IL SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE
DEI SISTEMI SANITARI REGIONALI
REPORT 2016 - REGIONE BASILICATA
SFIDE E RESPONSABILITÀ PER IL FUTURO:
Scuola Superiore Sant’Anna
Istituto di Management
Laboratorio Management e Sanità
IL SISTEMA DI VALUTAZIONE
DELLA PERFORMANCE
DEI
SISTEMI SANITARI REGIONALI
Basilicata, P.A. Bolzano, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia,
Liguria, Lombardia, Marche, Puglia, Toscana, P.A. Trento, Umbria, Veneto
REPORT 2016 - REGIONE BASILICATA
A cura di Sabina Nuti, Federico Vola, Domenico Cerasuolo, Giuseppe D’Orio, Andrea Livraghi, Daniel Adrian Lungu
Laboratorio Management e Sanità
Istituto di Management
Scuola Superiore Sant’Anna
Via San Zeno 2, Pisa
© Copyright 2017 Laboratorio MeS
ISBN 978-88-6995-325-5
3
Responsabile Scientifico: Sabina Nuti, Laboratorio Management e Sanità (IdM - SSSUP)
Il Laboratorio Management e Sanità (Istituto di Management – Scuola Superiore Sant’Anna)
Coordinamento: Federico Vola, Daniel Adrian Lungu
Sistemi informativi: Domenico Cerasuolo
Supervisione statistica: Giuseppe D’Orio
Coordinamento per la redazione del Report: Andrea Livraghi
Team di ricerca: Pietro Amat, Francesco Attanasio, Sara Barsanti, Nicola Bellè, Letizia Bertoli,
Cristiana Bettelli, Manila Bonciani, Maria Sole Bramanti, Francesca Brocchini, Gianluca Cafagna,
Ilaria Corazza, Federica Covre, Sabina De Rosis, Francesca Ferrè, Manuela Furlan, Giorgio
Giacomelli, Alessandro Giari, Tommaso Grillo Ruggieri, Francesca Guarneri, Nicola Iacovino,
María Mateos Irigoyen, Barbara Lupi, Anna Maria Murante, Nicola Nenci, Guido Noto, Linda
Palatella, Elisa Palermo, Cinzia Panero, Emiliano Pardini, Antonio Parenti, Francesca Pennucci,
Silvia Podetti, Fabio Pratelli, Giorgio Presicce, Maria Cristina Rizzo, Antonella Rosa, Valentina
Rosellini, Chiara Salsiri, Chiara Seghieri, Simone Ticciati, Milena Vainieri, Bruna Vinci.
Regione Basilicata: Donato Pafundi, Giuseppe Montagano, Massimiliano Gallo, Gabriella Cauzillo,
Michele Recine, Vito Mancusi, Annarita Lucia, Vincenzo Pernetti, Maria Rosaria Puzo, Gabriella
Sabino.
P.A. Bolzano: Michael Mayr, Laura Schrott, Silvia Capodaglio, Carla Melani, Mirko Bonetti, Antonella
Di Munno, Antonio Fanolla, Eva Papa, Roberto Picus, Thomas Prinoth, Nadia Vieider, Sabine Weiss,
Paola Zuech.
Regione Emilia Romagna: Kyriakoula Petropulacos, Eleonora Verdini, Claudio Voci, Stefano Sforza,
Chiara Ventura, Sergio Battaglia, Camilla Lupi, Marzia Cavazza, Monica Fiorini, Lucia Nironi,
Antonio Brambilla, Andrea Donatini, Aurora Puccini, Ilaria Mazzetti, Patrizio Di Denia, Silvana
Borsari, Vittorio Basevi, Simona Di Mario, Mila Ferri, Alessio Saponaro, Anselmo Campagna,
Adriana Giannini, Rossana Mignani, Priscilla Sassoli De Bianchi, Erika Massimiliani, Andrea Mattivi,
Gabriella Frasca, Giuliano Carrozzi, Lara Bolognesi, Davide Ferrari.
Regione Friuli Venezia Giulia: Loris Zanier, Elena Clagnan, Stefania Del Zotto, Michele Gobbato,
Jenny Fabro, Francesca Tosolini, Sara Anzilutti, Marzia Cicuttini, Caterina Morassutto, Linda Gallo,
Barbara Alessandrini.
Regione Liguria: Walter Locatelli, Francesco Quaglia, Domenico Gallo, Roberto Oneto, Roberto
Carloni, Claudio Castagneto, Ilaria Cremonesi, Laura Lassalaz, Alessandra Moisello, Enrica Orsi,
Paolo Forno, Gabriella Paoli, Marco Porcile, Susanna Rivetti, Marco Russo, Sergio Schiaffino,
Camilla Sticchi, Germana Torasso, Sergio Vigna, Roberta Zanetti, Bruno Buonopane, Marco Manoni,
Carlo Olivari, Laura Perini, Paolo Romairone, Luigina Bonelli, Angelo Magliani.
Regione Lombardia: Maurizio Bersani, Danilo Cereda, Giovanni Daverio, Michele Ercolanoni, Maria
Gramegna, Luca Merlino, Gjiliola Cukaj.
Regione Marche: Lucia Di Furia, Francesco Di Stanislao, Paolo Aletti, Alberico Marcobelli, Christian
Bogino, Giuseppe Feliciangeli, Daniel Fiacchini, Fabio Filippetti, Giovanni Lagalla, Francesca
Polverini, Matteo Scaradozzi, Liana Spazzafumo, Alessia Stacchiotti, Giuliano Tagliavento.
Regione Puglia: Giancarlo Ruscitti, Giovanni Gorgoni, Vito Bavaro, Antonio Alfio Circhetta, Antonio
Vieli, Benedetto Pacifico, Lucia Bisceglia, Vito Petrarolo, Anna Salvatore, Cinzia Tanzarella,
Annamaria Nannavecchia, Antonio Chieti, Francesca Zampano, Antonio Tommasi, Rossella
Caccavo, Cinzia Germinario, Domenico Martinelli.
Regione Toscana: Serenella Acciai, Emanuela Balocchini, Katia Belvedere, Marco Brintazzoli,
Massimo Bugianelli, Lucia Grazia Campanile, Mario Cecchi, Cecilia Chiarugi, Tiberio Corona, Maria
Teresa Mechi, Andrea Mercatelli, Moraldo Neri, Monica Piovi, Carla Rizzuti, Alessandro Rosselli,
Lorenzo Roti, Barbara Trambusti, Andrea Vannucci, con la collaborazione dell’Agenzia Regionale
di Sanità, dell’Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica, dell’Istituto Toscano Tumori e del
Centro gestione rischio clinico e sicurezza del paziente.
P.A. Trento: Laura Battisti, Demetrio Spanti, Angela Trentin, Graziano Maranelli, Maria Grazia
Zuccali, Cristiana Betta, Maria Gentilini, Riccardo Pertile, Diego Cagol, Paolo Santini, Marina
Mastellaro, Carlo Trentini.
Regione Umbria: Paola Casucci, Giuliana Alessandrini, Marcello De Giorgi, David Franchini, Giulio
Agostinelli, Tiziana Bacelli, Donatella Bosco, Ombretta Checconi, Simona Guzzo, Gabriella Madeo,
Alessandro Montedori, Stefania Prandini, Mariangela Rossi, Milena Tomassini, Anna Tosti.
Regione Veneto: Domenico Mantoan, Simona Bellometti, Stefano Rocco, Elena Schievano, Diego
Bonifaci, Angela Grandis, Francesca Russo, Federica Michieletto, Erica Bino, Filippo Da Re, Chiara
Fedato, Giovanna Scroccaro, Margherita Andretta, Valentina Fantelli, Valeria Biasi, Luca Trentin,
Salvatore Simonte, Consuelo Iannarilli, Paola Facchin, Laura Salmaso, Anna Ferrante, Daniela
Perin, Luca Heller, Chiara Ziprani, Maria Chiara Corti, Michele Pellizzari, Elisabetta Pinato, Mauro
Bonin, Stefano Nicola, Matteo Cella, Maddalena Momo, Alessandro Ruzza, Giuseppe Feltrin,
Tommaso Maniscalco, Alessandra Belfontali.
Si ringraziano per il loro contributo scientifico Maria Pia Fantini (Dipartimento di Scienze
Biomediche e Neuromotorie – Università di Bologna), Giorgio Vittadini (Centro di Ricerca
Interuniversitario per i Servizi di Pubblica utilità – Università degli Studi di Milano – Bicocca), Paolo
Berta (Centro di Ricerca Interuniversitario per i Servizi di Pubblica utilità – Università degli Studi di
Milano – Bicocca).
IL SISTEMA DI VALUTAZIONE
DELLA PERFORMANCE
5
IL SISTEMA DI VALUTAZIONE
DELLA PERFORMANCE
DEI
SISTEMI SANITARI REGIONALI
Introduzione 7
Metodologia e rappresentazione dei risultati
nel confronto regionale
13
I risultati 2016
31
La performance della Regione Basilicata
32
La performance della Provincia Autonoma di Bolzano
36
La performance della Regione Emilia Romagna
40
La performance della Regione Friuli Venezia Giulia
44
La performance della Regione Liguria
48
La performance della Regione Lombardia
52
La performance della Regione Marche
56
La performance della Regione Puglia
60
La performance della Regione Toscana
64
La performance della Provincia Autonoma di Trento
68
La performance della Regione Umbria
72
La performance della Regione Veneto
76
Gli indicatori 2016* 81
Lo stato di salute della popolazione
83
Efficienza e sostenibilità
93
Utenza, personale e comunicazione
99
Strategie sanitarie regionali
109
Emergenza-urgenza 131
Prevenzione collettiva
139
Governo e qualità dell’offerta
145
Assistenza farmaceutica
205
I risultati aziendali 2016 - Regione Basilicata
227
Bibliografia 235
* La pagina dei singoli indicatori è dettagliata nella tabella riassuntiva (Tabella 2), riportata
alle pagine 16 e seguenti del presente Report.
