igu ria; nel Giornale degli Stu­ d io s i, G e n o v a , 1 8 7 1 ; volum i V I e V II, in nove articoli.

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220 GIORNALE LIGUSTICO

noi saremmo di parere contrario al su o , non sap en d o che cosa valga la sostituzione sua spiegante Γ ignoto c o ll’ ig n o to , e vedendo fra noi fatto frequente uso di analoghe d e rivazio n i in odierni e anche grossi Com uni; i quali portano 1’ im p ro n ta dell’ antico stato ne’ nomi di Bosco , R o v e re to , P o m a r u o lo , Oneto, Mortedo (dai m irti), F rassin eto , C astag n o le e C asta­ gneto ecc. L ’ autore poi è scusabile se ha espresso un p oco inesattamente la famiglia a cui appartenevano i fo n d a to ri della Badia, Anseimo e figli, i quali sono i m archesi d el B o sc o e non quelli· di Ponzone; quantunque a dir vero la d ifferen za non è gran cosa, perchè Anseimo primo m archese d el B o sc o è fratello di Aleramo primo marchese di P o n z o n e , e p e rch è i due rami concorsero poi con nuovi benefizi ad a rric c h ire il Monastero. L ’ antica Chiesa è ora posseduta d ai m a rch e si Raggi di Genova, i quali conservano ancora g e lo sa m e n te i documenti della Badia nel proprio archivio.

Non dovrei parlare della vigesima seconda fon d azion e ciste r­ ciense, e seconda italiana, la Badia di Lucedio p re sso T r in o di Monferrato (anno 1 1 2 4 ) ; ma giova ricordarla c o m e m ad re a sua volta di altra Abbazia ligure che vedrem o, ed a n c h e p e rch è essa ebbe l’ onore di dare il titolo di Principe al n o stro patrizio Raffaele De Ferrari di compianta e imperitura m e m o r ia . M a bene e strettamente è genovese la terza italian a, ch e è la cinquantesima della serie generale, la Badia di S a n t ’ A n d re a fra Sestri e Cornigliano non lungi dalla Regina d e lla L i g u r i a ; fondata che fu nel 1 1 3 1 da una colonia venuta d ire ttam e n te da Cistercio, laddove quelle del T ig lieto e di L u c e d io ne sono nipoti, figlie entrambe della Firm itas 0 F e r té .

Nè la prole di Cistercio rimase sterile in c o te ste tre co ­ lonie italiane. Dal Tiglieto partirono i monaci n e l 1 1 3 6 a fondare Staffarda presso Revello nel territorio d e i m a rch e si di Saluzzo, un secondo ramo di quella celebre fa m ig lia ile - ramica a cui appartenevano pure i fondatori d el T ig lie t o .

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GIOR NA LE LIGUSTICO 221

L u c e d io fo n d ato dai m archesi di Monferrato (un terzo ramo a le m a r ic o ) gen erò i C isterciensi di Ripalta presso Tortona nel 1 1 8 1 , e ne l 1 2 1 4 la Badia di San Giorgio de Jubino del quale u ltim o to cch e re m o più sotto. A sua volta la Badia di Ripalta to r t o n e s e ricon osce una delle sue figlie nella ligure fondazione d i P r e a llo o P eragallo ( 1 2 3 4 ) , oggidì chiamato il Porale; che è s itu a to tra G en o va e N o v i a ponente di Ronco Ligure, su l c o n fin e di questo Com une con Voltaggio, sui monti che d iv id o n o le valli della S crivia e del Lemmo. Quivi appunto u n a c a rta top ografica, nel registro di Oltregiogo (1648) del-

1' A r c h iv i ò n o stro di S ta to , pone una Chiesa di San Teodoro, c o sì a l c e r to chiam ata quando Γ Abbazia di Preallo passò ai c a n o n ic i lateran en si di San Teodoro di Genova.

S a n t ’ A n d r e a di Sestri presso Genova inviò anch’ esso una c o lo n ia a lm e n o nel 1 2 5 4 a<^ un’ altra Rivalta della diocesi to rin e s e . F in a lm e n te , sotto una data non ancora ben definita c o m e v e d r e m o più a v a n ti, sorse la Badia di Santa Maria de Ju b in o o d e l Z erb in o, già fuori delle mura di Genova in un lu o g o ch ia m ato Mortedo, attualmente presso la piazza Manin.

F r a tu tte queste Badie la più celebre fu senza fallo quella di L u c e d i o , specialmente pel suo Pietro abbate che accom­ p a g n ò a lla quarta crociata il marchese Bonifazio di Monfer­ r a to su o sig n o re ; e , divenuto questi Re di Tessalonica, ne r ic e v e t t e l ’ A bbazia di Chortato a due miglia da quella capitale, p e r e s s e re m utata in cisterciense. Lo stesso abbate poi dhe- n u to p a tria rc a d’ A n tio ch ia, o fondo o permutò nel 1 21 4 in u n M o n a s t e r o del suo O rdine quello di San Giorgio de Jubino di c h e p a rla m m o e rip arlerem o, situato nella Montagna nera di q u e lla p arte di Siria. A d ogni modo apparisce dai docu­ m e n ti s ta m p a ti, e m olto più dai manoscritti, che anche gli ab b a ti d i S a n ta M aria del Tiglieto e di Sant’ Andrea di S e s t r i e b b e ro una parte importante nel periodo del maggior lo r o fio re ; delegati spesso dai Papi a funzioni delicate, come

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222 GIORNALE LIGUSTICO

l’ arbitrato tra vescovi, il componimento di paci an ch e fra i Comuni ecc.

