CAPITOLO 1
1.
La traduzione audiovisiva.
La traduzione audiovisiva è un prodotto complesso, in cui si mescolano
diversi canali e codici contemporaneamente, principalmente quello visivo e quello
acustico. Nella definizione di prodotto audiovisivo rientrano film, serie TV,
videogiochi, documentari, nei quali i dialoghi sono un elemento fondamentale.
La traduzione audiovisiva nacque intorno agli anni ’30, quando per la
prima volta iniziarono a diffondersi film importati, che dovevano essere tradotti
per un pubblico straniero.
Gambier
1, uno dei maggiori studiosi di traduzione audiovisiva, individua
tredici tipi di trasferimento linguistico, ai quali si aggiungono due ulteriori
tipologie:
sottotitolazione interlinguistica
doppiaggio
interpretazione consecutiva
voice-over
commento libero
traduzione simultanea
produzione multilingue
traduzione degli script
sottotitolazione simultanea
sopratitolazione
descrizione audiovisiva
sottotitolazione intralinguistica per sordi
localizzazione di videogiochi
sottotitolazione interlinguistica amatoriale
1
Yves Gambier, Introduction. Screen Transadaptation: Perception and Reception, in The translator, Special Issue, Screen Translation, vol. 9 (2), Novembre, 2003, p. 171.
In questa sede ci soffermeremo principalmente sulla sottotitolazione
interlinguistica amatoriale, dopo aver esaminato le principali caratteristiche di
alcune di queste tipologie di traduzione audiovisiva.
1.1.
V
OICE
-
OVER
Tecnica molto simile al doppiaggio, consiste nel sovrapporre alla traccia
audio originale una voce di un narratore che parla nella lingua di arrivo seguendo
il sonoro della lingua di partenza, ma restando leggermente sfasato rispetto alla
traccia originale, la quale resta udibile ma quasi indecifrabile perché molto più
bassa rispetto al voice-over. Questa modalità è generalmente impiegata per
documentari o programmi d’informazione. In Italia alcune pubblicità e canali di
shopping fanno uso del voice-over, con la differenza che, in Italia, la voce
narrante diventa “teatrale”, come succede per alcuni programmi di cucina
2.
È piuttosto diffuso in Europa dell’Est, ma è usato in molti altri Paesi, come
Cina e America. Questa tecnica è considerata una traduzione meno impegnativa,
in quanto il linguaggio e gli argomenti trattati nei prodotti che la utilizzano sono
solitamente obiettivi e fattuali, a differenza di quello di un film o una serie TV che
richiede maggiore creatività e conoscenza della cultura di partenza.
Inizialmente, però, il termine veniva utilizzato per riferirsi ad alcune scene nelle
quali la voce di un narratore invisibile o fuori campo descrive o narra eventi.
Tuttavia, l’accezione predominante è quella che si riferisce al voice-over come
traduzione di un prodotto audiovisivo, dove si sovrappone, con una leggera
sfasatura temporale, all’audio originale che resta appena percepibile.
3Il voice-over è quello utilizzato in Italia in occasione della cerimonia degli
Oscar 2016. Essendo questo un evento sempre più seguito a livello internazionale,
a partire dal 2016 è stato trasmesso in diretta anche in chiaro sulla TV italiana sul
canale TV8. Data la necessità di renderlo disponibile a tutti, si è ricorsi alla
tecnica del voice-over utilizzando la traduzione simultanea dei dialoghi. In
sottofondo era, quindi, percepibile la voce originale a cui si sovrapponeva la voce
italiana. La tecnica ha reso possibile la fruizione del programma anche a coloro
2
D. Chiaro (2009). Issues in Audiovisual Translation. J. Munday (a cura di), The Routledge Companion to Translation Studies, Revised Edition. New York, 2009.
3
che non conoscono la lingua di partenza e che altrimenti non avrebbero potuto
seguire appieno la manifestazione.
1.2.