7
Le organizzazioni che erogano servizi di pubblica utilità quali quelli sanitari, pur non avendo
per lo più finalità di profitto, devono comunque operare per creare valore e in quest’ottica
devono essere valutate le loro strategie e la loro gestione.
1Secondo la definizione di Ouchi, la valutazione della performance consiste nel «processo
di monitoraggio dei risultati da comparare con un qualche standard di riferimento che
determina ‘rewards’ o correzioni di linea di azione»,
2intendendola, quindi, come un
processo cibernetico. Questo processo non va inteso come uno strumento per il controllo
gerarchico, tra l’altro poco efficace nelle organizzazioni pubbliche caratterizzate da forme
di «burocrazia professionale»,
3quanto piuttosto come un meccanismo da integrare
nell’evoluzione delle forme organizzative del sistema stesso, sempre più complesso e
strutturato secondo le logiche di rete orizzontale e di struttura verticale.
La complessità del tema nasce, in primo luogo, dalla tipologia dell’oggetto da valutare,
ossia i risultati conseguiti che, per loro natura, in sanità sono articolati, di vasto spettro,
condizionati dall’ambiente e interrelati tra loro.
Nell’ambito della sanità, il tema riveste grande rilevanza a causa, in primo luogo, della
criticità di questi servizi, rispetto ai quali l’utente è in condizioni di asimmetria informativa
e, in secondo luogo, per il loro rilevante assorbimento di risorse finanziarie. Il consumo
crescente di risorse è dovuto sia all’aumento esponenziale dei bisogni sanitari, sia
all’evoluzione delle tecnologie e della ricerca. Questi aspetti hanno imposto in tutti i paesi
occidentali, con servizi a copertura universale, l’introduzione di strumenti e sistemi di
governo complessi. Elemento cardine di questi sistemi di governo è stata la misurazione
dei risultati con modalità multidimensionali, capaci, cioè, di cogliere la complessità
dell’output erogato dal soggetto pubblico.
Lo sforzo di misurazione dei risultati diventa determinante in questa fase storica,
caratterizzata da una rilevante crisi economica. La riduzione delle risorse disponibili
può, infatti, spingere il sistema sanitario italiano ad adottare provvedimenti di taglio
indiscriminato delle risorse stesse, senza consapevolezza di ciò che questa politica
determina. La misurazione dei risultati, soprattutto relativamente all’appropriatezza, deve
fornire informazioni sugli ambiti in cui intervenire, per facilitare la riduzione degli sprechi
e la riallocazione delle risorse, verso servizi a maggior valore aggiunto per il cittadino.
4Il sistema di valutazione, partito in Toscana nel 2005, è stato quindi adottato nel 2008
anche dalla Regione Liguria, nel 2009 dalle Regioni Piemonte e Umbria e negli anni
successivi da Valle d’Aosta, Provincia Autonoma Trento, Provincia Autonoma di Bolzano,
Marche e Basilicata. Nel 2011 il Piemonte e la Valle d’Aosta hanno scelto di non fare più
1
V. Coda, Il problema della valutazione della strategia, in «Economia e Management», n. 12, 1990.
2
W.G. Ouchi, The relationship between organizational structure and organizational control, in
«Admini-strative Science Quarterly», vol. 22, 1977, pp. 95-113.
3
H. Mintzberg, La progettazione dell’organizzazione aziendale, Bologna, Il Mulino, 1996, pp. 291-324.
parte del Network; successivamente, hanno aderito Veneto, Emilia-Romagna e Friuli
Venezia Giulia. Infine nel 2015 hanno aderito la Lombardia e la Puglia. Il confronto non è
più, quindi, solo a livello regionale, ma inter-regionale. Alcuni indicatori monitorati sono
chiaramente differenti perché diverse possono essere le priorità strategiche e il contesto
di ciascuna Regione, ma la maggior parte sono misure condivise perché, al di là dei
modelli organizzativi adottati dal sistema regionale, le Regioni sono chiamate a rispondere
ai cittadini sugli stessi obiettivi di appropriatezza, qualità ed efficienza. La misurazione
sistematica dei risultati a confronto interregionale permette di verificare la validità delle
scelte di assetto organizzativo adottate.
Nei paragrafi successivi è descritta la metodologia di lavoro condivisa dalle Regioni del
Network nel predisporre la valutazione a confronto. Pare opportuno, però, quale premessa
al lavoro e ai risultati, sottolineare le parole chiave e i valori che hanno guidato il lavoro dei
referenti regionali e dei ricercatori del Laboratorio MeS.
In primo luogo, la consapevolezza che nel contesto sanitario lo strumento del benchmarking
sia essenziale: in un ambito in cui si tendono ad attivare strategie collaborative e non
competitive tra gli attori del sistema, il benchmarking, ossia il processo sistematico di
confronto delle performance, rappresenta lo strumento fondamentale per scongiurare
l’autoreferenzialità e per attivare processi di apprendimento dalle best practice. Per molti
indicatori, infatti, non esistono standard di riferimento su cui basare la valutazione e le
organizzazioni possono solo verificare se il risultato ottenuto risulti migliore o peggiore
rispetto all’anno precedente. Questo tipo di approccio può essere estremamente riduttivo,
perché tende a monitorare solo gli interventi di miglioramento incrementale, rispetto
ad una struttura e a un assetto dato, ma impedisce di verificare se l’impostazione
complessiva sia corretta, adeguata e sostenibile. Se, ad esempio, un servizio ottiene il
70% di utenti soddisfatti, con un miglioramento di due punti percentuali rispetto all’anno
precedente, si può ritenere che sia stata raggiunta una buona performance in termini
di
trend; tuttavia, la valutazione si modifica sostanzialmente se si scopre che, rispetto
ad altri servizi comparabili in quanto a struttura e missione in territori limitrofi, questo
risulta il servizio che consegue il risultato più basso in quanto a utenti soddisfatti. Non
solo: risultati nettamente differenti, a parità di risorse e condizioni di funzionamento,
possono evidenziare l’adozione di soluzioni organizzative sostanzialmente diverse da
parte di altri soggetti del sistema, soluzioni a cui l’istituzione non aveva pensato, troppo
spesso impegnata a introdurre miglioramenti marginali e non ad attivare cambiamenti
organizzativi radicali.
Diventa allora essenziale adottare il confronto con altri soggetti quale metodo di lavoro
sistematico. Il processo di comparazione tra istituzioni del sistema - a livello regionale
e nazionale, ma anche internazionale - sui numeri, sulle scelte e sui risultati, in modo
trasparente e pubblico, non è soltanto il modo in cui il sistema pubblico può e deve rendere
conto ai cittadini delle sue azioni, ma rappresenta anche lo strumento essenziale per
imparare, per individuare le proprie debolezze e con coraggio affrontarle. Ben vengano
quindi i sistemi di benchmarking sui risultati, i confronti con altri sistemi, lo studio di
realtà diverse, per trovare spunti di miglioramento. Grazie al confronto, inoltre, è possibile
misurare, con un elevato grado di attendibilità, l’entità dei possibili spazi di miglioramento.
LA VALUTAZIONE NELLA SANITA’ PUBBLICA:
ALCUNE PREMESSE VALORIALI CONDIVISE
9
tra il risultato conseguito dalla singola istituzione e dagli altri soggetti è, infatti, possibile
individuare gli obiettivi effettivamente perseguibili, perché già raggiunti da altri.
Inoltre, il benchmarking permette di calcolare sistematicamente l’entità della variabilità
dei risultati all’interno di ciascuna Regione e tra le Regioni. Ridurre la variabilità evitabile è
un obiettivo primario di un sistema sanitario a copertura universale, che intenda garantire
pari diritti a tutti i cittadini. Per i policy maker del nostro Paese e per il management
sanitario, capire le determinanti e agire per ridurre la variabilità evitabile dei risultati è
quindi una priorità strategica, proprio per evitare quella che gli Inglesi definiscono una
“postcode medicine”, ossia un servizio sanitario con risultati legati al codice di avviamento
postale del residente.
Altre due parole chiave condivise sono merito e reputazione.