Non è nostro intento percorrere le serie degli abb ati delle diverse fondazioni che più o meno saltuarie co m p arisco n o nei documenti, tanto meno annoverare i singoli atti n o ta rili o no che le riguardano; sebbene ciò non sarebbe tanto d ifficile o g ­ gidì avendosi alla mano, oltre i più noti e s fr u tta ti, le pre­ ziose collezioni del Poch e del R icheri con ricch i in d ici che si stendono anche ad altre Abbazie fuori della L ig u r ia ; alle quali si dovrebbe aggiungere 1’ opera del Perasso su lle C h ie se di Genova in dodici volumi, conservata nel torin ese A r c h iv io di Stato. Ma, oltrecchè questo fu fatto in g ra n p arte dai sovralodati fratelli Remondini, la nostra rassegna d e v e r is tr in ­ gersi ad alcune osservazioni sui quesiti mossi d a ll’ au to re seb­ bene con poco o punto di nuovi schiarimenti.

Il Preallo o Porale non esiste oramai che in una v a g a tradizione del popolo; Rivalta in poca distanza da T o r t o n a (e non presso N ovi Ligure come crede l’ autore) si c o n se rv a almeno come Chiesa, e ne parlarono gli Atti d e lla S o cie tà Ligure di Storia Patria ( i) .

Il P. Janauschek sa che nel 1 1 8 4 questa A b b a zia ottenne (non per vendita, ma per donazione) il Castellato c o lla C h ie sa di Gudio attiguo alla Badia medesima; ma egli cre d e che sia ignoto l’ abbate che fece quel contratto. Se a v e s s e potuto consultare il dotto Bottazzi (Monumenti dell’ archivio capitolare di Tortona; Tortona, 1837), avrebbe trovato a p a g . 4 4 il d o ­ cumento relativo e il nome dell’ abbate che è P ie t r o ; co m e n el documento successivo del 1 1 86 avrebbe rico n o sciu to l ’ altro atto da lui accennato, donde si rileva il nom e del fon d a­ tore della Badia. A l primo di questi atti in te rv e n g o n o due persone, un canonico e un teste del luogo di S a le t o rto n e s e ,

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G IOR NA LE LIGUSTICO 223

in q u e ’ te m p i chiam ato più spesso Sala. Ciò farebbe quasi s o s p e tta r e ch e in qu esto, ora nobile borgo, abbia a cercarsi la n o n a n c o ra trovata Badia di Sala occupata nel 1189 dai C is te r c ie n s i di Staffard a; ma il non trovar cenno ivi di tal fatto in a lcu n a delle note fonti mi chiude l’ adito ad ogni c o n g e ttu ra .

A c c e n n a m m o già due volte ad un San Giorgio de Jubino. Q u e s ta C o lo n ia di Lucedio fu bistrattata più delle altre dagli sto ric i d e ll’ O rd in e ; essendosi confusi in uno tre, anzi quattro, M o n a s te r i ; San G io rgio di Jubino nella Montagna néra, diocesi di A n t io c h ia in S iria ; San Giorgio, monastero in Alessandria d e lla P a g l i a ; San Sergio di Jubino nella diocesi di Biblo (ora G e b a il) in T e rra sa n ta ; e 1’ Abbazia di Santa Maria de Jubino fu o ri le m u r a di G e n o v a , di cui ho toccato più sopra. Gli s c r itt o r i d e lla nostra Storia ecclesiastica ammettono quasi ge­ n e ra lm e n te che quest’ ultim a Badia sia stata fondata dai Ci­ s t e r c ie n s i n e l 1 1 3 6 ; però sorse primo a dubitarne il nostro

c o lle g a c a v . Belgrano ( 1 ) , osservando non esservene traccia n e lle b e n n ote fondazioni di Siro arcivescovo, e i primi do­ c u m e n ti ch e ne parlano essendo del 1302 e 1308.

O r a il p r o f. Janauschek rinforza quest’ ultima opinione, osser­ v a n d o ch e in niuno dei più antichi cataloghi cisterciensi si fa c e n n o d i tale Badia com e fiorente ne’ secoli X II e X III; o n d e il e h . autore pensa c h e , col cadere della signoria dei L a t in i in O rie n te , anche i loro Monasteri colà eretti rischiassero o si e stin g u e sse ro a dirittura ; quindi i monaci di San Giorgio di Ju b in o di là si trasferissero in Occidente, e proprio fuori le m u ra di G e n o v a , erigendo ivi 0 tramutando da altra più a n tica in cisterciense 1’ Abbazia di Santa Maria di Jubino, n o m e o c o rro tto o confuso nell’ altro più volgare di Zerbino.

( 1 ) Illu stra z io n e del Registro Arcivescovile ; Atti della Società Ligure, v o l. I I , p a rte I , p. 425.

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t

A me anche arride questa spiegazion e, tanto più p e r c h è n ei nostri documenti ne abbiamo un altro esem pio e c a lz a n tis s im o .

