C A R T A R I O GENOVESE
ED ILLUSTRAZIONE
D E L R E G I S T R O ARCI VESCOVI LE
PEL SOCIO
É
f ■ , i ki■
» I I I|
* 'L a I llu s tr a z io n e del Registro Arcivescovile di Genova, a n n u n c ia ta fino dal 1862 e destinata a comporre questa prim a p a r t e del secondo volume degli A tti, si è fatta per c e r to a s p e tta re troppo più spazio di quello sarebbe s ta to b iso g n ev o le alla sua compilazione. Onde il ritardo s a rà s e m b r a to colpa a coloro cui non sien note le molte cu re a lle q u a li nel frattempo ci siamo pure sobbarcati a p rò ’ di q u e s ta Società, e di che varii tra’ suoi volumi ci rendono nondim eno ampia testimonianza.
M a v o len d o ora liberarci dalla promessa, e cosi es sendoci p o sti di bel nuovo all’ opera col fermo proposito di r id u r la al suo termine, sembrò a noi, passando come in r a s s e g n a g li argomenti ne’ quali 1’ avevamo già di s tr ib u ita , c h e t r a le altre parti quella dovesse risultare per cosi dire precipua, nella quale tratteremo delle fa miglie in c h e a ll’ aprirsi del -secolo XII il dominio utile dei beni della Chiesa Genovese trovavasi diviso.
Impe-rocche queste famiglie sieno per gran p a rte quelle stesse che pur allora costituirono il nucleo del n o s tr o C om une, e nc ressero poscia i destini lungo tu tto il glorioso pe riodo del Consolato; benché, secondo è n a t u r a l e , doves sero mano mano dividere con altre quella a u t o r i t à che in sul principio aveano esercitata da sole.
Così la Illustrazione del più antico m o n u m e n to della Curia Ecclesiastica, lumeggia eziandio le o rig in i del ci
vile risorgimento de’ genovesi; rispetto a cu i la in g e re n z a dello elemento feudale assume una grande i m p o r t a n z a , secondo che avverti già dottamente il eh . socio, cav. Desimoni in due scritture feconde di u tilis s im e a p p li cazioni.
Se non che, a sviluppare il meglio che ci sia c o n s e n tito un siffatto argomento, parve necessario c h e la fo r mazione e ramificazione di tu tte queste f a m ig lie , il cui maggior numero si riunisce a due t r o n c h i , v o g lia m dire i Conti di Lavagna ed i Visconti genovesi, dovesse e s sere investigata ed il più possibile d im o s tra ta co n am p io corredo di documenti; e che perciò a g li a t t i i q u a li compongono il Registro sum m entovato n o n c h é 1’ A p
pendice che gli abbiam fatta succedere, fosse o r a o p
portuno 1’ aggiungere t u t t i quegli a ltri c h e so n o fino al presente rimasti inediti, unendovi e z ia n d io a ’ d e b iti luoghi (giusta 1’ ordine cronologico) la n o t iz ia di q u a n ti furono stampati in diversi tempi ed in v a r i e collezioni.
D’ altra parte noi pensavam o, che m a n d a n d o a d e ffe tto questo disegno, avremmo pur soddisfatto a d u n o dei primi e più caldi voti della Società n o s t r a ; la q u a le fino da’ suoi esordi statuiva che un C a rta rio G e n o v e se , contenente la serie dei documenti a n t e r i o r i al secolo XII e così al regolare principio degli A n n a l i di C a ffa ro , dovesse quando che sia uscire a luce in q u e s ti v o lu m i.
La preceden za di tale Cartario alla Illustrazione ed agli schizzi genealogici di cui dovremo pur corredarla, s t a n e ll ’ ord in e logico; e noi perciò facciamo appunto p rin c ip io d a una siffatta R accolta, la quale si arrichisce di o l t r e c e n to se ttan ta documenti: messe invero non is c a r s a , quand o si guardi alla loro antichità.