Molti hanno sottolineato come sia possibile una via di risanamento della Pubblica
Amministrazione, che punti sul merito, sulla trasparenza e sulla responsabilità. L’elemento
pubblico deve essere proprio la caratteristica che impone all’amministrazione un
maggiore rigore nell’applicazione delle norme contrattuali, evitando qualsiasi copertura a
comportamenti opportunistici lesivi, in ultima istanza, dei diritti della collettività. A tal fine,
sono fondamentali i sistemi di valutazione dei risultati, che possono essere classificati in
tre tipologie di riferimento: gli ‘intelligence systems’, ossia strumenti tesi soprattutto a
fornire un quadro di sintesi dei risultati e del contesto in cui le organizzazioni si collocano
(background information); i ‘target systems’, in cui sono definiti obiettivi misurabili in
termini quantitativi e i tempi in cui questi devono essere conseguiti, e i ‘ranking systems’,
in cui la performance di ogni istituzione è misurata in modo aggregato e graduato, in modo
da segnalare chiaramente se il risultato ottenuto è positivo o negativo. In sanità, un esempio
di sistema “intelligence” è quello applicato in Scozia negli ultimi anni; il sistema “target” è
stato, invece, implementato in Galles, il sistema “ranking” in Inghilterra. Quest’ultimo ha
previsto, nei primi anni 2000, una valutazione espressa in stelle per tutte le istituzioni e una
pubblicazione su web e su carta dei risultati ottenuti. Ha rappresentato, tra i tre sistemi
della Gran Bretagna, quello che ha registrato la più elevata percentuale di miglioramento,
riuscendo a spingere le organizzazioni a cambiare velocemente ed efficacemente.
Questo sistema ha fatto leva su due elementi: in prima battuta, la netta classificazione
delle istituzioni tra quelle “valorose”, capaci di creare valore aggiunto – migliorando
la qualità delle prestazioni erogate in condizioni di sostenibilità economica –, e quelle
inefficaci; in seconda battuta, la scelta di rendere pubblica questa netta classificazione. La
diffusione dei risultati infligge un danno rilevante in termini di reputazione, sia ai manager
responsabili della gestione delle istituzioni che conseguono una bassa performance, sia
ai professionisti sanitari che in essa operano. La propria immagine e la stima da parte dei
colleghi e del contesto sociale rappresentano, per il personale ad elevata professionalità,
fattori di grande rilevanza. L’influenza che i sistemi di valutazione hanno sui processi
di cambiamento delle istituzioni è, per molti, strettamente connessa alla capacità di
tali sistemi di infliggere un danno alla reputazione o, al contrario, di elevarla. La stima
e la reputazione sono infatti elementi che influiscono sui comportamenti molto più dei
sistemi di incentivazione classica, che appaiono più adeguati ed efficaci per la direzione
manageriale delle aziende che per i professionisti sanitari.
Affinché i sistemi di valutazione fondati sul “ranking” siano efficaci, è necessario che siano
basati su fonti di dati sistematiche e rigorose, in cui non vi sia spazio per la manipolazione
dell’informazione da parte del valutato. Quando questo avviene, significa, infatti, che il
sistema è stato mal progettato e ha lasciato varchi aperti ai comportamenti scorretti,
finalizzati a massimizzare il vantaggio personale.
Non vi è dubbio che in questi ultimi anni la nostra società sia estremamente cambiata, grazie
all’evoluzione sorprendente delle tecnologie, alla riduzione dei costi dell’informazione
che ha modificato profondamente i processi di comunicazione dentro e fuori la Pubblica
Amministrazione, agli stili di vita stessi delle persone. Le esigenze della popolazione
certamente non sono diminuite, anzi, ma l’evoluzione della società ha cambiato il set
di risposte che le istituzioni possono fornire. In questa prospettiva, è dovere del sistema
sanitario pubblico, sulla base della valutazione dei risultati conseguiti e delle evidenze che
emergono dal confronto, riorganizzare i servizi, in modo da garantire una risposta adeguata
ai bisogni, con la massima produttività delle risorse in termini di servizio reso. Sapendo
prioritizzare le azioni da realizzare e tenendo sempre conto della qualità da garantire ai
cittadini, l’offerta da parte delle organizzazioni pubbliche può prevedere nuovi servizi ma
anche richiedere la riduzione o chiusura di altri, che non garantiscano ritorni adeguati.
5I servizi devono adattarsi all’evoluzione dei bisogni e non alle esigenze degli operatori.
In questa prospettiva, ben venga una politica di trasparenza e di informazione, basata
su evidenze e numeri, che permetta una valutazione corretta delle scelte del sistema e
che aiuti il cittadino a capire le motivazioni delle decisioni prese. Si tratta di attivare un
vero e proprio cambiamento culturale. Al sistema sanitario non mancano la creatività e la
capacità progettuale: molti sono i piani e le iniziative avviate, poche le verifiche attuate e
quasi nessuna supportata dai numeri. La sfida è di acquisire anche per il settore pubblico
la capacità sistematica di realizzare scelte basate sulle evidenze.
I professionisti sanitari ormai sempre più si orientano verso una medicina basata sulle
evidenze: la stessa cosa si dovrebbe fare anche nell’ambito manageriale, nella gestione
dei servizi. Troppo spesso, soprattutto nella pubblica amministrazione, si prendono
decisioni sulla base del buon senso, pur avendo la possibilità di avere dei numeri. Certo,
ci sarà poi il livello politico delle scelte, però è cosa differente decidere avendo comprovata
cognizione del fenomeno, rispetto a scegliere senza nessun riferimento quantitativo. La
misurabilità dei risultati permette, inoltre, ai soggetti, sia con ruoli tecnici che politici, una
maggiore assunzione di responsabilità nei confronti della collettività. I numeri, infatti, ci
servono per analizzare e per capire e, spesso, sono fin troppi nelle nostre organizzazioni.
Ci sono le evidenze, si conoscono e si misurano i fenomeni; il problema è tuttavia passare
dalla misurazione alla valutazione, per giudicare e responsabilizzare sui risultati.
Questo è un passaggio ancora molto faticoso nelle organizzazioni pubbliche. È noto, per
esempio, che nel sistema vi sono problemi di equità di accesso, che vi sono sacche di
inefficienza, che vi sono palesi fenomeni di inappropriatezza, ma solo con grande difficoltà
queste problematiche vengono collegate agli ambiti di responsabilità degli operatori. La
valutazione dei risultati può essere una grande opportunità per il servizio pubblico, sia per
5
S. Nuti, M. Vainieri, A. Bonini, Disinvestment for reallocation: a process to identify priorities in
heal-thcare, in «Health Policy», 2010, vol. 95, n. 2-3, pp. 137-143; S. Nuti, M. Vainieri, F. Vola, Priorities and targets: a
methodology to support the policy-making process in healthcare, in «Public Money and Management», 2017, vol.
37, n. 4, pp. 277-284.
responsabilizzare sui risultati, sia per avere un supporto decisionale per allocare le
risorse sulla base delle evidenze.
In molte realtà pubbliche che erogano servizi, il ragionamento in fase di budget è sempre
orientato alla richiesta di risorse aggiuntive e regolarmente si afferma che, con quelle
assegnate, “non si può far di più, vi è bisogno di più risorse”. Nelle negoziazioni fa
raramente capolino il ragionamento sul dove si possano risparmiare risorse, al fine di
allocare queste in ambiti con più bisogno. Non si osa spostare niente; si aggiunge ma non
si sposta. Riallocare risorse vuol dire attivare dei processi di cambiamento che possono
mettere in crisi la situazione di equilibrio del potere. I numeri, invece, possono dare a chi
deve assumere delle decisioni la forza necessaria ad attivare i processi di riallocazione
delle risorse.
6Questo perché, se non riallochiamo, non solo non sarà possibile mantenere
la sostenibilità del sistema sanitario pubblico, ma nemmeno adattarlo ai mutamenti in
atto nei bisogni dei cittadini.
Un valore chiave del sistema di valutazione è la trasparenza.
Per rispondere alla missione del sistema pubblico, è necessaria una gestione responsabile
e trasparente. Non si possono utilizzare più risorse rispetto a quelle che la collettività
mette nelle mani degli amministratori pubblici e queste risorse devono essere allocate non
in base alla sensibilità del singolo operatore che in quel momento si trova nella posizione
di decidere, ma secondo un processo trasparente di decisioni basate sulle evidenze. Se
si investono risorse per aprire i servizi per gli anziani o per i malati cronici, o ancora per
migliorare il percorso oncologico, vi sono numeri ed evidenze che confermino il grado di
priorità? Queste scelte rispondono alle esigenze degli utenti? O è il frutto della sensibilità
dell’operatore che in quel momento ha pensato che fosse una buona idea? Certamente da
un certo livello in poi la decisione è di natura politica, ma deve essere reso trasparente il
processo attraverso cui si giunge alla decisione stessa.
Un ultimo punto è il processo di condivisione come condizione sine qua non. Le organizzazioni
sanitarie pubbliche sono sistemi complessi con gerarchie duali, dove esistono una linea
di tipo gestionale e una di tipo professionale. La presenza di questa duplice gerarchia
comporta che i livelli complessivi di professionalità siano sicuramente più elevati
rispetto ad altre tipologie di istituzioni, ma anche che il coinvolgimento dei professionisti
nel sistema di governance e di valutazione sia una condizione irrinunciabile per il suo
successo. Tutte le componenti sono chiamate a dare il loro contributo e i professionisti
devono condividere le regole del gioco e i criteri con cui saranno valutati, perché altrimenti
non lavoreranno per poter cambiare i comportamenti e per migliorare i risultati.
