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Editoriale - Design: benessere nella città

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Academic year: 2021

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21/12/2020 Vol 15, N 1 (2020)

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e a , he a e ic c mm i ie a i edThea re, Basaglia, rea men .

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medicadisagio psichico emo ional in elligence (EI) gro p se ingospedali psichia rici gi di iari pho o herap psichia ria

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CONTENUTI DELLA RIVISTA Ce ca T i i ca i Cerca E a e fa cic e a e e i INFORMAZIONI e i e i e g i a i e i bib i eca i

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AVVISI H e > A c > V 15, N 1 (2020)

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1 (2020)

De g : be e e e e a c OMMA IO a c a d F a ce c A a Se d e a e e d ca , c e d e a a bb ca ce a C ea e C A b 3.0. U a c e e e e e c c e a a e e a e e e e a . Se c ad a e e a a c e a d'acc d c c e da a . Pe a f a c cca : P i ac ic e c kie ... R a c e f ca ISSN: 2281-8960 - e a a e T b a e d C e a: e a a 323/2013

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22/12/2020 Vol 15, N 1 (2020)

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DIMENSIONE DEI CARATTERI G ida i i ea O EN JO NAL EM CRUSCOTTO N e e e Pa d Ric da i Entra LINGUA I a ia KEYWORDS An hropolog , life-s or , migra ion, gender, careAr ,

hea re, men al heal h, discomfor , ac i e ci i enship A e, e

C , me e,

ela i eIndi id o, gr ppo, Is i ione carceraria I alia.Narra i e, kno ledge, comm nica ion Ps chia ric reform, hea re, Emilia-Romagna, assessmen Sogge o, c l ra, con es o S e i i ,

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AVVISI H > A > V 15, N 1 (2020)

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gr ppi nel sociale

G DF A ICOLO F a c c A a 29-47 S DF A ICOLO G G 49-57 D S . I DF A ICOLO L c a P 59-75 D N : DF A ICOLO P a Ya , A C , S a F a 77-88 ricerche/in er en i P N - L DF A ICOLO S a F a 89-100 I : . A DF A ICOLO Ma c Ma c 101-115 no e I ' DF A ICOLO J a - C a b a 117-124 R . R -DF A ICOLO G L ca 125-139 S , C C A 3.0. . S ' . P : P i ac ic e c kie ... R ISSN: 2281-8960 - T C : 323/2013

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Editoriale

Francesco Armato

IMPORTANTE PER IL MESSAGGIO CHE CONTIENE.

Questo articolo può essere utilizzato solo per la ricerca, l'insegnamento e lo studio privato. Qualsiasi riproduzione sostanziale o sistematica, o la distribuzione a pagamento, in qualsiasi forma, è espressamente vietata. L'editore non è responsabile per qualsiasi perdita, pretese, procedure, richiesta di costi o danni derivante da qualsiasi causa, direttamente o indirettamente in relazione all'uso di questo materiale.

www.narrareigruppi.it – E nog afia dell in e a ione quotidiana. Prospettive cliniche e sociali, vol. 15, n° 1, luglio 2020

Narrare i gruppi

Etnografia dell interazione quotidiana

Prospettive cliniche e sociali,

vol. 15, n° 1, Luglio 2020

ISSN: 2281-8960

Rivista semestrale pubblicata on-line dal 2006 - website: www.narrareigruppi.it

Titolo completo de a ic

Editoriale

Autore Ente di appartenenza

Francesco Armato Università degli Studi di Firenze

Pagine 07-12 Pubblicato on-line il 29 luglio 2020 Ci a c ì articolo

Armato, F. (2020). Editoriale. In Narrare i Gruppi, vol. 15, n° 1, luglio 2020, pp. 07-12 - website:

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www.narrareigruppi.it – E nog afia dell in e a ione o idiana. P o e i e cliniche e ociali, vol. 15, n° 1, luglio 2020

editoriale

Il numero che presentiamo è la sintesi di un lavoro che nasce da un confronto su tematiche che appartengono alla città come fisicità che accoglie la gente e le pratiche sociali che quotidianamente vengono svolte.

Una costruzione sociale dei territori, intesi non solo come contenitori che ospitano strutture e macrostrutture per facilitare la governabilità di una città, ma come luoghi che ospitano un Mileau urbano fatto di relazioni che le persone costruiscono e disfano in continuazione; e forse non è lontana l immagine metaforica di una Penelope che tesse e disfa di continuo la sua tela in attesa di Ulisse, sostiene Licari1 (2020). È molto probabile che le relazioni che

produciamo negli spazi urbani e nei luoghi di transito abbiano questo motore che li spinge: la mancan a e l attesa. E che siano questi due aspetti che ci spingono ad uscire di casa e a cercare qualcuno con cui condividerle nella speran a di colmare la mancan a e dare fine all attesa.

