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Le criticità riscontrate

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Academic year: 2021

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(1)

LE CRITICITA’ RISCONTRATE NEI

CONTROLLI

uso delle schede di autovalutazione,

normativa tecnica di riferimento – esempi

Enrico Contessotto, Adriano Cunial U.O. SPISAL Distretto ASOLO

(2)

Ovvero… non dovremmo…

…essere qui a parlare di 547 e 303, perchè…

…dal 1991 ad oggi abbiamo visto succedersi profondi mutamenti di

prospettiva nella legislazione sulla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori.

I Decreti 277, 626, 81, hanno introdotto attività, responsabilità, figure professionali, adempimenti nuovi, che si riassumono nella VALUTAZIONE DI TUTTI I RISCHI da parte del datore di lavoro e nella conseguente SCELTA ed ATTUAZIONE delle MISURE di tutela necessarie alla prevenzione.

EPPURE siamo qui oggi a parlarci, essenzialmente, ancora di protezione oggettiva per la prevenzione del rischio di infortuni all’arto superiore dovuti all’utilizzo di macchine ed attrezzature di lavoro

Ne parliamo da moderni…

Come dire…, appunto… Partendo NONdallo sguardo diretto sulla macchina in sé (LOGICA 547), ma osservando con quale PREGNANZA l’obbligo di valutare i rischi e redarre un documento di valutazione si cala nella

realtàdella sicurezza della singola macchina e del suo operatore o manutentore…

…ma è proprio qui che …

corriamo il rischio che ci cadano le pere dall’albero…

(3)

Criticità di «sistema»

INFATTI l’avvicendarsi delle strategie legislative non ha spostato di molto il «core» del problema, QUINDI

è probabile che vi sia una criticità di sistema, che potremmo cercare di individuare partendo da una domanda:

A che cosa serve il documento di

valutazione dei rischi?

Blowing in the wind...

La risposta potrebbe svilupparsi secondo due atteggiamenti:

Il DVR SERVE:

1) Ad assolvere un obbligo legislativo («burocratico») che obbliga ad averlo, obbligo che va ottemperato con il minor dispendio possibile economico e di tempo;

2) A documentare un processo di analisi e valutazione,

individuazione delle criticità e delle soluzioni, ed attuazione (o programmazione) delle stesse, SVOLTI «DI FATTO», che garantiscono ai lavoratori la sicurezza e al datore di lavoro di essere adempienteed efficiente.

(4)

Risposta 1

Significa che il datore di lavoro si serve di consulenze che gli forniscono un malloppo importante di fotocopie, che contengono «tutto», in modo da non lasciar fuori «niente», che il datore di lavoro firma, paga, e mette nell’armadio nell’eventualità che gli capiti un controllo.

E costano non dico poco, ma non troppo… sono uguali per tutti!

L’adempimento burocratico è ottemperato.

Areo! Ga dito

el consuente

che xe tuto a

posto!

Risposta 2

Significa che il datore di lavoro si serve di consulenze (interne ed esterne) che «di fatto» sono in grado di produrre valutazioni, individuazioni dei problemi e

soluzioni, che vengono quindi raccolte in un documento contenente indicazioni CONCRETE, scritto in modo che il d.d.l. possa comprendere ed attuare, indipendentemente e relativamente al suo livello di conoscenze. Molto dunque, certo non tutto, dipende dalla «qualità» della consulenza. L’analisi delle attività ispettive di primo livello e di quelle di audit di secondo livello ci ha portato a individuare delle criticità importanti situate

all’interfaccia tra DVR o SGSL e attività produttive, non sempre «raggiunte» dal contenuto dei documenti…

(5)

Un esempio…

In una azienda c’è una apparecchiatura a importante potenziale infortunistico,

comandata da un quadro situato in una cabina per l’isolamento acustico, sprovvista di dispositivi in grado di impedire l’accesso di personale ai punti pericolosi.

L’analisi dei rischi ha già individuato una soluzione tecnica.

In attesa della implementazione della soluzione definitiva, si rende necessario definire delle misure di mitigazione del rischio che diano a tutti garanzia nel breve periodo.

La consulenza individua tali misure nella apposizione di cartelli monitori, che vengono ritenuti idonei dagli auditors di sistema!

(6)

Ma?

I cartelli monitori sono posizionati in prossimità dei punti pericolosi, ma nulla vieta all’operatore di entrare nella zona pericolosa, magari attirato proprio dai cartelli che gli dicono di non avvicinarsi, per poterli leggere… La soluzione appare pertanto

inadeguata ad una efficace protezione dai rischi, ma limitata ad un

atteggiamento difensivo del tipo

«il cartello c’era ed era stata fatta la formazione…»

The final countdown…

Soltanto la soluzione finale

appare adeguata, consistendo in cancelli interbloccati.

La soluzione transitoria avrebbe dovuto comprendere almeno una barriera la cui rimozione per l’accesso all’area pericolosa comportasse un atto deliberato e cosciente, e che su quella barriera fosse posizionato il cartello monitore.

(7)

DVR vs MACCHINA: 0 a 2

Il concetto che si vuole far passare, in sintesi, è che

l’approccio anglosassone, datore di lavoro, rspp, valutazione

del rischio, documento

è valido solo se l’analisi delle criticità e

la implementazione delle soluzioni si spinge fino alla

applicazione completa e corretta di quanto previsto dalla

normativa tecnica e dalla migliore prassi

, ovvero fino ad una

efficace protezione oggettiva.