7Quindi:
condivisione dei criteri, valutazione dei risultati, attivazione dei processi di apprendimento
per modificare i comportamenti. Un sistema di valutazione, infatti, funziona nella misura
in cui è in grado di incidere e modificare le pratiche dei suoi professionisti. Malgrado si sia
attivato un processo di condivisione dei meccanismi di valutazione, possono permanere
alcune resistenze al cambiamento; perché vengano superate, è necessario che il sistema
sanitario agisca con grande coerenza politica e con continuità. Anche quando sembrano
6
S. Nuti, M. Vainieri, A. Bonini, Disinvestment for reallocation: a process to identify priorities in
heal-thcare, in «Health Policy», 2010, vol. 95, n. 2-3, pp. 137-143.
debellate, le resistenze ciclicamente si ripresentano, perché fanno parte della difficoltà
umana a mettersi in discussione, ad accettare un riscontro sul proprio operato, che non
sempre rende giustizia dello sforzo e dell’impegno profusi.
Con questi presupposti, dal 2004 nel sistema sanitario della Regione Toscana è stato
introdotto il sistema di valutazione della performance, progettato dal Laboratorio
Management e Sanità della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che misura i risultati
conseguiti, in ottica multidimensionale, in tutte le Aziende sanitarie, comprese quelle
ospedaliero-universitarie. Si tratta di un sistema che è diventato nel tempo uno strumento
fondamentale, che affianca e sostiene la funzione di governo a livello regionale.
8Centinaia sono ormai gli indicatori di valutazione condivisi che, a loro volta, sono
raggruppati in indicatori di sintesi costruiti ad “albero”. Questi a loro volta sono classificati
in diverse dimensioni di valutazione, ossia:
• lo stato di salute della popolazione;
• l’efficienza e la sostenibilità;
• la soddisfazione dell’utenza, quella del personale e i processi di comunicazione;
• la capacità di perseguimento delle strategie sanitarie regionali;
• la presa in carico dell’emergenza-urgenza;
• la prevenzione collettiva;
• il governo e la qualità dell’offerta;
• l’assistenza farmaceutica.
Per rappresentare la valutazione conseguita, con una graduazione da 0 a 5, è stata adottata
la simbologia del bersaglio a cinque fasce di colore, dove più vicini al centro del bersaglio
sono rappresentati i risultati con migliore performance. Il modello è semplice e complesso
allo stesso tempo: semplice, perché la metafora del “bersaglio” è di immediata chiarezza;
complesso, perché, come in un gioco a scatole cinesi, partendo da un dato di sintesi,
permette di analizzare i dati di origine e le loro determinanti, con passaggi di sempre
maggiore dettaglio. Il modello ha alcune caratteristiche fondamentali: è trasparente e
condiviso, è capace di monitorare i risultati delle istituzioni sanitarie non solo in termini
economico-finanziari, ma anche in quelli di qualità clinica e di soddisfazione dell’utenza.
Questo è molto importante perché l’efficienza fine a se stessa, intesa come semplice
riduzione delle risorse impiegate, non ha senso nei servizi pubblici. L’efficienza è, infatti,
un concetto “relativo”: misura le risorse utilizzate rispetto ai risultati conseguiti. Non
basta misurare i processi mediante cui viene governato l’uso delle risorse: queste vanno
continuamente raffrontate con i risultati, di varia natura, conseguiti. Efficienza è, allora,
riorganizzazione dell’allocazione delle risorse per ottenere, a parità di costi sostenuti,
output superiori, in termini di servizio reso e di qualità.
Oltre al bersaglio e alle relative mappe di performance, troverete in questo Report un
nuovo strumento di rappresentazione della performance. Pur se efficace nel rappresentare
i punti di forza e di debolezza della performance di un sistema sanitario regionale o di
una Asl, il bersaglio è infatti ancora costruito partendo dalla prospettiva della struttura
11
organizzativa da valutare. Provando invece ad adottare la prospettiva del paziente e
provando a valutare la performance mediante i suoi occhi, è stata proposta una nuova
modalità di rappresentazione dei risultati, capace di suonare “la musica del paziente”.
Sempre quindi adottando una metafora positiva, che riteniamo strumento essenziale
per supportare i processi di miglioramento basati sulla motivazione ed adesione dei
professionisti sanitari, accanto al bersaglio sono stati predisposti dei “pentagrammi” a
cinque fasce, capaci di rappresentare le diverse fasi dei percorsi assistenziali principali dei
pazienti. L’obiettivo è di superare la logica dei setting assistenziali contrapposti, a favore
di una rappresentazione che supporti la crescita della consapevolezza di tutti gli operatori
sulla necessità di garantire la continuità delle cure e la condivisione della presa in carico
del paziente fase dopo fase. Negli anni futuri la sfida sarà di potenziare sempre più questa
prospettiva, includendo nella valutazione dei percorsi anche l’esperienza e gli esiti valutati
dai pazienti (PREMS e PROMS).
13
METODOLOGIA
E RAPPRESENTAZIONE DEI RISULTATI
NEL CONFRONTO REGIONALE
Il progetto Network delle Regioni ha preso il via nel 2008, grazie alla collaborazione di
Liguria, Piemonte, Toscana e Umbria. Nell’anno 2010 si sono aggiunte la Provincia
Autonoma di Trento, la Provincia Autonoma di Bolzano e la Regione Marche, nel 2011 la
Regione Basilicata, nel 2012 la Regione Veneto, nel 2014 le Regioni Emilia Romagna e
Friuli Venezia Giulia. Nel 2015 si uniscono Calabria, Lombardia, Puglia, Sardegna e Lazio.
Queste ultime due nel 2016 hanno deciso di non fare più parte del Network. Regione
Calabria aderisce al progetto in forma sperimentale, nell’ottica di un più ampio processo
di consolidamento delle competenze regionali in termini di valutazione della performance.
Per questo motivo, nel presente Report non vengono riportati i risultati della Regione.
L’obiettivo del Network è quello di condividere un sistema di valutazione dei sistemi
sanitari regionali, attraverso il confronto di un set di indicatori comuni. Il sistema
multidimensionale di valutazione della performance adottato dalle Regioni prende avvio da
quanto già progettato dal Laboratorio Management e Sanità (MeS) della Scuola Superiore
Sant’Anna di Pisa e implementato con successo dalla Regione Toscana, a partire dal
2004. Il Laboratorio MeS ha infatti iniziato nel 2002 un percorso congiunto con la Regione
Toscana per la progettazione del sistema di valutazione, che è stato oggetto di brevetto
con titolarità condivisa.
1Con l’avvio del Network delle Regioni, il sistema si è adattato alle peculiarità delle Regioni
che nel corso degli anni hanno aderito all’iniziativa: il risultato del percorso di condivisione
è la definizione di circa 300 indicatori, per descrivere e analizzare, attraverso un processo
di benchmarking, le molteplici dimensioni della performance dei sistemi sanitari regionali.
L’aggiornamento e lo sviluppo del sistema di valutazione prevedono un sistematico e
regolare processo di confronto tra i professionisti individuati dalle Regioni e i ricercatori
degli enti universitari coinvolti nel progetto (il Laboratorio MeS della Scuola Superiore
Sant’Anna di Pisa, il Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie dell’Università di
Bologna, il Centro di Ricerca Interuniversitario per i Servizi di Pubblica Utilità dell’Università
degli Studi di Milano - Bicocca), articolato in tavoli di lavoro tematici, promossi e coordinati
dal Laboratorio MeS.
La responsabilità del calcolo degli indicatori è in capo alle tecnostrutture regionali. Il
Laboratorio MeS mette a disposizione delle Regioni una piattaforma informatica per il
caricamento, la normalizzazione/validazione, il consolidamento, la gestione, la restituzione
e la visualizzazione dei dati. L’alimentazione della piattaforma avviene attraverso
tecnologia ETL, progettata dal Laboratorio MeS. I risultati sono pubblicamente consultabili
all’indirizzo www.performance.sssup.it/netval, previa registrazione automatica.
Nel 2014 è stato istituito un ulteriore livello di confronto – un “Network nel Network” –
dedicato allo sviluppo ed elaborazione di un set di indicatori volti a valutare la capacità
delle Aziende Ospedaliere Universitarie di assolvere alla propria triplice missione
(assistenza, formazione e ricerca): i risultati 2016 sono liberamente consultabili sia online
(www.performance.sssup.it/netval), sia su stampa (Nuti et al., 2017).
Al fine di monitorare le condizioni organizzative con cui le Aziende sanitarie operano e
che rappresentano tra le determinanti più significative della performance stessa, negli
anni più recenti un forte impulso è stato dato alla rilevazione del clima organizzativo
dei sistemi sanitari regionali. L’indagine, promossa e coordinata dal Laboratorio MeS, è
svolta attraverso il metodo C.A.W.I. (Computer Assisted Web Interview), che prevede la
compilazione di un questionario online, gestito mediante il server della Scuola Superiore
Sant’Anna. L’indagine di clima interno si effettua una volta ogni due anni e dal 2014 ha
coinvolto più di 250.000 professionisti (vedi Tabella 1).
