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Prefazione a Una rivisitazione del governo terapeutico. La politica dei programmi di salute mentale e psicosociali nei contesti umanitari, di Katherine Rehberg/Preface to Revisiting therapeutic governance. The politics of mental health and psychosocial pr

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Numero 13, 2014 1

Psicologia dell’Emergenza

e

dell’Assistenza Umanitaria

SEMESTRALE DELLA FEDERAZIONE PSICOLOGI PER I POPOLI

Numero 13, 2014

Rivista di

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Rivista di Psicologia dell’Emergenza e dell’Assistenza Umanitaria

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Prefazione a

Una rivisitazione del

governo terapeutico. La politica dei

programmi di salute mentale e

psicosociali nei contesti umanitari,

di

Katherine Rehberg

La direzione ringrazia Katherine Rehberg per aver acconsentito alla pubblicazione nella nostra Rivista del suo lavoro Revisiting therapeutic governance. The politics of mental health and psychosocial programmes in humanitarian setting nella

versione italiana curata da Gabriele Lo Iacono.

L’autrice, con laurea in International Affairs alla George Washington University e Master in Refugee and Forced Migration Studies alla University of Oxford, ha operato, secondo un’ottica psicosociale, in vari programmi umanitari in Africa, Asia e Medio Oriente a favore di minori, e negli Stati Uniti a favore dei rifugiati.

Se gli psicologi e gli psichiatri debbano o no operare nelle situazioni umanitarie di emergenza e se le attività di supporto alla salute mentale e al benessere psicosociale siano non solo efficaci ma anche eticamente e politicamente corrette è una questione sulla quali si dibatte da più di venti anni. Lo dimostra pure la ricca bibliografia che viene riportata nel lavoro di Katherine Rehberg, che sul tema ci offre una risposta soppesata ed equilibrata. Del resto, già dal 2007, con la pubblicazione delle Guidelines on mental health and psychosocial support in emergency settings da parte dell’Inter-Agency Standing

Committee/IASC erano stati apportati significativi aggiustamenti sulle obiezioni di tipo culturale e politico.

Mi auguro che su questo argomento, nei prossimi numeri della Rivista, i colleghi che hanno operato e continuano ad operare in ambito di emergenze umanitarie intervengano con propri contributi.

Ringrazio Psicologi per i Popoli - Trentino che ha generosamente contribuito alle spese di traduzione del lavoro di Katherine Rehberg e rivolgo un saluto a tutti i nostri soci e ai lettori della Rivista, la cui direzione dal 2015 passerà in altre mani, in coincidenza con il rinnovo delle cariche elettive della Federazione. Nel numero 0 del 2006 la Rivista veniva proposta come una “prova tecnica e di maturità per gli psicologi dell’emergenza”, ma anche come una “proposta di collaborazione rivolta a tutti i cultori della materia, interni ed esterni alle nostre associazioni“ e infine come “una scommessa lanciata dal volontariato professionale degli psicologi per un arricchimento della professione e un suo riconoscimento sociale”. Traguardi ambiziosi ai quali in questi anni ci siamo avvicinati grazie alla spinta propulsiva che il presidente

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nazionale prof. Fabio Sbattella ha dato al progetto e al lavoro prezioso dei collaboratori, Marilena Tettamanzi come vicedirettore e Gabriele Lo Iacono per la redazione, grafica e impaginazione. Mi auguro con tutti i colleghi di Psicologi per i Popoli - Federazione che il cammino della rivista prosegua sostenuto dall’impegno, dalla motivazione e dall’amicizia con cui l’abbiamo avviato.

Luigi Ranzato, Direttore della Rivista di Psicologia dell’Emergenza e dell’Assistenza Umanitaria.

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