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Vedi Sito dell’Institut für Frühmittelalterforschung dell’Università di Münster

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Academic year: 2021

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Firenze University Press

Cristina Sereno

Recensione

Sito dell’Institut für

Frühmittelalterforschung

<http://www.uni- muenster.de/Fruehmittelalter/Projekte/Cluny/ Bullarium/Welcome.htm>

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Reti Medievali

Estratto da Reti Medievali Rivista, VIII - 2007 <http://www.retimedievali.it>

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Cristina Sereno

Recensione

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Il sito dell’Institut für Frühmittelalterforschung è principalmente in lingua tedesca, ma offre la possibilità di selezionare la traduzione in inglese, francese, italiano e spagnolo delle pagine principali. Il sito, che si presenta con una grafica molto chiara, può essere esplorato con grande facilità. Il contenuto scelto di volta in volta appare al centro della schermata; in alto, una barra di navigazione consente di spostarsi da una sezione all’altra del sito; a sinistra dello schermo, è possibile scegliere tra una serie di risorse; a destra si trovano i links ad altri siti connessi con il contenuto che si sta consultando (ad esempio, a destra del Bullarium – per il quale si veda qui di seguito – si trovano rimandi ad altre raccolte documentarie cluniacensi con-sultabili in rete).

L’Institut für Frühmittelalterforschung nasce nel 1964 per iniziativa dei medievisti della Westfälische Wilhelms-Universität Münster (dove ha tuttora sede), al preciso scopo di promuovere ricerche interdisciplinari fra diversi ambiti della medievistica (germanistica, filologia mediolatina, storia, ar-cheologia, storia della chiesa); al momento coinvolge studiosi provenienti in prevalenza dall’area tedesca, ma si avvale anche di collaborazioni interna-zionali. Due sezioni (Insegnamento e Persone) forniscono le informazioni consuete dei siti universitari.

L’Institut pubblica il periodico «Frühmittelalterlichen Studien», all’in-terno del quale trovano spazio articoli, recensioni e annunci delle ricerche sviluppate dal centro: gli indici a partire dal 1967 sono consultabili in rete (http://www.uni-muenster.de/Fruehmittelalter/Publikationen/fmst/). Delle collane “Münstersche Mittelalter-Schriften” e “Arbeiten zur

Reti Medievali Rivista, VIII - 2007 <http://www.retimedievali.it> ISSN 1593-2214 © 2007 Firenze University Press

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Reti Medievali Rivista, VIII - 2007 <http://www.retimedievali.it>

Frühmittelalterforschung” sono parimenti forniti gli indici ( http://www.uni-muenster.de/Fruehmittelalter/Publikationen/mms/ e ( http://www.uni-muenster.de/Fruehmittelalter/Publikationen/).

I progetti attualmente in fase di realizzazione si possono consultare all’indirizzo http://www.uni-muenster.de/Fruehmittelalter/Projekte/ Welcome-i.htm; fra di essi rientra, oltre a studi di orientamento artistico, etnico-politico e sociale, il progetto dedicato ai documenti di Cluny ( http://www.uni-muenster.de/Fruehmittelalter/Projekte/Cluny/Welcome-i.htm): si tratta della creazione di una banca dati su funzioni, attività e parentela di ciascuno dei circa 70000 individui i cui nomi sono leggibili nell'edizione curata nella seconda metà dell’Ottocento da Auguste Bernard e Alexandre Bruel dei 5500 documenti relativi all’abbazia di Cluny (secoli X-XIV), nonché di un indice di tutti i toponimi (circa 17000), con l'iden-tificazione e un indice analitico. L’indicizzazione onomastica e topono-mastica di parte francese e spagnola sono state affidate a studiosi delle università della Borgogna e di Valladolid. E appunto allo studio del celebre cenobio borgognone l’istituto ha rivolto negli ultimi anni buona parte delle sue risorse, come dimostra l’elenco stesso delle ricerche, dei convegni e delle pubblicazioni dedicate a Cluny contenuto nel sito ( http://www.uni-muenster.de/Fruehmittelalter/Projekte/Cluny/cluny_lit.htm). Siti come questo confermano la persistente rilevanza di Cluny come oggetto storio-grafico per la medievistica.