D altronde una citt pulita, curata e fun ionale di iene una città ospitale, un luogo che si predispone nella sua essenza per incontrare uno sconosciuto, l altro, l alterit . Una citt do e la gente si sente in armonia con gli altri e con le fisicit che sono disposte intorno a loro. Una citt che non esclude l altro, che non crea disuguaglianze, disgregamento del Welfare State: danni collaterali così come lo definisce Zygmunt Bauman.

Una città, che se potesse rispondere alle nostre domande ci direbbe, molto probabilmente, che le manca qualcuno o che aspetta qualcuno, proprio come Penelope. Una città che nella sua cura degli spazi privati, soprattutto pubblici, comunica la sua predisposi ione ad accogliere l altro, non sempre conosciuto, oppure conosciuto, ma non ri-conosciuto come suggerisce la trama della metafora sopra citata.

In questo lavoro ci occuperemo delle relazioni e dei contatti occasionali che nascono e si rinforzano proprio negli spazi pubblici, di come la progettazione di alcuni luoghi possa facilitare e rinforzare le relazioni di vicinato, ma anche di persone che s incontrano in luoghi di transito appositamente progettati all interno della citt .

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Il contributo di Giuseppe Lotti mette in evidenza un nuovo ruolo del designer: creare sistemi di relazioni, partecipare per strutturare ambienti sociomateriali più consoni all ascolto, collaborare in modo attivo alle discussione con delle i-dee, ma saper ascoltare i diretti interessati e tutti gli Stakeholder coinvolti. Per una situazione di offerta di innovazione multipla Design when everibody designs (Manzini, 2015). Un approccio organico e pluridisciplinare, tra prodotto e ser-vizio, tra Hardware e Software, un modo per rendere permeabile e fluida la linea di mezzo che spesso li separa. Il progetto Smart Garden/Smag inserito nel pro-gramma di ricerca del Laboratorio Design per la Sostenibilità (Dida - Diparti-mento di Architettura, Università degli Studi di Firenze), diretto da Giuseppe Lotti, ha prodotto sistemi intelligenti per la città, sistemi multi-sensore/attuatore, ottenendo ottimi risultati; oggetti che oltre a qualificare e migliorare l ambiente aumentano la qualità e il benessere delle persone in città. Lo spazio a cielo aperto è per antonomasia il luogo delle relazioni sociali dove le diverse etnie, le diverse culture si incontrano e dialogano tra di loro per

gustare momenti di ita quotidiana sen a che una cultura pre arichi l altra. Luoghi dove nascono narrazioni di storie e di miti che vanno a popolare quegli spa i tra gli edifici e che partecipano a dare significato all esistenza della gente. La trasformazione degli spazi urbani, le nuove tecnologie, lo Storytelling, di cui parla Stefano Follesa, somministrano una nuova visione di parametri per la curiosit del iaggiatore e per la costru ione identitaria dell abitante; un nuovo modo di vivere lo spazio urbano fatto di connessioni tra gli elementi che compongono luoghi, persone, oggetti e tempo.

Intera ioni e rela ioni che nascono con l incontro e la frequenta ione e, allo stesso tempo, si sfaldano e si disfano se non vengono rinnovati di continuo. Entrando più nello specifico delle tematiche possiamo dire che gli spazi Outdoor sono anche temi di studio e di ricerca attiva nel Laboratorio di Design degli Spazi di Relazione (Dida - Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Firenze), coordinato dal professore Vincenzo Legnante; come le persone si incontrano e vivono rapporti di grande vicinanza e come strutturano il proprio territorio, anche se spesso non si conoscono e possono rimanere estranei. L occasionalit e l estraneit nell incontro pu dare origine ad un senso di sfiducia erso l altro ed per questo moti o che i luoghi de ono favorire la convivenza, la solidarietà e pacificare le differenze.

Giuseppe Giusto presenta uno scenario tecno-politico globale, un idea che si materiali a nell architettura e nello spa io libero, aperto che rende unico il olume: l opera e il uoto che l a olge, appre andone la forma, la fun ione e le relazioni reali e virtuali, che attraverso le forme e gli strumenti (hardware e

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software) compongono lo spazio dei prodotti, equilibri dinamici del mondo

vivente.

Gli ingredienti che si compongono tra di loro possono essere diversi, immagini e spazi che interagiscono e si mescolano fra di essi per rendere la quotidianità più stimolante e attiva. E in questa direzione il Design Outdoor è fondamentale per far sì che le nostre città possano continuare a costruire la propria stratificazione culturale mantenendo la propria memoria storica.

Lucetta Petrini esamina gli spazi pubblici come luoghi privilegiati e di diverti-mento, di vita sociale e collettiva. Il prodotto e lo spazio diventano elementi di unione e di incontro, fulcro della relazione tra spazio e abitanti, gli estranei si incontrano e la città diventa la casa di tutti, gli oggetti collocati lungo le strade o negli angoli degli slarghi o delle piazze arricchiscono l immagine della città, la rendono migliore, bella, ordinata e funzionale.