S
OPRATITOLAZIONE
La sopratitolazione può essere considerata un’ evoluzione della
sottotitolazione; nasce recentemente, nei primi anni ’80 in Canada in occasione
della rappresentazione della Elektra di Strauss da parte della Canadian Opera
Company di Toronto occasione nella quale il libretto dell’opera fu proiettato su
uno schermo posto sulla cornice del palcoscenico il libretto dell’opera.
4La
tecnica, in seguito, si diffuse anche negli Stati Uniti fino ad arrivare in Italia tre
anni dopo, nel 1986 al Maggio Musicale Fiorentino. In quel periodo si trattava di
una sorta di “didascalie”.
Nel corso del tempo, però, sono cambiate molte cose; inizialmente le
didascalie svolgevano una funzione puramente riassuntiva, a causa del poco
spazio disponibile data la presenza di proiettori alquanto ingombranti.
Con l’avanzare della tecnologia, si è arrivati a utilizzare videoproiettori sempre
più potenti e semplici da usare, fino ad arrivare ai display a LED dei nostri giorni.
La tecnica consiste nel proiettare sullo schermo il testo tradotto o adattato delle
arie dell’opera o delle rappresentazioni teatrali. Questo fa sì che il pubblico fruisca
del testo cantato o recitato durante lo spettacolo, e che lo comprenda a pieno vista
la difficoltà di seguire il cantato operistico
5.
4
S. Bestente, Disponibile all’indirizzo: www.fierrabras.com, 2008.
5
2. Sopratitoli in inglese dell’opera L’amour est un oiseau rebelle, G.Bizet.
1.3. L
OCALIZZAZIONE VIDEOGIOCHI
Quando si parla di videogiochi si fa riferimento a un “Dispositivo
elettronico (ingl. videogame) che consente di giocare interagendo con le immagini
di uno schermo.”
6I videogiochi sono prodotti audiovisivi per natura,
comprendono voci umane che vengono sia doppiate che sottotitolate, e si dà la
possibilità al fruitore di scegliere quale delle due versioni utilizzare. La scelta
dipende dal livello di conoscenza della lingua del videogiocatore e anche dal
mezzo che utilizza per giocare. Questo perché il videogioco può essere fruito
tramite diversi mezzi, quali PC, console come playstation, X-Box, Wii, e la
nuovissima piattaforma Steam.
Bisogna tener conto, inoltre, di diversi fattori, come ad esempio la
risoluzione dello schermo che si ha a disposizione. Infatti, se si utilizza una
vecchia TV a tubo catodico, la risoluzione dei sottotitoli sarà molto bassa, e si
avrà difficoltà a leggere i dialoghi. Mentre se si ha a disposizione una TV di
ultima generazione, la risoluzione sarà molto più alta e quindi il sottotitolo
6
apparirà molto più chiaro. Se poi si pensa a un PC, i fattori sono molteplici, quali
la risoluzione del monitor, la RAM dedicata, ecc… Saranno questi i fattori che
contribuiranno alla scelta del doppiaggio o del sottotitolaggio.
I videogiochi hanno fatto la loro prima comparsa intorno agli anni ’60, e
inizialmente le immagini consistevano in semplici punti e linee, come nel caso di
Space Invaders, 1978, come si vede
nell’immagine a sinistra.
Come leggiamo nell’articolo di
Mangiron e O'Hagan, non era necessaria
una traduzione a quel tempo, proprio
perché non erano presenti dialoghi o
scritte a video: “[…] the first video game,
Spacewar
, was brought to life at
Massachusetts Institute of Technology. Since then, technological advancements
have completely changed the video games landscape. These early games required
the least amount of translation, as the games consisted mainly of dots and lines
with very few command lines.”
7Successivamente, negli anni ’80, il videogioco era
relegato, per così dire, alle sale giochi, dove si potevano trovare i cosiddetti
videogiochi arcade e postazioni di gioco pubbliche, funzionanti a gettoni o a
monete; questo tipo di videogiochi non richiedeva una vera e propria traduzione,
in quanto i dialoghi non erano presenti, ma si trovavano magari scritte a video che
indicavano le azioni da intraprendere nel gioco. Queste ultime non venivano
tradotte, ed è anche grazie a questo fenomeno che molte parole inglesi hanno
preso piede in Italia.