La home page (http://www.uni-muenster.de/Fruehmittelalter/Projekte/ Cluny/Bullarium/Welcome-i.htm) si apre infatti proprio con il progetto, curato nel 2003 da Franz Neiske e già interamente realizzato, della versione elettronica del Bullarium Cluniacense, cioè la raccolta di tutte le bolle e le lettere papali per Cluny stampata per la prima volta nel secolo XVII e oggi di difficile reperimento. I documenti, scannerizzati in formato immagine (e dunque non interrogabili), possono essere consultati sia tramite l’Index

paginarum, che permette di trovare una pagina già nota, sia tramite l’Index chronologicus Privilegiorum, che mette in successione i testi, fornendone

anche le eventuali altre edizioni e i regesti. È possibile sia ingrandire di circa un terzo sia stampare la pagina visualizzata; inoltre se, mentre si tiene aperta una pagina del Bullarium, vi si clicca sopra, in alto a sinistra dello schermo compare una finestrina che riporta la data del documento che si sta consultando e il nome del pontefice che lo ha fatto redigere.

Un’altra risorsa decisamente interessante offerta dal sito è la Bibliotheca

Cluniacensis Novissima (http://www.uni-muenster.de/Fruehmittelalter/ Projekte/Cluny/BiblClun/Welcome-i.html), vale a dire una bibliografia di livello scientifico elevatissimo e molto aggiornata degli studi e delle edizioni di ambito cluniacense, organizzata sia per cronologia sia tramite maschera di ricerca per parole-chiave. Entrambe le procedure di ricerca sono di imme-diata comprensione e di facile applicazione. A parte, in una pagina an-cora dichiaratamente in fase di costruzione (http://www.uni-muenster.de/ Fruehmittelalter/Projekte/Cluny/colloque_cluny.htm), si può leggere anche

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un elenco dei principali convegni di argomento cluniacense che sono stati organizzati a partire dal 1988.

Il sito offre agli studiosi anche il catalogo degli abati di Cluny per i secoli X-XVIII (http://www.uni-muenster.de/Fruehmittelalter/Projekte/Cluny/ abbates_cluny.htm), con rimandi essenziali alle biografie dei più illustri disponibili in rete.

Quella rivolta alla sitografia cluniacense (http://www.uni-muenster.de/ Fruehmittelalter/Projekte/Cluny/links_cluny.htm) si rivela forse la sezione meno utile, o quantomeno quella che rischia maggiormente di deludere – senza responsabilità di chi gestisce questo sito – le aspettative di chi spera di trovarvi indirizzi utili al proprio lavoro. In effetti, le fonti qui citate non rivestono certo l’importanza di quelle segnalate nella pagina del Bullarium, e anche diversi degli istituti di ricerca segnalati non appaiono così stret-tamente indispensabili a chi intenda condurre un’analisi storica su qualche aspetto della vicenda cluniacense. Alla sezione che elenca i lavori rivolti a Cluny compaiono links a voci di enciclopedie on-line, che possono risultare di una qualche utilità, almeno come introduzione, ma accanto a queste si trovano anche links a siti di promozione turistica o a tesi di dottorato. Molto più significativi appaiono invece i links ai siti dedicati all’agiografia e alle voci (in inglese) della Catholic Encyclopedia inerenti personaggi e momenti della storia cluniacense, e quelli ai cataloghi on-line (anche ai più specifici) delle principali biblioteche d’Europa. Interessanti infine, soprattutto a fini didat-tici, i rimandi alle immagini reali e alle ricostruzioni virtuali dell’architettura cluniacense nelle sue varie fasi costruttive.

In conclusione, le parti più significative per chi si occupa di storia cluniacense sono costituite senza dubbio dai documenti scansionati (sia direttamente sul sito, sia reperibili grazie ai rinvii ad altri siti) e dalla rassegna bibliografica, entrambe ottimamente realizzate dal punto di vista contenutistico e visivo. Ed è evidente come la possibilità di accedere a una simile quantità di documenti possa interessare non solo che si occupa strettamente dell’ente borgognone e delle sue dipendenze. Un altro grande pregio di questo sito è il suo costante aggiornamento, specialmente nella sezione bibliografica, ciò che ne fa sotto tale profilo uno strumento di ricerca di grandissima utilità.

Il sito dedicato al ‘progetto Cluny’ può essere affiancato a un’analoga iniziativa, sempre di matrice tedesca: la ricerca «Institutionelle Strukturen religiöser Orden im Mittelalter» promossa dall’università di Dresda e coordinata da Gert Melville (http://www.vita-religiosa.de/mainframes.htm). Il progetto, che si avvale, fra l’altro, della stretta collaborazione di studiosi provenienti dall’Università Cattolica di Milano, sta a testimoniare l’interesse che la medievistica tedesca contemporanea nutre per la storia religiosa come storia delle istituzioni (cfr. la recensione del sito di Nicolangelo D’Acunto:

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