Gli esempi che il collega vi sottoporrà vogliono sottolineare le

situazioni nelle quali il collegamento tra documenti e realtà è

stato insufficiente.

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE

DEI RISCHI

Il D.V.R. deve:

Essere redatto dal D.L. (quantomeno lo deve

conoscere).

Essere semplice e comprensibile.

Trattare tutti i rischi realmente presenti, e

possibilmente solo quelli.

Contenere un elenco aggiornato di macchine,

attrezzature ed impianti, possibilmente con

specifiche schede macchina.

(8)

S.G.S. organigramma

DIRIGENTI DATORE DI LAVORO LEGALE RAPPRESENTANTE

R.S.P.P.

RESP. Del Sistema

Preposti

capo turno Resp. Manutenzioni

AUDIT CRITICITA’

Sistemi con

procedure certificate

da ENTI di

Certificazione che non sono stati

adeguatamente implementati ai

livelli bassi

della struttura.

Il sistema certificato sulla procedura macchine

non si era

«accorto»

che i mezzi di

sollevamento aziendale non erano verificati da

molto tempo.

La procedura di gestione degli infortuni non

prevede l’analisi delle cause ma si limita alla

presenza o no dei D.P.I.

(9)

AUDIT ASPETTI POSITIVI

Nelle aziende in cui il Sistema viene

implementato a partire dal basso, dalle azioni

e dalla organizzazione del lavoro mirate al

controllo delle situazioni di rischio e del

corretto operare degli addetti, si sono trovate

le situazioni migliori, con completo

coinvolgimento di tutti e con procedure

applicate che vanno oltre i documenti e le

norme S.G.S. applicate.

(10)

ESPERIENZE IN VIGILANZA

Vediamo alcune situazioni tratte

dalle attività di vigilanza nell’ambito

del piano mirato di Prevenzione degli

infortuni agli arti superiori del 2016.

AZENDA CARTOTECNICA RIEPILOGO DELLA VALUTAZIONE E PROGRAM-MAZIONE INTERVENTI MIGLIORATIVI.

(11)

SITUAZIONE PRATICA DI MACCHINE E IMPIANTI

Il D.V.R. relativo (Rischio Chimico)

A FRONTE DI UNA SOSTANZIALE INADEGUATEZZA DELLA VALUTAZIONE DEL PROBLEMA OGGETTO DEL PROGETTO, TROVIAMO UN DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO CHIMICO CHE RIESCE A CLASSIFICARE GLI IMPIEGATI AMMINISTRATIVICOME SOGGETTI ESPOSTO A RISCHIO NON IRRILEVANTE.

(12)

Panificio pasticceria

industriale: Il documento

(13)

VALUTAZIONE DEL RISCHIO MACCHINE

La realtà nella

fase di vigilanza

rileva che le

protezioni sono

aperte, i

microinterruttori

bloccati gli

operatori sono

formati via

e-Learning.

LA VALUTAZIONE DEL

RISCHIO MICROCLIMA

(14)

L’AMBIENTE VALUTATO

- 22

°

C

PROVVEDIMENTO

Art.lo 17 c. 1 lett.a) D.lgs 81/08

Il documento pertanto non contiene gli elementi di cui

all'art. 28 comma 2, lettera a). Il D.L.ha omesso la specifica

valutazione del rischio derivante dalla presenza di

lavoratori in ambienti a microclima severo freddo, sia per

le mansioni di magazziniere cellista (con presenza

permanente in ambienti intorno ai -20°C) che per i

manutentori, chiamati ad operare in modo saltuario, anche

(15)

VALUTAZIONE ERGONOMICA

(16)

RIPARI MOBILI INTERBLOCCATI

CRITICITA’ RILEVATE

Rif. D.Lgs 81/08

Preposto:

Art.lo 19 c. 1 lett. f) mancata

segnalazione al D.L. della situazione di

pericolo nota.

Dirigente:

Art.lo 37 c. 1 lett.b) mancata

formazione.

Art.lo 71 c. 8 lett.b) mancata programmazione

di controlli per la funzionalità dei sistemi di

sicurezza.

(17)

ORGANI DI TRASMISSIONE

SEGREGAZIONE AREE

PERICOLOSE

PRESSE NEL

SETTORE

CALZATURE.

• Problema che è sempre stato presente ma affrontato con scarsa attenzione anche dalle aziende

(18)

PROTEZIONI INSUFFICIENTI

ORGANI DI COMANDO

Selettore acceso spento

che dà avvio diretto al tritacarne posto a circa

4 metri dal quadro.

L’operatore in fase di pulizia del tritacarne ha riportato

l'amputazione distale dell'arto superiore.

(19)

IL TAVOLO TECNICO

• Soluzioni a problemi complessi e di difficile attuazione. • Macchine impianti con avvolgitori. Pericolo di schiacciamento mani tra rulli concorrenti. • Le soluzioni devono essere praticabili e non complicare il compito dei lavoratori.

Attento

alle mani

IN CONCLUSIONE

LA FORMAZIONE.

Efficacia delle attività di informazione – formazione

- addestramento.

Rispondenza dei contenuto con la tipologia del

lavoro svolto.

False certificazioni di avvenuta formazione.

Formazione e-lerning.

Registrazione della formazione. I registri non

corrispondono alla effettiva presenza.

(20)

Riferimenti

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