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Fitness per l’alto livello: l’esperienza di Baku (n° 6/2005)

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Academic year: 2021

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L’Angolo del Fitness

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FITNESS PER L’ALTO LIVELLO:

L’ESPERIENZA DI BAKU

L

e linee guida dell’attività fisica per la salute ed il fitness illustrate nei numeri precedenti della rivista fe-derale “Il Ginnasta”, sono state appli-cate sul campo in un contesto per mol-ti aspetmol-ti eccezionale: la preparazione fisica della squadra nazionale (insieme) di ritmica per i campionati del mondo di Baku. Le motivazioni di una tale spe-rimentazione, voluta dal presidente fe-derale Riccardo Agabio, sono di diver-sa natura ma, nel complesso, fortemen-te improntafortemen-te allo sviluppo culturale e tecnico dell’ attività ginnastica. L’idea fondamentale sulla quale è stato basa-to il progetbasa-to è l’applicazione di pro-tocolli di allenamento concepiti per mi-gliorare le condizioni di salute e di fit-ness di individui in buone condizioni fisiche (ma non necessariamente spor-tivi), in un ambito di altissimo livello

agonistico. Le ricadute di carattere tec-nico, ma più ancora culturale, che l’e-ventuale successo di una tale sperimen-tazione avrebbe avuto, sono apparse immediatamente di grande rilevanza. Infatti:

• Almeno una parte della preparazio-ne sportiva viepreparazio-ne svolta con criteri e parametri che sono universalmente validi, perfettamente adatti ad esse-re utilizzati per mantenersi efficienti ed in buona salute per l’intero corso dell’esistenza, indipendentemente e ben oltre l’esperienza agonistica. • La sicurezza e l’efficacia in termini di

integrità fisica e di beneficio per la salute dei protocolli utilizzati sono fuori discussione, attestati dalle più autorevoli organizzazioni di medici-na sportiva, ortopedia e pediatria. • L’utilizzo di protocolli che

richiedo-no un’accurata misurazione, gradua-zione ed individualizzagradua-zione dei para-metri dell’allenamento hanno un contenuto innovativo nella tradizio-ne della preparaziotradizio-ne fisica tradizio-nella gin-nastica sportiva, tradizione il cui pun-to di forza è da sempre costituipun-to principalmente dalla varietà degli esercizi e dalla precisione esecutiva piuttosto che sull’accurato “dosag-gio” degli stimoli allenanti. L’integra-zione di questi due differenti approc-ci apre prospettive di grande inte-resse ed ancora poco esplorate. Da un punto di vista tecnico, la scelta operativa è stata quella di affiancare alla preparazione fisica quotidiana già utilizzata (con la sola aggiunta di alcu-ni esercizi mirati alla stabilità del rachi-de lombare), tre sedute alla settimana di allenamento aerobico e due sedute

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alla settimana di allenamento della for-za. Il tutto nell’arco temporale dei due mesi precedenti la competizione. L’ap-parente azzardo di introdurre, soprat-tutto per quanto concerne l’allena-mento della forza, una metodologia del tutto nuova per questo gruppo di ginnaste - ed a così poca distanza dal-la gara - va ridimensionato aldal-la luce di due considerazioni. Che i protocolli utilizzati sono ampiamente sperimen-tati ed affidabili, e che il monitoraggio sugli effetti dell’allenamento poteva essere quotidiano e determinare in ogni momento, se necessario, l’inter-ruzione della sperimentazione. Sem-pre dal punto di vista tecnico, inoltre, l’aspettativa di un sensibile aumento della forza disponibile per determina-te abilità (principalmendetermina-te i salti) ha co-stituito una motivazione non secon-daria. È interessante notare, da que-sto punto di vista, che gli effetti di due mesi di questo tipo di allenamento hanno avuto dei riscontri non soltan-to oggettivi e misurabili (aumensoltan-to de-gli indici di forza) ma sono stati rileva-ti “visivamente” e spontaneamente (cioè senza interrogazioni al riguardo) anche da persone del tutto ignare del-la sperimentazione. Infine, del-la scelta di operare in un contesto così prestigio-so e qualificato ma al tempo stesprestigio-so de-licato e complesso si è basata su ovvie considerazioni inerenti l’immagine e la credibilità che tale metodologia di allenamento avrebbe riscosso; e que-sto nella eventuale prospettiva di estenderla capillarmente. L’ammirevo-le disponibilità delL’ammirevo-le ginnaste e la loro straordinaria capacità di coordinare in modo immediatamente perfetto an-che movimenti nuovi e di una certa complessità ha azzerato qualsiasi pro-blema procedurale e tutto si è svolto secondo le previsioni. Come si è già accennato, le linee guida adottate so-no state quelle dell’allenamento

aero-bico e dell’allenamento “base” della forza, così come sono state illustrate nei numeri precedenti di questa rivi-sta (e così come sono divulgate dalle più autorevoli istituzioni specializzate in materia di salute e fitness) utilizzan-do peraltro un’attrezzatura molto mo-desta (tre panche, alcuni manubri e tre bilancieri). Siamo consapevoli che soprattutto quest’ultimo aspetto, l’u-tilizzo dei “pesi” per la preparazione fisica delle ginnaste di ritmica è o sa-rà motivo di discussione se non di per-plessità. Senza entrare nel merito di considerazioni già espresse preceden-temente (Il Ginnasta, n° 6 2004) sulla assoluta inconsistenza della contrap-posizione “carico naturale” - “pesi”, riteniamo tuttavia indispensabile rac-comandare la massima attenzione a chiunque intenda intraprendere que-sta strada. Soprattutto la massima at-tenzione nel non semplificare concet-ti e procedure: non basta mettere un bilanciere sulle spalle per fare un cor-retto allenamento della forza. Al con-trario (ma come avviene per ogni ti-po di allenamento) è indispensabile

eseguire i movimenti in modo preci-so e preci-soprattutto graduare con cura l’in-tensità, il volume, la frequenza, i tem-pi di recupero e molti altri fattori an-cora. Se tutto ciò non viene rispetta-to, i grandi benefici di questa meto-dologia possono tradursi in gravi in-convenienti. L’obiettivo della sperimen-tazione era dimostrare che in uno sport come la ginnastica ritmica la pre-parazione fisica espressamente conce-pita per fini salutistici e di efficienza è del tutto compatibile con la prepara-zione tecnica specifica e con i miglio-ri miglio-risultati agonistici. Anche escluden-do che il tipo di preparazione conescluden-dot- condot-ta negli ultimi due mesi prima delle medaglie di Baku (e di coppa del mon-do) abbia minimamente contribuito a questo storico successo, si può con-cludere incontrovertibilmente che per-lomeno non è stata di ostacolo. Ciò era quanto, per il momento, si voleva dimostrare. E ciò - lo sottolineiamo an-cora - ha un significato straordinario in termini sociali (promozione della sa-lute), in termini etici e in termini di cul-tura sportiva.

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