Indice
Introduzione...p. 1 Capitolo I
Gli interessi superindividuali e gli strumenti di tutela collettiva dei consumatori nell’ordinamento giuridico italiano.
1.1. Un quadro generale. Premesse . .………..p. 6 1.2. Gli interessi superindividuali nell’ordinamento giuridico italiano: uno sguardo a interessi collettivi e interessi diffusi ………..p. 9 1.3. Il progressivo allargamento del fronte della tutela collettiva consumeristica: dagli interessi collettivi ai diritti soggettivi seriali………...p. 20 1.4. Dall’azione inibitoria all’azione collettiva risarcitoria………..….p. 26 1.4.1. Profili critici dell’azione collettiva inibitoria...p. 32 1.5. Alle origini dell’azione collettiva risarcitoria italiana: la class action negli
USA……….………....p. 34 1.6. L’azione collettiva risarcitoria in Italia……….………..p. 45 1.6.1. La legittimazione ad agire………..……p. 47 1.6.2. Le situazioni sostanziali protette………..…..p. 52 1.6.3. La partecipazione al giudizio………...…p. 56 1.6.4. L’adesione………..………....p. 58 1.6.5. Il filtro di ammissibilità e lo svolgimento del processo………...p. 62 1.6.6. L’efficacia soggettiva della sentenza………..………...…p. 66 1.7. Punti critici dell’azione collettiva risarcitoria disciplinata dalla legge
Capitolo II
La nuova class action all’italiana.
2.1. Dall’azione collettiva risarcitoria all’azione di classe: la promozione di comportamenti virtuosi da parte dell’impresa………..p. 71 2.2. Il concetto di “classe”………....…..p. 76 2.2.1. Le novità della disciplina rispetto alla legittimazione ad agire……...p. 81 2.2.2. La legittimazione passiva………...………....p. 92 2.3. L’ambito oggettivo di applicazione dell’azione di classe...p. 94 2.3.1. I diritti contrattuali………...………..p. 97 2.3.2. I danni da prodotto………...p. 99 2.3.3. I danni da pratiche commerciali scorrette………...….p. 100 2.3.4. I danni da comportamenti anticoncorrenziali………...p. 102 2.4. La competenza del giudice………..…..p. 105 2.5. Il preliminare vaglio di ammissibilità dell’azione………....p. 106 2.6. L’adesione……….………..……..p. 114 2.6.1. Le risorse finanziarie………....p. 121 2.7. Lo svolgimento del processo di classe……….………...p. 125 2.8. Le novità apportate dal decreto legge n. 1 del 2012……….p. 130 2.8.1. Azione inibitoria e azione di classe: due strumenti di tutela collettiva a
confronto………..p. 140 2.9. I modelli di tutela collettiva in Europa………..…....p. 146 2.9.1. Competizione fra sistemi giurisdizionali; il ricorso a class actions americane per attori europei……….….……...p. 153
2.9.2. Verso un modello di class action europea………...………p. 154
Capitolo III
L’impiego dell’azione di classe nell’ordinamento giuridico italiano: i risultati ottenuti.
3.1. Le numerose criticità della disciplina normativa dell’istituto…………...p. 162 3.1.1. Le difficoltà nell’individuare l’oggetto della tutela………...p. 167 3.1.2. I profili critici sul piano soggettivo………..………....p. 172 3.1.3. Il controllo del giudice………..…...p. 173 3.1.4. L’omessa disciplina di intere fasi processuali………...p. 176 3.1.5. Dubbi circa l’adozione del modello di adesione “opt in”………..…..p. 178 3.1.6. L’assenza di incentivi alla proposizione dell’azione di classe……….p. 183 3.2. I possibili impieghi dell’azione di classe nell’ordinamento giuridico italiano; le azioni di classe, ad oggi, dichiarate ammissibili…….………p. 186 3.2.1. L’azione di classe nei confronti delle banche………..……p. 187 3.2.2. Il caso Altroconsumo contro intesa Sanpaolo………...…...p. 192 3.2.3. L’azione di classe, rimedio a disposizione del consumatore nei rapporti con le compagnie assicurative………..p. 198 3.3. Il caso Wecantour, primo successo italiano in materia di class action……….…..p. 200 3.4. Il caso Codacons contro Voden Medical Instruments……….p. 205 3.4.1. Un possibile impiego futuro dell’azione di classe: la tutela per i danni derivanti da prodotti farmaceutici………....p. 208 3.5. Il caso Codacons contro Policlinico Agostino Gemelli………..p. 210
3.6. Il ricorso per l’efficienza della Pubblica Amministrazione: un ulteriore strumento a tutela del cittadino-consumatore……….p. 211 3.6.1. La tutela di interessi diffusi; profili di legittimazione attiva e
passiva………..………p. 215 3.6.2. La disciplina positiva dello strumento………..………...p. 219 3.6.3. Uno strumento realmente efficace? I dubbi della dottrina…...p. 223 3.6.4. La sentenza del TAR Lazio n. 552/2011………..……....p. 226 3.6.5. La sentenza del TAR Basilicata n. 478/2011………..…….p. 229
Considerazioni conclusive……….p. 231 Bibliografia