Beltramo abbate della nostra S . M . di Jubino e r a n e l 1 3 0 8 testimonio ad un atto, per cui O b erto P o rp o re rio d o n a v a un pezzo di terreno fuori le mura di G e n o v a , nel lu o g o c h ia m a to Mortalo, a tre monaci dell’ O rdine di San B a s ilio , fr a M a r tin o da Sagarito, fra Sim eone e fra G u g lie lm o d elle p a r ti d ’ A r ­ menia; i quali (com e aggiunge la bolla p o n tificia c h e se g u e tale donazione nello Schiaffino, Storia eccl. m s. ad annum) si erano qui ricoverati fuggendo dalla Montagna nera d ’ A r m e n ia per le continue incursioni e devastazioni dei S a r a c e n i , c io è (come si sa dalla storia) del Sultan o d’ E g itto c h e fin ì c o l conquistare la C ilicia od A rm enia m in o re c o lla T e r r a s a n t a . Si non che tanto il M onastero di San B asilio q u a n to 1’ A b ­ bazia cisterciense di San G io rg io de Jubino e ra n o g i à situ a ti sulla Montagna nera delle parti d’ A r m e n ia : v a le a d ire in quella parte orientale del T au ro chiam ata Amano in a n t ic o , Montagna nera nel medio evo e m o d ern am en te, s e b e n m i appongo, Almadagb. Considerato il tu tto , n u lla m i a p p a r e di più naturale che i Cisterciensi di San G io r g io , r it ir a t is i i p r im i in Genova, abbiano poi procurato ai Basiliani in Mortcdo, p o c o lungi dalla loro stessa Abbazia de Jubino, il t e r r e n o e fo r s e anche i sussidi in danaro per costruire quel M o n a s te ro d e ll’ O r ­ dine di San Basilio che vive tuttora nella C h ie s a c n e l n o m e almeno di San Bartolom eo degli A r m e n i: cosi a n c h e b e n si spiega la presenza all’ atto dell’ abbate de Jubino.

Simile potrebbe essere il caso di San S e rg io de Ju b in o, i cui monaci partirono forse verso lo stesso te m p o d a B ib lo di Ferrasanta: oltrccchè a me pare che più p u n ti d i c o n ­ tatto meritino essere rilevati fra quei due cen tri o r ie n t a li di San Giorgio e di San Sergio. L ’ av er entram bi lo s t e s s o tito lo de Jid’ino, Γ essere entrambi sotto lo stesso P a t r ia r c a t o d ’ A n ­ tiochia, la Montagna nera dividendo l’ A rm e n ia d a T e r r a s a n t a ,

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G IO R NA LE LIGUSTICO 225 d o v e B ib lo giace a m eriggio di T rip oli; tutto ciò mi fa cre­ d e re c h e S a n S e rg io , se non è fondazione anch’ ejso di P ie tr o a b b ate cisterciense divenuto patriarca colà, per lo meno p o s s a e s s e r e colonia dei monaci dell’ omonimo San Giorgio. S e fo r s e a n c h e non contribuì ad un trasporto a Genova da B ib lo la rico rd an za degli Em briaci genovesi, che furono lungo te m p o s ig n o r i di quest’ ultim a città conquistata dai crociati e p iù n o ta s o tto il nom e medievale di Gibelletto.

D e v o p e rò rilevare un errore sfuggito all’ autore, e forse non se n z a la particip azion e nostra o de’ nostri amici. Egli cita un atto d e l notaro genovese Antonio Foglietta, del 26 feb­ b raio 1 4 0 0 , in cui si direbbe secondo lui che San Giorgio de Ju b in o n e lla Montagna nera era un semplice Priorato sog­ g e tto a ll’ A b b a zia di Santa Maria de Jubino di Genova. A v e n d o io consultato l’ atto originale ( 1 ) , trovo che non è c o sì. V i è b en sì nominato un Priorato soggetto all’ Abbazia de Ju b in o di G e n o v a, ma non è quel San Giorgio della Mon­ tagna n e r a , sibbene un San Biagio di Nicosia capitale del r e g n o di C ip r o ; un M onastero che mi pare ignorato dal M a s - L a t r i e , che è pure così bene informato anche delle c o se e ccle sia stich e di quella storia. Gli altri priorati di San G io r g io d ’ A n tio ch ia e di V alle di Cristo in Rapallo furono ^

( 1 ) In A n t o n io Foglietta 14 0 0 -14 0 2 , carte 102 verso (Archivio Notarile). A . 1 4 0 0 ,2 6 fe b r u a r ii. Convocato capitulo Monasterii S. Marie de Jubino Ordinis C istcrcien sis m andato Vcn. P atris D u i Johannis Abbatis dicti Monasterii.. . . Ja m dictus A b b a s in présent ia et consensu dictorum Monacorum etc., constituunt eorum nuntios et procuratores spectabilem et egregium militem D. Johan- nem B a b in i honorabilem Adm iratum Regni Cypri et nobilem D. Impe­ ria lem G en tilem quondam D . N icolai civem Janue . . . ad petendum omne id quod dicto D n o A b b a ti et Conventui debetur in dicta insula Cypri ratione P rio ra tu s S . B l a s ii de Nicosia qui est membrum dicti Monasterii de Jubino, et etiam ra tio n e aliorum bonorum in dicta insula consistentium et maxime bysantios 2 0 0 annuatim in fundo (?) Nicosie dicto Monasterio debitos.