Lo studio del clima organizzativo risponde all’esigenza di valutare l’impatto delle azioni
organizzative sui processi di lavoro quotidiani ed è un modo per misurare lo stato di
salute di un’organizzazione. Per comprendere un’organizzazione, infatti, non è sufficiente
analizzarne la struttura, costituita dalle regole e dagli strumenti operativi in uso, ma è
necessario monitorarne la componente di “clima” interno, determinata dal contesto latente
di motivazioni, aspettative e comportamenti delle persone che vi lavorano. Monitorare il
livello di soddisfazione e il coinvolgimento, in primo luogo, dei professionisti sanitari e, più
in generale, di tutte le figure che contribuiscono a determinare i risultati aziendali, fornisce
uno strumento per incidere in maniera tangibile sugli esiti dei percorsi assistenziali; avere
dipendenti e collaboratori soddisfatti, motivati e coinvolti influenza infatti la produttività e
il senso di appartenenza, con effetti indiretti sulla soddisfazione dell’utente finale (OECD,
2016). Viceversa, l’insoddisfazione lavorativa può determinare problemi di equilibrio
psico-fisico, un maggior assenteismo e, complessivamente, una riduzione del livello di
performance organizzativa (Lau et al., 2003). L’indagine di clima organizzativo mette a
disposizione del top management informazioni necessarie non solo ad aumentare la
soddisfazione lavorativa, ma anche all’individuazione di criticità organizzative: il clima
organizzativo, se opportunamente gestito, può quindi determinare migliori performance
individuali e aziendali (Nuti, Macchia, 2005; Rojas et al., 2014), assicurando l’allineamento
dei comportamenti delle persone rispetto alla cultura e alla strategia dell’organizzazione
(Basaglia, Paolino, 2015), ad esempio facendo leva sul miglioramento della comunicazione
interna (Murante et al., 2013; Vainieri et al., 2017).
Tabella 1.
Le indagini di clima interno recentemente promosse dal Laboratorio MeS
Introduzione
Anno Ambito N. aziende/enti coinvolti N. dipendenti coinvolti
2014
Aziende del SSR Toscana
18
51.516
2014
Aziende del SSR Basilicata
4
7.471
2014
Aziende del SSR Friuli Venezia Giulia
11
3.576
2015
Ospedalità privata (AIOP Toscana)
15
2.004
2016
Aziende del SSR Emilia Romagna
14
60.247
2016
Aziende P.A. Bolzano
1
9.572
2016
Aziende del SSR Marche
2
2.982
2016
Aziende del SSR Umbria
3
9.059
2017
Aziende del SSR Puglia
10
38.120
15
I risultati delle indagini di clima organizzativo sono messe a disposizione dei dipendenti
con modalità definite a livello regionale.
Dal 2015, inoltre, il processo di restituzione alle Regioni dei dati a confronto si avvale
di tecnologia API (Application Programming Interface): questo strumento mette a
disposizione degli sviluppatori software un catalogo di servizi, realizzati con la tecnologia
dei
web service, che consente di interrogare il sistema di valutazione per estrarre gli
indicatori e le informazioni di interesse. Questo meccanismo permette di integrare in modo
semplice ed efficace i dati della valutazione nei sistemi direzionali regionali e aziendali.
2L’architettura del sistema di valutazione
Il sistema di valutazione risponde all’obiettivo di fornire a ciascuna Regione una modalità
di misurazione, confronto e rappresentazione della performance delle proprie Aziende
sanitarie, a confronto con quella delle altre Regioni (benchmarking inter-regionale). Il
confronto può inoltre avvenire in ottica intra-regionale, tra le Aziende di ciascuna Regione.
Quest’ultimo approccio garantisce ad ogni Regione la possibilità di inserire indicatori
volti ad esplorare particolari aspetti che siano rilevanti per le strategie regionali e non
necessariamente di interesse per le altre Regioni. Questa possibilità coinvolge in primis
le Regioni con più Aziende, pur non escludendo l’opportunità anche per Regioni quali le
Marche e per le Province Autonome di Trento e di Bolzano – articolate in un’unica Azienda
– di approfondire la valutazione intra-regionale o intra-provinciale, assumendo come unità
di analisi i distretti e gli stabilimenti.
Al fine di restituire una valutazione multidimensionale della performance dei sistemi
sanitari regionali, i risultati sono analizzati secondo più prospettive di analisi, per un totale
di circa 300 indicatori (vedi tabella 2). La cernita degli indicatori è volta a evidenziare gli
aspetti fondamentali della performance in un sistema complesso quale quello sanitario:
- lo stato di salute della popolazione;
- l’efficienza e la sostenibilità;
- la soddisfazione dell’utenza, quella del personale e i processi di comunicazione;
- la capacità di perseguimento delle strategie sanitarie regionali;
- la presa in carico dell’emergenza-urgenza;
- la prevenzione collettiva;
- il governo e la qualità dell’offerta;
- l’assistenza farmaceutica.
La ricchezza informativa del sistema di valutazione è il frutto della valorizzazione di un
ampio ventaglio di fonti dati; il sistema:
•
fa leva su un ampio spettro dei flussi amministrativi disponibili a livello
nazionale – dalle Schede di Dimissione Ospedaliera, ai bilanci, al Flusso delle Prestazioni
Ambulatoriali, a quello Pronto Soccorso e del 118, passando per i Certificati di Assistenza
al Parto, i flussi dell’ambito farmaceutico (distribuzione in regime convenzionato, diretto e
in regime di ricovero), il flusso AD-RSA (assistenza domiciliare e residenziale), etc.;
2
Per approfondimenti: http://performance.sssup.it/netval/controller/api/index.php
•
mette a sistema informazioni attualmente non strutturate in flussi codificati
univocamente a livello nazionale (registri di mortalità, donazioni di organi, screening e
vaccinazioni, ad esempio);
•
valorizza flussi informativi e strumenti di rilevazione diffusi a livello nazionale
(l’indagine PASSI, ad esempio);
•
prevede alcune rilevazioni ad hoc, per fare luce su specifici ambiti di attività
delle Aziende Sanitarie, quali l’attività di ricerca delle Aziende Ospedaliero-Universitarie o
l’attività di comunicazione online.
La maggior parte degli indicatori riportati nel presente rapporto fa riferimento all’anno
2016, per quanto una minoranza di essi si riferisca ad anni precedenti, o a causa
dell’aggiornamento differito delle fonti dati (gli indicatori epidemiologici, ad esempio,
o quelli derivanti da dati di bilancio), oppure perché – a causa della bassa frequenza
dell’evento monitorato – richiedano il pooling di più anni.
A circa 120 degli indicatori di cui si compone il sistema è attribuita una valutazione, che
varia da 0 a 5; questa è ottenuta attraverso il confronto del valore degli indicatori con
standard condivisi, che risultano o da riferimenti riconosciuti a livello internazionale (ad
esempio, la percentuale di parti cesarei, indicata dall’Organizzazione Mondiale della
Sanità), o dal raffronto delle performance delle Aziende del Network con quella registrata
a livello europeo, oppure considerando il confronto e la distribuzione inter-aziendale.
Figura 1.
Le fasce di valutazione
Gli indicatori sono raggruppati tramite strutture “ad albero” in circa 30 indicatori compositi,
al fine di facilitare la lettura dei risultati di performance. La valutazione degli indicatori di
sintesi è ottenuta tramite la media semplice o pesata delle valutazioni dei sotto-indicatori,
così come riportato nella scheda di calcolo disponibile per ciascun indicatore e
sotto-indicatore e così come sintetizzato nella tabella che segue.
