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Torino “adotta” il Po d’AMare e avvia la sperimentazione di prevenzione del river litter

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234 Ingegneria dell’Ambiente Vol. 6 n. 3/2019

TORINO “ADOTTA” IL PO D’AMARE E AVVIA LA SPERIMENTAZIONE DI PREVENZIONE DEL RIVER LITTER

Parola d’ordine: prevenzione. Fiumi pu-liti per mari pupu-liti e il Po, con i suoi 652 km, 4 Regioni e 13 Province attraver-sate, è il corso d’acqua che meglio si presta a operazioni di raccolta, recupero e riciclo dei rifiuti, in plastica in parti-colare, prima che arrivino al mare. Gran parte dei rifiuti marini (circa l’80%) pro-viene infatti dalla terraferma e raggiun-ge il mare prevalentemente attraverso gli scarichi urbani e i corsi d’acqua. La presenza di rifiuti sulle spiagge e nei mari disincentiva il turismo, colpisce la pesca e la nautica con un impatto eco-nomico stimato dall’Unep (United Na-tions Environment Programme) in 13 miliardi di dollari l’anno.

Proprio per tutelare queste importanti risorse ed intraprendere un circolo vir-tuoso, nel mese di settembre è stato installato sul fiume Po a Torino un si-stema innovativo di barriere in grado di intercettare e accumulare le macro-plastiche galleggianti che vengono poi raccolte e depositate in contenitori adibiti a stoccaggio temporaneo. Il progetto pilota – presentato a Torino in una conferenza stampa il 17 set-tembre – è stato realizzato grazie al contributo di Amiat, Iren e Corepla, ed è stato predisposto dalla Fondazio-ne per lo sviluppo sostenibile, i Con-sorzi Castalia e Corepla con il Coor-dinamento dell’Autorità di Bacino di-strettuale del fiume Po, il patrocinio

del Ministero dell’Ambiente e la col-laborazione della Città di Torino. Il sistema sarà attivo fino a dicembre 2019, dopodiché verrà smontato. La messa in opera del progetto Il Po

d’Amare a Torino è l’evoluzione della

precedente attività di intercettazione, raccolta e riciclo svoltasi in prossimità del delta del fiume nel 2018, ma con un elemento strategico ulteriore: è il primo caso di sperimentazione all’in-terno di un grande nucleo urbano. Le barriere infatti sono posizionate in zo-na Murazzi, proprio in prossimità del centro storico, fra i ponti Vittorio Emanuele I e Umberto I.

Le modalità di intercettazione e rac-colta dei rifiuti previste dal progetto torinese sono a cura della società Ca-stalia Operations nell’ambito del pro-getto Seasweeper che vede l’installa-zione di un dispositivo composto da barriere galleggianti che consentono di raccogliere le plastiche e gli altri ri-fiuti galleggianti trasportati dal fiume. Il sistema è costituito da due moduli, ciascuno composto da:

• barriere di intercettazione, che hanno il compito di convogliare il river lit-ter galleggiante ed effettuare una pri-ma pri-macro selezione; sono composte da 6 tubi ciascuna di 6m ciascuno; • barriera di selezione, composta da due parti in alluminio e due galleg-gianti. Hanno il compito di selezio-nare il litter trasportato dalla cor-rente e convogliarlo dalla barriera all’area di raccolta;

• area di raccolta, costituita da 4 tubi, ciascuno lungo 6 metri, per contenere il litter intercettato e selezionato.

Successivamente, tramite un’imbarca-zione “Sea hunter” sulla quale salgono operatori da terra, i rifiuti vengono rac-colti in appositi cassoni gestiti da Amiat, che provvede a sua volta a con-ferire le plastiche presso un impianto Corepla che si occuperà della succes-siva valorizzazione dei materiali. L’area occupata dai due moduli

com-pleti è di circa 2.400m2(infatti, l’area

occupata sarà di 40m dalla sponda e di circa 60m di lunghezza).

Le barriere sono state progettate e po-sizionate in modo da non interferire con la flora e la fauna del fiume, né con tutte le attività – soprattutto di natura sportiva – che avvengono nel fiume, in particolare il canottaggio. Per la na-vigazione è stato infatti previsto u ca-nale di circa 30 metri, opportunamente segnalato da boe catarifrangenti. Il materiale riciclato verrà quindi uti-lizzato per la realizzazione di arredi urbani che verranno regalati dai part-ner del progetto alla Città di Torino. I risultati di questa seconda sperimen-tazione, inoltre, verranno messi a con-fronto con la precedente attività di in-tercettazione, raccolta e riciclo dei ri-fiuti plastici del fiume Po presso Fer-rara. Sarà così possibile valutare la fattibilità di un sistema nazionale di prevenzione dei rifiuti marini tramite sistemi di raccolta nei principali fiumi italiani e nel contempo la possibilità di creare una filiera virtuosa di riciclo e recupero delle plastiche raccolte.

comunicazionepiemonte@gruppoiren.it www.amiat.it – www.gruppoiren.it

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