Un esempio può essere quello di Street Fighter II, gioco arcade di genere
picchia duro, prodotto nel 1991 da CapCom. Il gioco comprendeva otto
personaggi selezionabili dai giocatori che si scontravano poi in un’arena. Se si
vinceva lo scontro, appariva sullo schermo la scritta “You win” e, nel caso in cui
si giocava da soli contro la CPU e si perdeva, appariva la scritta “Game over”.
7
Carmen Mangiron and Minako O'Hagan, Game Localisation: Unleashing Imagination with 'Restricted' Translation, The Journal of specialised translation, (2006), p. 11
Nel corso degli anni, però, grazie al progresso tecnologico, il videogioco si
è diffuso sempre di più, e i prodotti sono diventati sempre più complessi. Si è
quindi dovuti ricorrere alla traduzione dei dialoghi e delle scritte a video per
renderli disponibili in tutti i paesi del mondo. Per questo che anziché di
traduzione, per i videogiochi si parla piuttosto di “localizzazione”.
La localizzazione è il processo multidisciplinare di adattamento di
un prodotto, un testo, o un dispositivo perché esso possa essere fruito al meglio in
una specifica nazione o regione. È un processo che comprende l'adattamento
culturale e la traduzione, tenendo in considerazione le locali differenze sociali e
comunicative.
8Di solito in questo ambito si ricorre a traduttori che abbiano anche
la passione per i videogame, e che sappiano così adattare al meglio il prodotto da
localizzare in una determinata area. È importante infatti conoscere i termini
specialistici utilizzati nei giochi, in base a questo le agenzie che si occupano di
selezionare i traduttori di videogiochi riescono a capire in breve tempo se il
traduttore è un esperto del campo oppure no.
“Localizzare” in questo ambito significa non solo saper tradurre, ma anche
riuscire a riconoscere i desideri dei consumatori finali. I requisiti principali sono
quinidi:
Conoscere il linguaggio specialistico: recuperare tutte le informazioni sul
gioco da tradurre e la fascia di giocatori a cui si rivolge.
Conoscere a fondo i personaggi del gioco: conoscere il linguaggio che i
personaggi usano, il registro, la loro storia, e rispettare le aspettative che i
consumatori hanno riguardo a quei personaggi.
8
Assicurarsi di giocare al gioco in questione è sicuramente un ottimo
punto di partenza, in quanto si possono così anticipare le problematiche a
cui si può andare incontro nel tradurre.
Inoltre non bisogna sottovalutare la qualità, la cosidetta Quality Assurance,
cioè la fase in cui si controlla che le immagini siano coerenti con il dialogo, ci si
assicura che i dialoghi siano corretti e chiari, si verifica che tutto il contenuto del
gioco sia tradotto nella lingua di arrivo, e inifine si controlla che non ci siano
abbreviazioni dove non ce n’è bisogno. Questa fase è molto importante, proprio
perché “[…] there are tons of social games out there to be played, which means
the odds of someone choosing to play a poorly translated game when they can
play one that’s been localized well isn’t likely.”
9E’ certo, quindi, che è importante
avere gli strumenti giusti per affrontare questo tipo di traduzione, in quanto
altrimenti il gioco non avrebbe successo.
1.4. D
OPPIAGGIO
Il doppiaggio è un processo secondo il quale si sostituisce il dialogo
originale con una traccia audio nella lingua di arrivo che si propone di seguire il
più possibile il labiale, il ritmo, i tempi del dialogo originale. (Luyken et al.
1991:31). Nel processo di doppiaggio si sostituiscono le voci degli attori originali
con quelle di doppiatori qualificati che danno voce al personaggio come attori veri
e propri. Questo processo segue quattro passaggi principali:
1) Si traduce lo script originale;
2) Si adattano i dialoghi nella lingua di arrivo, rispettando il sincronismo
originale;
3) Lo script nella lingua di arrivo viene interpretato e registrato da attori
professionisti;
4) La registrazione va a sostituire l’audio dei dialoghi originali.