V u o is i o r a accennare come questa fatica ci venisse l a r g a m e n t e agevolata da alcuni benemeriti, anzi fosse re s a p o ssib ile in ispecie per l’opera di un modesto racco g l it o r e c h e visse nel secolo XVIII. Di costui già occorse f re q u e n te m em oria nei volumi degli A tti, colla indicazione p e rò di A n o n im o Agorà; conciossiachè il nome di Ber n a rd o P o c h , che più volte si legge ne’ suoi manoscritti, s e m b r a s s e lunga pezza cos'i nuovo e strano da tenersi p i u t t o s t o in conto di pseudonimo che altrimenti. In ap p re sso ci avvenne però di accertare la esistenza di una fam ig lia cosi realmente cognominata, e non oscura in S a r z a n a ; anzi ne raccogliemmo più esempi. Perchè nella Sinodo di quella Diocesi, celebrata nel 1717 dal vescovo A m b r o g io Spinola, troviamo un Domenico Podi canonico s a r z a n e s e , ed un Vincenzo Poch dell’ Ordine di san Fran cesco di P a o la (*); di un Giambattista Poch abbiamo una s u p p lic a a l Senato di Genova del 1755 (-) ; e finalmente u n A n d re a P o c h , notaio e cancelliere di Sarzana, soscrive addi 1.® a g o s to 1756 un attestato di nobiltà della famiglia R u s c h i , il cui originale ci accadde vedere presso privati.
N è del m entovato Bernardo siamo oggidì privi al tutto di notizie. Egli medesimo si professa prete; e da più l e t t e r e e n o te legate fra le sue Miscellanee, impariamo
C) V e d . C on stitutiones Sinodalcs ab III. et Ree. D. Ambrosio Spinola....
S a r z a n c n . E c c le s ia c Episcopo, e t c .; M assa, Frediani, 1717; p. 21 e '22.
(f ) A r c h i , io G o v ern ativ o di G enova; Senato, 1755.
come di già noi 1751 si fosse « occupato (la m o lti a n n i nella ricerca delle antichità genovesi » , e c o m e poscia a queir epoca, mercè l'autorevole protezione di G iuseppe Maria Durazzo, gli fosse conceduto libero accesso a ll ’ A r chivio della Repubblica : facoltà allora s'i r a r a , e h ’ era stata circa vent’anni prima interdetta al somm o M u ra to ri.
La Memoria con la quale il Poch d o m an d av a a ? Se- • renissimi Collegi clic gli fosse dischiuso 1’ a d ito a l l ’ A r chivio, fu da questi approvata il 3 novem bre 1751; ed egli stesso notò quindi in una postilla : « E n t r a i n e ll’ A r chivio del Senato sul principio della- Q uaresim a di quel- F anno (1752), e continuai sino al 22 g iu g n o 1753 ». Nel quale spazio di tempo attendendo in d efessam en te a trascrivere (la miglior parte per esteso) q u a n ti a v e a n v i documenti anteriori al secolo X II, ed a p ig lia r n o t a delle principali disposizioni d’ altri moltissimi delle e p o che successive, e ricercando eziandio 1’ A rchivio de’ no- tari, nonché quelli de’ Capitoli di san L o r e n z o , s a n l i o nato e santa Maria delle V ig n e , de’ m o nasteri di s a n to Stefano e di san Siro, compose ben sei volum i delle M i
scellanee sopra citate. Le quali come venivano più t a r d i
in possesso di Carlo Cuneo, che fu già I s p e t t o r e degli Archivi Genovesi, così erano poscia da lu i tr a s m e s s e all’ avv. Emanuele Ageno; e per ultimo da q u e s to e g r e gio cavaliere donate (or sono pochi anni) c o n is q u is ita liberalità alla Civica nostra Biblioteca.
Nè il cav. Ageno erasi mai per lo innanzi m o s t r a t o schivo a consentire che di siffatti codici t r a e s s e r o v a n taggio gli studiosi; per modo che di già il r im p ia n t o collega nostro avv. Francesco Ansaldo tra s c r iv e n d o da tali Miscellanee tutti gli a tti che vi si i n c o n t r a n o dal 910 al 1100, poteva a sua v o lta , coll’ efficace c o n c o rso del cav. Desi moni, dar opera fino dal 1856 a q u e lla sua
( s )
collezione c h e intitolò Carte Genovesi, la quale a noi ili g ià n e ll’ Appendice al Registro occorse replicatamele di r ic o r d a r e .
