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Forgotten typeface: Xanti Schawinsky designer di caratteri

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Academic year: 2021

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Testo completo

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2. 3. 1.

1. Tool kit

Prototipo del kit contenente gli stencil del carattere ridisegnato (xanti32).

2. Sei poster digitali (A1)

Poster progettati digitalmente, con lo scopo di mostrare tutti i glifi disegnati e le caratteristiche principali del font (xanti32).

3. Tool kit

Prototipo del kit contenente gli stencil del carattere ridisegnato (xanti32).

Luca Pellegrini

Relatore - Davide Fornari Correlatore- Sylvain Esposito

Forgotten typeface

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Abstract

Questa tesi ha come tema la tipografia e il disegno di caratteri: propone un viaggio all’indietro in un tempo in cui le tecnologie digitali non esistevano, un periodo difficile per l’umanità, ma fondamentale per la grafica. L’obiettivo è quello di capire il pensiero di un designer e artista come Xanti Schawinsky analizzando il conte-sto degli anni trenta, periodo in cui era nel pieno della sua attività di grafico. Il suo alfabeto del 1932 è stato digitalizzato rispettando il disegno delle lettere origi-nali. Questa operazione è servita a capire gli obiettivi e le intenzioni del designer. Le lettere sono state stu-diate in ogni minima rifinitura. Una volta comprese le caratteristiche principali da mantenere sono state rielaborate e modificate in alcuni piccoli dettagli che nell’insieme hanno trasformato il carattere tipografi-co, rendendolo più adatto alle necessità della tipogra-fia contemporanea. Il risultato è un font display eclet-tico ed elegante, pensato per le grandi dimensioni e per la progettazione di artefatti di comunicazione visi-va contemporanei.

Il progetto di tesi ha toccato i diversi campi che con-traddistinguono la grafica moderna, dalla carta al digi-tale fino al “fai da te” in modo da ottenere un insieme ricco di possibilità espressive.

Svolgimento

La parte progettuale che ha preso più tempo è stata la digitalizzazione delle lettere. L’obiettivo principale è stato quello di completare la tabella dei glifi al fine di ottenere un font completo con il quale si ha la possibi-lità di scrivere in più lingue. Una volta disegnata la pri-ma versione del font, sono state apportate alcune mo-difiche formali alle lettere in modo da garantire una maggiore coerenza tra i glifi che compongono l’intero alfabeto. Utilizzando l’ultima versione del carattere sono stati progettati sei manifesti digitali e uno speci-men, successivamente sono stati tagliati degli stencil in legno compensato, con il quale sono stati realizzati sei poster. Questi stencil sono raccolti all’interno di un

tool kit. In fine è stato progettato un piccolo sito dove

vi è la possibilità di testare il carattere modificando a piacimento corpo e interlinea.

Conclusioni

Le domande di ricerca iniziali pongono il problema di riattualizzare e rivalorizzare il lavoro tipografico svolto da un designer di altri tempi. Per rendere un carattere attuale e utilizzabile per artefatti di comunicazione vi-siva contemporanei vi sono diverse variabili da tenere in considerazione. Prima di tutto è necessario studia-re nel dettaglio ogni lettera che si ha a disposizione. Successivamente vanno corretti alcuni aspetti forma-li, in modo da dare un’aspetto più moderno all’intero alfabeto, allo scopo di individuare uno schema utile a ipotizzare il disegno dei glifi mancanti. Al giorno d’oggi vi sono dei media che ottant’anni fa non esistevano, e il fatto di progettare un carattere che va a finire su diverse periferiche (dalla carta stampata al digitale) implica un rinnovamento tecnologico.

Questa è la storia di un designer, fotografo e artista che nella sua vita ha fatto

tante cose e ha prodotto contributi rilevanti per la storia della grafica. Di lui però

si ricordano in pochi, e gran parte del suo lavoro ha finito per essere dimenticato,

come nel caso del suo alfabeto, ritrovato su una pagina impolverata di una

deli-catissima rivista del 1935, su di uno scaffale in mezzo a altre migliaia di periodici in

un archivio raramente aperto al pubblico.

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