4 - 5
3 - 4
2 - 3
1 - 2
0 - 1
VERDE SCURO
VERDE
GIALLO
ARANCIONE
OTTIMA
BUONA
MEDIA
SCARSA
MOLTO SCARSA
VALUTAZIONE
COLORE FASCIA
PERFORMANCE
Pesatura Pagina
A1 Mortalità Infantile
A1.1 Mortalità nel primo anno di vita 100% 84 3,6 4,2 3 3,6 2,4 3 1,8 2,4 1,2 1,8
A1.2 Mortalità neonatale precoce (primi 6 giorni di vita)
A1.3 Mortalità neonatale totale (primi 28 giorni di vita)
A2 Mortalità per tumori 100% 85 281 297 265 281 249 265 233 249 217 233
A3 Mortalità per malattie circolatorie 100% 86 380 407 353 380 326 353 299 326 272 299
A4 Mortalità per suicidi 100% 87 9,7 10,9 8,5 9,7 7,2 8,5 6 7,2 4,8 6
A10 Stili di vita (PASSI)
A6.1.1 Percentuale di sedentari 25% 88 33 39 27 33 21 27 15 21 9 15
A6.2.1 Percentuale di persone sovrappeso e obese 25% 89 46 50 42 46 38 42 34 38 30 34
A6.3.1 Percentuale di consumatori di alcol a maggior rischio 25% 90 28 34 22 28 16 22 10 16 4 10
A6.4.1 Percentuale di fumatori 25% 91 33 36 30 33 27 30 24 27 21 24
F17 Costo sanitario pro-capite 100% 94 1971 2136 1806 1971 1641 1806 1476 1641 1311 1476
F17.1 Costo pro-capite assistenza ospedaliera
F17.1.1 Costo pro-capite dei ricoveri per acuti in degenza ordinaria\DH\DS
F17.2 Costo pro-capite per assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro
F17.3 Costo pro-capite assistenza distrettuale
F17.3.1 Costo pro-capite assistenza specialistica
F17.3.1.1 Costo pro-capite diagnostica strumentale e per immagini
F17.3.2 Costo pro-capite assistenza sanitaria di medicina generale
F17.3.2.1 Costo pro-capite per assistenza MMG
F17.3.2.2 Costo pro-capite per assistenza PLS
F18 Costo medio per punto DRG
F18.1 Costo medio per punto DRG Min. dei ricoveri acuti 100% 95 5747,72 6596,15 4899,29 5747,72 4050,86 4899,29 3202,43 4050,86 2354,01 3202,43
F1 Equilibrio Economico Reddituale
F1.4 Scostamento tra costi e ricavi (legge di stabilità n.208/2015) 100% 7 10 4,67 7 2,33 4,67 0 2,33 -2,33 0
F3 Equilibrio Patrimoniale finanziario
F3.1 Indice di disponibilità 100% 96 0,31 0,66 0,66 1,01 1,01 1,36 1,36 1,71 1,71 2,06
F3.2 Politiche di investimento
F3.2.2 Obsolescenza degli impianti e dei macchinari
F3.2.1 Incidenza dei canoni di leasing e noleggio
F3.4.2 Dilazione dei debiti
B31 Comunicazione e prenotazione web
B31.2 Accessibilità online alle informazioni sui servizi
B31.2.1 Responsive Web Design (RWD) 50% 100 0 0,33 0,33 1 1 1,67 1,67 2,33 2,33 3
B31.2.2 Leggibilità del sito web
B31.2.2.1 Leggibilità della pagina di spiegazione su come prenotare
B31.2.2.1.1 Indice Gulpease della pagina di spiegazione su come prenotare 12,5% 101 35,25 42,25 42,25 49,25 49,25 56,25 56,25 63,25 63,25 70,25
B31.2.2.1.2 Percentuale di parole nel Vocabolario Fondamentale della pagina di spiegazione su come prenotare 12,5% 102 42,72 49,75 49,75 56,78 56,78 63,81 63,81 70,84 70,85 77,87
B31.2.2.2 Leggibilità della pagina di scelta/revoca del medico di medicina generale
B31.2.2.2.1 Indice Gulpease della pagina di scelta/revoca del medico di medicina generale 12,5% 103 35,25 42,25 42,25 49,25 49,25 56,25 56,25 63,25 63,25 70,25
B31.2.2.2.2 Percentuale di parole nel Vocabolario Fondamentale della pagina di scelta/revoca del medico di medicina generale 12,5% 104 42,72 49,75 49,75 56,78 56,78 63,81 63,81 70,84 70,85 77,87
D18 Percentuale di dimissioni volontarie 100% 105 1,4 1,75 1,05 1,4 0,7 1,05 0,35 0,7 0 0,35
E2 Percentuale di assenza 100% 106 13,1 14 12,2 13,1 11,4 12,2 10,5 11,4 9,6 10,5
B15 Valutazione della ricerca
B15.1.1 Impact Factor medio articoli per dirigente 100% 3,16 5,26 5,26 7,37 7,37 9,47 9,47 11,57 11,57 13,67
B15.1.3 Numero medio pubblicazioni per dirigente 100% 1,1 1,44 1,44 1,87 1,87 2,3 2,3 2,73 2,73 3,16
B15.3.1 Percentuale specialità con Impact Factor medio maggiore dell'Impact Factor di specialità riportato da ISI
Stato di salute della popolazione
Efficienza e sostenibilità
Utenza, personale e comunicazione
Estremi delle fasce di valutazione
Tabella 2.
Elenco degli indicatori 2016, condivisi dal Network delle Regioni
In
corsivo
gli indicatori di osservazione
In grassetto sono riportati gli indicatori di sintesi, la cui valutazione è pari alla media semplice o pesata dei propri sotto-indicatori
In
blu
gli indicatori sviluppati per la valutazione delle Aziende Ospedaliero-Universitarie, non riportati nella presente pubblicazione ma consultabili nel Report
ad hoc
(Nuti et al., 2017) e all’indirizzo www.performance.sssup.it/netval
La colonna “Pesatura” dettaglia le componenti delle medie pesate degli indicatori di sintesi
17
Pesatura Pagina
B2 Promozione stili di vita sani (PASSI)
A6.1.2 Percentuale di persone intervistate consigliate dal medico o altro operatore sanitario di fare attività fisica 20% 110 20,6 24,2 24,2 28,8 28,8 33,4 33,4 38 38 41,6
A6.2.2 Percentuale di persone sovrappeso o obese consigliate dal medico o altro operatore sanitario di perdere o mantenere peso 20% 111 30,7 37,8 37,8 44,9 44,9 52,1 52,1 59,2 59,2 66,3
A6.2.3 Percentuale di persone sovrappeso o obese consigliate dal medico o altro operatore sanitario di fare attività fisica 20% 112 19,2 27,3 27,3 35,4 35,4 43,5 43,5 51,7 51,7 59,8
A6.3.2 Percentuale di consumatori di alcol a maggior rischio consigliati dal medico o altro operatore sanitario di bere meno 20% 113 0,6 2,7 2,7 4,8 4,8 6,8 6,8 8,9 8,9 11
A6.4.2 Percentuale di fumatori consigliati dal medico o altro operatore sanitario di smettere di fumare 20% 114 28,5 36,7 36,7 44,9 44,9 53,1 53,1 61,3 61,3 69,5
B5 Estensione ed adesione allo screening
B5.1 Screening Mammografico
B5.1.1 Estensione corretta dello screening mammografico 16,7% 115 75 80 80 85 85 90 90 95 95 100
B5.1.2 Adesione corretta allo screening mammografico 16,7% 116 30 40 40 50 50 60 60 70 70 80
B5.1.4 Adesione volontaria allo screening mammografico (PASSI)
B5.1.5 Tempo intercorrente tra mammografia di screening con esito positivo e primo approfondimento
B5.1.6 Percentuale di adesione agli approfondimenti
B5.2 Screening cervice uterina
B5.2.1 Estensione corretta dello screening della cervice uterina 16,7% 117 75 80 80 85 85 90 90 95 95 100
B5.2.2 Adesione corretta allo screening cervice uterina 16,7% 118 20 30 30 40 40 50 50 60 60 70
B5.2.4 Adesione volontaria allo screening cervice uterina (PASSI)
B5.3 Screening colorettale
B5.3.1 Estensione corretta dello screening colorettale 16,7% 119 75 80 80 85 85 90 90 95 95 100
B5.3.2 Adesione corretta allo screening colorettale 16,7% 120 25 35 35 45 45 55 55 65 65 75
B5.3.5 Adesione volontaria allo screening colorettale (PASSI)
B6a Donazioni di organi
B6.1.6 Segnalazione di morte encefalica
B6.1.9 Opposizione alla donazione
B6.1.2 Percentuale di donatori procurati 100% 121 20,8 35,8 35,8 50,8 50,8 65,8 65,8 80,8 80,8 95,8
B7 Copertura vaccinale
B7.1 Copertura vaccinale MPR 14,3% 122 86 89 89 92 92 95 95 98 98 100
B7.2 Copertura vaccinale antinfluenzale anziani 14,3% 123 42 53 53 64 64 75 75 86 86 100
B7.3 Copertura vaccinale papilloma virus (HPV) 14,3% 124 50 60 60 70 70 85 85 95 95 100
B7.4 Copertura vaccinale antinfluenzale operatori sanitari 14,3% 125 0 7 7 16 16 25 25 34 34 100
B7.5 Copertura vaccinale antimeningococcico 14,3% 126 86 89 89 92 92 95 95 98 98 100
B7.6 Copertura vaccinale antipneumococcico 14,3% 127 86 89 89 92 92 95 95 98 98 100
B7.7 Copertura vaccinale esavalente 14,3% 128 89 91 91 93 93 95 95 97 97 100
C30 Indicatori generali AOU C30.3.1.1 Volumi attrazioni extra-regione C30.3.1.2 Percentuale attrazioni extra-regione C30.3.2.1 Volumi attrazioni extra-regione di alta complessità
C30.3.2.2 Percentuale attrazioni extra-regione - DRG alta complessità 100% 0 3,77 3,77 11,29 11,29 18,81 18,81 26,34 26,34 33,86
C30.3.2.2.i Percentuale attrazioni extra-regioni - DRG alta complessità (IRCCS, AOU monospecialistiche, Aziende Ospedaliere, ecc) C30.3.3.1 Volumi attrazioni extra-regione - DRG media complessita'
