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Impiego di specie erbacee spontanee per la diversificazione in floricoltura

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Academic year: 2021

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(1)Candidato: Alessandro Lutri Relatori: Dott. Fernando Malorgio, Dott.ssa Francesca Bretzel Corso di Laurea: Scienze della Produzione e Difesa dei Vegetali Titolo della tesi: Impiego di specie erbacee spontanee per la diversificazione in floricoltura Riassunto: L’agricoltura in questi ultimi anni ha visto profondi cambiamenti, mossi dapprima da problemi alimentari di carattere quantitativo, legati al dopoguerra e successivamente di carattere igienicosanitario, legati alla comparsa di allarmi sanitari delle produzioni alimentari (es. BSE, polli alla diossina, ecc.). Questi aspetti hanno contribuito ad una maggior presa di coscienza del consumatore più attento a ciò che compra, ai marchi di produzione (D.O.P., I.G.P.) o ad un’agricoltura più rispettosa dell’ambiente e delle condizioni di salute degli animali (biologica o biodinamica). Anche nel florovivaismo, settore dove si ha un apporto a volte oltremisura di prodotti chimici, acqua ed energia elettrica, sono state create direttive tali da ridurre gli input per una maggiore salvaguardia ambientale e capaci di certificare la qualità di prodotto e le adeguate condizioni lavorative degli operatori (marchi MPS in Olanda). Il minor impatto ambientale del settore può anche essere ottenuto con l’utilizzo di elevate tecnologie, che per contro hanno alti costi di investimento (serricoltura High-tech); è il caso ad esempio delle colture fuori suolo a ciclo chiuso che prevedono il ricircolo della soluzione circolante e quindi un minor consumo di acqua, evitando anche la lisciviazione che porterebbe alla eutrofizzazione delle falde superficiali. In floricoltura il problema dell'impatto ambientale può essere affrontato mediante l'impiego di piante erbacee spontanee con fioriture vistose (wildflowers), avendo queste una capacità di rapido insediamento ed un basso impegno per la manutenzione, tali da poter essere impiegate in operazioni di realizzazione di aree verdi. Il presente lavoro si è occupato di Verbascum blattaria e Centranthus ruber da inserire in floricoltura come vasetto fiorito. Le prove sperimentali condotte in serra fredda presso il Dipartimento di Biologia delle Piante Agrarie, hanno permesso di studiare la dose ottimale di brachizzante da utilizzare su C. ruber per la riduzione della taglia e la messa appunto di trattamenti alternativi, attraverso forme di restrizione radicale, mentre per il V. blattaria sono state effettuate prove di mutagenesi, al fine di indurre maggiore variabilità genetica ed esaltarne le proprietà commerciali, e prove di stress idrico e restrizione radicale con lo scopo di contenerne la taglia..

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