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2 2 6 GIORNALE LIGUSTICO

appiciccati dal Giscardi e da altri a quello di S a n B ia g io di

Nicosra, ma senza addurre fonti di giu stificazio n e.

Quanto al Priorato di San G io rg io d’ A le s s a n d r ia d ella Paglia, contuso da altri col suo o m on im o d i A n t io c h ia in Siria, dirò che esisteva veram ente un P rio ra to d i ta l n o m e in

quella citti, e v i ebbe che fare n el 14 5 2 un A b b a te de Ju bino di

Genova; ma non come cap o , soltan to com e a r b it r o in certa quistione a lui delegata da papa N ic o lò I V ; e s s e n d o le parti litiganti entrambe dell’ Ordine B e n ed ettin o , Γ A b b a t e d i S . S iro

di Genova e il Priore di San G io rg io di A le s s a n d r ia c h e non

volea riconoscerne la giurisdizione ( 1 ) .

Rimane a parlare, fra i cenobii m a sc h ili, di u n a fo n d a z io n e cisterciense denominata Santa M aria de Pobleto. D e lla q u ale Γ autore dice, che non trova traccia n ei c a ta lo g h i a n tic h i nè ne san nulla i suoi corrispondenti to rto n e si, n e lla c u i d io cesi tale Monastero dovea essere situato secon d o le in fo r m a z io n i a lui comunicate da genovesi. P e rlo c h è egli in f e r is c e c h e o non fosse che una Grangia dipendente d all’ A b b a z ia d i R ip a lta tortonese, oppure fosse una qualche p re p o situ ra . I g n o r ia m o anche noi se Pobleto fosse un’ A bbazia o un s e m p lic e P r io r a t o ; ma che appartenesse ai C istc r c ie n s i, e che f o s s e n e lla d io ce si di Tortona ma sotto la sign oria più o m e n o d ir e t ta della Repubblica, lo si dimostra coi fatti segu enti.

Dapprima vediamo di fissare la posizione d i P o b le t o o r a a f fatto ignota. N ell’ archivio della C u ria d io cesan a di T o r t o n a ( 2 ) si deve conservare un docum ento in data d e l m a r z o 1 6 1 4 ,

—* ( l) Estratto da pergamena autentica in Poch (Ms. a lla B ib l. C iv ic a ) ,

vol. IV, reg. V, p. 86: Nicolaus Episcobus__ Abbati S . M ariae de Jubino

del 1452 quarto idus (manca il mese e il resto) con a ltr o B re v e dello stesso Papa del 1455, X KalenJ. Octobris Pontificatus n o s tri anno V I I .

(2) Ricavo queste notizie dal mio amico cav. A lessan d ro W o lf, p ro fesso re di lingue all’ istituto Tecnico di U dine, il quale per p iù an n i percorse il tortonese e il piacentino e ne interrogò m inutam ente g li a rc h iv i civili

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GIOR NALE LIGUSTICO 227

c o l q u a le g l i uo m in i di C astel dei R atti, insieme ai vicini d i L i v e t o e C e r r e t o , dom andano al V escovo di essere costi­ t u it i in p a rro c c h ia p r o p r ia ; dappoiché sono lontani dalla C h i e s a m a t r ic e di B o r g h e tto , e da questa divisi mediante il fiu m e Pobleto detto volgarmente la Barbera. Ancora: in un do­ c u m e n t o d e l 1 4 6 4 , con servato nell’ archivio della stessa Curia, s i t r o v a in d ic a to un Christophorus de Lugano, che tra molti a l t r i t it o li h a anche q u ello di canonicus eeclesie S. Victoris de Burgo Vallis Publeti, cio è della matrice nell’ ora detto Bor­ g h e t t o . M e r ita n o infine di essere notati più documenti im­ p e r ia li r ig u a r d a n ti il M onastero in C iel d’ o ro , a cui vien d o n a ta t r a m o lti altri la C hiesa di S. Pietro di Pobbio (eccle­ sia de Pobli in valle Bulberia) ; il che parrebbe distinguere le d u e p a r t i d e lla v a lle : co l nome di Poblo la superiore, di Pobleto la in fe rio re . Q u e ste notizie chiariscono pure alcuni d o c u m e n t i d e l Liber Jurium Reip. Genuensis (2 ), ove si parla di u n a r e g i o n e chiam ata Pobleto e corrottamente Plumbeto. Niuno h a fin o r a sp ie g a to questo nom e ora ign o to , ma dal contesto d e g li a tti s i capisce che si tratta proprio di questa valle in f e r i o r e d e lla B o rb era v e rs o il suo confluente colla Scrivia. I n t a t t i in u n o di questi facendosi la rassegna dei feudatari d e lla R e p u b b lic a , v i si annoverano anche i Signori di Pobleto e s i d ic e c h e i lo ro po ssessi sono ultra Scriviam e dipendono d a lla C u r i a di G a v i; la quale C uria marchionale, sebbene avente il s u o c e n t r o al di qua d ella Scrivia, si sa che anche al di là a v e a m o lt i d iritti, fra i quali l’ A vvocheria del Monastero Bene­ d e ttin o d i P re c ip ia n o alla influenza della Borbera nella Scrivia.

ed e c c le s ia s tic i ; riducendone il risultato in due Mss., uno per diocesi, ove so n o accu ra ta m en te indicate le P ievi medioevali colle fonti e gli estratti più r ile v a n t i. V ed . specie le pagg. 5 e 6 del Ms. tortonese, ove è la Pieve di S . V it t o r e del Borghetto.