Molte ricerche sviluppano tematiche sul prodotto, individuando le esigenze, le necessità e le aspettative di chi ne farà uso, le persone. L indi iduo al centro del progetto, Human Centred Design, studi che vengono affrontati all interno del La-boratorio di Ergonomia & Design (Dida - Dipartimento di Architettura, Uni-versità degli Studi di Firenze), diretto da Francesca Tosi.

Le quinte che definiscono i contorni della città possono divenire protagonisti e far parte del racconto urbano, elemento importante per il passante o per chi vi-ve quel luogo; ed è così che un individuo può assumere il ruolo di attore-spettatore all interno della scena urbana.

And Warhol esalta la Street Art perché diventi un modo per uscire fuori dai musei, dalle gallerie, portare l arte a tutti e in strada anche a colui che è distratto e indifferente e poco sensibile all arte stessa, un modo colto per educare il grande pubblico.

Il messaggio di questo numero è che la sola idea di progettare, disegnare le facciate che si delineano sugli spazi abbandonati e sulle strade, sprigiona nella comunità una energia che porta la gente a creare gruppi operativi, a conoscersi, e spesso a dare consigli su come proseguire l opera stessa, partecipa ione atti a per sentirsi più vicini al luogo e alla gente del posto.

Gli spazi dimenticati, tangenti e di confine di Jean-Pierre Charbonneau, sono la strada come dimora per i senza tetto, la città che accoglie tutti, ma non tutti. Il messaggio dei vari contributi proposti è che la progettazione e la narrazione delle relazioni urbane può essere considerata la Start-Up di un grande momento di condivisione in luoghi e spazi dove prima venivano solamente utilizzati per spostarsi da una parte all altra della citt , luoghi di transito.

Il suono come il cibo partecipano in modo attivo alla vita sociale urbana dando colore e vivacità, sono il motore della gioia e della condivisione; Marco Mancini

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afferma che il suono come il rumore si espandono e si diffondono per le vie e le piazze delle città, le persone si sentono più partecipi ai luoghi, si sentono a casa propria (La Pietra, 1978).

Il cibo per Peian Yao e per Anqi Chen, rappresenta l identit dei luoghi e svi-luppa il senso di appartenenza, accogliere un modello alimentare condiviso per rafforzare i processi di identificazione in un gruppo. Il cibo come inclusione sociale, dall agricoltura sociale urbana allo Street Food, per contaminarsi attraver-so i sapori e gli odori.

Il suono, il gusto e l olfatto stimolano e amplificano la percezione visiva e dan-no un senso, un orientamento che contribuisce a determinare scelte e stile di vita.

Stimoli sensoriali, connessione tra passato e futuro, saperi locali derivati dalle diverse culture, più sono ricche di sfumature e maggiore è la possibilità di ani-mare le personalità e gli equilibri dei popoli che abitano ed animano il conteni-tore fisico della città.

Un osser a ione psico-antropologica di Giuseppe Licari conferma il dialogo interdisciplinare fra il design e la città per facilitare l esperien a quotidiana della gente nello spazio e con gli oggetti fisici.

I luoghi non animati e non vissuti, secondo alcuni antropologi si definiscono spazi abbandonati, luoghi spenti, stanze buie dove non è possibile orientarsi, si perdono i riferimenti e non si leggono più i contorni e con essi i suoni e gli odori divenendo luoghi afoni . Spesso questi luoghi vengono presi d assalto dagli artisti e dai designers che se ne prendono cura gettando un seme di vitalità in alcuni punti nevralgici, rivitalizzandoli e rendendoli i aci , per dare dignità, identità, arte e cultura a quei luoghi dove prima non c era nulla, in alcuni casi il vuoto assoluto, processi che durante e dopo l inter ento spingeno le persone a partecipare e ad usarli. Gli spazi Re-Activated accolgono la gente e diventano luoghi frequentati, allo stesso tempo la gente garantisce anche un certo control-lo sociale, l occhio sulla strada degli abi an i (Jacobs, 1961).

Sul piano della sicurezza sociale la presenza degli abitanti in un luogo, per Jane Jacobs, assicura una sorveglianza spontanea e costante su quel determinato spazio pubblico, e non ultimo recupera il diritto di passeggiare circondati da un ambiente creati o e sicuro, pro are un senso di benessere diffuso; l ini iati a

Jane s Walk è un esempio reale che ha contaminato tantissime città nel mondo:

camminare in citt con percorsi e distan e a misura d uomo creando anche e maggiormente una sorta di alfabetizzazione urbana.

Concludo questo mio editoriale riflettendo che nel nuovo millennio molto si è già scritto e molti sono stati i progetti e gli interventi per rivitalizzare gli spazi

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all interno delle citt e noi con questo la oro olgiamo dare con queste riflessioni prodotte in questo numero un altro piccolo contributo alla costru ione di un altra tessera nel mosaico della rigenera ione dello spa io urbano per cercare di stimolare e migliorare quello che È.

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