S o g g iu n g e il Pocli nell’ accennata postilla come addì
22 g iu g n o 1753 egli ricevesse ordine da Francesco Maria
B r ig n o le di tessere gli A nnali di San Renio, i quali d ifa tti com pose; ed avendoli ultimati il giorno della Epi fania del 1754, li consegnò allo stesso Brignole il dì successivo. O ra il primo abbozzo di questi Annali si ha p e r F a p p u n to nel volume VI delle anzidette Miscel
lanee ; o ltre c c h è la Civico-Beriana ne possede un bell’e-
s e m p la re di carattere assai noto di un amanuense del secolo sco rso .
M a il P o c h avuta poscia occasione di disgusto colla Re p u b b lic a p e r questi A nnali medesimi, i quali egli avrebbe d e s id e ra to assai che fossero mandati a stampa ('), si partì da G e n o v a il 21 marzo 1755, trasferendosi verisimil- m e n te a R o m a , dove s’ incontra con certezza alquanto p iù ta r d i. D ifatti l’ottimo amico nostro P. M. Alberto Gu g lie lm o tti ci informa essere Bernardo Poch « antica cono scenza ro m a n a , abate commissario di quei letterati per ra c c o g lie re documenti dagli Archivi » ; ed avere inoltre ' p u b b lic a ti in Roma due scritti, il primo e maggiore dei q u a li, com posto di sole quattro paginette volanti, ha p e r tito lo : Dei m arm i estratti dal Tevere e delle iscri
zio n i scolpite in esse, a S. E . il Sig. Principe Altieri.
In fine: R o m a , 25 ottobre 1773, Bernardo Poch; Pe>
S a lo m o n i (*).
(’) L a R e p u b b lic a in v ece li g iu d icò « di rozzo s tile , incolto, e privo d e lle d o v u t e d o t t r in e d ’ ju s pubblico e feudale » (Poch). onde consegnò a d a l t r i il m s . , co n incarico di una nuova compilazione.
(’-) Q u e s t o o p u s c o lo in con tram m o pur citato nel Bullettino Archeolo g ic o d i R o m a d i q u e sti u ltim i anni.
( « )
Venendo ora a quanto ci riguarda più da vicinò, vo gliala dire la compilazione di questo C a rta rio , n o tia m o tosto come il lettore lo troverà formato p e r la m iglio r parte della Raccolta Ansaldo, e per conseguenza dello
Miscellanee del Poch. Ed invero dei documenti v e d u ti da
quest’ ultimo, alcuni erano già a ’ suoi giorni in m an o di privati, e gran copia ne andava poi n o n m o lto a p presso smarrita, per la improvvida dispersione degli Archivi delle disciolte corporazioni religiose, n o n ch é pel trasferimento delle più antiche e preziose serie di c a r t e dell’Archivio di Stato da Genova a Parigi s o tto 1’ I m pero Napoleonico.
Quelle fra-le pergamene che, scampate alla d isp e rsio n e , furono poscia restituite dal Governo di L u ig i X V I I I al Re di Sardegna, venuto nel 1815 in possesso del Genovesato, e che deposte allora con t u t t e le d e tte serie negli Archivi di Corte in T o rin o , furono a dì no stri, per le indefesse cure di egregi p e rs o n a g g i, ric o l locate nella primitiva lor sede, costituiscono a lc u n i m azzi denominati dalle abbazie di santo Stefano e di s a n Siro, e si troveranno da noi indicate a’ luoghi o p p o rtu n i. B en possiam dire che la perdita degli originali ci sia re s a men dolorosa e grave dall’ opera del Poch ; del q u a le già il Cuneo lodando la diligenza scriveva, c h e a v en d o collazionate molte di quelle copie cogli a u te n tic i, le a v e a trovate esattissime ('). Lo stesso ripetono q u in d i F A n* saldo e il Desimoni, per propria esperienza, n e lla P r e f a zione alle Carte Genovesi; e lo stesso infine ci tr o v ia m o in debito di attestare anche n o i , pel co n ferim en to che non abbiamo tralasciato di istituirne coi d o c u m e n ti dei mazzi or ora citati.