( 1 ) M onum enta Hist. P atria e; Jurium I , colonne 50, 407, 551 e spe­ c ia lm e n te 4 9 2 .

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2 2 8 GIORNALE LIG USTIC O

Con egual certezza non potrem m o asserire c h e il C a s te llo dei Ratti abbia preso proprio il luogo di P o b le to . A p rim a fronte anzi potrebbe supporsi che quel M o n a ste ro fo sse alla destra del torrente Borbera e più in alto , colà d o v e si dice tuttora il Monastero di San P ietro di M olo.

Senonchè il nome di Santa M aria titolare d e l M o n a ste ro Cisterciense si tro va , sebben quasi perduto d i v i s t a , alla sinistra del torrente. Castel dei R atti form a c o n C e r e t t o la parrocchia di S. Stefano, come si è detto di s o p r a ; m a il De Bartolomeis ( i ) aggiunge che questi due lu o g h i d ip e n d o n o da una Prepositura di Santa M a ria , di cui n o n p o r g e a ltro cenno. Sarebbe mai quel luogo sa c ro , che le c a r te d e llo S ta to Maggiore sotto il titolo di N . S . della M e rc e d e d ise g n a n o sulla cima del poggio alle cui falde sta il C a s te l d e i R a t t i ? Ma per nulla tacere, il conte C a rn ev ale n o n c e r to buon critico ma instancabile ricercatore di m e m o rie t o r t o n e s i , lasciò scritto (secondo il W o lf) che i C a n o n ici R e g o la r i n e l i l 34 fondarono il Cenobio di S . M aria di L e m m i , te rra posta in un vicino Com une a sciro cco di C a s te l d ei R a tti.

Noteremo infine che Castel dei R atti è n o m e n u o v o ch e prese quel distretto dai suoi feudatarii i R a tti-O p iz z o n i, o n d e si vede come sia stato dimenticato il nom e di P o b le t o .

A ogni modo, senza pretendere di assegn ar p o s t o fìsso al Monastero Cisterciense, non ci par dubbio ch e e r a q u iv i la sua regione. Ed ora che lo abbiam o rin v e n u to , v i p o s s ia m o applicare un curioso contratto di com pra c h e , in a tti del notaro genovese Angelino da S e s t r i, fa un fratcr Barlholometis moiiacus Monasterii Sditele Marie de Pobleto de Ordine Cisterciense (Richcri, in Archivio di Stato, I. 7 5 , 2; anno 1 2 7 4 , 3 m a r z o ) .

Il signor Rcumont nell’ articolo so vra lo d a t o , c o n b r e v i

(i) Notifie topografici* e statistiche degli Stali di S. M . i l R e d i S a rd eg n a ;

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-GIO R N A LE LIGUSTICO 229

m a a c c o n c ie p a ro le , ha posto Γ Ordine Cisterciense in con­ fr o n to a i b iso g n i del secolo contemporaneo alla sua fondazione, m o s tra n d o la decadenza dei più antichi Benedettini, la istitu­ z io n e d i a ltri O rdini m onastici a poca distanza di tempo e i b e n e fici sp e ciali recati alla civiltà dai Cisterciensi, che univano a llo stu d io ed alla dottrina la pratica dell’ operosità civile e del la v o r o m a n u a le , specialm ente nel dissodamento di lande erme e p a u ro s e ch e tanto allora abbondavano. Questo, non dubito, sa rà s o g g e tto prediletto d ell’ autore nei volumi che seguiranno; e n o n d im e n tich e rà, c re d o , anche i pochi nostri documenti g e n o v e s i; o v e troviam o nella seconda metà del X III secolo i c is te r c ie n s i fra O liverio e fra Filippo maestri all’ Opera del p o r to e m o lo di G e n o v a , il primo di essi in ispecie lodato in u n a la p id e per ingegno divino ( 1 ) . Vediamo già fin dal X II s e c o lo u n a bella fama d ’ integrità acquistatasi da quest’ Or­ din e p r e s s o i g en o ve si, poiché gli Statuti 0 Brevi di quel se c o lo d isp en saro n o i Cisterciensi dal prestare il giuramento di c a lu n n ia , che era im posto a tutti al principio d’ ogni lite p e r c e s s a r e da sè il sospetto di calunnia o d’ ingiustizia. E sim ile d isp e n sa la vediam o pure confermata nel 1173 a Lodi d ai r e t t o r i della L ega Lombarda. Ma noi non intendiamo, d im o r a r c i su questa parte, che fu detta o sarà molto meglio ch e n o n si possa da noi. Piuttosto chiuderemo il nostro arti­ c o lo c o n alcu n e considerazioni che furono già da noi accen­ n a te a l t r o v e , ma che pare non sieno troppo comuni fra gli s c r itt o r i c h e si occupano della storia di que’ tempi.