C30.3.3.2 Percentuale attrazioni extra-regione - DRG media complessita' C32 Cardiochirurgia
C32.3.1.1 Volumi attrazioni extra-regione per DRG cardiochirurgici C32.3.2.1 Percentuale attrazioni extra-regione per DRG cardiochirurgici
C32.4.1 Tasso di fughe extra-regione per DRG cardiochirurgici (LIVELLO REGIONE) C32.4.3 Tasso di ospedalizzazione per DRG cardiochirurgici (LIVELLO REGIONE)
C34 Neurologia
C34.2 Percentuale trombolisi arteriose per pazienti con ictus ischemico C34.3 Indice di Performance della degenza media per Ictus ischemico C34.4 Percentuale di pazienti con ictus ammessi, transitati o dimessi da Neurologia
C36 Innovazione Tecnologica
C36.1 Percentuale prostatectomie computer-assistite
Strategie sanitarie regionali
Pesatura Pagina
C16 Percorso Emergenza-Urgenza
C16.1 Percentuale accessi in Pronto Soccorso con codice giallo visitati entro 30 minuti 25% 132 50 60 60 70 70 80 80 90 90 100
C16.2 Percentuale accessi in Pronto Soccorso con codice verde visitati entro 1 ora 25% 133 50 60 60 70 70 80 80 90 90 100
C16.3 Percentuale accessi in Pronto Soccorso con codice verde non inviati al ricovero con tempi di permanenza <=4h 25% 134 70 75 75 80 80 85 85 90 90 95
C16a.t1 Percentuale accessi in Pronto Soccorso con codice rosso (emergenza) ricoverati, deceduti o trasferiti
C16a.t2 Percentuale accessi in Pronto Soccorso con codice giallo (urgenza) ricoverati, deceduti o trasferiti
C16a.t3 Percentuale accessi in Pronto Soccorso con codice verde (urgenza differibile) ricoverati, deceduti o trasferiti
C16.5 Percentuale accessi in Osservazione Breve
C16.5.1b Percentuale di accessi con osservazione breve con tempi di permanenza entro le 36 ore
C16.18 Percenutale accessi in Osservazione Breve con durata inferiore alle 6 ore
C16.11 Intervallo Allarme - Target dei mezzi di soccorso (Griglia LEA) 25% 135 26 40 22 26 18 22 14 18 8 14
D9 Percentuale di abbandoni dal Pronto Soccorso 100% 136 5 6,25 3,75 5 2,5 3,75 1,25 2,5 0 1,25
F15 Sicurezza sul lavoro
F15.1.1 N. inchieste infortuni concluse con violazioni/ N. inchieste infortuni
F15.1.2 N. inchieste malattie professionali con violazioni/N. inchieste malattie professionali
F15.2 Copertura dell'attività ispettiva
F15.2.1 N. aziende ispezionate/N. aziende con dipendenti 25% 140 0 2,25 2,25 5 5 7,75 7,75 10,5 10,5 12,75
F15.2.2 N. aziende delle costruzioni ispezionate/N. aziende delle costruzioni
F15.2.3 N. cantieri ispezionati/N. cantieri notificati 25% 141 0 5 5 14 14 23 23 32 32 41
F15.3 Efficienza produttiva
F15.3.1 N. aziende ispezionate/N. personale UPG SPSAL 25% 142 0 16 16 37 37 58 58 79 79 100
F15.3.2 N. sopralluoghi/N. personale UPG SPSAL 25% 143 0 18 18 67 67 116 116 165 165 214
B8 Malattie infettive
B8.1 Proporzione malattie invasive batteriche con ceppo microbico tipizzato
B8.2 Tasso incidenza tubercolosi popolazione residente
B8.3 Percentuale Esami colturali per la diagnosi di tubercolosi polmonare
B8.4 Conferma colturale diagnosi di tubercolosi polmonare
C1 Capacità di governo della domanda
C1.1 Tasso di ospedalizzazione per 1.000 residenti, standardizzato per età e sesso 0% 146 160 179 153 160 146 153 139 146 124 139
C1.1ro Tasso ospedalizzazione per 1.000 residenti standardizzato per età e sesso (ricoveri ordinari)
C1.1dh Tasso ospedalizzazione per 1.000 residenti standardizzato per età e sesso (day hospital)
C1.1.1 Tasso di ospedalizzazione per ricoveri ordinari acuti per 1.000 residenti, standardizzato per età e sesso 50% 147 117 124 110 117 103 110 96 103 94 96
C1.1.1.1 Tasso ospedalizzazione DRG Medici acuti 0-64 anni per 1.000 residenti standardizzato per età e sesso
C1.1.2 Tasso ospedalizzazione DH acuti per 1.000 residenti standardizzato per età e sesso
C1.1.2.1 Tasso ospedalizzazione per DH medici acuti per 1.000 residenti, standardizzato per età e sesso 50% 148 16 22 13 16 10 13 7 10 2 7
C1.1.2.2 Tasso ospedalizzazione DH chirurgico acuti per 1.000 residenti standardizzato per età e sesso
C1.1.2.2.1 Tasso di prestazioni ambulatoriali chirurgiche per 1.000 residenti standardizzato per età e sesso
C1.1.3 Tasso ospedalizzazione post acuti per 1.000 residenti standardizzato per età e sesso
C1.3 Posti letto pro-capite
C1.5 Indice di case mix
C1.6 Percentuale di ricoveri ordinari chirurgici (Griglia LEA)
C2a.M Indice di performance degenza media per acuti - ricoveri per DRG medico 100% 149 1 1,65 0,35 1 -0,3 0,35 -0,95 -0,3 -1,6 -0,95
C2a.C Indice di performance degenza media per acuti - ricoveri per DRG chirurgico 100% 150 1,04 1,69 0,39 1,04 -0,27 0,39 -0,92 -0,27 -1,57 -0,92
C14 Appropriatezza medica
C4.8 Drg LEA Medici: tasso di ospedalizzazione std per 10.000 residenti 33,3% 151 267 311 223 267 179 223 135 179 91 135
C14.2 Percentuale ricoveri in DH medico con finalità diagnostica (AOU, AO, IRCCS...)
C14.2a Tasso di ricovero diurno di tipo diagnostico per 1.000 residenti (Griglia LEA) 33,3% 152 5,9 7,3 4,5 5,9 3,1 4,5 1,7 3,1 0,3 1,7
C14.2.2 Percentuale ricoveri in DH medico con finalità diagnostica - pediatrici (AOU, AO, IRCCS...)
C14.4 Percentuale di ricoveri medici oltresoglia ≥ 65 anni 33,3% 153 5 6 4 5 3 4 2 3 1 2
C14.5 Tasso di accessi in DH di tipo medico std per età per 1.000 residenti (Griglia LEA)
Emergenza-urgenza
Prevenzione collettiva
Governo e qualità dell'offerta
19
C4 Appropriatezza Chirurgica Pesatura Pagina
C4.1 Percentuale Drg medici da reparti chirurgici
C4.1.1 Percentuale Drg medici da reparti chirurgici: ricoveri ordinari
C4.1.2 Percentuale Drg medici da reparti chirurgici: day-hospital
C4.4 Percentuale di colecistectomie laparoscopiche in Day-Surgery e RO 0-1 gg 30% 154 0 15 15 35 35 55 55 75 75 95
C4.7 Drg LEA Chirurgici: percentuale di ricoveri in day-surgery 60% 155 35 45 45 55 55 65 65 75 75 85
C4.13 DRG ad alto rischio di inappropriatezza (Griglia LEA)
C18.6 Tasso osp. stripping di vene 10% 156 160 195 125 160 90 125 55 90 20 55
C5 Qualità di processo
C5.2 Percentuale di fratture del collo del femore operate entro 2 giorni 25% 157 28 41 41 54 54 67 67 80 80 93
C5.3 Percentuale di prostatectomie transuretrali 10% 158 55 65 65 75 75 85 85 95 95 105
C5.10 Percentuale di resezioni programmate al colon in laparoscopia
C5.11 Percentuale di appendicectomie urgenti in laparoscopia per donne 15-49 anni
C5.12 Percentuale di fratture di femore operate sulle fratture diagnosticate 25% 159 75 80 80 85 85 90 90 95 95 100
C5.17 Percentuale di pazienti sottoposti a dialisi peritoneale sul totale dei pazienti dializzati
C5.18.1 Degenza media pre-operatoria per fratture diverse dal femore – ricoveri urgenti
C5.18.2 Attesa media pre-operatoria per fratture diverse dal femore – accessi in PS e ricoveri programmati
C5.20 Trombolisi endovenose per ictus ischemico
C16.7 Percentuale di ricoveri da Pronto Soccorso in reparti chirurgici con DRG chirurgico alla dimissione 20% 160 35 45 45 55 55 65 65 75 75 85
C16.8 Percentuale di ricoveri da Pronto Soccorso inviati in qualsiasi reparto e trasferiti entro 1 giorno in area critica
C16.4 Percentuale di accessi al PS inviati al ricovero con tempi di permanenza entro le 8 ore 20% 161 75 80 80 85 85 90 90 95 95 100
C6 Rischio clinico
C6.4.1 Sepsi post-operatoria per chirurgia d'elezione
C6.4.2 Mortalità intraospedaliera nei dimessi con Drg a bassa mortalità
C6.4.3 Embolia polmonare o trombosi venosa post-chirurgica
C7 Materno-Infantile
C7.1 Percentuale di parti cesarei, depurati (NTSV) 60% 162 30 35 25 30 20 25 15 20 10 15
C7.1.2 Percentuale parti cesarei nella classe 1 di Robson (parti depurati con travaglio spontaneo)
C7.1.3 Percentuale parti cesarei nella classe 2a di Robson (parti depurati con travaglio indotto)
C7.1.4 Percentuale parti cesarei elettivi sul totale dei parti depurati
C17.4 Volumi parti
C17.4.1 Percentuale ricoveri sopra soglia per parti 10% 163 75 80 80 85 85 90 90 95 95 100