M a a lle c a r t e del Poch e dell’ Ansaldo ebbimo pure la v e n t u r a di poterne mandar congiunte parecchie altre, vuoi p e r e s te s o , o per sunto, od anche per semplice indi c a z io n e ; ed in ispecie alcune dedotte dai codici dell’ab b azia di s a n F ruttuoso di Capodimonte. Questi preziosi v o lu m i fu ro n o già ram m entati dal Muratori; ma rite- n e v a n s i d a g r a n pezza p e rd u ti, quando 1’ esimio comm. A n to n io M e rli ne fece testé scoperta nell’ Archivio del P r in c ip e D ’O r i a , e fu sollecito di darcene cortese par tec ip az io n e.
Q u a n to a lla condotta della edizione, non abbiamo m a n c a to di procurare che riuscisse fedele agli esemplari p ro p o stici, n o n solamente nella sostanza, ma e nella forma, com e a d ire nella ortografia la quale è pur essa un in dizio n o n ispregevole del monumento che si produce. B en sì rin u n c ia m m o alle abbreviazioni in tutti quei casi, n e ’ q u a li la parola potevasi rendere intera, senza lasciar p u n to luo g o a dubbiezze; ed usando le stesse diligenze ch e g ià n e lla stam pa del Registro, ci adoperammo a s u p p lire q u e lle frasi e parole che 1’ umidore od il tempo a v e a n o o b l it e r a te , notandole però i n c o r s i v o, e talvolta
eziandio confinandole tra parentesi. Del rimanente è bene r ip e te r e col M uratori che negli antichi diplomi non ap p a risce lu m e di grammatica naturale nè artificiale, onde vi s ’ in c o n tr a n o frequentissime dissonanze. Niuna uni fo rm ità p e r t a n to nella costruzione de’ verbi, nella decli nazion e dei n o m i, eccetto dove lo scrittore si giova dei fo rm o la rii com u ni; bastando a’ notai c somiglianti ofli- ciali che esponessero i loro sentimenti in uno idioma che p a re sse la tin o , e non pigliandosi ombra di fastidio per t u t t o il r e s to (').
( 7 )
( « )
Abbiamo pure riprodotte eolia guida del P o c h , o de sumendole dagli originali noi stessi, quelle a n n o ta z io n i diverse che si leggono per lo più sui rovesci delle p e r gamene. Alcune contengono indicazioni i m p o r ta n t i di luoghi e di persone, affermano o dichiarano il senso dell’ atto ; altre sono evidentemente erronee ; m a t u t t e collimano a renderci più viva ed intera la im a g in e del documento, e sono come una guarentigia della su a sin cerità.
Nel disporre gli atti procurammo inoltre di c o m b in a re insieme più che ci fosse possibile le diverse indicazioni cronologiche onde per l’ ordinario sono m u n i t i , di a v e r riguardo alle circostanze in essi enunciate e che p e r a v ventura poteano giovarci come a ltre tta n ti ric h ia m i. P e r ciò appunto ne occorse doverci talvolta d ilu n g a r e dalle altrui opinioni, e tal a ltra di riparare a c e r ti difetti di lezione, dei quali pensiamo che ben diffìcilm ente si p o trebbe scusare un editore genovese.
Poniamo in fine una avvertenza clic è n e c e s s a ria . Noi ci occupiamo qui della storia civile anziché della ec clesiastica; ed anche nella Illustrazione del R e g istro piglieremo a considerare siffatto m onum ento in ispecie da quel lato. Quindi è che non riferiamo i concilii e sinodi a cui soscrivono i nostri vescovi (due soli e c c e t tuati , appunto perchè hanno tra tto a cose civili ) , i ritmi sacri, le agiografìe e somiglianti. T u tto ciò p o tre b b e formare soggetto degnissimo di una sp e cia le r a c c o lta ; e come la Società Ligure ne ha già v a g h e g g ia to il di segno, cosi facciam voti che alcuno de’ n o s t r i v alorosi colleglli imprenda a tradurla in effetto.