9
T. Castanheira, An Inside Look at Video Game Localization (Part 1 and 2), 2012. Disponibile all’indirizzo: http://blog.gengo.com/.
Come ci spiega Delia Chiaro in The Routledge Companion to Translation
Studies (2009:141), esiste un direttore del doppiaggio il quale supervisiona
l’intero processo, compreso l’aspetto economico, quindi i costi, e si occupa di
scegliere gli attori da impiegare. In Europa è pratica molto comune assegnare lo
stesso doppiatore ad attori di successo, come nel caso di Tonino Accolla per Eddie
Murphy. Il primo passaggio del suddetto processo consiste nella divisione del film
in “tracce” che saranno organizzate a seconda dell’apparizione del personaggio
nel film. Le registrazioni vengono di norma effettuate con gli attori mentre
visionano la pellicola e ascoltano i dialoghi originali attraverso delle cuffie.
Quando il parlato doppiato è perfettamente in sincronizzazione con quello
originale, si passa alla registrazione effettiva. Al termine di quest’ultima, la traccia
doppiata verrà missata a quella originale, in modo da raggiungere un effetto
bilanciato.
1.4.1. VANTAGGI E SVANTAGGI DEL DOPPIAGGIO
Sicuramente uno dei vantaggi più importanti del doppiaggio è che questo
rende il prodotto audiovisivo più fruibile al grande pubblico. In molti affermano
che guardare un film, una serie TV, o giocare a un videogioco in cui i personaggi
parlano la propria lingua crea meno distrazioni, rende il prodotto più godibile dal
punto di vista della comprensione dello stesso. Il dibattito è sicuramente ancora
vivo oggi; esistono varie scuole di pensiero a riguardo, infatti alcuni affermano
che il doppiaggio svilisce i personaggi, li rende meno credibili. Da una parte si
può dire che esso avvicina la cultura di partenza e quella di arrivo; dall’altra, però,
nel processo si perde sicuramente qualcosa, che può essere il timbro di voce
dell’attore originale, o frasi, espressioni non completamente trasferibili nella
lingua di arrivo a causa, per esempio, di difficoltà di sincronizzazione del labiale.
Bisogna ammettere che il doppiaggio è ad ogni modo un atto di straniamento e a
volte si percepisce come i personaggi sullo schermo non stiano pronunciando le
parole udite. E’ indubbio, inoltre, che il doppiaggio sia molto più costoso del
sottotitolaggio, poiché sono coinvolte molte figure professionali.
Uno dei casi più evidenti di doppiaggio ‘straniante’ è quello del
film 1997: Fuga da New York, film di fantascienza del 1981, diretto da John
Carpenter, in cui l’antieroe per eccellenza ha subìto un grosso cambiamento nella
trasposizione in italiano. Il personaggio in questione è il protagonista Snake
Plissken (Kurt Russell), il quale ha un vistoso tatuaggio a forma di serpente, come
suggerisce il nome che, nella versione doppiata in italiano, è stato sostituito con
Jena Plissken, a quanto pare per una questione di labiale.
La
cosa
non
avrebbe
colpito così tanto se non fosse che
questo personaggio ne ha ispirati
tantissimi altri nel corso della
storia dello spettacolo, nonché
videogiochi, fumetti e quant’altro;
un esempio è Solid Snake,
personaggio del gioco Metal Gear
Solid, ispirato sia nel nome che nella fisionomia a Snake Plissken.
Un secondo esempio è quello dei personaggi della saga di Star Wars,
universalmente conosciuta anche ai meno appassionati. Nel doppiaggio della
trilogia originale, vari personaggi cambiano nome, come ad esempio Han Solo
che diventa Ian Solo, probabilmente per una questione di pronuncia del fonema h,
e l’antagonista Darth Vader che in italiano prende il nome di Dart Fener. “La
questione non è di scarsa rilevanza come può apparire a primo acchito. Il
doppiaggio delle serie di Guerre Stellari è da sempre materia di aspre discussioni
tra i fan. La differente interpretazione di alcuni termini tra sequel e prequel ha
spesso generato malumori e nervosismo[…]”
10. Questo ci dimostra che le scelte
traduttive del doppiaggio hanno un impatto non indifferente.