D a l p o c o che sopra fu detto e dal molto più che si potrebbe d ir e , m a s i sa abbastanza, risulta che i Monasteri furono fo n d a ti o d o tati m oltissim e volte dai Conti e Marchesi nella lo r o s ig n o r ia . M a si può dire cosa nuova il ravvicinare

( 1 ) B e l g r a n o , Documenti inediti riguardanti le due Crociate di S. Luigi, G e n o v a 18 ^ 9 , p. 5 3 6 ; R e m o n d in i, nel Giornale Ligustico 1874, pp. 405-8·

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230 GIORNALE LIGUSTICO

tutte queste fondazioni e dotazioni per d ed u rn e la c o n tin u a ­ zione e le generazioni delle fam iglie m a rch io n a li, q u in d i an ch e lo spirito che le dettava e la influenza re c ip ro c a c h e n e s o r ­ geva pel progresso specialm ente della p o p o la z io n e ru ra le .

Vediamo i M archesi del Bosco fondare e c o i lo r o c o n s a n ­ guinei di Ponzone arricchire P A bbazia del T i g l i e t o , c o m e p o i aiutarono con più atti la fondazione d ell’ O s p e d a le , P o n te e Monastero femminile di L a tro n o rio , com e i c o n s a n g u in e i di Saluzzo dotarono Staflarda; com e il loro stip ite c o m u n e A le - ramo avea fondato il Monastero di G rassano fin d a l X s e c o lo , ed altri loro rami m archionali avean o fo n d ato a S p ig n o il Monastero di San Q u in tin o , e il ram o di M o n fe r r a to fo n d a v a la Badia cisterciense di Lucedio. A n ch e i M a r c h e s i di G a v i , sebbene di altra stirpe ma attigui a que’ del B o s c o , v o lle r o concorrere nei benefizi ai m onaci di T ig lie to fin d a l 1 1 2 7 e ai monaci di Sant’ Andrea di S estri nel 1 1 8 1 . C a v i a m o in o ltre da un atto postumo, ma ufficiale, che questi u ltim i M a r c h e s i d o ­ narono, forse prima del 12 0 0 , la terra, ora C o m u n e , di F r a n - cavilla (sulla via da G avi ad A lessan d ria) ai C is t e r c i e n s i di Rivalta tortonese ( 1 ) . T ro viam o pure parecchi d i q u e ’ M a r c h e s i ridottisi in M onastero; così E n rico di P o n z o n e al T ig lie t o nel 12 0 9 , e Giacom o di Ponzone a San t’ A n d r e a d i S e stri nel 1 2 1 0 ; senza contare un’ altro E n rico di P o n z o n e c a v a lie re nel 1262 e Maestro de’ T em p lari nel 1 2 6 8 , u n G u g lie lm o de’ Marchesi di G avi e due altri della stessa fa m ig lia E n r ic o e Manfredo monaci a Sant’ A n d rea di S e s t r i , il p r im o n el

1 239, gl* a^tri due nel 12 8 9 . t

Alcuni sarebbero forse inclinati a n otare c h e i M a r c h e s i di

(i) Atto notarile citato dallo Schiaffino, Storia Ecclesiastica m s. a ll’ anno 1589, ma riferentcsi ad altro atto più antico. Anche il g e n o v e s e F u lc o di Castello signor di Rivalta nel 119 9 donò all’ Abbate il d iritto di p ed aggio che ivi godeva (C ica la , Miscellanee ad a n n ., m ss. p re s s o 1’ a v v . A m ­ brogio Moliino, Deputato al Parlamento).

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G IO R N A L E LIGUSTICO 2 3 I

q u el t e m p o , dopo aver commesso chi sa quante e quanto g ro s s e d ia v o le rie , credevano tosto purificarsene col fondare, d o ta re ed en trare in m onasteri quando non erano più in grado di fa rn e d e lle diavolerie. Io non contrasterò che molte volte ciò s ia s ta to v e r o , ma per altra parte la fede a que’ tempi e ra a ltre tta n to ardente quanto le passioni ; e vogliamo sperare ch e q u e sta fede avrà rim ediato anche le piaghe dell’ anima, c o m e h a rim ed iato in gran parte a quelle temporali, effica- . ce rn en te contribuendo al progresso politico e sociale.

M a di ta li vaste donazioni marchionali, se si cerchi la storia a n t e r io r e , s i vedrà com e già possedute dai Longobardi o dagli I m p e r a to r i e R e che succedettero, siano state anche da questi in la r g a c o p ia già consegnate alla mano monacale, specie i lu o g h i p iù d e se rti; donde le fondazioni cisterciensi e di altri n u o v i O r d in i le più volte non sono in sostanza che restitu­ z io n i a ll’ antica disciplina obbliata dai Benedettini. Per la sto ria sp e c ia le della proprietà è dunque un fenomeno degno di stu d io profondo tale incrociamento di estesissime posses­ sio n i d ’ im p e ra to ri e R e , di Marchesi o Conti, di Militi o S ig n o r i di secon d ’ o rd in e , di Vescovi e Monasteri e di intere p o s s e s s io n i trasm ig rate, moltiplicate sul suolo già deserto, p o i tra s fo rm a te si in C o m u n i.

