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Biodryer – Il futuro del trattamento dei fanghi di depurazione con stile e design, dall’Italia alla California

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Academic year: 2021

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BIODRYER – IL FUTURO DEL TRATTAMENTO DEI FA N G H I D I D E P U R A -ZIONE CON STILE E DE-SIGN, DALL’ITALIA ALLA CALIFORNIA

Può un impianto di depurazione delle acque reflue trattare i fanghi di depura-zione (prodotto di risulta solido della depurazione delle acque reflue urbane ed extraurbane) in modo completamen-te ecologico e guardando ad un design futuristico?

Ebbene sì, un gruppo di ragazzi Ita-liani ha lavorato per più di 7 anni alla creazione di un macchinario che fosse in grado di essiccare i fanghi di depu-razione con un processo Biologico ri-ducendo gli stessi del 90%. Un risul-tato fantastico se si pensa che ogni im-pianto di depurazione paga dai 100/200€ per tonnellata di fango smaltita in inceneritori, termovaloriz-zatori e se i limiti lo permettono anche in recupero agricolo.

Un impianto medio produce circa 5000 ton/anno di fango di depurazio-ne con un costo di smaltimento medio annuale di circa un milione di euro. La scelta di Bioforcetech Corporation è proprio quella di chiudere il cerchio per un’economia circolare perfetta, sfruttando il più possibile il fango di depurazione e le sue proprietà. Infatti grazie al suo processo brevettato per la prolificazione batteriologica dei fanghi, il Biodryer, riesce a recuperare

calore utile per l’essiccamento dello stesso fango.

In questo modo si ha un recupero energetico notevole ed allo stesso tempo un abbattimento dei quantita-tivi dei fanghi prodotti.

In un impianto dunque di 5000 ton/an-no al 20%ss con l’inserimento del Bioessiccatore Biodryer fuoriescono circa 1250 ton/anno di fango Bioes-siccato al 80% di sostanza secca. In questo modo lo stesso depuratore si trova a risparmiare circa 750mila euro all’anno per lo smaltimento del fango di depurazione.

Ma come si chiude il cerchio per l’e-conomia circolare perfetta? P-Five è il nome del macchinario che può essere aggiunto ulteriormente al processo di Biodrying. Questo mac-chinario è in grado di trasformare e diminuire il fango essiccato in un pro-dotto chiamato Biochar, un propro-dotto che in California viene venduto anche su Amazon come ammendante per il terreno. Grazie all’intraprendenza dei fondatori, che hanno stretto collabo-razioni con diverse società e univer-sità per trovare ulteriori utilizzi di que-sto materiale con svariate proprietà, i primi test rivelano che il Biochar può essere utilizzato come materiale fil-trante per bonificare acque inquinate e fumi nocivi. Può anche diventare un biomateriale per il design e l’architet-tura, filamento per le stampanti 3D e molto molto altro.

Ma può davvero un impianto che tratta fanghi essere anche estetica-mente bello?

Il team di Bioforcetech ha miscelato con estrema cura tecnologia e design. Il Biodryer è composto da materiali di alta qualità e utilizzati anche in ar-chitettura futuristica.

Questo lo rende dunque un macchi-nario industriale unico nel suo genere per la sua bellezza.

A sfatare il mito di un impianto sporco che tratta fanghi di depurazione ci ha pensato dunque una società nata in Ita-lia e sviluppata in California a San Francisco.

Il cerchio verso una economia circo-lare dei fanghi di depurazione è final-mente chiuso.

Bioforcetech

bioforcetech.com

IdA

Informazioni dalle Aziende

146 Ingegneria dell’Ambiente Vol. 7 n. 2/2020 Figura 2

Impianto BFT a Redwood City, CALIFORNIA USA

Figura 2

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