Uno dei casi più estremi di allontanamento dalla lingua di partenza è
quello della serie televisiva La tata, sit-com statunitense andata in onda dal 1993
10
www.fantascienza.com, E. Montanero, 2004. (13\03\2016) Figura 1 A sinistra Snake Plissken, a destra Solid Snake.
al 1999. Nell’adattamento italiano la serie ha subìto un grosso stravolgimento: il
personaggio principale Fran Fine, infatti, nella versione originale americana è di
origini ebraiche, mentre nella versione doppiata italiana, la protagonista è di
origini italiane, per la precisione viene dalla Ciociaria, e si presenta col nome di
Francesca Cacace. Per cui, una volta cambiato il background del personaggio, di
conseguenza sono cambiati tanti altri elementi, come ad esempio i dialoghi,
spesso completamente riscritti per adattarsi al nuovo personaggio. Insieme alla
protagonista, anche altri personaggi hanno subìto grossi cambiamenti: ad esempio
i genitori di Fran, Sylvia e Morty Fine, nella versione italiana sono diventati gli
zii.
Il fruitore italiano della serie La tata non ha risentito del cambiamento, in quanto
il lavoro degli adattatori è stato quantomeno magistrale, riuscendo a riportare, sia
nelle scene, che nei flashback della protagonista, i riferimenti alla cultura italiana.
Probabilmente, la scelta di stravolgere il prodotto in maniera tanto estesa è dovuta
alla volontà di avvicinare il telespettatore a un prodotto che altrimenti, con molta
probabilità, non avrebbe riscosso lo stesso successo.
1.4.2.
S
OTTOTITOLAGGIO VSD
OPPIAGGIOIn Italia il doppiaggio nasce intorno agli anni ’30, quando si attuò il primo
esperimento di post-sincronizzazione in lingua italiana del film Maritati a
Hollywood. L’idea fu degli studi californiani della Fox, insieme all’attore
italoamericano Augusto Galli. Da quel momento in poi si decise di migliorare
questa tecnica e assumere attori italiani che avessero il compito di doppiare i film
americani, maggiori distributori di pellicole cinematografiche. In quel periodo,
però, a causa del regime politico presente in Italia, i film doppiati erano soggetti a
forti restrizioni e censura, infatti nel 1932 un decreto legge dispose che i film
doppiati all’esterno del Regno d’Italia non potevano essere proiettati nelle sale
italiane. Per questo, nello stesso anno, si aprì il primo studio di direzione del
doppiaggio italiano.
11Si può dire, quindi, che il doppiaggio italiano è una pratica
che affonda le sue radici nella storia del nostro Paese, ed è quindi difficile
sostituirla. Il doppiaggio è tecnica diffusa anche in Germania, Francia e Spagna,
11
M. Guidorozzi, Voci d’autore. Storia e protagonisti del doppiaggio italiano, Cierre Edizioni, 1998, p.17
mentre in Europa Nord-Occidentale si utilizza principalmente per programmi
destinati ai più piccoli. Il doppiaggio e il sottotitolaggio convivono, invece, nei
paesi dell’Europa Centrale e in quelli dell’Europa Orientale e alcuni di quella
Centrale, preferiscono usare la tecnica del voice-over. Negli Stati Uniti e in
Canada i film stranieri vengono proiettati al cinema con l’ausilio dei sottotitoli; in
America Latina e Centrale, invece, si preferisce il doppiaggio per i film, i cartoni
animati e i programmi di lingua straniera; mentre sulle TV via cavo, si può
scegliere se usufruire del prodotto sia in versione doppiata che originale con i
sottotitoli. Nel continente asiatico la scelta è molto varia: in Cina si preferisce il
doppiaggio fin dagli anni ’30, in Giappone si ricorre alla sottotitolazione per la
maggior parte dei prodotti stranieri, in India e Corea del Sud si preferisce il
doppiaggio, e solo in Mongolia si preferisce il voice-over, così come in Russia.