In q u a lc h e mio lavoruccio di più anni fa ho accennato con p a re c c h i e se m p i a questo fenomeno, e alle conseguenze storiche e filo lo g ic h e ch e se ne possono derivare; purché si raccolgano le n o z io n i più piene e m inute nelle singole provincie, e le si tra ttin o c o n sani crite rii; si guardi segnatamente ai confini ch e d iv id o n o 1’ uno dall’ altro la provincia o il Comune, ai p a s c o li , a g li sparti-acque.

D a n d o q u i un rapido sguardo al Genovesato, cominciamo ad in t r a v v e d e r e nei M onti cosi detti Liguri come uno strato ge­ n e ra le a n tic o sign oreggiato dai Vescovi di Tortona, che fa p e n sare al patrim onio delle Alpi Cozie donato dai Re

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Longo-GIORNALE LIGUSTICO

bardi alla Chiesa Romana ed estendentesi agli a ltri A p p e n n in i liguri signoreggiati dai Vescovi di Savona, N o li ed A lb e n g a. In questi ultimi Appennini e presso alle cime ch e divid on o gli affluenti al mare ed al P o , aveano fiorito g ià g ra n d i A b ­ bazie prima che i Cisterciensi vi rin n ovassero lo spirito monastico. Intorno al Tiglieto potrem m o raggru ppare G iu sv a lla distrutta dai Saraceni già fin da quando nel X se co lo i figli d’ Aleramo fondarono San Quintino di Spigno. F e rr a n ia fu fondata nel secolo X I dall’ aleramide Bonifacio stip ite dei Marchesi di Savona e del Bosco. Dagli stessi A p p en n in i scendendo giù per l’ Orba inferiore, troviamo i p ossed im en ti assai ragguardevoli dei cavalieri di G erusalem m e , i quali da Casal Cermelli (.Plebs S. Joannis de Urbe) si sp in g o n o saltua­ riamente fino a G a v i, e paiono derivazione n o n dubbia da quell’ Ottone di Gavi che fu precettore di e ssi c a v a lie ri e affidato di delicati incarichi dal R e San L u igi di F ra n c ia . Q u iv i stesso altri vasti possessi e due interi Com uni g ià sp ettavan o a Santa Maria di Castiglione presso P arm a; A b b a z ia questa nel X secolo fondata e dotata del decimo di tu tti i su o i beni dal marchese Alberto antenato degli stessi M a rc h e si di G av i. Nel territorio di mezzo fra G avi ed A lessandria s ta v a la va­ stissima donazione della Imperatrice Adelaide al M o n astero di San Salvatore di Pavia, comprendendo lu o gh i ch e al solo nome appaiono compascui o boschivi : Bosco , R o v ereto , Freso- nara, Pasturano.; ai quali segue Francavilla, un C o m u n e che già dunque cominciava ad affrancarsi e che un M a rc h e se di Gavi donò ai Cisterciensi di R ivalta tortonese.

Continuando a lambire i confini liguri lungo la cerch ia che dal tortonese pei monti risale alla riviera di L e v a n t e , tro viam o il feudo detto il Vescovato e i possessi dei M o n a ste ri tortonesi di San Marziano e di Santa Eufemia ; P A bb azia di V e z z a n o presso Carezano; 1’ Abbazia del M olo presso il P o b le to ci­ sterciense; poi San Fortunato di Vindersi già n e l X s e c o lo ,

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GIO RNALE LIGUSTICO 2 3 3

p o i S a n t’ O norato di Patrania presso Torriglia. Al meriggio d i q u esti eran o due Monasteri benedittini longobardi, San P ie tr o di Savign on e e San Pietro di Precipiano lungo la via per a G e n o v a . A settentrione al contrario, e rimontando se m p re p iù all’ alpestre, giacevano le possessioni di Pobbio, d ’ A lp e p ia n a e del G iaro lo , spettanti al Monastero longobardo d i S a n P ie tr o in Co&lo aureo di Pavia; altre erano di quello d e l Senatore di Pavia. Rimontando ancora a greco, saluteremo il p i ù ce le b re di tutti la Badia di Bobbio ; quindi sempre più

av a n ti la Badia di Brugnato: entrambe le quali fondazioni re se ro fio rito il deserto; e le loro colonie d iv e n u t e popolose

fo rm an o o g g i due diocesi, che quasi si toccano, facendo punta p re sso al m are in riviera di levante.

A q u e sta stessa punta delle due diocesi monacali fanno capo o si in tre ccia n o altre m inori Abbazie, quelle di Sant’ Andrea d i B o rz o n e e di San Fruttuoso di Portofino; quest’ ultima d al m a re signoreggiando in tempi antichi i vicini ed ora nobili b o rg h i di R e cc o e C a m o g li, graziata di larghe concessioni d a lla Im p e ra trice Adelaide. In codesta regione confini naturali ben fa c ili ancora a rilevare separavano nel medio evo il Co­ m ita to g en o ve se da quello della Lunigiana; e quivi troviamo d i n u o v o la signoria del Vescovo genovese sulla valle di L a v a g n a , condotta in feudo dapprima poi occupata del tutto in n o m e p ro p rio dai celebri Conti omonimi. Lascio le note B a d ie d e lla Lunigiana al golfo e al monte.