C17.4.2 Indice di dispersione della casistica in stabilimenti sotto soglia per parti 10% 164 60 75 45 60 30 45 15 30 0 15
C7.2 Percentuale parti indotti
C7.3 Percentuale di episiotomie, depurate (NTSV) 10% 165 45 55 35 45 25 35 15 25 5 15
C7.6 Percentuale di parti operativi (uso di forcipe o ventosa) 10% 166 10 12,5 7,5 10 5 7,5 2,5 5 0 2,5
C7.20 Percentuale di asfissie gravi peri/intra-partum
C7.13 Percentuale donne straniere che effettuano la prima visita tardiva (>12ª settimana di gestazione)
C7.13.1 Percentuale donne con basso titolo di studio che effettuano la prima visita tardiva (>12ª settimana di gestazione)
C7.14 Percentuale donne straniere che effettuano un numero di visite in gravidanza <=4
C7.14.1 Percentuale donne con basso titolo di studio che effettuano un numero di visite in gravidanza <=4
C7.16 Accesso area maternità del consultorio
C7.18 Percentuale donne residenti con almeno un accesso al consultorio nel post-partum
C7.12.3 Percentuale di allattamento esclusivo a tre mesi
C7.12.4 Percentuale di allattamento esclusivo a cinque mesi
C8a.3 Tasso concepimenti minorenni per 1.000 donne residenti (12-17 anni)
C7d Pediatria
C7.7 Tasso di ospedalizzazione in età pediatrica per 100 residenti (< 14 anni) 15% 167 11,2 12,8 9,6 11,2 8 9,6 6,4 8 4,8 6,4
C7.7.1 Tasso di ospedalizzazione nel primo anno di vita per 100 residenti (< 1 anno) 15% 168 53 60 46 53 39 46 32 39 25 32
C7.7.4 Tasso di ospedalizzazione in età pediatrica per 100 residenti (1-13 anni)
C8a.19.1 Tasso di ospedalizzazione pediatrico per asma per 100.000 residenti (2-17 anni) 10% 169 90 110 70 90 50 70 30 50 10 30
C8a.19.2 Tasso di ospedalizzazione pediatrico per gastroenterite per 100.000 residenti minorenni 10% 170 240 300 180 240 120 180 60 120 0 60
C18.1 Tasso di ospedalizzazione per interventi di tonsillectomia per 100.000 residenti std per età e sesso 15% 171 370,9 456,5 285,3 370,9 199,7 285,3 114,1 199,7 28,4 114,1
C9.8.1.1.1 Consumo di antibiotici in età pediatrica 20% 172 28 32,4 23,6 28 19,2 23,6 14,8 19,2 10,4 14,8
C9.8.1.1.2 Consumo di cefalosporine in età pediatrica 15% 173 4,2 5,3 3,1 4,2 2 3,1 0,9 2 0 0,9
C8a Integrazione ospedale-territorio Pesatura Pagina
C8a.2 Percentuale pazienti che effettuano almeno un ricovero ripetuto tra 31 e 180 giorni
C8b.2 Tasso di ospedalizzazione dei ricoveri oltre 30 gg per 1.000 residenti 40% 174 1,8 2,1 1,5 1,8 1,2 1,5 0,9 1,2 0,6 0,9
C8b.1 Tasso di accesso al Pronto Soccorso per 1000 residenti, standardizzato per età e sesso 20% 175 406,3 444,4 368,2 406,3 330,2 368,2 292,2 330,2 254,1 292,2
C16T.4 Tasso di ricovero per patologie sensibili alle cure ambulatoriali 40% 176 11,8 13,3 10,2 11,8 8,7 10,2 7,2 8,7 5,7 7,2
C8a.20 Ricoveri in riabilitazione non preceduti da una dimissione nello stesso giorno: ricoveri ordinari
C10 Trattamenti oncologici
C10.1 Volumi Oncologia
C17.1 Volumi interventi chirurgici per tumore maligno alla mammella
C17.1.1 Percentuale di ricoveri sopra soglia per tumore maligno alla mammella 12,5% 177 50 60 60 70 70 80 80 90 90 100
C17.1.2 Indice di dispersione della casistica in reparti sotto soglia per tumore alla mammella 12,5% 178 60 75 45 60 30 45 15 30 0 15
C17.5 Volumi interventi chirurgici per tumore maligno alla prostata
C17.5.1 Percentuale di ricoveri sopra soglia per tumore maligno alla prostata 12,5% 179 50 60 60 70 70 80 80 90 90 100
C17.5.2 Indice di dispersione della casistica in reparti sotto soglia per tumore alla prostata 12,5% 180 40 50 30 40 20 30 10 20 0 10
C10.2 Percorso tumore alla mammella
C10.2.1 Percentuale di interventi conservativi e nipple/skin sparing/ricostruttivi alla mammella per tumore maligno 30% 181 0 65 65 70 70 75 75 80 80 100
C10.2.2 Percentuale di donne che eseguono l’asportazione del linfonodo sentinella
C10.2.2.1 Percentuale di donne che eseguono l'asportazione radicale dei linfonodi ascellari
C10.2.4 Percentuale di donne sottoposti a radioterapia entro 4 mesi da intervento per tumore alla mammella
C10.2.5 Somministrazione entro 8 settimane di chemioterapia adiuvante in soggetti affetti da tumore mammario
C10.3 Percorso tumore al colon-retto
C10.3.1 Percentuale di pazienti sottoposti a re-intervento entro 30 giorni dal ricovero per intervento al colon (triennale)
C10.3.2 Percentuale di pazienti sottoposti a re-intervento entro 30 giorni dal ricovero per intervento al retto (triennale)
C10.3.3 Somministrazione entro 8 settimane di chemioterapia adiuvante in soggetti affetti da tumore al colon
C10.6 Percorso tumore alla prostata
C10.6.1 Percentuale di uomini sottoposti a radioterapia che iniziano il trattamento entro 6 mesi dall'intervento
C10.5a Oncologia medica
C10.5 Appropriatezza prescrittiva dei Biomarcatori tumorali 20% 182 888,5 1000 675 888,5 461,5 675 248 461 0 248
F10.2.1c Spesa media per farmaci oncologici (ASL)
F10.2.1d Spesa media per farmaci oncologici (AO/AOU)
C10c Tempi di attesa per la chirurgia oncologica 100% 183 40 45 35 40 30 35 25 30 20 25
C10.4.1 Attesa media prima del ricovero per interventi chirurgici per tumore alla mammella 0% 184 40 45 35 40 30 35 25 30 20 25
C10.4.2 Attesa media prima del ricovero per interventi chirurgici per tumore alla prostata 0% 185 40 45 35 40 30 35 25 30 20 25
C10.4.3 Attesa media prima del ricovero per interventi chirurgici per tumore al colon 0% 186 40 45 35 40 30 35 25 30 20 25
C10.4.4 Attesa media prima del ricovero per interventi chirurgici per tumore al retto 0% 187 40 45 35 40 30 35 25 30 20 25
C10.4.5 Attesa media prima del ricovero per interventi chirurgici per tumore al polmone 0% 188 40 45 35 40 30 35 25 30 20 25
C10.4.6 Attesa media prima del ricovero per interventi chirurgici per tumore all'utero 0% 189 40 45 35 40 30 35 25 30 20 25
C11a Efficacia assistenziale delle patologie croniche
C11a.1.1 Tasso di ospedalizzazione per scompenso per 100.000 residenti (50-74 anni) 25% 190 305 355 255 305 205 255 155 205 105 155
C11a.1.1.1 Tasso di ospedalizzazione per scompenso per 100.000 residenti, std età e sesso, over 18
C11a.2.1 Tasso di ospedalizzazione per diabete per 100.000 residenti (35-74 anni) 25% 191 50 60 40 50 30 40 20 30 10 20
C11a.2.1.1 Tasso di ospedalizzazione per complicanze del diabete per 100.000 residenti, std età e sesso, over 18
C11a.2.4 Tasso di amputazioni maggiori per diabete per milione di residenti 25% 192 40,81 49,02 32,6 40,81 24,39 32,6 16,17 24,39 7,96 16,17
C11a.3.1 Tasso di ospedalizzazione per BPCO per 100.000 residenti (50-74 anni) 25% 193 83 98 68 83 53 68 38 53 23 38
C11a.3.1.1 Tasso di ospedalizzazione per BPCO per 100.000 residenti, std età e sesso, over 18
B28 Assistenza Domiciliare e Residenziale
B28.1.1 Percentuale di anziani in Cure Domiciliari
B28.1.1b Tasso standardizzato di utilizzo dell’assistenza domiciliare
B28.1.2 Percentuale di anziani in Cure Domiciliari con valutazione 70% 194 0 4 4 6 6 8 8 10 10 12
B28.1.5 Percentuale di accessi domiciliari effettuati il sabato, la domenica e i giorni festivi
B28.2.5 Percentuale di ultra75enni dimessi dall’ospedale a domicilio, con almeno un accesso domiciliare entro 2 gg. 20% 195 1,72 4,01 4,01 6,3 6,3 8,6 8,6 10,89 10,89 13,19
B28.2.9 Percentuale di prese in carico con CIA >0,13 per over 65 in Cure Domiciliari 10% 196 0 34,1 34,1 47,7 47,7 61,2 61,2 74,8 74,8 100
B28.2.10 Percentuale di prese in carico ADI entro 3 giorni dalla dimissione ospedaliera
B28.2.11 Percentuale di assistiti in ADI con almeno 2 ricoveri ospedalieri durante la presa in carico domiciliare, over 65 anni
B28.2.12 Percentuale di assistiti in ADI con accessi al PS durante la presa in carico domiciliare, over 65 anni
B28.3.10 Ammissioni in RSA per over 65
B28.3.11 Percentuale di assistiti in RSA con almeno un ricovero ospedaliero over 65 anni
B28.3.12 Percentuale di assistiti in RSA con almeno un accesso al PS over 65 anni