Nei paesi di lingua araba si preferisce solitamente il sottotitolaggio, mentre
in Africa il doppiaggio.
12Si può dire che la scelta tra le due tecniche è sicuramente influenzata dalla
cultura e abitudini del popolo e dalla storia del Paese in cui ci si trova.
Il dibattito è ancora aperto, ognuna delle due tecniche ha, a mio parere, dei
pro e dei contro.
Il doppiaggio rende la visione del prodotto cinematografico sicuramente
più “scorrevole”, ma allo stesso tempo può fuorviare, in quanto, come si è detto
prima, si può incappare in un grossi cambiamenti nel processo di adattamento. I
sottotitoli possono essere molto più fedeli alla lingua di partenza, ma, allo stesso
tempo, per questioni di spazio e tempo, spesso c’è la necessità di condensare il
dialogo e quindi di conseguenza si può perdere comunque qualcosa. Comunque,
molti spettatori dichiarano di aver imparato la lingua proprio grazie alla visione
del film in lingua originale con l’ausilio del sottotitolo; molti altri sostengono che
invece i sottotitoli distraggano dalla visione, e che si tenda a non ascoltare il
parlato, ma a fare riferimento solo al testo scritto.
12
1.5.
S
OTTOTITOLAZIONELa sottotitolazione si può definire come la resa in un’altra lingua del
messaggio verbale di un prodotto filmico, nella forma di uno o più linee di testo
scritto presentate sullo schermo in sincrono con il messaggio scritto originale.
13Bisogna, inoltre, differenziare il sottotitolaggio intralinguistico da quello
interlinguistico. Il primo si ha quando i sottotitoli sono nella stessa lingua del
parlato originale; di norma sono destinati ai non udenti, agli immigrati e agli
studenti; mentre la sottotitolazione interlinguistica utilizza una lingua diversa da
quella dei dialoghi di partenza. Questi due tipi di sottotitolazione hanno in
comune molti elementi:
Entrambi implicano una conversione del dialogo in testo scritto;
La quantità di dialogo deve essere ridotto in entrambe le modalità,
per venire incontro ai requisiti tecnici del supporto multimediale e
per rispettare le capacità di lettura dello spettatore.
Avendo differenti obiettivi, comunque, le due modalità seguono anche
differenti metodi e regole. In questa sede, ad ogni modo, ci occuperemo solamente
del sottotitolaggio interlinguistico.
È all’inizio degli anni ’80 che la traduzione audiovisiva è entrata a far
parte della sfera di materie di studio trattate all’università. Infatti, al giorno d’oggi
esistono molti corsi universitari in Italia che si occupano di questo argomento.
La sottotitolazione interlinguistica propone un testo scritto che si va a collocare
nella parte bassa dello schermo e consiste nella traduzione dei dialoghi originali,
seguendo le scene che si susseguono sullo schermo.
13
2
Esempio di sottotitolo.Ad ogni modo, non tutti gli studiosi la considerano semplicemente traduzione.
Questo perché la sottotitolazione comprende diverse dimensioni, oltre a quella
traduttiva, è infatti intersemiotica e tiene conto sia del piano visivo che di quello
testuale.
Si può dire che il sottotitolatore deve ricorrere a “strategie traduttive specifiche, di
cui la semplificazione e la riduzione testuale sono le più caratterizzanti per
frequenza e per estensione.”
14Infatti il traduttore di sottotitoli va incontro a molti
ostacoli; deve mantenersi fedele al dialogo originale, tenere conto dei fattori
tecnici che entrano in campo nella creazione del sottotitolo, e condensare il testo
in modo da rispettare i tempi filmici.
Secondo Gottlieb (Perego, 2005) ci sono cinque parametri che distinguono
la sottotitolazione da altre forme di traduzione; deve quindi essere:
a.