S iffa tta tram utazione di confini di Comitati da reali o m a r c h io n a li in m onacali e da monacali in Comuni si avvera a n c h e , sebb en e più oscuramente, nella riviera di ponente; p e r e se m p io a Santo Stefano al mare ove si divideva il Co­ m itato di N o li da quello d’ Albenga; e i cui possessi, ora m o ltip lic a ti in più C om u n i, donò Adelaide Imperatrice ai Be­ n ed ettin i di Santo Stefano di Genova. Fu parimente ampia ed a n tich issim a la signoria del Vescovo di Genova sovra il ter­

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234 GIORNALE LIGUSTICO

ritorio di San R em o, confine tra i Com itati d ’ A lb e n g a e di Ventimiglia.

Accumulando questi e simili esem pi, ciascuno capisce che non possono esser frutto di vendite o legati sp icciolatam en te /atti tante possessioni e tanto estese, per di più an alo gh e per posizione di confini e per provenienza dall’ Im p e ro o dai suoi ufficiali resisi indipendenti; oltreché si sa quanto il danaro fosse scarso a que’ tempi. Donde dunque o c o m e sarannosi potute formare tante e si ampie masse ?

Secondo il mio modo di vedere altrove e sp resso e allar­ gato anche ad altre regioni d’ Italia, la cosa si sp ieg a benis­ simo ammettendo che 1’ origine di tali possessi ha da ce rca rsi nella natura dei confini, i quali erano anticam ente co m p ascu i e comuni fra i diversi popoli (nel senso di tribù o c o m u n e llo ), ma poi, specialmente nelle grandi divisioni di m o n ti e fium i più rilevanti, passarono in dominio dei R e o d e g li Im p e ra ­ tori, per una specie di legge regia o per m ulta di r ib e llio n e ; poi ancora andarono negletti sempre più nel g ra n d e sp o p o la­ mento d’ Italia, e imbarbarirono nello incrociarsi d e lle ripetute invasioni; indi cominciarono a sbarbarirsi colle g ra n d i con ces­ sioni che ne fecero ai vescovi e ai monaci i re e g li im pera­ tori, i marchesi e conti; i quali ultimi da u ffiziali tem p o ran e i di governo, per la debolezza dell’ im pero so rse ro a feu datari con eredità, e fecero loro propri i possessi in n a tu ra che prima godevano solo per ragione d’ uffizio ( i ) .

(i) Di questo soggetto parlai più v o lte , toccandone d a p p rim a nel Frammento di Breve Consolare (Atti della Società, vol. I , p . 12 5 e in va rie note seguenti); poi nella Tavola di Bronco della P o lcevera ( A t t i pred . I l i , pp. 583, 610, 635, 666), ove cito l’ applicazione che se n e po treb b e fare alle nomenclature e alle antiche divisioni degli agri lu n g o la sp in a del- l’ Appennino e i suoi contrafforti fino a Bologna. Infine c e rc a i la so lu zion e avvenuta degli antichi compascui in numerosi M a rch e sa ti, n e lle m ie L et­ tere sulle Marche dell’ Alta Italia, Genova 1869 (nella R iv is t a U n iversa le).

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G IO R N A LE LIGUSTICO 235

. V i sa re b b e un altro tratto da rilevare in onore delle antiche istitu z io n i m onacali. Dappertutto ove era un pericolo si tro­ v a v a u n m on aco alla custodia. Cosi vediamo il Monastero di L a t r o n o r io presso V ara zze , cominciato da un Frate cisterciense co n C h ie s a , O spedale e Pon te; così al Ponte di San Barto­ lo m e o d e lla S c riv ia , una dipendenza della Badia Cisterciense d i R iv a lt a . A ltri ponti erano custoditi da monaci in Polcevera; d u e o s p e d a li erano situati ai due punti estremi del Genovesato, u n o a p o n en te e sul confine dell’ antica diocesi tortonese, ch e fu 1’ O sp edale di R esta presso 1’ attuale passo della Boc­ c h e tta tra Pontedecim o e V oltaggio; l’ altro sul confine di le v a n te c o lla Lunigiana che fu 1’ Ospedale di Pietra Colice v e r s o V e l v a o C astiglione di Sestri-Levante; colà appunto ove t r o v a m m o il term ine dell’ Abbazia ed ora diocesi di Brugnato.

M a m i av ve d o che m i allontano troppo dal mio soggetto ; o n d e r a c c o lg o le vele congratulandomi col ch. P. Janauschek d el r e g a lo fattoci colla pubblicazione del primo volume dell 0- p era s u a , ed auguro a lui e a me di veder compiuto il colos­ sale la v o r o che sa rà , a non d u b i t a r n e , u n monumento degno d e lla gran d ezza dell’ O rdine Cisterciense.

C. De s i m o n i.

D U E S I G I L L I G E N O V E S I

H o 1’ o n o re di sottoporre alla benevola attenzione dei lettori du e a n tic h i sigilli ( 1 ) , i quali varranno ad aumentare alcun I l c o lle g a c a v . Belgrano applicò felicemente questo mio criterio alla solu­ z io n e d e l co n so rzio e alla divisione delle Case Viscontili di Genova (li- lustrazione d e l Registro Arcivescovile negli Atti della Società, vol. II, parte I, sp ecie n e l fascico lo d’ Appendice).

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