Scritta
b.
Aggiuntiva
c.
Immediata
d.
Sincronica
e.
Multimediale
Il testo dei sottotitoli è immediato, e lo spettatore non ha la possibilità di
rileggere ciò che gli è sfuggito, e dovrà, quindi, tenere il ritmo. È per questo che il
testo tradotto dovrà essere condensato e si dovranno eliminare le parti superflue o
14
ripetute del dialogo originale, e, inoltre, il sottotitolo costituisce una parte del
messaggio.
151.5.1. S
OTTOTITOLAGGIO AMATORIALE(
FANSUBBING)
Per sottotitolaggio amatoriale, o fansubbing, si intende una traduzione non
professionale dei dialoghi di un prodotto audiovisivo in una lingua diversa da
quella di partenza; il termine è composto da fan (appassionato) e sub
(abbreviazione di subtitle).
Esistono moltissimi gruppi di fansubber (i traduttori amatoriali dei
sottotitoli), i quali traducono per passione i dialoghi di film, serie TV e anime.
Il fenomeno è nato intorno agli anni ’80 negli Stati Uniti e in America
Latina, per la necessità di usufruire in maniera rapida di prodotti audiovisivi a
quei tempi poco distribuiti; è il caso dei prodotti giapponesi detti appunto anime, i
quali erano poco diffusi e in una lingua sconosciuta alla maggior parte delle
persone.
Il sottotitolaggio amatoriale si è poi diffuso col tempo grazie all’uso
sempre più ampio di internet e della condivisione online di contenuti audiovisivi,
in maniera legale o meno: si pensi alla nascita e diffusione dei canali televisivi
online, quali Netflix, Sky, Mediaset Premium e Infinity, e dei siti di streaming
“pirata”.
I
L CASO
S
UBSFACTORY
La richiesta di sottotitoli è cresciuta in maniera esponenziale, fino alla
nascita di community di fansubbing più o meno grandi: in Italia uno dei più
importanti e longevi è Subsfactory.
Il sito nasce nel 2006 da pochi subber, ad oggi oltre duecento, e si occupa
della traduzione di film, film d’animazione e soprattutto di serie TV, dalle più
famose americane ai prodotti “di nicchia” inglesi, nonché francesi, tedeschi,
spagnoli e svedesi. Per quanto riguarda i film, il sito traduce esclusivamente quelli
non distribuiti in Italia, in modo da permetterne la diffusione.
15
La pagina iniziale del sito presenta in primo piano gli ultimi sottotitoli
pubblicati e, tramite le icone in alto, si ha la possibilità di accedere alle diverse
sezioni, quali l’archivio, il forum, il blog e così via:
Figura 3 Pagina iniziale del sito
O
RGANIZZAZIONE DEL SITOUna delle sezioni più importanti del sito è il forum, nel quale, previa
registrazione, è possibile commentare e proporre la traduzione di film e serie TV
non ancora subbate (il verbo subbare è un calco dall’inglese subbing, ovvero
“creare sottotitoli”).
Da utente è inoltre possibile fare richiesta del test di ammissione per
diventare subber accedendo alla sezione “Diventa uno di noi”, visibile nella
pagina iniziale del sito (come vediamo in figura 1). Uno degli amministratori del
sito, con il compito di valutare la prova dell’aspirante subber, controllerà la
traduzione e deciderà se considerarla valida e quindi permettere all’utente di far
parte del team di “sottotitolatori” del sito. In questo caso, l’utente diventerà
subber in prova (SIP) e gli verrà assegnato un tutor il quale gli spiegherà il
funzionamento del sito e dei programmi utilizzati per la sottotitolazione.
Una volta acquisite queste prime conoscenze, il SIP dovrà quindi iniziare il lavoro
vero e proprio e entrare nella sezione del forum del sito “Creazione team di
traduzione”, dove troverà la lista completa delle serie TV e film da tradurre che
necessitano la formazione di un team per la traduzione. In seguito, dopo un
periodo di tempo variabile in cui affinerà le sue competenze e imparerà a usare i
programmi per la sottotitolazione, sarà “promosso” a Master Subber (MS),
pertanto non sarà più considerato in prova, ma a tutti gli effetti un membro del
sito. La differenza principale tra SIP e MS consiste nel fatto che il primo, oltre
alla revisione della traduzione da parte del revisore, è tenuto a consegnare il suo
elaborato mediamente un’ora prima rispetto a quanto pattuito, in modo da
permettere un controllo ulteriore della sincronizzazione; questa fase viene
chiamata check sync e consiste nella verifica da parte di un MS del rispetto dei
parametri tecnici imposti dal sito riguardo alla sincronizzazione del sottotitolo.
Il revisore, in gergo revver, è quella figura che si occupa della creazione
dei team di traduzione; ha la responsabilità di controllare i traduttori che ne fanno
parte e impostare la scadenza per la consegna (deadline) e di definire le regole
formali da seguire.
Il team di traduttori è solitamente formato dai tre ai sette subber a cui
viene assegnata una parte dell’episodio da tradurre, che varia dai cinque ai
quindici minuti di video. Generalmente si traduce da una “base” e cioè da uno
script in lingua originale che viene poi diviso in base al numero dei traduttori del
team; in caso questo script non sia disponibile si procede alla traduzione
dall’audio.
In caso di difficoltà nel corso del lavoro di traduzione è possibile consultare la
sezione “Brainstorming”, dove ogni subber ha la possibilità di aprire un topic (una
discussione) spiegando il suo problema traduttivo; i subber che credono di poter
consigliare o comunque contribuire alla risoluzione del problema, possono
commentare il topic e fornire la propria soluzione.
Ogni traduttore è tenuto a rispettare la deadline imposta dal revver e a consegnare
la sua parte completa; nel caso abbia riscontrato difficoltà nella traduzione dovrà
allegare a questa i relativi commenti.
Sarà poi il revver a unire e controllare le parti consegnate dal suo team e
correggere gli eventuali errori, nonché decidere se cambiare o meno la traduzione
in base al gusto personale.
A controllo ultimato, pubblicherà i sottotitoli nella sezione apposita del sito e
fornirà un feedback ai traduttori del suo team, spiegando le sue scelte ed
eventualmente consigliando un miglioramento nella traduzione.
S
INCRONIZZAZIONE E LAYOUTUno degli aspetti più importanti della sottotitolazione “è la
sincronizzazione, cioè far coincidere l’apparire/sparire del sottotitolo con i ritmi
del dialogo e assicurare la coerenza fra il contenuto del sottotitolo e le
immagini.”
16Il sottotitolo deve scorrere fluido e rispettare determinate regole tecniche
in modo da non sovrastare l’immagine e impedire allo spettatore la visione del
prodotto. È per questo che ci sono regole precise da rispettare e, come vedremo
nei questionari, possono variare a seconda dell’agenzia di sottotitolazione e del
revver del sito.
In questa sede ci occuperemo principalmente delle regole e dei parametri
tecnici riguardanti la sottotitolazione imposti dal sito Subsfactory.
Vediamo di seguito queste regole:
- Innanzitutto bisogna tenere in considerazione il fatto che generalmente i
sottotitoli di Subsfactory (d’ora in poi SF) sono principalmente
source-oriented per quanto riguarda la traduzione, ma per quello che concerne la
sincronizzazione del sottotitolo si preferisce distanziarsi notevolmente
dalle regole della lingua di partenza;
- Il sottotitolo deve essere centrato nella sezione in basso dello schermo;
- Il numero massimo di righe consentito è 2 per ogni sottotitolo, in quanto
oltre questo numero il sottotitolo andrebbe a imporsi notevolmente sul
video e impedirebbe la visione del prodotto audiovisivo;
- Il numero di caratteri massimi consentiti è 45, così da poter tradurre tutto il
segmento di dialogo senza omettere nessun elemento (come ad esempio le
ripetizioni di nomi, avverbi e frasi nominali).
16